Cura - Torako

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Ambient di cura per Torako

14:07 Torako:
  [Ingresso] Per tutto il tragitto dall'Accademia all'Ospedale, Torako è rimasta stranamente silenziosa. Zoppica appoggiandosi al sensei che le ha messo in testa quel dubbio così fastidioso, come un tarlo che le sta rodendo il cervello istigandola a pensare e ripensare. 'Forse questa non è la strada che fa per te'. Già, se davvero non fosse adatta a fare la kunoichi? In fin dei conti l'ha sempre pensato e forse queste parole da parte del sensei non sono altro che la conferma dei suoi dubbi. Forse dovrebbe trovare un altro modo per garantirsi una vita dignitosa. Esistono tanti altri lavori che non siano quello della Kunoichi. Non è che solo perchè si trova in un villaggio ninja anche lei deve diventare per forza un ninja. Alla fin fine, le piacerebbe fare l'addestratrice, potrebbe dedicarsi a quello se solo trovasse qualcuno disposto a prenderla come allieva. E' ancora assorta in questi pensieri quando giunge di fronte alle porte dell'Ospedale, dove bisogna lasciare tutte le varie armi. Consegna alle guardie tutto ciò che deve, quindi, se nulla fosse andato storto, entrerebbe nella struttura. E' già entrata qui qualche volta, quand'è venuta a trovare Gekko, ma non ha mai dovuto varcare queste soglie per suoi problemi di salute. Si guarda attorno con sguardo che lascia intuire quanto sia sovrappensiero. Torako è una ragazzetta nel pieno dell'adolescenza, con lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta e grossi occhi azzurri. Indossa un paio di pantaloni neri a pinocchietto ed una maglia senza maniche verdone militare. Alla coscia ferita è stata apposta una veloce fasciatura dal sensei al suo fianco, ma non c'è stato ancora nessun 'intervento' medico che possa definirsi tale. [Chakra Off]

La giornata è nel suo pieno svolgimento. Il Sole, alto nel cielo, riscalda tutti i gironi del villaggio dell'Erba, dove vari sono i negozianti che cercano di accattivare eventuali compratori e vari ragazzini che giocano per le strade, soprattutto nei gironi di bassa borghesia, ma così non è Per Torako. Il tragitto dall'accademia all'Ospedale sarebbe zoppicante e sofferente, ma ancor più pericoloso, sanguinante. Le porte a scorrimento automatico si aprono dinnanzi alla sua esile figura, mentre il sensei, supponendo di aver portato in un luogo sicuro l'aspirante genin, andrebbe a ritirarsi, conscio dei suoi doveri professionali. Come è di norma, ma soprattutto come sa la stessa Torako, essendo venuta a trovare un suo amico dal femore lussato, la giovane andrebbe a consegnare tutte le armi allo sportello apposito, dove uno shinobi andrebbe a catalogarle e nominarle, essendo sicuro di poter restituire gli oggetti ai legittimi proprietari senza disagio alcuno. Svolta la suddetta operazione, il militare andrebbe a richiamare una giovane ragazza: manto ramato e occhi verdi, magra e con poche forme, ricoperte da un lungo camice medico, sotto il quale son visibili solo due lunghe gambe nude e un paio di scarpe blu notte con un tacco molto basso e un décolleté sul collo del piede. Questa andrebbe ad avvicinarsi alla piccola Torako, chiosando rapidamente <ciao, vedo che ti sei fatta male, ma riesci ancora a stare in piedi, quindi se vuoi possiamo andare un attimo nella sala da codice giallo. Non penso sia pericolo ma noto che stai sanguinando...> terminerebbe, per poi, come durante tutto il dialogo, andrebbe a sorridere in un mellifluo tentativo di rasserenare l'animo di una persona troppa assorta nei propri pensieri. La donna, ergo, si volterebbe, cominciando a camminare nel corridoio e, giunta alla seconda porta sulla destra, andrebbe a fermarsi, attendendo l'arrivo della eventuale paziente. Se questa si avvicinasse non avrebbe limite alcuno nell'entrare nella sala di due metri per tre, tutta rigorosamente bianca, fatta eccezione per un lettino azzurro e vari altri mobiletti che ne condividono la cromatura.

14:30 Torako:
  [Sala] Il Sensei se ne va e Torako nemmeno lo saluta, troppo presa dai suoi vari dilemmi su cosa dovrebbe o potrebbe fare in futuro. <Mh?> Mugugna quando si ritrova davanti una dottoressa in camice bianco. Allarga un po' le labbra, dipingendo sopra di queste un sorriso. Le basta qualche secondo per comprendere da sè che il suo sorriso potrebbe non risultare convincente. Scuote la testa, come se questo potesse aiutarla a schiarirsi le idee e sfoggia ora un sorriso ben più largo e gioioso. Se le si guardano gli occhi, però, potrebbe non essere difficile intuire che in realtà è tutt'altro che serena o felice. <Certo!> Esclama con la sua vocina squillante e acuta, forse un po' troppo infantile. Zoppicando e facendo qualche smorfia di dolore, segue la dottoressa fin dentro la stanza atta alla cura dei pazienti identificati con il codice giallo. Si guarda attorno e, se non venisse fermata, farebbe per avvicinarsi al lettino. Se le fosse possibile, proverebbe anche a sedercisi sopra, ferita e dottoressa permettendo.

L'incedere incerto della giovane non andrebbe ad esser aiutato, anzi, la dottoressa la guarderebbe camminare, sempre mantenendo intatto quel sorriso, fino a quando la piccola e bionda figura non fosse entrata nella stanza. A questo punto anche le leve inferiori della femminea figura dal ramato crine andrebbe ad accedere nella camera, andando, delicatamente, a chiudere la porta nel suo passaggio. Sol ora si volgerebbe verso Torako, la quale non ha avuto, tranne per il dolore, alcun divieto di sedersi, al contrario, la dottoressa andrebbe proprio, con un passo più svelto, ad aiutarla nel suo fare, cercando di far contrarre il meno possibile i muscoli interessati dalla ferita. Le mani della donna andrebbero a sollevare il pantaloncino della ragazzina, notando quelle bende e, con un sol passar di indice, queste verrebbero tagliate di colpo. Se la piccola avesse fatto attenzione avrebbe potuto veder un piccolo alone verdastro intorno al polpastrello del destrorso dito. Tolta la benda, svolandola anche dal peso della gambe, ove la stoffa era vincolata, la donna andrebbe a riprender parola, mentre andrebbe ad aprire un cassetto del mobiletto più vicino, ma non vedibile dalla giovane Torako, data la sua posizione...<allora, come ti sei ferita?...suppongo fosse un'arma e, a guardar lunghezza e larghezza del taglio, scommetto shuriken> direbbe, ritornando, infine, retta e impugnando nella mano destra una pinza chirurgica e nella sinistra dell'ovatta e del disinfettante, aggiungendo solo...<brucerà da morire, ma prima di poter agire devo pulirtela...> andando in seguito, volente o dolente, a bagnar un ciuffo di ovatta con quel liquido giallastro e, tramite la pinza chirurgica, andar a tamponar e, delicatamente, disinfettare la zona esposta, così da evitar successive infezioni.

14:52 Torako:
  [Sala] Sedutasi sul lettino con l'aiuto della dottoressa, e non senza smorfie di dolore, la ragazzetta non fa nulla che possa intralciare il fare della donna. Anzi, non fa proprio nulla, proprio per paura di sbagliare qualcosa e fare danni. Gli occhi sono fissi sulla sua coscia e, di conseguenza, vede quelle bende che vengono tagliate praticamente solo dall'indice del medico. <Wo...> Fa la ragazzetta, non riuscendo immediatamente a comprendere come lei sia stata in grado di fare qualcosa del genere, ma decide di non chiedere, per paura di farsi una figuraccia. <Eh sì, non sono riuscita a schivare uno shuriken a lezione> Risponde con fare imbarazzato, portando una mano dietro la nuca e socchiudendo gli occhi, mentre il sorriso si fa anche più ampio proprio a causa dell'imbarazzo dovuto alla sua capacità. <Il Sensei dice che forse non sono portata per fare la Kunoichi> Annuisce come se non fosse chissà quale gran cosa. Nonostante questo, non riesce a togliersi dalla mente questo dubbio così fastidioso e non riesce nemmeno a non esternarlo a voce. Che poi probabilmente alla dottoressa non gliene frega proprio nulla di questi suoi pensieri, ma non è riuscita a tenerseli per sè. <Ok> Annuisce alle seguenti parole della donna, mentre già stringe i denti preparandosi al dolore. Non appena l'ovatta inzuppata raggiunge la ferita aperta, Torako urla. <IIIIIH!> Un urletto acuto che velocemente cerca di soffocare ponendosi entrambe le mani davanti alla bocca e premendole sulle labbra con forza. Si morde le labbra, piantandosi i denti fino a farle sbiancare, mentre chiude gli occhi ora lucidi e alza la testa verso l'alto.

Ecco che anche l'ultima passata si ovatta sulla ferita ha termine. La donna andrebbe, quindi, ad aprire un secchio della spazzatura, dalla chiusura in gomma, così da non poter far uscir nemmeno l'odore di ciò che contiene, ricreando una sorta di sottovuoto, e andrebbe a lasciar cadere, dalla pinza, quel ciuffo, ormai rosso, di ovatta. Guanti che vengono sfilanti, infine, dopo aver posato la pinza sul mobiletto precedentemente aperto, per poi dire...<tranquilla il dolore è finito> andando a replicare a quell'urletto, per poi aggiungere, mentre le mani, poste l'una sopra l'altra, andrebbero a porsi a pochi millimetri dalla ferita stessa...<sai, io ho fallito l'esame genin sei volte, ero un'impiastro> ammetterebbe, ridacchiando, aggiungendo subito dopo <ma ora sono medico e mi reputo anche brava nel mio lavoro, quindi uno shuriken non è nulla. Se vuoi pensarla positivamente, bhè...tu ti sei beccata uno shuriken nella gamba, e io ti sto curando un taglio che forse nemmeno ti accorgerai di avere, mentre sopra c'è un jonin che non ha visto una tecnica fuuton...gli stiamo riattaccando quattro dita>. Parole dette senza il minimo scrupolo, con un cinismo, nascosto da semplici sorrisi, che fan sembrare quel che dice come se nulla fosse. Nel frattempo le mani andrebbero a emanare un verdastro alone, alone che, al contatto con il taglio, andrebbe a dare una sensazione di calore, ma di frescura, una sensazione rinvigorimento, ma di fastidio...o molto più semplicemente, se la giovane continuasse a guardar la propria ferita, potrebbe notare come lentamente questa si restringa in larghezza ed in lunghezza, fino, quasi, a chiudersi, con un piccolo...<peccato, pensavo fosse meno profonda...ci vuole un altro pochino, pazienta> per poi far calare il silenzio.

15:15 Torako:
  [Sala] Finalmente il dolore finisce, anche se rimane una spiacevole sensazione di bruciore, di quelle che permangono per un po' anche dopo che ormai la causa del dolore non è più presente. Allontana le mani dalle labbra e smette di mordersi queste. Abbassa le mani fino a che non vanno a posarsi sul lettino e sposta gli occhi blu finchè lo sguardo non raggiunge la propria coscia, per guardare curiosa ciò che sta facendo la donna. Anche se, insomma, sarebbe meglio non dovesse fare proprio un bel nulla. Sì, se fosse stata in grado di schivare quello shuriken sarebbe stato decisamente meglio, ma non può farci niente ora come ora. <Deve essere una persona molto tenace> Commenta ammirata la ragazzetta sentendo di quante volte l'altra ha ripetuto l'esame per diventare Genin. Le sembra un valore aver continuato a incapponirsi su una cosa del genere nonostante tutto. Un valore che non sa se lei lo possieda o meno. A naso propende per un no. Ma è sempre molto pessimista quando riguarda se stessa. Deglutisce nervosamente sentendo del Jonin a cui stanno riattaccando delle dita <Ecco, non so se io ho tutta questa voglia di venire spesso qui a farmi riattaccare i pezzi, sa?> Ridacchia nervosa mentre osserva quell'alone verde che si spande dalle mani della dottoressa e che pian piano sta facendo rimarginare la sua ferita. E' una sensazione strana, a tratti piacevole a tratti no. Non saprebbe come definirla, ma almeno il bruciore adesso è passato. <Non ho alcuna fretta> Ride ancora, sfoggiando un largo sorrisone quanto più convincente possibile.

Le mani della dottoressa restano, immobili, sul punto interessato, così che la ferita possa chiudersi e guarire correttamente. La risposta sarcastica della piccola le farebbero, ancora una volta, arricciare le rosee in un sorriso, a cui seguirebbe...<bhè, è questo il punto...se sbagli da allieva va tutto bene, ma se non sbagli alla tua età non sai comportarti quando lo farai e avrai ripercussioni maggiori, esempio...ti sei beccata uno shuriken nella coscia, perchè non avrai fatto un particolare movimento, non avrai fatto attenzione o non sei abbastanza veloce, non lo so, ma so che la prossima volta che ti arriva uno shuriken starai mille volte più attenta, perchè la prossima volta potrebbe essere in mezzo agli occhi, mentre se fai un percorso perfetto cominci a sottovalutare i pericoli e, una volta che ti ritrovi in momenti difficili compi azioni ancora più nocive. poi ovvio...se non hai imparato nulla dal tuo incidente posso farti una tessere cliente> direbbe, ridacchiando alla di lei battuta, mentre le mani andrebbero a sciogliere quel legame che le univa e quel'aura verde andrebbe a svanire, lasciando a piena vista la ferita rimarginata, ma che, comunque, presenta un taglio color pelle. Una cicatrice molto sottile che a fatica di vede, la quale può sparire come rimaner a segnare l'errore della deshi, la quale ora è libera di andar per la sua strada, dopo le ultime parole della dottoressa... <io ho finito e devo rimanere qui a compilare dei moduli, per quanto riguarda la ferita puoi curarla con delle creme per la pelle, sperando che svanisca da sola...> attendendo, infine, il fare della deshi.

15:31 Torako:
  [Sala] Ascolta con attenzione le parole della dottoressa e annuisce piano piano, prendendo questo discorso più o meno come un cazziatone. Non deve lamentarsi, deve stare zitta e rigare dritto e basta. Deglutisce, quindi mostra un altro sorriso e risponde solo con un <Certo!> pronunciato con voce squillante e tono gioioso. <Ok!> Aggiunge ancora quando le viene spiegato come curare la cicatrice. Osserva il segno per un po', quindi tira giù la stoffa del pantalone perchè continui a coprire la gamba fino a sotto il ginocchio <La ringrazio> Direbbe scendendo piano dal lettino e inchinandosi, inclinando il busto in avanti fino a circa quarantacinque gradi. Quando si rialza andrebbe a chiedere il permesso per congedarsi e, nel caso in cui le venga accordato, uscirebbe dalla sala per dirigersi verso l'esterno dell'ospedale, ma non prima di aver ripreso con sè tutto ciò che aveva precedentemente lasciato alle guardie. [End]

Dopo esser stata ferita durante una lezione accademica la deshi si ritrova, costretta, a dover esser portata dal sensei in ospedale. Qui riceve le cure mediche necessarie mentre la dottoressa di turno cerca di distrarla.

OFF: niente cicatrice, tranquilla.

NO EXP data la natura della giocata.