Giocata del 27/06/2018 dalle 10:41 alle 18:02 nella chat "Dojo Hyuga"
Il giorno è arrivato. Kaori ci ha riflettuto a lungo grazie all'idea fornitale da Azrael ed alla fine è arrivata alla conclusione che il Nara non ha tutti i torti. Anzi. Per molto tempo, dalle vicende di Cappuccio Rosso, ormai non ha più alcuna fiducia nelle capacità e nella figura stessa di Juusan Hyuga e negli ultimi tempi le cose non hanno fatto che peggiorare. A partire dalla notizia della cacciata di Mekura dal clan per arrivare all'arrivo della piccola Harumi e del suo inequivocabile collegamento con la teoria di Cappuccio Rosso, Kaori non ha potuto far altro che coltivare ancora più dubbi e distanze nei riguardi dell'uomo ritrovandosi a ritenerlo inadatto al suo ruolo. Come può essere una buona guida se i suoi stessi compagni non si fidano di lui? E sebbene non abbia avuto modo di sentire apertamente alcun tipo di critica nei suoi riguardi da parte del resto del Clan, Kaori non può immaginare di essere la sola a nutrire delle riserve nei suoi riguardi. Lo stesso Hiashi, prima di morire, aveva non poche recriminanze riguardo la figura del capoclan. Non aveva mai pensato di poter essere lei la persona giusta per prendere il suo posto, ma la fiducia che Harumi ha in lei ed anche Azrael l'hanno portata per la prima volta a considerare davvero questa possibilità. Ecco allora che la Hyuga ha deciso di affrontare la situazione di petto dirigendosi al Dojo del clan per parlare in prima persona con Juusan stesso. Azrael ha voluto accompagnarla e lei non ha trovato nulla da ridire in merito. La giovane indossa uno yukata lilla che le cinge il corpo fino a metà coscia ed un obi viola a stringerle la vita in una stretta gentile. Sulle spalle porta l'haori bianco con il simbolo Hyuga cucito fra le scapole che ha preso ad indossare da dopo la sua nomina a Consigliera mentre al collo reca con sé il coprifronte della Foglia a protezione della gola. Sandali chiari ai piedi e lunghi capelli viola completano la sua figura che, al fianco di quella di Azrael, si dirige a passo sicuro verso il Dojo di clan dove ha chiesto appuntamento all'attuale capo. Ha già informato il Nara di non portare alcuna arma con sé in rispetto delle tradizioni del dojo e con lui andrebbe a percorrere la zona dei giardini esterni al Dojo per poi bussare alla porta che conduce alla zona formale della struttura ove sono solitamente predisposti gli incontri col capoclan e dove è concesso agli esterni della famiglia di venire accolti. [ Chakra: on ] La giornata prefissata quel giorno alle Praterie della memoria è giunto, ma il Nara non è di umore particolarmente accomodante, quest’oggi. I sentimenti che lo muovono sono rabbia, disappunto, una punta di vergogna per lo stesso capoclan degli Hyuga, il quale ha attivamente inferto una ferita non solo alla propria casata, ma alla stessa Kaori, senza neanche prendersene pienamente le responsabilità. Si sta dirigendo al Dojo, proprio per far presente queste che per lui potrebbero essere piccole inezie, ma che per la coppia che sta andando direttamente al suo “ufficio” sono questioni molto importanti. E non ci sta andando in qualità di Azrael, non in qualità di uomo comune, ma in qualità di Consigliere della Foglia, di Ninja che si è battuto più e più volte per il bene del Villaggio, sacrificando i propri interessi personali, fino alla quasi totale abnegazione del proprio essere individuale. Ci sta andando in vesti formali, da figlio del Settimo e, da molto tempo ormai, braccio destro del Nono. Ha intenzione non solo di farsi ascoltare, ma di far eseguire le proprie direttive. Non ha portato armi, per l’occasione, come richiesto dalla stessa Kaori, benché avrebbe rtenuto opportuno imbracciare quantomeno le sue due fedeli katane, giusto per far capire a Juusan che ha fatto arrabbiare un po’ di persone in quel di Konoha. Indosso porta una camicia nera, i cui bottoni sono allacciati sino alla gola, ove fa capolino la placca metalica del coprifronte, attaccata ad un nastro di raso bianco. Un paio di pantaloni dal color dell’ombra gli ricadono morbidamente lungo i fianchi, retti in vita da una cintura di cuoio ed i piedi alloggiano in un paio di scarpe in pelle scura, dal taglio classico ed elegante. Poggiato sulle spalle, infine, v’è un lungo haori viola scuro, le cui rifiniture esterne ed i kanji a formare le insegne del villaggio sono ricamate in filo dorato. Le braccia no sono inserite nelle larghe maniche, ma pendono molli lungo i fianchi, lasciando quelle stoffe violacee, il cui colore è sia simbolo di regalità che presagio di sventura e morte, attorno la di lui figura in un moto che lo rende quasi evanescente, come se non toccasse neanche terra. Avanza al fianco di Kaori, lasciando che sia lei a guidarlo all’interno del Dojo, in maniera tale da non dare un’idea di supponenza o d’arroganza verso Juusan, in modo da non indispettirlo e facilitare l’idea di una conversazione calma e pacifica. “Non ho capito perché non ho potuto portare le mie armi. Almeno le katane!” Per quel che riguarda i pensieri che comunica a Kaori, invece… conversazione pacifica un cazzo, per così dire. [ Chakra ON ] Plumbee nubi ad oscurar parte del sole, a mostrarlo a tratti, a nasconderlo ancora. Anche il Dojo degli Hyuuga, in uno dei Quartieri più ricchi di Konoha, vien investito da questo tempo atmosferico. Il via vai di gente nel Dojo è già iniziato: tra coloro i quali si occupano della manodopera del giardino e altri conclannati suddivisi in altre mansioni, non si può proprio dire che sia un Quartiere silenzioso. In tal momento, il punto da prendere maggiormente in considerazione è il luogo in cui il Capo Clan accoglie i suoi compagni, i suoi fratelli ed anche gli esterni agli Hyuuga, che magari hanno chiesto un incontro con quest'ultimo. In particolar modo, ben due Consiglieri della Foglia richiedono "una parola" al Capo Clan in carica tuttora: Juusan. Egli, avvisato di tale avvenimento e dell'arrivo dei due, attende questi nell'area formale adibita a specifici incontri come quest'ultimo. Siede attorno al tavolino basso, tipicamente orientale, con attorno sistemati un marasma di cuscini sul pavimento ligneo, attorno a tutto il tavolo sopracitato. L'oggetto in questione è in legno di ciliegio, molto finemente lavorato, con pietra al centro adatto al servizio da thè che, di rimando, non è ancor stato servito. Juusan passeggia avanti e indietro all'interno della suddetta stanza, muovendo i piedi nudi sul pavimento con tranquillità. Non par tediato, ma al tempo stesso neppure impaziente di saper cosa o chi si presenterà alla sua porta quest'oggi. Veste con un kimono color ocra, con intarsi bianchi lungo i bordi ed un obi bianco perla, al contempo, che ne tiene chiuso l'abito in vita. Sulle spalle, è poggiato un haori di un ocra molto più chiaro, con il simbolo degli Hyuuga in bella mostra dietro la schiena. I capelli dell'uomo son grigiastri, non troppo lunghi, rasenti le di lui larghe spalle. Non par posseder alcuna arma con sé né nessun intento bellico di sorta. Gli occhi perlacei volgono alla porta, con un atono quanto secco: < Prego. > alla volta degli avventori esterni. La stanza è sapientemente illuminata, non soltanto per i raggi all'esterno, quelli passabili oltre le nubi, bensì da piccole torce sistemate nei punti idonei ed ideali della stanza per poter far luce. Rischiarano meglio la zona "formale", sperando tutto ciò metta maggiormente a loro agio coloro i quali oggi hanno intenzione di cambiare le sorti degli Hyuuga. [ Ambient ]
La presenza di Azrael al suo fianco è rassicurante, tuttavia ciò che i suoi pensieri le trasmettono alla mente, la portano a mostrare un semplice sorriso appena accennato per via del tono quasi offeso ed infantile utilizzato dal Nara in quella piccola lamentela. "Perchè venire armati è indice di un intento bellicoso e noi non ne abbiamo bisogno." dice mentalmente la Hyuga a testa alta, avanzando ancora per i giardini del Dojo, scrutata dagli altri Hyuga presenti che ne seguono l'incedere. Probabilmente, in realtà, più che lei è il Nara che stanno osservando, ma questi sono dettagli. "Quello che abbiamo da dire è nell'interesse di tutti quanti e conto sul fatto che Juusan se ne avveda. In caso non debba concordare con noi, basterà parlare con il clan. E' per il loro bene che agisco, dopotutto, non per fare a lui un torto." spiega la ragazza con decisione, ritrovandosi nel mentre ad arrestare il proprio passo in attesa del permesso d'avanzare. La voce di Juusan giunge poco dopo indicando ai due il permesso di entrare. Kaori inspira a fondo e, lasciando scorrere la porta lateralmente, andrebbe a varcarne la soglia sfilandosi dunque i calzari che, all'interno della struttura, non sono ammessi. < Juusan-sama. Buongiorno. > saluta la ragazza senza tuttavia ricercarne lo sguardo, quasi infastidita dall'idea di dover porre sul suo volto l'attenzione. Assicurandosi che Azrael sia entrato, andrebbe a richiudere la porta per poi dirigersi ora scalza verso i cuscini che circondano il basso tavolino di ciliegio senza tuttavia ancora sedersi. Andrebbe ad osservare il lento incedere dell'altro in quel calmo passeggiare all'interno della stanza tenendo la schiena ben dritta e la testa alta. Le gambe strette fra loro in una posa femminile ed elegante, le mani semplicemente molli lungo i fianchi denotando calma e serenità. < Grazie per averci concesso quest'incontro. Ci sarebbe un importante argomento del quale vorrei parlare con lei, un argomento che potrebbe interessare anche Konoha se non adeguatamente trattato ed è per questo che anche il Consigliere Nara è qui con noi. > principia la ragazza con tono serio, fermo e determinato. Mantiene una certa calma nell'esposizione volendo limitarsi a rendere quello un incontro pacato e fondato sulla ragionevolezza e sul desiderio comune di fare del bene. Cerca di dosare bene i tempi di quel discorso e per questo, prima di entrare nel vivo, si limita ad inspirare e muovere una mano ad indicare con grazia il tavolino di ciliegio frapposto fra loro. < Vogliamo sederci? > domanderebbe, con cortesia, quasi come fosse lei a star tenendo l'incontro. [ Chakra: on ] Le porte della sala in cui Juusan li accoglierà si avvicinano e, col loro lento incedere, il cuore del Nara atte sempre più forte. Aspettativa, ira, un certo senso d’adrenalina lo pervadono completamente, facendolo sentire vivo, più vivo che mai. Un sorriso non particolarmente accentuato gli incurva le sottili rosee, il petto si gonfia di un respiro profondo, atto a calmarlo e a raccogliere le idee, per quel che riguarda un discorso che ha a lungo preparato in questi giorni. Quel che ha intenzione di utilizzare è la sua arma più forte. Non le spade, non le arti magiche, ma l’intelletto. La fredda, glaciale ed inoppugnabile logica, che non dovrebbe lasciar scampo ad un uomo dalle capacità intellettive sviluppate quantomeno alla metà di quelle del Dainin, particolarmente fiducioso nelle proprie abilità oratorie. Ancora qualche passo ed ecco che la Hyuga stessa bussa alla porta, ricevendo prontamente risposta da una voce atona, che non presenta particolari inflessioni. Quel che sa degli Hyuga, pur non avendo mai conosciuto il loro attale capo, è che sono tradizionalisti, nobili, eleganti e regali. Per loro mente e corpo devono raggiungere un equilibrio, una pace degna di quella che si troverebbe facilmente in un templio adibito ad una divinità. Sono, inoltre, molto legati al concetto di famiglia, di casata. Non sono particolarmente progressisti, in sostanza. Essendo uno dei clan più antichi e ricchi di storia all’interno della Foglia, non presentano una particolare apertura mentale. Juusan, tuttavia, potrebbe essere diverso, potrebbe fondere questi ideali con una mentalità propria, su cui il Nara ha intenzione di lavorare per arrivare al proprio obiettivo. In fondo, non ha voglia né intenzione di attaccar briga con il capoclan, se si mostrerà ragionevole ed aperto al dialogo, pertanto va rispondendo alle preoccupazioni di Kaori in merito al proprio comportaento in maniera celere e breve “Non preoccuparti. Confido nelle capacità delle mie parole di convincere un uomo del fatto che il cielo è verde, invece che blu.” Arrogante ed egocentrico, come di consueto, ma quantomeno calmo e pacato. Entrerebbe all’interno della struttura, previo permesso, senza porsi davanti a Kaori, ma restando sempre almeno un passo indietro, compiendo assieme a lei il gesto di togliersi le scarpe, posandole nell’area prestabilita e dirigendosi in direzione del basso tavolino, munito di appositi cuscini. Resterebbe in piedi accanto a lei, senza mai interrompere il di lei dire nei confronti dell’uomo a capo della Casata, senza che la Hyuga posi mai lo sguardo su di lui. Per sdegno, più che per rispetto, come il Dainin può ben immaginare. Per lo stesso motivo, invece, i suoi occhi scuri sono sempre puntati sulla figura dell’uomo dal grigio crine, mai lascerebbero le di lui iridi perlacee, seguendolo nel suo incedere o nel fermarsi, pur senza fissarlo con invadenza o maleducazione, ma semplicemente tentando di saggiarne ogni reazione. < Salve, Juusan-sama. > Chioserebbe anche lui, dopo le parole della compagna, sempre che queste parole non interrompano un eventuale verbiare dell’uomo. < Tengo a presentarmi, per quanto superfluo, forse. > In fondo, oltre che essere famoso per i meriti da shinobi, Azrael ha avuto un passato con Mekura, la nipote dell’uomo che ha davanti e che, di conseguenza, certamente saprà riconoscerlo per l’una o per l’altra cosa. < Azrael Nara. > La destra andrebbe a poggiarsi sul pettorale sinistro, i corrispondenza del cuore < Dainin della Foglia. > Il busto si chinerebbe in avanti leggerente, in un cordiale inchino alla di lui volta, prima di attendere il benestare di tutti i presenti per sistemarsi in ginocchio sui cuscino, con i palmi delle mani a poggiarsi sulle cosce. Non direbbe altro, preferendo lasciar trascorrere la conversazione osservando ed ascoltando, studiando le mosse dei due Huga prima di fare la propria, da bravo giocatore di shogi. [ Chakra ON ] Al contrario di Kaori, Juusan ne ricerca lo sguardo eccome. Occhi perlacei che vogliono incontrarne di altri, seppur sia noto come alcuni, oltre a quelli di Kaori, lo scrutino con fastidio. È conscio delle scelte che prende e delle possibili conseguenze: ha tutto sotto controllo, dal proprio punto di vista. Ed è esattamente quest'ultimo che non viene molto ben visto, ultimamente, come a breve la ragazza gli spiegherà. Son lì per una ragione. Azrael e Kaori comunicano telepaticamente tra di loro, vedendo il primo piuttosto restio a recarvisi senza le rispettive armi e la seconda ben più calma e pragmatica, sicura di sé. Juusan arresta il proprio cammino nell'istante in cui la porta s'apre. Ambedue le figure dei Consiglieri s'affacciano all'ingresso, frattempo che il Capo Clan arresti il proprio passo e su di essi vada concentrandosi. Permette loro di entrare, distendendo l'arto destrorso superiore, allargando verso l'esterno ed indicando il tavolino con i cuscini tutt'attorno. < Buongiorno a voi, Consiglieri di Konoha. > Resta dall'altra parte del tavolo, il quale par quasi far da divisorio tra due fazioni discordanti che non la pensano allo stesso modo. L'importante è non passar alle mani e sfruttare la diplomazia che tutti possiedono. < Il mio nome.. > Rivolgendosi in primis ad Azrael, il quale si presenta a sua volta con i giusti nominativi e gradi. < ..è Juusan Kagura Hyuuga. > Il capo, con le spalle, vien piegato in avanti con un lieve ma doveroso inchino di presentazione. Dimostra d'esser sì un uomo oltre la quarantina, ma che non ha perso i valori e i dogmi che la società, il mondo e il clan hanno sempre seguito. < Immaginavo, Kaori-san. > Muove, dopo aver raddrizzato la schiena, il capo in un cenno affermativo. Si avvicina al cuscino centrale dall'altro lato del tavolo rispetto a loro. Piega le ginocchia, vi adagia le membra senza proferir verbo, neppure un ''oplà'' tipico di persone oltre una certa età(?). < Prego, prendete posto.. > Alterna lo sguardo tra l'una e l'altro. < ..ed esponetemi pure ciò che avevate intenzione di portare innanzi alla mia attenzione. > Il tono è neutrale, ma par accondiscendente, atto ad ascoltare ciò che i due hanno in serbo ( o in konohano, dipende ) per lui. Non ha fretta alcuna, come si suppone neppure i due Consiglieri. Cede loro la parola, affinché quest'incontro fatidico ed atteso abbia finalmente inizio. [ Ambient ]
Alza gli occhi, trattenendo il riso, al sentire le parole di Azrael nella sua mente per poi limitarsi a proseguire ed avanzare fino all'interno del Dojo a seguito del permesso ricevuto dal capoclan. Azrael la segue silenziosamente, sa come comportarsi e senza mai osar superarla o agire per conto proprio, segue ogni mossa della Hyuga imitandola. Si sfila i calzari e si avvicina come lei al tavolo, andando dunque a prender parola per salutare e presentarsi come si conviene, nonostante di presentazioni lui non abbia alcun bisogno. Jusan, dal canto suo, si presenta a sua volta all'ospite e indica a entrambi di accomodarsi portando Kaori ad annuire piano e quindi chinarsi su uno dei cuscini messi a disposizione attorno al tavolo; tenendosi la gonna dello yukata stretta sulle cosce così da evitare che si scosti e riveli pelle che dovrebbe rimaner coperta, va flettendo le gambe unite di modo tale da portarle parallele al terreno con le ginocchia piegate. Le gambe fanno da appoggio e sostegno per il resto del corpo che invece rimane ben dritto e teso verso l'alto, la testa alta e ferma. Poggia le mani sulle proprie ginocchia con i palmi ben aperti e quindi inspira a fondo lasciando che Juusan dia loro il permesso di proseguire. < Abbiamo motivo di supporre che qualcuno stia ancora lavorando al progetto Hyuga puri portato avanti da Cappuccio Rosso fino a non molto tempo fa. > esordisce come un fulmine a ciel sereno senza la minima esitazione. < Qualche giorno fa una bambina con gli occhi palesemente Hyuga è arrivata al Villaggio senza memoria né oggetti con sé. Sola, completamente sola e con solo poche consapevolezze con sé. Che venisse da Konoha e che un uomo le ha detto di essere la 'principessa della luna'. > riassume Kaori per rendere chiari i motivi per cui è ormai convinta che la piccola Harumi sia l'ennesima vittima di quel folle progetto. < Al momento mi sto occupando io di lei e della sua protezione ma se davvero là fuori c'è qualcuno che sta proseguendo questo progetto, nessuno di noi è al sicuro. > continua allora la ragazza fermandosi, senza alcun timore nel parlare tanto chiaramente di questa storia davanti ad un esterno del clan nonostante le raccomandazioni che lo stesso Juusan aveva dato di tenere segreta questa storia. Ma, dopotutto, se qualcuno minaccia gli Hyuga -per estensione- minaccia la Foglia stessa e perchè, allora, il Consiglio del Villaggio non dovrebbe essere a conoscenza di una simile minaccia? Kaori guarda Juusan negli occhi per tutto il tempo del discorso con fare deciso e per niente intimorito, sicura di quanto sta dicendo e convinta della decisione presa. < C'è un problema tuttavia. > continua la ragazza, dopo poco, inspirando nuovamente. < Nel momento in cui ho scoperto tutto questo non mi sono sentita al sicuro all'idea di parlarne con voi. In un momento come questo, se la minaccia è nuovamente attiva, il clan dev'essere più unito che mai e questo significa che non possiamo permetterci di sottostare alle direttive di un uomo che non ci fa sentire al sicuro. > spiega la giovane mantenendo il tono calmo come se stesse invero chiosando di quanto sia elegantemente decorato quel tavolo di ciliegio. < Non me ne sono accertata chiedendo a tutti gli altri ma sono piuttosto sicura che molti di loro, come me, abbiano perso qualcuno l'ultima volta perchè voi non vi eravate accorti che stavamo sparendo come mosche. Dubito che godiate della massima fiducia nel clan in questo momento, soprattutto dopo che avete deciso di esiliare dal clan Mekura Hyuga. > continua Kaori fermandosi solo a questo punto, senza avanzare di fatto alcuna reale richiesta, lasciando sospeso il discorso e con esso il significato inespresso dietro di questo. [ Chakra: on ] L’anziano capoclan sembra comprendere il punto del discorso, ma senza affrontarlo direttamente, preferendo che sia Kaori a parlare. La ragazza non se lo fa ripetere due volte, snocciolando le vvarie ragioni per cui il clan dovrebbe essere rimesso all’erta nuovamente, dopo la prima minaccia che si credeva sventata, parlando di Harumi, del fatto che la Casata non si fida più del suo leader e dell’esilio di Mekura dagli Hyuga. L’argomento lo prende sul personale ed è proprio in quel momento che il Nara, al trmine del discorso portato dalla sua compagna, prenderebbe la parola. Il tono sarebbe sicuro, deciso, in parte anche autoritario che tenterebbe di spezzare qualunque intento di Juusan di principiare una risposta, una giustificazione o chissà cosa, in favore di un supporto all’arringa di Kaori. < Un clan necessita di un leader, Juusan. > Tuonerebbe, irrompendo nel silenzio pur senza alzar la voce. < Due cose formano un leader, la sua naturale attitudine al comando e la fedeltà dei suoi adepti, sia nel bene che nel male. > Proseguirebbe, sollevando la mancina a scostare una ciocca corvina dietro l’orecchio corrispondente, in un moto fluido e decisamente pacato, senza mai perdere quel velo di arroganza che gli caratterizza il volto < Non la conosco e non mi permetto di sentenziare sulle sue naturali doti, una motivazione per cui è qui, nel ruolo che le spetta è la prova che una solida base c’è, ma—la fedeltà? Mi sembra che sia quello l’anello debole. E cosa potrebbe accadere, dunque? > Una domanda retorica che verrebbe prontamente seguita da altre paroole, formando un quesito ben più importante e che, certamente, interesserà al capoclan < Due fazioni. Ognuna con un capitano, ognuna con un esercito. Se in uno dei due v’è del dissenso, quel che accade è, alla meglio, un calo nelle prestazioni di combattimento. Alla peggio… > Un tradimento. Un passaggio all’altra fazione, ecco cosa succederebbe. Di certo Juusan saprà soppesare le parole col giusto peso. < A volte, per mera onestà intellettuale, arriva il momento di rendersi conto di non essere tagliati a ricoprire un ruolo. Io stesso non occupo il posto di capoclan della mia stirpe, eppure colei che è al posto in cui molti si aspetterebbero me è più che degna. E sono più che fiero e felice che lei stia dietro quella scrivania, perché so che è il meglio per la famiglia. > Problemi, nel far arrivare – mano nella mano, accompagnandolo come un infante alla scuola materna – il caro Juusan all’ultima ed unica conclusione possibile. [ Chakra ON ] Juusan siede a sua volta in maniera composta, con le gambe piegate e le ginocchia sporte innanzi. La schiena è ovviamente ben diritta, mentre attende sol che la Hyuuga, a sua volta, parli. Le ha concesso il permesso, assieme al proprio udito, lieto di poterla ascoltare. O, probabilmente, soltanto curioso in merito alle faccende che riguardano ambedue. Muove la testa dai capelli argentati dall'alto al basso un paio di volte, senza interromperla per nessuna ragione in particolare. Sposta lo sguardo perlaceo anche alla volta di Azrael, soppesandone le parole e sostenendone l'espressione. < "Supporre". Voi avete motivo di supporre. > Ripete le parole della ragazza, mantenendo a sua volta un tono cauto e attento, anche se particolarmente atono e privo di qualsivoglia naturale inflessione, almeno per il momento. < Ciò sta a significare che non avete prove concrete sul possibile coinvolgimento di Cappuccio Rosso, o chi per lui, ancora una volta. > O, quantomeno, la Consigliera non gliene ha mostrate, lasciando il tutto come mere supposizioni sulle quali dovere o potere credere. < Ha mai pensato che, avendo perso i ricordi ed essendo una bambina, potrebbe essere una delle tante orfani dovuti alle carestie, alle guerre? Pur essendo in un periodo di pace per l'Alleanza, va da sé che, fuori, per chi non vive nella civiltà come noi, le problematiche relative alla sopravvivenza son tutt'ora un forte perno sul quale lavorare ed agire. > La di lui voce, come poc'anzi, resta priva d'inflessione sostanziale, palesando quelli che son i propri pensieri e i dubbi rivolti alle parole espresse dalla Hyuuga. < La bambina potrebbe, sì, essere una Hyuuga come noi, ma al tempo stesso potrebbe aver semplicemente perso la memoria. I genitori, d'altro canto, potrebbero esser stati esiliati dal Clan prima della mia nomina o, ancora, non aver voluto far parte della Casata sin dall'inizio, estraniandosi da noi stessi. > Sta soppesando tutte le varie teorie alle quali, crede, la stessa Kaori non abbia ancora pensato. Prima di asserire con assoluta certezza che Cappuccio Rosso possa esser tornato, è bene, per Juusan, in questo caso, vagliare altre ipotesi. I discorsi proseguono, seppur il Capo Clan presti principale e maggiore interesse nei riguardi di Kaori, poiché appunto una conclannata e portavoce principale della faccenda. < Sta parlando ancora in via ipotetica, Kaori-san. > Assottiglia le labbra chiare, indurendo in parte la muscolatura mandibolare, evidentemente in disaccordo con le di lei insinuazioni. < Voi due.. > Alterna lo sguardo tra entrambi i Consiglieri. < ..potrete anche avere ragione, ma ciò che quest'oggi mi state fornendo mi è posto innanzi in via ipotetica. Se Kaori-san.. > Verso la quale rivolge lo sguardo. < ..mi porta delle prove relative a questa ipotetica.. > Non dimentica di sottolinearlo. < ..prosecuzione nel Progetto di Cappuccio Rosso, sarò il primo a cedere il mio posto alle giovani leve, come lei. > Il discorso non è pronunciato al singolare né direttamente verso Kaori, bensì include la coppia nel discorso, per rispondere anche a quanto pronunciato dal Nara. Non lo ignora in toto, ma preferisce ignorare alcune delle di lui precisazioni per via delle spiegazioni, delle prove che ha or ora richiesto. Cede loro la parola, dal momento che le sue perplessità, seppur rivolte con la serietà che gli si addice, son state tutte espresse. [ Ambient ]
Kaori tace nel mentre che Azrael porta avanti il suo discorso, non trovando nulla da dover aggiungere -attualmente, al suo dire. Si limita a rimanere immobile sul posto come una bambola di finissima porcellana tenendo gli occhi incatenati a quelli dell'uomo dinnanzi a lei del quale, da molto tempo, a stento sopporta la vista. Respira a fondo, mantiene la calma, non desidera fare di quella conversazione una crociata ma semplicemente trarne un quanto mai pacifico accordo volto a ricavare la condizione migliore per l'intero clan, contando sullo stesso desiderio da parte dell'uomo che teoricamente dovrebbe volerne la protezione. Tuttavia, cosa succede? Nel momento in cui i due Consiglieri terminano il loro dire, Juusan va rispondendo portando avanti un discorso che lascia un enorme sconcerto addosso alla Hyuga. La ragazza s'irrigidisce per un istante fissandolo con le iridi dilatate dalla sorpresa e dall'enorme disappunto. I toni che egli mostra sembrano ostentare un tentativo di comando e controllo che in verità egli non ha affatto dimostrato d'avere fino a quel momento ogni volta che lei si è rivolta a lui alla ricerca d'aiuto. Deglutisce stringendo la mascella, desiderando ancora mantenere la calma e non assecondare l'istinto di far sfociare l'incontro in scontro aperto come avrebbe voluto fare all'epilogo ultimo della storia di Cappuccio Rosso pochi anni prima, mentre distrutta piangeva la morte del padre che l'uomo dinnanzi a sé dovrebbe portare sulla coscienza assieme alla morte di tutti gli altri Hyuga mai cercati o reclamati. Inspirando a fondo e cercando di modulare la voce così da non alterare la calma di quella conversazione, Kaori replica tenendo lo sguardo ben fisso in quello altrui. < E' una Hyuga, ci sono pochi dubbi a riguardo. Come ci è finita una Hyuga fuori dall'Alleanza, di grazia? In mezzo a guerre e carestie di cui non sappiamo niente? Un altro membro del clan che vi siete fatto sfuggire da sotto il naso? > domanda Kaori senza riuscire a trattenere il grondante sarcasmo che permea il suo dire, nonostante la voce sia bassa e il tono apparentemente tranquillo. < Ti rendi conto delle sciocchezze che stai dicendo? > Mette da parte il tono onorifico e informale non trovandolo più consono alla situazione. L'uomo che ha davanti sta andando a disperdere anche quell'ultimo briciolo di fiducia che lei poteva ancora avere in lui e nella sua buona fede mostrandosi semplicemente quasi contrario a quello stesso tentativo di discutere la cosa. < Ti sto venendo a dire che il progetto Hyuga puri potrebbe non essere finito e la tua preoccupazione è che la bambina non sia una Hyuuga o che sia solo confusa e che non sia attendibile? > domanda la ragazza sgomenta, come se fosse possibile che al mondo esista qualcun altro con i loro occhi senza essere un membro del loro clan, come se lei possa non essere capace di distinguere uno Hyuga quando ce l'ha accanto! < Un uomo l'ha venerata dicendole che era la Hyuga che stavano attendendo per la rinascita della loro stirpe, la stirpe della luna. Ti sembrano le fantasie di una bambina? Mi sembra una enorme coincidenza che tutto coincida con i fanatismi predicati da Cappuccio Rosso per tutti questi anni. > continua la ragazza tenendo ora le labbra strette, la voce a stento tenuta a bada mentre quasi vorrebbe ringhiargli contro. < Sono venuta qui per avvisarti di un grave pericolo che potrebbe essere nascosto ovunque là fuori, una minaccia che fino a pochi anni fa ha fatto decine e decine di vittime fra i nostri stessi compagni e tu stai qui a dirmi che sono solo ipotesi? Sì, sono ipotesi, perchè non sappiamo chi ci sia dietro. Chi sia quest'uomo o dove si trovi. Da dove sia scappata la bambina prima di arrivare a Konoha. E allora? Dobbiamo ignorarle? Così come per anni hai ignorato la tua gente che spariva? > Il tono si alza lentamente, il respiro accelera così come il battito cardiaco. Lo sguardo della ragazza s'indurisce mentre inspirando a fondo dal naso va cercando nuova calma. < Invece di chiedermi altre informazioni, invece di proporre strategie difensive mentre ci si appura della minaccia sei qui a dubitare dell'esistenza della stessa? Sai che ti dico, Juusan? Che è un grave errore. Dopo che il tuo clan è stato decimato per via della tua indifferenza il minimo che dovresti fare ad una simile notizia è assicurarti che i tuoi uomini siano tutti qui, al sicuro. Avvertirli del pericolo, predisporre sorveglianza e allarmi per proteggere la tua gente. > Il tono torna a farsi calmo ma tanto gelido da essere tagliente. < Chiedere aiuto al Consiglio, all'Hokage invece di tenere tutto nascosto per timore che si venga a sapere della tua inadempienza. Stai cercando di tenere il pugno di ferro troppo tardi e con pessimi, pessimi risultati. Punire e cacciare una Hyuga perchè il suo compagno di missione è morto e lei non è morta con lui? Venire a mettere in dubbio ciò che ho scoperto dopo che l'ultima volta siamo stati noi a stanare Cappuccio Rosso mentre tu stavi qui, al sicuro a non fare niente?! > La ragazza si alza in piedi, a questo punto, indignata, disgustata della figura che ha adesso davanti. Le labbra strette, lo sguardo duro mentre in Juusan non vede altro che un uomo disperato dall'idea di perdere il suo posto come guida. < Non ho bisogno di portarti alcuna prova così che tu possa poi fingere di esserti interessato alla questione. Vuoi essere il capoclan? Bene. Ma sappi che un capoclan viene scelto, non autoproclamato. Puoi restare seduto sulla tua poltrona ad aspettare che altri Hyuga vengano rapiti ed uccisi ancora una volta, ma io non starò a guardare. Io ho giurato di difendere il mio Villaggio e giuro ora di proteggere il mio clan e per farlo non aspetterò che sia tu a darmi il permesso. Per essere un capoclan non serve la tua nomina, ma il seguito del resto della famiglia. > Qualcosa che, ne è sempre più convinta, Juusan non possiede più. [ Chakra: on ] Non ha senso. Il discorso di quest’uomo, semplicemente, non ha senso. E la cosa non fa altro che far innervosire il povero Dainin che, mai come in questo momento, si sta maledicendo di non aver portato con sé le sue fedeli katane. È incredibile il modo in cui si stia concentrando unicamente sulle parti del discorso che potrebbero vederlo ancora come capoclan alla fine di questa conversazione ed è ancora più incredibile come abbia potuto non battere ciglio alla semplice realizzazione che Cappuccio Rosso potrebbe non essere solo un capitolo chiuso di storia. E perché? Perché non ne è sicuro. E non solo non ne è sicuro, non ha intenzione di assicurarsene, preferendo che sia Kaori a portargli le prove. < Tutto questo non è un gioco, Juusan. > Mormora il Nara a denti stretti, in un moto di malcelato nervosismo e rabbia trattenuta a stento. Digrigna i denti, percependo la voce di Kaori come un’eco lontana, ma carpendo i capisaldi principali del discorso. Tutte argomentazioni che sostiene in pieno, tranne per un punto, sulle battute finali di quel discorso. < No. > Il tono basso e gutturale quasi renderebbe inudibile quella negazione, seppur provenga dalla forte vibrazione delle corde vocali del Nara < Tu non starai qui, seduto sul tuo trono intarsiato, ad attendere che qualcun altro faccia il lavoro al posto tuo. Nessuno, né tantomeno Kaori, ti deve delle prove, dovresti alzare il culo da quei cuscini ed andare da quella bambina in questo preciso istante, dovresti andare ad assicurarti che tua nipote sia ancora viva, dovresti assicurarti che il tuo clan sia ancora tutto intero, che nessuno stia passando dall’altra parte per la tua negligenza. > Niente, ogni intento pacifico si è appena dileguato, persino l’incrollabile educazione di Azrael sta venendo meno a causa dell’apatia e di quel disgustoso comportamento da parte di Juusan. < Lei ha una vaga idea di quanto ha sofferto la sua gente, signor CAPO CLAN? > Porrebbe particolare accento sulle sue parole, su quel titolo che l’uomo, come ora è evidente agli occhi dei due amanti, non merita. La mancina andrebbe alla schiena, staccando il fuuda col sigillo dell’empatia che lo collega a Kaori, per sbatterlo sul tavolino di ciliegio con decisione. < Avanti, lo prenda se ha il coraggio. Prenda questo dannato fuuda, se lo piazzi sulla schiena e abbia il coraggio di vivere e di sentire quello che LEI ha causato, con questo suo atteggiamento di indifferenza. > La voce si alza, il respiro si mozza a causa della rabbia e dell’indignazione e ci vuole ben poco a capire, anche per chi non lo conosce abbastanza, che Azrael è sul punto di esplodere. < Ho anche quello di sua nipote, se sopravvive a questo. Quella stessa nipote che lei ha incolpato ed esiliato per la morte di Hiashi, quando UNA ed UNA SOLA persona dovrebbe essere incolpata per la perdita di un membro del clan. E sa chi, Juusan? Lo stramaledettissimo capoclan! > Le dita si piegherebbero, incavando le unghie sul legno del tavolino su cui ha poggiato il fuuda, pronto per essere eventualmente raccolto dall’uomo, se davvero si sentisse pronto a vivere, tramite l’empatia, l’esperienza di Kaori. < Lei è qui, in questa bolla dorata, mentre la sua famiglia ed il suo clan soffrono. E perché? Perché le servono altre prove? Se anche Cappuccio Rosso non fosse realmente tornato, cosa farà alla prossima, ovvia, minaccia al clan ed al Villaggio? Aspetterà le cazzo di prove? Solo per inflessibilità, per tradizioni? Solo perché teme d’essere superato da una promettente Hyuga più giovane di lei? > La mano s’abbassa dal tavolino e la voce si calma, riportando gradualmente il Dainin in una condizione di calma apparente < La verità è che lei mi sembra un uomo spaventato, Juusan. Spaventato dai suoi errori, spaventato dalla stessa idea di averne commessi e spaventato dall’eventualità che qualcun altro possa risolverli al posto suo. Ma, se ci pensa bene, non è questo quel che è meglio per la sua Casata e tutta la sua famiglia. So che ha perso sua sorella, so che sua nipote è lontana da qui perché lei pensava di fare una scelta giusta ad esiliarla, ma non è così. E lei può fare qualcosa per sistemare le cose, se solo lo volesse, in questo preciso momento. > [ Chakra ON ] Kaori e Azrael ribattono prontamente alle parole pronunciate da Juusan, il quale resta comunque comodamente seduto sulle proprie gambe e sul cuscino sottostante. Le mani poggiano sulle cosce, coi palmi aperti. Le spalle s'alzano e s'abbassano con il normale ritmo della respirazione: ciò ch'è evidente è che non si sta scaldando, non si sta alterando; resta perfettamente calmo, convinto e fiero di ciò che ha fatto per il Clan e ciò che può continuare a fare. < Esattamente come lei non ha risposte in merito a questa bambina, dovrebbe comprendere come, a mia volta, non possa averne. Stiamo basando questa discussione su mere ipotesi che, sì, a loro volta potrebbero essere vere, ma anche no. > Mantiene lo sguardo fisso su ambedue i ragazzi, i quali si scaldano, si infervorano, a differenza di Juusan che resta impassibile innanzi alle provocazioni altrui. < E voi, di grazia, potreste mantenere il contegno adeguato ad una discussione pacifica? > Alterna lo sguardo, focalizzandosi maggiormente sulle specifiche parole e alcune volgarità pronunciate da Azrael. Un membro esterno al Clan che alza la voce, che si rivolge al Capo Clan degli Hyuuga, il quale ha avuto il piacere di accoglierlo in quelle mura, con modi privi di classe. < Kaori-san! > Ribatte, alzando di poco il proprio timbro vocale. Non cerca d'intimorirla né di schernirla, bensì di placare l'ira che sta fuoriuscendo dalle di lei parole, in merito a quelle invece dette dal Capo Clan in persona. < La minaccia di Cappuccio Rosso ha infangato il nostro buon nome.. > Il suo, specialmente, ma par non voler dirlo così esplicitamente, per quanto dal canto proprio possa esser un uomo orgoglioso e fiero di quel che, per il Clan, a detta sua, abbia fatto. < ..ma è stato fermato. Non smetterò di ringraziare coloro i quali son riusciti a farlo. > Precisamente la ragazza che ha di fronte. < Ma, esattamente come allora, si tratterebbe di mettere in agitazione l'intero Quartiere Hyuuga per una minaccia niente affatto fondata. Vi pongo una domanda.. > Il plurale è dovuto, includendo persino il Consigliere al di lei fianco che, a sua volta, accoglie il Capo Clan con non poche critiche. < ..nel caso in cui gli ultimi superstiti dell'esercito di Ryota Nara e Kuugo Gaito fossero ancora vivi, ma voi ne abbiate sentito soltanto delle voci.. > Assottiglia le palpebre, calcolando bene le parole da proferir nei loro confronti. < ..cosa fareste? Mettereste in allarme l'intero Villaggio nel caso in cui questi ultimi lo attaccassero di nuovo? Direste a tutti i cittadini di chiudersi in casa, di imbastire un coprifuoco? Oppure cerchereste dapprima la veridicità di queste voci ascoltate: vi mettereste a cercare la presenza di questi nemici? E se, invece, agiste secondo vostra logica, istituendo una sorveglianza triplicata, un coprifuoco, ordini restrittivi, per poi riconoscere che la minaccia, in verità, altro non era che una chiacchiera infondata? > Sospira, riprendendo fiato e spostandosi una ciocca di capelli dal volto. < L'unica cosa con la quale posso concordare è quella di aumentare i controlli, di star più attenti alla vita nel e del Quartiere. Ma che non si venga da me a cercare di spodestarmi dal mio ruolo con le buone, passando a delle critiche successivamente. Riconosco i miei errori, ma conosco altrettanto bene i miei successi. > Il tono è, come prima, assolutamente pragmatico, tranquillo e a tratti austero. < Mekura-san ha pagato per gli errori commessi, ma non necessita di nessun portavoce. > Oppure, ben più semplicemente, non vuole che siano loro due a parlare di Mekura, sua nipote. < Lo faccia, allora. > Posa le iridi perlacee in quelle altrettanto uguali della ragazza, riferendosi alla difesa del Clan e del Villaggio senza alcun permesso scritto e ricevuto, ma soltanto per buona volontà. < Oltre all'aumento della sicurezza, voglio parlare con questa bambina. Come ha detto ch'è il suo nome? > Non lo ha detto, ma è un modo come un altro per spronarla a dirglielo. Abbassa lo sguardo verso il Fuda che Azrael pone sul tavolo, stringendo tra di loro le labbra e smuovendo il capo in un gesto di negazione. < Non ho bisogno di questo, Azrael-san. Lei dimostra d'esser un uomo sicuro di se stesso, ma rientra poco nelle questioni riguardanti gli Hyuuga. Capisco che lei sia qui per supportare Kaori-san in quanto Consigliere della Foglia, ma le sue critiche non mi feriscono come crede. > Ha pur sempre il suo specifico portamento, il suo modo di pensare. < Non vi sto negando la possibilità di fare qualcosa, voglio metterlo in chiaro. Se questa minaccia si rivelerà vera, avrà dimostrato la mia inadempienza, ma fino a prova contraria, fino ad allora, io non ho riscontrato nessuna minaccia ai danni degli Hyuuga e niente mi dice che succederà davvero. Potrebbero anche essere le storie inventate da una bambina abbandonata a se stessa. > Cede loro la parola, senonché aggiunga un'ultima questione: < A voi la scelta finale, Consiglieri della Foglia. Aumenterò i controlli e mi assicurerò che non ci siano altre scomparse negli ultimi tempi. Dal canto vostro, voglio conoscere questa "principessa della Luna". > Sa perfettamente che sta giocando con il fuoco, ma non è un uomo tale da cedere in questo modo. Ha chiesto loro certezze. [ Ambient ]
Giocata del 02/07/2018 dalle 15:17 alle 16:09 nella chat "Dojo Hyuga"
Nulla. Come parlare al vento. L'uomo che ha davanti è sordo e cieco ad ogni tipo di evidenza. Talmente contrario all'idea di venir deposto dal proprio ruolo e di essere umiliato da rifiutare la possibilità di venir messo spalle al muro da una ragazza che potrebbe avere la metà dei suoi anni, nonché della sua esperienza. Kaori è allibita e delusa dalla reazione indifferente riscontrata nella persona dinnanzi a sé e si ritrova ad osservarlo improvvisamente con sguardo vuoto. Di tutta la rabbia ed il fuoco che sono divampati in lei un istante prima non resta che arida cenere e-- il nulla. Kaori l'osserva con espressione assente come se dinnanzi a lei non ci sia nulla. E, dopotutto, è esattamente così. Davanti a lei non c'è niente: Juusan Hyuga non è nulla e lo ha appena dimostrato. Un tempo, forse, può esser stato un valido guerriero, ma adesso è un uomo impigrito dal comando ed annoiato dallo stesso al punto da esserne diventato indifferente. Si è crogiolato sulla sua posizione al punto da dimenticarsi quali responsabilità essa comporti e quali doveri lui debba seguire. Kaori è schifata da lui, a tratti prova persino pena per quell'uomo tanto disperatamente aggrappato ad un titolo che -per quanto le riguarda- non gli appartiene più. < Se ci fosse il sospetto che qualcosa stia minacciando qualcosa a cui tengo cercherei di difenderla *prima* che venga ferita. O peggio. > replica semplicemente con tono smorto, Kaori, fissandolo con distacco e sufficienza. < Ad ogni modo non ho bisogno delle tue contromisure per renderci contenti. E' evidente che non credi a nulla di tutto quanto abbiamo detto e che non t'importi appurare se esista veramente tale minaccia oppure no. > prosegue Kaori in piedi, con le braccia molli distese lungo i fianchi e l'espressione fredda di chi ha già preso la sua decisione. < Volevamo lavorare con te per il bene del clan ma a te la cosa non importa affatto perchè prima della sicurezza degli Hyuga viene la stabilità del tuo ruolo senza valore. > afferma Kaori senza sarcasmo, senza alcuna inflessione particolare nella voce. La sua è una constatazione semplicissima quanto potrebbe esserlo osservare che di lì a breve avrebbe potuto iniziare a piovere a giudicare dal colore delle nubi addensate fuori da quella stanza. < Molto bene, allora. Non abbiamo altro da dirci. Tu non ti avvicinerai di un passo a quella bambina: non permetterò che distruggerai la sua vita come hai distrutto la nostra. Non hai il diritto neppure di saperne il nome: per quello che hai dimostrato oggi probabilmente neppure credi alla sua esistenza. > prosegue la Hyuga voltandogli le spalle per andare ad infilare i propri sandali lasciati all'ingresso della sala. < Andiamo, Azrael. Mentre lui rimane qui a godersi i suoi giardini noi abbiamo dei doveri e delle responsabilità verso questo Villaggio. > dice alla volta del compagno alzando solo ora lo sguardo verso di lui, le iridi perlacee che paiono volergli intimare di non continuare oltre quella discussione, non potendo contare più sul legame empatico che li lega visto che il Nara si è privato del fuuda per porgerlo all'uomo dinnanzi a loro. < Quando avremo fatto il nostro dovere e sapremo che la minaccia è reale verremo ad informarti e a toglierti dal ruolo che ingiustamente ricopri, così da organizzare una pronta difesa per tutti. > volge ora il viso in sua direzione fissandolo con espressione distante, quasi impietosita, fermandosi ad osservarlo per un lungo istante prima di scuotere con disappunto il capo e quindi voltarsi verso la porta che, a quel punto, avrebbe varcato al fianco di Azrael se questi avesse deciso di seguirla e di accettare il suo desiderio di porre pacificamente fine a quell'incontro infruttuoso. [ END ] Tanto Kaori si mostra pacifica, per quanto giusta ed inflessibile, tanto più il Nara mostra segni di evidente nervosismo ed isofferenza. Se c’è una cosa che un qualunque Nara, Azrael in particolar modo, non può sopportare è la mancanza di logica. Un qualcosa alla quale non può e non riesce a soprassedere. Stringe il fuuda tra le mani, chiuse a pugno, prima di ritrarlo con movimenti misurati e lenti, atti a evitare che un qualunque moto ijnconsulto ed impulsivo possa distruggere quel tavolino di ciliegio intarsiato. Sospira lungamente, riponendo il foglietto adesivo sul proprio tronco lombare, prima di andare a fissare negli occhi Juusan. < Sa… non so come fa a ritenere più onorevole la scelta di rendere palese a tutti che lei sia stato messo in imbarazzo da una ragazza più giovane di lei e da un membro esterno al clan. Ad ogni modo, quel che io non ritengo onorevole e proseguire una discussione con un individuo intellettualmente inferiore a me. > Si alzerebbe, a questa dichiarazione, ristabilendo il contatto mentale con Kaori “Ora mi giro e lo ammazzo. Ora mi giro e lo ammazzo. Perché diamine non mi hai fatto portare le mie katane?! > Penserebbe, lasciando fluire la propria furia all’interno di quel collegamento mentale, invece che all’esterno, precisando una delle cose dette da Kaori stessa. < Riterrò qualunque avvicinamento alla bambina che abbiamo in custodia come un affronto personale, oltre che una violazione della privacy e mi riterrò in diritto di reagire di conseguenza, quando e se la cosa accadrà. > Sbadiglierebbe, a questo punto, stiracchiando entrambe le braccia verso l’alto, in un movimento sicuramente poco educato, ma atto a disturbare il suo interlocutore il più possibile. “Se questo coglione mi attacca perché lo provoco posso ammazzarlo?” Domanderebbe, prima di esordire con lo sbadiglio al massimo della sua sonorità < *yawn* Ad ogni modo, scriverò una missiva ad Hitomu riguardo tutto questo, poi magari andiamo a farci un giretto per ogni Villaggio alla ricerca di un motivo per cacciarlo via a calci in culo, che ne pensi tesoro? > Direbbe, rivolgendosi alla Hyuga, non disdegnando anche di avvolgerle un braccio attorno alle spalle, esibendosi in uno dei suoi migliori sorrisi affilati e maliziosi. Sì, dire che sta cercando di far innervosire Juusan è dire poco. “Darti una qualunque pacca su qualunque parte del corpo mi porterà a subire un juken da te, vero?” Persino nei propri pensieri starebbe ridacchiando, preferendo in ogni caso non mostrarsi comunque troppo fisico nei di lei riguardi, ma girando unicamente le spalle al capoclan – ancora per poco – per uscire dalla Magione e tornare solo nel momento in cui potranno cacciarlo via di lì. [ end ] Kaori non sembra esser per niente soddisfatta delle repliche di Juusan. Nessuno lo sarebbe, ovviamente, tantomeno chi ha cercato delle risposte, degli aiuti da parte di qualcuno che sembra esser piuttosto restio a farlo. Le motivazione, probabilmente, le tiene per sé, evitando di elargirle a chi ha di fronte. Di contro, i due non han fatto altro che pronunciare parole irripetibili, probabilmente, avvalendosi di minacce e contenuti sostanziali. Juusan li ascolta, questo è certo, ma ovviamente non vi replica seduta stante. Lascia che possano sfogarsi, parlare e rivolgersi ad esso come meglio credono. < Sono a posto con la mia coscienza, Kaori-san. > Allarga verso l'esterno il braccio destrorso, con fare teatrale. < L'aiuto che posso darvi è questo, poiché non si è sicuri che ciò che mi si viene detto sia reale. > Spiega, seppur siano parole che, tendenzialmente, egli ha già espresso alla coppia, la quale s'è dimostrata molto restia ad aver un accordo con il Capo Clan. E' palese come lo vogliano fuori di lì, via da quel posto che non sembra poter ricoprire più adeguatamente. < Che non m'importi affatto, lo sta dicendo lei, Kaori-san. Finora, credo di averle dato un incentivo a scovare ciò che lei crede sia reale, e ciò che per me non lo è. Il mio pensiero penso d'averlo espresso, motivo per il quale non ho altro da aggiungere a quanto già annunciato. > Tetro, mantiene lo sguardo fisso sulla donna, prima di prestar attenzione anche ad Azrael per quanto, non essendo un membro effettivo del Clan Hyuuga, gli vien concessa meno attenzione. < Fate come preferite. > Invero, è piuttosto infastidito da quanto i due gli hanno rivolto contro, motivo per il quale irrigidisce la mascella e, con occhi vitrei e pari al color della perla, scruta i due Ninja con rammarico, fastidio. Li lascia andare senz'altro aggiungere, neppur arrabbiandosi per quanto asserito da Azrael sino a questo momento. Non si lascia intimorire con poco né si tira indietro come altri vorrebbero. E' orgoglioso, questo è naturale per chiunque abbia delle cariche degne di tal nome, nonché atte e promulgate alla difesa di qualcuno o qualcosa. Quest'oggi, vien contestato proprio questo, ma Juusan non par contento né di alzar il culo da quel trono né di lasciarlo a qualcun altro, a meno che, come da egli detto, non vi siano prove sostanziali a tale carico e che possano, in qualche modo, smentire del tutto il suo elaborato fino a questo momento. [ END ]