Tra una bancarella e un dolce...

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09:45 Raoku:
  [Mercato] Il mercato di Konohagakure no Sato ha sempre il suo fascino. Nel giorno in cui lungo le vie del Villaggio, dal quartiere limitrofo al centro cittadino fino alle strade più centrali e trafficate, compaiono le bancarelle con cibo, abiti, armi ed altre suppellettili casalinghe e shinobistiche la Foglia mostra la sua vera anima, quella del popolo riverso per le strade alla ricerca dell'offerta dell'ultimo minuto. Dal canto suo, Raoku sta semplicemente passeggiando tra le vie limitrofe e più periferiche, con un po' meno gente ad affollarle e qualche prezzo un po' più conveniente soprattutto per quel che riguarda il cibo. È lì infatti principalmente per quello: rifornirsi di un po' di alimenti, anche se a casa poi sta finendo per mangiare giusto a colazione. E stamani nemmeno a quella: infatti il giovane Nara, ancora sprovvisto di sacchetti e quant'altro, palleggia con la mano destra con una semplice mela che, muovendo i suoi passi lungo la via, va ad addentare con voglia strappandone un ampio morso e masticando con gusto, buccia e polpa. Non è uno schizzinoso. I lunghi capelli corvini, estremamente ribelli tanto che alcune ciocche finiscono per incorniciargli in maniera un po' disordinata il volto, sono raccolti per quanto possibile in un'alta coda morbida sulla nuca: appena sotto il legaccio della coda, la fascia del coprifronte di Konoha si confondo per colore tra quei capelli così neri finché non spunta sulla fronte, dove capeggia il simbolo del Villaggio sulla piastra metallica. Raoku indossa un abbigliamento dal tessuto piuttosto leggero, nonostante sia guarnito come uno shinobi a tutti gli effetti. Il busto è rivestito da una canotta di rete indossata a pelle a maniche lunghe, tali da raggiungere la metà degli avambracci; a sua volta la canotta è sormontata da una tunica realizzata con tessuto leggero di un colore rosso scuro, quasi cremisi, a mezze maniche che arrivano a rivestire gli arti fino all'altezza del gomito. L'indumento è ben stretto in vita da una fascia di colore nero che cinge il ventre e la parte bassa del busto fino all'inguine. Gli avambracci sono rivestiti invece da due vambracci di cuoio ben allacciati: nella parte inferiore dell'avambraccio destro è posizionato un Fuuda in cui Raoku ha precedentemente sigillato un pugnale kunai con la lama intinta di un veleno composto speciale, mentre nella parte inferiore dell'avambraccio sinistro un secondo Fuuda è posizionato con all'interno sigillato un ulteriore kunai dalla lama intinta, stavolta, di un veleno inibente. Guanti da shinobi senza dita con una piccola placca protettiva sul dorso rivestono le mani, mentre altri 4 Fuuda sono posizionati sul torace (due ai lati del costato, due all'altezza del ventre), a livello della canotta a rete: tutti e quattro contengono sigillati al loro interno altrettanti tronchetti utili per effettuare la tecnica della sostituzione, qualora si ritenesse necessaria, e rimangono celati dal tessuto della tunica. Sul retro della fascia lombare invece, dal lato del fianco sinistro, è posizionata una sacca porta-oggetti: al suo interno, oltre al filo di nylon arrotolato, sono immagazzinate due semplici carte bomba arrotolate in due piccoli rotolini e infilate in un medesimo vano, mentre negli altri due vani rimanenti sono contenute una confezione medica contenente un tonico speicale per rivitalizzare e potenziare il flusso di chakra e un altro involucro contenente 2 tonici coagulanti speciali. Pantaloncini piuttosto affusolati di colore anch'essi nero fasciano le cosce di Raoku arrivando fin sotto il ginocchio, a livello degli stinchi: sulla coscia destra è posizionato, ben allacciato, un porta-kunai che al suo interno presenta nel primo vano 3 semplici pugnali kunai, nel secondo 2 kunai-bomba (realizzati unendo con un lembo di filo di nylon una carta bomba all'elsa di ciascun kunai) e nel terzo 3 shuriken. Dalla zona appena sotto il ginocchio (in corrispondenza dell'ultima parte, cioè, dei pantaloncini indossati da Raoku) fino alle caviglie di ciascuna gamba il genin indossa anche un ulteriore protezione, due schinieri di cuoio ben stretti intorno ai polpacci. Sandali da ninja neri ben allacciati alle caviglie completano infine il suo outfit. Armato quindi di tutto punto, come ormai è sua abitudine fare anche per abituarsi alla sensazione delle armi e dell'equipaggiamento in ogni momento della sua esistenza, passeggia tra le bancarelle del posto, soffermandosi ora qui, ora là e valutando le varie offerte mentre si avvicina alla parte dedicata principalmente al reparto alimentare. Fermandosi all'improvviso, morderebbe la mela con i denti e, socchiuse le palpebre, andrebbe a comporre con le mani giunte di fronte al petto il sigillo della Capra. Si è infatti dimenticato stamattina ancora di fare il proprio esercizio di risveglio del chakra, soprattutto di mantenerlo attivo per tutta la sua giornata o quantomeno quanto più a lungo possibile. Composto il sigillo andrebbe quindi a focalizzarsi sulle energie interiori: la forza spirituale che agglomererebbe in una sfera rosso sangue all'altezza della fronte, quindi quella fisica che raccoglierebbe in prossimità del ventre in una sfera blu elettrico. Tenterebbe quindi di imprimere ad entrambe un moto rotatorio e circolare provando a spingerle una verso l'altra intorno all'asse centrale del proprio corpo: l'obiettivo sarebbe quello di farle incontrare e amalgamare armoniosamente all'altezza del petto, proprio in corrispondenza del sigillo precedentemente formato con le mani giunte. Mischiandosi, queste due fonti energetiche dovrebbero dare origine al suo chakra che andrebbe a spandere attraverso il suo proprio sistema circolatorio in ogni anfratto del suo corpo, rivitalizzando carne e spirito. Solo a quel punto tornerebbe ad aprire gli occhi e, qualora gli fosse riuscito, a strappare un nuovo morso alla mela riprendendosela in mano dopo averla tenuta per quei pochi secondi necessari ad impastare il chakra sempre ferma tra i denti della bocca. [Tentativo impasto chakra][Chk on: 30/30][Equip.: Guanti shinobi | Vambracci x2 | Schinieri x2 | Fuuda x 6: 4 tronchetti, 1 kunai veleno composto spec., 1 kunai veleno inibente | Porta-kunai: 3/3 kunai, 2/3 kunai+carta bomba, 3/3 shuriken | Portaoggetti: 2 carta bomba, filo nylon, 1 tonico chk speciale, 2 tonici coagulanti speciali][Turno 4/4 (impasto chakra)]

09:57 Azumi:
 La giovane Azumi questa mattina si è decisa ad uscire presto per effettuare qualche acquisto utile per la propria sopravvivenza. È ferma davanti ad una bancarella un pó defilata dalle restanti, probabilmente perché la ragazza odia rimanere in mezzo alla calca di persone che vociano e spingono senza ritegno e proprio per questo è scappata dalla parte principale del mercato per effettuare i suoi acquisti con più calma. Oggi indossa una magliettina rossa a maniche corte e con lo scollo a "v" bordato di bianco come bianco è il fiocco che le stringe la vita e dunque quella maglietta ha la funzione di vestito visto che per lei è abbastanza grande e la parte inferiore le arriva qualche centimetro sopra il ginocchio. Le gambe, quindi, sono nude ed i piedi coperto solo da un paio di scarpette di tela nere dalla suola del medesimo colore e queste sembrano avere un aspetto più o meno nuovo rispetto al suo solito vestiario. I suoi lunghi capelli rosa leggermente ondulati sono lasciati sciolti lungo la schiena e fermati sulla nuca da una fascia di stoffa nera che le lascia ricadere solo due ciuffi davanti al volto del solito pallore. A tracolla ha solamente la borsa nera che le pende dal fianco sinistro. È una bancarella di fior quella davanti la quale la giovane si è fermata e lentamente prende uno dei fiori esposti, un'orchidea di un viola intenso e la porta all'altezza del naso inspirandone l'odore che, però, non esiste. <No questo non profuma...> afferma a bassa voce posando con delicatezza al suo posto il fiore.

10:12 Raoku:
  [Mercato] Una volta risvegliato il proprio chakra, Raoku pare proprio in pace con sé stesso e con il mondo. Con un movimento fluido fa rimbalzare ancora una volta la mela sul proprio palmo destro, lanciandola in aria e riprendendola al volo al momento della caduta libera prima di portarsela alle labbra e staccarne un terzo morso. Masticando lentamente e gustandosi il frutto succoso che di fatto costituisce la sua colazione (almeno per adesso), continua a passeggiare lungo le bancarelle dando un'occhiata qua e là ai prodotti esposti. Diretto alla zona di mercato più propriamente ricca di cibarie, si sofferma tuttavia un istante di fronte all'esposizione di articoli da decoro per kunai. Non ne aveva mai sentito parlare, ancora meglio: non ne capisce l'utilità di decorare con pupazzetti kawaii un'arma che potenzialmente, se ben usata, può pure rivelarsi letale. Ne osserva con sufficienza alcuni: panda sorridenti, shinobi stilizzati, mini-coprifronte con il simbolo del Villaggio. Tutte suppellettili da agganciare al tondo in fondo all'elsa del kunai. <Bah...> borbotta tra sé, passando oltre. Entra quindi in una piccola zona dedicata alla floricultura, alcune bancarelle che espongono unicamente fiori e piante da decoro. L'odore di terriccio umido, di qualche fiore particolarmente aromatico e quei colori dei petali lo riportano per un momento alla sua infanzia, quando la sua famiglia era unita ed integra e sua madre, felice, si occupava dei fiori sul terrazzino dell'appartamento. Fiori che adesso sono scomparsi, soprattutto grazie alla cura di Raoku che, mancando da casa praticamente sempre, è alla pari di zero. Non gli interessano quindi particolarmente i fiori nè la floricultura, quindi ingoiato il precedente boccone di mela si riporta il frutto alle labbra e, voluttuosamente, ne strappa un ulteriore morso sgranocchiandone la polpa solida e apprezzandone il retrogusto asprigno. È in quel momento che, defilata verso una di quelle bancarelle, noterebbe il crine rosa ed inconfondibile di Azumi. In realtà non proprio inconfondibile, dato che una volta proprio lui è stato in grado di confonderla con Furaya, ma stavolta non cade nello stesso tranello: la banda nera che divide la chioma da un paio di ciocche che contornano il volto diafano e soprattutto la forma della silhouette della sedicenne - sì, beh, anche l'occhio di Raoku vuole la sua parte, non è un monaco alla fine - non possono trarlo in inganno stavolta. Istintivamente, senza che le possa controllare, le labbra si tendono in un leggero sorriso, quindi inspirando ed espirando un sospiro si lascerebbe condurre dai propri passi lenti verso quella stessa bancarella. Se ci riuscisse, confondendosi tra la gente che affolla (seppur non in modo soffocante) la via, cercherebbe di avvicinarsi ad Azumi comparendole silenziosamente alle spalle provando a coglierla di sorpresa. Ovviamente ingoierebbe quell'ultimo boccone di mela staccato prima di prendere la parola <Ti facevo più tempo da rose, che da orchidee...> le mormorerebbe quindi, avvicinandosi all'orecchio sinistro della ragazza e palesando - qualora lei non se ne fosse accorta prima - la sua presenza. [Chk on: 30/30][Equip. come sopra]

10:24 Azumi:
 Lo sguardo chiaro vaga sulle varie corolle, inclinando lievemente il capo per studiare i colori con calma ma è sui petali di colore rosa che si fermerebbe più a lungo tanto che la mano destra si allunga ancora per sfilare dal vasetto in cui sono contenuti una grande margherita dall'interno nerastro ma dai petali di un rosa scuro e cangiante. Si rigira con calma il lungo stelo verde tra le dita, facendo roteare la corolla per qualche atto prima di infilarlo nuovamente nel vaso e facendolo si sporgerebbe leggermente in avanti prima di tornare in posizione eretta, con la schiena ben dritta e lo sguardo ancora rivolto ai fiori. Non si accorge della presenza di Raoku alle sue spalle ed è per questo che quando sente la sua voce vicino all'orecchio trasale appena, ma non impiega molto a riconoscere quella voce. <stai cercando di farmi prendere infarto?> domanda voltando il capo con un sorriso.

10:34 Raoku:
  [Mercato] Gli sfuggirebbe una risatina divertita nel notare come quel suo scherzo sia andato a buon fine. Sarà perché stamani si sente più rilassato, chissà come mai (forse è dovuto ai risultati degli ultimi allenamenti al Dojo), sarà perché comunque l'espressione di leggero trasalimento di Azumi lo ha fatto sinceramente divertire, fatto sta che pare più allegro e spensierato. E quello scherzo ne è solo la controprova. <Nah...> le risponde, facendo spallucce e allontanandosi di un passo alla sinsitra della ragazza mentre palleggia ancora con la mela sul palmo destro <solo che ti vedevo così assorta sui fiori che mi pareva un'occasione troppo ghiotta per lasciarmela scappare, tutto qua> ammette, sorridendole di rimando. Il ricordo di quel bacio fugace sulla guancia non è affatto scomparso, e anzi riaffiora con una certa costanza nella mente di Raoku anche nei momenti più impensabili. Tipo questo. La caparbietà del giovane Nara però nel reprimere l'imbarazzo sembra quantomeno dare i suoi primi frutti dato che, almeno per adesso, non è ancora diventato rosso come un peperone pur stando vicino ad Azumi. <Allora, che ci fai qui? Ti interessano davvero gli addobbi floreali o stai solo curiosando in giro?> le chiede, la mano sinistra che andrebbe a sfiorare distrattamente i petali di un'altra orchidea, stavolta dalla fioritura di un giallo intenso screziato da venature rosso fuoco. Si porterebbe quindi contemporaneamente la mela alle labbra, mentre le iridi verdi si perdono per un momento a correre su quelle corolle così colorate, strappandone un nuovo, scrocchiante morso che andrebbe poi a masticare educatamente a bocca chiusa, ascoltando l'eventuale risposta di Azumi. [chk on][Equip. come sopra]

10:50 Azumi:
 La risata del Nara la fa accigliare appena e voltandosi completamente in maniera tale da riuscire a stare di fronte a lui, andrebbe a colpirlo velocemente con il dorso della mano destra al centro del petto mantenendo ancora un'espressione accigliata del viso. Quel colpo, però, non è altro che un buffetto gentile che non vuole far del male all'altro, tanto che poco dopo la giovane scuoterebbe il capo con il solito sorriso tranquillo e pacato.<immagino..la prossima volta colpisci direttamente e facciamo prima!> esclama sorridendo giocosamente. Sospira leggermente alla domanda del genin. <si che tu ci creda o no mi interessano perché è uno dei pochi modi che ho per rendere piacevole la mia casa e soprattutto per renderla più allegra. > Sospira ancora profondamente e quasi amaramente, dopotutto il Nara dovrebbe ricordarsi senza troppi sforzi l'esterno della casa della ragazza che non è poi molto dissimile dall'interno. <Comunque...È una cosa che posso rimandare e poi questi fiori non mi piacciono molto.> e forse lo di e con un tono di voce troppo alto perché il proprietario la guarda, ovviamente, in cagnesco ma a lei non sembra importarle molto visto che restituisce un'occhiata candida all'uomo. <Ti va..> e si volta verso Raoku ora. <Di camminare un pochino? Se non hai nulla da fare ovviamente.> e attende una risposta dal ragazzo mentre gli occhi chiari sostano gentilmente sul suo volto.

11:03 Raoku:
  [Mercato] Finge di incassare il colpo infertogli da Azumi con qualche sordo colpo di tosse, ovviamente ridendo in realtà ancora di più della sua reazione a quello scherzo in fin dei conti innocente. Le iridi di un verde acceso si poserebbero dunque sul volto della sedicenne, andando ad ammirarne i tratti delicati fino ad incatenarsi alle iridi azzurre di lei <ok, sfida accettata...> le risponde giocosamente, una luce un pelo maliziosa negli occhi <la prossima volta allora mi impegnerò per farti prendere uno spavento serio...> la povera sedicenne non ha la minima idea del guaio in cui si è cacciata con quella velata - e forse addirittura non voluta - sfida lanciata all'Oshiba. La osserva lasciare da parte quei fiori che prima stava osservando ascoltandone contemporaneamente le sue parole. Si ricorda benissimo in effetti della catapecchia dove vive Azumi e per un momento, interiormente, si dà del cretino per aver insistito a porle quella domanda consapevole che avrebbe potuto metterla in imbarazzo a parlare della propria situazione economica <Capisco...sì, è un buon modo in effetti. Specie se si ha il pollice verde...> ammette, arrossendo un poco adesso <...anche casa mia ne avrebbe bisogno, il problema è che vivendo da solo ed essendo completamente negato nel prendermene cura, finirei con il farli seccare di continuo. A questo punto preferisco non prenderli neppure> ammette, sospirando e portando lo sguardo dalla sedicenne al proprietario della bancarella, visibilmente infastidito - e comprensibilmente - dai commenti negativi di Azumi <Sì, forse è meglio andare...> borbotterebbe all'indirizzo della giovane quasi coetanea, avvicinandosi a lei con un fare quasi protettivo e passandosi la mela nella mano sinistra, tentando - agendo puramente di istinto, qualora lei se lo lasci fare - di circondarle la vita con il braccio destro: il suo sarebbe un gesto leggero, non certo oppressivo, quasi un invito a seguirlo ad allontanarsi da quella bancarella. Gesto di cui, nel caso lei lo accettasse, andrebbe comunque a ravvedersi dopo pochi passi. Allora sì che salirebbe l'imbarazzo che vedrebbe tornare l'imporporamento delle guance di Raoku tanto a lungo (?) tenuto a bada. Quasi meccanicamente andrebbe a ritrarre il proprio braccio destro la cui mano tornerebbe - per evitare future tentazioni forse? - ad impossessarsi nuovamente della mela che porterebbe alla bocca strappandone un morso che andrebbe a masticare nervosamente prima di ingollarlo. <In realtà dovrei fare qualche acquisto, soprattutto per rifornire la dispensa> ammette, cercando di superare quel momento di impacciato imbarazzo dovuto all'eventuale contatto con il corpo di Azumi <ti va di ... sì beh, di accompagnarmi? Fare compere è una cosa che detesto...> una gran rottura di scatole, in realtà, è questo che pensa: ad Azumi però indora quella pillola. [chk on][Equip. come sopra]

11:20 Azumi:
 Alle prime affermazioni del ragazzo sgranerebbe appena gli occhi che subito dopo prendono un cipiglio serio, insomma i soliti cambiamenti repentini di cui Azumi è preda. <dai si, provaci> afferma mentre le labbra si stendono in un piccolo ghigno che stona visibilmente sul suo volto, come se comunque stesse davvero provando a sfidarlo. Tutta quella pantomima dura, però, solo alcuni istanti perché ovviamente torna subito tranquilla. <ma no! Basta semplicemente annaffiarle qualche volta e tenerle vicino a qualche fonte di luce..ma forse è per me che risulta facile prendermene cura.> incassa il capo qualche attimo nelle spalle come ad indicare che nemmeno lei saprebbe che cosa dire in merito e sola ora si accorge delle occhiate del negoziante e sta per dire qualcosa quando il tocco di Raoku carpisce la sua attenzione e lo guardo si.sposta verso il basso, verso il suo braccio ma non dice nulla e si limita a seguirlo, annuendo solamente con un cenno veloce del capo che le fa tremolare i due ciuffi vicini al viso. Nonostante il ragazzo tolga quasi subito il braccio dalla sua vita, lei, continua a camminarle affianco. <capisco...va bene ti accompagno!> Esclama con un leggero sorriso. < che cosa ti serve?> Domanda ed intanto inizia a vagare con lo sguardo per trovare le bancare che vendono generi alimentari.

11:37 Raoku:
  [Mercato] La sfida è ormai lanciata, e se Azumi conoscesse bene Raoku saprebbe in che razza di inghippo si è andata a cacciare. Ormai è segnata a vita, praticamente, anche se ancora lo ignora. Il ghigno furbesco sul volto del giovane Nara dovrebbe servirle da antipasto, assaggio in degustazione di ciò che un giorno l'attenderà, forse - anzi sicuramente - quando meno se l'aspetta. <Dovrai guardarti per bene le spalle allora, Azumi-san. Non ti accorgerai neppure che sto arrivando...> la minaccia scherzosa dell'Oshiba scudiscia come una frustata, condita però subito dopo da una risata atta a stemperare quell'impasse. Anche perché, intanto, il venditore ambulante di fiori pare davvero guardare male la sedicenne che vorrebbe pure rispondergli se non fosse per Raoku che, armandosi di inconsapevole coraggio, la trascina via in quel modo un po' protettivo un po' marpione. Salvo poi accorgersi della vicinanza e del contatto con il corpo di lei - nonostante lei non sembri quantomeno disprezzare la cosa - e ritirarsi come un imbarazzatisssimo elastico troppo teso nel proprio spazio vitale di sicurezza. Parlarle di quello che deve fare però riesce in qualche modo a distrarlo un po' e a far attenuare seppur leggermente il rossore che gli imporpora le guance. <Mmm...fammi pensare...> la mano sinistra andrebbe alla nuca, grattandosi la zona sotto la fascia del coprifronte alla base del collo con fare pensoso <non sono quasi mai a casa in realtà, quindi più che altro devo comprare solo qualche verdura e un po' di frutta per colazione. E magari del latte di soia, se lo trovo da qualche parte...> cerca di fare mente locale, ma per il resto si ciba o fuori casa o con ramen istantanei o cibi comunque pressoché pronti. È da qualche tempo, da quando ha iniziato i suoi allenamenti intensivi finita l'Accademia, che non trova più il tempo per cucinare una cenetta come si deve <E ho finito le mele stamattina...> ammette infine, palleggiando ancora il frutto morsicato per metà sul suo palmo destro prima di riafferrarlo al volo. Si guarda intorno intanto e, continuando a camminare nella direzione che da dove erano prima si dirige verso la zona più centrale del mercato - e anche quella un po' più affollata - noterebbe qualche bancarella con frutta e qualche verdura esposta <Vieni, seguimi...> le proporrebbe, muovendo i propri passi verso quella direzione e andando a morsicare nuovamente la mela, passandosela istintivamente verso la mano sinistra e lasciando la destra libera e molle lungo il fianco mentre mastica il boccone del frutto cercando di farsi largo tra la calca. <Ohayō, Shukusaru-sama> si rivolgerebbe quindi, una volta eventualmente arrivato a destinazione, all'anziano contadino dietro al bancone, persona che evidentemente conosce essendosi servito in passato da lui al mercato salutandolo garbatamente con un cenno del capo prima di dare un'occhiata alla merce esposta. <A te piace qualcosa in particolare, Azumi-san?> le chiede, curioso di conoscerla sotto quell'aspetto che non ha ancora esplorato della sua persona, voltandosi verso di lei <intendo...non solo qui sulla bancarella. In generale, di cibo...> borbotta, cercando di spiegarsi nonostante non appena gli occhi incrocino quelli della sedicenne senta rimontare prepotentemente l'imbarazzo. [chk on][Equip. come sopra]

11:51 Azumi:
 Azumi, dal canto suo, sembra accogliere quella minaccia con un sorriso di sfida ma non aggiunge altre lasciando che quella minaccia velata rimanga ad aleggiare si di loro. Del fatto che l'altro si ritrae velocemente lo percepisce anche lei ed inclinando il capo , come sempre quando pensa, gli scocca un'occhiata interrogativa quasi a chiedere spiegazioni per quel comportamento. <e se non sei mai a casa le verdure non si rovinano?> Domanda placidamente, mettendo in campo la sua esperienza di casalinga matura. Non riesce nemmeno a formulare il successivo pensiero perché Raoku le intima di seguirlo ma nel momento in cui la giovane sente la sua frase lui è già partito e lei, istintivamente, allunga il braccio e quindi la mano destra per afferrare un lembo della tunica che indossa il ragazzo. Si aggrappa letteralmente a lui. <Aspettami!> protesta e velocemente lo raggiunge, lasciando la presa sul suo vestiario solo quando è nuovamente al suo fianco. <Salve> tornata tranquilla saluta a sua volta il contadino e osserva con calma la sua merce ma questa volta si esume da fare commenti. <i dolci.> l'alto non fa nemmeno in tempo a finire di porle la domanda che lei ha già risposto con il solito sorriso dolce. <anche se non si direbbe>ancora una volta ironica sul proprio aspetto fisico.

12:22 Raoku:
  [Mercato] La sfida è lanciata e quella lieve tensione di giocosa minaccia rimane ad aleggiare appena tra di loro mentre intanto si allontanano dalla bancarella floreale. Azumi gli fa notare sagacemente che le verdure, se raramente rimane a casa ai pasti, rischierebbero di rovinarsi. <Beh, le metto in frigo...> fa spallucce, riflettendo un momento su quel problema che rischia, in effetti, di presentarglisi <però solitamente prendo verdure con conservazione un po' più lunga. Tipo carote, o insalata perlopiù...> le spiega <cose che mangio parecchio insomma. Di solito a casa faccio soltanto un pranzo al volo prima di andare ad allenarmi e preferisco mantenermi sul leggero, anche se ne mangio in una quantità piuttosto elevata> insomma, è un salutista sotto questo punto di vista <soprattutto di frutta ne vado matto. Mangio praticamente di tutto...> le dice, nel mentre in cui scorge la bancarella di Shukusaru. Invitandola a seguirlo, cercherebbe di incunearsi nella folla: un gesto dettato sia dalla necessità di avvicinarsi alla bancarella del fruttivendolo, sia dall'imbarazzo provato per aver circondato con il braccio il corpo di Azumi poco prima. Sentiva il bisogno di evitare di cadere nuovamente in tentazione, come se il camminarle vicino in qualche modo lo spingesse a tentare nuovamente un approccio simile. Se in allenamento osare oltre i propri limiti è una sua caratteristica peculiare, con la ragazza pare invece sforzarsi di evitarlo, cercando di imporsi di fare il contrario anche se con miseri risultati. Non per niente, non appena la sentirà afferrarsi alla sua tunica avvertendo il tirare all'indietro dell'indumento e la protesta della sedicenne di aspettarla, agendo totalmente d'istinto - stamani evidentemente, data la rilassatezza, finisce per dare più retta all'istinto rispetto che altri giorni - sposterebbe la mano destra (libera dalla mela, tenuta con la sinistra) all'indietro andando a staccare la mano di Azumi dal tessuto ma trattenendola - qualora lei non si ritragga - tra le proprie dita e il palmo destro. Un contatto totalmente non programmato, attuato completamente a livello inconscio, istintivo. La mente razionale di Raoku nemmeno ci si sofferma troppo lasciando - qualora non lo interrompa Azumi - che quel contatto con la mano di lei si prolunghi fino a che non raggiungono la bancarella e, nel caso, anche per qualche momento oltre. Si accorgerebbe ovviamente del tepore della mano, ma tale tepore gli apparirebbe particolarmente piacevole e naturale e avvamperebbe in tutto il corpo soltanto quando arriva la pronta risposta di Azumi sulla domanda che le ha posto sul cibo. Nel momento esatto infatti in cui si volta verso di lei alla sua destra si accorgerebbe di tenere ancora nella propria mano dritta la corrispettiva mano destra della giovane - costretta quindi, data la logistica dei movimenti, ad una posa forse neppure troppo comoda (dovrebbe prenderle la sinistra nel proprio palmo per una postura del tutto naturale) - e andrebbe quindi ad allentare immediatamente la presa sulla di lei mano, qualora lei voglia staccarsi da quel contatto. <Uh...i ...i dolci...> quasi l'accorgersi di tenerle la mano - e il consueto rossore da imbarazzo in ebollizione che gli imporpora il volto - gli aveva fatto passare in secondo piano la risposta della ragazza <...eh, no, non si direbbe proprio Azumi-san. Però pure a me piacciono...> insomma, salutista fino ad un certo punto quindi <...non li mangio spesso, questo è vero, però conosco un posto nel centro del Villaggio che fa delle torte buonissime con la panna e la frutta...> sì, ce l'ha ben presente. Era uno dei posti dove spesso da piccolo lo portava sua madre a fare merenda. Ma non era frequentato solo da loro, c'erano anche ragazzi usciti dall'Accademia, coppie giovani e meno giovani... il rossore sulle guance di Raoku torna prepotentemente a farsi sentire tanto che il ragazzo deve costringersi a scostare lo sguardo dalle iridi cerulee di Azumi per passare in rassegna quasi nervosamente la merce esposta dal fruttivendolo <Shukusaru-sama... prenderei un chilo di mele, se non le dispiace. E anche un po' di pesche, se non le dispiace...e quell'ananas lì...dove l'ha trovato?> gli dice, indicando intanto i vari frutti esposti. Intanto che il contadino inizia a sistemare le ordinazioni in una sacca di robusta plastica dalla capienza decisamente ampia e che Raoku potrà poi portare a spalla e a spiegargli che l'ananas è un prodotto da importazione e non proviene dai suoi frutteti, il giovane genin dà l'ultimo morso al torsolo della mela da colazione, masticandolo rapidamente prima di puntare un cestino dietro al bancone e, flettendo in maniera fluida il braccio, tentare di centrare facendo canestro nell'ampio vano dove gettare la spazzatura. Andrebbe quindi a pagare l'ordinazione mentre Shukusaru gli porge la busta con la frutta ordinata. <Arigatō, Shukusaru-sama> lo saluterebbe, voltandosi poi verso Azumi: ancora il rossore sulle guance del giovane sarebbe visibile mentre si piazza la busta a tracolla sulla spalla sinistra <a te serve niente, Azumi-san?> non si capisce bene se sia disposto ad offrirle qualcosa oppure no, la sua sembra essere una proposta un po' vaga o forse solo una richiesta di informazioni. Certo è che, incrociando ancora lo sguardo della sedicenne, gli torna difficile deglutire con normalità. [chk on][Equip. come sopra]

12:42 Azumi:
 Ascolta la risposta del giovane e lentamente sorride. <si ma anche se in frigo dopo quattro o cinque giorni la verdura tende ad appassire..> spiega con calma <ma se resiste, meglio così!> esclama con un sorriso ascoltando anche il resto delle parole del ragazzo e annuendo di tanto in tanto solo per mostrare che sta ascoltando e capendo ciò che le viene detto. Quando la sua mano stringe il tessuto della giacca del ragazzo e lui prontamente la stacca pet andare a prenderla con le proprie mani, lei rimane un tantino sorpresa perché all'inizio credeva che l'altro si stesse o meglio la stesse staccando per allontanarla e quell'attimo di esitazione da parte della ragazza provoca un esito devastante perché la stessa inciampa nei suoi piedi e finisce per sbattere frontalmente contro la parte della schiena e il braccio di Raoku <ahi..> mugola a voce bassa mente si riporta maldestramente al fianco del ragazzo ma ancora lasciando che la sua mano sia stretta in quella di lui. Scrollando il capo, gesto che le fa oscillare tutta la chioma in un vortice rosastro, cerca di riprendersi dalla figuraccia come se non fosse accaduto nulla tanto che gli occhi si fissano sulla bancarella con finta disinvoltura. <che belle mele..> afferma osservando quelle sfere rosse. <uh? Allora presto voglio andarci!> afferma con il sorriso ampio di sempre, alzando appena il capo per poter osservare l'altro meglio visto che lui è notevolmente più alto rispetto a lei.<No..la frutta non mi piace particolarmente...> risponde mentre attende con calma che tutta la frutta, appunto, venga sistemata nella busta.

13:07 Raoku:
  [Mercato] <Beh, come ti dicevo...spesso finisce prima che si possa iniziare a sciupare in realtà...> ammette <forse non sembra, ma mangio parecchio anche quando sono a casa da solo. Poi brucio allenandomi magari, però difficilmente non mi sazio. Sono una buona forchetta, credimi...> le assicura sorridendole e concludendo la questione della conservazione delle cibarie. Avvertirebbe poi, dirigendosi verso la bancarella, quell'inciampo di Azumi ma non lo giudicherebbe affatto un suo atto maldestro. Anzi, la cosa finirebbe con l'imbarazzarlo ancora di più credendo di averla come strattonata e tirata verso sé (cosa che non ha fatto in realtà, afferrandole soltanto la mano) e dunque addossandosene la colpa <Ops...perdonami, Azumi-san...ti sei fatta male?> proverebbe a sincerarsene rapidamente, voltando il capo verso di lei che in quel momento gli sarebbe praticamente addosso con il corpo sul braccio destro: una pressione che il ragazzo avvertirebbe estremamente piacevole per i suoi sensi, e che rende incandescente il suo volto come un tizzone ardente, tanto da provare a discostare lo sguardo per dissimulare. Per questo, arrivati alla bancarella di Shukusaru, si perde a scegliere nervosamente la frutta (forse in misura più abbondante di quella che inizialmente voleva) in modo da cercare di stemperare il nervosismo dettato dall'imbarazzo. Non noterebbe quindi, cercando di imporsi di fissare lo sguardo sulla merce e sul contadino per tutta la durata della trattativa, l'imbarazzo speculare di Azumi di cui andrebbe a lasciare, ma dolcemente stavolta, senza scatti, la mano proprio nel momento in cui - riprendendo a parlare con lei - si accorgerebbe di esservi ancora ancorato. Il rossore imbarazzato sembra ormai essersi impossessato del suo stesso volto ed è difficile che Azumi stessa non lo noti: Shukusaru dal canto suo l'ha notato eccome e pare ridere sotto i suoi lunghi baffi nell'osservare un Raoku straordinariamente impacciato vicino alla sedicenne dai capelli rosa. Azumi che, dal canto suo, è pena ma anche balsamo dell'animo di Raoku: quel suo sorriso nel sentire che conosce un posto vicino al centro cittadino dove mangiare degli ottimi dolci lo contagia, rasserenandone il volto imbarazzato. Le iridi verdi di lui si abbasserebbero ancora sul volto della ragazza, incrociando quegli occhioni azzurri così tanto espressivi <...ehm...ai, certo...> le risponde affermativamente, cercando di superare l'imbarazzo con tutte le sue forze e provando ad apparire più sciolto e a suo agio mentre si sistema la sacca con la frutta appena acquistata sulla spalla sinistra, lasciando il braccio destro mollemente contro il proprio fianco. Si incamminerebbe dunque lungo la strada allontanandosi dalla bancarella <se vuoi un giorno di questi ti ci porto e ci facciamo uno spuntino con i fiocchi...qualche anno fa lavoravo in un locale che serviva spaghetti di soba non lontano da lì, mi ricordo bene dove si trova...> aggiunge. Incamminandosi al fianco - presumibilmente - di Azumi però si accorgerebbe che man mano che si avvicinano verso il centro la calca è maggiore e il contatto tra il suo braccio destro e quello sinistro di lei (se quella fosse la posizione assunta da Azumi) è sempre più inevitabile. Finendo per sfiorarla di continuo, andrebbe quindi a tentare di afferrarle nuovamente la mano - stavolta la ben più comoda mancina - circondandola con il proprio palmo destro. Sarebbe - qualora lei lo lasci fare e non si discosti - un gesto consapevole stavolta, non dettato unicamente dall'istinto: semplicemente, dato che gli si è presentata un'occasione così ghiotta per far apparire tale atto come quasi fortuito, proverebbe ad approfittarne per stabilire quel tenue e comunque estremamente innocente contatto. Innocente per tutti, tranne che per quel disastro con il gentil sesso che ha per nome Raoku Oshiba. <...in effetti...non è lontano da qui, ora che ci penso...> borbotterebbe, riferendosi ovviamente al cafè dove vengono venduti anche i dolci di cui parlava prima <...non so se è aperto a quest'ora e con il mercato cittadino ad intasare le strade, però se vuoi...> si interrompe un istante, spostando lo sguardo di sottecchi su Azumi, come a valutarne le reazioni e a scrutarne il volto <...sì insomma, se vuoi possiamo provare a passarci e vedere se è aperto oppure no...giusto per curiosità....e anche un po' per gola, insomma...un dolcetto ci sta sempre bene...> la voce gli si affievolisce un po' man mano che aumenta il rossore e l'imbarazzo sul suo volto mentre si incarta con le parole e pare pure mancargli un po' il fiato. Si troverebbe sicuramente più a suo agio a combattere o ad elaborare strategie disperate, questo è poco ma sicuro. [chk on][Equip. come sopra]

19:23 Azumi:
 Scuote leggermente il capo al dire del ragazzo mentre la mano libera va a massaggiarsi la spalla che lo ha colpito con movimenti circolari che leniscono la botta. <no, è stata colpa mia sono inciampata.> E lo dice con una punta di imbarazzo per la sbadataggine e per la goffaggine che ha dimostrato e che non dovrebbe essere propria di uno shinobi, anche se alle prime armi. Passato quella sorta di fastidio andrebbe ad alzare nuovamente lo sguardo sul ragazzo ed ora, perfino lei, si accorge del colorito rossastro sulle sue guance. <Raoku kun…> Lo guarda sgranando appena gli occhi. <Sei sicuro di sentirti bene?> Domanda con un tono leggermente preoccupato, spostandosi leggermente verso di lui per cercare di trovarsi in una posizione maggiormente frontale e andrebbe ad allungare il braccio e quindi la mano destra in direzione del suo viso, posizionando il palmo con un tocco estremamente delicato appena al disotto del coprifronte nell’unica porzione di pelle libera come se volesse sentire la sua temperatura e sincerarsi che il ragazzo non abbia la febbre o cose simili. Poiché effettivamente le sembra che sia tutto in ordine ritirerebbe la mano e attenderebbe con calma che l’altro finisca di fare le sue compere. <Davvero?> Nel sentire la parola dolci il suo sguardo si è ringalluzzito tanto che finisce per mostrare un ampio sorriso che le scopre perfino i denti. <Oh si, se è aperto andiamo per favore!> Esclama con il suo solito modo di fare gioviale mentre segue l’altro, addentrandosi man mano nel mercato. Sembra non opporsi al fatto che la sua mano venga stretta d Raoku e anzi si avvicinerebbe maggiormente a lui, finendo per toccare con la propria spalla il braccio di lui. <Certo, un dolce fa sempre piacere, ad ogni ora del giorno e della sera!> esclama quasi estasiata mentre si porta distrattamente la mano libera all’ altezza dello stomaco, massaggiandolo appena.

19:46 Raoku:
  [Mercato] Azumi rivela il suo essere maldestra seppur con una punta di imbarazzo, ma in realtà il sentirla vociare in tal modo, un po' intimidita dalla situazione, e il vederla un poco in difficoltà quasi rassicura Raoku: quantomeno non è il solo ad essere completamente sulle spine in quel momento, anche se il comportamento del ragazzo e le sue insicurezze in effetti hanno del patologico. Insomma, mal comune mezzo gaudio. Arriva addirittura a sorriderle, rasserenato <Oh...meno male...> le dice, accorgendosi ovviamente subito dopo di aver commesso l'ennesima, imbarazzante gaffe nell'esprimere il concetto <...nel senso, non che tu ti sia fatta male ovviamente...né che tu sia inciampata...insomma...che non è colpa mia, ecco...> niente, neppure rivoltata in questo modo gli pare degna come espressione e la cosa gli provoca un ulteriore ascesso di imbarazzo <...intendevo dire, non vorrei mai farti del male, ecco, Azumi-san...> meglio chiuderla lì, prima di ingripparsi in chissà quale volo pindarico o dichiarazione scottante. È evidente però pure per gli occhi di Azumi che qualcosa turbi profondamente il giovane Nara, tant'è che lei si premura che stia bene <...oh...ehm...io...credo...> è come paralizzato: fisicamente sta bene, è mentalmente che ha evidentemente qualche problema. La salivazione gli va sotto il limite minimo, la gola gli si trasforma in breve in un deserto arido come quello del Gobi. Pure il diaframma pare essersi dimenticato di assolvere alle sue funzioni nel momento in cui Azumi gli tocca la fronte con quel suo fare gentile e premuroso, avvicinandosi però a lui. Pericolosamente vicino, soprattutto per le coronarie dell'Oshiba. <...ecco...forse non sto così bene...l'altra sera sono svenuto in effetti...> riesce soltanto a sussurrare quella patetica scusa per il proprio rossore. Patetica perché lo svenimento al Dojo Nara non ha niente a che vedere con le sensazioni che gli fa provare Azumi, ma questo la sedicenne non lo sa di certo. Proseguirebbe quindi a fare compere, isolandosi subito dopo per quei momenti necessari alla trattativa e calmando - ma non placando - i bollenti spiriti che lo agitano più del chakra Katon. Tanto più che, quando si incamminano parlando del cafè in centro, l'entusiasmo di Azumi lo coinvolge aggiungendo alle turbe del diciassettenne pure una leggera dose di spensieratezza condita però da un discreto bastimento di aspettative su come sarà portarla in quel luogo. Il colpo di grazia poi è quell'appoggiarsi a lui, gradendo - ma se n'è accorta? Davvero non si scosta da lui? - quel contatto tra le loro mani unite: la leggerissima pressione esercitata dal corpicino esile di Azumi contro il suo braccio e la sua spalla - che sono stati appena toccati in quell'avvicinamento - pare la carezza più sensuale di questo mondo per Raoku che inizierebbe ad avvertire i battiti del proprio cuore direttamente nei timpani delle orecchie. Cerca di darsi un contegno il ragazzo, di affrontare la situazione da uomo e non come un adolescente in piena tormenta d'ormoni: da buon Nara, prova a razionalizzare tutto cercando di analizzare la cosa come si è spesso ritrovato a fare con Furaya durante gli allenamenti. Innanzi tutto prova a regolarizzare la respirazione, quindi tenta di schiarire la mente e cercare di pianificare la .... no, non funziona. Il sorriso di Azumi batte qualunque strategia di difesa o di attacco 10 a zero. Si ritrova a sorriderle di rimando, voltando appena il capo - data la vicinanza con la sedicenne a questo punto - e sfoderando un'espressione tanto accattivante quanto beata <Vieni allora, andiamo verso il centro, non dovrebbe essere così lontano...> dimentico della spesa, delle verdure (ha acquistato solo frutta per ora), dimentico pure della calca che si può trovare andando verso il centro del Villaggio in quella mattinata, il mondo di Raoku parrebbe concentrato unicamente nel suo palmo destro dove giace la manina sinistra di Azumi: il diciassettenne andrebbe appena a muovere le dita, forse nel tentativo di stringere appena di più la mano della ragazza, forse addirittura nell'audace (?) tentativo di intrecciarle a quelle di lei mentre proseguirebbe a camminare. Il negozio in questione non sarebbe davvero lontano, solo che devono affrontare il leggero caos del mercato. [chk on][Equip. come sopra]

20:03 Azumi:
 Le prime parole di lui la fanno sorride e nuovamente scuote il capo lentamente ad indicare che effettivamente va tutto bene. Ma è la successiva risposta di Raoku che attende con tanto di labbra strette tra di loro e angoli delle sopracciglia che si alzano appena sopra il naso nella stessa espressione impensierita di prima. <Cosa? Allora forse dovresti tornare a casa se non ti senti bene, se vuoi ti accompagno io.> Si offre sempre mantenendo un tono di voce leggermente agitato tanto che la voce si alza leggermente di volume rispetto al normale ed appare più concitata eppure l’altro sembra riprendere a camminare senza difficoltà e lei non può che seguirlo ma, di tanto in tanto, gli rivolge occhiate meste per sincerarsi che stia davvero bene e non sia in procinto di svenire di nuovo. Mentre cammina la ragazza inizia a giocherellare con la punta dei propri capelli, di cui una parte le è scivolata altro la spalla e le ricade lungo il petto. Intreccia le lunghe ciocche rosate, facendole girar intorno al proprio dito indice, lasciando poi cadere la ciocca arricciata lungo il petto, riprendendola e così via. Ferma quel giocherellare tranquillo solo nel momento in cui il Nara rompe il silenzio che si è creato tra i due. <Ma sei sicuro…> Afferma in maniera leggermente dubbiosa ed esitante la ragazza. <Sicuro di non voler tornare a casa a riposarti? Ho paura che davvero tu possa sentirti male..> Ripete ancora una volta, spiando l’altro con lo sguardo chiaro. Intanto non sembra affatto percepire quanto la vicinanza con lei infastidisca il ragazzo o meglio lo metta in disagio e forse è per questo che gli rimane così vicina perché non è riuscita ancora a percepire il grande imbarazzo dell’altro. E intanto mentre l’altro le stringe la mano e incrocia le proprie dita con quelle della ragazza lei abbassa appena lo sguardo sulle loro mani per poi alzare il capo in direzione del ragazzo al quale rivolge un grande sorriso tranquillo.

20:26 Raoku:
  [Mercato] Sentirla così preoccupata per lui da un lato lo fa sentire particolarmente colpevole nel proseguire con quell'inganno avendo tirato in ballo quella scusa per giustificare il proprio essere impacciato nel relazionarsi con le ragazze; dall'altro invece gli crea una sensazione particolarmente piacevole, oltre che a raffigurare - in un anfratto particolarmente profondo del suo subconscio ma su cui inevitabilmente in più occasioni ricade l'attenzione del diciassettenne - l'immagine di Azumi con un costume da infermiera (la qual cosa è come benzina sul fuoco del suo imbarazzo, quindi non migliora di certo la situazione). <Ma no, ma no, non preoccuparti Azumi-san..> le sorride, scuotendo leggermente il capo e la lunga coda di capelli corvini <ora sto decisamente bene, qui con te> e niente, gli è uscita così, senza pensarci ancora una volta. Per un Nara vedere la propria mente appannata in questo modo è una specie di disonore, ma fortunatamente Furaya non lo sta pedinando. O almeno spera. Terminate le compere di frutta dunque i due si incamminerebbero lungo la strada e, negli attimi in cui Raou sembra cercare il coraggio o anche solo la forza per godersi appieno la compagnia di Azumi, lo sguardo del giovane finirebbe per ricadere a più riprese sul petto della sedicenne. Non per chissà quali pensieri da maniaco (non si fa mica chiamare Mr. Strange, d'altro canto, lui...) ma solo perché attirati da quei boccoli che la ragazza si crea con noncuranza, arrotolando il proprio crine intorno al dito indice per poi lasciarlo ricadere. Ok, non solo da questo sono attratti gli sguardi che fugacemente, cercando di non farsi scoprire, gli lancia in quei secondi il giovane che poi, parlando del locale dei dolci, le propone di andarci subito per gustarsi una prelibatezza golosa. Proposta che però scatena nuovamente la preoccupazione di Azumi sulla sua salute. <...sì, certo che sono sicuro, Azumi-san> le promette, un sorriso tranquillo e sereno sul suo volto che maschera il fuoco interiore che pare ardergli fin nello stomaco e nel basso ventre. E no, non è la struttura elementale del suo chakra. <In realtà anche l'altra sera non è che mi sia sentito male per un qualche malessere...> ammette soltanto ora, riprendendo a camminare con lei al suo fianco, le dita che si intrecciano alle sue - con Azumi che pare accettare di buon grado rivolgendogli un grande sorriso a quel gesto di premura ed affetto del giovane - generando un nuovo tipo di calore nel suo petto, una specie di trepidazione come quella che si prova quando si sogna, ci si rende conto di star sognando e si tenta consapevolmente di non svegliarsi <è che mi stavo allenando con la mia sensei per migliorare il controllo dell'Hijutsu, la mia abilità innata in quanto membro del clan Nara> le spiega, specificando il significato di quel termine che, non avendo ancora frequentato l'Accademia, magari la sedicenne non conosce <e...beh, devo aver superato un po' il limite. Furaya-sama era particolarmente contenta, anzi ad un certo punto mi ha spinto lei a ripetermi e ad intensificare lo sforzo> le racconta, assumendo anche nel tono un atteggiamento più sicuro ora che si ritrova a parlare di quegli argomenti che conosce bene e con cui si trova a suo agio <però forse ho esagerato un po' troppo, ecco...> scoppia a ridere, ripensando a come è caduto a terra alla fine di tutto <...una volta ritirata l'Ombra ho provato ad alzarmi e sono crollato a terra come un sacco di patate. Mi sono risvegliato direttamente nel mio appartamento> le rivela, lasciandosi trasportare <quindi penso che Furaya-sama mi abbia portato di peso fino a lì. Devo ringraziarla non appena la rivedrò...>. Proseguirebbe, nel frattempo, a percorrere la via facendosi largo tra la folla che accalca la strada. Si ritroverebbe dunque, ad un certo punto, quasi a fare da scudo con la propria stazza ad Azumi <...permesso....permesso..santo cielo, c'è una marea di gente stamattina...> borbotterebbe, facendosi largo fino a raggiungere uno spiazzetto a margine della strada. L'insegna del negozio indicherebbe una sala da thè, ma è chiaro che sia quello il posto di cui le parlava. <Eccoci qui...> le mostra l'ingresso <...allora, ti va di entrare, Azumi-san?>. [chk on][Equip. come sopra]

09:33 Azumi:
 Le parole dell’ altro la tranquillizzano appena ma sorride ancora una volta candidamente al suo dire, annuendo per lasciar comprendere al ragazzo che ha capito. <Allora meglio così> Afferma sempre con le labbra tirate nel solito sorriso tranquillo. La folla che sembra essersi radunata a Konoha questa mattina ha dell’incredibile ed a quanto pare tutti hanno bisogno di qualcosa da mangiare, da vestire o in generale da comprare vista la ressa. Lei, d’altro canto, continua ad ascoltare le parole del Genin se non fosse che un’ ombra scura le passi davanti al volto lasciandola imbronciata e con la fronte leggermente accigliata sopra ad un cipiglio estremamente serio e quasi infastidito visto la piega obliqua che le sue labbra hanno assunto. < Devi stimare proprio molto questa Furaya> ed il tono in cui lo dice lascia trapelare una non troppo velata dose di veleno e di ostilità. <per scambiarla addirittura con me.> a dimenticare non dimentica e le sue parole si fanno sempre più acide come il suo sguardo e gli occhi che sembrano aver assunto una sfumatura più scura, più cupa, segno che qualcosa di molto simile alla gelosia le sta salendo alle labbra. Trascorrono alcuni secondi, se non minuti, in cui la ragazza si chiude in un mutismo ostinato con le iridi che guardano davanti a se in maniera ostinata e con lo sguardo di chi vorrebbe prendere a pugni tutti quelli che le si parano davanti. Fortunatamenteil negozio di dolci appare davanti a loro e alla prospettiva di una ricca merenda, la giovane sembra calmarsi un pochino tanto che lo sguardo cattivo ritorna tranquillo come sempre. <Forza entriamo> e fa cenno al ragazzo di seguirla mentre si accinge a spingere la porta per entrare.

09:57 Raoku:
  [Cafè] La preoccupazione di Azumi sembra essersi placata dopo quella rapida e veritiera spiegazione - sebbene non sia entrato nei dettagli di ciò che costituiva il suo allenamento, onde evitare di rivelare segreti del clan (anzi, in realtà gli è sfuggita la parola Ombra, ma fortunatamente la sedicenne pare non essersene accorta) - di come sia svenuto al Dojo giusto un paio di giorni fa. Ciò che invece pare scatenarsi in Azumi è di difficile, anzi di impossibile comprensione per Raoku. Che infatti viene diametralmente spiazzato da quel cambio d'umore repentino: e se solitamente quei mutamenti, cui ormai ha iniziato ad abituarsi, sono comunque frutto di una causa scatenante, stavolta non ne riesce proprio a capire il motivo. Ancor di più: imbarazzato com'è dal tenerle la mano, sentirla così vicina e all'idea di andare in un cafè a tu per tu con lei in quello che sta assumendo i tratti di un appuntamento (seppur organizzato in quella maniera un po' raffazzonata e improvvisata), quasi non se ne accorge subito continuando a parlare di Furaya e degli allenamenti. E quando lei sentenzia riguarda alla sua stima verso l'altra kunoichi, lui pure rincara la dose con un'ingenuità tipica di un completo impiastro con le ragazze ma anche di un ragazzo sinceramente innocente nei confronti della sensei. <Beh, sì, in effetti...è una grande kunoichi> ammette, candidamente, non accorgendosi affatto della punta neppure troppo nascosta di veleno nelle parole della sedicenne <è molto giovane, eppure è già gran consigliera del Villaggio a 25 anni. Praticamente il braccio destro del Kyūdaime Hokage, oltre che ad essere a capo del clan Nara. È un grande onore che mi abbia scelto come suo allievo personale...> le rivela, con una sorta di malcelato orgoglio nella voce. Quello, in effetti, è stato qualcosa di inaspettato e di cui andare estremamente fieri. Se non fosse che Azumi è gelosa e lui non si è minimamente accorto della cosa, anzi non la concepisce neppure dato che - vittima forse delle proprie insicurezze in fatto di donne - immagina di non interessarle neppure. Quando lei gli fa notare che addirittura le ha confuse, Raoku si rifugia in una risatina un po' imbarazzata nel ricordare quella clamorosa gaffe commessa durante il loro precedente incontro <Speravo tu te ne fossi già dimenticata, Azumi-san...> ammette, sorridendole spensierato e notando soltanto allora l'espressione inacidita e quel velo di furia omicida che oscura il volto di Azumi <...però, è successo solo perché ero distratto e stanco dagli allenamenti...avete i capelli dello stesso colore, e la cosa mi ha tratto un po' in inganno...ecco...altrimenti non potrei mai confondervi, siete molto diverse voi due...> si accorge che qualcosa in Azumi è cambiato soltanto adesso (è proprio una volpe quando si tratta di capire le donne, non c'è che dire), che sembra nascondere una rabbia di cui non capisce il motivo e si interroga velocemente su cosa di sbagliato possa aver commesso. Eppure, nonostante questo, le loro mani resterebbero apparentemente intrecciate insieme. Un controsenso, se lei fosse arrabbiata per colpa sua. Nel tentativo di capirci qualcosa, la mente di Raoku rischia di andare in corto-circuito. Lascia correre diversi secondi, forse addirittura un minuto, di furioso e denso silenzio in cui sempre più si sente colpevole di qualcosa che non capisce, finché non arrivano al locale ed è Azumi stessa a spingere la porta per entrare. La freddezza di Azumi però lo ha proprio spiazzato, per cui entrerebbe al suo seguito nel locale abbastanza affollato ma, cercando di sfruttare la presa eventualmente ancora mantenuta sulla mano di lei, la tratterrebbe non appena superata la soglia di ingresso avvicinandosi di qualche passo a lei, cercando con le iridi verdi di guardarla negli occhi anche per capirne le reazioni <Azumi-san...va tutto bene?> le chiederebbe. Noterebbe allora che lo sguardo della ragazza sembra aver perso la cattiveria di poco prima, e la cosa lo convince a sorriderle apertamente, fiducioso (illuso) che la tempesta sia passata rapida così com'è arrivata <vieni, c'è un tavolinetto libero laggiù nell'angolo...mi è proprio venuta voglia di gustarmi un buon dolce...> ammette, facendosi lui adesso trascinatore e muovendosi per primo verso quella meta con rinnovato spirito. Il locale è parecchio affollato e Raoku è costretto a muoversi con attenzione per non urtare contro altri clienti già seduti con la borsa dove ha posizionato la frutta precedentemente acquistata. Borsa che, una volta giunto al tavolinetto, andrebbe a posare dapprima su una delle due sedie ma solo per scostare l'altra permettendo così, con un cenno di inattesa cavalleria, ad Azumi di prendere posto. Prima di sedersi poi poserebbe la sacca a terra, alla sua destra, in modo da evitare che eventuali passanti la urtino. <Allora...hai già un'idea di quale dolce ti piacerebbe assaggiare? Io non ho proprio una reale preferenza...> ammette lui, aspettando così la sua risposta e, di pari passo, magari pure un consiglio. [chk on][Equip. come sopra]

10:18 Azumi:
 Il giovane rincara la dose delle proprie parole e lei sembra non voler mollare quel cipiglio infastidito che la fa assomigliare ad una statua visto che ogni lineamento del suo volto è immobile e fermo proprio come se fosse fatta di marmo, perfino il suo petto sembra alzarsi ed abbassarsi con più calma e lentezza. Nel momento in cui le parole sulla donna le arrivano alle orecchie, lo sguardo le si scurisce ancora di più e, sfruttando il fatto che lui ancora le tiene la mano,andrebbe a stringe le proprie dita contro quelle del ragazzo con una pressione piuttosto forte ma non abbastanza forte da fargli percepire un reale dolore. <baka..> sillaba a bassa voce, forse talmente bassa che tra il vociare della folla solamente lei è in grado di sentirlo.Fortunatamente, però, il locale attrae completamente la sua attenzione o meglio sono i pezzi di dolce posizionati sui tavoli degli altri avventori che le fanno venire l’ acquolina in bocca tanto che,del tutto involontariamente, andrebbe a tirare fuori la punta rosea della lingua passandola prima sul labbro superiore e poi su quello inferiore in rimando ad una particolare torta che le è sembrato di vedere. Intanto si lascia scarrozzare in giro per il locale fino ad un tavolo vuoto. <menomale che ne abbiamo trovato uno>sentenzia con un piccolo sorriso e osserva l’altro che le scosta la sedia per lasciarla sedere. <Ti ringrazio> afferma sorridendo mentre si toglie la borsa da tracolla e la posa su di una sedia libera accanto a lei. <io voglio una fetta di torta con cioccolato e fragole> sentenzia.

10:40 Raoku:
  [Cafè] No, parlando di Furaya e della stima - doverosa e giusta, quasi deferenziale - che prova nei confronti di quella che è, oltre alla Capoclan dei Nara, anche la sua sensei Raoku non migliora affatto la situazione. Avverte distintamente, attento com'è alle reazione di Azumi, un netto irrigidirsi da parte della sedicenne che lo manda ancora di più in paranoia, se possibile, spingendolo a chiedersi cosa stia sbagliando e cosa soprattutto abbia potuto dire o fare per spingerla ad arrabbiarsi tanto. Non sente ovviamente quel "baka" (sacrosanto) che Azumi gli affibbia dato il vociare della gente per strada, ma la stretta della mano la avverte eccome: non tanto perché gli faccia male o gli provochi dolore, tutt'altro, ma proprio perché lo coglie di sorpresa e non ne capisce il motivo. Nella sua testa di ingenuo ragazzo intento a parlare della sensei - che non vede affatto sotto quel particolare punto di vista - non capisce ancora una volta cosa l'abbia portata a stringerli maggiormente la mano e quasi lo interpreta come un segnale positivo andando a sua volta a muovere leggermente le proprie dita intrecciate a quelle di lei come in una dolce e delicata carezza alla mano della sedicenne. Della serie: alla violenza si risponde coi fior. <Te la devo far conoscere un giorno, sono sicuro che ti piacerebbe...> ecco, appunto, doveva commettere l'errore più ingenuo e pacchiano di questo mondo per decidere infine di smetterla. Con questa frase infatti chiuderebbe eventualmente l'argomento Furaya, sicuro che non ci fosse niente di male a parlarne dato che la vede unicamente come insegnante, capoclan e kunoichi di grande prestigio, entrando di pari passo nel cafè. Nonostante cerchi di prendere inizialmente da parte Azumi per chiederle se vada tutto bene, l'espressione un po' più distesa (ora che siamo nel negozio di dolci) della ragazza finisce per rassicurarlo. E qui Raoku fa la prima cosa giusta da tanto tempo: non insiste né riapre la ferita. Pur ignaro di ciò che abbia scatenato la tempesta, pur non pensando minimamente alla gelosia che può aver scaturito in Azumi (ben lungi dai suoi pensieri questo fatto), preferisce ad ogni modo guardare al futuro evitando qualunque argomento precedente onde evitare di far ricadere la sedicenne nello stato di furia assunto poco prima. Anzi, condisce il tutto con quel gesto galante di scostarle la sedia che male non fa: finalmente, insomma, qualcosa pare azzeccarla pure un impiastro come Raoku. <Già...è piuttosto pieno in effetti. L'ultima volta che ci sono stato c'era decisamente meno gente> ammette, prendendo posto di fronte ad Azumi dall'altro lato del piccolo tavolinetto, talmente piccolo da dare una minima sensazione di intimità a chi vi si siede intorno. Ascolta divertito la decisione di Azumi, che pare non avere dubbi nonostante l'ampia scelta di dolciumi del negozio. <mmm...sembra invitante in effetti...> ammette lui dedicandole un sorriso radioso, gli occhi che finirebbero inevitabilmente per incrociare quelli azzurri di lei. Per un momento tentenna Raoku: gli è sorto infatti il pensiero sempre più vivido che quello che stanno vivendo sia una sorta di appuntamento, sebbene non sia stato organizzato come tale. Anzi, forse proprio perché estemporaneo, il pensiero lo agita interiormente ancora di più facendo innalzare a picchi estremi il suo livello di imbarazzo e imporporandogli ancora pesantemente le guance di un diffuso rossore nel momento in cui incrocia le iridi cerulee della ragazza dai capelli rosa. <I-io....> sembra tentare di riscuotersi, dando un'occhiata al bancone dei dolci <...io credo che prenderò una millefoglie con crema di nocciole e panna...sembra gustosa...> in effetti è la torta che più di tutte ha attirato il suo sguardo fin dall'ingresso nel locale. Torna a voltarsi verso Azumi, sorridendole un po' impacciato stavolta <se....se vuoi te la faccio assaggiare volentieri. A...Al prezzo di un boccone della tua però...> le propone, visibilmente imbarazzato ma cercando comunque di riprendere il controllo di sé. Diamine, è un genin non un ragazzino alle prime armi. [chk on][Equip. come sopra]

10:56 Azumi:
 Inspira una grande quantità d’aria che le fa gonfiare i polmoni per qualche attimo prima di ributtare fuori tutta l’aria immagazzinata tramite il naso, creando uno sbuffo piuttosto rumoroso. Non risponde a Raoku semplicemente per evitare di sentire la rabbia impadronirsi ancora della sua mente. Lascia dunque cadere il discorso con una buona dose di indifferenza mentre ormai si siede sulla propria sedia con fare aggraziato. Si guarda intorno, voltando il capo a destra e a manca per cercare di individuare un qualche cameriere che riesce ad intravedere e per questo alza la mano per farsi vedere e l’ uomo, di rimanda, le fa un cenno di assenso con il capo e lei torna a voltarsi verso il Nara. Lo guarda e ancora una volta nota quel rossore di guance e ancora una volta si preoccupa. <sicuro che va tutto bene? Hai caldo?> domanda con il solito tono innocente mentre recupera uno dei menù sul tavolo ed inizia a muoverlo in alto e in basso davanti alla faccia del giovane, facendogli vento con una faccia estremamente concentrata. <meglio?> domanda mentre le altre parole le arrivano chiare alle orecchie e lei ferma il proprio movimento e posa il menù al suo posto. <Va bene!> sorride con tranquillità.

11:11 Raoku:
  [Cafè] Azumi torna ad essere un libro intraducibile per Raoku. Quello sbuffare piuttosto rumoroso gli fa capire che sì, qualcosa sicuramente ha toppato. Ma cosa? Proprio non ci arriva. Teme addirittura di farla annoiare in sua compagnia, cosa che va ancora di più a minare le già scarse sicurezze che possiede in fatto di donne. Questo rinfocola sempre di più l'imbarazzo del giovane Nara, cosa che noterebbe addirittura Azumi andando a sincerarsi che vada tutto bene e addirittura, ingenuamente, andando a sventolargli di fronte un menù. Lui non si accorgerà di parecchie cose, ma pure lei non scherza insomma. <Uh?> mormorerebbe, nel vederla così impegnata in quell'intento di rinfrescarlo, come se quello fosse il problema <ma sì, cosa fai Azumi-san... sto bene, sto bene...> andrebbe a fermarla, andando a bloccare con la mano destra il menu svntolante davanti alla propria faccia per poi posizionarlo sul tavolinetto tra di loro prima che quel gesto finisca per attirare l'attenzione del resto dei presenti <è solo che...beh...> ora non sa proprio come risolvere la situazione, cerca e trova con la coda dell'occhio il cameriere ma quell'insulso attendente non sembra disposto a soccorrerlo giungendo tempestivamente al tavolo per le ordinazioni quindi a quanto pare Raoku è costretto a dare una spiegazione ad Azumi del suo comportamento <...sono un po' imbarazzato, ecco...ho paura che tu ti stia annoiando qui con me...so di non essere un tipo granché emozionante...forse..> finirebbe con il borbottare quelle ultime parole, evitando di guardare negli occhi Azumi per non crollare sotto il peso emotivo che quello sguardo gli trasmette ma fissando un punto indistinto fuori dalla vetrina, le mani che, adagiate di fronte a lui, tamburellano piano sulla superficie del tavolinetto. La proposta della torta condivisa intanto pare essere accettata con tranquillità da Azumi, forse ancora vittima di qualche residuo della gelosia precedente, e solo allora - quell'infame - fa la comparsa il cameriere richiamato dai gesti della sedicenne. <Uhm...una fetta di torta con cioccolato e fragole...> torna ad osservare Azumi, come per ulteriore e finale conferma che quella sia effettivamente la sua ordinazione <...e per me una fetta di millefoglie con crema di nocciola e panna, grazie> risponde, andando - se lei glielo concederà - ad ordinare per entrambi prima di lasciare che il cameriere si allontani per dare sfogo ai loro ordini. <Allora...> proverebbe a vincere ancora il suo imbarazzo tentando di instaurare una conversazione su un argomento non ancora toccato quella mattina <...hai trovato poi un sensei disposto a seguirti in Accademia in questi giorni? Mi hai sempre mostrato così tanto entusiasmo all'idea di iniziare che mi dispiace che non hai ancora iniziato i corsi...> ammette, andando a sollevare le proprie iridi sul volto di Azumi, incrociando gli occhi di lei così intensi a quella breve distanza cui si trovano. [chk on][Equip. come sopra]

11:30 Azumi:
 Voleva semplicemente migliorare la situazione lei ed ora che l’altro le blocca il polso lei, a sua volta si mortifica, ritirando l’arto che viene poggiato sulle proprie gambe mentre lo sguardo si abbassa appena e il labbro inferiore viene spinto in avanti in un’ espressione del tutto contrita e dispiaciuta. Ma sono le successive parole del Nara che le fanno rialzare i grandi occhi celesti sul suo volto anche se lui non la sta guardando. <perche?> domanda con un’espressione del tutto confusa mentre si sporge in avanti, afferrando con le proprie le mani di Raoku che verrebbero racchiuse nelle sue o almeno parzialmente poiché sono più grandi rispetto alle sue mani ed in questo modo farebbe anche cessare il rumore e quel tamburellare continuo. <comunque no. Assolutamente no Raoku kun> e di nuovo, al contrario dell’altro, usa quell’appellativo informale per chiamarlo ed intanto torna a sorridere come a sottolineare il concetto che non si sta annoiando. <anzi mi divertendo molto e soprattutto riesci ad allontanare i pensieri brutti e tristi.> il fatto che si sia espressa come una bambina non va a cambiare il,concetto delle parole che ha appena pronunciato. Subito dopo arriva il cameriere a portare le loro ordinazioni e lei lascia la prese sulle mani dell’altro per far in modo che il cameriere possa poggiare i due piatti davanti a loro. Osserva in maniera quasi estasiata l’enorme fetta che ha davanti e senza nemmeno aspettare qualche secondo impugna la forchettina sul piatto e l’affonda nel pandispagna al cioccolato, portandone un pezzo alla bocca e masticando lentamente, senza fare il minimo rumore e solo alla fine si lascerebbe sfuggire un commento. <è squisita!>nonostante la torta ora occupi la sua attenzione le altre parole non passano in secondo piano e con un gesto mesto del capo fa cenno di no. <fortunatamente sono l’unica che non riesce a trovare maestri in Accademia..forse non sono destinata a diventare un ninja.> sospira in maniera accorata.

11:59 Raoku:
  [Cafè] Non voleva affatto mortificarla: non le prende il polso d'altro canto, bloccandone il movimento, bensì afferra il menù abbassandolo ed evitando che continui a sventolarlo. Ad ogni modo l'espressione un po' contrita e rattristata di Azumi gli fanno capire quanto il suo intento fosse puro e genuino, non certo mirato a creare una situazione imbarazzante anche se si trovano in un luogo pubblico. L'attenzione di Raoku non può non soffermarsi su quel labbro inferiore appena pronunciato in avanti in un'espressione dispiaciuta: forse in maniera alquanto potente per la prima volta il giovane Nara proverebbe l'istinto di baciarla, di suggere quel delicato petalo rosa che ora sporge un po' imbarazzato. È un'immagine che azzera completamente la salivazione non nel cavo orale, ma in tutto il corpo del genin che intanto dà voce al proprio timore di apparire come un ragazzo noioso per la sedicenne. È in questo momento che accade qualcosa che non si aspettava: immaginava infatti che Azumi gli desse ragione in qualche modo, anche solo con la sua reazione, sicuro che l'espressione cupa di prima fosse dovuta a questa sua colpa di non saperci fare con le ragazze. Invece la sedicenne prende coraggiosamente l'iniziativa andando a circondare le mani di Raoku con le proprie. <Azumi...> mormora ascoltando le sue paolre, senza sapere in realtà cosa aggiungere in realtà: la guarda direttamente negli occhi, perdendosi in quei due laghi azzurri così espressivi che capeggiano sul volto della sedicenne e dimenticandosi proprio del tutto qualunque suffisso, informale o formale che sia. Pe un lungo momento il cuoricino del Nara pare fermarsi del tutto, salvo poi riprendere a battere più forte di prima, come se dovesse sforzarsi di recuperare quel colpo andato a vuoto. <Azumi...io...insomma tu...> è emozionato, non riesce a staccarsi da quello sguardo che pare averlo incatenato. Fortunatamente - o forse no, dato che ha interrotto la frase del genin (chissà che avrebbe voluto dire) - arriva il cameriere ad interromperli poggiando di fronte a loro le torte ordinate e spezzando dunque l'incantesimo creato dalle loro mani giunte in quell'atto. L'attenzione di Azumi d'altra parte viene catturata interamente dal dolce al cioccolato che, a valutare dalla sua reazione all'assaggio, pare veramente buono. La cosa aiuta anche Raoku a riprendere il controllo di sé, assumendo un po' più di sicurezza (rossore leggero e diffuso a parte). <Te l'avevo detto che questo posto meritava di essere provato, Azumi-chan...> da notare come anche lui si sia adattato a cambiare il suffisso passando ad un più intimo "chan". Che abbia finalmente colto qualche segnale? Ai posteri l'ardua sentenza. Intanto anche lui inforca un pezzo della sua portandosela alle labbra e andando a masticare con un mugolio di godimento puro <...mmmm... anche questa è sensazionale. Devi assaggiarla assolutamente...> le proporrebbe, avvicinandole appena il piattino e mettendolo di fatto al centro del tavolo, tra loro due. Ascolta però intanto anche le parole della sedicenne in merito all'Accademia. Parole che lo fanno corrucciare in un'espressione seria e determinata, tutt'altro che spensierata: Azumi potrà constatare come negli occhi verdi del Nara la luce sia cambiata drasticamente <Non dirlo nemmeno per scherzo, Azumi-chan> sentenzierebbe, il tono non duro ma deciso <tu diventerai un'ottima kunoichi, non ho mai incontrato nessuno così entusiasta come te all'idea di imparare le arti ninja. Ce la farai, vedrai> le assicura, tornando ora a sorriderle, un pizzico di malizia nient'affatto celata in volto <sono soltanto un genin e non certo un chunin abilitato all'Accademia, ma anche a costo di insegnarti io stesso di nascosto ciò che so diventerai una kunoichi, devi credermi> le assicura, andando a prendersi un altro boccone della propria torta prima di masticarlo lentamente, gustandosi la scioglievolezza della nocciola unita alla soffice panna montata soprastante. <Mi avevi parlato di questo... come si chiamava...aveva un nome che mi ricordava una specie di maniaco...> prova a ricordarsi, dopo aver ingoiato il pezzetto di torta <...magari potresti provare a chiedere a lui se può seguirti negli studi...> [chk on][Equip. come sopra]

12:23 Azumi:
 Lei di tutto quello che sta accadendo all’interno del ragazzo non se ne avvede ma delicatamente continua a stringere le sue mani mentre il solito sorriso caloroso le distende le labbra almeno finché non vengono interrotti dal cameriere. Sente il proprio nome venir chiamata e ancora il ragazzo farfugliare qualcosa che non capisce e che le fa inclinare il capo alla propria destra con una sorta di curiosità mista alla preoccupazione che le stia per dire qualcosa di brutto tipo “tu fai schifo” o “non vali niente" insomma le solite cose che si è sentita ripetere per una vita intera. <io cosa?> Attende che l’altro completi la frase con le labbra leggermente dischiuse ma sembra che il genin sia tornato ad un nuovo argomento. <Fammi assaggiare!> esclama allungandosi per arrivare con la forchettina verso la torta presa da Raoku e ne stacca un piccolo pezzo che porta alle labbra, masticando piano.<si ma la mia è più buona, assaggia dopotutto un patto è un patto> e si riferisce a quanto detto prima del Genin e mentre, a sua volta, avvicinerebbe il suo piatto e quindi la sua fetta di torta a lui andrebbe a prendere una grande e rossa fragola che troneggia sulla.sommità della sua fetta e la andrebbe a mozzicare, tagliandola quasi perfettamente a metà, masticandola piano. <ti ringrazio per la fiducia che riponi in me..speriamo.> si lascia sfuggire ancora una sospiro. <Mr. Strange> afferma aggiungendo il nome dettole dal sensei. <si mi ha detto di cercarlo in Accademia ma per ora non l’ho mai trovato.> E così dicendo andrebbe a finire l’ ultimo pezzo di fragola, tamponando le labbra con il fazzoletto carta che le è stato portato insieme alla carta, per pulire il liquido rossastro della fragola che le è rimasto sulle labbra.

12:39 Raoku:
  [Cafè] Azumi non lo saprà mai quello che lui voleva dirle. L'arrivo del cameriere ha infatti spezzato quel momento di idillio in cui pareva che Raoku fosse sul punto di dirle qualcosa di estremamente importante, di particolarmente intenso. Eppure niente, è sfumato via come una bolla di sapone scoppiata a mezz'aria. Sarà per questo che Raoku scocca un'occhiata in tralice al cameriere quando questi volta le spalle ai due per allontanarsi nuovamente dal loro tavolo. La domanda di Azumi, sinceramente incuriosita da ciò che le stava per dire, lo riporta però bruscamente alla realtà. Il tempo giusto per dirglielo però pare essere passato, almeno momentaneamente, e Raoku corre quindi a rifugiarsi in corner, uno sport che per quanto lo sta praticando potrebbe eleggerlo a proprio campione olimpico. <Oh...tu..beh, devi vedere un posto assolutamente> l'ormone adolescenziale dentro di lui inizia a prendere a testate le pareti <anzi, ti ci devo portare io una sera di queste. È in assoluto il mio posto preferito di tutta Konoha> le assicura, sorridendole con calore <magari ci sarai anche già stata, però mi piacerebbe andarci...insieme a te, ecco...> come al solito finisce per incartarsi quando parla di loro due insieme, segnale chiaro per chiunque che l'idea un po' lo emozioni e l'imbarazzi. A tutti, ma forse non all'innocente Azumi. Ad ogni modo, tenta così di sviare il discorso evitando di dirle quello che in realtà stava per rivelarle realmente. La conversazione poi verte sulle due torte e, come lei assaggia quella del Nara, anche all'Oshiba adesso spetta - secondo i patti - assaggiare quella della sedicenne. <Vedremo...> ammette, con una sorta di sfida scherzosa mentre con la forchetta andrebbe a tranciare un pezzetto di torta al cioccolato e fragole per portarsela alla bocca. Tratterrebbe la forchetta un po' tra le proprie labbra, come lasicando sciogliersi in bocca quel pezzetto di torta, suggendo piano i rimasugli dai dentelli metallici prima di farla scorrere fuori dalle labbra e masticare quindi con calma quel boccone. <Mmmm...ha un sapore molto più intenso in effetti> ammetterebbe, dopo aver inghiottito <molto più avvolgente. La mia forse ha un che di più goloso però, la panna e la crema di nocciole sono veramente buonissime, si sente che sono artigianali...> argomenta la sua tesi difendendo la propria scelta in quella sorta di scherzosa sfida alla golosità che si è andata ad instaurare. La ascolta poi parlare dell'Accademia e del suo scoramento nel trovare un insegnante, anche il fantomatico Mr. Strange. <Non demordere, vedrai che lo troverai> le assicura <e se non lui, qualcun altro che possa portarti all'esame per il coprifronte. E poi non dimenticarti che avrai un'arma in più rispetto a tutti gli altri deshi: pur frequentando l'Accademia, potrai allenarti con me quando vorrai. Anzi, lo farei davvero molto volentieri, Azumi-chan...> le assicura, arrossendo adesso un poco <...mi piace molto passare il mio tempo con te, ecco...> pare sul punto di aggiungere qualcos'altro, poi si ferma e si porta alla bocca un nuovo boccone di torta (della propria, quella nocciole e panna) distogliendo soltanto in quel momento il suo sguardo dagli occhi così espressivi di Azumi. [chk on][Equip. come sopra]

12:59 Azumi:
 Sbatte le lunghe ciglia rosate la ragazza mentre aspetta di ascoltare ciò che Raoku voleva dire ma sembra qualcosa di diverso alle orecchie della ragazza, perfino lei ora sembra intuire che quello che stava per uscire dalle labbra del giovane non ha nulla a che fare con un luogo. <ah..ma certo! Mi farebbe molto piacere!> rivela sorridendo mentre inforchetta ancora una volta la propria torta, staccandone ore un boccone più grande del precedente che le gonfia appena le guance nel momento in cui mastica. <quale sarebbe questo posto?sono curiosa!> e questo si intuiva anche senza che lei lo dicesse. Azumi riprende quindi a mangiucchiare la sua torta, quasi senza sentirne il sapore tanto velocemente sta mangiando. <Mi spiace il cioccolato vince su qualsiasi cosa, e insieme alle fragole è un connubio perfetto!> spiega a sua volta mentre ascolta tutto ciò che le viene detto. <già ma ci tenevo che fosse lui il mio sensei..da come mi ha parlato mi è sembrato molto bravo e capace! > Fa spallucce, però, quasi tornando all’idea che forse davvero non diventerà mai una kunoichi ma per il momento cercherebbe di allontanare quel pensiero troppo brutto e doloroso per essere sopportato per più di una manciata di secondi. <ma davvero?> ed ora lo guarda con un’espressione un po’ furbetta sul volto. <certo solo io, e non daresti aiuto anche a qualche altra deshi sperduta e spaurita.> lo dice in tono assolutamente scherzoso eppure c’è qualcos’altro nella sua voce, qualcosa di più profondo. <Comunque ti ringrazio per l’aiuto, sei molto gentile> sorride al ragazzo con la solita tranquillità.<Ora però dovrei tornare a casa, ti va di accompagnarmi anche se so di averti fatto perdere troppo tempo oggi.> china il capo per scusarsi in maniera piuttosto formale ed educata. <scusami..> aggiunge in tono colpevole.

13:31 Raoku:
  [Cafè] Quegli occhi sono una trappola bella e buona, degna del migliore dei genjutsu di Kusa. Non è affatto facile per Raoku sostenerne lo sguardo, tanto meno mentre tenta di rifugiarsi in angolo e nascondere quelle che erano realmente le sue intenzioni prima di venire interrotto da quel molesto di un cameriere. Prosegue intanto a fare eco ad Azumi nel mangiarsi la torta ordinata che, come ogni piacere, è destinato a finire fin troppo presto. Detto fatto, ne rimangono soltanto le briciole. <Hai ragione, ma la panna così morbida e dolce è un altro bel contrasto con la crema di nocciole che ha un sapore più marcato. Sembra sciogliersi in bocca...> rincara la dose Raoku, mettendo tra le labbra l'ultimo boccone e masticandolo con la dovuta calma, gustandosi quell'ultimo lasso di prelibato piacere fino in fondo e senza fretta. Intanto la sedicenne gli parla di Mr. Strange e della sua intenzione di diventare una sua allieva <Mmm...non saprei dirti, non ne ho mai sentito parlare...> a differenza di Furaya infatti Reykas (specialmente con il soprannome di Mr. Strange) non è granché conosciuto. Non allo stesso livello perlomeno <però se ti ha lasciato una così buona impressione, sicuramente deve esserlo. E deve essere anche uno predisposto all'insegnamento...> è banale logica la sua: parlando con un deshi, un ninja normale non si sognerebbe di ingraziarsene i favori in vista dell'Accademia ma anzi lo indirizzerebbe verso altri insegnanti. Solo un sensei particolarmente affezionato alla professione potrebbe proporsi in primo luogo. Beh, uno così oppure un'eccezione come è stato lui per Furaya, altresì non abituata a fare da sensei personale a nessuno. Raoku dal canto suo si propone come può ad Azumi, garantendole che sarebbe sempre disponibile ad aiutarla negli allenamenti <Certo che ti aiuterei, Azumi-chan> le conferma annuendo convinto, mentre si pulisce le labbra con il tovagliolo, il giovane Nara. Che poi arrossisce violentemente quando Azumi lo punzecchia sul fatto di prestare il proprio aiuto anche ad altre deshi carine. O non ha capito niente, oppure ha capito tutto. Propendiamo per la seconda ipotesi, ma Raoku ovviamente punta sulla prima e sembra credere che i sentimenti che prova per Azumi siano totalmente celati all'altrui vista. <No, non credo proprio che lo farei...> ammette, cercando di non incrociare lo sguardo di Azumi ma finendoci, inevitabilmente, intrappolato. Raoku si ritrova a sorriderle, le labbra che si tenderebbero verso l'alto con fare un po' malinconico se possibile <...magari le aiuterei giusto per non farle sentire sperdute e spaurite, indirizzandole a qualche sensei in Accademia, ma non sarebbe la stessa cosa che con te, Azumi-chan...con te sarebbe sicuramente più bello...> nel senso, è ovvio che di fronte ad una richiesta d'aiuto non sarebbe nella sua indole rifiutare seccamente. Però quel qualcosina ancora non la dice, la lascia forse solo intendere velatamente ma niente più <...più divertente intendo...insomma, mi trovo molto bene con te e...> ecco, l'incanto è finito, è tornato ad incartarsi da solo. Fortunatamente Azumi gli chiede di accompagnarla a casa, dato che si è fatto tardi e la mattinata volge al termine <Non ti preoccupare, Azumi-chan, non ho niente di che da fare oggi...tra qualche giorno forse inizierò ad essere ingaggiato dall'Hokage per le mie prime missioni, per cui ho qualche giorno libero dagli allenamenti intensivi. Ti accompagno molto volentieri> è palesemente sincero, gli occhi verdi brillano di entusiasmo all'idea di passare ancora del tempo con lei fianco a fianco. Si alzerebbe dunque e senza dirle niente si dirigerebbe al bancone deciso a pagare il conto per entrambi senza ammettere la benché minima storia da parte di Azumi, quindi l'attenderebbe all'uscita dal locale - qualora lei non l'avesse seguito - pronto incamminarsi insieme a lei. [chk on][Equip. come sopra]

13:48 Azumi:
 Abbassa per un istante lo sguardo sul proprio piattino vuoto e fa spallucce. <sarà ma adoro il contrasto amaro del cacao con l'asprezza delle fragole, il tutto condito da tanto zucchero.> Ammette mail discorso vira bruscamente sull’uomo che ha incontrato non molto tempo fa.< a dire il vero è stato disposto a rispondere alle mie domande anche se non era obbligato a farlo ed è per questo che ha attratto la mia attenzione.> Spiega velocemente. <Speriamo bene!> esclama con un piccolo sorriso mentre la risposta che voleva sentire arriva ma sul suo volto non cambierebbe la solita espressione allegra, come se fosse lei stessa a non volersi sbilanciare, forse. <certo, vedremo…>Afferma con un ulteriore ghigno di sfida che, però, anch’esso sembra nascondere altro sotto la superficie soprattutto per il fatto che momentaneamente si sta comportando come farebbe un uomo invece che come una signorina. Dunque alla risposta affermativa data da Raoku si alzerebbe,sistemandosi il vestito in maniera tale che non si alzi quando cammina e si rimetterebbe la borsa a tracolla. Non proverebbe nemmeno a discutere con Nara sul conto, ha già sperimentato che sarebbe tutto fiato perso e dunque lo attende all’uscita. Fuori dal locale sembra che la massa di persone di qualche ora prima sia sparita e si sia diretta verso casa o verso i luoghi di lavoro. Attende dunque che Raoku esca prima di rivolgergli nuovamente la parola. <solo… cerca di stare attento in quelle missioni, va bene?> gli dice semplicemente abbassando per qualche istante lo sguardo e mozzicandosi il labbro inferiore con i canini.

14:18 Raoku:
  [Cafè] Entrambi, l'abbiamo capito, potrebbero facilmente intraprendere la carriera di critici culinari. Quantomeno quando si tratta di dolci. <Aye, in effetti non è per niente male...piace anche a me quella sensazione di dolce-amaro che lascia sulle labbra...> non fatica ad ammettere Raoku, passando poi a discorsi più seri legati all'Accademia e al precorso di studi della sedicenne. Non aggiunge altro in merito a Mr. Strange, non sapendo minimamente di chi si tratti, quindi termina la propria torta e poi finisce per incartarsi in quella sorta di test cui lo sottopone Azumi, seppur sul momento Raoku non creda affatto si tratti di una cosa simile. Per questo la risposta un po' emblematica della ragazza lo lascia divertito ma anche perplesso, il sopracciglio destro che ironicamente si alza al suo indirizzo <cos'è, non ci credi? Guarda che non sono il tipo da fare certe cose...> borbotta, assumendo un'aria di divertita permalosità ma arrossendo nel frattempo un po' sulle guance, effetto che va un po' a minare la pantomima ironica. Alzatosi e pagato il conto (ovviamente senza dimenticarsi la borsa con la frutta acquistata in precedenza) raggiungerebbe quindi Azumi fuori dal locale: la strada pare nient'affatto simile a quella di giusto un'ora prima, segno che gran parte dei fruitori del mercato si è andata a distribuire altrove, o in un'altra zona di bancarelle oppure, terminate le compere, direttamente a casa. <Caspita...la folla è calata parecchio eh?> esordisce, visibilmente allegro di aver passato tutto quel tempo in compagnia della ragazza dai capelli rosa, nell'uscire dal locale. Azumi però pare avere qualcosa da dirgli, e dalla sua espressione pare addirittura preoccupata tant'è che il sorriso muore un po' sulle labbra di Raoku inizialmente. Ne ascolta le parole, gli occhi che cercano i suoi anche se stavolta pare la ragazza mostrare una sorta di imbarazzo o paura tanto da abbassare lo sguardo a terra. <...> rimarrebbe in silenzio per alcuni secondi, colpito da quella richiesta che non si sarebbe mai aspettato da lei. Magari ha sognato più volte un episodio simile, magari anche più vivido ed intenso in un certo senso, ma mai si sarebbe immaginato potesse accadere sul serio che Azumi mostrasse di tenerci almeno un po' a lui. Insomma, non dopo tutte le gaffe e gli impiastri che ha combinato in sua presenza. Quei secondi gli servono per controllare la scarica ormonale, quella vocina che interiormente gli suggerisce di afferrare Azumi e baciarla lì, seduta stante, senza se e senza ma, senza chiedere nient'altro e senza ascoltare null'altro che l'istinto. Ma l'uomo non è una bestia in fondo, e Raoku rimane comunque un tipo riflessivo. Fin troppo, a volte (e magari è pure questo il caso). Si avvicinerebbe dunque di qualche passo a lei, arrivando veramente in prossimità del suo corpo. La mano mancina andrebbe dunque - qualora lei non si discosti - ad afferrarle la mano destra accarezzandone il polso delicatamente mentre la man dritta di Raoku si alzerebbe e, con delicatezza e una sorta di dolcezza nei movimenti che non ti aspetteresti da uno shinobi, cercherebbe di spingerla ad alzare il volto tenendo il mento della giovane tra il pollice e l'indice della mano. Qualora ci riuscisse e lei non si discostasse ma anzi assecondasse il suo movimento, rimarrebbe a fissarla in quegli occhi azzurri così intensi in cui si rispecchierebbero - dall'alto, vista la differenza di statura - le sue iridi verdi, concedendole un sorriso caldo e sincero <Non devi preoccuparti, Azumi-chan...ti prometto che tornerò da te e ti porterò in quel posto che ti ho detto prima...> le assicura, lasciando eventualmente soltanto adesso calare la mano destra fino a prenderle - qualora non si rifiuti lei - la mano mancina. Contemporaneamente lascerebbe andare l'altra mano, ponendosi al suo fianco ed iniziando a camminare <...l'Hokage non è uno sprovveduto, e io sono solo un genin: non mi manderà mai in missioni in cui rischio la vita> le spiega, incamminandosi verso la direzione della casa della sedicenne e fingendo una sicurezza che in realtà non ha: chi può dire dove lo manderà l'Hokage e quali rischi rappresenti sul serio una missione per uno shinobi? <...e comunque, anche se fosse, mi piacerebbe passare più tempo che ho insieme a te, se proprio devo scegliere, ecco...> discosta ora lo sguardo dal volto di lei, andando con la mano sinistra (quella libera) a grattarsi la nuca mentre proseguirebbe a camminare, intenzionato - come promesso - a condurla fin davanti casa prima di dirigersi altrove, una volta consegnata alle sue mura domestiche, probabilmente ad allenarsi. [END]

14:44 Azumi:
 Non risponde inizialmente al dire dell’ altro lasciando che anche quel discorso cada. Attende quindi l’altro fuori dal locale e ne sente le parole. <stavo solamente scherzando, ci credo.> afferma con un leggero sorriso che, però, muore nel momento in cui lui le afferra la mano. Si irrigidisce appena a quel contatto ma solamente perché non è abituata. Si addolcisce, però, nel momento in cui le accarezza la guancia. Se lui, però, il coraggio di prendere la situazione in fondo, lei a quanto pare questo problema non lo ha. Quando lui le fa alzare il viso lei poserebbe la mano libera sulla sua spalla e si sporgerebbe in avanti, alzandosi sulle punte per colmare il solito divario di altezza. Le labbra della giovane vengono delicatamente premute su quelle del Nara in un contatto che dura solo qualche breve istante e subito tornerebbe con i piedi per terra. < va bene ma stai attento..promesso?> torna dunque a sorridere ed insieme riprenderebbero a camminare verso la propria dimora per poi separarsi.[end]

Raoku si reca al mercato per rifornire di frutta la propria dispensa, Azumi invece sembra inizialmente interessa ai fiori. I due si incontrano, passeggiano e chiacchierano tra teneri contatti e qualche gaffe di troppo. Tra la gelosia di Azumi verso Furaya e il fare impacciato di Raoku, i due finiscono con andare a mangiarsi una fetta di torta in un cafè nei pressi del mercato per poi lasciarsi in un modo altrettanto dolce.