Un nuovo nido

Free

0
0

16:50 Kaime:
 La giornata è soleggiata, in un limpido cielo dove poche sono le nuvole che hanno l’ardire di palesarsi nell’empireo, ma probabilmente per la pura curiosità di ciò che sta accadendo nella vita dei due fratelli Ishiba. La giovane indossa una semplice maglia bianca smanicata in cotone, con un colletto alto e, all’altezza della gola, tenuto chiuso con un cameo, raffigurante un mezzobusto laterale di Konan ishiba, fatturato in gesso, incorniciate in una ellisse d’oro. Le leve inferiori sono fasciate in dei pantaloni bordeaux, aderenti in vita e sui glutei, ma, man mano che scende lungo le caviglie, questi andrebbero ad allargarsi in una ‘zampa di elefante’. I capelli sono legati in una coda alta, lasciando solo due ciocche di capelli ricadenti ai lati del niveo viso, così da incorniciarlo e permettere un contrasto cromatico con le dorate iridi. Non porta con sé né armi né altri strumenti shinobistici, se non un cattivissimo Shiro, il quale, essendo sotto le cure della ballerina da diverso tempo, comincia a crescere in maniera esponenziale, divenuto alto fino alle ginocchia della giovane e, seduto a garrese, alto fino alla sua coscia. Il suo muso sarebbe più affilato, perdendo la caratteristica della tondità dei cuccioli. Ma non è lui il protagonista della mattinata, bensì lo è la casa, la nuova casa dei fratelli. La giovane si troverebbe già davanti la soglia della loro nuova dimora, per quanto, già saprebbe essere polverosa e inabitata da qualche anno, ma nulla che un po’ di lavoro non possa riportare alla antica fierezza. La casa sarebbe composta da due piani, con un tetto tradizionali in legno scuro rappresentante le volte di un tetto pagoda, con gli angoli composti da delle grondaie che curverebbero verso l’alto, così come pretende la tradizione. La porta d’ingresso sarebbe in legno, anche se un po’ malandata, ma caratteristica fondamentale sarebbe una piccola zona vetrata, in cui vi sarebbe una ramificazione pittorica di ciliegi in fiore, cosa che l’ha colpita a prima vista. L’interno dell’ ambiente sarebbe a lei sconosciuto, volendo visitarlo, per la prima volta, con il suo fratellone. In seguito a questo sopralluogo la giovane dovrà ricordarsi di indagare sui gusti del Consigliere…Azrael Nara, Dainin della foglia, e preparargli un pranzo da Re, o da Kage, come si preferisce dire.

17:04 Karitama:
 Dopo l'incontro con Azrael, l'artista si troverebbe in pochi istanti trasportato all'interno della nuova dimora dove si aspettava di trovare la sua principessa ad aspettarlo, ma stranamente la situazione sarebbe diversa. Trovatosi in un battito di ciglia dietro la porta della casa, quella che si paleserebbe sarebbe una piccola entrata, ancora impolverata, con dei mobili coperti da grandi buste opache. L'odore di chiuso sarebbe molto forte e, la luce filtrata dalle finestre, metterebbe in evidenza da quantità di pulviscolo presente nell'aria e sul parquet che all'artista ricorderebbe molto quello in ciliegio della sua casa di Kusa. Posata la busta contenente il grosso tomo donatogli dal daini, andrebbe ad avanzare sui tre scalini posti alla fine di quel disimpegno per ritrovarsi in un ampia sala con a destra un imponente scala a chiocciola verso il secondo piano e infondo un piccolo arco a fare da collegamento con l'altra stanza. I mobili, come all'ingresso. sarebbe coperti con dei teloni di plastica, probabilmente per preservarli, e si troverebbero tutti ammassati sul lato destro di quello che, nella mente di Karitama, diventerà il salone della casa da condividere con la sua principessa. Mentre ancora sarebbe impegnato a guardarsi intorno e a contemplare quelle pareti nella penombra, l'aria comincerebbe a farsi pesante per il suo esile corpo, probabilmente a causa della troppa polvere. Dopo un paio di forti colpi di tosse, probabilmente innescati dal fastidio, andrebbe a ritornare sui suoi passi per avvicinarsi alla porta, unica cosa che per ora gli fa storcere il naso in fatto di bellezza, e andrebbe ad aprirla rapidamente per prendere una grossa boccata d'aria. Non farebbe in tempo ad infastidirsi per la troppa luce del sole che a pochi metri da lui si ritroverebbe Kaime, intenta anche lei a raggiungere la soglia di quella casa tutta per loro. In pochi istanti si troverebbe a balzarle al collo e a stringerla tra le esili braccia per il troppo tempo passato distanti.

17:01 Kaime:
 Passerebbero un paio di minuti, scanditi da infiniti secondi, prima che la porta bianca andrebbe ad esser aperta dall’interno. La ballerina non avrebbe il tempo di girarsi che il suo amato fratello andrebbe a cingerla in un abbraccio, abbraccio nel quale il suo animo si scioglie, le palpebre calano quasi completamente sugli ambrati occhi, le labbra si schiudono snudando la candida dentatura e le mani, di risposta, andrebbe a portare le mani sulla di lui schiena, portando i propri arti superiori lungo i costati dell’artista. Non importa quanto andrebbe a durare tal contatto…per la giovane andrebbe a costituire un piano diverso da quello materiale, in cui quell’abbraccio andrebbe a nutrirla, donandole quella linfa vitale di cui necessita. Nel frattempo, non avendo mai avuto contatto con il ragazzo, anche Shiro andrebbe ad impennare, poggiando con le zampe anteriori sui fianchi della giovane e, con il muso spigoloso, andrebbe ad odorare e a studiare il di lui corpo, sentendone l’effluvio. La giovane, staccandosi da quel contatto, andrebbe, per evitare che il cucciolo si possa far male, a raccogliere le sue zampe e, delicatamente, traslarle verso la propria destra, così da farlo scendere senza che eventuali artigli possano incastrarsi nel femmineo vestiario. Fatto ciò lo sguardo andrebbe nuovamente in direzione del fratello, per poi andar a chiosar nella sua direzione…<come facevi a essere già dentro? Io ti stavo aspettando qui fuori!> direbbe, con quella sua espressione, fintamente, arrabbiata, con le sopracciglia accigliate, il labbro inferiori all’infuori e gli occhi socchiusi, ma per poi, dopo un paio di secondi, andar a sfoggiar il più sincero dei sorrisi, andando a cingere, se questi lo permettesse, il braccio sinistro dell’Ishiba, andando a continuar il suo dire…<quindi andiamo a visitarla? E si lo so…è una porta in legno, ha una vetrata con dei ciliegi, ma le cose non si sommano tra loro…la cambiamo> direbbe, sapendo i gusti del fratello, per quanto odi da morire la smania del fratello di dipingere le porte di ciliegio di bianco, ma…l’importante è vivere con lui. Quindi andrebbe ad entrare nella dimora, se questo muovesse i suoi passi, così da veder anche lei quell’ingresso dal mobilio occultato da plastificate coperture e…quel quantitativo di polvere invidiabile ai terreni Sunesi…

17:19 Karitama:
 L'abbraccio durerebbe istanti infiniti, portando l'artista a socchiudere gli occhi per qualche istante prima di rendersi conto della presenza del piccolo Shiro, lì ad odorare con insistenza le leve inferiori dell'artista. Le iridi indaco andrebbero a viaggiare rapide verso di lui, incrociando quello sguardo divertito e leggermente instupidito per poi sciogliersi dalla stretta con la sua principessa per posare il palmo della mancina su quella piccola testa pelosa. Lo sguardo dell'artista si farebbe rapidamente divertito e dolce mentre voce andrebbe ad fuoriuscire dalle rosee con un tono quasi bambinesco. <Ciao bello. Ma sei grandissimo>. Solo queste parole andrebbero a liberarsi prima che l'artista si inginocchi per riuscire a passare i due palmi sui lati del muso del cagnolino e cominciare a grattargli dietro le orecchie in modo da farlo divertire. <Bimba non mi ricordo come lo hai chiamato, ma per me sarà faccia da fesso> continuerebbe scoppiando a ridere senza smettere di coccolare quella creatura così bella e dolce. Dopo aver passato minuti infiniti a passare le esili estremità in quel candido pelo, andrebbe a rialzarsi quando la sorella sarebbe pronta ad entrare sorridendo al sentire come la sua principessa lo conosca bene. <Infatti questa la faremo in ciliegio dipinto di bianco. Ti piace?> chioserebbe entrando da quella dozzinale porta per ritrovarsi nuovamente all'ingresso. <Per prima cosa vanno aperte le finestre. C'è puzza di chiuso ed è pieno di polvere> continuerebbe senza interrompere quel moto portando Kaime oltre gli scalini per raggiungere l'atrio centrale della casa, voltandosi poi verso di lei per notare reazioni sul suo volto.

17:54 Kaime:
 La soglia verrebbe varcata e la ballerina andrebbe, con un incedere rapido, ad avvicinarsi alla propria finestra, una posta a qualche metro sulla sinistra nella stanza subito dopo quel piccolo disimpegno. Questo farebbe sì che della pulita e profumata aria andrebbe a rinfrescare l’ambiente, da troppo tempo chiuso. Della luce andrebbe a penetrare, dopo anni, apparentemente, quelle stanze, mostrando visivamente quel pulviscolo uscire dalla finestra, permettendo ai presenti di respirare meglio, ovvero Karitama, Kaime e…Shiro, appena inciampato sui gradini dell’ingresso, non essendo abituato al nuovo ambiente e, soprattutto…essendo un po’ tardo. La giovane andrebbe a lasciare il braccio fraterno, così da poter andar a visitare e studiare ogni dettaglio delle stanze, sbirciando sotto quel, polverosissimi, teli di protezione e ritrovando alcuni mobili molto belli ed eleganti e altri che…ignora il motivo per cui sia stata adoperata tanta premura. < Allora…dovremmo dare una rinfrescata alle pareti, lucidare le superfici lignee e…cambiare le porte con delle porte di ciliegio e poi le dobbiamo dipingere di bianco, senza contare che abbiamo bisogno di mobili nuovi, soprattutto per la cucina…> andando ad indicare dei mobili e delle superfici di cromatura vagamente verde e dorata…uno scempio per gli occhi.

18:19 Karitama:
 Dell'aria pulita andrebbe finalmente a riempire la casa fino a mostrare l'enorme quantità di pulviscolo presente in ogni angolo e su ogni mobile. Il musetto di Shiro, andando a strusciare sul pavimento, andrebbe ad alzare una nuova nube di polvere che porterebbe i polmoni dell'artista a rilasciare con violenta una grande quantità d'aria. Un paio di colpi di tosse riempirebbero nuovamente la stanza riverberandosi sulle pareti e sui veli atti a coprire quei mobili, alcuni utili altri semplicemente da rottamare. Dopo aver calmato quel moto involontario del suo corpo, andrebbe a seguire l'esempio della sua principessa aprendo una nuova finestra per far entrare ancora una volta dei flebili raggi di quel sole ormai nel punto Zenit andrebbero a riempire la sala centrale permettendo ai due Ishiba di osservare nella sua interezza la sala in attesa di essere sistemata. <Si, diamo una bella sistemata a tutte le pareti e facciamo una rapida cernita di tutti i mobili che ci servono e non. Le porte di ciliegio le porteremo da Kusa e i nuovi mobili li selezioneremo tra i vari mercati dei due villaggi.> detto questo con tono positivo felice, andrebbe ad avanzare rapida nella sala fino a raggiungere l'arco che li separa da quella che sembrerebbe la cucina. <Bimba vieni a vedere, la cucina sembra davvero bella, basterà solo ripulirla. Non servirà cambiarla> concluderebbe esaltato per attendere istruzioni da Kaime.

10:50 Kaime:
 Le finestre andrebbe ad esser spalancate, così che la luce andrebbe a irradiare tutto l'interno degli ambienti. La giovane dallo smeraldino crine non andrebbe a voltarsi in direzione del fratello quando questi andrebbe a tossire, ma lo farebbe nel momento in cui l'artista andrebbe a richiamare l'attenzione della sorella sulla bellezza della cucina. Gli occhi si spalancherebbero leggermente e il sopracciglio destro andrebbe ad innalzarsi, per poi verbiare...<cucina?...e questa allora che cos'era?> direbbe, guardando quei mobili verdi e dorati che andrebbero a sembrar delle piccole credenze. I passi, ancora sconvolti, andrebbero a cominciar un lento incedere, su un pavimento perfettamente integro, ma molto impolverato, fino a giungere all'arco in legno, dall'apertura di due metri di altezza per due di larghezza, contornato da una struttura lignea, quasi fosse il suo stipite. Oltrepassato, la giovane andrebbe a girar il capo verso la propria sinistra, dopo aver visto, con la coda dell'occhio, un tavolo chiuso con delle sedie, posate sulla superficie del tavolo attraverso l'imbottitura della seduta, essendo questo poggiate con le gambe verso l'alto e lo schienale posto verso il basso. Il mobilio della cucina andrebbe ad esser composto da un bancone, ove due sgabelli andrebbero ad esser posti per la seduta, mentre un terzo sgabello andrebbe ad esser danneggiato sulla seduta, dove sarebbe presente un taglio lungo la copertura in pelle. Dietro il bancone vi sarebbe una cucina perfetta: mobili e accessori sarebbero presenti, una cappa sul piano cottura, un lavandino ampio a doppia vasca, mentre il muro andrebbe ad esser leggermente danneggiato e sporco, forse a causa del calore e di eventuali piccoli incidenti incendiari in quella stanzetta, che da oggi sarà di proprietà di Kaime, la cuoca della casa. <Karim, vedi che avevo portato della vernice bianca...sono due secchi ma dovrebbe bastare per questo piano...poi quello superiore vediamo come è messo e ci pensiamo> direbbe infine verso il fratello, mentre andrebbe già ad immagine la casa una volta terminata, con quadri, pianoforte e tappeti, dove i due fratello possono ballare, cantare e giocare come quando erano piccoli ed inseparabili.

11:16 Karitama:
 La sua principessa andrebbe a seguirlo, entrando poi nell'ultima stanza del piano. Allo stesso modo Karitama andrebbe a varcare quella soglia molto particolare, lentamente dopo di lei. <Penso siano altri mobili per questa cucina> chioserebbe sorridendo e osservando Kaime concentrata su ogni dettaglio di quella sala da pranzo che sembrerebbe il luogo con meno bisogno di pulizia. Al sentire le nuove parole della sua principessa, andrebbe a fare un leggero cenno di assenso con il capo per poi voltarsi rapidamente e muovere rapide le leve inferiori sul parquet impolverato per tornare verso l'entrata e sollevare con la mancina i due barattoli di vernice candida. Le estremità andrebbero a stringersi sull'impugnatura dei due contenitori per poi far forza nelle leve superiori per sollevarli con estrema fatica. Dopo aver ritrovato l'equilibrio, andrebbe quindi a muoversi lentamente verso la sala centrale, tentando di non cadere a causa del peso, e li poserebbe su uno dei tanti mobili coperti da teli per evitare di combinare qualche guaio su quel pavimento. <Io sono pronto...> chioserebbe esaltato tentando di farsi sentire dalla sua principessa. <Prendi i pennelli e cominciamo> esulterebbe in attesa del suo arrivo.

11:27 Kaime:
 Il fratellone andrebbe a recuperare quei secchi di vernice, ma quando nomina i pennelli gli occhi andrebbero a spalancarsi e andrebbero a palesare timore. La mano destra andrebbe ad alzarsi, portando il polpastrello del pollice a poggiarsi su quello del medio e, dopo un piccolo gesto, andrebbe a far schioccare le dita in un suono che andrebbe rieccheggiando nell'ambiente, chiosando subito dopo, verso il piccolo Shiro...<sentito?pennelli camera mia...corri> direbbe, andando a vedere, cosa che potrà constatare anche l'artista, vedendo corre il canide fuori la porta, dove questi dovrebbe esser per recuperare quei barattoli di latta, per poi sparire dalla visuale di tutti i presenti, diretto verso la dimora del Dainin...sperando che tra Kaime, madre del consigliere, o tra i due figli, qualcuno apra al povero cucciolo candido. Nel frattempo la giovane non andrebbe a perdere tempo, anzi...andrebbe a prelevare il telo di protezione posto sui mobili orribili, così da romperlo in diverse strisce, andando, in seguito, a porre quelle strisce plastificate lungo i battiscopa delle stanze, così da proteggere il pavimento da eventuali schizzi di vernice. Nel frattempo, essendo passati dei minuti, il piccolo cagnolino andrebbe a tornare con vari pennelli, di varie grandezze, tra cui un pennino per la scrittura, nella propria bocca. Il lavoro può cominciare, quindi attenderebbe solo il fratello per poter dividersi le stanze così da abbreviare i tempi di lavoro.

16:55 Karitama:
 Dopo aver posato i contenitori al suolo, l'artista andrebbe a muovere le iridi verso la sua principessa a causa di quel suono scaturito dallo scontrarsi del suo pollice e del suo medio. Shiro, come Karitama, reagirebbe a quel movimento di Kaime seguendo rapidamente quell'ardine. L'artista per qualche istante rimarrebbe interdetto da quella strana situazione. Come avrebbe mai potuto un cane capire quell'ordine e uscire di casa verso un luogo indefinito. <Mi spieghi come hai fatto?> chioserebbe piano l'artista volgendosi interrogativo verso la sorellina. <E poi quale camera? Quella a Kusa?> continuerebbe sorridendole e sempre più esterrefatto da quegli strani avvenimenti. <Ora tu mi spieghi come hai insegnato ad un cane a farti da maggiordomo, e come farà a raggiungere casa nostra a Kusa in così poco tempo e solo con le sue forza.> continuerebbe ancora interrogandosi sulla situazione per poi fermarsi qualche istante con lo sguardo nel vuoto, quasi perso in qualche strano pensiero. Dopo secondi infiniti in cui Kaime potrebbe vederlo fissare in vuoto tornerebbe finalmente in sè per voltarsi verso di lei un ultima volta e chiedere : <Ma quanto sono lontane Kusa e Konoha. Con "I viaggi del Taxi-Dainin" non ci ho mai capito nulla>. Così dicendo andrebbe quindi a fissare la sua principessa in attesa di risposta per poi vedere il candido cane tornare in quella sala polverosa.

17:05 Kaime:
 Il piccolo Shiro, dopo esser corso fuori da quella loro nuova dimora, sarebbe di ritorno, ma non prima che il musicista avesse posto quelle domande alla sua musa...sua UNICA musa. <Karim, davvero?...ho insegnato ad un cucciolo di dover portare delle pattine sul parquet, questo era un compito più che facile> direbbe, arricciando il lato destro delle rosee, così da far scaturire un sorriso soddisfatto e...si, vanitoso, per poi andar a replicare, dopo che gli occhi si sarebbero per un attimo spalancati...<no, ma...no!deve andare a casa di Azrael, non a Kusa e a proposito> direbbe, facendo un piccolo respiro, per poi, scoppiando a ridere, replicherebbe <non ne ho idea, a volte Azrael no mi lascia nemmeno afferrare la valigia> direbbe, portandosi la destrorsa avanti la bocca, così da mascherare quella risata, in un gesto aggraziato e, più che altro, convenzionale, essendo alla base dell'educazione. Una volta ritornato il cucciolo, ormai non molto piccolo, la giovane andrebbe, chinandosi su questo, una volta che si fosse seduto avanti la padrona, e, con entrambe le mani, andrebbe a liberarne le fauci da quegli strumenti. Preso un pennello, di quelli grandi e adatti a pittare le superfici murarie, la giovane andrebbe a prendere uno di quei barattoli, presi in precedenza da Karitama, con una facilità maggiore a quella del suo amato, incamminandosi verso la stanza ove è presente l'arco, svitandone la copertura e immergendo, infine, le setole del pennello nella pittura, cominciando, lentamente ed accuratamente, di imbiancarne l'intonaco.

17:32 Karitama:
 Il "Taxi-Dainin" avrebbe colpito anche la sua principessa, tenendola all'oscuro, come l'artista, di quanto tempo ci voglia per spostarsi in maniera "Normale" dal villaggio dell'erba a quello della foglia. Il non ricever risposta andrebbe a lasciare l'artista ancora in balia dei sue interrogativi, immobile al centro della stanza con le iridi rivolte verso l'arco ma senza osservare realmente nulla di ciò che lo circonda. Incantato, andrebbe quasi a non rendersi conto di ciò che lo circonda, lasciando anche per più di un minuto la sua principessa a dipingere solitaria quella stessa parete che lui starebbe fissando. La mente, già abbastanza tormentata dell'Ishiba, andrebbe a far viaggiare immagini di immensi passi, boschi e vie che avrebbero la funzione di collegare i due villaggi, entrambi estranei ai due fratelli. Dopo poco, al posto di queste immagini, si materializzerebbe quella di una vecchia mappa che l'artista aveva sempre osservato nello studio di loro padre. La mappa rappresenterebbe tutte le terre ninja e permetterebbe, almeno in parte, a Karitama di osservare lo spazio, irrisorio su carta ma probabilmente sconfinato, che divide quelle due terre. Sulla mappa però non sarebbero Konoha e Kusa ad attirare l'attenzione dell'artista, ma quei territori della pioggia che tanto tempo fa poteva ancora chiamare casa. Passerebbe ancora un tempo, relativamente infinito, in cui tutti i fanciulleschi ricordi di quelle terre tornerebbero a fargli visita, portandogli sulle rosse un accennato sorriso colmo di amarezza. Dopo essere stato vittima dei voli pindalici di quella mente creativa andrebbe finalmente a tornare con i piedi per terra, posando una mano su uno dei pennelli più sottili e chiedendo: <Questo andrà bene per le rifiniture?> rivolgendosi sorridente verso la sua principessa.

18:22 Kaime:
 La giovane continuerebbe, con la propria mano predominante, ovvero la destra, a dipingere quel muro riportando il tutto ad un colore più fresco, più pulito, con pennellate verticali, sempre dall'alto verso il basso, distaccando dalla superficie verticale le setole del pennello, per ripetere, in un moto ripetuto e lontano dall'esser portato a termine. Lentamente, finite delle porzioni di muro, giungendo dall'apice della sua possibilità, fino al suolo, la giovane andrebbe a muoversi verso sinistra, così da dedicarsi ad un altro spazio, fino a giungere all'angolo estremo sinistro di quella parete. Svolto il proprio compito, andando a bagnare nuovamente il pennello nella vernice, andrebbe, in un lento incedere, volto a non far gocciolare nulla al suolo, andrebbe a muoversi per superare l'arco, così da dipingere l'altro lato della parete, voltandosi verso il fratello, sperando di vederlo dipingere, con maestria nelle movenze, con il sudore che ne imperla la fronte e con i suoi muscoli che andrebbero a contrarsi per lo sforzo...ma invece no. I suoi sogni andrebbero ad infrangersi, vedendo il fratello perso nei propri pensieri con un pennellino in mano, ricevendo quella domanda....<penso di si...insomma, sei tu il pittore> direbbe, andando, un po' delusa nel cuore, a riprendere nella sua opera di ristrutturazione.

18:36 Karitama:
 Dopo la risposta della sua principessa, l'artista andrebbe a muovere lento i propri passi verso il contenitore della vernice per intingere quelle piccole setole strette tra loro all'interno del colore. Macchiato quel vecchio crine, andrebbe a pulirlo delicatamente per evitare di lasciar cadere delle gocce sul parquet in ciliegio. Lasciate cadere le gocce all'interno del grosso secchio, andrebbe quindi a mettersi accanto alla sua principessa per aiutarla in quell'opera. Ogni pennellata della bimba verrebbe seguita da una sua per correggere ogni piccola imperfezione sorridendole soddisfatto e guidandola in ogni movimento. Dopo qualche minuto, Karitama andrebbe a notare la difficolta, dovuta all'inesperienza, con cui Kaime starebbe dipingendo quella parete. Intenerito dalla sua principessa, così in difficoltà, andrebbe a riportare il pennello nel contenitore della vernice per lasciarlo cadere piano e tornare verso la ragazza. Ponendosi con il petto a sfiorare la sua schiena, andrebbe ad alzare la destrorsa per stringere quella della sorella al fine di guidarla. Le esili estremità andrebbero a stringere quelle di Kaime per poi essere mosse delicatamente su ogni millimetro di quella parete. <Si fa così bimba, lasciati guidare.> chioserebbe piano posandole quasi le rosee sull'orecchio coperto dal crine cristallino.

18:45 Kaime:
 Gli arti superiori continuerebbero in quel moto, fino a quando...mani maschili andrebbero a sfiorare le mani della ballerina, che per un istante andrebbero a serrarsi, compresa la destrorsa, impugnante il pennello. Le gote di arrosserebbero, gli occhi andrebbero a spalancarsi e permaner in tal apertura per qualche istante, mentre si sentirebbe creta sotto le magistrali dita del fratello. Il cuore andrebbe ad accelerare il proprio moto, donando un caotico battito nel petto, il fiato andrebbe a farsi corto, le gambe tremerebbero impercettibilmente. Il sussurro del fratello la destabilizzerebbe, lasciandosi guidare da quei movimento e quelle direttive, così da riuscir a pitturare quella superficie al meglio...come se in questo momento le interessasse ancora il loro lavoro sulla parete. Fiato che le stuzzicherebbe la spalla destra, mentre lei, in preda di sensazioni discordanti, andrebbe a rimaner silente, così da poter, appena possibile, continuar con una nuova parete, sperando che il fratello la aiuti anche con quest'ultima.

11:14 Karitama:
 Le candide estremità affusolate dell’artista continuerebbero ad avvolgere quelle della sua principessa, in un moto sicuro e preciso atto a controllare quel pennello sulla parete intonacata. Minuti passerebbero rapide mentre i due non sembrerebbero fermarsi o uscire da quella situazione per Karim così naturale, ma per Kaime così straordinaria. Il respiro calmo dell’Ishiba continuerebbe ad incontrare lo smeraldino crine della sorella, portandolo a muoversi delicatamente contro le sue gote. Dopo qualche minuto le esili dita andrebbero ad aprirsi, lasciando quella delicata ma sicura presa, e Karitama andrebbe a muovere un solo passo, principiato dalla gamba sinistra, verso le proprie spalle. <Sei davvero brava bimba, prova a continuare da sola> chioserebbe delicato sorridendole dolcemente per poi voltarsi nuovamente verso il secchio di vernice bianca. <Domani andrò a comprare della pittura colorata per decorare un po’ queste pareti> chioserebbe ancora chino verso il secchio per recuperare quel pennellino prima posato. <Cosa potrei dipingere?> concluderebbe interrogativo voltando leggermente il capo verso la sua principessa in attesa di una qualche risposta.

11:30 Kaime:
 Mani nelle mani del fratello, movimento indotto dalla sua sapiente guida, caldo fiato che le carezza il crine sulla spalla destra, smuovendolo in prossimità della gota destra e occhi che, illuminati come per l'apparizione di una figura mitologica, continuerebbero a restar fissi su un punto non precisato sulla parete...fino a quando tutto termina, la mano maschile si distanzia dalla propria e quella frase. Qui, dopo un piccolo momento di incertezza, la giovane Ishiba andrebbe a riprendere la propria opera pittorica. Continuerebbe, fino a quando non sarebbe giunta all'angolo destro della parete, per poi, girandosi verso il fratello, intento a proporre alla sorellina la possibilità di dipingere qualcosa sulle pareti, ma chiedendo a quest'ultima un possibile soggetto. Pensandoci, portando lo sguardo in alto a sinistra, la giovane andrebbe a verbiare...<mmmh...non saprei. Cosa ne dici qualche ramo di ciliegio, come in casa di Azrael o...> cominciando a ridacchiare, continuare il discorso con un semplice <...me> per poi, portandosi la destrorsa alla bocca, censurare quella risatina candida ed acuta.

11:52 Karitama:
 Ancora chino sul barattolo di candida vernice, l'artista andrebbe a stringere tra indice, pollice e medio della mancina il pennello ora più sporco di prima a causa della totale immersione. Mentre lo estrarrebbe, sporcandosi anche i polpastrelli, andrebbe ad ascoltare le parole della sua principessa rispetto alla domanda da lui posta pochi istanti prima. L'idea dei rami di ciliegio andrebbe a stuzzicare la mente dell'artista, portandolo ad immaginare sottili filari di ciliegio lungo tutta la parete, belli e ordinati, quasi ad incorniciare l'intera sala. Le iridi non smetterebbero di visualizzare quella scena fino a quando, distratto dalla seconda affermazione della sua amata principessa, andrebbe a smettere di fissare il vuoto perso nei suoi pensieri e solleverebbe finalmente il pennello dal colore. Messosi nuovamente in posizione eretta, andrebbe a voltarsi solo ora verso Kaime, con un sorriso naturale ma leggermente malizioso, portando il pennello lungo il fianco con le setole rivolte verso il parquet di ciliegio. I passi dell'Ishiba andrebbero ad essere mossi delicati su quel legno impolverato accorciando sempre più le distanza tra lui e la ragazza dai capelli smeraldini. In pochi istanti si troverebbe a circa un metro da lei, con le iridi a cercare un contatto con quelle ambrate della principessa, sorridente e amorevole. <Dipingerti mi sembra un ottima idea, davvero ottima...> e detto questo con tono idibile solo a lei, andrebbe ad alzare la mancina per muovere le setole, sporche di quella vernice, dal basso verso l'alto lungo tutta la camicetta di Kaime. <Davvero un ottima idea!> esclamerebbe scoppiando a ridere e scattando all'indietro, quasi a voler fuggire da una reazione della ragazza.

11:57 Kaime:
 La risata continuerebbe, mentre il fratello, dal canto suo, andrebbe a bagnare le setole del pennello nella vernice bianca, avvicinandosi, con fare minaccioso e, ridacchiando, andrebbe a dipingere una lunga linea bianca sul vestiario della giovane, fino al mento. Le braccia si spalancherebbero, portando, istintivamente, lo sguardo verso il proprio vestiario,spalancando occhi e bocca, mantenendo comunque un sorriso, andando a rialzare lo sguardo e, mantenendo le braccia aperte, dopo aver schioccato una seconda volta le dita, che andrebbero ad imporre un comando muto al piccolo Shiro, la ragazza andrebbe ad avanzare di un passo, poi di un secondo, chiosando ironica...<Karim mi sei mancato così tanto...dai un abbraccio me lo merito> direbbe, con una voce non molto rassicurante. Nel frattempo Shiro andrebbe a porsi dietro le gambe del fratello, separandolo dal secchio, così, in caso di suo spostamento all'indietro, se fosse svolto senza far attenzione, dovrebbe inciampare nel canide e cadere con il fondo-schiena nel secchio, mentre la giovane continuerebbe ad avanzare...fino a quando non avrà soddisfatto la propria brama di vendetta.[end]

12:08 Karitama:
 L'artista non smetterebbe di ridere mentre la sorellina, più tranquilla di quanto si aspettasse, andrebbe a sorridere e a schioccare le dita dando un ordine al cane dal manto albino che finirebbe per mettersi dietro le gambe dell'Ishiba, a pochi centimetri dal secchio che, ancora posato al suolo, sarebbe artefice involontario di un disastro. Shiro infatti, forse non comprendendo bene l'ordine della sua principessa, andrebbe a stringere con il muso il lato del secchio sollevandolo da terra e scagliandolo in una rotazione dell'intero corpicino verso i due fratelli che, vista la poca possibilità di prevedere l'attacco, andrebbero a prendersi in pieno metto un ventaglio di vernice. Karitama, dopo essere rimasto paralizzato per qualche istante, andrebbe a scoppiare a ridere chiedendo alla sua sorellina: <Tu ora mi spieghi come fa il tuo cane a capire quello che deve fare da un solo schiocco di dita. Lo hai ipnotizzato o Azrael lo ha traumatizzato?>. Detto questo andrebbe a correrle incontro per poi abbracciarla e unire quelle macchie di vernice, come i loro corpi, in una cosa sola. [End]

I due fratelli, raggiunta la loro nuova casa, vanno a dipingere le pareti e a pulire in giro, ma la cosa gli sfugge leggermente di mano.