L'aula pullula di vita, le vite di piccoli deshi che sperano nel superamento di quella prima parte d'esame, per poter aspirare al completamento del processo per diventare Genin. Dopo pochi istanti dal rintocco dell'orario d'inizio di quella che normalmente sarebbe una semplice lezione, un uomo alto sul metro e ottanta, dal crine piuttosto scarso ed a tratti mancante, entra in aula per posizionarsi dietro la cattedra, sulla sedia adibita proprio per lui. Su ogni banco, uno per studente, v'è un singolo foglio rivolto con la parte vergata d'inchiostro verso la parte lignea del banco, volgendo solo la parte bianca al deshi che lo osserverà, assieme ad un pennino ed un calamaio. < Buongiorno ragazzi, questo è il gran giorno per tutti voi, quanto per me. > Comincia, osservando nervosamente l'orologio posto sulla parete dell'aula. < Tra qualche minuto comincerete, girerete il vostro foglio ed utilizzerete la penna che avete in dotazione per rispondere. Si tratta di cinque domande, oltre che una sesta facoltativa. > Spiega la struttura dell'esame, prima ancora che i giovani possano vederlo < Avrete trenta minuti di tempo, al termine dei quali dovrete, semplicemente, portare qui il vostro foglio ed andar via, se terminate in anticipo non fatevi problemi a lasciare l'aula. Naturalmente sarà vietato copiare o chiedere aiuto in qualunque modo. > Come in tutti i compiti in classe, insomma. Una breve pausa, qualche altro secondo scandito dalle lancete prima che il sensei prenda nuovamente fiato e chiosi le tanto agognate e temute parole. < Il vostro esame comincia... ora! > [ Esame teorico per Raoku. Quando avrai letto il fato e questo tag mandami un sussurro di conferma, a quel punto riceverai una missiva con le domande alle quali dovrai rispondere in trenta minuti dall'orario di arrivo della missiva, dopodiché rigira a me le risposte, poi dovrai semplicemente scrivere una end in cui consegni il compito e lasci l'aula. ]
Mancano solo due minuti.
Perfetto, fai la tua end e abbiamo finito.
[Aula A-1] Il fastidio alla caviglia provato il giorno precedente sembra adesso un pallido pizzicore, paragonato al dolore lancinante che Raoku avverte al polso e alle articolazioni della mano destra. Fin dal via dell'esaminatore, non ha smesso un istante di scrivere cercando nella propria mente le risposte alle domande nel momento stesso in cui con la penna, intinta a più riprese quasi frenetiche nel calamaio, vergava il foglio contenente le domande del test. La scrittura, precisa ma dai tratti nervosi del deshi, macchia il foglio di righe e righe contenenti le nozioni apprese durante quel periodo in Accademia e che Raoku spera di ricordare in modo esatto, così da ottenere una media alta in quella prima fase e poter quindi passare alla fase pratica dell'esame. All'annuncio del sensei degli ultimi due giri di orologio prima della fine del tempo limite gli occhi di Raoku saettano per un momento verso l'esaminatore affibbiandogli uno sguardo truce ed assassino, ma non sembra andare in panico e si getta a rispondere a quell'ultima domanda che gli resta tra quelle obbligatorie. Stringe i denti, il labbro inferiore - rimasto per tutto il tempo praticamente preda degli incisivi superiori del deshi - è martoriato quasi quanto il tendine del polso destro, teso allo spasmo nel tentativo di finire in tempo quell'esame nel modo più esauriente possibile. Non fa caso ai compagni che consegnano e se ne vanno dall'aula, magari chi solo con alcune delle risposte date, magari chi avendo completato in anticipo il test. Si preoccupa solamente del suo, cercando di isolarsi completamente in quegli ultimi istanti che restano, quindi - appena un istante prima che il sensei decreti la fine - si alza dal banco e si precipita verso la cattedra, abbandonando lì il foglio impilandolo insieme a quello degli altri deshi che si sono sottoposti alla prova. <Arrivederci, sensei...> borbotta, chinando leggermente il capo nei confronti di Mastro Lindo-a-macchie e uscendo dall'aula. Si soffermerebbe per un istante con la schiena appoggiata al muro esterno della classe, lasciandosi andare ad un sospiro di sollievo <E una è andata...> mormorerebbe tra sé, prima di incamminarsi all'esterno dell'Accademia. [END]