Un luogo chiamato casa

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00:08 Raoku:
  [Casa di Raoku] Se ne sta lì di fronte all'acquaio, l'acqua che scorre dal rubinetto di fronte a lui mentre le sue mani si muovono come in automatico andando a pulire gli ultimi rimasugli dalla ciotola usata per la propria cena. Un pasto frugale, come dimostrano le poche stoviglie già lavate e disposte a scolare lì vicino su di un panno. E sarebbe pulita già anche quella stessa scodella, se non fosse che Raoku continua a strofinarla piano con la spugnetta, lo sguardo un po' perso in quel flusso d'acqua corrente. Essendo a casa, non indossa tutto l'armamentario suo solito ma è, appunto, in una versione del tutto domestica di se stesso. All'interno dell'abitazione ovviamente va in giro a piedi nudi favorito dal parquet che riveste il pavimento di tutto l'appartamento. I lunghi capelli corvini, estremamente ribelli tanto che alcune ciocche finiscono per incorniciargli in maniera un po' disordinata il volto, sono raccolti per quanto possibile in un'alta coda morbida sulla nuca: non indossa il coprifronte, che sarebbe riposto appeso all'attaccapanni all'ingresso dove starebbe anche una mantella, pronta all'evenienza anche se nel periodo estivo è probabilmente destinata a finire inutilizzata. Senza il coprifronte, alcuni tra quei ciuffi ribelli finiscono per ricadere anche un po' sparsi sulla fronte da cui, con rapidi gesti, Raoku cerca sempre di scostarseli. Una canotta a rete viene comunque indossata a pelle dal giovane genin e a livello di essa sarebbero sempre piazzati 4 fuuda contenenti altrettanti tronchetti da sostituzione (perché è vero che è in casa, ma il pericolo può sempre nascondersi dietro ogni angolo). A nasconderli alla vista, una tunica leggera color beige dai toni così chiari da apparire quasi tendente al crema, stretta in vita da una fusciacca nera con il bandolo posto verso sinistra. Niente protezione agli avambracci o fuuda con armi però, non quando è in casa: si potrà così notare facilmente, all'avambraccio destro, una fasciatura leggera che riveste la pelle sotto la canotta a rete, in grado di spiccare proprio per il colore bianco delle bende. Anche i guanti da shinobi non sono indossati, riposti all'ingresso su un mobiletto sotto all'appendiabiti dove è lasciato il coprifronte. Sullo stesso mobiletto sarebbero riposte anche le due sacche portaoggetti e il suo porta-kunai, tutti pieni con l'armamentario che solitamente si porta appresso. I pantaloncini da shinobi di tessuto leggero piuttosto affusolati e di colore grigio chiaro dunque sarebbero liberi di fasciare le leve inferiori del giovane Nara senza impicci, culminando semplicemente sotto il ginocchio con due fasciature che ne restringono l'imboccatura inferiore di ogni gamba: è evidente che tali fasciature sono funzionali qualora indossasse i suoi schinieri, per non rendere la stoffa un impiccio all'armamento, mentre adesso che non li indossa sono rimaste soltanto a testimonianza di ciò ma senza utillità, lasciando di conseguenza gli stinchi, i polpacci, le caviglie e i piedi scoperti. Si riscuote dopo un po', accorgendosi che in effetti è da parecchio che sta pulendo la stessa stoviglia, come se si riprendesse da una riflessione piuttosto intensa. La posa dunque, insieme agli altri piatti e posate, perché scoli e allunga di riflesso il braccio destro per chiudere il rubinetto. Quel gesto gli strappa una lieve smorfia di fastidio, più che di dolore, per la ferita dovuta dallo shuriken che, proprio perché lieve e non particolarmente profonda, dà maggiormente noia nei gesti più semplici come appunto quello di allungare il braccio e torcerlo per chiudere un rubietto dell'acquaio. L'appartamento non è granché ampio, bensì di normali dimensioni per una famigliola di pochi elementi come era quella di Raoku prima che iniziasse a viverci da solo, tra il padre morto e la madre presa in custodia dai nonni Nara. Dalla porta di ingresso si entra in un piccolo atrio in cui appunto c'è il mobiletto precedentemente descritto e carico della roba di Raoku e l'appendiabiti, quindi lì c'è un lieve scalino dove lasciare le scarpe (e dove si trovano difatti anche i sandali del Nara) e da cui inizia l'area della casa pavimentata a parquet. Un lungo corridoio parte da quel piccolo atrio e divide un'ampia zona a salotto sulla sinistra daòòa cucina semplice e funzionale sulla destra. Nella zona living a capeggiare è un vasto divano ad L piuttosto spazioso, un tavolinetto da thè rettangolare e vari cuscini e puff; lungo la parete che dà sull'esterno c'è un ampia finestra a vetri che, trovandosi al piano rialzato di un edificio, concede all'appartamento una bella vista su uno dei quartieri residenziali di Konoha) mentre ad angolo con questa termina un ampio mobile con sopra tante foto che ritraggono numerosi momenti di vita familiare e nelle cui cornici si può riconoscere sia Raoku da piccolo sia i suoi genitori insieme a lui o - più giovani - da soli. Nella parte della cucina invece, dalla parete fin quasi al centro della stanza, c'è un lungo bancone che funge evidentemente - visti gli sgabelli che lo contornano - da tavolo da pranzo. Proseguendo lungo il corridoio si potranno notare due porte chiuse, sul lato destro, mentre sul lato sinistro ce ne sarebbero tre di cui una, al centro, chiusa e più piccola mentre ai lati ci sarebbero la stanza di Raoku (la più vicina al salotto e al resto della casa) e in fondo al corriodio il bagno. Posata la ciotola, Raoku si muoverebbe verso la zona living, massaggiandosi meditabondo la spalla destra e soffermandosi, una volta arrivato alla finestra, a vedere il panorama dei tetti e delle strade di Konoha illuminate nella notte. [Chk off][Equip.: Fuuda x4 (tronchetti)]

00:17 Azumi:
 La notte è ormai scesa sul villaggio dove il silenzio regna quasi completamente a testimonianza che nessuno si attarda ancora per le vie semideserte fatta eccezione per qualche shinobi che controlla che tutto sia in ordine. Anche Azumi si trova fuori casa, ancora una volta, ed è quasi felice di respirare l’aria aperta e fresca della sera piuttosto che l’aria viziata contenuta nelle quattro pareti della propria dimora. Fortunatamente anche la madre sta migliorando dal punto di vista della salute e lei non è costretta a rimanere a casa per lunghi periodi di tempo. I passi si succedono svelti lungo la via fermandosi solamente nel momento in cui facendo mente locale si accorge di essere arrivata più o meno nei pressi della casa di Raoku che le aveva fatto vedere di sfuggita solo il giorno precedente. Osserva con attenzione le case per riuscire ad individuare quella designata e non ha dubbi su quale sia, perché è una delle poche da cui proviene ancora il bagliore della luce interna. A passo veloce si avvicina alla porta ed alzando la mano destra ben chiusa in un pugno, bussa tre volte lasciando poi ricadere il braccio lungo il rispettivo fianco in attesa che qualcuno le venga ad aprire e sperando vivamente di non essersi sbagliata nel fare affidamento sulla sua memoria. Nella mano sinistra, invece, porta un piccolo pacchetto bene infagottato e tenuto in una busta. La figura della ragazza è quella di sempre ed indossa la solita magliettina a maniche corte rossa dallo scollo bianco a “v” che le funge da abito poiché le arriva a metà gamba ed è stretta in vita da una fascia che forma un fiocco mollo nella parte anteriore rimanendo, invece, lisca nella parte posteriore mentre ai piedi calza un paio di scarpette nere dalla suola in gomma bianca, allacciate nella parte anteriore. I capelli rosa sono posati sulle spalle e ancora una volta non c’è niente a dividerli ma cadrebbero, lisci, lungo il volto pallido ma tranquillo della giovane.

00:32 Raoku:
  [Casa di Raoku] Le luci nella casa di Raoku sono ancora accese ma il giovane, pur guardando fuori dalla finestra, non nota il movimento sulle scale laterali: è come se il suo sguardo si perdesse in qualche punto lontano all'orizzonte, tant'è che nel sentire quel rapido ma deciso bussare alla porta quasi verrebbe colto alla sprovvista, sorpreso dal fatto che qualcuno bussi a casa sua a quell'ora di notte. Un po' perplesso dalla cosa, si avvicinerebbe a passo svelto alla porta d'ingresso andando ad osservare dallo spioncino l'identità dell'importunatore. Ma, a vedere Azumi sulla sua soglia, un inevitabile sorriso andrebbe a stagliarsi sul volto del diciassettenne che, senza pensarci su due volte, andrebbe a togliere il chiavaccio e ad aprire la porta alla ragazza. <Azumi-chan...> la saluterebbe con un sorriso radioso, gli occhi verdi che subito correrebbero ai corrispettivi azzurri di lei e a soffermarsi su quel volto che ha imparato ad amare <...vieni, entra...> la invita, su due piedi, facendosi da parte e lasciandola eventualmente superare la soglia di casa sua prima di richiudere la porta alle spalle della sedicenne con tanto di chiavistello <...non mi aspettavo la tua visita a quest'ora..> ammette, guardandosi rapidamente intorno come a valutare - un po' imbarazzato e Azumi lo potrà notare facilmente - lo stato più o meno in ordine e pulito dell'abitazione <...mi perdonerai se c'è un po' di casino...questa è solo la mia roba, l'equipaggiamento da missione> le spiega, facendole cenno con il braccio destro (dall'avambraccio bendato) di non badarci troppo. Un gesto che gli strapperebbe una nuova, leggera smorfia di dolore, ma sarebbe soltanto un attimo prima che questa sparisca dal volto lasciando ancora una volta trasparire il suo sorriso un po' impacciato, dato che davvero non immaginava di accogliere in casa la ragazza con cui ha passato ore tra abbracci e basi solo un paio di notti fa. Gli occhi di Raoku scorrerebbero rapidi sulla silhouette della ragazza, apprezzandone ancora una volta affascinati - e gli verrebbe male nasconderlo - la bellezza quasi eterea nelle fattezze minute della giovane, prima di riscuotersi <Ehm...ti posso offrire qualcosa...? Ho del succo, se ti va...o dell'acqua... purtroppo non bevo granché alcolici, non li reggo...> ammette con una risatina un po' nervosa. La inviterebbe dunque a seguirlo, prendendole proprio con la mano destra la mano mancina, qualora lei non si discosti, e facendole strada all'interno dell'appartamento <Beh...benvenuta a casa mia...> volgerebbe il capo verso la giovane, come a valutarne le reazioni <...non è granché, ma è accogliente e questo mi basta...>. Si volterebbe anche con il busto, fermando i propri passi in mezzo a quel corridoio open-space, e solo in quel momento andrebbe a circondare la vita della ragazza con le proprie braccia, andando - se glielo lascerà fare - ad abbracciarla stretta con un certo impeto e a nascondere il volto tra i suoi capelli, perdendosi per un momento in quel profumo floreale che ha imparato a conoscere e ad apprezzare <...mi prendi per un idiota se ti dico che mi sei mancata, in questi due giorni?> le mormorerebbe, all'orecchio, le braccia che si stringerebbero intorno al corpicino di lei avvinghiandola eventualmente in quell'abbraccio. [chk off][Equip. come sopra]

00:49 Azumi:
 Attende per qualche attimo che la porta venga aperta e sorride nel vedere apparire Raoku davanti ai suoi occhi, fortunatamente non ha sbagliato porta ma è arrivata correttamente a destinazione. <Scusa se ti disturbo a quest ‘ora> Afferma a bassa voce abbassando il capo e portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio con una certa nota di imbarazzo per aver agito d’impulso ed essersi catapultata ed autoinvitata a casa del ragazzo senza essere invitata. Rialza gli occhi chiari sul ragazzo mentre alza il braccio che tiene il sacchetto. <Ho portato anche la torta alla crema di nocciole che ti era tanto piaciuta.> Si abbassa nuovamente il braccio e, una volta invitata ad entrare, lascerebbe la soglia ed entrerebbe all’interno della casa. Per rispetto non si mette a curiosare con lo sguardo in giro per una sorta di rispetto tanto che quando l’altro le dice di non far caso al disordine scrollerebbe il capo come ad indicargli che non fa nulla ma lo sguardo si poserebbe su quella fasciatura che ha all’avambraccio e quella smorfia di dolore seppure appena pronunciata non le passa in osservata. Il volto sbianca ancora e diventa ancora più pallido se possibile. <Che cosa hai fatto, lì?> Con un cenno del mento indica l’avambraccio fasciato ma il fare tranquillo dell’altro la calmerebbe appena. <Tranquillo non ti preoccupare, prendo solamente un bicchiere d’acqua.> Gli dice cercando di sorridere sebbene la sua espressione rimane ancora un po’ preoccupata. <Perché? Va benissimo come casa..> Afferma tranquillamente mentre sorride nel momento in cui il ragazzo la circonda con un abbraccio. <No..> Scuote leggermente il capo facendo svolazzare le punte dei capelli per qualche attimo. <Mi sei mancato anche tu.>

01:06 Raoku:
  [Casa di Raoku] Il sorriso inevitabilmente si amplia nel vedere il regalo che lei gli ha portato: quella torta alla crema di nocciole che aveva preso quel giorno nel cafè, in quello che è stato un po' come il loro primo appuntamento, anche se informale. <Azumi...non dovevi, davvero...> si schernisce, dimentico ormai dei suffissi e di quant'altro: rivederla lì, in casa sua, da sola con lui già di per sé gli fa toccare il cielo con un dito e sembra fargli dimenticare il pudore o gli scrupoli che si è sempre fatto con le ragazze. Al sorriso della sedicenne infatti interiormente si sente di fare i salti di gioia, e una volta preso con la mancina quel pacchetto dalle mani di lei andrebbe a cingerla subito con il braccio destro - non troppo forte, data la ferita - e avvicinatosi le scoccherebbe un rapido ma intenso bacio sulle labbra. <Oh, questo, una lunga storia...te la racconto davanti ad una fetta di questa se ti va...> le mormora, facendo momentaneamente il vago e indicando la torta che gli ha appena portato. Si dirigerebbe insieme a lei lungo il corridoio e, una volta posata sul ripiano-tavolo della cucina il pacchetto, la cingerebbe in quell'abbraccio che lei non pare affatto rifuggire. Sorride tra sé, il volto e le nari perse in quella chioma rosata che sono i capelli di Azumi, nel sentirle confermare che sì, in fondo è mancato un po' anche a lei. Parole che lo spingerebbero a solleticarle il collo con un bacio leggero che andrebbe a posarsi nell'incavo tra il collo, la mandibola e la base dell'orecchio sinistro della sedicenne prima di ritrarsi un poco con il busto in modo da guardarla in quegli occhi magnifici e cerulei <per un momento ho temuto il peggio, lo sai? Ho pensato di non rivedere più il tuo bellissimo sguardo...> le sussurra rivelandole che sì, in fondo ha corso non poco pericolo in quel primo incarico che ha portato a compimento. La stringerebbe a sé sollevandola un poco da terra, facendo maggiormente forza - e questo lei potrà avvertirlo - con il braccio sinistro anziché con il destro e contemporaneamente si chinerebbe un poco - vista la differenza di altezza - con l'intento (se lei lo vorrà) di unirsi a lei in un bacio travolgente, improvviso ed appassionato, quasi a mozzarle il fiato, atto a schiuderle le labbra ed assaporarla a fondo e a lungo prima, eventualmente, di distaccarsi di nuovo dopo un po'. La riporterebbe a terra, prima di dirigersi staccandosi un istante da lei verso un cassetto nella credenza da cui prenderebbe due forchettine, una paletta per dolci e, dallo scolapiatti, due piattini da dolce, disponendo il tutto poi sul ripiano e andando ad aprire l'involucro portato da Azumi. <Vieni...siediti, che ce la gustiamo...mi hai fatto proprio un regalo inaspettato, ma in effetti ho proprio voglia di distrarmi un po'...> ammette, un sorriso un po' mesto e meditabondo sarebbe rivolto all'indirizzo della sedicenne <ah, a proposito...fossi in te mi cercherei un nuovo insegnante all'Accademia...> le andrebbe a dire, l'espressione che si fa leggermente più cupa mentre lo sguardo è posato sulla torta, verso cui è intento a tagliarne due fette da depositare nei piattini <...non credo che il tuo Mr. Strange si farà più vedere granché in giro...> solo adesso sposterebbe lo sguardo sul volto di Azumi, sospirando ed attendendosi le inevitabili domande mentre, dopo un istante, si volterebbe nuovamente verso la credenza per prendere due bicchieri in cui versare della semplice acqua minerale. [chk off][Equip. come sopra]

01:19 Azumi:
 Fa spallucce alla prima affermazione del Nara mentre un caldo sorriso le distende le labbra al disopra della dentatura bianca che viene messa in mostra ed intanto lascia la busta contenente la torta al padrone di casa. <e perché no?> Domanda in maniera retorica. <Questa mattina sono passata davanti al negozio e ho deciso di prenderla, almeno avrei avuto un pretesto per rivederti.> Ammette con un candore sincero che fa quasi male. Tuttavia il sorriso scompare ancora una volta dal volto e le iridi chiare si spostano lungo tutto il corpo dell’altro come per cercare altri segni di colluttazioni o di ferite, lividi violacei o altre bendature ma subito torna su quella dell’avambraccio. <No, non credo che non sia nulla altrimenti non avresti l’avambraccio bendato.> Il tono con cui lo dice è duro ma non verso di lui ma verso quella ferita che la fa ancora preoccupare e anche i lineamenti si irrigidiscono appena, diventando maggiormente duri per qualche tempo. Cerca ancora di tenere un profilo duro ma quel leggero bacio sul suo collo le fa chiudere gli occhi e, come sempre, mette da parte tutti i sentimenti negativi per tornare a ragionare con la solita spensieratezza, almeno per il momento. <Per fortuna che non dovevano esserci rischi!> esclama con un tono di voce più alto del normale e ancora una volta l’agitazione, che questa volta le tinge le gote pallide di un chiaro rossore, passa nel momento stesso in cui viene sollevata da terra e baciata. Per la stizza del pericolo che l’altro ha corso, inizialmente non ricambia il bacio, ma qualche secondo dopo si lascia andare al trasporto di quelle labbra che sta imparando a conoscere così bene. Tutto, però, dura pochi istanti tanto che già si ritroverebbe con i piedi poggiati a terra e lentamente seguirebbe Raoku verso il tavolo. <Raoku.> Richiama la sua attenzione, il tono di voce è tornato incredibilmente serio, gli occhi chiari hanno perso ogni traccia di dolcezza ma sono estremamente penetranti come se stessero cercando di leggere la mente o l’anima del ragazzo. <Mi dici che cavolo è successo?> e ancora una volta cercherebbe di mantenere una calma apparente.

01:34 Raoku:
  [Casa di Raoku] <Beh...hai avuto un'idea geniale...> ammette lui, riferendosi all'acquisto della torta per potersi rivedere <...geniale, e pure golosa direi...> sorride malizioso, chissà cosa intenda con quell'aggettivo, se si riferisca soltanto al buon dolce artigianale o a qualcos'altro. Certo è che una parte di lui pare un po' velata, un po' offuscata: come se avesse seriamente a che fare con una ferita che, anziché fisica, riguardi la sua interiorità, il suo animo. A quelle proteste preoccupate di Azumi lui risponde con la dolcezza di prima, provando a tranquillizzarla e a baciarla nonostante alcuni suoi deboli atti di ritrosia. Però la sedicenne non demorde e, nel momento stesso in cui lui si accinge a predisporre quel loro dolce spuntino notturno, quell'ultima domanda pronunciata con un tono perentorio e deciso, visibilmente agitato nonostante l'apparente calma che la ragazza prova ad imporsi, gli fa capire che è meglio fornirle le spiegazioni che chiede onde evitare di farla agitare ancora di più. <Non è niente di grave, sul serio, Azumi...> le spiega, la scatoletta da dolce ancora nella mano destra mentre solleva il braccio mostrandole l'avambraccio bendato <...è solo una lieve ferita, niente di più. In pochi giorni guarirà e tornerà tutto come prima> tenta di rassicucurarla, le iridi verdi che rispondono all'azzurro penetrante di lei con una dolcezza un po' mesta <siediti, ti racconterò tutto...> le promette, voltandosi solo per posare nell'acquaio la spatola sporca per poi tornare da lei, mettersi a sedere nello sgabello accanto a quello eventualmente occupato dalla giovane e avvicinando a lei una delle due fette di dolce ritagliate. <Doveva essere una missione di estrazione piuttosto semplice, come ti avevo detto, senza rischi particolari...> chiarisce subito, come a voler sottolineare che non le ha mentito su quel fatto anche se forse aveva esagerato con il definirla del tutto priva di pericoli <io avrei dovuto affiancare un chūnin in un'operazione di cattura di una fuggitiva dal carcere che si era andata a rifugiare in un negozio di liquori al centro del Villaggio. Una criminale civile, per cui per due shinobi non avrebbe dovuto comportare difficoltà. Il problema> racconta, sospirando <è che il mio compagno era quel tizio che hai conosciuto, quello con il nome da maniaco, Mr. Strange> lo sguardo ora si fa serio, l'espressione più ombrosa e rattristata mentre solleva le iridi verdi su di lei <da come me l'avevi descritto pensavo fosse un tipo in gamba, invece quella galeotta prima l'ha centrato in pieno con una bomba incendiaria, poi l'ha ferito al petto con un coccio di bottiglia nel momento in cui avrebbe dovuto darmi supporto nel catturarla. Mi ha lasciato praticamente solo nel gestire tutta l'operazione, e ad un certo punto...> sospira, andando a prendersi un boccone di torta e portandoselo alle labbra, masticando ed ingoiando <...ad un certo punto ha perso completamente la testa...> non sembra aggiungere altro per il momento, lo sguardo si perde per un istante nell'osservare la buonissima torta nel piattino, l'espressione ancora corrucciata e preoccupata. [chk off][Equip. come sopra]

01:47 Azumi:
 La ragazza prende velocemente posto su uno degli sgabelli intorno al tavolo sul quale si siede velocemente e sempre con la stessa grazia. Ascolta con attenzione il dire del ragazzo e si tranquillizza appena nel vedere che sembra che, in fin dei conti, la ferita non è nulla di mortale o di potenzialmente pericoloso sottolineando questo suo cambiamento di pensiero con un lieve sospiro. Ascolta con attenzione il racconto sulla missione, ciò che non è andato bene e ciò che alla fine si è concluso senza troppi danni. Ancora non tocca il dolce sul proprio piattino, gli rivolge solamente uno sguardo veloce prima che gli occhi celesti tornino sul volto di Raoku. <Tsk..> Mormora sui denti, sbattendo la punta della lingua contro il palato creando nuovamente quel suono, quello schiocco sordo che viene attutito dalle labbra che rimangono chiuse. <Anche io pensavo che lo fosse…> Sentenzia la fine, afflosciando le spalle verso l’interno come se fossero oberate da un peso di cui ora si è liberata, almeno in parte. <E come ti sei fatto quella ferita?> Domanda indicando con la forchetta, che intanto ha preso in mano, l’avambraccio. Mentre continua ad ascoltare il seguito dell’accaduto immerge la forchetta nella crema alle noci del dolce e la porta alle labbra, masticando lentamente e a bocca chiusa per evitare di creare rumori imbarazzanti. <Comunque l’importante è che la missione sia andata bene, perché è andata bene, vero?> Domanda con un pizzico di apprensione che torna a bussare alla sua mente.

02:01 Raoku:
  [Casa di Raoku] Nota con malcelato piacere di essere riuscito a tranquillizzarla almeno un poco per quel che riguarda la ferita al suo avambraccio destro, così come la sua espressione un po' affranta quando le parla di Reykas esprimendo quel giudizio non proprio lusinghiero e senza troppi peli sulla lingua. La vede particolarmente attenta mentre le racconta a grandi linee, tralasciando i dettagli, della missione appena conclusasi, quindi non appena si sofferma per prendersi in bocca un nuovo boccone di torta subito Azumi lo incalza con nuove domande inerenti stavolta l'argomento principale che ha smosso la curiosità della sedicenne: la sua ferita e il completamente della missione. <Abbiamo rischiato di fallirla clamorosamente...anzi, l'avremmo senza dubbio fallita se fosse stato per lui..> ammette, una nota lontana di quella rabbia che ha provato nel corso dell'incarico riverbera, come una eco, nel tono che utilizza nel pronunciare quelle parole. Sposta ora lo sguardo sul volto di lei, incrociandone gli occhi azzurri, quegli occhi così dolci e intensi in cui trova la pace che non riesce a ricavare altrove. <Azumi...quell'uomo è impazzito, ha perso completamente il lume della ragione pur essendo un chūnin. Voleva uccidere quella donna> le rivela, senza girarci troppo intorno, lo sguardo fermo nei suoi occhi <nonostante gli ordini, in quanto si trattava di una civile, fossero di portarla alle guardie senza averle procurato ferite. La voleva a tar punto eliminare da lanciarle uno shuriken in pieno volto> le racconta, fermandosi adesso e voltandosi per prendere un nuovo boccone di torta che andrebbe a masticare lentamente <mmm...o almeno, ci ha provato...> alzerebbe quindi, ponendolo ancora una volta all'attenzione di Azumi, il proprio avambraccio bendato con la forchettina che sporge dalla mano destra <...sono riuscito ad evitarlo per un soffio, ma ho dovuto scegliere se mettermi in mezzo e prendermi quello shuriken al posto della donna, o lasciarla morire> che cosa abbia scelto di fare, adesso, è sotto gli occhi di tutti. <Mi sono fatto questa ferita lieve, ma sono riuscito a catturare sia la donna che quel tipo. E a portare in carcere entrambi...> le spiega, sottolineando come anche Reykas dunque adesso si trovi dietro le sbarre <quel Mr. Strange sarà probabilmente classificato come mukenin per aver tentato di assassinare una civile... e pensare che fa anche parte del mio stesso clan...> mormora, scuotendo il capo. E ancora non sa quanto fosse legato alla sua stessa insegnante, ma questi son dettagli. Torna a sorridere verso Azumi però, le labbra che si sforzano di conferirgli un'espressione comunque rasserenata <Adesso però è tutto a posto, Azumi-chan, è tutto finito> la rassicura, ancora una volta, andando a farle addirittura l'occhiolino <...e poi ora potrai farmi da crocerossina...che ne sai che non mi sia ferito apposta in missione?> prova a scherzarci su, anche per stemperare la gravità di quanto, in realtà, è accaduto. [chk off][Equip. come sopra]

02:10 Azumi:
 Prende un altro boccone di torta prima di ascoltare quel breve resoconto. Resoconto tanto breve quanto denso di avvenimenti negativi tanto che le labbra della ragazza si inclinano in una smorfia di orrore e di disappunto e per qualche attimo non riesce a trovare le parole per parlare di nuovo. <Uccidere una civile?> E la cosa le farebbe talmente orrore che quelle parole le escono dalle labbra come un soffio spento. <Ma è un orrore!E’ terribile!> Esclama sempre con quella gravità nella voce, attendendo per ascoltare anche il finale della storia. <Eppure a me è sembrata una persona tanto gentile e disponibile? Che cosa potrà essergli successo?> E la sua, come sempre, è pura e mera curiosità. Intanto lascia la forchettina adagiata sul piatto e si alza di scatto, facendo strisciare le gambe dello sgabello a terra con un rumore gracchiante e con passo veloce si dirige alle spalle del ragazzo, cingendole con le braccia e chinandosi in avanti per colmare il divario di altezza poiché Raoku stando seduto è più basso rispetto a quanto lo sia lei in piedi. Il viso si abbassa per portare la propria guancia contro quella del ragazzo mentre anche il proprio corpo è delicatamente poggiato contro la schiena di lui. <Perché se facessi una cosa del genere finirei di ferirti io a suon di pugni in faccia quindi non so quanto potrebbe convenirti.> Sorride mentre parla e questo si evince dal tono della voce. <L’importate è che andato tutto bene e hai preso una decisione nobile.> Gli dice, inclinando il capo per scoccargli un bacio leggero sulla guancia. <Sono fiera di te.> Gli sussurra schioccandogli un ulteriore bacio sempre sullo stesso punto.

10:26 Raoku:
  [Casa di Raoku] Comprende perfettamente l'orrore che Azumi prova nel sentire il suo racconto <Ai, lo so, è terribile...> ammette a sua volta <uccidere una persona che non può in alcun modo rendersi pericolosa per te significa utilizzare il tuo potere e le tue capacità con il solo e unico scopo di fare del male. È terrificante anche solo pensarlo, specialmente quando poi gli ordini sono quelli di portare indietro l'obiettivo espressamente vivo ed in salute. Significa andare contro ogni principio su cui si dovrebbe basare l'esistenza di uno shinobi> dichiara, il tono fermo e deciso come d'altra parte è sempre stato determinato nello spiegare la propria visione del nindō. Fa spallucce, scuotendo il capo, nel sentire dalle parole della sedicenne le sue stesse perplessità <Me lo sono chiesto anche io: prima di iniziare la missione mi sembrava un tipo molto socievole e disponibile, poi ad un certo punto è cambiato completamente: è stato ferito due volte per errori strategici e tecnici che ha commesso, ma ciò non giustifica il fatto che abbia completamente perso il senno> le racconta Raoku, gli occhi che incrociano ancora una volta quelli di Azumi <purtroppo ci sono cose che accadono nelle nostre teste che non possiamo comprendere, per quanto ci si sforzi. Io sul momento ho agito d'istinto per salvare quella donna e la missione e poi per fermarlo prima che tentasse di nuovo di ammazzarla, ma più passano i giorni e le ore e più mi rendo conto che...> sospira, lo sguardo che si velerebbe di una sorta di mestizia <...quello che avrebbe dovuto essere il mio compagno di squadra si è rivelato un mukenin, un ninja traditore. Se non fossi stato in grado di catturarlo, probabilmente avrebbe tentato di uccidere anche me per arrivare a quella donna...> non fatica ad ammettere, rivelandole quanto la cosa alla fine, nonostante abbia dimostrato fermezza e coraggio sul momento, l'abbia turbato nel profondo. Forse anche al pensiero che avrebbe anche potuto non rivedere più Azumi stessa. Per questo quando lei lo abbraccia circondandolo con le sue braccia esili e appoggiando il propri seno e il proprio corpo alla di lui schiena, Raoku si godrebbe appieno quel contatto spostando la mano sinistra sulle mani di lei, risalendo poi ad accarezzarle il bracio e chinando contemporaneamente il capo come a voler dare una carezza con la testa al capo di lei. <Che vorresti dire...> le chiede poi, un sorriso ironico ma anche malcelatamente carico di malizia mentre riceve senza protesta alcuna, anzi, quei due baci sulla guancia <che pur essendo la mia ragazza non mi faresti da crocerossina qualora io fossi ferito?> ruoterebbe quindi con lo sgabello, voltandosi frontalmente rispetto a lei all'interno del suo stesso abbraccio, circondandole ora la vita con le braccia e traendola - qualora lei lo accetti - maggiormente verso sé <e io che pensavo di avere al mio fianco una fanciulla amorevole e dolce...mi hai proprio illuso> ovviamente sarebbe ironico, come testimonierebbe il suo sorriso e quella luce, un po' divertita un po' perdutamente ammirata - o forse innamorata? - nei suoi occhi <...è che tu hai questo sguardo che è un vero casino...> le mormorerebbe, alzandosi adesso con il busto e con il capo - dato che è seduto ed è lei adesso ad essere leggermente più alta - per baciarla di nuovo con rinnovata passione, andando con la propria a cercare la lingua di lei, intrecciandola eventualmente con la sua mentre la foga gli strapperebbe pure un mugolio sordo dalla gola. [chk off][Equip. come sopra]

10:49 Azumi:
 Annuisce leggermente alle sue parole con un volto ombrato probabilmente da pensieri cupi che sfociano in un sospiro che ancora una volta le fa afflosciare le spalle in avanti ed incurvare la schiena. < gia… e significa contravvenire alla gerarchia e se non sbaglio, dalle mie letture, mi sembra di aver capito che il mondo degli shinobi si regge sulla gerarchia.> Scuote lievemente il capo alla sua stessa affermazione,probabilmente per questo sua madre si è battuta così tanto contro quel mondo, perché gli ordini sono ordini. <Forse è stato preso dal panico e ha agito nella maniera più sbagliata…> cerca di dare il beneficio del dubbio all’ uomo ma dal tono della sua voce nemmeno lei ne sarebbe tanto convinta. <E adesso che cosa gli accadrà?> Domanda abbassando lievemente il tono della voce. <Non sarebbe comunque stata colpa tua e forse non ti avrebbe mai attaccato… dopotutto non l’ha fatto no? Possibilmente deve essergli scattato qualche meccanismo d’odio e di accanimento> intanto circonda il ragazzo con le sue braccia. <eh?> si stacca un pochettino per guardarlo con un’espressione allibita sul volto pallido, le lunghe ciglia rosa che sbattono lentamente. <perché chi sarebbe la tua ragazza?> domanda sempre in quella maniera sorpresa ma è evidente che sta solo scherzando perché poco dopo scoppierebbe in una piccola risata che argina mettendo la mano destra davanti la bocca. <sh, scusami> afferma mentre il petto è ancora scosso dai rimasugli di quella risata. <Ma se non mi hai nemmeno fatto sapere che eri ferio!> protesta con una tono di voce quasi lagnoso, anche questo estremamente falso e nel momento in cui si gira allungherebbe la mancinaper pizzicargli leggermente, con pollice ed indice, la guancia. <ed io che mi stavo preoccupando> gli occhi si assottigliando appena in una sorta di sguardo minaccioso ma non riesce a continuare la sua ramanzina perché viene letteralmente assaltata ma, per lei, quel bacio seppur profondo dura qualche istante perché si andrebbe a staccare dal suo volto e dalle sue labbra. <ok...> afferma allungando entrambe le mani che poggerebbe sul petto del ragazzo per creare una distanza, seppure piccola, tra di loro. <...calmo>

11:18 Raoku:
  [Casa di Raoku] Muove leggermente il capo in segno affermativo <sì beh, se si viene meno agli ordini ovviamente si viene puniti. Ma una cosa è venire meno ad un semplice ordine> le spiega, come ammettendo che quello, in certi casi, si può pure ammettere e comprendere anche se è sbagliato <un'altra è nutrire un odio tale da farti assaltare una donna che non ha le capacità oggettive per difendersi con lo scopo di ucciderla senza pietà...è quello che non mi aspettavo...> sospira, le spalle che si alzano e si abbassano seguendo il moto del diaframma <non ha avuto il minimo controllo su se stesso. Eppure era un chūnin...> già, sulla carta il capo della missione e un suo diretto superiore, dato che Raoku è soltanto un genin tra l'altro uscito dall'Accademia solo da qualche settimana e al suo primo incarico ufficiale. Ascolta quelle ipotesi presentate da Azumi in silenzio, annuendo di quando in quando ma con poca convinzione <no, mi ha intimato di togliermi di mezzo all'ultimo...voleva davvero scagliarsi contro quella donna ad ogni costo..> le rivela, sottintendendo che sì, probabilmente se gliene avesse data la possibilità avrebbe attaccato pure lui. <Non ne ho idea> risponde, quando lei gli chiede informazioni sul futuro di Reykas <l'hanno preso in custodia gli Anbu, i reparti speciali: sono intervenuti loro non appena sono riuscito a bloccarlo con la mia Ombra e a metterlo fuori gioco> le spiega <probabilmente verrà tacciato come traditore e verrà processato dall'Hokage o dal Consiglio del Villaggio, non ho idea di come funzioni...> è la verità, non si è mai posto il problema più che altro. Intanto la conversazione inizia a vertere su toni più dolci e anche scherzosi, con Azumi che reagiste in quel modo sorpreso quando lui la definisce " la sua ragazza". Solo in quel momento il giovane Nara si accorgerebbe che, in effetti, non le ha mai chiesto ufficialmente di diventarlo e che ha dato la cosa un po' per scontata, in particolare dopo quella sera sul Monte dei Volti. La sente ridere e la cosa gli provoca un rossore acceso e diffuso su tutto il suo volto, gli occhi verdi che cercherebbero una via di fuga dallo sguardo penetrante della ragazza andando a guardare altrove, con fare vago <beh...non te l'ho mai chiesto in effetti...però ecco...insomma...> niente da fare, è il solito impiastro specie perché è stato colto completamente alla sprovvista dalla cosa e non si aspettava di doverle fare una dichiarazione per rimediare, quindi si impappina non capendo che in realtà Azumi sta scherzando <...non mi dispiacerebbe affatto che tu...che noi insomma....ufficialmente....> è in trappola, o perlomeno si sente come un animale in trappola senza via di scampo <...sempre che tu lo voglia, ecco....> niente, è proprio in corto circuito, c'è da sperare in un intervento salvifico di Azumi o probabilmente finirà con il sobbollire per l'imbarazzo. Lei intanto lo bacchetta amorevolmente, pizzicandogli la guancia, per il fatto di non averle fatto sapere subito che era stato ferito <Ma era un taglietto piuttosto lieve...non pensavo fosse il caso di farti preoccupare...hai già tua madre a cui pensare...> le mormora, dando sfogo ai suoi pensieri e al reale motivo per cui non ha voluto angustiarla. Il sorriso sul volto di Raoku tornerebbe solo quando lei cerca quasi di respingerlo: un sorriso divertito e malizioso, nonostante il rossore dell'imbarazzo precedente gli imporpori ancora un pizzico gli zigomi, mentre le iridi verdi andrebbero ad incrociare quelle azzurre della ragazza, uno sguardo intenso come a sondarne le intenzioni o la voglia. <Io sono calmissimo...> le sussurra, un po' suadente e anche un po' bastardo <...tu no?> una domanda decisamente bastarda, questa, da fare in particolare in quel momento. <...sarà meglio che metta la torta in frigo allora...non vorrei che si sciupasse...> le mormora quindi subito dopo la sua eventuale risposta a fil di labbra, alzandosi dallo sgabello e scostandosi leggermente dalla sedicenne per prendere il pacchetto con il resto del dolce e riporto in frigo, al fresco. <Ah, non ti ho detto un'altra novità...> gli sovviene soltanto adesso, che ha messo qualche metro di distanza tra sé, le labbra di Azumi e i suoi occhi capaci di confondergli davvero il cervello <tra gli Anbu intervenuti c'era anche Yami il Sadico, il luogotenente dei reparti speciali...> per lui riconoscerlo dalla maschera è stato facile, ma anche lei difficilmente non ne avrà sentito parlare <...mi ha detto che dovrei pensare ad una carriera nei loro ranghi...in effetti non ci avevo mai ancora riflettuto, ma dovrei scegliermi una specializzazione come shinobi...> chiude il frigo, voltandosi verso di lei e sorridendole pacato, anche se ancora si nota un pizzico di malizia in quel sorrisetto che rimane un po' furbetto <...questo ovviamente aumenterebbe un po' i rischi del mestiere...> già, è una banale ma inevitabile conseguenza di entrare nei reparti speciali. [chk off][Equip. come sopra]

11:39 Azumi:
 Rimane in silenzio, processando mentalmente tutto quello che le viene detto, cercando di capire un po' di più come questo mondo funzioni. <in teoria uccidere un altro shinobi allora non è reato visto che può difendersi? > domanda inclinando lievemente il capo come fanno i bambini curiosi. <capisco…spero che non gli succeda nulla di male...magari potrà riprendersi…> ancora una volta la parte innocente e delicata della giovane viene a galla tanto che anche la sua espressione è dispiaciuta. Questa volta, che lui sia totalmente nel panico per quella sua affermazione, lo capisce anche lei. <hei hei!> lo richiama mentre entrambe le mani con i palmi aperti vengono in direzione del ragazzo vengono parzialmente ruotate a destra e a sinistra per indicare che no, non deve pensare in quel modo. <scusami stavo solitamente scherzando..> e lo dice con il solito sorriso pacato. <e comunque se proprio lo vuoi sapere…> lascia la frase in sospeso mentre si china nuovamente sul viso del Nara, puntando alle sue labbra che sfiora appena perché devierebbe subito verso il suo orecchio destro. <certo che lo sono> ed il tono con cui lo dice è morbido, suadente quasi. Ma a quanto pare questo è un gioco a cui si gioca in due ed ora è il turno di Raoku di coglierla in fallo tanto che per qualche istante le gote pallide assumono una lieve tinta porpora. <Io sono calmissima> ma la voce le esce troppo grossa ed è facile intuire che non stia dicendo la verità. Ed intanto osserva l'altro alzarsi e ne segue i movimenti con lo sguardo chiaro, accogliendo quella rivelazione con rinnovata preoccupazione. <E’ grandioso! > però è felice per lui ed il sorriso che mette in mostra i denti ne è la testimonianza. <e tu che cosa deciderai di fare?> gli domanda.

12:09 Raoku:
  [Casa di Raoku] Scuote il capo, evidentemente resosi conto di essersi spiegato male <No no, anche se si uccide uno shinobi si commette un reato, è ovvio. Specialmente se è un tuo compagno o appartiene comunque all'Alleanza, si viene tacciati come traditori e si diventa mukenin, venendo isolati dal resto del Villaggio e costretti ad una vita da criminali> le spiega <però è chiaro che uccidere un civile è molto più semplice, dato che non ha le capacità oggettive per difendersi. Ti faccio un esempio...> cerca di essere più chiaro <...se io ti sferrassi contro, adesso, uno dei miei jutsu più potenti, o tentassi di bloccarti con la mia Ombra...non avresti la minima speranza di opporti> la guarda con serietà, come se il fatto che lei comprenda fino in fondo sia davvero importante per lui <e questo perché ancora hai le stesse conoscenze di un qualunque abitante civile della Foglia. Una volta che si ottiene il coprifronte però, si ha un potere maggiore ma anche una responsabilità civile verso chi questo potere non lo possiede: per questo è ancora più grave a mio avviso uccidere qualcuno che non ha le capacità di opporsi> un sorrisetto spunta sulle sue labbra adesso <per questo è altrettanto importante completare il proprio percorso di studi in Accademia e imparare ad utilizzare nel modo giusto il chakra...> piccola frecciatina alla sedicenne anche se certo non è colpa sua se ancora non ha trovato un sensei disposto ad accettarla nei propri corsi. La questione seria però ha vita breve, dato che poi arriva un carico di dolcezza che niente ha a che fare con la torta. L'imbarazzo di Raoku viene infatti placato - o meglio, lenito - da quel modo di fare di Azumi che gli assicura che sì, in fondo anche lei lo dava per scontato di essere la sua ragazza. Non placa l'imbarazzo del giovane soltanto perché, pronunciando quell'ultima frase in quel modo così suadente al suo orecchio, smuove nel diciassettenne (che non è fatto di insensibile pietra ma di calda carne) qualcosa che lo coglie altrettanto alla sprovvista. Rinfocolando un desiderio tanto dirompente quanto pericoloso, tanto da attanagliarlo alla gola bruciando la sua salivazione e facendogli pompare con maggior lena il sangue nelle vene dal cuore. Sangue che non si precluderebbe alcun punto del corpo del ragazzo, anche quelli finora più celati. Fortunatamente, anche Raoku ha le sue carte da giocare per mettere sulle spine Azumi e sembra infatti che, con quella domanda un po' insidiosa, ci sia riuscito. Ne coglie infatti il rossore così come il tono di voce troppo irruento e grosso pe risultare veritiero <Ah sì...beh, allora non hai niente da temere, no? Io sono calmo...> e la cosa andrebbe in netto contrasto con la reazione fisiologica del suo corpo, ma il Nara spera vivamente che Azumi non l'abbia colta nonostante la vicinanza dei loro corpi <...tu sei addirittura calmissima....però devi avere caldo, sei tutta rossa...sicura di stare bene?> continua a stuzzicarla, da vero torturatore, cercando con la mano destra di accarezzarle la guancia sinistra delicatamente, facendo scorrere polpastrelli e palmo sulla pelle imporporata di lei scendendo poi in una tenue carezza con lungo il collo. Questo, prima di alzarsi e andare al frigorifero, cambiando repentinamente argomento. Già, perché si è reso conto pure lui che comunque, così facendo, rischiava di inerpicarsi su un terreno sdrucciolevole e molto, molto pericoloso. Le rivela dunque la proposta di Yami e nota con piacere quanto Azumi sia felice e anche un po' orgogliosa della cosa, non accorgendosi invece dell'eventuale preoccupazione della ragazza <Già, ma non ho ancora deciso...> ammette, rispondendo di fatto alla domanda postagli dalla sedicenne <...non ci ho mai pensato in realtà, non...non mi sono mai posto il problema fino ad ora. Le cose stanno tutte cambiando così velocemente...> sospira, sgranchendo il collo e schioccandone l'articolazione spostando il capo a destra e a sinistra mentre torna ad avvicinarsi ad Azumi, poggiandosi con la schiena al bordo del bancone <...fino a poche settimane fa il mio unico obiettivo era conquistare il coprifronte, non pensavo neppure di riuscirci. E ora invece ho catturato un mukenin alla mia prima missione...> fa spallucce <..non so cosa fare, probabilmente dovrei parlarne prima anche con Furaya-sama, magari conoscendomi bene potrà consigliarmi...> ammette, palesandole e rendendola partecipe delle sue perplessità <..mi ha mandato un biglietto e un premio in denaro anche Azrael-sama dopo che ho catturato quel tipo, ha detto che vuole incontrarmi per avere i dettagli...> ridacchia all'idea di aver suscitato l'interesse anche dell'altro ninja leggendario di Konoha. Una cosa che non immaginava proprio prima di poche settimane, anzi pochi giorni fa. [chk off][Equip. come sopra]

12:33 Azumi:
 Ascolta tutta quella spiegazione a cui reagisce con un inquietantissimo <Oh> pronunciato con tanto di labbra che vanno ad arrotondarsi per creare quella vocale ed in maniera quasi triste. <ho capito> dichiara però alla fine delle parole del ragazzo ma quegli occhi che brillano di una viva intelligenza non possono non carpire una cosa. <scusami con che cosa dovresti bloccarmi?> domanda perplessa e con gli occhi che brillano della solita vivace curiosità. E si Raoku la prende pienamente in fallo e lei, quasi involontariamente indietreggia di un passo eppure c’è una sorta di meccanismo di sfida che le scatta nel cervello e quelle parole del ragazzo le fanno incurvare le labbra in un piccolo ghigno che rende il suo viso non più innocente. <si fa caldo qui dentro, vero?> la mancina si alza per sventolare l’aria e rimuoverla all’altezza del proprio viso. <se tu sei calmo allora posso togliermi la maglietta perché sto davvero soffocando..>e lo dice sempre in quel tono carezzevole mentre i tratti del volto sono tornati solamente a fingere un’espressione candida. Però entrambe le mani armeggiano per qualche istante con il fiocco che regge la fascia bianca in vita e velocemente le dita lo sciolgono, lasciandolo cadere a terra con un fruscio delicato mentre la maglietta rimane accostata al suo torace per l’effetto di schiacciamento che il fiocco ha creato. Si ferma, però, nel momento in cui sente le parole di lui. <Dovresti davvero prendere la decisione che reputi migliore per te. Penso che la cosa più brutta sia fare qualcosa perché costretti.> eppure Raoku commette ancora quell'errore accostando le parole “Furaya" e “mi conosce bene" che fanno scattare ancora una volta la gelosia della deshi. <Ma ovviamente…> risponde sempre con quel tono vagamente acido mentre le braccia vengono incrociate appena sotto il seno, e si, lo sta guardando in cagnesco, ancora.

12:47 Raoku:
  [Casa di Raoku] Annuisce all'assicurazione che Azumi abbia ben compreso il concetto: è importante che l'abbia capito, perché gliel'ha detto come sprone in più per lei a proseguire la sua intenzione di diventare una kunoichi e anche perché sì, non vorrebbe mai vederla implicata in una situazione di pericolo in cui la sedicenne non abbia le potenzialità per difendersi. Mette talmente tanta enfasi nella sua spiegazione che si lascia addirittura sfuggire quel fatto sull'Ombra che, stavolta, Azumi pare proprio cogliere tanto da richiedergli una spiegazione. Prendendolo completamente in contropiede e strappandogli una risatina <Mi dispiace, Azumi...è una delle tecniche segrete del mio clan, non posso rivelartele o rischierei di tradirne la fiducia...magari un giorno avrò il permesso di mostrartela, o magari verrai con me in missione e la vedrai...> che poi Furaya sia la capoclan, fortunatamente, evita di ricordarglielo. Anche perché poi la situazione si scalda parecchio. <Un po'...sì...> che fa caldo lì dentro, inverosimilmente caldo. Un calore che però non dipende affatto dall'afa estiva che si respira all'esterno <...fai pure, fai pure...> cerca di stare al gioco, ma i suoi occhi lo tradiscono andando a seguire il lento sciogliersi del fiocco e quel moto della fascia che cade al suolo con un fruscio mentre il suo pomo d'adamo inizia a trovare un netto ostacolo a livello della sua trachea e la salivazione ha raggiunto livello così bassi da costringerlo a inumidirsi appena le labbra passandosi rapidamente la punta della lingua su di esse. Si sposta, va al frigo, ripone la torta e torna lì, cercando di non fossilizzarsi troppo su quella maglietta che ormai è diventata il centro dei suoi desideri, solleticando la brama di strappargliela di dosso (una brama che tiene comunque sotto controllo, nonostante senta quella vocina interiore che lo solletica suadente). Forse è anche per questo suo essere completamente distratto dalla cosa che si lascia sfuggire il nome di Furaya, cosa che fa scattare immediata la gelosia della deshi. D'altra parte Raoku è ancora una volta in buona fede, non immaginando cosa quel nome scatena in Azumi. <Sì, hai ragione...ma mentirei se ti dicessi che l'idea di entrare nei reparti speciali non mi solletichi. È da quando è terminata la missione che ci penso...> ammette, mordicchiandosi ora il labbro inferiore come al suo solito. Nota però solo adesso l'acidità del tono in quel "ma ovviamente", così come avverte un senso di ostilità nel notare le braccia incrociate sotto al seno - cosa che per un breve istante ne esalterebbero ancora di più le curve sotto la maglietta - e nello sguardo in cagnesco della sedicenne. La cosa lo coglie così alla sprovvista che la guarda con un pizzico di stupore, non capendo cosa succeda <...Azumi...cosa c'è?> le chiede quindi, al colmo dell'ingenuità, avvicinandosi e tentando di circondarle la vita, delicatamente, con le braccia avvicinandola a sé, le iridi verdi amorevolmente posate sul volto della ragazza per capire il motivo di quella brusca reazione. Sperando, magari, che lei glielo riveli. [chk off][Equip. come sopra]

13:11 Azumi:
 <Ah capisco> no in realtà non ha capito nulla ma cerca, almeno questa volta, di non fare domande che potrebbero sembrare stupide alle orecchie del ragazzo e quindi evita di insistere o di chiedere ancora. Il suo pensiero, però, è attratto da ben altri pensieri. <solo poco?> domanda di rimando con una faccina preoccupata. <allora se lo dici tu, mi fido> il tono ed il volume della voce si abbassa ancora eppure non si capisce se è consapevole o no di tirare un po’ troppo la corda perché con entrambe le mani afferra il lembo inferiore della maglietta, che le funge da vestito, lasciando scorrere il tessuto rosso sopra la pelle delle proprie gambe, partendo dalle ginocchia e fermandosi solamente una volta arrivata a più di metà coscia. Il movimento però cessa e rimane solo per qualche istante in quella posizione con le gambe pallide in bella vista, leggermente magre e con una pelle talmente diafana e fina da lasciare quasi intravedere le vene verdastre sottostanti. Eppure nonostante i suoi pochi anni e la sua corporatura snella, quelle non sono le curve di una bambina. Tutto però viene interrotto da quel breve battibecco, che esiste solamente nella sua testa e proprio perché Azumi appartiene al sesso femminile alla domanda di Raoku risponde con un secco. <Niente> abbassando lo sguardo in maniera ostinata. Si chiude in un silenzio cocciuto, un ulteriore tratto del carattere questo che viene a galla,e solo dopo aver fatto patire un bel po’ il ragazzo domandandosi che cosa abbia mai fatto di sbagliato, risponderebbe alla sua domanda. <Parli sempre di lei.> si ferma. < questo mi infastidisce.> e non fornisce ulteriori spiegazioni.

13:31 Raoku:
  [Casa di Raoku] Nota il suo interesse frenarsi da quell'impedimento che le ha posto riguardo alla tecnica del clan, e un po' gli dispiace di essere stato forse troppo brusco a tal proposito. O anche troppo fiscale. <Beh...tanto l'importante è che non ti riveli come si faccia, credo...> ammette, sorridendole amorevolmente <...diciamo che una peculiarità di noi Nara è riuscire a controllare la nostra Ombra per incatenare e piegare la volontà dei nostri avversari...è una tecnica molto complicata, mi sono dovuto allenare parecchio per riuscire a padroneggiarla> le spiega, rimanendo sul vago senza quindi tradire i segreti del clan in merito. <Quando ti dissi che in allenamento ero svenuto per essermi spinto oltre i miei limiti, beh...mi stavo proprio esercitando nel controllo della mia Hijutsu, la mia abilità innata> le spiega, concludendo così quel rapido fornirle dettagli non proprio specifici ma generali riguardo alla tecnica peculiare dei Nara <non devi dirlo a nessuno però, è un segreto. Te l'ho detto perché di te mi fido, ok?> non è vero che è un segreto di Stato, non quello che le ha detto perlomeno, ma Raoku vuole farle tornare il sorriso e immagina che rivelarle qualcosa del mondo del clan risvegli l'entusiasmo e la curiosità che tanto apprezza nella sedicenne. Sedicenne però soltanto formalmente, sulla carta dell'attestato di nascita, perché quando si parla di sedurre Azumi si dimostra capace di batterlo in modo schiacciante. Gli occhi del giovane Nara, se prima avevano seguito con attenzione estrema il lento scioglimento del fiocco, ora indugiano - pur allontanatosi verso il frigo, viene attratto dal corpo di lei come una calamita - sul bordo della maglietta che si alza, si alza un altro po' scoprendo le cosce della ragazza. E Raoku, inconsapevolmente, si ritrova a pregare con tutto sé stesso interiormente che quella maglietta salga ancora, che Azumi se ne disfi proprio del tutto: e non è più un'unica vocina, ma un coro da stadio quello che gli risuona nella testa. <Ehm....sì sì...non pensare che non mi sappia controllare...figurati...> proverebbe a mormorare, ma è praticametne palese che l'ha messo al tappeto come un pugile in knock out. A salvarsi - o forse a condannarsi, dipende da come la si vede - è però lo stesso Raoku che si fa scappare il nome della sensei senza pensarci in quella conversazione. Nota la reazione fredda e distaccata, improvvisa, di Azumi, le si avvicina, la circonda tra le braccia ma lei abbassa lo sguardo, ostinata e silenziosa. Rimane lì in quella posizione, provando a stringerla maggiormente a sé, gli occhi che cercano di cogliere un baluginare del suo sguardo, di comprendere il motivo di quella reazione, che cosa ha fatto di sbagliato. Sono secondi terrificanti per il giovane, che dentro arde di desiderio e fuori ha ora a che fare con un muro di ghiaccio. Alla fine, dopo secondi che paiono anni, la spiegazione arriva. E lo spiazza, come un pugno nello stomaco dato dal migliore amico in un momento di festeggiamenti. <...ma di chi?...> le chiederebbe, davvero raggiungendo apici estremi di ingenuità ed innocenza <...di Furaya-sama?...> forse c'è arrivato, le iridi che si sbarrerebbero in un moto di completo e palese stupore. Poi, d'improvviso, le labbra si stenderebbero dapprima in un sorriso un po' trattenuto, poi in una risatina cristallina che cerca di trattenere quanto più possibile <...Azumi...è la mia sensei, non...non ci ho proprio mai pensato in quel modo...> cerca e sembra riuscire a trattenere la risata, nonostante qualche sforzo, comprendendo che magari per la sedicenne quella gelosia che a lui pare insensata è qualcosa di serio <...Azumi-chan, se ti dà fastidio non ne parlerò più, promesso. Avevo pensato di chiederle di aiutarti in accademia, magari facendo anche a te da insegnante fino all'esame, ma non pensavo tu fossi...beh...> la cosa gli strappa un nuovo sorriso <...gelosa?> glielo chiede, un po' retoricamente, un po' perplesso e divertito. Serrerebbe ancora di più la presa intorno alla vita della sedicenne, stringendola a sé con dolcezza ma anche con una certa fermezza, facendo aderire il proprio corpo al suo (in barba all'imbarazzo che alcune reazioni fisiche potrebbero causargli) <per me ci sei solo tu, lo sai questo vero...Azumi?>. [chk off][Equip. come sopra]

13:55 Azumi:
 Non dice nulla ma ascolta quella spiegazione in silenzio e si limita ad annuire appena. <Ma se è peculiare di voi del clan Nara come può un’altra persona copiarla? > e le domande le escono a raffica dalle labbra rosee come se non ce la facesse a trattenere quei dubbi. <Ma certo che non lo dico a nessuno!> esclama con un sorriso allegro ora che sa. Tutto quel giochino della maglietta si ferma e lei torna a lasciare i bordi che le ricadono lungo le gambe un po’ sgalciti. <Però hai davvero un autocontrollo degno di uno shinobi.> Afferma sorridendo o forse lo dice con un vago senso di delusione? Questo dalla sua voce ne dal sorriso si evince eppure c’è qualcosa di apparentemente strano in quegli occhi chiari. Si morde il labbro inferiore nel momento in cui è costretta a rivelare a Raoku la verità ed abbassa nuovamente il capo nel momento in cui ride mentre i capelli le scivolano davanti al viso.<Si> risponde a bassa voce sul suo essere gelosa ma subito dopo rialza il capo e gli occhi chiari sul volto del ragazzo che la stringe all’altezza della vita e da cui, nonostante tutto, ancora non si discosta .<va bene ho capito> gli dice solamente come a voler allontanare quella discussione e lo fa gonfiando ancora le guance d’aria come una bambina ostinata.

14:24 Raoku:
  [Casa di Raoku] La domanda di Azumi è estremamente intelligente e nasconde un fondo di grande verità. <Hai ragione, nessun altro ninja che non abbia sangue Nara nelle vene può modellare la propria Ombra come noi...> ammette, sorridendole compiaciuto e quasi inorgoglito da quanto sia sveglia la ragazza <...però se ti dicessi come faccio ad attuare quella tecnica e ti parlassi dei pregi e dei difetti che ha sapresti come evitarla, o limitarla, o addirittura annullarla...> e questo è altrettanto vero, ecco perché i dettagli della Kagemane rappresentano un segreto del clan. Rassicurato dal fatto che lei giuri di non dire niente a nessuno e soprattutto preso all'amo da quel giochino della maglietta il cui bordo sale fino alle cosce, riceve come uno schiaffo morale nel momento in cui Azumi lo lascia riabbassare pur complimentandosi con lui del suo autocontrollo. Non risponde Raoku, rimanendo a mordersi il labbro: magari, se lo notasse con un po' di attenzione, Azumi potrebbe scorgere un mordere molto più profondo e nervoso del solito degli incisivi nella carne del labbro inferiore del ragazzo, segno evidente che quell'autocontrollo tanto millantato alla fine non è poi così efficace. Per non parlare di altro che forse, grazie anche al tessuto morbido dei pantaloncini e delle vesti che indossa, è mantenuto alquanto celato agli occhi della sedicenne. La questione Furaya però rischia di rovinare un po' l'atmosfera che si era creata e di questo - sentendosi inevitabilmente colpevole adesso che conosce il motivo di tanta freddezza da parte di Azumi - Raoku non può che dispiacersene. Rimane lì ad abbracciarla per alcuni secondi, in silenzio, stringendola a sé e cercando di trasmetterle davvero quanto tenga a lei, sottolineando quelle parole cui forse la ragazza non ha creduto fino in fondo. Sorride divertito di fronte a quella faccetta con le gote rigonfie d'aria, una faccia adorabile che si ritrova ad amare in ogni singolo dettaglio. <Vieni, voglio farti vedere una cosa...> le sussurrerebbe, scostandosi appena e sciogliendo quell'abbraccio giusto quanto basta per tentare di afferrarle la mano mancina con la propria destra, cercando di spingerla a seguirlo lungo il corridoio fino alla prima porta sulla sinistra. La aprirebbe, fermandosi un istante sulla soglia <Ehm...ti prego, non fare davvero caso al disordine...non ho avuto molto tempo per ordinare e non aspettavo visite stanotte...anzi, fammi controllare un attimo che sia tutto a posto...> borbotta, ficcando la testa dentro la stanza ed accendendo la luce. Azumi, da fuori e dallo spiraglio della porta, potrà notare semplicemente alcuni scaffali e una piccola scrivania nell'angolo vicino ad una finestra, ma a breve tutta la porta le si aprirà davanti avendo ricevuto il tacito consenso di Raoku che andrebbe a rivelarle così quell'altro ambiente della casa: la sua camera da letto. Proprio il letto potrebbe captare l'attenzione di Azumi, affiancato alla parete di sinistra, una piazza singola, e con un cuscino e un lenzuolo azzurrognoli che portano chiaramente i segni della notte precedente, essendo ancora totalmente disfatto Da sotto il cuscino Azumi potrebbe notare sporgere un paio di pantaloncini corti di colore rosso scuro, probabilmente l'unico indumento a mo' di pigiama con cui dorme il giovane Nara. Non sarebbe però verso il letto che Raoku - per quanto quella stessa vocina dentro di lui cerchi di convincerlo - la condurrebbe eventualmente, qualora lei si lasci trascinare dal genin, ma verso la scrivania. Lì giunto, aprirebbe un cassetto e ne tirerebbe fuori un piccolo album non particolarmente spesso. Apertolo, mostrerebbe con una sorta di imbarazzata fierezza - dato il rossore sulle sue gote ma anche un sorriso decisamente felice nel mostrarle quel dettaglio della sua vita - un'immagine in particolare: una semplice foto di famiglia in cui Azumi potrebbe notare il padre di Raoku, con indosso i suoi abiti da ninja e il giubbotto tipico di ogni chūnin della Foglia, portare il figlioletto sulle spalle, un piccolo esserino sorridente e felice di 3-4 anni al massimo con i folti e disordinati capelli neri lasciati sciolti e lunghi ad incorniciargli il volto decisamente più paffuto rispetto a come è adesso. Accanto ai due maschi, Azumi potrebbe notare eventualmente anche un'alta donna, quasi alla pari del marito, indossante un elaborato kimono di colore blu notte con fiori bianchi e gialli ad impreziosirne il ricamo e una fascia rosso scarlatta in vita a sostenerlo. La donna avrebbe una mano posata sul bicipite sinistro del marito mentre l'altra sarebbe probabilmente nascosta dietro la schiena dell'uomo. Anche lei sorride, gli occhi neri e insondabili rivolti verso l'obiettivo e una chioma di lisci capelli corvini che le arriva fin quasi alla vita con due ciuffi morbidi ad incorniciarle gli zigomi. Il marito invece avrebbe gli stessi occhi verde acceso di Raoku ma i capelli molto più corti e di colore castano scuro, tagliati quasi a spazzola risaltando il volto dai tratti squadrati e duri. Sullo sfondo, Azumi potrà notare il Monte dei Volti di Konoha anche se ovviamente mancherebbe l'attuale Hokage. <Guarda...non l'ho mai mostrata a nessuno...è la mia foto preferita di quando ero piccolo...> le dice in un sussurro, porgendole l'album e andando ad abbracciarla, ponendosi alle sue spalle e circondandola da dietro con le sue braccia stringendo eventualmente il corpicino della sedicenne sotto al seno <...è un sacco di tempo che non riaprivo questo cassetto...ma penso sia giusto mostrartelo ora che...beh, che stiamo insieme...> fortunatamente sarebbe dietro di lei, così che Azumi forse potrà non notare il rossore diffuso che ogni volta che ripercorre quel pensiero sembra impadronirsi del genin. [chk off][Equip. come sopra]

10:27 Azumi:
 Fa spallucce all’ affermazione del Nara che guarda per qualche attimo con sguardo penetrante ed è proprio dietro a quello sguardo che l’altro può notare quanto fine e acuta sia l’intelligenza della ragazza che ora sorride appena. <basta soltanto vederla e capire come funziona per annullarla, un ninja non deve essere anche intelligente?>domanda in maniera retorica senza smettere di sorridere. Non nota il comportamento di Raoku ma si lascia trasportare lungo la stanza designata aspettando con calma che lui la faccia entrare. Si irrigidisce appena quando nota che quella è la sua camera da letto e con una lenta occhiata osserva tutto quello che la compone. Rimane in silenzio, però, e si lascia ancora una volta trasportare verso la scrivania osservando con quel fare pieno di curiosità l’altro che le mostra una foto. La ragazza si avvicina per osservarla, posando le iridi chiare sui tre volti sorridenti, li studia uno per uno con calma in silenzio e con le labbra piegate in un atteggiamento di sorriso. Continua ad osservare la foto anche quando sente l’abbraccio del ragazzo. <Le somigli molto…> afferma con un tono di voce piuttosto basso, una forma di rispetto per le persone presenti nella foto. <ti mancano?> domanda poco dopo.

10:43 Raoku:
  [Casa di Raoku] Affermazione intelligente quella di Azumi, ma solo per le conoscenze ridotte che ha di quella tecnica e dell'utilizzo del chakra in generale. Un'intuizione ammirabile per una deshi, ma anche un'ipotesi piuttosto velleitaria e futile. Raoku sorride, poi scuote il capo <se tu la vedessi per la prima volta, non riusciresti ad evitarla. E neppure per le volte successive: ti servirebbe sapere il modo in cui funziona, i suoi limiti e le forme in cui può essere interpretata una tecnica così versatile per elaborare una strategia utile ad evitarla. Se non impari a conoscerla, disinnescarla diventa davvero complicato, fidati...anche per un ninja molto intelligente> le assicura il genin, conscio delle potenzialità e della versatilità della Kagemane e dell'importanza di non rivelarne i limiti oggettivi. Vedendola poi così giù e un po' chiusa in sé stessa, decide di rivelarle qualcosa che per lui è importante, qualcosa che non ha mai mostrato a nessuno in modo da farle comprendere come con lei voglia aprirsi e farsi conoscere in ogni aspetto di sé. Ovviamente non le spiega tutto questo, è soltanto un'idea un po' impulsiva quella che lo spinge a convincerla e trascinarla in camera sua nonostante il letto ancora disfatto e un po' di disordine in giro. Nessun pensiero sconcio sfiora - forse soltanto quella vocina in lontananza, ma piuttosto fievole - la mente di Raoku che l'ha fatta entrare in quella stanza unicamente per mostrarle quell'album di foto. Non ci sarebbe soltanto l'immagine che le ha mostrato infatti: Azumi potrà notare come il piccolo album sia ricco, pagina dopo pagina, di scatti presumibilmente risalenti all'infanzia di Raoku e al periodo felice che quella famiglia ha vissuto prima che la morte del padre la spezzasse definitivamente. Quella che le pone davanti però, come già detto dallo stesso Oshiba, è sicuramente lo scatto che preferisce. Nell'abbraccio che le concede, Azumi potrà avvertire un'energia particolare da parte del giovane, una tenerezza diversa da quella un po' spinta avuta in precedenza in cucina. Una coccola più avvolgente e dolce, meno interessata ad altro che non sia sentire la vicinanza della sedicenne non solo fisica ma anche, forse, a livello mentale. <Sì...mi mancano moltissimo...> ammette, una leggerissima vena malinconica nella sua voce mentre con il volto andrebbe ad incunearsi alla sinistra del capo di Azumi, andando ad odorare quel suo profumo a livello del collo, dove le labbra sfiorerebbero la pelle candida e diafana della giovane <mi piacerebbe presentartela...all'epoca le saresti piaciuta moltissimo, sai> le sussurra, riferendosi ovviamente alla madre ritratta nella foto <...ora probabilmente non riuscirebbe neppure a riconoscere me...> c'è una sorta di melanconica rassegnazione nel suo tono, prima di tentare di sdrammatizzare la situazione <ehi...e sul piccoletto non dici niente? E io che ti volevo mostrare questa foto per dimostrarti quanto fossi bello da bambino...> le sorride, chiaramente ironico, cercando di scostarsi un istante da quell'abbraccio per guardarla in volto. [chk off][Equip. come sopra]

10:59 Azumi:
 Ascolta ancora una volta quello che le viene detto e quel susseguirsi di informazioni per lei sono importanti, non tanto per quanto riguarda la tecnica dei Nara ma per capire come tutto quel nuovo mondo in cui si è ritrovata a vivere. Non aggiunge altro, però, ed una volta entrata nella stanza osserverebbe la foto ancora per qualche attimo in cui rimane perfettamente in silenzio, soppesando le prossime parole da dire. <posso…> stringe leggermente le labbra tra di loro fino a farle sbiancare e creare un’unica linea orizzontale che le attraversa il volto. <Posso chiederti che cosa le è successo?> Gli occhi chiari si fossilizzano sul volto della donna dai tratti affascinanti che sorride e le labbra si stringono ancora con più forza. <Sai…> Inizia un nuovo discorso a quanto pare ma blocca subito il proprio dire ed è come se stesse prendendo coraggio per dirlo. <Credo che…> Ancora una piccola pausa di silenzio. <Voglio diventare un ninja medico.> Ma un lieve sorriso fa capolino sulle sue labbra nel momento in cui sente la sua ultima affermazione. <Oh con quelle guance cicciotte tutte da mordere!> Esclama con una piccola risata cristallina e chiara che le esce dalle labbra e come sempre la mano destra blocca quel flusso di risate. Intanto lentamente sfoglia ancora il piccolo volume, osservando di sfuggita le altre foto che sono contenute al suo interno, soffermandosi alcune volte di più ed alcune volte di meno. <Comunque.> Blocca il movimento della propria mano che volta le pagine. <Sono sicura che sarebbero molto fieri di te…di vedere come sei ora> Fa una pausa e le labbra si inarcano in un altro sorriso. <Bambino dalle guance cicciotte!> E se prima era estremamente seria nel parlare ora cerca di sdrammatizzare la situazione e di alleggerire quell’atmosfera che si è fatta colma di tristezza.

11:20 Raoku:
  [Casa di Raoku] Lo sguardo di Raoku si sofferma ancora una volta su quell'immagine tenuta tra le mani di Azumi, quell'immagine che ritrae suo padre con lui a cavalluccio sulle spalle e soprattutto sua madre, ancora sorridente, ancora con una luce di vita ad illuminarle quegli occhi neri ed altrimenti insondabili. <Non lo sa nessuno..> ammette, il tono intristito al pensiero del malessere in cui la madre ha vissuto gli ultimi anni <è stato come uno spegnersi progressivo della sua voglia di vivere, è come impazzita, vaneggia, mentalmente è quasi sempre assente> le spiega, prendendosi poi qualche secondo di silenzio. Impossibile capire a cosa stia pensando in quegli istanti in cui rimane zitto, in cui sembra perso completamente nei propri pensieri. <I medici hanno detto che si è chiusa in uno stadio psicologico profondo dovuto al trauma della morte di mio padre, una specie di catatonia senza ritorno e su cui non possono agire. Non senza provocarle dei danni alla psiche, perlomeno...così mi hanno detto...> le spiega poi, rivelandole quei particolari sullo stato di salute della donna ritratta in foto. La sua attenzione però viene attratta immediatamente dalle parole di Azumi, da quella sua intenzione manifestata di voler intraprendere una carriera da ninja medico <Ne...ne sei sicura?> le chiede, la voce che tradisce una sua curiosità estrema sull'argomento più che un eventuale stupore <ancora non hai iniziato l'Accademia, cosa ti fa dire di voler intraprendere un percorso specialistico di questo tipo? So che è molto complicato diventare un ninja medico, è una delle professioni per le quali serve tantissimo studio e un controllo ferreo sul proprio chakra...> le rivela, memore di quanto studiato ma appunto fermo alla conoscenza accademia per quel che riguarda l'aspetto medicinale <...è per tua madre che vorresti tentare questo tipo di carriera?> le chiederebbe quindi, dopo un momento di silenzio in cui avrebbe eventualmente tentato di valutare le reazioni del volto di Azumi, anche per capire quanto sia determinata a compiere un cammino tanto difficile. Intanto lei lo percula, giustamente, per quel che riguarda la sua facciotta da bambino paffuto nelle foto che spuntano man mano che si ritrova a sfogliare l'album: Raoku che tiene in mano una palla più grossa di lui dopo uno o due anni di vita al massimo, Raoku in braccio a sua madre, qualche foto - un po' più vecchia - ritrae invece i suoi genitori da soli, in qualche occasioni addirittura entrambi in abiti da shinobi, evidentemente prima della nascita del figlio quando entrambi erano più giovani. <Ehi, ero solo un bambino cui piaceva abbuffarsi di dolcetti, ok? I miei nonni paterni mi hanno sempre viziato sotto questo aspetto, e mia nonna faceva dei dorayaki con la crema di fagioli rossi o con il cioccolato veramente eccezionali...> si giustifica, ovviamente stando alla battuta e allo scherzo come testimonia la risata ironica con cui accompagna le proprie parole, il giovane Nara. Da uno scherzo ad un momento serio, con quella frase sull'essere fieri di lui che lo coglie ancora a ridere della battuta precedente smorzando appena il suo sorriso <...lo spero, ma credo che non lo saprò mai...> ammette, facendo spallucce come a dimostrare come ormai si sia rassegnato all'idea <...dovrei andare a trovare mia madre, nei quartieri dei Nara, ma ancora non ho trovato il coraggio di far visita ai miei nonni per vederla. Ho paura che non servirebbe a niente, e ancor di più che possa avere uno dei suoi sprazzi di lucidità e provare dispiacere per il fatto che sono diventato uno shinobi contro la sua volontà> le spiega, dando sfogo ai propri timori in merito. Azumi però è brava, sembra riuscire a connettersi appieno ai suoi stati d'animo e ancora tenta di tirarlo su di morale. Raoku la guarda, gli occhi verdi del genin che scorrerebbero sulla sua figura soffermandosi però in particolare sul volto della ragazza, su quegli occhi azzurri che l'hanno incantato fin dal primo istante. Sorride ancora, quando lei gli ripropina quella velata presa in giro sul suo aspetto da bambino, ma è un sorriso che nasconde qualcos'altro, un sorriso dolce e al tempo stesso riflessivo, come se pensasse qualcosa che non trova ancora voce. <...> Si appoggia con il fondoschiena alla soglia della finestra, lì alla sinistra di Azumi e della scrivania, senza smettere di guardarla, in silenzio, mantenendo quel sorriso serafico ed enigmatico che vuol dire tutto e, forse, non vuol dire niente. [chk off][Equip. come sopra]

11:38 Azumi:
 Quello che le viene rivelato lo incassa con uno sguardo velato di tristezza. Capisce quello che il ragazzo prova, comprende ogni singola sfumatura di quello stato d’animo perché è la stessa che ogni giorno si trova a vivere anche lei, anche se in maniera un po’ diversa. Sospira spingendo l’aria fuori dalle labbra. <Mi dispiace davvero. >La voce bassissima, quasi un sussurro mentre lo sguardo si abbassa appena verso il pavimento. <Deve essere orribile non essere più se stessi…> E quasi rabbrividisce alle sue stesse parole. <Lo so…> annuisce con un cenno lento del capo. <Io non voglio che altre persone provino quello che abbiamo provato io e te.> Alza nuovamente lo sguardo chiaro sul volto del Nara, osservandolo con rinnovato spirito e con una grinta da far quasi spavento. <Le persone non dovrebbero soffrire perché la gente si ammala e muore e io voglio cercare di fare tutto il possibile affinchè questo non accada .> C’è una luce convinta nel suo sguardo, determinata a compiere ciò che ha appena rivelato. Il successivo argomento di conversazione, però, la fa sorridere visibilmente. <Ringraziamo lo sviluppo allora! > Ridacchia divertita ma senza una reale cattiveria, si sta solamente divertendo. <E come mai tu non abiti nei quartieri dei Nara?>Gli fa eco mentre lo sguardo si perde nuovamente lungo la sua stanza prima di tornare su di lui. <Magari…> Esita ancora una volta nel parlare e perfino il tono della sua voce sembra essere incerto. <Magari ti posso accompagnare io.. un doppio coraggio e meglio di uno soltanto..> Azzarda abbassando quasi subito lo sguardo e rialzandolo solamente per spiare una sua reazione ma intercetta quel sorriso. Sbatte le palpebre perplessa mentre continua ad osservarlo. <Che c’è?> Domanda in fine, spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro con fare, forse, un po’ nervoso.

12:00 Raoku:
  [Casa di Raoku] Le parole di Azumi sono come balsamo per le ferite del suo animo: ne avverte la piena comprensione, capisce che con lei è come se la sua anima si stesse osservando allo specchio, perfettamente compresa in ogni sua angolazione e sfumatura. È questa una delle cose della sedicenne che l'ha colpito maggiormente fin dal loro primo incontro, un qualcosa che non si sarebbe mai aspettato. Una totale congiunzione per quel che riguarda il loro differente eppure così simile passato, striato di gioie ma ancor di più da sofferenze che li hanno fatti crescere, entrambi, forse bruciando anche qualche tappa. <Già...> ammette semplicemente, quando lei parla di quanto sia terribile non poter essere se stessi <...era una donna dolce e brillante, prima, anche se non è mai stata una kunoichi di alto livello o particolarmente abile nelle arti ninja era una donna buonissima. È stato...> si affanna a cercare una parola, un termine che possa esprimere appieno il concetto <...è stato angosciante vederla sparire così, lentamente, scivolando verso la pazzia. Angosciante e straziante, per chi l'ha potuta conoscere per come era veramente...> lui in primis, quindi, essendone il figlio. Azumi intanto gli spiega il motivo per cui vuole intraprendere la carriera di medico, e Raoku non può non notare quella luce determinata ad illuminarne lo sguardo e l'espressione. <È un nobile scopo, Azumi...> muove le labbra con dolcezza nel pronunciare il nome della sedicenne, le parole che escono a tono basso, come un sussurro in quell'alcova di intimità che sono loro due, soli nella sua camera <sono sicuro che ci riuscirai, che diventerai un bravissimo ninja medico della Foglia> la stessa determinazione della ragazza si riflette nelle parole del genin, come se già fosse certo del successo dell'altra caricando quel suo dire con una fiducia che pare incrollabile nelle potenzialità della sedicenne. Sorvola su quella battutina, concedendole solo una risata allegra e cristallina un istante prima di tornare alla serietà che l'argomento impone. <La capoclan me l'ha proposto> da notare come, almeno stavolta, non espliciti il nome di Furaya, segno che forse ha imparato la lezione <ma non voglio lasciare questa casa. Qui mi trovo bene, anche se rimanere solo non è proprio il massimo...> le spiega <...e poi c'è appunto la questione che, se abitassi nei quartieri del clan, non avrei più scuse per non andare a trovare i miei nonni e mia madre. Dovrei affrontarli per forza...> ammette, una nota di vergogna quasi nel pronunciare quelle parole. Ancora una volta però Azumi pare comprenderlo, capire la difficoltà che sta vivendo nell'ammettere i propri timori nell'incontrare nuovamente sua madre da quando ha iniziato il suo percorso da shinobi <...> rimane a fissarla quando lei gli fa quella proposta, le labbra che lentamente si piegano in un sorriso radioso <...davvero lo faresti? Guarda che dovresti conoscere pure i miei nonni, e i tradizionalisti del clan sono una vera rottura di scatole...> non c'è però nelle sue parole la minima volontà di dissuaderla, anzi sembra sorpreso e in qualche modo lusingato dal fatto che lei voglia accompagnarlo e che non abbia timore di incontrare e di essere presentata alla sua famiglia. Gli chiede cosa ci sia, la ragazza prova a capire quel suo sguardo un po' perso ed enigmatico che osserva con una sorta di amorevole fissità i lineamenti del suo volto. Raoku però rimane in silenzio ancora qualche secondo, quindi andrebbe a richiamarla a sé alzando a livello del viso la mano destra e muovendo il dito indice come ad invitarla ad avvicinarsi a lui. Qualora - e solo qualora - lei gli dia retta e si avvicini al ragazzo, appoggiato con i glutei sulla soglia della finestra, lui porterebbe quella stessa mano destra ad accarezzarle la parte sinistra del volto, un tocco leggero lungo la guancia che andrebbe a scorrere poi sotto l'attaccatura dell'orecchio, quindi sul collo, cercando di trarla a sé. Poggerebbe - qualora lei non si scostasse - le labbra sulle sue provando a baciarla con tenerezza e dolcezza, un bacio morbido che durerebbe alcuni secondi nel tentativo di assaporare il sapore delle labbra della sedicenne, trattenendole leggermente tra le proprie, prima di distaccarsi pur rimanendo a fil di bocca, ravvicinatissimo a lei <...sei ciò che di più bello mi sia capitato negli ultimi anni, Azumi-chan...> le sussurrerebbe, mischiando eventualmente il suo fiato a quello di lei prima di provare nuovamente a baciarla, stavolta con maggiore trasporto e passione, cercando di schiudere quelle morbide rosee della ragazza con la propria lingua mentre il braccio sinistro andrebbe a circondarle la vita, traendola a sé e stringendola in un abbraccio che profumerebbe di amore ma anche di una passione travolgente. [chk off][Equip. come sopra]

12:26 Azumi:
 Tutto quel discorso sulla madre di Rioku l’ha gettata in una sorta di sconforto e di tristezza. Tira su con il naso come se stesse per piangere ma l’autocontrollo ha la meglio sui propri sentimenti e per questo motivo, chiudendo le palpebre, ricaccerebbe indietro le lacrime ma senza lasciare scomparire l’espressione triste del volto pallido. <Io non…> La voce è accorata e ancora le trema un pochino. <.. Non so che cosa dirti.. So che con i miei mi dispiace non te ne farai nulla ma..> Sospira ancora una volta. <Mi dispiace, davvero.> Afferma a bassa voce mentre sposta leggermente il piede destro in avanti rispetto al sinistro, spostando l’anca verso l’esterno per adottare una posizione più comoda. <Ti ringrazio per la fiducia! Ce la metterò tutta, con tutte le mie forze!> Alza il braccio destro che piega all’altezza del petto mentre la mano si chiude a formare un pugno. L’espressione grintosa non smette di troneggiare sul suo volto, facendole luccicare lo sguardo chiaro. <Capisco.. era la casa dei tuoi genitori?> Domanda ancora, smuovendosi i capelli e portandoli dietro la schiena per evitare di accalorarsi maggiormente visto che l’afa ed il caldo continua ad attanagliare la serata. <Certo che lo farei, non ti lascerei solo.> Un sorriso dolce le si apre sulle labbra e a quel richiamo non verbale si avvicina al ragazzo con passo lento, cadenzato ma arrivando subito davanti a lui. Quella mano che l’accarezza le scotta quasi la pelle e le fa chiudere lentamente gli occhi che vengono riaperti solamente quando viene tirata verso di lui. Ricambia quel bacio con la stessa intensità sebbene nel momento in cui lui si distacca può notare un lieve rossore sulle guance di lei. Sorride a trentadue denti nel sentire quell’affermazione ma non riesce a ribattere perché ancora una volta rimarrebbe invischiata in quel bacio. Si spinge ancora contro di lui, azzerando completamente ogni distanza en entrambe le mani si andrebbero ad aggrappare alle spalle di lui, tenendolo stretto ed infilando quasi le unghie all’interno della sua carne. E non sarà difficile per il giovane percepire il suo respiro affannato , forse anche un po’ troppo.

12:58 Raoku:
  [Casa di Raoku] Perso com'è nei propri ricordi nell'osservare quelle foto e nel parlarle della madre, non nota subito l'espressione di sconforto e tristezza sul volto di Azumi. Almeno fino a quando la ragazza non tira su con il naso, come a voler trattenere le lacrime. Si accorge che non era proprio quello l'intento cui mirava: lui l'ha portata lì a vedere quelle foto per dimostrarle quanto tiene a lei, al punto tale da aprirle anche quell'angolo tenuto finora gelosamente custodito del proprio cuore e del proprio essere, invece ha finito con l'intristirla e basta. Un po' si sente in colpa, ma le parole di Azumi inevitabilmente lo rincuorano così come i suoi sospiri riaprono quella ferita colma di senso di colpa. <Azumi, il fatto che tu sia qui con me è la cosa più importante. Se mi piaci così tanto...> le dice, in un sussurro, cercando di guardarla negli occhi per trasmetterle almeno con lo sguardo la reale intensità di ciò che prova <..è proprio perché con te sento di aver trovato una persona in grado davvero di comprendermi fino in fondo>. Una fiducia incrollabile quella che sembra provare il giovane Nara per la sedicenne dai capelli rosa, fiducia che si rinnova nel momento in cui lei gli rivela le sue ambizioni. Raoku torna a sorridere a quel moto un po' infantile ma puro e genuino di garantire il proprio impegno per la riuscita dell'obiettivo che si è prefissata. <Sì, è la casa dove sono cresciuto> le spiega, guardandosi appena intorno mentre da fuori i rumori del Villaggio, in un quartiere così vicino al suo centro, nonostante l'orario un po' proibitivo si fanno ancora sentire <sento che non sarebbe giusto trasferirsi solo perché sono entrato a far parte di un clan. Qui mi trovo bene, e poi è un bell'appartamento. La solitudine è un prezzo che pago volentieri, anche perché spesso passo la giornata fuori di casa> ammette, facendo spallucce. Gli occhi verdi del giovane brillano un poco, forse inumiditi o forse semplicemente inorgogliti, nel momento in cui lei gli promette di accompagnarlo in quella visita che, per quanto la rimandi, prima o poi sarà costretto a fare. Ed è nel modo più naturale e sentito possibile che concederà se stesso a quel bacio, prendendo in modo ancor più spontaneo lui l'iniziativa e stringendola a sé, come se Azumi rappresentasse un'ancora di salvezza, come se la sua stessa vita dipendesse da lei. Come se quei baci, quel sapore che gli trasmette l'unione calda delle loro lingue, delle loro labbra, fosse per lui come ossigeno. Non vorrebbe smettere di baciarla, per niente al mono, proseguirebbe e porlungherebbe quel bacio, la mano destra che scenderebbe lenta ad accarezzare il collo e poi le spalle della ragazza, quindi giù, verso il costato laterale, il fianco, fino ad arrivare al confine tra la vita e la coscia, posizionandosi lì, leggera come un petalo eppure presente in quel fermo contatto con il corpo della ragazza. Piegherebbe leggermente il capo per proseguire eventualmente, con rinnovato impeto, quel bacio già scaturito in precedenza e che solo per un istante avrebbe dato accenno di volersi interrompere salvo poi, qualora lei non si opponga, continuare con ancora più foga. La mente di Raoku si spegnerebbe, obnubilata dall'intensità avvolgente e preponderante di quel bacio, lasciando il giovane genin completamente trasportarsi ed in balia di un'ondata di amore - non è solo semplice passione, c'è una tenerezza ed un coinvolgimento che mai prima d'ora ha provato in quel contatto - che finisce per travolgerlo spegnendo i suoi pensieri in un dolce oblio. [chk off][Equip. come sopra]

13:28 Azumi:
 Arrossisce lievemente a ciò che le viene detto tanto da abbassare il capo con un moto di vergogna, probabilmente perché nessuno le aveva mai detto una cosa del genere o perché nessuno l’aveva mai tratta con dolcezza o rispetto ma è stata considerata sempre alla stregua del niente più assoluto ed ora tutta quell’ importanza insieme, tutto quell’essere considerata l’ha fatta sentire importante. <Non ho fatto nulla di speciale> Borbotta sempre con lo sguardo sempre rivolto verso il basso mentre inizia a ruotare a terra la punta della scarpetta sempre con quel fare vistosamente imbarazzato. <Hai ragione è meglio vivere in una casa di ricordi che in una casa fredda.> Conviene tirando su il capo ora e sorridente ancora una volta tranquilla visto che l’imbarazzo sembra essere completamente scemato via. E poi quel bacio sorprendente per lei che la scalda fin dentro le viscere, in profondità e che la lascia preda di un sordo desiderio e che le strappa un lieve mugolio dalla gola. Rimane lì, attaccata a lui con la mano che lentamente si alza per strisciare fin sotto la sua nuca e lì rimane, premendo leggermente il suo volto al proprio con ancora più foga eppure nonostante si sia godendo a pieno quel momento, improvvisamente si allontana come se fosse stata scottata da qualcosa. Lo guarda con uno sguardo interrogativo o forse semplicemente lo osserva senza realmente vederlo. Il petto si alza e si abbassa con affanno quasi se non riuscisse a respirare bene. Velocemente si passa entrambe le mani sul volto arrossato, portando in dietro i capelli che le ricadono sulla fronte e lungo il viso spettinati. Lo guarda ed è come se quegli occhi azzurri gli chiedessero pietà mentre la mancina si porta dietro alla bassa del proprio collo, rimanendo ferma su quel torace che continua a chiedere, bramoso, l’ossigeno.

13:54 Raoku:
  [Casa di Raoku] Sorride alle parole della sedicenne, di fronte a quell'imbarazzo evidente che, se possibile, ne aumenta la dolcezza e la tenerezza agli occhi di Raoku. <Hai ragione...non hai fatto niente di speciale> ammette, cercando con gli occhi il suo sguardo basso, piegando il capo quasi andando a scovarlo da quella specie di nascondiglio fatto di timidezza <...tu sei speciale, Azumi-chan... o almeno lo sei per me> aggiunge, dopo un istante, il tono caldo e suadente ma dal quale traspare un calore che solo la sincerità può dare. E come dargli torto: Azumi è andata così a fondo dentro di lui da eviscerare sensazioni che non pensava di poter provare, da farlo maturare come uomo sia rispetto al proprio passato sia - e questo è la prima volta che gli sovviene alla mente - all'idea del futuro che lo attende. Magari, un futuro proprio insieme a lei. Non commenta oltre sulla propria casa, si sono già detti tutto e quindi il genin la chiama a sé, con quel fare taciturno eppure così intenso, così intimo. Ed è con la stessa tenerezza e passionalità che scoccano quei nuovi baci, frementi e al tempo stesso frenetici, passionali e dolci, che sanno di amore, di foga, di comprensione reciproca. Baci che trasmettono a Raoku un intensità unica nel suo genere, come una scarica di corrente elettrica che dal punto di contatto tra le loro lingue si ripercuote lungo tutta la colonna vertebrale del giovane Nara, annebbiandogli completamente il cervello, spegnendo la luce della razionalità per dare sfogo all'oscurità, insondabile, terrificante come un salto nel buio eppure così suadente ed avvolgente come una coperta calda in una notte d'inverno, dettata dalla passione e dall'istinto. La bacia, ancora e ancora, la stringe a sé, ne accarezza il volto e il corpo, scendendo delicatamente, amorevolmente con le mani lungo il fisico minuto di Azumi, mentre il loro respiro tenta di diventare uno solo, la distanza dei loro corpi si annulla. La ragazza stessa pare per un lungo momento presa totalmente in quel turbine di sensazioni, si lascia andare, lo stringe a sua volta a sé, trasportata in quel fuoco. Ma, come ogni fuoco, rischia di scottare e proprio come se avesse subito una scottatura Azumi si ritrae, d'improvviso, senza preannunciare o rallentare la foga di quel bacio ma di botto, come appunto se avesse ricevuto una ferita improvvisa. Come se fosse spaventata da qualcosa. Si scioglie da quell'abbraccio così stretto eppure per niente coercitivo, forzoso, bensì dolce e quasi tenero tanto che la lascia allontanarsi di qualche passo da sé; Raoku dal canto suo rimane come boccheggiante, un pesce che dal nuotare nelle calde correnti dell'oceano si ritrova sulla distesa solitaria e isolata di una spiaggia, nel punto in cui le onde del mare non possono più venire a raccoglierlo. Quell'ossigeno rappresentato dai rispettivi baci gli è stato tolto con brutalità e per un lungo momento i suoi occhi si riaprono sul volto di Azumi con stupore, quasi non si aspettasse un simile scatto da parte sua, un simile tirarsi indietro. È lì che noterebbe l'affanno della ragazza, il suo sguardo travolto e stravolto, come a chiedere pietà al proprio aguzzino, il volto arrossato da un fuoco che, sebbene provi a trattenerlo, è evidente che brucia anche dentro di lei al pari che nel ragazzo. La osserva, i suo occhi verdi fissi e incatenati allo sguardo della sedicenne, le labbra umide di baci appena discoste l'una dall'altra, come a riprendere fiato (o forse alla ricerca stessa di ossigeno). La sua respirazione però è straordinariamente più calma, un contrappunto diametrale rispetto al battito cardiaco che invece pare come impazzito dentro al petto, come se il suo cuore pompasse talmente tanto sangue da voler sfondare la gabbia toracica ed uscire fuori. <Azumi...> lo sussurra, ancora una volta, il nome di lei, un mormorio dolce e caldo della propria voce, un refolo di fiato che porta il nome di lei. Si muove dunque, discostandosi adesso dalla finestra, muovendo qualche passo lento verso la sedicenne di fronte a lui, i suoi occhi fissi nei suoi come incantati, impossibilitati a guardare un altro soggetto nella stanza se non il suo viso. Se lei non si discostasse, arriverebbe dalla ragazza, annullando ancora una volta la distanza tra di loro: la mano destra si alzerebbe ad accarezzarle proprio quella mano mancina con cui lei pare voler placare il suo respiro, come a volersi regolare, a prenderla con sé nel proprio palmo stringendola delicatamente, come a farle presente che non è da sola, che pure lui è nelle sue stesse condizioni. Se la porterebbe al petto, direttamente in corrispondenza del suo cuore che Azumi - qualora lo lasciasse fare - potrebbe facilmente sentire al di sotto del leggero tessuto della tunica e della canotta a rete battere all'impazzata, correre come una gazzella di fronte al predatore più accanito. <Azumi...chan...> ripeterebbe il suo nome, piano, come se fosse un suono soave, religioso persino, come il nome di una dea da venerare e da amare. Il braccio sinistro intanto andrebbe - qualora non si discostasse - a circondarle ancora la vita mentre il volto di Raoku si avvicinerebbe ancora a quello di lei, gli occhi persi nell'azzurro dei suoi che si socchiuderebbero soltanto un istante prima di tentare nuovamente di baciarla, di unirsi a lei in quel dolce vincolo obnubilante di labbra e passione, sentimenti e carne che mirerebbero ad unirsi a fondo, sempre più intensamente. Alla richiesta di lasciarla in pace di Azumi, qualora davvero fosse tale, sembrerebbe rispondere un dolce e tenero boia senza pietà. [chk off][Equip. come sopra]

22:52 Azumi:
 Incassa con rinnovato imbarazzo quelle parole e, ancora una volta, lo sguardo si abbassa prepotentemente verso la pavimentazione della stanza eppure ancora una volta non risponde a ciò che le viene detto. Quel bacio la turba nel profondo perché probabilmente non ha mai provato nulla del genere e la cosa, in fin dei conti, un pochino la spaventa e la turba allo stesso tempo nonostante le piaccia innegabilmente l’effetto che ha sul proprio corpo. Continua con quel bacio così profondo e così sensuale da cui però scappa. Rimane lì per qualche istante ad osservarlo con quello sguardo stupito , sbigottito e quasi impaurito al tempo stesso. Ma viene nuovamente braccata ed il suo nome chiamato invano perché non accenna a muoversi nemmeno per un millimetro fatta eccezione per quel respiro scomposto e affannato. SI lasica, però, prendere la mano il cui palmo poggia all’altezza del cuore del ragazzo e le sente quelle pulsazioni vive e vivide sotto la propria pelle, battito che la fa riscuotere da quello stato impaurito in cui era caduta. Eppure le loro labbra si uniscono nuovamente, per quanto dalle labbra le esce un leggero segno di protesta, alla fine cede ancora una volta e ancora una volta si stringe a lui ancora e ancora di più finchè i loro corpi non sono più sparati da nulla. Ricambia ancora quel bacio con la stessa passione di prima, con il cuore che riprende a galoppare sotto la maglietta, la testa che le ronza appena come se qualcuno stesse facendo un rumore assordante accanto al suo orecchio. E ancora una volta si lascia trasportare da quel bacio come se non può fare altro che lasciarsi soggiogare in quella maniera.

23:12 Raoku:
  [Casa di Raoku] I rumori delle strade del centro cittadino si spengono pian piano, perdendosi nel silenzio della notte che avanza. L'ora è tarda d'altro canto e in molti sono quelli che abbandonano le strade per l'alcova invitante delle loro case. Qualche gatto che miagola, pochi scalpiccii di passi per la strada, un leggero vociare di qualcuno uscito probabilmente dall'ultimo bar o locanda ancora aperta e ancora intenta a somministrare qualche bevuta alcolica ai propri avventori. L'aria calda e afosa dell'estate permea l'atmosfera, eppure lascia un po' di spazio, un piccolo spiraglio, alla leggera brezza che spira tra le case andando ad infilarsi nei pertugi delle finestre aperte delle abitazioni. Così come aperta è la finestra della camera da letto di Raoku che, al centro della sua fioca illuminazione, vede i due giovani stretti in quell'abbraccio mozzafiato, in quel bacio che unisce tutto e anche di più. Cè passione, innegabile questo ormai viste le reazioni di entrambi, ma c'è anche tenerezza, amore, un'intimità ricercata da entrambi e da entrambi paventata: i ruoli paiono essersi invertiti, e se prima il più imbarazzato pareva essere Raoku adesso è Azumi che si ritrae, salvo poi ricadere vittima di una carezza, di uno sguardo, di un nuovo bacio travolgente che vince anche la più spiccata ritrosia. Prova a protestare la sedicenne, ma è una protesta tanto velleitaria da risultare persino eccitante, quasi andasse a solleticare l'ego maschile del genin. Una protesta tanto velleitaria da sfumare come neve al sole cedendo il passo alla voglia che permea la giovane, allo stesso modo del Nara. Azumi avrà potuto sentire sotto il suo palmo stretto in quello di Raoku il cuore di quest'ultimo galoppare come un cavallo da corsa nonostante esteriormente il genin sembri riuscire a controllarsi, incatenato in quell'incantesimo che gli stessi occhi della sedicenne paiono aver gettato su di lui. Allo stesso modo Raoku adesso potrà sentire contro il suo stesso corpo l'alzarsi e l'abbassarsi del diaframma della ragazza, stringendo al suo quel corpicino minuto di Azumi. Quel lieve mugolio gutturale della ragazza, forse di protesta, forse addirittura di voglia, non riesce a dargli un significato. Anche perché la sua mente ormai è un completo buco nero, un pozzo di ombre percorso da una corrente elettrica che non può controllare: una scarica di adrenalina che è dettata unicamente dall'istinto, solleticato dal moto di quelle labbra, dal loro sapore, dall'odore stesso di Azumi che gli penetra i pori stessi della pelle, gli permea le nari, gli intasa i condotti cerebrali. Ma il puro istinto animale è solo la scintilla che ha fatto scaturire l'incendio, il propellente è invece la tenerezza, la dolcezza, il senso di protezione che nei confronti di Azumi prova stringendola a sé, come a non volerla lasciare più, come a volersi fondere con lei in tutto. Il battito del cuore accelera, le pupille nascoste dalle palpebre socchiuse si dilatano, i muscoli dei bicipiti che stringono quel corpicino della sedicenne si tendono insieme a quelli delle spalle e del collo, le narici fremono in uno spasmo come a voler respirare letteralmente Azumi, la lingua si lega in una maniera ancor più dolce e avvolgente ricercando la gemella, le labbra si stringono suggendo il labbro inferiore della ragazza mentre la bacia, ancora e ancora, lì in piedi, godendosi ogni istante di quelle carezze, ogni momento in cui il corpo di lei si appoggia ricambiato al suo, avvertendone la lieve pressione in ogni anfratto del suo fisico e in ogni angolo della propria mente scossa dalla marea di sensazioni che prova. Un mare in tempesta, sulla cui superficie aleggia un unico, intrigante pensiero, leggero come una piuma e rapido come una folata di venticello estivo. Che anziché stare lì in piedi, in mezzo alla stanza, potrebbero a tutti gli effetti ricercare una posizione più comoda. [chk off][Equip. come sopra]

23:36 Azumi:
 In determinate situazioni ci sono attimi che paiono minuti e minuti che paiono anni. Questa è una di quelle situazioni in cui il tempo è completamente dilatato e quei baci sembrano durare milioni di anni, anni in cui la sua mente continua ad elaborare tanti pensieri diversi ma alcuni che tornano a ripresentarsi in maniera prepotente, quasi ossessivi e a stento riesce ad allontanarli. Ricambia con altrettanta veemenza quel bacio ma poi si stacca ancora una volta, frapponendo ancora le proprie braccia tra di loro. Si asciuga le labbra con il palmo della mano destra in un gesto sbrigativo e poi raccoglie il coraggio per fare ciò che prima non era riuscita a portare a compimento. Ancora una volta afferra i lembi della propria maglietta, piegandosi leggermente in avanti per farlo, e poi con altrettanta lentezza inizia a tirarla su, facendo passare il capo nell’apertura della scollatura e poi ancora facendo uscire entrambe le braccia appena alzate sul capo e in un gesto lento si disfa del proprio indumento, lasciandolo cadere a terra accanto ai propri piedi. Rimane dunque mezza nuda, mostrando la pelle candida del corpo minuto e adesso, senza vestiti, è evidente quanto le ossa sporgano un po’ più del normale soprattutto quelle delle spalle e del bacino. A coprirla, ora sono rimasti solo i neri indumenti intimi ed i capelli rosa che le ricadono scarmigliati lungo il petto. Inspira lentamente l’aria presente nella stanza, dilatando le narici come se non riuscisse a respirare bene da sola e adesso che, forse, ha compiuto il passo più lungo della gamba abbassa nuovamente lo sguardo come se fosse colpevole ed è estremamente diversa rispetto a prima, quando provocando il ragazzo con gesti e parole non avvertiva l’imbarazzo che ora le imporpora le gote. Le serve qualche attimo prima di riuscire ad alzare nuovamente lo sguardo sul volto di Raoku, con lo sguardo di chi si aspetta una reazione probabilmente negativa ma che ha compiuto solamente seguendo un istinto che ora sembra averla abbandonata. Si stringe nelle spalle afferrando le proprie braccia con le mani fino a formare una “x” che le copre il seno o almeno che cerca di coprirlo maggiormente poiché già parzialmente coperto dai lunghi capelli rosa. Le ginocchia vengono unite tra di loro e le gambe strette sempre seguendo quel moto di imbarazzo che ancora le colora le guance. Solo il suo respiro si è fatto più forte, come se soffiasse da naso tanto da essere costretta a schiudere le labbra per respirare ed ancora lancerebbe quello sguardo al Nara, quello sguardo che significa “salvami”.

00:11 Raoku:
  [Casa di Raoku] Scariche elettriche percorrono la spina dorsale del giovane Nara, il respiro si fonde a quello della sedicenne mentre un'oscurità più intensa lo pervade, anzi sembra pervadere entrambi spegnendo anche la tenue luce che illumina la stanza da letto in cui si trovano. È un oblio totale, e al tempo stesso l'estasi stessa dei sensi. Il sapore delle labbra di Azumi sembra essere ciò che ha sempre ricercato, ciò che di più gustoso le sue papille potevano assaggiare; il profumo lievemente floreale della ragazza che gli ha ottenebrato a lungo le nari si è mischiato adesso ad un odore ancora più intenso, quello della pelle accaldata della sedicenne, un mix letale per il giovane Nara che ne è come soggiogato, un tossico in piena overdose della droga più spinta e potente di cui dispone. I rumori ormai sono assopiti, presenti ma sullo sfondo come una sinfonia di accompagnamento al rimbombare incessante dei loro cuori: da tanto che batte forte il proprio Raoku ha infatti come la sensazione che i battiti siano doppi nella propria testa, forse li sente davvero data la vicinanza estrema dei loro corpi, forse è solo la sua immaginazione spinta ormai in una zona grigia dove qualunque controllo risulterebbe vano. La vista contribuisce poco a quel marasma di sensazioni: gli occhi sono socchiusi, e solo brevi sprazzi di di pelle candida, di ciglia tremanti, di ciuffi di capelli rosa sparsi occupano un campo visivo che è più dettato da flash annebbiati che da altro. È il tatto però che più di ogni altro spinge per diventare il senso dominante tra tutti, in quell'alternanza cacofonica di impulsi che arrivano come scariche che scuotono mente e coscienza del genin. Il tatto che ne richiama l'attenzione, che è espressione della sua voglia e che è combattuto al tempo stesso dalla sua tenerezza. Il tatto che freme e che si trattiene, così come le mani di Raoku che scorrono sul corpo della ragazza ma si sforzano di mantenersi in zone di sicurezza, che stringono al corpo del ragazzo il corpo minuto di Azumi e che un attimo dopo si perdono in carezze delicate lungo la curva sinuosa della silhouette della giovane, come a trasmetterle dolcezza e non irruenza. Ma è il senso predominante perché, a differenza degli altri, grida nella testa del ragazzo la voglia di esigere di più, di oltrepassare l'ostacolo rappresentato dalle vesti che entrambi ancora indossano, di poter accarezzare il colpo caldo di Azumi e non quella maglietta che sempre più pare diventare un impiccio. Un'esigenza che pare riflettersi anche nella stessa sedicenne che, ancora una vota, proprio quando sembrava persa come una preda nella trappola di un cacciatore, riesce a sorprenderlo ancora una volta, rivelando il suo duplice volto di preda e carnefice al tempo stesso. Rispondendo ad un istinto più estremo e profondo di quanto lo sia la razionalità, è lei a togliersi quell'indumento rimanendo in intimo di fronte a lui, scoprendo interamente il suo corpo al suo sguardo. Sì, perché gli occhi di Raoku, non appena lei si scosta, distaccandosi da quei baci frementi e quasi animaleschi (tanto da lasciare tracce e rimasugli sulle labbra di entrambi), si aprirebbero godendosi in pieno stupore la bellezza di quel corpo semi-nudo, di quel corpo che è la forma più pura e lampante del desiderio che brucia le sue carni e il suo animo come un'inestinguibile fiamma dall'interno. Noterebbe il pallore candido del suo corpo illuminato dalla luce fioca della stanza e da quella della luna che filtra dalla finestra posta alle spalle del Nara, e al tempo stesso coglierebbe la vena accesa di imbarazzo che lei pare provare, arrossendo in volto e incrociando le braccia come in un paradossale e anacronistico coprirsi dopo essersi spogliata. Raoku, invece, per la prima volta da quando la conosce - e rimanendo sorpreso a sua volta anche di questo - non si imbarazza. Il suo volto è stupito, come se non si aspettasse ciò che vede. E ancora una volta, ancora di più, interiormente si sorprende: non è stupito del fatto che Azumi sia nuda, ma di qualcos'altro. Qualcosa che non sa spiegare, ma che improvvisamente gli ha fatto perdere completamente la concezione del proprio battito cardiaco, del caldo, degli odori e di tutto il resto. <Sei...Azumi...> si avvicinerebbe di un passo a lei, gli occhi che dal suo corpo si soffermano sul suo volto, le mani del ragazzo che si allungherebbero ad accarezzare le braccia della ragazza, dolcemente, teneramente, mente in lui matura la consapevolezza che il suo battito cardiaco non si è semplicemente fermato: sembra rallentato, il "bum" arriva, sordo, nei propri timpani ma è come intervallato da quelli che gli paiono minuti interi di vuoto assoluto, come quando si effettua un balzo da un'altezza vertiginosa e non si avverte più il terreno sotto ai propri piedi nella caduta. <...sei bellissima, Azumi...> la mano destra si alzerebbe, andrebbe ad accarezzarle il collo e il volto, cercando di spostarne lo sguardo dal guardare verso il basso al proprio volto, ai propri occhi verdi specchio dell'amore e del marasma di emozioni che prova in quel momento e che sì, gli imporporano leggermente le guance ma senza bloccarlo, non più ormai. Non sa cosa fare, non sa come muoversi, ma è l'istinto ancora una volta che pare dominare il suo corpo rispettandone l'indole e mosso dal sentimento - perché ormai lo riconosce come tale a tutti gli effetti - che si ritrova a provare. La mano sinistra, nel frattempo, tenterebbe con dolcezza di distaccare le braccia di Azumi dal suo corpo, lasciando che lo mostri in tutta la sua bellezza, mentre i suoi passi lo porterebbero ad annullare ancora una volta la distanza che li separa. Si chinerebbe a baciarla, delicatamente dapprima, poi ancora con maggiore passionalità, e nel mentre le braccia andrebbero - qualora lei non si scostasse - a circondarle la vita esile, sollevandola eventualmente (se lei lo permetterà e lo lascerà fare) da terra, stringendola a sé. Se lei non sarà scappata da tutto questo, nè avrà deciso di opporsi e di fermare Raoku, il braccio sinistro del giovane si allungherebbe, trattendola sollevata - visto il poco peso - soltanto con la tensione del braccio destro mentre la mano sinistra, giunta sulla parete d'ingresso nella stanza, andrebbe a tentoni, probabilmente dopo un paio di tentativi, a spegnere la luce. [chk off][Equip. come sopra]

00:46 Azumi:
 E forse si è pentita di essersi spogliata o forse no, ma è quell’imbarazzo che ancora blocca la ragazza come una catena, come un peso. Nonostante la maglietta sia caduta a terra, ora lei sente più caldo è come se tutto il calore del villaggio si sia condensato sulla sua pelle e perfino la bocca è di punto in bianco diventata arsa tanto da costringerla ad umettare le labbra con la punta della lingua, labbra sulle quali sentirebbe ancora il sapore di quelle di Raoku e ancora una volta lo sguardo prende a brillarle di una luce particolare, qualcosa che le fa stringere ancora di più le gambe tra di loro. Trova il coraggio di guardarlo in viso solamente quando lui si è già avvicinato a lei, accarezzandola lentamente e teneramente ma sono quelle mani, quelle carezze a fior di pelle che la fanno tremare maggiormente e che accendono ancora una volta il suo corpo. Freme e forse questo anche lui potrà capirlo senza problemi, percependolo sotto le sue mani. Ancora una volta i due si uniscono in un tenero bacio, sorpassando qualsiasi cosa dall’imbarazzo alla paura. Ed è lei che ora torna a gettarsi contro il suo corpo come se, in qualche modo quasi mistico, ne verrebbe attratta e ha imparato a sue spese che a poco serve opporsi. Quello stesso bacio, poi, diventa più impetuoso, più passionale e ancora una volta più spinto. Si lascia sollevare senza problemi, non si oppone più vinta totalmente dai battiti accelerati del suo cuore, dalla voglia che le brucia sotto la pelle e fin nel profondo. Sente il “clic” della luce si spegne in lontananza come se non appartenesse a quella stanza ma venisse da fuori, da un altro mondo quasi. Ed ora si oppone con tutto il proprio peso per tornare con i piedi a terra o almeno con la punta dei piedi mentre, in maniera un po’ goffa sia per l’inesperienza sia per la foga del momento, con entrambe le mani cercherebbe di sfilare la giacca che forma il primo strato di indumenti del genin, impiegando forse un po’ più tempo del previso ma riuscendoci alla fine. Si disfa di quell’indumento proprio come prima si è disfatta del suo, gettandolo sul pavimento. E mentre quel bacio continua e, ora, le strappa dei piccoli gemiti appena strozzati dalle labbra di Raoku, lo spingerebbe verso il letto con tutta la forza che il proprio corpo possiede, inciampando più di qualche volta nel tragitto ma alla fine troverebbe la sua meta. E chi può dire nelle calde notti di Konoha quello che può succedere magari ogni cosa o magari nulla.[end]

Raoku, da solo a casa dopo il completamento della missione, riceve la visita inaspttata di Azumi. La ragazza si fa raccontare tutto riguardo la missione del genin, dal suo completamente alla cattura di Reykas. Tra un dolce, prospettive per il futuro e ricordi dolorosi dal passato, i due si lasciano trascinare infine dalla passione e dal loro sentimento appena sbocciato finché, vinti, spengono le luci dell'appartamento di Raoku lasciando alla notte il resto di ciò che eventualmente accadrà.