Amore ad alta quota

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20:09 Raoku:
  [Volto Kyūdaime | Estemporanea pre-missione] La brezza del tramonto gli smuove appena i capelli neri che, in ciocche ribelli, finiscono con il contornargli il volto dai tratti marcati mentre lo sguardo di Raoku si perde verso il basso, laggiù dove si stende la vasta distesa di case e luci della sera che è Konohagakure no Sato. I lunghi capelli corvini del giovane, estremamente ribelli, sono raccolti per quanto possibile in un'alta coda morbida sulla nuca: appena sotto il legaccio della coda, la fascia del coprifronte di Konoha si confondo per colore tra quei capelli così neri finché non spunta sulla fronte, dove capeggia il simbolo del Villaggio sulla piastra metallica. Raoku indossa un abbigliamento dal tessuto piuttosto leggero, nonostante sia guarnito come uno shinobi a tutti gli effetti: si sta infatti abituando sempre più a portare con sé l'armamentario necessario per qualunque evenienza. Il busto è rivestito da una canotta di rete indossata a pelle a maniche lunghe, tali da raggiungere la metà degli avambracci; a sua volta la canotta è sormontata da una tunica realizzata con tessuto leggero di un rosso cremisi a mezze maniche che arrivano a rivestire gli arti fino all'altezza del gomito. L'indumento è ben stretto in vita da una fascia di colore nero che cinge il ventre e la parte bassa del busto fino all'inguine. Gli avambracci sono rivestiti invece da due vambracci di cuoio ben allacciati: nella parte inferiore dell'avambraccio destro è posizionato un Fuuda in cui Raoku ha precedentemente sigillato un pugnale kunai con la lama intinta di un veleno composto speciale, mentre nella parte inferiore dell'avambraccio sinistro un secondo Fuuda è posizionato con all'interno sigillato un ulteriore kunai dalla lama intinta, stavolta, di un veleno inibente. Guanti da shinobi senza dita con una piccola placca protettiva sul dorso rivestono le mani, mentre altri 4 Fuuda sono posizionati sul torace (due ai lati del costato, due all'altezza del ventre), a livello della canotta a rete: tutti e quattro contengono sigillati al loro interno altrettanti tronchetti utili per effettuare la tecnica della sostituzione, qualora si ritenesse necessaria, e rimangono celati dal tessuto della tunica. Sul retro della fascia lombare invece, dal lato del fianco sinistro, è posizionata una sacca porta-oggetti: al suo interno, oltre al filo di nylon arrotolato, sono immagazzinate due semplici carte bomba arrotolate in due piccoli rotolini e infilate in un medesimo vano, mentre negli altri due vani rimanenti sono contenute una confezione medica contenente un tonico speicale per rivitalizzare e potenziare il flusso di chakra e un altro involucro contenente un tonico coagulante speciale. Pantaloncini piuttosto affusolati del medesimo colore della tunica fasciano le cosce di Raoku arrivando fin sotto il ginocchio, a livello degli stinchi: sulla coscia destra è posizionato, ben allacciato, un porta-kunai che al suo interno presenta nel primo vano 3 semplici pugnali kunai, nel secondo 2 kunai-bomba (realizzati unendo con un lembo di filo di nylon una carta bomba all'elsa di ciascun kunai) e nel terzo 3 shuriken. Dalla zona appena sotto il ginocchio (in corrispondenza dell'ultima parte, cioè, dei pantaloncini indossati da Raoku) fino alle caviglie di ciascuna gamba il genin indossa anche un ulteriore protezione, due schinieri di cuoio ben stretti intorno ai polpacci. Sandali da ninja neri ben allacciati alle caviglie completano infine il suo outfit. Se ne sta lì, seduto sul volto del Kyūdaime Hokage, ad osservare e ad attendere. Ha infatti recapitato personalmente nel pomeriggio presso l'abitazione un po' fatiscente di Azumi un biglietto con cui la invitava a raggiungerlo lì, sulla testa del Nono, al tramonto. Gliel'aveva promesso in fin dei conti, che avrebbe voluto condividere con lei il suo posto preferito nell'intero Villaggio. Nell'attesa, il giovane genin intanto si dedica al suo solito esercizio di richiamo del chakra. Per prima cosa andrebbe a comporre il sigillo della Capra all'altezza del petto. Composto tale sigillo andrebbe quindi a focalizzarsi sulle proprie energie interiori. Andrebbe quindi ad agglomerare, visualizzandosela mentalmente, l'energia spirituale in una sfera di colore rosso all'altezza della fronte, quindi passerebbe contestualmente a quella fisica che tenterebbe di raccogliere in prossimità del ventre in una sfera dal colore blu acceso. Proverebbe quindi, fatto eventualmente ciò, ad imprimere ad entrambe un moto rotatorio e circolare cercando di spingerle una verso l'altra in un movimento vorticoso intorno all'asse centrale del proprio corpo: l'obiettivo, nelle intenzioni di Raoku, sarebbe quello di farle incontrare e amalgamare armoniosamente all'altezza del petto, proprio in corrispondenza del sigillo precedentemente formato con le mani giunte. Mischiandosi, queste due fonti energetiche dovrebbero dare origine al chakra del giovane Nara il quale andrebbe eventualmente a spandersi attraverso il suo proprio sistema circolatorio in ogni anfratto del suo corpo, rivitalizzando carne e spirito. Qualora gli fosse riuscito, rimarrebbe lì, seduto a gambe incrociate, ad attendere la ragazza dai capelli rosa che tanto è entrata a fondo nel suo cuore. Anche se forse ancora non lo vuole ammettere del tutto a se stesso. [Tentativo impasto chakra 4/4][Chk se on: 30/30][Equip.: Guanti shinobi | Vambracci x2 | Schinieri x2 | Fuuda x 6: 4 tronchetti, 1 kunai veleno composto spec., 1 kunai veleno inibente | Porta-kunai: 3/3 kunai, 2/3 kunai+carta bomba, 3/3 shuriken | Portaoggetti 1: 2 carta bomba, filo nylon, 1 tonico chk speciale, 1 tonico coagulante speciale]

20:23 Azumi:
 Un globoso sole rosso sta lentamente scendendo a culminare il proprio ciclo giornaliero per lasciare il posto alla notte scura mentre il cielo è diviso da due strisce quasi nette quella blu scura della notte e quella rossa del tramonto che ormai è sottile all’orizzonte. La giovane deshi quest’oggi ha ricevuto una sorpresa. E’ stata la madre a consegnarle il messaggio di Raoku poiché lei non era in casa e dunque, all’ora stabilita, è uscita dalla propria abitazione diretta verso il luogo che le è stato indicato. Effettivamente quel posto non è affatto nuovo per lei ed ora, arrivata al finale di tutte le scale che portano alla sommità del monte, si è fermata solamente per riprendere fiato poiché non è abituata ad un elevato sforzo fisico e muscolare di quel genere e velocemente ha ripreso la propria marcia per raggiungere il volto del nono. Azumi indossa un semplice abitino nero dallo scollo a “v” che le lascia le spalle e le braccia scoperte mentre la parte finale del vestito, che è leggermente stretto in vita, le arriva a metà coscia mentre la stoffa è leggermente abbombata da non risultare aderente. Quella stessa stoffa è di un nero vivido segno che, almeno quello, è un acquisto piuttosto recente a differenza dei normali abiti che indossa solitamente. Ai piedi, invece, calza un paio di scarpette di tela grigie allacciate. Eppure qualcosa nella sua figura è diversa o sembra tale dopo un’attenta analisi, i lunghi capelli rosa, infatti, sono stai tagliati e ora le arrivano a metà schiena mentre la frangia le copre sempre la fronte piuttosto ampia. Non fermata più da nulla, la chioma le ricade lungo le spalle e le lambisce il volto pallido illuminato appena dai due grandi occhi celesti che si muovono lentamente a destra e a sinistra per cercare la figura che dovrebbe ormai essere a poca distanza dalla ragazza e che riesce ad individuare in lontananza.

20:46 Raoku:
  [Volto Kyūdaime | Estemporanea pre-missione] Se ne sta lì, il ginocchio destro sollevato su cui è poggiato mollemente il braccio destro mentre la gamba sinistra è piegata sul lato mancino, il ginocchio che crea una V perfetta mentre se ne sta seduto a rimirare il panorama al tramonto. Sembra in pace con il mondo in questo momento, le iridi verdi che si perdono in quel cielo screziato di rosso come se una bestia ferita avesse sparso il suo sangue nel cammino verso il luogo fatale dove spirare l'ultimo fremito di vita. Le tenui nubi che sparse punteggiano la volta celeste sono schermi e specchi di quell'ultimo baleno del sole, rossastre macchie più corpose in una tavolozza screziata di scarlatto come lingue di fuoco. E intanto, dietro di esse, iniziano a spuntare le prime stelle della sera, mentre nella parte più lontana dall'orizzonte questa si fa avanti, timidamente, avanzando le proprie pretese di dominare il cielo. La brezza che spira a quell'altezza aiuta a tenere sotto controllo l'afa che altrimenti si respira nelle vie del Villaggio: lì l'aria pare più pura, più nitida a contatto con gli alveoli dei polmoni. Inspira, abbassando e rialzando il diaframma, mentre attende l'arrivo di Azumi. Già, Azumi: una parte di lui vorrebbe che già fosse lì con lui, un'altra invece freme ancora di paura. Ce n'è una terza però, adesso, ad albergare nell'animo di Raoku. Quella parte che ricorda quel timido bacio che la ragazza gli ha conferito all'uscita del cafè, solo qualche giorno fa. Se si concentra su quel ricordo, gli pare quasi di sentire ancora le labbra morbide della sedicenne poggiarsi per un istante sulle sue. Fortunatamente, prima di perdersi in tali fantasie, avverte che qualcuno sta arrivando lì alla testa del Nono dallo scalpiccio di alcuni passi alle sue spalle. Passi un po' trafelati addirittura. Si volterebbe dunque e, facendo perno sul ginocchio sinistro, si alzerebbe anche in piedi. Istintivamente, tenterebbe anche di concentrare una dose di chakra sulle piante dei piedi e, da lì, sotto le suole dei sandali da shinobi in modo da garantirsi ancora maggiore aderenza lì sulla capoccia del Kyūdaime Hokage. Gli occhi verdi di Raoku cercherebbero quindi la fonte di quei passi e non faticherebbero probabilmente a riconoscere i capelli rosa di Azumi. Anzi, in realtà se ad una prima impressione l'ha riconosciuta, ad un secondo sguardo le iridi del giovane Nara si andrebbero addirittura a sbarrare per lo stupore unendosi alla salivazione che all'improvviso pare nulla e ad un battito cardiaco leggermente più accelerato del normale. Se non si fosse capito, Azumi stasera è praticamente uno schianto: a differenza sua che è venuto lì armato come se dovesse andare in guerra, la deshi si è comprensibilmente messa un po' in tiro. Mai come adesso Raoku si è sentito più inadeguato, ma l'istinto - tanto odiato dal Nara - evidentemente quando è con lei prende il sopravvento spesso. Detto fatto, stabilito eventualmente quel controllo ulteriore del proprio chakra spalmato sulle suole dei sandali, scatterebbe rapido quanto i suoi muscoli irrorati di chakra riescono a fare verso la ragazza. Fermandosi, quindi, laddove la via che unisce i nove crani degli Hokage culmina con l'avvio del cranio del Nono. <Azumi-chan, sei venuta...> lo dice con un tono come se quasi non ci credesse. Salterbebe quindi già dalla testa del Kyūdaime - lunga circa una quindicina di metri - e si avvicinerebbe alla sedicenne. In questo momento sì, l'imbarazzo tornerebbe a farsi sentire. Innanzi tutto perché, come già detto, appare ai suoi occhi come uno schianto di ragazza; e poi perché non sa se baciarla, dando sfogo o meno ai suoi desideri. Opta per qualcosa di più garbato, quantomeno nelle sue intenzioni: si avvicinerebbe alla ragazza, gli occhi sul volto di lei a ricercarne lo sguardo e quelle iridi azzurre così intense, quindi cercherebbe di circondarle (qualora lei se lo lasci fare) la vita con le braccia, un po' impacciato nei movimenti ma ci proverebbe, prima di mormorarle in quel timido abbraccio <Sei...sei davvero bellissima, Azumi-chan> no, neppure l'imbarazzo riesce a frenarlo nonostante le sue guance si imporporino istantaneamente al suono di quelle parole <ti stanno bene i capelli così...> lo ha notato eccome, non potrebbe altrimenti dato che il crine è un tratto peculiare della ragazza. [rilascio chakra base][chk on][Equip. come sopra] [2/4 movimento entro 25 m]

21:10 Azumi:
 Cammina in maniera veloce ma un po’ incerta poiché non abituata a trovarsi ad altezze simili e con il rischio di cadere rovinosamente se solo inciampasse o mettesse in fallo un piede, tuttavia si affretta ancora per bruciare completamente la distanza che la separa da Raoku. Alza perfino il braccio destro in alto per richiamare l’attenzione del ragazzo ma a quanto pare non serve perché anche lui si avvicina a sua volta. Ed ora riesce ad ascoltarne le parole. <Perché credi che non sarei venuta?> Domanda con il sempre eterno sorriso gentile che le fa distendere le labbra rosee. Eppure per qualche istante abbassa lo sguardo mentre con entrambe le mani cerca di tirare verso il basso l’orlo del vestito che non è abituata a portare e che sente, pericolosamente, salire ed arrampicarsi sempre di più verso le proprie gambe ed è per questo che a tratti continua ad abbassarlo nonostante non ce ne sia bisogno. Ormai tra i due la distanza si è azzerata del tutto e non solo nel senso figurato ma anche nel senso fisico poiché il ragazzo si avvicina e le cinge i fianchi con le braccia e lei non si ritira anzi subito dopo alza il capo per riuscire ad osservarlo dritto dritto negli occhi. <Ti ringrazio sei troppo gentile.. Visto che cosa può fare un vestito nuovo?> esclama con una piccola risata che ha il compito di smorzare la tensione e l’imbarazzo. Ancora una volta abbassa il capo, mordendosi il labbro inferiore che tiene per qualche attimo tra i canini ma che libera solamente nel momento in cui sente quella voce, ormai familiare, tornare a rompere il silenzio. <Si.. questa mattina ho cercato di allenarmi ed i capelli lunghi in quella maniera mi davano fastidio quindi ho chiesto a mia madre di tagliarli…> Spiega velocemente mentre la mano destra va a prendere una ciocca di capelli che accarezza appena, percorrendola per tutta la sua interezza e lasciandola ricadere sul proprio petto subito dopo. <Quindi era questo il luogo?> Domanda voltando appena il capo per osservare il panorama che si apre davanti a loro ovvero tutto il villaggio è letteralmente ai loro piedi. <E’ bellissimo..> afferma poco dopo ma subito torna ad osservare l’altro e nonostante appaia calma il sorriso che le anima le labbra è piuttosto agitato tanto che a tratti sembra una smorfia, probabilmente perché non sa ne cosa fare ne come comportarsi . In silenzio, dunque, torna a calare su di loro nonostante sembra che non ci sia molto altro da dire perché quei gesti parlano da soli tanto che la ragazza alza entrambe le mani portando i palmi a contatto con il petto di Raoku in un tocco estremamente leggero e nel farlo andrebbe a diminuire ancora di qualche millimetro la distanza tra di loro. E solo ora che sono praticamente attaccati lui potrà carpire una cosa della ragazza che non ha mai avuto l’occasione di fare, il tenue profumo di fiori che la giovane emana.

21:51 Raoku:
  [Volto Kyūdaime | Estemporanea pre-missione] Come spesso gli accade in compagnia di Azumi, si trova spiazzato di fronte ad un suo semplice sorriso o a quegli occhi azzurri così espressivi e aperti da farlo sentire perso in certi momenti. <Beh, non sapevo innanzi tutto se avessi ricevuto in tempo il messaggio che ho lasciato a casa tua...> ammette, un po' impacciato ora che la distanza tra loro si è totalmente annullata e che avverte sotto ai palmi delle sue mani il corpicino esile della sedicenne <...e poi...mh, non so, un po' di timore che tu non ti facessi viva ce l'avevo, lo ammetto> le guance del giovane Nara hanno già assunto il loro ormai abituale (in compagnia della ragazza) colorito rosato acceso, scarlatto a tratti: in questo senso gli viene incontro il tono dalle cupe screziature del tramonto, nascondendo un po' quell'imporporarsi e garantendogli visibilmente maggiore contegno. Intanto si spreca in complimenti all'aspetto della giovane dai capelli rosa: apprezzamenti che gli affiorano sinceri sulle labbra, come sinceri sono gli occhi del ragazzo che cercano quelli di lei in continuazione, quasi fossero una droga fissarli. <Allora ti prometto che te ne regalerò un altro quanto prima...> le assicura, lasciandosi andare ad una piccola risata che fa eco a quella di Azumi <...anche se non so quanto ti convenga: non me ne intendo troppo di mode e di vestiti..> ammette, rivelandosi ancora una volta leggermente impacciato in quel consapevole limite. D'altra parte il vestiario di Raoku non cambia spesso, anzi: ha un vasto assortimento di tuniche da shinobi, di canone a rete e pantaloncini da ninja perlopiù. Di vesti più eleganti ha giusto un paio di kimono dal taglio maschile che però non indossa quasi mai. La ascolta quindi quando Azumi gli racconta del perché ha deciso di cambiare taglio e, istintivamente, la mano sinistra si alzerebbe andando a sfiorare la mano destra di lei intenta in quel gesto di accarezzarsi una ciocca: qualora lei lo lasciasse fare, andrebbe anche lui a far perdere le proprie dita in quel crine rosa, sfiorando la pelle fresca della mano di lei prima di lasciare risalire delicatamente, per un istante, le proprie dita sul volto della ragazza in una tenue carezza sulla guancia destra di Azumi. Lei però lo riscuote, forse inconsapevolmente, con quella domanda sul luogo. Il che gli riporta alla mente che non può perdere l'occasione di mostrarle quello che voleva. <Hai ragione, è meraviglioso qui...> ammette, sorridendole con un fare caloroso e coinvolgente <...e non hai visto la parte migliore ancora...> le mormora, chinando appena il volto vicino a quello di lei mentre quel tocco delle sue mani sul petto del ragazzo provocano a Raoku lo stesso, dirompente effetto di un piacevolissimo tizzone ardente, scottandolo fino nell'animo. <Devi promettermi di chiudere gli occhi però> le sussurrerebbe, avvicinando le labbra all'orecchio sinistro della ragazza quasi a sfiorarlo con un bacio in quel sussurro. Scosterebbe quindi appena il proprio volto dal suo, giusto per verificare che la ragazza abbia obbedito, quindi - e solo qualora lei abbia acconsentito a chiudere gli occhi - muovendosi con rapidità andrebbe a sganciare il braccio sinistro dal fianco destro di lei e, con un moto fluido del busto e flettendo le ginocchia, andrebbe a passare il suddetto braccio mancino sotto alle ginocchia nude della ragazza. Non penserebbe troppo al bordo del vestito in questo momento, forse Azumi avrà la fortuna di riuscire a tenerselo abbassato o forse ce la farà ugualmente a non suscitare scandalo, ad ogni modo farebbe forza sulla propria muscolatura delle gambe e delle braccia irrorata dal chakra per sollevare il corpicino della sedicenne - tra l'altro un po' sottopeso - prendendola letteralmente in braccio. <Perdonami, Azumi-chan...> le mormorerebbe, imbarazzato come non mai <...ma non è sicuro senza mantenere un controllo sufficiente del proprio chakra...> spiegazione più che logica in effetti <...tieni gli occhi chiusi, non li aprire finché non te lo dico io... e tieniti forte a me...> se ne assicurerebbe ancora una volta, provando un deciso piacere nel pronunciare quell'ultima direttiva, quindi con il chakra ancora ben impastato sotto ai propri piedi scatterebbe rapido com'è venuto - forse appena meno dato che porta una persona in braccio, nonostante sia uno scricciolo come Azumi - portandosi nuovamente sulla testa del Kyūdaime e andando fino al margine estremo della struttura in pietra. Sul bordo del precipizio, se così vogliamo dire, laddove guardando in basso si noterebbe giusto il punto in cui Raoku si sarebbe fermato con i propri piedi e poi lo strapiombo e, ai piedi del monte, la vasta vallata contenente l'intero Villaggio della Foglia che, con l'avanzare della sera, inizia a cospargersi di luci. All'orizzonte, l'ultimo sprazzo di tramonto, lingue infuocate color sangue che percorrono il cielo con le stelle in trasparenza in una moltitudine di colori forti che quasi sembrano riflettersi su ogni cosa presente sotto la volta celeste. <Ora puoi aprirli...> le sussurrerebbe, tenendola stretta a sé in quella posa sollevata tra le proprie braccia per paura che, spaventandosi magari, abbia una reazione inconsulta e pericolosa. [rilascio chakra base][chk on][Equip. come sopra] [2/4 movimento entro 25 m]

22:16 Azumi:
 <Il messaggio me lo ha consegnato mia madre.> spiega con calma mentre le iridi si spostano ancora verso il tramonto, per qualche strana ragione tutta quella situazione le infonde un senso di pace e di serenità che solitamente non riesce a provare ma che in questo momento è padrona della sua anima. <Credi che io sia un mostro insensibile?> Gli domanda riprendendo ad osservarlo sempre con lo stesso sorriso sebbene il tono della voce abbia assunto una sfumatura di velato rimprovero. Non dice più nulla e nel momento che le dita di Raoku entrano a contatto con la propria pelle, lei piegherebbe leggermente il capo verso la sua mano come a ricercare ancora quel fugace contatto, socchiudendo per qualche attimo le palpebre per assaporare al meglio quel momento. La mano, però, viene allontanata velocemente e lei aprirebbe ancora le iridi chiare che punta sul volto dell’altro. Se fino ad ora è stata calma e tranquilla, nel momento in cui il Nara le avvicina le labbra all’orecchio lei ha un fremito che la fa tremare appena e le fa chiudere istintivamente gli occhi e dischiudere appena le labbra. <O..ok non vuoi buttarmi di sotto vero?> Domanda con un pizzico di ironia nella voce ma si fida e quindi chiude gli occhi e quando sente di essere tenuta in braccia, d’istinto allungherebbe le braccia per cingere il collo del razzo in maniera tale da essere ancora più stretta a lui e non correre alcun tipo di rischio. Percepisce che stanno avanzando e forse riesce anche ad intuire dove stanno andando e la sua precedente affermazione la fa sorridere. Riapre gli occhi quando le viene detto e la sua prima reazione sarebbe quella di guardare verso il basso, verso quell’abisso di metri e metri. <Ih.> Esclama quasi involontariamente, voltando rapidamente il capo e nascondendolo contro il petto dell’altro ma, fortunatamente, ha l’accortezza di non reagire in modo strano scalciando o agitandosi con il corpo. Rimane in quella posizione per qualche istante dopodiché, riprendendo il coraggio a quattro mani e ricordando che dovrà diventare una kunoichi, volta il capo decisa ad arginare il primo senso di vertigine che le ha fatto girare la testa e che l’ha costretta a serrare gli occhi. Ora riapre quelle stesse iridi che vengono puntate verso l’orizzonte che inizia a colorarsi di nero, acceso solamente dal brillare intermittente delle stelle. Non parla più ne sembra avere più paura e questo Raoku potrà percepirlo, che il suo corpo è totalmente rilassato, perfino sull’orlo del precipizio. In silenzio gusta quella scena, gusta quel momento e non solo per la bellezza del panorama ma anche per il tepore che proviene dal corpo del Nara, il suo profumo e la presa salda delle sue mani sotto le proprie gambe che in un certo senso la fanno sentire protetta. <Ora è ancora più bello.> Solo dopo alcuni secondi la sua voce risuona nell’oscurità, una voce che trasmette una dolcezza che sembra arrivare da lontano non dalla ragazza che, ora, si rannicchia di più contro il corpo del giovane. <Ti ringrazio…> E quell’ultimo ringraziamento rimane nell’aria ma non è ben capibile cosa significhi, se sta ringraziando il ragazzo per quella vista o per altro.

22:41 Raoku:
  [Volto Kyūdaime | Estemporanea pre-missione] <Sta un po' meglio quindi?> le chiede, gentilmente, nel sentirla parlare della madre. Quella domanda sul ritenerla un mostro insensibile invece gli accende un sorriso dolce in volto, anche se un po' imbarazzato <no, no, nient'affatto Azumi-chan...però...non sapevo se magari...> le guance gli si imporporano appena <...se magari ti eri pentita di qualcosa, ecco...> che si riferisca a quel bacio a dir poco fugace può essere chiaro come no, dipende da ciò che ne coglie Azumi. Intanto il tramonto sta per finire e il momento di godersi quegli ultimi baleni di rosso nel cielo spinge Raoku - FINALMENTE - a prendere un po' di iniziativa in quel loro rapporto. Caricandosela in braccio, e senza neppure eccessivo sforzo visto che il suo corpo è irrorato dal chakra e che Azumi è veramente una piuma in quanto a peso, scatta in avanti inerpicandosi sul cranio del Nono fino a raggiungere l'agognato bordo da dove la vista è a dir poco unica: se già era bella dalla strada panoramica, da quel punto è veramente sensazionale, specie se condito dal senso di vertigine che si prova. La sente irrigidirsi un momento quando le concede di aprire gli occhi, e la cosa non riesce a dispiacergli dato che si avvinghia ancora più stretta a lui. Raoku, dal canto suo, pare finalmente sciogliersi un po', ora che sono lì da soli e che la sente così vicina tanto da inebriarlo con quel profumo fresco e leggero di fiori, quasi un alito di fragranza che gli riempie le nari. Non sembra sfuggirgli, anzi abbassa il capo su quello di lei finendo - pur cercando di non farsi scoprire, ma dati i suoi modi un po' impacciati non è detto che Azumi non se ne accorga - per annusarle delicatamente i capelli, le labbra del genin distese in un sorriso che è l'espressione della serenità. Le braccia del Nara invece andrebbero a stringersi intorno al corpicino di Azumi che manterrebbe sollevato senza troppi sforzi, come a garantirle un senso di ulteriore sicurezza tra le proprie braccia. È così che avverte Azumi rilassarsi, trovare la propria dimensione in quel calore che lui stesso cerca di trasmetterle mentre, dal canto suo, ogni istante in cui sente le sue mani carezzargli e circondargli il collo e le spalle è come se risvegliassero in lui turbamenti nuovi e tutt'altro che sgradevoli. Le stelle intanto iniziano a farsi avanti, sempre più prepotenti insieme all'oscurità della sera, per adesso non un'oscurità totale ma tenue, quasi un manto pacato che prepara il mondo alle tenebre notturne. <Non mi devi ringraziare, Azumi-chan...sono io che dovrei farlo in realtà...> le mormora, lo sguardo che permane per un momento sul paesaggio mentre il sole muore oltre l'orizzonte e una tenue brezza va a carezzare i due giovani abbracciati <sai, questo è il mio posto preferito per un'infinità di motivi. Perché ha un valore storico e morale per il Villaggio, perché è un posto dove si può respirare un po' più di tranquillità rispetto alla città e ti permette di pensare...> le spiega, voltandosi ora verso di lei e avvicinando il capo a quello della sedicenne e parlando a bassa voce, cercando di contribuire a creare una specie di dimensione intima tutta loro <...ma soprattutto perché si può vedere il miglior tramonto di tutta Konoha. Ogni volta che l'ho visto, fin da quando ero piccolo quando sono venuto qui con mio padre e mia madre, mi sono riempito gli occhi di quei colori così belli e caldi, di questa pace...> le mormora, cercando di guardarla negli occhi adesso: Azumi potrà facilmente notare come le iridi verdi del ragazzo siano ferme, sincere, magari un po' emozionate eppure sicure, come a sottolineare quelle parole che le sta sussurrando, mentre lentamente tenterebbe di chinarsi con il volto verso quello della ragazza <...adesso che sono qui con te ho un motivo in più per amare questo posto ancora più di prima, Azumi-chan...>. E sarebbe con queste parole che, prendendo il coraggio a due mani, comprimendo quel nodo stretto che sente al posto delle viscere e dello stomaco e cercando di non pensare al continuo rimbombare del proprio cuore che pare aver preso possesso non solo della sua gola ma anche delle sue tempie, delle orecchie, persino dei bicipiti tesi nel reggere in braccio Azumi, che Raoku tenterebbe - qualora lei non si scosti o glielo impedisca - di coprire quella esigua ormai distanza che separerebbe i loro volti, e ancor meglio le loro labbra. Sarebbero infatti le rosee di Azumi che lui ricercherebbe con le proprie, poggiandovele delicatamente all'inizio ma dopo un istante non si allontanerebbe come la scorsa volta, bensì ricercherebbe ancora quel bacio, trattenendole tra le sue e, cercando di stringerla a sé con quel fare dolce e protettivo, tentando di schiuderle quasi, come un frutto proibito da assaporare piano piano. [rilascio chakra base][chk on][Equip. come sopra]

23:07 Azumi:
 Annuisce alla sua prima domanda ma non aggiunge molto altro perché non è quello ne il luogo ne il momento per parlare di cose del genere. Lascia quindi cadere il discorso molto velocemente. <Sbagliato> Sillaba alla sua successiva affermazione ovvero sull’aver sbagliato qualcosa e sui suoi ripensamenti che, in realtà, non ci sono mai stati e lei va a sottolinearlo scendendo bene ogni lettera di quella breve parola. Rimane dunque in silenzio aspettando che la sorpresa venga rivelata ma percepisce chiaramente che il ragazzo le sta annusando i capelli ma non obbietta anzi le labbra si distenderebbero sopra i denti fino a scoprirli completamente ma da quella posizione lui non potrà vedere la sua espressione. Gli occhi permangono ancora sul villaggio in lontananza ed è un pochino come se stesse volando, sospesa com’è. <Immagino che per un bambino poter trovarsi vicino a questi volti è qualcosa di estremamente motivante, un’ispirazione e si… da qui su c’è davvero una vista da mozzare il fiato. > E dal tono di voce con cui lo dice si evince quanto in realtà sia tranquilla e in pace in quel momento tanto che l’ultima frase di Raoku la accoglie con un sorriso gioioso con tanto di denti in bella mostra. Anche questa volta quando vede l’altro avvicinarsi non si discosta e anzi gli va incontro con il proprio viso, inclinandolo appena per evitare che i loro nasi si scontrino. Gli occhi vengono chiusi e le labbra vengono leggermente dischiuse mentre incontrano quelle del ragazzo e combaciano perfettamente tra di loro. Intanto si andrebbe a spingere con il proprio corpo contro quello del ragazzo ancora di più, imprimendo una leggera forza nelle braccia per accostarsi di più a lui, e questo potrà capirlo perfettamente percependo quella leggera pressione nella parte posteriore del collo. Per un secondo, inoltre, si lascerebbe trasportare da una certa foga nel baciarlo che, però, riesce a mascherare subito costringendosi a rimanere tranquilla.

23:31 Raoku:
  [Volto Kyūdaime | Estemporanea pre-missione] Inutile perdersi in quei discorsi che fanno da preambolo a quel bacio: le parole infatti sono dolci, da parte dei entrambi, convenendo sulla bellezza del luogo ma riferendosi in realtà, forse, anche a qualcos'altro. Qualcosa di particolarmente bello che forse stanno provando entrambi lì, abbracciati sull'orlo del precipizio, sul bordo della testa del Nono con tutta Konohagakure no Sato distesa ai loro piedi, le luci delle case e dei lampioni che creano un nuovo firmamento in tutta la vallata che fa da specchio a quello che sempre con maggiore forza si fa spazio in cielo. Mentre i due giovani si baciano, lasciandosi trasportare e perdendosi l'uno sulle labbra dell'altra, il sole muore definitivamente e l'oscurità prende possesso della sera, avanzando ed imbrunendo sempre più l'atmosfera come a voler calare un morbido velo sulle fatiche del giorno. Raoku dal canto suo di tutto questo si accorgerebbe soltanto dopo: per il momento il mondo intorno al Nara si è come spento e non solo perché le iridi verdi sono coperte dalle palpebre che com'è naturale si sono abbassate nel baciare Azumi. La brezza della sera è l'unico elemento che talvolta, ma in modo quasi insignificante e marginale, fa capolino nella marea di sensazioni che sta provando accarezzando appena la pelle e smuovendo il crine corvino dell'Oshiba. Fulcro di quella nuova ed effimera dimensione in cui si sta felicemente perdendo il giovane Nara sarebbero proprio le labbra di Azumi, quei rosei petali che dapprima accarezza semplicemente con le proprie, quindi assapora con maggiore golosità, quasi fossero appunto un dolce prelibato o un frutto da cui ricavare un prezioso nettare. Quel profumo floreale, dapprima una semplice fragranza leggera, gli ottunde le narici, gli invade i sensi finanche ad appannargli la mente tanto che deve sforzarsi mentalmente per mantenere la presa sul proprio chakra plasmato già in precedenza sotto le piante dei piedi e sotto le suole dei sandali. E lui vi si perde volentieri, morendo su quelle labbra morbide che andrebbe ad assaporare, trattenendole il labbro inferiore tra le proprie labbra per un istante in più, stringendolo appena e gustandosi il sapore di quel morbido frammento di paradiso prima di rilasciarlo, di separare la propria bocca da quella di Azumi. Se lei si è trattenuta, altrettanto - anzi, forse addirittura di più - ha fatto il ragazzo e lei potrà avvertire facilmente, così stretta al suo corpo in quell'abbraccio, il battito cardiaco accelerato di Raoku, il suo respiro appena affannato come se per qualche minuto fosse rimasto in apnea, isolato dalla realtà e perso in un mondo tutto suo, anzi tutto loro. <Azumi...> ripete solo il suo nome come in un sussurro a fil di labbra, dato che non si è scostato comunque quasi per niente dal volto di lei, gli occhi che si sono appena dischiusi ad incontrare forse quelli azzurri della ragazza, qualora abbiano fatto lo stesso. Vi si perderebbe, perfettamente a suo agio adesso, come se quella fosse il posto più bello del mondo, come se tutto sé stesso, anima e corpo, volesse essere lì, con lei, ed ora. E sì, non resisterebbe troppo, come se gli mancasse l'ossigeno adesso. Tenterebbe ancora di baciarla, lasciandosi trasportare maggiormente stavolta, come se non potesse ora dopo aver assaggiato quel frutto poterne fare a meno, potersene distaccare così facilmente. Come se non potesse resisterle avendola lì, abbracciata a lui, desideroso forse quanto lui di quei baci. Se prima è riuscito a mantenersi tranquillo e pacato, adesso come già detto si lascerebbe trasportare maggiormente, provando a schiudere le labbra di lei, gustandosene il sapore con maggior impeto ed arrivando - qualora lei non lo respinga - a ricercare la lingua di lei con la propria, dapprima timidamente, dolcemente, poi nel caso lei risponda a quell'input con maggior intraprendenza, lasciandosi prendere dall'istinto. Almeno per una volta, almeno con lei, sente che può lasciarsi andare. [rilascio chakra base][chk on][Equip. come sopra]

00:00 Azumi:
 Una persona può avere tante sfaccettature e se da una parte Azumi è tutta gentilezza e sorrisi dall’altra nasconde una sicurezza e una passione che ha dell’incredibile e che mai ci si aspetterebbe da una ragazzina così minuta, delicata e , a tratti, innocente. Le mani che circondano il collo del ragazzo si staccano tra di loro e vanno ad aggrapparsi alla sua maglia, serrando i pugni intorno alla stoffa rossa mentre con il busto si tirerebbe leggermente su, drizzandosi perfettamente con la schiena e spingendosi verso l’alto in maniera tale da mantenere una presa maggiormente salda. Probabilmente se ricordasse per qualche istante che un minimo movimento potrebbe farla cadere da altezze indicibili sarebbe più cauta nel muoversi eppure, per ora, obbedisce solamente all’ottenebrazione dei sensi e ad un istinto che le serpeggia lungo tutto il corpo. Riapre gli occhi solo nel momento in cui non avverte più la presenza delle labbra di Raoku sulle sue. Una piccola risata le esce dalle labbra nel sentire il proprio nome, eppure le sue labbra si muovono ancora poiché non riesce a prendere aria dal naso ed è costretta a respirare tramite la bocca dalle quale esce un respiro leggermente affannoso, pesante ma estremamente caldo che l’altro può avvertire direttamente sulle proprie di labbra vista la vicinanza così stretta. Deglutisce appena la ragazza, pulendosi il labbro inferiore con la punta della lingua che ne segue il contorno per qualche attimo prima di tornare al proprio posto. E forse muove quelle stesse labbra per articolare l’inizio di una parola che le muore in bocca perché, giustamente, quello non è il tempo di parlare e il nuovo bacio del giovane la mette a tacere. Risponde con altrettanto vigore a quel bacio sebbene per un unico istante esita, meravigliata da quanto Raoku sia cambiato, mettendo da parte la timidezza. E’ solo l’esitazione di un attimo, però, e nuovamente risponderebbe a tono a quell’ultimo bacio, lasciandosi sfuggire un rantolo soffocato.

00:24 Raoku:
  [Volto Kyūdaime | Estemporanea pre-missione] Raoku ha vinto la propria timidezza iniziale, è vero, ma l'ha fatto solo e unicamente quando le sue incertezze hanno trovato in Azumi ogni risposta che sembravano cercare. Quella rassicurazione gentile e dolce, forse anche un po' ingenua a tratti, ma presente, inebriante. Travolgente, come in questo caso. La stringe tra le proprie braccia eppure, al contempo, viene stretto a sua volta da quel corpicino così minuto da sembrare fragile: mai idea sarebbe più sbagliata, lo dimostra la forza con qui Azumi si avvinghia a lui, con cui lo trae a sé avvincendolo completamente in quel bacio. Lui la desidera, ed è difficile ora nasconderlo, ma - a meno che non si sbagli di grosso - vede rispecchiata nella passione della deshi la sua stessa voglia di lasciarsi andare e di godersi quel momento che è solo loro, lì, in cima al mondo, immersi in una notte incipiente che fa da coltre ulteriore ai loro baci, concedendo loro una pausa dalla timidezza, dall'imbarazzo, dallo scrupolo. Si staccano per un momento le labbra dei due giovani, giusto chi secondi in cui quel nome - il nome di lei - aleggia tra di loro come un tenue alito di vento, come il sospiro caldo di chi è a corto di fiato ma non vuole respirare, vuole tornare ad assaporare quella sensazione di totale annullamento dei sensi che può dare la dolce apnea di un nuovo e più dirompente bacio. È Raoku ancora a prendere l'iniziativa, e giustamente Azumi si sorprenderebbe di quel comportamento così diverso da come è solitamente il giovane Nara: non è che sia cambiato, ma il richiamo di quelle labbra, le sue labbra, è più forte di qualunque remora, di qualunque timore. Insicurezze che con lei ormai sono destinate ad affievolirsi, non svanire ma confondersi come ombre nella notte, fino a far parte dello sfondo del suo essere, ma rimanendo ancorate laggiù dove non possono frenarlo adesso. La stringe a sé, i bicipiti che si tendono ancora gonfiando la rete della canotta e la stoffa della tunica mentre Raoku muove ora qualche passo indietro, giusto un paio, prima di flettere, piano, le leve inferiori. Si accovaccerebbe adesso, andando a sedersi lì sulla roccia che costituisce la parte superiore del cranio del Nono Hokage sul monte dei Volti, distendendo poi le gambe e passando il braccio sinistro da dietro le ginocchia di Azumi lungo le sue gambe e infine - passando ovviamente da sopra il vestitino che ella indossa, ma proseguendo in quella languida carezza - arrivando a circondarle nuovamente la vita, andando ad abbracciarla stretta nel momento in cui nuovamente andrebbe ad interrompere quel secondo bacio, più passionale, che si è scambiato con lei. A malincuore, tra l'altro, come se in realtà una buona parte di lui non volesse staccarsi da lei, volesse continuare a baciarla, a gustarsi il sapore delle sue labbra e della sua lingua intrecciata alla sua. Riapre gli occhi Raoku, ma ha l'espressione come stupita - di sé stesso? Di quello che sta provando? - come attonito di fronte alle sensazioni che gli hanno lasciato quei baci, mentre il profumo di Azumi lo avvolge e pare non volerlo lasciare più. <Domani dovrò affrontare il mio primo incarico...> le rivela in un sussurro che è quasi un soffio, il naso che andrebbe ad appoggiarsi con la parte superiore del setto delicatamente sulla fronte di lei prima di spostarsi, il volto che scorrerebbe delicato come se anche la sua guancia volesse carezzare la corrispettiva della sedicenne, le labbra che sfiorerebbero appena la pelle della deshi scendendo dallo zigomo destro fino all'incavo tra la mandibola e la pelle delicata e sensibile del collo <...non vorrei mai svegliarmi domattina però, vorrei che la notte non finisse più...> parole sussurrate ma che tradiscono la voglia di baciarla ancora, di non lasciarla andare da quella stretta che ora dovrebbe - qualora lei non si discosti - avvolgere il corpo di Azumi stringendolo a quello caldo del Nara. [rilascio chakra base][chk on][Equip. come sopra]

00:46 Azumi:
 Non si aspettava che la serata sarebbe evoluta in questo modo con i due giovani che non riescono a staccare le labbra l’uno dall’altra e che continuano a cercarsi con forza. L’ultimo bacio, quello forse più passionale, dura un lasso di tempo che la ragazza non saprebbe definire tanto è distorto per lei il tempo in questo momento. Forse si trovano lì da ore, forse da minuti non saprebbe dirlo perché la sua mente non funziona più come dovrebbe. Percepisce, però che l’altro indietreggia e si siede per terra su quella roccia estremamente fredda sulla quale si mette in ginocchio facendo attenzione a non sbattere violentemente le ginocchia, appunto, a terra. Asseconda e segue il movimento del ragazzo e rimane davanti a lui, a pochissimi millimetri di distanza, ancora aggrappata su di lui, ancora spinta contro il suo corpo. Ma la realtà piomba sui due troppo presto, le loro labbra si dividono, le palpebre vengono sollevate ed il mondo così com’è torna a rivelarsi, almeno in parte. Respira a stento lei, le labbra ancora dischiuse nell’affannoso onore di trovare ossigeno. Il petto si alza e si abbassa con velocità in risposta a quel fiato mozzato. <Mi..> La voce le esce distorta dalla gola, soffusa e inudibile inizialmente tanto da costringere la ragazza a schiarirla più di una volta. <Ti prego stai attento..> Ancora quella raccomandazione, la stessa che gli aveva già rivolto qualche giorno fa eppure adesso si legge un’accorata preoccupazione nello sguardo chiaro. Ancora una volta freme quando le labbra dell’altro arrivano in prossimità del suo collo e tutto il suo corpo vibra appena tanto da costringerla a fermarsi per qualche attimo prima di ritornare a parlare. <Allora forse è meglio che tu torni a casa, non voglio che rischi di essere stanco e poco presente per colpa mia..> E la mano destra viene alzata fino all’altezza della guancia sinistra del genin, per portare su di essa una leggera e calda carezza.

01:13 Raoku:
  [Volto Kyūdaime | Estemporanea pre-missione] Lasciarsi andare all'onda dell'istinto e della passione, per una volta - o forse per sempre - non sembra in realtà dispiacergli affatto anche se è ben conscio che ciò accade unicamente perché si trova insieme ad Azumi. È questo l'effetto più dirompente che la ragazza ha su di lui: talmente potente da farlo sciogliere con uno sguardo e da dar fuoco alle sue carni con una semplice carezza. Si siede sulla roccia Raoku, trascinando Azumi con sé, il busto del genin eretto comuque e le braccia che circondano il corpicino della deshi con dolcezza eppure allo stesso tempo con fremente desiderio, come se sentisse impellente il bisogno di sentire il calore del suo corpo contro il suo, il respiro di lei affine a quello, un po' affannato e mozzato, che soffia dalle sue labbra appena dischiuse ora che quel bacio così passionale ha trovato una pausa - non fine, non sembra volerne una - lasciando qualche lieve traccia sulle loro labbra: un rivolo appena accennato di saliva, la sensazione di essere adesso incompleto, di aver bisogno di unire la propria bocca a quella della ragazza per poter vivere appieno e dare nuova linfa al proprio mondo. Non si capacita del perché le dice dell'incarico previsto per il giorno successivo, forse è l'impellenza di riempire quel breve silenzio fatto di vibrante attesa, forse è la necessità di dirglielo come per assicurarsi che sì, lei sia informata su dove lui sia. Le iridi verdi di Raoku si perdono in quelle azzurre ed intense di Azumi, nonostante l'oscurità della sera inizia a prendere il sopravvento con le sue ombre sui colori intorno a loro: sono però talmente vicini che può addirittura contarle le ciglia, che quasi quegli occhi gli danno la sensazione di stare per tuffarsi in un mare placido e sereno. Quella raccomandazione gli giunge all'orecchio, identica a quella di un paio di giorni fa quando le aveva annunciato che sì, gli uffici dell'Hokage l'avrebbero probabilmente contattato a giorni visto che ormai è a tutti gli effetti uno shinobi e genin della Foglia. <Non devi preoccuparti per me, Azumi-chan...> le risponde, in quel loro parlare che ormai è diventato un sussurro, come se si accarezzassero anche con le parole oltre che con i loro corpi <...mi hanno detto che qualunque sarà l'incarico che mi affideranno, sarò comunque affiancato da un chūnin per stavolta. Quindi dovrò soltanto fare da supporto, vedrai...> la rassicura, guardandola diritta negli occhi mentre lei lo accarezza premurandosi di non essere un fastidio e che forse è meglio che si diriga a casa per essere riposato. A quel tocco della sua mano fresca però le labbra di Raoku si tenderebbero in un sorriso, il braccio destro che si stringerebbe nel circondare il corpo minuto di Azumi mentre la mano sinistra si porterebbe ad intercettare quella destra di lei sulla propria guancia mancina, andando a trattenerla in quella posizione per poi stringerla delicatamente nel proprio palmo, tra le dita della mancina <No, non c'è altro posto dove vorrei essere adesso se non qui con te, Azumi...> non aggiunge suffissi stavolta, la chiama semplicemente con il suo nome, scandendolo lentamente in quel sospiro che è la sua voce in questa serata che si sono ritagliati in quello che è un loro piccolo anfratto paradisiaco. Si tenderebbe dunque nuovamente verso di lei, andando se lei lo vorrà a colmare ancora una volta quella brevissima distanza tra i loro volti, baciandola con rinnovata passione e al contempo una nuova dolcezza, assaporando quel bacio fino in fondo com'è stato il secondo ma senza l'impeto della foga, gustandosi ogni piccolo dettaglio delle sue labbra, del suo respiro unito al proprio, della sua lingua che andrebbe a ricercare intrecciandovi eventualmente la propria. Non saprebbe quanto a lungo durerebbe questo nuovo bacio, forse secondi, forse minuti, forse qualche era. Il tempo non sembra un problema, il suo scandirsi è una cosa secondaria al momento. Ora c'è lei, qui e adesso, e al Nara non sembra importare di altro. Dopo qualche eone quindi si staccherebbe ancora, il respiro corto, l'amarezza pungente dentro sé di aver ancora una volta interrotto quell'amalgama armonica e bellissima che erano le loro labbra. <...te l'ho detto poi...> le mormorerebbe, il tono caldo e reso roco forse dal desiderio, forse dalla mancanza di un ossigeno che l'aria stessa non sembra in grado di fornirgli in misura sufficiente <...se dovessi correre un qualche serio pericolo domani, non potrei avere rimpianti se passassi queste ore con te...> un sorriso si spanderebbe sul volto di Raoku, le iridi verdi che tornerebbero ad affacciarsi nella notte alla ricerca dello sguardo di lei, i loro volti vicinissimi ancora una volta <tu mi rendi felice, Azumi...e non posso chiedere di più> [rilascio chakra base][chk on][Equip. come sopra]

01:32 Azumi:
 Rimane per qualche secondo in silenzio nell’inutile tentativo di sistemare i propri pensieri, di capire che cosa sta accadendo dentro di lei, dentro il proprio corpo. Non dice nulla all’inizio si limita ad abbassare lo sguardo verso la pietra sottostante e ad annuire con un lento movimento del capo. Il viso però si rialza quasi subito e con esso anche la mano che si intreccia ancora una volta a quella del ragazzo che tenta di abbassare insieme alla sua, ovviamente ancora unite ma lascia crollare il capo sulla sua spalla con la fronte che tocca la stoffa della sua maglia, gli occhi che si chiudono e le narici che cercano di cogliere il suo odore. <Va bene> Conviene alla fine con la voce attutita dalla posizione in cui si trova. La successiva affermazione, però, le fa alzare il capo di scatto tanto che i capelli ondeggiano per qualche attimo davanti al proprio volto. I grandi occhi celesti vengono sgranati come se non potesse credere alle parole che sono appena arrivate al suo orecchio. <Ne.. nemmeno io..> Rivela con un filo di voce ma ancora una volta tutto viene soffocato all’interno di un nuovo bacio, un bacio che questa volta sembra essere più tenero e pregno di aspettative, di promesse e di frasi non dette e che non bisogna dire, solo dimostrare. Ma il bacio inizia e finisce ancora e nel momento in cui il contatto tra le loro labbra viene spezzato lei le unirebbe ancora una volta per rubare un breve e fugace bacio prima di lasciare l’altro parlare. E forse la sua ultima frase colpisce in pieno e perfettamente dove doveva colpire. Le labbra della ragazza vengono dischiuse e gli occhi sgranati ancora una volta in un’espressione quasi attonita e sorpresa mentre una piccola lacrima le scende dall’occhio destro e corre lungo tutta la sua guancia per morire al confine con il mento. <Ra..oku> Lo chiama con un filo di voce, probabilmente perché questa è la prima volta in vita sua che qualcuno riesca a farla sentire accettata, voluta e non sbagliata ed emarginata.

02:00 Raoku:
  [Volto Kyūdaime | Estemporanea pre-missione] Cercare di capire i propri pensieri, di ragionare razionalmente, in un momento come quello, è a dir poco impossibile. Raoku ovviamente ignora del tutto quello che passa per la testa della sedicenne, ma l'Oshiba d'altro canto ne ha già a sufficienza dei propri, di pensieri e sensazioni che non riesce ancora a comprendere e men che meno a catalogare. È felice, indubbiamente, ma non come ha sempre pensato alla felicità: nella sua memoria i momenti felici risalgono ad anni prima, a quando la sua famiglia era unita, ai momenti spensierati passati con suo padre e sua madre. Ma quella - e se ne accorge solo ora con una punta di rammarico quasi - era una felicità infantile, fanciullesca al massimo, una felicità legata alla sicurezza di avere qualcuno pronto a proteggerti e a rischiare la propria vita per te in caso di pericolo. Quella che prova adesso invece è tutta un'altra sensazione: è una felicità che nasce dal profondo, dalle viscere e che risale, arpionando l'anima stessa del giovane Nara e impadronendosi del suo cuore fino alle radici dello stesso. È una felicità che brucia di desiderio, che odora di passione e che al tempo stesso ha il sapore dolce e inebriante della tenerezza. Ma, soprattutto, è una felicità che non gli viene concessa per dono naturale, è un qualcosa che sente di aver cresciuto e fatto sbocciare dentro sé, non da solo ma grazie ad un rispecchiarsi in una seconda persona, Azumi, con cui pare aver trovato il proprio perfetto contrappunto. E c'è tutto questo nei loro gesti, nel suo appoggiarsi con la testa alla spalla di lui, nell'affondare del volto di Raoku nei suoi capelli rosa, andando a solleticare con la punta del naso e con le labbra la pelle candida del collo della deshi, nello stringerla tra le braccia con una delicatezza ma al tempo stesso con una forza che conferiscono un senso di protezione assoluto nei confronti della sedicenne, come se davvero fosse pronto a farle scudo di fronte a tutto pur di vedere ancora il suo sorriso. E non servono parole per esprimere queste sensazioni, bastano una carezza, appena qualche sussurro, i loro fiati e le loro bocche che si uniscono ancora e ancora, assaporandosi, sperimentandosi l'uno con l'altra, semplicemente rubando al tempo e al mondo quei minuti e quelle ore che sono solo proprietà di loro due, della loro neonata intimità nata da un bacio appena rubato e che stanotte, in cima al monte che svetta su Konoha, pare aver preso finalmente il volo. I loro nomi pronunciati vicendevolmente con la stessa trepidazione fanno da richiamo per nuovi baci, per nuove e più tenere carezze. Raoku noterebbe quella lacrima che solca il volto della ragazza dal roseo crine scendendole dall'occhio destro e, senza dire una parola, senza chiedere spiegazioni, muoverebbe il proprio volto verso di essa, sfiorando con la luna del naso il margine dell'occhio destro della ragazza ma solo per un attimo, stando bene attento a non farle male, per poi tentare di posare - qualora lei glielo permetta - le proprie labbra su quella singola goccia che pare rugiada sul volto diafano di lei. Andrebbe a posare quel bacio - casto rispetto agli ultimi che si sono scambiati - partendo dal mento di lei dove è culminata quella lacrima per poi risalire, piano, in una sensuale carezza intervallata ora da un bacio, ora da un altro ancora, ripercorrendo il solco tracciato da quella goccia salata che lascerebbe a bagnargli le labbra. Silenziosamente, fino a sopra lo zigomo, fino a sfiorarle la palpebra con le labbra, prima di scendere ancora a ricercare stavolta la bocca di lei, schiuderla con un bacio pieno, colmo di voluttà, andando a condividere con lei quel nuovo sapore appena salato che avrebbe eventualmente sulla punta delle labbra. Un nuovo bacio cui probabilmente ne seguiranno altri ed altri ancora, trattenendole il labbro, arrivando persino - se glielo concederà - a mordicchiarle appena il roseo inferiore, suggendolo e facendolo suo. Arriverà il momento anche per alzarsi da lì, dirigersi giù per la scalinata e tornare a casa. Ma sarà probabilmente molto più tardi, molto oltre. Perché a quel momento tutto loro, durato un istante, ore, una notte intera chissà, sembra non voler porre un'interruzione. [rilascio chakra base][chk on][Equip. come sopra][END]

02:17 Azumi:
 Il suo corpo trema appena al pensiero che quella lacrima le ha fatto scaturire, al fatto che ora per la prima volta in tutta la sua vita è completamente vulnerabile, completamente scoperta. Perché per la prima volta qualcuno le ha scavato dentro, ha guardato oltre ed ora trema di paura al pensiero che quella sensazione di quiete, di tranquillità e di pace le possano essere portate via, strappandole il cuore. E’ la sensazione di essere alla mercè di un’altra persona e di volerlo essere completamente, di abbandonarsi contro un corpo che sta imparando a conoscere, tra due braccia che la sorreggono e proteggono in quell’intimità nata dal nulla ma che sta prendendo radici profonde come un fiore in procinto di sbocciare. Le mani si aggrappano ancora a lui come se avesse paura di vederlo andare via da un momento all’altro, di vedere svanire tutto nel momento in cui apre gli occhi. Eppure lui è là, lo sente, lo percepisce fino in fondo. Lascia che lui catturi quell’unica lacrima che scompare per lasciare spazio ad una sorta di gioia condivisa, la stessa che ritrova in quei baci di cui sta sera non riesce a fare a meno e che ricerca, che desidera. La notte è lunga o forse è troppo breve perché arriverà il momento del dolore, quello in cui dovranno separarsi ma solo fisicamente perché l’odore del Nara rimarrà con lei, la sua presenza rimarrà al suo fianco almeno fino al prossimo incontro [end]

Raoku dà appuntamento ad Azumi sulla testa del Nono, in cima al monte dei Volti di Pietra, tenendo fede alla promessa di condividere con lei il suo posto preferito nel Villaggio. È il tramonto prima della prima missione del genin e i due, reduci da quel bacio quasi rubato con cui si erano lasciati l'ultima volta, si ritagliano alcune ore di intimità in cui (finalmente) si lasciano andare a qualche tenerezza e alla passione. Scoprendo che le parole, spesso, sono addirittura superflue.