Che sapore hanno i tuoi capelli?

Free

0
0

20:28 Harumi:
 Dice il saggio: mondo di sofferenza, eppure i ciliegi sono in fiore. ~ La luna splende alta nel cielo e una lieve brezza estiva accarezza il crine albino dagli argentei riflessi della principessa della Luna. Appena visibile alla vista altrui questo piccolo scricciolo alto appena 136 centimetri per un peso che si aggira intorno ai 30 Kg, creaturina gracile e delicata che porta con sé il biancore dell’innocenza infantile mentre intanto a lei danzano colori visibili solo ai di lei occhi bianchi e perlati. L’azzurro si lega al bianco intorno al grigio bozzolo mezzo distrutto che racchiude le sue membra, stralci di tinte e quel bozzolo visibile solo all’immaginazione della piccola principessa. Gli occhi bianchi non si presentano tali per via di una cecità o malattia ma sono caratteristici -a quanto ha imparato e compreso- del clan al quale appartiene, la sua vista è quindi perfetta. I movimenti placidi della bambina sono accompagnati dalla sua espressione priva di qualsiasi emozione mostrandosi piatta e apatica ma attenzione che questo piccolo spirito ne prova eccome di sentimenti, lì riconosce e sa cosa e quali sono, la sua maledizione si concentra sull’unico fatto che non riesce ad esprimerli mediante espressioni facciali e tono della voce. Una maledizione che si è però spinta oltre donandole una completa immunità al dolore, pregio e difetto che lei nasconde accuratamente per paura che la via del ninja le venga preclusa. Ora che abbiamo dato voce alla situazione generale della piccola principessa si può passare all’aspetto fisico di come si presenta, oltre ad altezza e costituzione indossa un vestitino leggero di colore blu stretto in vita da un piccolo fiocco nero mentre i piedi calzano dei sandali bianchi giusto appena rovinati. Niente di complicato mentre i capelli albini sono raccolti in una morbida treccia che le cade sulla spalle destra ben chiusa da un elastico blu in tinta col vestitino, invece tra le mani stringe un sacchetto di carta e lo porta come fosse un antico manufatto, ovvero con molta attenzione e delicatezza. Salta all’occhio la lunga cicatrice che si trova al centro del petto e che inizia dove principia lo sterno e continua per tutta la sua lunghezza al di sotto del vestitino, inoltre la bambina è immobile nel mezzo della strada con il visetto puntato all’insù con occhi attenti e distanti ad osservare la luna. [Chk: off]

20:30 Azumi:
  [Strada] Ha da poco finito di cenare la giovane ed uscita di casa per cercare tranquillità nel fresco della sera ed ha lasciato che le proprie gambe e piedi decidessero la direzione della sua passeggiata serale. A quanto pare gli arti hanno scelto il centro del villaggio perché è lungo la strada principale che attraversa Konoha che la ragazza sta camminando tranquillamente e con la solita espressione lievemente assorta nei propri pensieri. La sua è una figura comune, non particolarmente alta, ed anzi bassina per i suoi sedici anni, e dalla corporatura magrolina. I lunghi capelli sono di un tenue colorito rosa, leggermente mossi soprattutto nella parte inferiore che le arriva fino alla fine della schiena. La capigliatura della giovane è divisa in due da una fascia nera posta sulla sommità del capo che le lascia ricadere due ciuffi di capelli lungo il viso pallido ma illuminato da duo occhi di un celeste chiaro, grandi ed espressivi. Indossa porta una maglietta di un rosso scuro a maniche corte e con lo scollo a “v” bordato di bianco in realtà la maglietta le sta grande tanto che è stata adibita a vestito che le arriva a qualche centimetro dal ginocchio ed è stretto in vita da un grande fiocco bianco che mette ancora di più in risalto il fisico snello. Ai piedi calza un semplice paio di stivali neri dalla punta logorato e rovinata tanto che ha assunto una colorazione grigiastra, stivali che le arrivano sotto al ginocchio e che sono allacciati anteriormente da stringhe di cuoio. Non porta nient’altro con se. Continua a camminare lentamente lungo la strada, muovendo il capo lentamente a destra e sinistra per osservare le persone che si sono attardate a rientrare a casa e ne studia i volti come se cercasse qualcuno in particolare o come se cercasse un modo per arginare la noia della solitudine.

20:42 Harumi:
 Non si sta sentendo a suo agio in mezzo alla strada alla mercè della gente che si attarda in quel luogo aperto, sopraffatta da tutti quei colori che vengono emessi da cose, persone e odori inondando ogni suo senso. Fugge a quel mondo che sta imparando a conoscere preferendo perdersi con lo sguardo nell’altro celeste notturno che regna nel cielo scuro in compagnia di sorelle stelle fidate. Protagonista della di lei esistenza la principessa rimane immobile come uno spettro nel mezzo della strada senza preoccuparsi di chi ha intorno a sé, dell’ambiente e si isola facendo lavorare le celluline grigie di fantasia dipingendo su se stessa abiti sfarzosi ed eleganti dai colori tenui e puri che meglio si accosterebbero a una principessa. Evoluzione è la parola chiave della quale ha fatto tesoro dalla discussione avuta con Mekura, un incontro particolare che l’ha fatta riflettere su Konoha e il suo credo, su cerchi ed evoluzioni incontro alle quale il villaggio dovrebbe correre. La bambina ha già mangiato questa sera e ora come al solito si dedica a passeggiate serali anche se in verità la sua figura non sta esercitando movimenti con le di lei gambe e istintivamente le manine si stringono intorno al sacchetto color marrone. Ripensa a quella voce che tanto la idolatrava avvertendo la mancanza di quel mondo che era suo e solo suo, al sicuro nel buio ventre della sua culla con la voce tranquilla del suo bip bip chiedendosi cosa mai potrebbe essere successo poi per farla ritrova qui in questo tempo e in questo punto di un villaggio sconosciuto. Il sacchetto vien retto ora dalla sola mano sinistra intanto che il braccio destro viene levato verso l’alto e disteso verso il cielo, la mano aperta nel disperato tentativo di raggiungere la luna mentre le dita si muovono ad accarezzarne la superficie grazie ad un fine gioco di prospettiva. [Chk: off]

20:56 Azumi:
  [Strada] Passo dopo passo si inoltra sempre di più nel centro del villaggio con le braccia che ondeggiano lungo i rispettivi fianchi e la lunga chioma che segue quello candirsi dei passi, oscillando lentamente a destra e a sinistra. La calma sembra essere padrona nel carattere di Azumi come la tranquillità che traspare dal suo viso che, però, improvvisamente sembra accendersi di una strana luce che si appropria del suo viso, alza la mano verso quella persona che man mano si avvicina, la sagoma di un ragazzo ma strizzando gli occhi per mettere maggiormente a fuoco la persona si avvede della svista. Non è chi credeva che sia e si sbriga ad abbassare la mancina che aveva alzato, facendo finta di ravvivarsi i capelli per cercare di nascondere quella pessima figura tanto che subito dopo abbassa lo sguardo chiaro verso la pavimentazione e lo rialza appena in tempo per accorgersi di essere in rotta di collisione con Harumi. Blocca il passo appena in tempo, evitando di urtare con la propria spalla destra quella della ragazzina dai capelli bianchi. <Oh!> Si lascia sfuggire dalle labbra che si stringono appena. <Perdonami!> esclama, chinando il capo in segno di scuse rispettose, nonostante non abbia urtato per nulla la ragazzina.

21:17 Harumi:
 Si avvedono di una delicata voce le orecchie della bambina, un tono dapprima molto lontano ed ovattato perso nel tempo e nello spazio e tenuto al di fiori del suo guscio e del mondo nel quale si è isolata per solo qualche minuto. Quella voce femminile e tranquilla giunge infine sempre più viva irrompendo nella di lei mente e fantasia, strappandola con violenza dall’isolamento che si era prescelta per rigettarla brutalmente nel tempo e luogo presenti. Il vociare delle persone di passaggio irrompe allora attorno a lei così come i dolori, gli odori e i suoni e ne rimane leggermente stordita anche se l’espressione del viso rimane apatica e neutra. Rientra nel suo campo visivo la figura di una ragazza che non riesce a identificare e nemmeno mettere a fuoco fino a quando non si rende conto che la voce appartiene proprio a lei e allora solleva lo sguardo e piega la testa verso l’alto per via della differenza di altezza cercando di mettere a fuoco colei che si è ritrovata affianco a chiederle perdono. I sentimenti non vengono fisicamente espressi ma può sforzarsi di far uso della voce per cercare di rendersi chiara al prossimo nonostante le costi molta fatica. <Perdonarti… per cosa?> lieve e atona è la voce che viene donata alla fanciulla dai rosati capelli, un’intonazione piatta e priva di emozioni nonostante la mente sua confusa da quello che ha appena sentito non essendosi per nulla accorta del rischio di collisione sventato all’ultimo. La mano viene riabbassata allontanandosi dalla luna tanto amata e torna a stringere il sacchetto che tiene fra le mani. <Che colore dolce e singolare.> pronuncia spostando delicatamente lo sguardo sui capelli della ragazza, osservando rapita la danza dei colori che da lei si levano tingendo la sua visuale di rosa, azzurro e verde, tonalità tranquille e pacate. Stringhe di colore ballerine che si intrecciano davanti al suo viso danzando attorno alla figura della sconosciuta e visibili solo dalla mente della piccola albina. <Viene voglia di mangiarli.> e si vuol sperare che resti solo una fantasia della bambina che mai metterà in pratica. [Chk: off]

21:35 Azumi:
  [Strada] Studia con lo sguardo e con una certa curiosità la bambina che ha davanti e che sembra essersi accorta solo all’ultimo dell’imminente impatto. Nonostante tutto la giovane le sorride calorosamente con tanto di capo che va leggermente ad inclinarsi verso destra e le iridi vengono socchiuse per qualche attimo prima di riaprirsi sul suo volto. <Stavo per venirti contro..> Afferma con un tono di voce estremamente gentile e pacato, quasi carezzevole che ben rispecchia tutta la bontà rinchiusa nella figura della ragazza. <Si?> domanda in modo retorico alla successiva affermazione di Harumi, sfiorandosi distrattamente la ciocca di capelli che le lambisce il volto e che in un boccolo le ricade sul petto. <Credo che sia un colore piuttosto strano ma con il passare del tempo diventa familiare.> Sorride ancora una volta e poi si piega con la schiena, flettendola in avanti per cercare di azzerare la differenza di altezza tra di loro e poterla vedere bene in volto. <Il mio nome è Azumi, comunque.> Si presenta mentre la mano destra viene alzata e la punta dei polpastrelli delle dita sfiorano appena il proprio petto, all’altezza del cuore, per avvalorare maggiormente quell’ affermazione ed il braccio viene poi abbassato lungo il rispettivo fianco.

21:46 Harumi:
 Non le dispiace il tono caldo e gentile della ragazza e la principessa riconosce in lei un carattere socievole e buono che nonostante l’apparente apatia della bambina non viene disprezzato dalla stessa. Le braccia accolgono con maggior veemenza infantile il sacchetto e nel frattempo le labbra si schiudono per lasciare libera ancora una volta la sua piccola voce. <Non me n’ero accorta, stavo guardando la luna.> le parole vengono scandite accuratamente e lo sguardo perlaceo si perde nel rosa dei morbidi capelli della sconosciuta, morbidi almeno all’apparenza perché quei boccoli le danno un’estrema sensazione di delicatezza e dolcezza. <Secondo te che sapore avrebbero i capelli a seconda del loro colore?> una domanda strana e bizzarra viene donata all’attenzione della ragazza dopo aver ascoltato la sua risposta in merito e continuando allora un discorso che non sembra collegarsi minimamente a qualcosa di logico, ma piuttosto più infantile. <I tuoi potrebbero avere il dolce sapore della fragola o dello zucchero.> in tutto questo il suo parlare atono accompagnato all’espressione apatica può rendere tutto inquietante se non fosse per la spontaneità ingenua che comunque dimostra la principessa. <I miei potrebbero sapere di ghiaccio o acqua. Ma non so che sapore potrebbe avere l’acqua. L’acqua sa di acqua.> si perde in divagazioni senza senso abbassando ulteriormente il tono della voce come se si stesse spegnendo, scaricandosi di energia per l’assenza del sole però in realtà subito dopo riprende l’attenzione quando la fanciulla si presenta a lei e la bambina educatamente sa di dover fare altrettanto. La mano destra si leva ancora lasciando il sacchetto solo nella sinistra e anche lei va ad indicarsi al petto dove è presente la di lei cicatrice. <Sono Harumi, la principessa della Luna.> lei è la principessa di quella stirpe lunare di cui la voce le ha parlato, ma non c’è alcun tono di superbia ma nemmeno di scherzo innocentemente infantile, vi crede in tutto e per tutto convinta di essere ciò che dice di essere. In seguito torna a stringere il sacchetto al petto. [Chk: off]

22:00 Azumi:
  [Strada] Ascolta il dire della ragazzina e le sorride con la stessa apparente tranquillità. <Per fortuna non è accaduto nulla di grave!> E cerca di chiudere in quel modo il discorso del loro possibile impatto, semplicemente lasciandolo cadere nel vuoto. La successiva domanda della ragazzina la fa sorride ma sembra voler stare al gioco ed assecondarla. Continua a dare corda al discorso di Harumi con il solito fare gentile <Oh dipende dal colore!> e afferra la stessa ciocca di capelli che aveva sfiorato prima, portandola al disotto delle narici ed inspirando appena il loro odore. <Lo credi? E se ti dicessi che invece hanno l’odore dei fiori?> Afferma con il sorriso che si amplia appena mentre le labbra si assottigliano al disopra dei denti bianchi. <Oppure i tuoi possono sapere di latte, perché no?> Le dice lasciando che gli occhi chiari si posino sui suoi capelli per qualche attimo prima di tornare ad osservarla in volto. Qualche attimo dopo arriva anche la presentazione dell’altra e lei la ascolta con attenzione e nel sentire quel titolo sbatterebbe appena le lunghe ciglia rosee assumendo un’espressione stupita. <Principessa della luna?> Le fa eco, alzando gli occhi verso il cielo in maniera meditabonda come se stesse cercando di ricordare se abbia mai sentito o meno un titolo simile. <ed è per questo che prima stavi guardando la luna?> Ricollega le parole che le ha detto poco prima Harumi stessa. Intanto di tanto in tanto distoglie lo sguardo dalla bimba per osservare le persone che ancora si attardano lungo la strada principale del villaggio.

22:12 Harumi:
 Non spende nemmeno più una sola parola nei confronti dell’argomento che riguardano il scampato impatto tra le due ragazze perché esso perde di significato allontanandosi sempre più dalla mente della bambina cadendo in un oblio profondo del di lei dimenticatoio. Con sorpresa -mal dimostrata- la ragazza di nome Azumi sta al gioco della bambina che forse tanto gioco non era per la piccola principessa, ella infatti prende per vero quello che la ragazza va a verbiare rispetto al profumo dei suoi capelli, osservando con attenzione la ciocca che viene presa ed assaporata. <Fiori.> ripete impensierita. <Posso sentire?> osa fare il passo più lungo della gamba facendosi avanti nel socializzare in un contesto diverso con una persona ancora sconosciuta, lasciandosi sempre più alle spalle quella sua difficoltà nel pronunciare parole in presenza di sconosciuti. La sua mente si sta risvegliando dal tepore del mondo che fu suo abbracciando con sguardo nuovo un mondo diverso e mai visto prima nel quale sta cercando di trovare il di lei posto. V’è quindi un gesto impulsivo della bambina che la porta ad avvicinarsi pericolosamente alla ragazza attendendo e sperando che ella le faccia sentire il profumo dei suoi capelli intanto che la mano destra torna a levarsi dal sacchetto per toccare la propria treccia albina. <Il latte non mi fa impazzire molto.> sarebbe un gran dispiacere per lei avere il crine dal profumo di latte. Si sofferma poi a riguardare con occhio attento e carico di desiderio la luna alta nel cielo ogni tanto nascosta da qualche nuvola portando un cenno di assenso alla domanda della ragazza. <Si, esatto. Dalla Luna.> ne è più che certa nella sua ingenuità e fantasia che poco ha di finzione in questo suo dire un po’ stralunato. Sguardo perlaceo che ora si sposta per abbassarsi ad osservare il contenuto di quel sacchetto permettendosi di perdersi in un lungo silenzio prima di tornar a riprendere parola verso la dolce Azumi. <Vuoi… un po’?> chiede riferendosi al contenuto ancora misterioso e sollevando lo sguardo per incrociare i bellissimi occhi azzurri della ragazza che ha di fronte. [Chk: off]

22:25 Azumi:
  [Strada] Alla domanda della ragazza sorride, effettivamente non sta scherzando perché nel momento stesso in cui annuisce, se la giovane prenderà la sua ciocca di capelli potrà sentire che emana un lieve sentore di rosa misto ad un altro fiore non bene identificato. Non rivela alla ragazzina che il profumo di quei capelli deriva dal perenne contatto con i fiori di cui la propria casa è colma ma lascerebbe immaginare che è quel colore pallido a portare il profumo del proprio crine. <Ti piace?> domanda sempre sorridendo. <Allora sicuramente no sapranno di latte, effettivamente sono troppo pallidi per sapere di latte secondo me hanno il sapore dell’acqua si.> Le dice in maniera del tutto convinta, tanto che la sua espressione si fa leggermente più seria rispetto alla precedente, annuendo anche con un lento movimento del capo. Socchiude appena gli occhi, lasciando che la loro grandezza si dimezzi in un’espressione lievemente triste, non sa se la ragazzina stia dicendo la realtà o la sua sia solo fantasia ma ha deciso di assecondare il suo dire. <Allora dovrai sentirti sola qui, nel villaggio.> Le dice stringe le labbra che diventano un’ unica apertura verticale rosata. Allunga il collo per vedere che cosa le viene offerto, ma quel gesto è reso nullo poiché il suo sguardo non riesce a carpire nulla dietro la stoffa della sacca. <No ti ringrazio, ho finito da poco di mangiare.> Le rivela con un sorriso. <ti capita spesso di camminare da sola per il villaggio di sera?> Domanda poi, con un pizzico di apprensione nella voce.

22:37 Harumi:
 Inspira l’aria che accompagna il profumo di rose e altri fiori non riconoscibili dalla principessa mentre si assicura di annusare accuratamente la ciocca che le viene offerta, possibilmente allunga anche una mano per accarezzarla desiderando profondamente di avvertire la sensazione tattile che i suoi capelli possono donarle. <Mi piace, ti rispecchia.> per quel che vale da un primo e fugace incontro ha potuto notare la dolcezza e la gentilezza di Azumi, la quale fa sentire più al sicuro la piccola bimba sempre meno sperduta in quel mondo del quale ora sta dubitando per via dell’esperienza di Mekura. <Acqua, ghiaccio… oppure zucchero. Forse sanno d’inverno e neve, o hanno il sapore della luna.> l’espressione priva di emozioni non fanno intendere se stia scherzando e mette ogni sua parola su un piano serio, in silenzio però rimane dopo che ascolta le successive parole che le vengono donate dalla ragazza, dapprima sulla sensazione di solitudine. Un cenno di assenso lento e delicato vien donato in risposta. <Si, è vero. Mi sono sentita sola e sperduta in un mondo a me sconosciuto. Ma ho potuto imparare e studiare e ho avuto l’aiuto di persone gentili.> è stata fortunata in questo ed è riuscita a non finire in balia di altri tipi di persone. <Io… ho studiato in Accademia, mi sono impegnata molto.> ancora in attesa di poter affrontare l’esame che la definirà come genin, ma è soddisfatta dei risultati che ha potuto ottenere col di lei impegno. <Sono mochi.> le rivela il contenuto del sacchetto ovvero quei dolci che ha conosciuto grazie a Mekura solo la sera precedente. <Se lo desideri li condivido volentieri con te, ma devi fare attenzione perché sono molto pastosi.> la informa e si stringe il sacchetto come se quella condivisione fosse in qualche modo importante per la piccola principessa. <Mi piace camminare la sera perché posso vedere la luna. E’ l’unico momento in cui si mostra, anche se preferisco vederla dal Monte, è lì che stavo andando.> si premura di raccontare qualcosa di più sugli obiettivi che si era prefissata prima di uscire dalla casa di Kaori. [Chk: off]

22:53 Azumi:
  [Strada] Lascia che la ragazzina le odori i capelli che anche al tatto sono morbidi e dall’aspetto vaporoso. <Ti ringrazio anche i tuoi capelli sono davvero belli e sicuramente visto che sei la principessa della luna avranno a che fare con lei, sicuramente!> Esclama sorridendo maggiormente e quando sente parlare dell’Accademia i suoi occhi si illuminano ancora della solita eccitazione che li fa brillare ogni qualvolta si parla di Accademia, ninja, tecniche e cose simili e pure questa volta cercherebbe di arginare la propria eccitazione pensando ad altro, ad esempio alla successiva affermazione della bambina. <L’allenamento e lo studio riescono sempre a far pensare poco, è un bene che tu abbia trovato un passatempo nello studio, in questo modo puoi arricchirti anche a questo livello.> E lo dice alzando la mano destra e puntando il proprio indice alla propria tempia indicando in senso lato il cervello e la mente. Abbassa dunque la mano e si prepara ad ascoltare la successiva affermazione. Sente il nome dei mochi e non può che lasciar uscire la punta rosea della lingua e passarla sul labbro inferiore, velocemente, con il solito fare goloso visto che i dolci sono uno dei suoi più grandi punto deboli sebbene dalla costituzione minuta non sembra affatto. <Magari ne prendo uno se non ti dispiace.> le dice gentilmente. <Capisco.> Dice inizialmente poi con un grande sorriso si rivolge ad Harumi, sempre con la solita allegria. <Allora andiamo, ti accompagno io, almeno non sarai da sola! Che ne dici?> le propone torna ad alzarsi e mettersi ben ritta scon la schiena che le duole appena per la prolungata posizione scorretta.

23:05 Harumi:
 La manina destrorsa s’alza per andare a tastare la di lei treccia albina cercando di eseguire un confronto mentale coi capelli appena toccati della ragazza e quest’ultimo sono molto più voluminosi anche se il crine argenteo della principessa può certo vantare un delizioso effetto seta a contatto. Preferisce però rimanere nel silenzio assoluto per ascoltare le parole dolci e cariche di energia di Azumi, carpendo l’emozione nei suoi occhi non appena si parla di Accademia e la quale sprona una domanda spontanea dalle labbra della piccola principessa. <Tu vai in Accademia? Sei una ninja?> un altro cenno di assenso viene fatto seguire alla sua domanda e alle parole di conferma di Azumi che riguardano lo studio attendo e ricercato come stimolo della mente. Avverte felicità un’emozione che non riesce ancora a dimostrare se si sforza riuscendo a malapena ad imitare il sorriso ma porge il sacchetto alla ragazza permettendole di prendere quanti mochi lei volesse. <Ti piacciono? Li ho appena scoperti.> afferma senza phatos nella voce ma mostrandosi a gesti generosa con la nuova conoscenza appena fatta. <Sono molto difficili da mangiare, attenta.> ci mette una buona dose di premura in quell’avviso non avendo idea che quella difficoltà è solitamente relegata ai bimbi e agli anziani, però non vorrebbe mai che la ragazza appena incontrata possa incorrere a qualche possibile pericolo offerto dalla stessa principessa. Finalmente però l’ultima proposta della ragazza fa scattare nella bambina un meccanismo inconscio nella testa che la spinge a donare un primo e sincero involontario sorriso. Un sorriso speciale data la sua incapacità di mostrare emozioni e che dona solo ad Azumi tutto per lei, del resto quella sua proposta le ha procurato un senso di gioia profondo, non raggiunge i livelli di Sanjuro ma le danno un senso di benessere in ogni caso. Un sorriso che presto muore tornando alla solita apatia seguita da un cenno di assenso che vuole dar conferma alla ragazza dell’accettazione da parte della principessina. <Mi farebbe piacere.> detto questo si incamminerebbe verso il monte premurandosi di restare al fianco della ragazza. <Mi piacciono i colori che danzano intorno a te.> afferma dopo un lungo silenzio guardando la strada avanti a sé. [Chk: off]

23:23 Azumi:
  [Strada] Ancora cerca di non far trapelare dai suoi comportamenti quanto la elettrizzi il mondo degli shinobi da cui è stata separata per molto tempo , ma la maggior parte delle volte fallisce colta in fallo da quell’entusiasmo . <No sono semplicemente una studentessa dell’ Accademia. Una deshi.> Le spiega sebbene dalla voce traspare una sorta di vergogna per essere alla sua età ancora una studentessa e nulla di più. Sospira sonoramente, inspirando dal naso una grande quantità d’aria che lascia poi uscire dalle labbra dischiuse. <Comunque..> Lascia cadere anche quell’argomento visto che non è proprio uno dei suoi favoriti. <Certo! Io adoro qualsiasi tipo di dolce e a te piacciono?> Domanda mentre allunga la mano, infilandola nella sacca e tirando fuori quel dolcetto bianco e rotondo. <Oppure i tuoi capelli sanno di Mochi..> Afferma riprendendo il discorso precedente con un sorriso mentre porta il dolcetto alle labbra e lo morde lentamente, masticandolo con altrettanta calma per evitare che le si attacchi per tutto il palato e sui denti, facendo anche bene attenzione a non fare alcun rumore di sorta. Quel sorriso spontaneo che la ragazzina le mostra non le passa in osservato <Sei davvero carina quando sorridi.> Le dice inclinando il capo e iniziando a camminare in direzione del Monte degli Hokage. <Come mai? Ti piace il rosa?> Le domanda in quel modo a sua volta totalmente ingenuo mentre prende un secondo morso del dolcetto, osservando la marmellata di fagiolo rosso che diventa più evidente morso dopo morso.

23:35 Harumi:
 Innalza lo sguardo verso la luna sentendo la necessità di tanto in tanto di perdersi in quel pallore astrale che gioca a nascondino con le nuvole e nello stesso momento non discosta la sua attenzione dal dire entusiasta e un poco vergognoso di Azumi in favore dell’Accademia. <Anche io, ma ho finito tutte le lezioni. Sono in attesa dell’esame finale. E tu? A che punto sei?> risveglia la sua curiosità non cogliendo il desiderio della ragazza di far cadere l’argomento visto che per la bambina il fattore età legato all’essere deshi non è un problema, per lei che poco conosce in realtà quel mondo è la normalità. <Si, mi piacciono i dolci.> afferma osservando la ragazza pescare un mochi bianco e iniziare a mangiarlo con calma e delicatezza. <Mi piacciono i muffin di Kaori.> aggiunge lesta e sincera tastandosi poi nuovamente la treccia albina all’ultima considerazione sul sapore dei suoi capelli. <Mochi… potrebbe anche essere.> non si immagina comunque il sapore della pasta di fagioli rossi accostato al colore dei di lei capelli e dopo il sorriso sincero e spontaneo per niente previsto e l’essersi incamminata, accoglie quel complimento senza capirlo davvero. <Quando sorrido?> non sembra essersene nemmeno accorta di aver liberato un sentimento dalla rete della sua testa ma ben presto le ci vuole poco per comprenderlo e quindi riprendere la parola. <Oh… grazie.> appare come qualcosa di normale che non le procuri nessun tipo di reazione mentre il cuore invece inizia a battere sempre più velocemente facendo esplodere dentro di lei l’imbarazzo genuino ed infantile misto a felicità. <In verità non ho un colore preferito. Forse l’azzurro e il bianco, si il rosa anche è carino e si accosta all’azzurro.> si ferma prima di divagare troppo ancora una volta. <Ma parlo del rosa, dell’azzurro e del verde che la tua presenza rilascia. Filamenti.> muove le dita come se stesse suonando un’arpa invisibile. <Che danzano su loro stessi e mi raccontano di te.> si dimostra di certo strana nel suo discorrere di codesti argomenti senza logica come se nulla fosse. <Mi chiedevo però…> cambia argomento anche se ancora non lo ha rivelato. <Tu sei nata e cresciuta qui? Cosa ne pensi del villaggio?> una creaturina priva di filtri e connessioni logiche pare, che afferma e chiede tutto quello che le viene in mente senza pensarci due volte. [Chk: off]

23:50 Azumi:
  [Strada] La domanda di Harumi la coglie in fallo perché sono domande a cui non vorrebbe mai rispondere perché la fanno sentire picco, quasi inutile volendo. <Io devo ancora svolgere la mia prima lezione..> Ammette alzando la mancina per grattare all’altezza della tempia in un gesto quasi nervoso. <ma conto di iniziare quanto prima!> Ed ora il suo entusiasmo torna a galla seppure ancora mortificato dal suo essere inesperta. <A chi non piacciono i dolci? Io li adoro!> esclama con allegria ed infatti va a sbocconcellare ancora il suo dolcetto finendolo ben presto. <Ah..> si lascia sfuggire un verso di apprezzamento e di soddisfazione. <Era proprio buono grazie mille!> Sorride alla ragazzine ma torna ben resto ad osservare la strada davanti a se per capire qual è la strada da prendere per arrivare al luogo designato. <Si quando sorridi, sei carina. Prego> Ribadisce con un sorriso e per un po’ rimane in silenzio, godendo del vento serale che le sferza il volto pallido. Alza il sopracciglio destro nel sentire parlare di filamenti, probabilmente perché non ha minimamente compreso ciò che le è stato detto. <che cosa significa?> Le domanda quindi. <che cosa i filamenti e che cosa ti dicono di me?> La voce viene resa appena più avuta dalla curiosità che, come sempre, le sue domande sprigionano. <Del villaggio dici?> Domanda prendendosi il mento tra il pollice e l’indice e alzando lo sguardo verso il cielo, pensierosa. <Si sono nata e cresciuta qui e mi trovo bene sebbene le persone, a volte, non siano proprio le più gentili di questo mondo. Però è il luogo a cui appartengo e farei di tutto per proteggerlo e per proteggere i suoi abitanti.> Un pizzico di orgoglio, ora le brilla negli occhi chiari.

23:59 Harumi:
 <Ho avuto un po’ di difficoltà ad immagazzinare e gestire tutta quella mole di informazioni iniziali.> pronuncia un suo parere su quella prima lezione che però la bambina ha fatto a casa con Kaori, senza andare in Accademia così che la donna abbia potuto aiutarla a rendere più piacevole l’immissione della bambina in un contesto sociale diverso. <Prendi sempre appunti.> totalmente normale per lei che la ragazza debba ancora iniziare, non la vede piccola e neppure inutile ognuno ha i propri tempi e questo è riuscita a comprenderlo. Annuisce con un lieve cenno del capo al ringraziamento della ragazza per il dolcetto senza sentire il bisogno di aggiungere altro che possa essere utile a quella parte della loro conversazione non avendo più nulla da dire in merito al dolciume e allo stesso modo per la questione del sorriso che viene distrattamente messa da una parte buia e piccola della sua testa. <I colori che le persone sprigionano, ma non solo le persone, anche le cose e gli animali. Persino i profumi e le parole hanno un colore, io li vedo.> stranezza o pazzia in ogni caso ne parla come se fosse la cosa più normale del mondo ed è certo che sia normale per il mondo dal quale proviene lei. <Mi dicono che sei una persona dolce e buona. Calda e solare, che esprime tranquillità e senso di quiete e mi piace. Mi fa stare bene.> conclusa quella sua spiegazione è il suo turno invece di ascoltare quanto le viene detto con risposte gentili. <Capisco.> raccoglie quelle informazioni e le tiene per sé continuando ad avanzare in compagnia della ragazza verso i monti. [Chk: off]

00:10 Azumi:
 E si ricorda quelle poche infarinature che le sono state fatte sul mondo degli shinobi ed annuisce in maniera poco convinta perché non ha avuto ancora modo di provare la sensazione dello studio intensivo. <Grazie per il consiglio lo terrò bene a mente!> Esclama voltando il capo in direzione della ragazzina sorridendo. <E allora buona fortuna per il tuo esame> Glielo augura di cuore anche se la conosce da davvero poco tempo. Ascolta con attenzione quello che le viene spiegato in maniera tale da cercare di capire maggiori cose su quell’argomento. <Davvero li vedi? Allora devi avere degli occhi particolari per vederli e poi puoi conoscere da subito una persona, in fin dei conti è una cosa molto utile.> Le dice continuando sempre a camminare, voltando ora verso sinistra per immettersi su un’altra strada. <Mi piace quello che dicono i miei colori e forse mi rispecchiano in pieno.> Le dice ed intanto continuano a camminare una accanto all’altra finchè non arriveranno al Monte e poi sarà ancora premura della Ragazza accompagnare Harumi a casa per evitare che vaghi di notte da sola.[end]

00:17 Harumi:
 Le gambe continua a muovere lungo la strada al fianco della ragazza appena conosciuta e con la quale è riuscita ad instaurare un dialogo spontaneo con tanto di un sorriso. Sono progressi e soddisfazioni che non vede l’ora di far partecipe Kaori, la quale si è prodigata tanto per lei; solo cenni di assenso per quanto riguarda il percorso Accademico di Azumi e il suo augurio. <Grazie, farò del mio meglio.> risposte delicate che sembrano preimpostate nella mente della piccola principessa la quale ancora degna di qualche sguardo sognato la sua Luna alta nel cielo e sempre più dominatrice della notte. <I miei occhi sono speciali a quanto ho capito, si.> non ha compreso ancora come e non crede che però centrino i colori dato che sia Kaori e sia Mekura -che hanno i suoi stessi occhi- non li vedono, ma pensa piuttosto che sia una qualche particolarità della sua testa. Se capisce una persona da essi piuttosto potrebbe essere solo molto recettiva nel leggere i loro comportamenti o avere un intuito più sviluppato che traduce quello che sente in colori. <I miei sono il bianco e l’azzurro, anche a me piacciono i miei. Grazie per venire con me sul Monte.> ripete ancora una volta premurandosi di riuscire a far passare almeno una piccola parte di quello che sente pur non riuscendo ad esprimerlo e spera che le parole possano dare il loro effetto, e in questo modo si avvierebbe con Azumi verso il luogo stabilito e alla fine si fa anche accompagnare a casa senza alcun problema. [fine]

Le due si incontrano per la prima volta e fanno conoscenza parlando di vari argomenti tra i quali il sapore dei capelli in base al loro colore! Poi vanno a passare la serata al Monte, con accompagnamento finale della bambina a casa da parte di Azumi!