L'origami della Foglia
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Giocata del 05/07/2018 dalle 12:23 alle 13:11 nella chat "Mura Esterne [Konoha]"
Il sole ha appena fatto capolino nel cielo del villaggio andando a far filtrare dalla tenda velata dei leggeri raggi che, come ogni mattino, andrebbero a disturbare il sonno, già abbastanza tormentato, dell’artista. Le iridi andrebbero a liberarsi piano dalla prigionia notturna andando ad incontrare quei flebili raggi che le porterebbero a nascondersi nuovamente sotto quella pelle candida. Passando delicatamente le estremità sugli occhi andrebbe a voltarsi dall’altro lato del letto per poi staccare il gracile corpo dalle lenzuola cremisi per ritrovarsi seduto sulle stesse con i piedi a contatto con il freddo pavimento in ciliegio. Facendo leva sulle stesse e aiutandosi anche con le braccia tenterebbe di alzarsi per poi recarsi verso il bagno, dove darebbe inizio ai rituali mattutini per eliminare le tracce dell’ormai perenne insonnia che lo perseguita. Finita la cura di bellezza, e dopo essersi fatto una doccia, andrebbe a tornare nella stanza per aprire l’armadio dal quale estrarrebbe una camicia nera di cotone, un jeans dalla colorazione chiara e degli anfibi neri con dettagli bianchi. Coperto il fisico esile e slanciato con quei tessuti andrebbe ad agguantare con la mancina il coprifronte viola e l’anello che lo accompagnano sempre per indossarli, l’uno al collo mostrando da piastra metallica e l’altro al medio della destrorsa. Preso anche il guanto ninja per la mancina sarebbe pronto a cominciare la giornata con una semplice colazione portatagli dalla madre e posata sulla scrivania in ciliegio. Spostando la sedia con la mancina andrebbe a sedersi e a sorseggiare piano il cappuccino ormai tiepido, segnando anche il labbro superiore con un leggero segno bianco di schiuma. Finita la bevanda andrebbe ad aprire il cassetto dove tiene un pacchetto candido che andrebbe ad alzare con la destrorsa e ad aprire con un leggero movimento del pollice della stessa. Aperto il delicato coperchio si ritroverebbe ad osservare i candidi cilindretti e, sfiorandoli con lo stesso dito, ne estrarrebbe uno per metà, avvicinando lentamente le labbra allo stesso e stringendolo delicatamente tra le stesse. Il mattino è ormai inoltrato, ma il nara non è come sempre in giro, indaffarato, a pensare a qualunque cosa faccia parte delle sue mansioni da shinobi o da figura politica all’interno del Villaggio. È passata l’ennesima notte in cui ha sentito l’Ishiba che ospita a casa propria gridare e dimenarsi, disperata per via della mancanza del fratello. Ed è per questo che ha deciso di agire. La casa dei due Ishiba la conosce, vi si è già dislocato e non sarà un problema rifarlo. Ha tutta l’intenzione di risolvere questo problema, sia per evitare a Kaime di cadere nella profonda depressione da cui è uscita con tanta fatica, sia per evitare ai propri figl di svegliarsi per l’ennesima notte per via degli incubi della ragazza. Sigillo della scimmia davanti al petto ed andrebbe a richiamare il proprio chakra al fine di ricoprirsi completamente come in un vero e proprio bozzolo. La mente andrebbe a figurare rapidamente il mobilio della casa dei due fratelli, il parquet di ciliegio, il mobilio raffinato, oltre che il disordine quasi sempre presente nella stanza del fratello. Se l’è attentamente studiata, oltre ad aver visto delle immagini fornitegli dalla stessa Anaka, che si è parzialmente occupata della formazione accademica dei due. Potrebbe essere passibile d’arresto per stalking, ma d’altronde questo richiederebbe una denuncia. Che richiederebbe una saetta in testa prima d’arrivare in questura. Ma, passando oltre questi pensieri, in un battito di ciglia il Nara dovrebbe trovarsi alle spalle di karitama, seduto sulla syua sedia dinanzi la scrivania, con la sigaretta stretta tra le labbra. < Ehm-ehm. > Un rauco schiarirsi della voce dovrebbe bastare per richiamare le attenzione dell’artista, intento in chissà quale attività. Il vestiario del Nara è formato da una camicia bianca ed un paio di pantaloni neri, per finire col coprifronte attaccato al collo tramite un nastro di raso nero ed un paio di scarpe in pelle scura, dal taglio classico ed elegante. < Karitama Ishiba, se non ricordo male. > Un sorriso accompagnerebbe queste sue parole, prendendo posto sul bordo del suo letto, per osservarlo e far passare in lui l’ovvio istante di panico dovuto all’improvvisa apparizione del Dainin. Ormai è più che abituato alle reazioni più disparate dovute alla dislocazione, qualcuno ha persino tentato di attaccarlo, salvo pentirsene subito dopo. < Non accenderti quella sigaretta, è il momento di andare a Konoha. > Gli rivelerebbe, infine, attendendo una reazione da parte dell’altro, più che sicuro che non abbia voglia di opporsi. O, comunque, non ne avrebbe propriamente modo. [ Dislocazione Istantanea Superiore | Chakra ON ] Il cilindretto bianco resterebbe per qualche istante immobile tra le candide labbra per poi essere mosso verso il basso insieme al resto del volto dell’artista che si volgerebbe verso il cassetto alla ricerca dell’accendino recante il simbolo del suo clan. Non farebbe in tempo a porgere la destrorsa verso il legno della scrivania che si troverebbe ad udire un suono estraneo in camera sua. Una voce profonda, maschile, e già sentita dall’artista risuonerebbe nella stanza portando il cuore di Karitama a perdere qualche battito per la sorpresa e la paura. In un movimento involontario e dettato dallo spavento il corpo di Karitama andrebbe a spostarsi velocemente verso destra portandolo a perdere l’equilibrio dalla seduta lignea finendo sonoramente sul parquet, rivolto ora con il volto verso quello che si rivelerebbe essere Azrael. Con i battiti ancora accelerati, e il fondoschiena indolenzito, non riuscirebbe a chiosar parola trovandosi ad ascoltare il ragazzo che parlerebbe di qualcosa riguardo l’andare a Konoha. Il battito e il respiro andrebbero pian piano calmandosi permettendo all’artista di comprendere la situazione e reagire. <Com… perc… come hai fatto ad arrivare così in camera mia e come mai tanta urgenza vista la mancanza di avviso?> chiederebbe ancora affannato facendo leva sulle braccia e sulle gambe per rialzarsi e riacquisire un po’ di contegno. <Era una cosa che pensavo già di fare ma credevo di doverti contattare o parlare con qualche funzionario per stare accanto a Kaime.> concluderebbe passando la mancina sulle candide per recuperare la sigaretta e posarla con un gesto rapido della stessa sull’orecchio corrispondente. <Partiamo allora?> chiederebbe avvicinandosi al pianoforte e agguantando con la mancina uno dei tanti spartiti posati sul leggio, quello della melodia scritta per il Nara e la sua ragazza.
Giocata del 05/07/2018 dalle 17:09 alle 17:50 nella chat "Mura Esterne [Konoha]"
Cosa, come e perché. Tante sono le domande che, giustamente, arrivano da parte dell’artista. Tutte cose che ha già sentito e a cui non ha intenzione di rispondere in maniera chiara, attualmente, ripiegando su un più vago < Magia, Karitama. > Il tutto accompagnato da un sorrisetto arrogante e pieno di sé, in piena linea col carattere del Dainin. < In teoria sì, devi parlare con un funzionario e bla bla bla… > Lascerebbe a metà la frase, andando a muovere la mancina a mezz’aria in un cenno quasi di noia. Non c’è tempo per le spiegazioni e per la mera burocrazia. Non adesso, non in questa cameretta nei cerchi di Kusa. < In effetti avevo detto che avresti dovuto avvisarmi, ma mi sento quasi in colpa a lasciare te e tua sorella lontani per così tanto tempo. quindi, beh, fa come se mi avessi avvisato. > Direbbe in direzione del ragazzo dal violaceo crine, mentre egli raccatta un foglio dal pianoforte, evidentemente uno spartito, dichiarandosi pronto per il viaggio. Un viaggio piuttosto particolare, che non si tradurrebbe in uuna scarpinata a piedi sino alla Foglia o in utilizzo di mezzi di trasporto convenzionali, bensì… < Metti la mano sulla mia spalla. > Gli direbbe, perentorio ed autoritario, prima di formare nuovamente il sigillo della scimmia per replicare la tecnica compiuta per arrivare in quel luogo. Il chakra, senza alterazioni elementali, verrebbe sospinto dal centro del keirakukei lungo tutti i canali di circolazione, sino agli tsubo presenti in ogni punto del proprio corpo. Essi verrebbero aperti per consentire all’energia cerulea di ricorirlo interamente come in un caldo abbraccio, come un velo che andrebbe ad aderire perfettamente alle di lui forme. Giunto al unto di contatto con l’Ishiba andrebbe a prolungare l’area di copertura di tale energia, in modo che esso possa ricoprire allo stesso modo anche Karitama, avvolgendolo del tutto. Gli occhi verrebbero chiusi per un istante, figurando nella propria psiche il profilo delle alte mura che contornano Konoha, il grosso portone, solitamente aperto, che reca le insegne del Villaggio stesso a dividersi tra le due ante. La torretta ANBU che sorveglia dall’alto tutto il circondario e la loro posizione da raggiungere con la dislocazione, proprio dinanzi alle porte, pur restando ancora all’esterno. Una volta riaperti gli occhi dovrebbe trovarsi proprio lì, con il ragazzo al proprio fianco, pronto per essere registrato all’entrata della Foglia da un funzionario. Azrael stesso. Prima di far ciò, tuttavia, andrebbe a recuperare dalla propria tasca destra un portasigarette in acciaio, tenuto tra pollice ed indice, un accendino – dal classico taglio degli zippo – tenuto tra indice e medio ed un posacenere tascabile tenuto appena al di sopra di esso. Aprirebbe il portasigarette per estrarne una e cingerne il filtro tra le labbra rosee, mostrando poi lo zippo, aperto da un sapiente scorrimento del pollice, e che reca inciso sottilmente il simbolo del clan a cui appartiene e a cui deve i propri natali. Un fluido movimento del pollice lo porterebbe a riabbassarsi per innescare la frizione della pietra focaia e dar così inizio alla combustione, che verrebbe portata all’estremità opposta del cilindretto di carta e tabacco, accendendolo. Dopo aver riposto l’accendino nella tasca, assieme al portasigarette, stringerebbe la sigaretta tra indice e medio della mano sinistra, per scostarla leggermente dalle labbra da cui uscirebbe un sottile ed uniforme sbuffo di fumo, tipico del primo tiro di un fumatore. < Ebbene, dammi i tuoi dati anagrafici completi così li scrivo… da nessuna parte. non mi va di scriverli, li riferirò in magione appena finito. > Terminerebbe, tenendo aperto il posacenere e lasciando che l’effetto della combustione sulla cartina si riversi al suo interno, senza inquinare il suolo della propria terra natìa. [ Dislocazione Istantanea Superiore | Chakra ON ] Il Nara non risponderebbe alle domande dell’artista, o meglio lo liquiderebbe con una battuta sulla magia che porterebbe sul volto dell’Ishiba un’espressione interrogativa dal quale trasparirebbe un leggero sorriso divertito. <Che carino che sei a preoccuparti e…>, da quello che ha capito dalla discussione con la sorellina, <occuparti di Kaime.> chioserebbe in seguito all’affermazione del Dainin volgendogli un sorriso ora più largo e deciso tra le candide. In attesa di uscire dalla casa per partire, si recherebbe nuovamente verso la scrivania per raccogliere l’accendino già cercato in precedenza che poi verrebbe posato nella tasca sinistra del jeans. Quel “metti la mano sulla mia spalla” arriverebbe alle orecchie di Karitama, ancora di spalle per la ricerca,che si volterebbe con un espressione davvero molto spaesata e anche leggermente preoccupata. <Perc…> proverebbe a chiosar domanda notando però lo sguardo serio di Azrael che per qualche istante lo intimorirebbe alquanto portandolo ad obbedire senza troppe domande, anche perché consapevole dell’impossibilità di ricevere una risposta esaustiva. Lentamente andrebbe a muovere un paio di passi verso di lui posandogli lentamente la mano sulla spalla destra. Nel tempo di una rapidissima chiusura delle palpebre Karitama si ritroverebbe catapultato fuori dalla propria stanza, dinnanzi ad un enorme portone recante il simbolo riportato anche sul coprifronte dello Shinobi da crine corvino. In un battito di ciglia si sarebbero trasportati entrambi all’esterno delle mura della foglia, in una sorta di “magia sconosciuta”. Le iridi indaco viaggerebbero rapide lungo le mura per poi fermarsi sul portone spalancato che darebbe su un viottolo animato del villaggio del sole, del ramen e della volpe. Prima di riuscire a togliere la mano dalla spalla di Azrael passerebbero secondi per l’artista infiniti prima di vederlo allontanarsi di qualche passo, accendersi in maniera molto teatrale la sigaretta e chiedere le generalità all’Ishiba. Seguendo l’esempio del Nara, Karitama andrebbe a passare la mancina prima sulla parte più alta della gota sinistra per poi raggiungere delicatamente l’orecchio ove sarebbe ancora posizionata la sua. Stretta tra pollice e indice, in un movimento lapido e fluido, andrebbe a muoverla tra le esili estremità per portarla tra la seconda e la destra della mancina. Stretta tra le due dita andrebbe a portare il candido cilindretto sulle rosee appena schiuse che andrebbero ad accoglierlo sicure. Lasciando cadere leggera la mancina andrebbe poi ad avvicinarla alla tasca corrispondente per estrarne il piccolo parallelepipedo metallico recante il simbolo del clan Ishiba. Stretto nella mano andrebbe ad alzare il piccolo coperchietto posandovi il pollice e spingendolo leggermente verso l’alto per scoprire la piccola rotellina nera e un candido stoppino ormai quasi consumato. Con la stessa estremità andrebbe a muovere verso il basso la rotella per innescare la combustione. Vedendo salire la tiepida fiamma e l’odore del combustibile, andrebbe ad avvicinare la punta della sigaretta all’accendino per inalare rapidamente un tiro di fumo candido che verrebbe rilasciato piano. Per qualche istante celato dal fumo chioserebbe con tono sicuro: <Karitama Ishiba, Genin dell’erba, 19 anni, aspirante tatuatore, celibe.> attendendo poi una risposta dall’interlocutore.
Giocata del 06/07/2018 dalle 10:36 alle 16:13 nella chat "Mura Esterne [Konoha]"
La riconoscenza dell’Ishiba lo rende felice e lo porta ad incurvare le labbra in un piccolo sorriso appena accennato che durerebbe solo per quella frazione di secondo necessaria per dislocare sé ed il compagno fuori dalle porte del Villaggio della Foglia. < Questa, Karitama, è casa mia. > Non in senso stretto, ma in un signifivto più ampio. Konoha è il luogo in cui è cresciuto, che è stato davvero il suo immaginario tetto per molto tempo, quando a casa non tornava neanche per dormire, preferendo la sicurezza di un portico improvvisato e la meraviglia del cielo stellato di un empireo sereno e privo di nuvole. Le dita stringono il filtro della sigaretta, lasciando un ennesimo sbuffo di fumo, ascoltando le generalità del ninja che ha di fronte. le memorizza tutte, deciso a metterle su carta una volta che avrà terminato quella discussione con l’artista. < Devo dire che la professione a cui aspiri è molto interessante. > Ridacchierebbe a mezza bocca, ben sapendo che sarà proprio lui ad iniziarlo a tale lavoro. < Quindi sei disoccupato, in sostanza. > Gli direbbe, a questo punto, lasciando che la cenere ricada una volta ancora all’interno del posacenere tascabile che regge con la destrorsa sempre ben aperto. < Devo chiederti le motivazioni per cui sei qui alla Foglia, se la tua sarà solo una permanenza turistica, cosa hai intenzione di fare all’interno del Villaggio. Insomma, fammi sentire un po’ delle tue motivazioni. > Appoggerebbe la schiena al muro dietro di sé, per incrociare le braccia al petto, tenendo la mancina sempre rasente alle labbra, pronto a tirare una volta ancora dalla sigaretta. [ Chakra ON ] Con ancora il fumo ancora a coprire i lineamenti candidi, l'artista si avvicinerebbe di qualche passo per ritrovarsi vicino al, probabilmente, funzionario per allontanare poi la sigaretta dalle candide e portarla verso il piccolo contenitore metallico per lasciar cadere la cenere, seguendo il suo esempio. Ascoltando le parole del Nara sorriderebbe appena soddisfatto pensando al lavoro che lo aspetta e la nuova realtà tutta da scoprire. Ascoltando la domanda postagli, Karitama rimarrebbe per qualche istante silente facendo viaggiare la mente alla ricerca dei motivi del suo arrivo al villaggio e su tutti i cambiamenti che lo attenderebbero in quel luogo, da quel che si dice, sempre soleggiato. Sognerebbe i nuovi luoghi da scoprire, le cascate dell'epilogo di cui ha tanto letto nei libri e il monte dei volti, visibile alle spalle del centro abitato, sui quali pendii spera di poter disegnare e comporre. <Sono qui per una permanenza prolungata. Sono venuto a Konoha per stare accanto a mia sorella Kaime, vedere le bellezze di questo villaggio e viverlo a pieno> direbbe con voce seriosa ma velatamente ironica vista la situazione surreale. <Sono però privo di un posto dove stare, o meglio, mia sorella vive a casa di un Dainin in città e penso mi farò anche io ospitare da lui.> concluderebbe diverto lasciando la parola al Nara e con una forte luce negli occhi ridenti e divertiti. Il gesto di Karitama, atto a non inquinare il suolo konohano, è il primo passo che lo porterà a non essere di troppo nel Villaggio. O a non prendersi una saetta al centro degli occhi, che dir si voglia. Il Dainin sorride, ascoltando esd assimilando le informazioni che l’Ishiba gli dà. Il suo voler stare vicino alla sorella gli scalda il cuore, ma, al contempo, lo porta a riflettere attentamente sulla delicatezza della situazione. Che la ragazza sia morbosamente legata al fratello è indubbio, persino Anaka gli ha accennato qualcosa sulla gravità della situazione, ma il fratello sembra provare una preoccupazione molto più sana. Il Nara sospira lungamente, pur senza esternare ancora alcun giudizio sulla situazione che si andrà inevitabilmente a creare da ora in poi. È più che certo che tenerli divisi troppo a lungo avrebbe fatto soffrire tutti, così come era sicuro che dividerli solo per un po’ li avrebbe aiutati a trovare una loro individualità. < Non c’è nessuna regola in partivcolare da seguire, basterà seguire le leggi della Foglia, non creare confusione ed il gioco è fatto. > Direbbe, in prima battuta, prima di stringere le labbra alle ultime parole del giovane dai capelli violacei. < Su questo non sono d’accordo. > Chioserebbe, apponendo una pausa tra le proprie parole per darsi il tempo di portare la sigaretta alle labbra ed aspirare, riempiendo i propri polmoni di fumo, prontamente rilasciato nell’aria in maniera tale da evitare di investire la figura dell’artista con il risultato di tale aspirazione. < Casa mia è piuttosto affollata, non so se kaime te ne ha parlato. Stavo pensando di prendere una casetta solo per voi due, ma avrei dovuto chiedervelo. E non avevo voglia. > Sorride alle proprie parole, continuando immediatamente col discorso < Quindi l’ho già comprata. > Termina, a questo punto, attendendo una risposta da parte dell’Ishiba, ben sicuro del fatto che, qualunque essa sia, non avrebbe poi molta importanza sugli avvenimenti che Azrael ha già progettato. [ Chakra ON ] L'artista ascolterebbe tranquillo le parole di Azrael che giungerebbero sicure alle sue orecchie. Non ha mai avuto problemi con la legge e non crede ne avrà mai, vista l'indole tranquilla che è convinto di avere. Sorridendo comincerebbe a pensare alla sorellina, dalla quale è stato per tanto tempo diviso a causa di quella segregazione volontaria ormai conclusasi. Il sorriso dell'artista avrebbe però vita breve sentendo quel "Non sono d'accordo", che per qualche istante gli scompiglierebbe i pensieri già poco organizzati. Lo sguardo si farebbe meno sicuro e le parole del primo incontro con il Nara gli risuonerebbero forti. Si era lui stesso offerto di ospitarli, perchè ora questo cambiamento così repentino. Non farebbe in tempo a concludere il pensiero che dalle labbra di Azrael arriverebbero altre parole, serie e sicure come le precedenti ma con una nuova vena di ironia. Sapeva che quella casa fosse affollata e avrebbe potuto accettarlo ma il Dainin, senza creare disturbo ai due, si sarebbe già premurato di trovargli un tetto. <Com...> per l'ennesima volta l'Ishiba si troverebbe senza parole ad incrociare le iridi indaco con lui, così naturale nel dire una cosa tanto importante, e strana visto il rapporto così acerbo tra i due. <Az... ci hai davvero già comprato una casa?> chiederebbe non credendo alle sue orecchie e non distogliendo lo sguardo dal volto del corvino. <Avremmo trovato una soluzione... non avresti...> non concluderebbe la frase abbassando la voce fino a renderla inudubile. Stringendo lo spartito che portava nella destrorsa fino a quel momento, lo fisserebbe per poche frazioni di secondo per poi porgerglielo. <Questo allora è il minimo per ripagarti> concluderebbe porgendogli il foglio segnato e sorridendogli riconoscente. La sigaretta è, oramai, giunta al proprio terine, portando così il Dainin all’ovvia conclusione di pigiarla con dovizia contro il mettallico posacenere, riponendone il filtro ormai consumato all’interno. Non lo chiuderebbe, tuttavia, permettendo all’Ishiba di continuare ad usufruirne. Gli ha esposto tutte le motivazioni e le informazioni di cui necessita per permettergli di entrare e la sua incredulità in merito all’aver a disposizione una casa tutta per loro. Un sorriso segue il di lui dire. < Sì, l’ho fatto davvero. Non è un peso, insomma, le mie finanze sono pressoché infinite. > La mancina correrebbe al crine corvino, ravviandone una ciocca ribelle dietro l’orecchio corrispondente. < Tu e tua sorella nei week end o quando vi andrà tornerete a Kusa per adempiere ai vostri doveri da shinobi, i consumi e le spese saranno oltremodo ridotti. Quando avrete terminato il vostro soggiorno a Konoha, inoltre, potrò affittarla e guadagnarci su. > Esporrebbe brevemente il suo piano e le motivazioni per cui, in fondo, quell’appartamento non graverà in maniera significativa sul suo tenore di vita, non costituendo un vero e proprio debito da parte degli Ishiba. < Inoltre tua sorella mi ha dato una mano in casa, coi bambini e a cucinare, consideratelo un ringraziamento. > Punterebbe, a questo punto, lo sguardo sullo spartito che gli allunga l’artista. Leggerebbe la partitura, cominciando ad immaginare la melodia nella propria mente. È dolce, romantica, sinfonica al punto giusto, tanto da fargli immaginare la scena in cui utilizzarla, in cui essa sarà la colonna sonora portante. Le rosee s’allargherebbero in un sorriso pieno e radioso, snudando la dentatura candida, sollevando nuovamente gli occhi su Karitama < Se vuoi ripagarmi ti do il modo perfetto. Scriverò il testo e tu la suonerai per me e la mia Kaori. > Abbasserebbe il braccio, lasciandolo mollemente pur senza mai lasciar andare il foglio. < Sto seriamente pensando di chiederle di sposarmi… > Abbasserebbe lo sguardo, lievemente imbarazzato, mostrando un leggero rossore strisciargli il volto, rendendo la sua pelle fin troppo diafana, al limite del cadaverico. È la prima volta che pronuncia quelle parole così seriamente, ma non è di certo la prima volta che ci pensa. [ Chakra ON ] Il sorriso di gratitudine dell'artista non lascerebbe per un istante quel candido volto, rivolto sempre a quello del dainin. Posando ancora quel cilindro candido di tabatto sulle rosee, coperte per qualche istante dalle dita che lo reggono, andrebbe ad ispirare profondamente per un ultima volta quel fumo leggero posandola poi nel piccolo contenitore retto dal Nara. Ascoltando le parole fluire dalle labbra di Arael, Karitama non riuscirebbe a far altro che rispondergli <Grazie Az... Grazie davvero> senza mai rompere il contatto visivo. Vedendolo agguantare lo spartito Karitama andrebbe a far risuonare nuovamente nella propria mente quella melodia tanto sofferta e finalmente pronta per essere dedicata alla ragazza amata dal Dainin. Quelle note viaggerebbero quasi materializzandosi nell'aria intorno ai due "artisti" vista la professione dell'altro e il fatto che voglia scrivere il testo di suo pugno. Senza interrompere la danza di quelle note dinnanzi alle iridi ormai perse nel vuoto, Karitama sentirebbe le ultime parole rivoltegli dall'interlocutore. Il pensiero di prender parte ad un avvenimento così speciale per i due innamorati lo riempie di felicità portandolo ad immaginare la situazione in cui la suonerà e i sorrisi che compariranno sui volti del Nara e della Hyuuga. Interrompendo quel momento andrebbe quindi a rispondere con tono giocoso: <Ci sto, ma prima insegnami a tatuare... magari dopo che il rossore e l'emozione saranno passati...> lasciando poi esplodere una delicata risata. <Adesso ti va di farmi vedere Konoha o mi accompagni a modo tuo verso casa?> chiederebbe infine senza smettere di ridacchiare. Così dicendo aspetterebbe direttive da Azrael per poi ritrovrsi a seguirlo verso una meta sconosciuta, sempre se non si ritrovasse con una saetta per le battute fatte. Edit: [END] la melodia creata da Karitama tocca le corde dell’animo del Dainin, ma più di tutto quel che lo emoziona è immaginare gli occhi perlacei della sua Kaori riempirsi di felicità, oltre che al timore che, improvvisamente, potrebbe cambiare idea, magari dirgli di no, semai avrà l’intenzione di chiederle davvero di legarsi a lui in qualità di moglie. Tuttavia passa poco prima che gli occhi d’onice dell’uomo tornino sul ragazzino, che addirittura gli rivolge delle battute scherzose, quasi prendendolo in giro riguardo le emozioni che prova < Ehi, piccoletto. Ancora non hai messo piede nella tua nuova casa e già rischi di essere sfrattato. > Non ha un intento propriamente serio, difatti incurverebbe immediatamente le labbra in un sorriso divertito < E’ con un Consigliere che stai parlando, prima ancora che con un tuo amico. > Una leggera risata si leva dalle rosee appena schiuse del Dainin, considerando quanto quel giovane Genin lo stia divertendo in maniera sana e semplice. < Ti porto a vedere un posto, è stata la mia prima fonte di ispirazione. > Gli direbbe, infine, intenzionato a portarlo sul Monte dei Volti, da cui tutto il panorama di una Konoha viva e piena di colori si apre al di sotto degli occhi di chi occupa quella posizione sopraelevata. < Ambientati, magari portiamo qui le tue cose, ti sistemi nella nuova abitazioe assieme a tua sorella, poi ti insegnerò come tatuare. > Concluderebbe con tali parole, confidando nel fatto che Kaime sarà contenta della notizia, prima di volgere il profilo all’Ishiba, allargando il braccio che dà all’interno di Konoha per fargli muovere i primi passi all’interno della Foglia < Benvenuto a Konoha. > [ end ]