Missione A - [L’esperimento] - nella tua mente

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Missione di Livello A

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Attendere fato - le persone sensibili e deboli di stomaco si astengano dalla lettura.

Piove. Il cielo stamattina è piuttosto buio sul villaggio di Konohagakure. È pieno giorno, eppure a guardare la poca luce che filtra attraverso le nubi par quasi notte inoltrata. Scure nubi stagnano massicce dinanzi ad un Sole troppo debole per superare tal manto, dal quale, inesorabile, cala una fitta e sottile pioggia, quasi come se il cielo sapesse cosa succederà in questa giornata. Di tanto in tanto andrebbero a rischiarare il cielo dei lampi, come delle sottili vene che fan pulsare l’empireo tutto. Ruggiti, rombi…lamenti che dal firmamento accompagnano quelle luci, risuonando come echi distanti. L’urgenza è imminente. Il gruppo sperimentale dei Moboroshi ha richiesto l’urgente intervento di shinobi esperti e pronti ad una missione di alto rischio, a causa di un non precisato incidente. Per la missione si sono proposti due dei consiglieri del Villaggio della Foglia, il Dainin Azrael Nara e la Jonin, oltre che medico, Kaori Hyuuga, i quali, se avessero intrapreso la strada per la sede della suddetta corporazione, andrebbero a riscontrar già da una distanza di duecento metri un’alta torre tradizionale giapponese, costituita da diversi piani, ciascuno dotato di un proprio tetto a falde spioventi con gli spigoli inferiori curvati verso l’alto. Non vi sarebbero finestre su quelle violacee mura, sostituite da delle metope che andrebbero a rappresentar antichissime guerre scolpite a rilievo. L’unico punto di accesso sarebbe il grande portone, coperto dall’ultimo tetto nero, le cui lignee ante sarebbero spalancate, ma custodite da due ninja guardiani. Uno è un giovane, alto un metro e settanta, capelli rossicci e occhi verdi, completamente ricoperto da una toga viola, posto al lato destro della porta, mentre, dall’altra parte, vi sarebbe una donna più adulta, dalla lunga e bionda treccia, dai tratti aggraziati ma dall’espressione dura, caratterizzata anche dal suo sguardo cremisi. Questa non sarebbe vestita con i colori dell’associazione presso cui si trova, ma semplicemente con una tuta intera nera, guanti ninja e stivali shinobistici verdi e un giubbotto, che la qualifica di grado minimo chuunin. Sarebbe perfettamente ferma, quasi come una statua che decorerebbe quell’ingresso, ma purtroppo si trova lì per scortare le due ‘cavie’ dal Supremo Elitario. [Turni liberi – No tempo]

09:40 Kaori:
 La pioggia scende sottile da un cielo apparentemente notturno ove alcuna luce riesce a filtrare attraverso i densi nuvoloni radunati lassù. Scuro il tempo, pessima la notizia e la giornata sembra già andare a rotoli. I passi della jonin si ripetono rapidi lungo il sentiero fangoso che conduce alla sede dei Maboroshi, calpestando terreno umido e pozzanghere appiccicose con i propri stivali da kunoichi di un impermeabile nero scolorito. La mantella scura che ha indosso le ricade lungo l'intera figura nascondendo alla vista le vesti sottostanti nonché il volto grazie alla presenza di un cappuccio abbastanza largo. I lunghi capelli viola son stati legati in una morbida treccia che discende fra le scapole della kunoichi mentre il coprifronte della Foglia è onnipresente a protezione della gola. Sotto il mantello nero indossa il suo completo da missione composto da pantaloni elasticizzati color ombra ed un corsetto scuro che le protegge petto e busto. Un coprispalle del medesimo colore è posto a difesa dei deltoidi e delle braccia mentre alla vita è sistemata una cintura con annessa tasca porta oggetti contenente 5 tonici coagulanti speciali, 5 tonici recupera chakra speciali, 5 fumogeni e 2 bombe luce. Sulla pelle, sotto i vestiti, sono stati applicati dei fuuda; sull'addome e sul petto -a sinistra- dei fuuda contenenti dei tronchetti per la tecnica della sostituzione, sul petto -a destra- un sigillo potenziante speciale per il ninjutsu. Null'altro ha Kaori con sé, se non -sulla nuca- i sigilli dell'Hiraishin e dell'empatia impressi dal suo compagno di squadra nonché di vita. Corre accanto a lui tenendosi bassa, con il busto flesso in avanti e le braccia tese -non troppo- all'indietro, così da far scaturire minore attrito con l'aria, notando sulla distanza la torre che dovrebbe essere la loro meta finale. < Cosa sarà mai successo? > domanda la Hyuga alla volta del suo compagno con tono impensierito, la preoccupazione trattenuta fino a quando non avesse avuto una idea su chiara su quanto in atto al momento. < I Maboroshi non sono genjutser? Che tipo di indicente potrebbe richiedere un aiuto così tempestivo? > chiede confusa la ragazza ben sapendo che Azrael ne sa quanto lei. Non che cerchi da lui una risposta precisa quanto più, invero, un modo per schiarirsi le idee parlando a voce alta. I due continuerebbero a correre fino a raggiungere la suddetta torre ed il portone aperto con i due shinobi di guardia. Kaori andrebbe ad arrestare il passo al loro cospetto alzando il viso così che i due possano riconoscerla nonostante il cappuccio a proteggerla dalla pioggia battente. < Siamo stati chiamati in aiuto per via di una emergenza. Di cosa si tratta? > domanderebbe la Hyuga senza perdere tempo in convenevoli e cortesie inutili in uno stato di pericolo e bisogno. [ Chakra: on ] [ 2 fuuda con tronchetto | 1 fuda potenziante speciale per ninjutsu ] [ 5 tonici coagulanti speciali | 5 tonici per il chakra speciali | 5 fumogeni | 2 bombe luce ] [ Empatia ed Hiraishin ]

09:58 Azrael:
 Piove, ed è la prima brutta notizia della giornata. Il tempo fa schifo, il cielo è scuro ed il Nara ha fame. Tutti presupposti per la distruzione di qualunque cosa gli si pari davanti, col pensiero di andare da Ichiraku quanto prima. Si trova sulla strada per raggiungere la sede dei Maboroshi, la setta di genjutser più famsa del mondo Ninja . l’unica nota positiva di quell’orribile giornata è la presenza di Kaori al proprio fianco, in quella rapida corsa verso l’ignoto. Rapidi i passi s’alternano sino al notare in lontananza il profilo della torre che, per quanto ne sa, dovrebbe rappresentare proprio il loro obiettivo. La voce della Hyuga gli giunge all’orecchio, sorpassando il fitto cadere della pioggia. Le domande che gli pone sono perfettamente lecite, ma, naturalmente, non possono trovare una risposta precisa. < L’unica osa che so è che odio i genjutser. > Direbbe, a metà tra l’acido ed il divertito < Ma qualunque dovesse essere il loro problema sono sicuro che lo risolveremo preso. O almeno spero, non ho fatto colazione ed ho fame. > Prosegue nella propria corsa, ponendosi e ponendole, al contemp, un quesito forse ancor più importante. < Kaori… suppongo tu abbia letto il resoconto della missione. Insomma, c’era un trafiletto in cui consigliava di astenersi a chi avesse turbe mentali… > Una pausa ed un leggero sorriso gli aleggia a fior di labbra, seppur poco visibile data la posizione del busto inclinata in avanti durante la corsa < …perché accidenti no siamo rimasti a casa? > Domanda, infie, giungendo alle porte della torre protetta da due guardie. Si fermerebbe, a quel punto, lasciando che sia la Hyuga a parlare e la propria fama a precederlo, senza che abbia bisogno di proferire alcunché. Il lungo mantello nero gli copre il crine corvino, col proprio cappuccio, oltre che il resto del vestiario e dell’equipaggiamento, sebbene sia dotato di appositi tagli per far fuoriuscire i manici delle armi che reca con sé. Per quel che riguarda i suoi vestiti sono composti dalla classica camicia nera, un paio di pantaloni del medesimo colore e dalle classiche scarpe in pelle scura a completare il tutto, rendendolo solo una nera figura che corre tra le ombre fornite dalla pesante coltre di nubi. L’equipaggiamento al completo del Nara sarebbe, dunque, composto da varie armi – quali nascoste e quali bene in vista -, oltre ad oggetti e a qualche elemento d’armatura. Questi ultimi, decisamente non ingombranti, pesanti o troppo invasivi per uno shinobi che basa tutto il proprio stile di combattimento sull’agilità, invece che sulle mere prove di forza, si dividono in varie sezioni del corpo dell’agile Ninja delle Ombre. Sulle braccia, per la precisione dal polso al gomito, sono posizionati due vambracci a coprire la parte frontale dell’arto. Essi sono costituiti da una sottile placca in metallo lucido e sono agganciati alla figura di Azrael tramite delle cinghie in cuoio che passano al di sotto del braccio, avvolgendolo completamente e tenendo fermi gli oggetti in modo che possano contrapporsi ad eventuali colpi portati agli arti superiori o al busto, che siano corpo a corpo o a distanza. Della stessa composizione sono le coperture che il Nara stesso porta a protezione delle tibie, dalla parte bassa della rotula sino all’inizio delle caviglie. Anche questi schinieri sono formati dalla stessa sottile placca metallica di ciò che protegge la parte superiore del corpo e sono allo stesso modo agganciati al polpaccio, in modo che né le cinghie né la protezione ferrea possano intralciare i movimenti delle articolazioni della gamba in qualunque genere di spostamento, sia esso un moto di corsa o di semplice camminata. Le mani, invece, sono coperte da un paio di guanti ninja a mezze dita, il cui materiale consiste in un comodo cotone elasticizzato nero, in modo da non dar troppo nell’occhio e da tenere le mani libere da ogni impedimento ed, al tempo stesso, ben fresche ed asciutte, in modo da far risultare comoda l’impugnatura di eventuali armi. Sul dorso è presente, in egual modo rispetto a tutte le altre protezioni, uno strato di metallo lucido privo di incisioni od insegne particolari, atto unicamente a proteggere la parte coperta da eventuali colpi d’arma da taglio. A completare la lista delle protezioni, per quanto quest’ultimo oggetto sia puramente estetico che prettamente difensivo, si trova il coprifronte del Villaggio della Foglia legato saldamente al collo del Ninja, il nodo morbidamente poggiato sulla nuca, parzialmente nascosto dai capelli folti e neri e la cui placca metallica – recante inciso il simbolo di Konoha – copre la parte più sensibile del corpo, ovvero la gola. Per quanto riguarda l’arsenale d’attacco del Dainin, possiamo trovare un gran numero di armi, perlopiù nascoste in fuuda sistemati strategicamente in varie parti del corpo, al di sotto dei vestiti. Contenuto i uno degli appositi foglietti v’è un Bo in legno scuro e verniciato di nero, la cui lunghezza non supera il metro e ottanta, per i combattimenti più semplici e poco impegnativi, ragion per cui il Fuuda è posizionato al di sotto del polso destro, mano secondaria del giovane Nara. Al di sotto del polso della mano primaria, la sinistra, vi è, invece, un Fuuda contenente la sua fedele Katana a lama doppia, leggera e maneggevole, dalla lunghezza complessiva di un metro e settanta, le cui lame sono state imbevute – al momento del confinamento – con due veleni diversi, cosparsi ognuno sul filo di ogni lama, nella fattispecie Veleno Allucinogeno e Veleno Stordente, entrambi della gradazione più alta esistente. Sempre tra le armi non esposte v’è una Falce dalla lunghezza complessiva di un metro e sessanta, la cui lama ricurva raggiunge i settanta centimetri di larghezza. Il manico è in legno, mentre la lama, il cui filo è stato imbevuto di Veleno Inibente, è invece di un metallo particolarmente annerito dal tempo e dagli utilizzi, risultando quasi rassomigliante al colore dell’ossidiana. Essa è contenuta in uno degli appositi fogli di contenimento, posizionato sulla scapola destra. Sulla scapola dal lato opposto, invece, è contenuta – nell’ennesimo Fuuda – la grossa e pesante Zanbato, la cui lunghezza raggiunge i due metri per i sessanta centimetri di ampiezza della lama stessa. Nello stesso modo, sigillata all’altezza del plesso solare, v’è la Nodachi, una delle armi preferite del Nara, la cui lunghezza raggiunge quella della Zanbato, risultando però estremamente più fine e maneggevole. Tra le armi in vista, invece, vi sono due Katane, una per fianco, differenziate dal colore del fodero e della lama stessa. Quella contenuta nel fodero bianco ha la lama lucidata al punto tale da rilucere sotto ogni fonte di luce, in modo da rispecchiare il colore ad essa associato. Sull’altro fianco è appesa, invece, una Katana dal fodero dello stesso colore della notte, la cui lama è stata opacizzata in modo tale da rispecchiare la medesima cromatura. Sul filo di entrambe è stato cosparso del Veleno Tossico di tipo S. la loro lunghezza, perfettamente identica, raggiunge il metro, divisi in ottanta centimetri di lama e venti di manico. Attaccati alla cintura, sulla parte frontale, vi sono due foderi triangolari e leggermente ricurvi in cuoio che contengono le lame da pugno, imbevute degli stessi veleni della Katana a lama doppia, atti al corpo a corpo, sia per infliggere danni da taglio con il filo delle stesse, sia per imprimere danni da imbatto con l’alloggio per le dita, le cui estremità spesse e triangolari fungono da tirapugni. Esse sono posizionate divise tra di loro, in modo da permettere al Dainin di inserire le falangi negli appositi alloggi per le dita e per estrarle dal cuoio con un unico e fluido movimento. Sulla schiena, alloggiata su un gancio di cui la cintura è dotata, è incastrata la frusta arrotolata, dal manico nero e dalle spire di cuoio bianco, la cui lunghezza rasenta i due metri. Tale arma sarebbe atta sia ad azioni di presa di arti ed oggetti, sia all’infliggere danni da impatto ed è posizionata in modo da permanere sul lato sinistro della schiena, in modo che il manico sia rivolto nella medesima direzione e da poter essere sfoderata e srotolata senza impedimento alcuno dalla mano forte dello shinobi dell’ombra. Legato alla coscia sinistra, sopra i vestiti, vi è il portakunai e shuriken in cuoio nero, i cui tre scomparti sono stati riempiti con tre Kunai ciascuno, il cui manico è avvolto da una Carta Bomba. Della stessa fattura e colore è anche iil portaoggetti, appeso alla cintura sul lato destro della schiena. I suoi numerosi scomparti sono alloggio di due Tonici Coagulanti e due Speciali, allo stesso modo contengono due Tonici Recupero Chakra e due Speciali, oltre a due set di Fumogeni, un auricolare che funge da Trasmettitore e da indossare all’orecchio per ogni evenienza. All’interno di uno scomparto a parte vi è un pennello con la propria boccetta di inchiostro e sei Fuuda arrotolati in modo da occupare poco spazio, uno dei quali contiene il Respiratore, mentre gli altri sono lasciati vuoti per veire incontro ad ogni possibile inconveniente. Nell’ultima tasca del suddetto portaoggetti vi sono le piccole boccette di Veleno, una per ogni tipo di quelli posseduti dal Dainin e tutte del grado più alto disponibile. Infine, a completare tutto l’arsenale d’attacco e difesa del giovane Nara, vi sono gli oggetti di supporto. Nello specifico un totale di quattro Fuuda per la Sostituzione, divisi in ugual modo sugli avambracci, al di sotto dei vestiti e delle protezioni. Sul petto, uno per pettorale, vi sono un totale di due Fuuda potenzianti, al fine di rendere più efficaci le armi magiche del Ninjutser. Al centro di essi, posto in verticale sullo sterno, vi è il Fuuda potenziate Speciale che, in condizioni estreme, potrà essere utilizzato per rafforzare oltre ogni limite il Ninjutsu. { Armatura: Vambracci ( +4 Resistenza ) | Schinieri ( +6 Resistenza ) | Guanti Ninja | Coprifronte di Konoha } ~ { Armi: Bo ( posto in un fuuda al di sotto del polso destro ) | Katana a lama doppia le cui lame sono rispettivamente imbevute di Veleno Stordente S e Veleno Allucinogeno S | Falce imbevuta di Veleno Inibente ( posta in un fuuda sulla scapola destra ) | Nodachi ( posta in un fuuda all’altezza del plesso solare ) | Katana bianca imbevuta di Veleno Tossico S (appesa al fianco destro ) | Katana nera imbevuta di Veleno Tossico S ( appesa al fianco sinistro ) | Zanbato ( posta in un fuuda sulla scapola sinistra ) | Lame da pugno imbevute di Veleno Stordente S e Veleno Allucinogeno S ( appese alla cintura frontalmente una per lato ) ! Frusta ( agganciata alla cintura dietro la schiena ) } ~ { Portakunai e shuriken: 9 Kunai cui è allegata una Carta Bomba ( legata alla coscia sinistra ) } ~ { Portaoggetti: 2 Tonico Coagulante | 2 Tonico Coagulante Speciale | 2 Tonico Recupero Chakra | 2 Tonico Recupero Chakra Speciale | 2 Fumogeno | Trasmettitore | Respiratore ( contenuto in un Fuuda ) | Pennello e Inchiostro | 5 Fuuda ( vuoti ) | Veleno Tossico S | Veleno Allucinogeno S | Veleno Debilitante S | Veleno Stordente S | Veleno Inibente | Veleno Composto Speciale ( agganciato alla cintura dietro la schiena ) } ~ { Fuuda: 4 Fuuda con Tronchetto da Sostituzione ( 2 su avambraccio destro e 2 su avambraccio sinistro ) | 2 Fuuda Potenziante Ninjutsu ( uno per pettorale ) | Fuuda Potenziante Ninjutsu Speciale ( sterno ) | Fuuda Empatia ( tronco lombare ) }

La frenetica corsa e le giuste domande lungo il percorso han reso l’incedere dei due consiglieri più breve. Si troverebbero, infine, a giungere alle porte della pagoda, dove, dando giusto il tempo alla Hyuuga di formulare quelle domande e accennare quella presentazione. Nessuna risposta, alcuna parola verrebbe chiosata, semplicemente, la kunoichi dalla lunga e dorata treccia, andrebbe ad avviarsi all’interno della struttura, come se fosse mossa da un’insana voglia di adempiere al suo compito. Questa, vista da più vicino, sarebbe palesemente vittima di un genjutsu, in quanto, per tutto il tempo in cui la dottoressa avrebbe formulato quelle domande, questa non avrebbe mai battuto le palpebre. Sol ora una frase proviene dalle labbra dell’elitario: <seguitela>. Per poi ritornar silente e non dar altri segni di interesse nei confronti dei due shinobi. Se questi prendessero la decisione di farsi guidare dalla kunoichi di Konoha, dopo aver percorso un lungo corridoio scuro, illuminato solo da dei fili trasparenti, carichi di energia elettrica, si ritroverebbero in una grande sala quadrata, larga trenta metri per lato, alle cui pareti sarebbero istallati vari macchinari, sfere divinatorie e cilindri utilizzati a mo’ di generatori elettrici. Al centro della stanza si troverebbero solo tre figure: la prima è la kunoichi, la quale, fermatasi, è come se si spegnesse, calando il capo e rimanendo in uno stato di inerzia, mentre le altre due figure sarebbero, facilmente riconoscibili grazie alla loro toga, due membri dell’associazione. Un alto e anziano signore andrebbe ad esser in piedi, posto frontalmente alla porta e guardando verso questa. Pochi capelli bianchi, lunga barba rossiccia e occhi violacei, tutto sul corpo malandato di un anziano dal metro e novanta di altezza, mentre, dietro di lui, a terra collegato a delle macchine, vi sarebbe una seconda figura, di cui, data la posizione presa da quello che, grazie alle conoscenze politiche e diplomatiche dei due consiglieri, vi risulta essere il capo-corporazione della Maboroshi. Questo, se foste arrivati, andrebbe a intraprendere dei passi verso di voi, cercando di chiosar qualcosa prima che voi abbiate possibilità. <Grazie di esser venuti, sono il Supremo Elitario e vi ho chiamati per colpa di un incidente avvenuto ad un nostro fratello.> direbbe, andando a fare una piccola pausa, a causa di una sonora stanchezza, visibile anche dal suo incedere incerto…incedere che vi permetterebbe, sol ora, di intraveder la figura distesa a terra, con gli occhi completamente ribaltati, schiuma biancastra che esce dalla sua cavità orale e vari flebili spasmi che torturerebbero le sue membra e le sue dita. <Non so dirvi nulla a riguardo…> andrebbe, repentinamente, a riprendere il discorso, continuando, a fatica <…sappiamo soltanto che attraverso un tentativo di potenziare una nostra tecnica segreta il suo adepto è rimasto vittima di qualcosa e si trova in questo stato da trentasei ore. Non possiamo farvi entrare, però, senza il vostro consenso, in quanto si verrebbe a creare un incidente diplomatico.> per poi indicare, con la mancina due poltrone, poste adiacenti, alla sua sinistra, andando a terminare il suo discorso, mentre gli occhi gli si inumidiscono < se avete intenzione di aiutarci dovete sedervi lì, dando così il vostro consenso> lasciando, infine la scelta ai due. [turni Kaori-Azrael – No tempo]

10:52 Kaori:
 Il semplice chiosare di Azrael la porta a sorridere e sentire quasi meno pesantemente la tensione per quella improvvisa missione. Il modo in cui chiacchiera con leggerezza, in cui parla della propria fame prima di buttarsi a capofitto in un possibile disastro la portano a volgere lo sguardo verso di lui, rapidamente, attenta a non inciampare o schiantarsi contro nulla dinnanzi a sé. Il solito Azrael. Sorride teneramente alla volta del ragazzo tornando quindi a guardare dinnanzi a sé lungo la corsa. < Siamo insieme, cosa potrebbe mai andare storto? > E ora che l'ha detto prepariamoci alle peggiori tragedie dell'anno. Quanto il Nara le dice successivamente, poi, la porta semplicemente a ridere amaramente, ben consapevole del fatto che quella missione avrebbe potuto avere risvolti psicologici importanti per loro: quando si ha a che fare con un genjutsu è così che funziona, giusto? Tuttavia non è tanto preoccupata per sé quanto per Azrael al proprio fianco il quale, seppur non lo dimostri, ha una psiche piuttosto fragile e sensibile dopo anni di sofferenza ed esperienze al limite dell'impossibile. < Perchè siamo due incoscienti, probabilmente. > risponde la Hyuga ironicamente, prima di tornare ad assumere un'espressione concentrata e deglutire silenziosamente. < Andrà tutto bene Azrael. Te lo prometto. > dice allora, mortalmente seria, stringendo i pugni. Non avrebbe concesso a niente e nessuno di fargli del male. Non ancora. Non più. E così raggiungono la torre venendo immediatamente accolti da una strana sorpresa. La guardiana all'ingresso pare essere preda di una illusione considerando l' espressione vuota e vacua e non dona loro alcuna risposta. Neppure il suo compagno risponde a quanto chiesto dalla Hyuga, limitandosi a consigliare ai due di seguire la bionda. Kaori rivolge ad Azrael una occhiata pensosa e quindi, a labbra strette, procede verso l'interno seguendo le orme della guardiana che, alla fine, li conduce all'interno della torre in una stanza dalle dimensioni impressionanti. Kaori, una volta al coperto, fa scivolare il cappuccio del mantello sulle spalle andando ad avvicinarsi al centro della stanza ove la bionda va come spegnendosi, affiancando altre figure. Un uomo disteso al suolo ed un anziano dalla lunga barba rossa piuttosto alto. Questi prende da subito la parola andando a spiegare ai due quanto successo, vagamente, muovendosi con fare stanco, flemmatico, lasciando modo alla coppia di notare le condizioni dell'uomo disteso al suolo. Parrebbe quasi morto se non fosse che le macchine collegate alle sue membra sembrano tenerlo in vita o, almeno, paiono assicurarsi delle sue funzioni vitali. Kaori schiuderebbe le labbra, quasi tentata di visitare il paziente, ma le sue inesistenti conoscenze di genjutsu la frenano dal farlo: cosa potrebbe mai fare per lui? Forse potrebbe solo fare più danni che altro nel suo non sapere cosa stia accadendo e perciò, tristemente, si forza a rimanere immobile tornando a porre al vecchio la propria attenzione. Quanto lui spiega ai due porta la kunoichi a riflettere attentamente ritrovandosi poi a volgere verso Azrael lo sguardo. "Intrappolato nella sua mente da 36 ore." riassume brevemente incapace di non pensare ai tre anni di assenza da parte del Dainin. "Sei sicuro di voler--" persino i suoi pensieri si interrompono in preda alla tensione. "Posso farlo da sola... Non devi farlo per forza." Non perchè non creda nella sua forza, ma teme quanto possa spaventarlo l'idea di rivivere quell'esperienza una volta ancora dopo quanto accaduto non troppo tempo prima. < Va bene. Do il mio consenso. > afferma Kaori, in ogni caso, a prescindere da quella che sarebbe la risposta di Azrael, andando a prendere posto su una delle due poltrone col cuore in tumulto e la bocca secca. Se il Dainin avesse optato per accompagnarla in quella missione, ecco che allora avrebbe seguito con lo sguardo il suo incedere e gli avrebbe rivolto un sorriso incoraggiante, teso, sollevato. Lungo il bracciolo della poltrona -unito a quello dell'altra- porrebbe il proprio avambraccio con la mano a cercare quella di lui -se si fosse seduto al suo fianco, pronta ad intrecciare alle sue le proprie dita. Un gesto forse inutile, che forse non avrebbe garantito loro di rimanere uniti anche all'interno dell'illusione, ma che sente ugualmente di voler fare per potersi sentire più vicina a lui, più confidente nelle loro possibilità di farcela. "Ti amo, Azrael." Perchè, insomma, non si sa mai. < Sono pronta. > direbbe, alla fine, a testa alta. [ Chakra: on ] [ 2 fuuda con tronchetto | 1 fuda potenziante speciale per ninjutsu ] [ 5 tonici coagulanti speciali | 5 tonici per il chakra speciali | 5 fumogeni | 2 bombe luce ] [ Empatia ed Hiraishin ]

11:18 Azrael:
 La ragazza che incontrano assieme all’uomo dinanzi la porta ha qualcosa di strano. Il Nara non ha particolare esperienza con le illusioni, le proprie capacità mentali lo hanno portato ben poche volte nella propria vita a doversi dimenare troppo in qualche genjutsu, ma è palese che vi sia una sorta di condizionamento mentae dietro le movenze della kunoichi dalla lunga treccia dorata. La seguirebbe senza fiatare, lungo quel corridoio scarsamente illuminato, roteando il capo per seguire il tragitto dei fili crepitanti d’energia elettrica. Giunto nel salone principale andrebbe a farsi un’idea di quanto sta accadendo. La ragazza si lascia andare ad una sorta di incoscienza forzata, l’uomo anziano – prontamente riconosciuto come capo della corporazione – va spiegando loro i dettagli di quel che dovranno fare, mentre l’altro non verte in buone condizioni. Lo sguardo di sposta, silente e gelido, verso le poltrone su cui dovrebbero accomodarsi per dare il loro consenso e, probabilmente, per evitare di cadere a terra durante il processo onde evitare traumi fisici di qualsivoglia genere. Trentasei ore. Quell’uomo è prigioniero della propria mente da trentasei ore. Un solo sospiro si leverebbe dalle rosee appena schiuse del Dainin, che va battendo le palpebre stancamente per un paio di volte. Sente chiaramente la voce di kaori riverberarsi nella propria mente, riassumendo la situazione, il ché lo porta a sentirsi più rilassato, seppur solo leggermente. Volgerebbe lo sguardo alla di lei volta, incurvando le labbra in un breve e dolce sorriso a mezza bocca. “So che puoi farcela anche da sola, sono io che non riuscirei a lasciarti andare.” Mormorerebbe, seppur solo mentalmente, cercando poi di alleggerire uan situazione che si sta facendo via via sempre più pesante “E poi pensaci… magari lì dentro potrei incontrare Raido, non posso lasciarmi scappare l’occasione.” Il sorriso, da piccolo e quasi impercettibile, s’allargherebbe fino a lasciar intravedere la dentatura candida < Su, muoviamoci. Ogni minuto potrebe essere decisivo per la vita di questo pover’uomo. > Direbbe ad alta voce, seguedo Kaori in direzione delle due sedute predisposte per loro. Prenderebbe quella che la ragazza lascia libera, andando a sistemarci con la schiena rilassata, le gambe divaricate ed il gomito del braccio più lontano da lei puntellato sul bracciolo, ove la testa si poggerebbe, retta dalla mano corrispondente. Una posizione che comunica in ogni modo possibile uno stato di relax e tranquillità, del tutto diverso dalla tensione e dalla paura che gli offusca la mente, di cui unicamente la Hyuga può essere spettatrice. Chiuderebbe gli occhi, a questo punto, allungando la mano libera in direzione di quella della donna che ama, stringendola dolcemente in modo che le loro dita possano intrecciarsi. “Andrà tutto bene, te lo prometto.” Le ripeterebbe le stesse parole che lei stessa gli ha rivolto solo qualche istante prima, mentre stavano ancora fuori dalla sede degli illusionisti “Ti amo, Kaori. Ci vediamo dall’altra parte.” { Chakra ON | Equip: invariato }

Entrambi i ninja han deciso di intraprendere questa missione, diversa da tutte le altre a cui hanno partecipato, non essendovi dei nemici da sconfiggere, ma la propria psiche. L’anziano andrebbe, lento ed oscillante, ad avviarsi verso le poltrone appena occupate dai due consiglieri, per poi, giunto a tre metri da questi, andrebbe a congiungere le mani, la quali sparirebbero a causa della coincidenza delle larghe maniche della toga, andando a fare dei sigilli che nessuno dei due può riconoscere. Gli occhi si illuminerebbero, rafforzando il violaceo colore delle iridi e, attraverso l’immissione del proprio chakra all’interno del corpo di entrambi gli shinobi, farebbe giungere gli effetti del genjutsu. La prima sensazione che entrambi possono avvertire è la mancanza del tatto, sentendo le dita dell’altro sempre più estranee, come se il corpo, lentamente, cominciasse ad addormentarsi. I movimenti della testa o di altre parti del corpo sarebbero rallentati di gran lunga, ma qui sovviene il secondo effetto collaterale: la vista comincia a scemare, tutto diviene più buio, più annebbiato, fino a divenir nero pesto e, ultimo tra gli effetti, l’udito andrebbe ad assottigliarsi, potendo udire, infine, solo quelle ultime parole del Supremo Elitario: <vi prego, salvate il mio bambino> poi…niente, siete morti.

Il tatto ritorna, ma non vi state più tenendo per mano, no, sentite solo il suolo sotto i piedi, avendo immediatamente l’equilibrio, come se foste lì da tempo immemore. La vista torna, gradualmente, permettendo di veder la zona in cui siete caduti…Azrael e Kaori si trovano sue due brevissimi vialetti, con le spalle a muro, e lungo i vialetti vi sarebbero delle lapidi, che solo l’interessato piò leggere: Kaori andrebbe a vedere, ai lati della stradina, delimitata da del filo spinato, quattro lapidi, recanti in ordine “Naru Hyuuga”, “Tomoko Hyuuga”, “Kouki Oboro” e l’ultima, per quanto intuibile, non vi è un nome intero, in quanto la lapide è distrutta per una metà, lasciando leggibile solo per lettere “-do Oboro”. Per quanto riguarda Azrael le lapidi sono più numerose, tra le quali spiccano nomi di “Hitomu Kibou”, “Kaime Kasama”, “Ken Nara”, “Ai Hyuuga” e, un’ultima lapide, ove non è leggibile alcun nome, in quanto sarebbe presente una incisione…un serpente che sorriderebbe allo spettatore. Ultimo tra i sensi che tornerebbe ai due sarebbe l’udito, con il quale entrambi possono sentire un urlo straziante, femminile, che ricorda ad entrambi una voce a loro conosciuta…quella di Kaori Hyuuga. L’urlo riverbera per tutto il luogo, per poi, stranamente, terminar con dei gemiti e un risolino soddisfatto. Se gli occhi fossero andati alla ricerca della provenienza del rumore, entrambi non avrebbero problemi a notar un tavolo da laboratorio, in ferro…tavolo che potrebbe rievocare ricordi più alla nostra consigliera che al suo amante, riscontrando la presenza di una donna che, posta dall’altro lato del tavolo, paleserebbe solo la sua capigliatura, lunga unta e di un viola scuro che entrambi potrebbero riconoscere ovunque. Un paio di secondo andrebbero a trascorrere e, da dietro il tavolo operatorio uscirebbe una seconda figura: lunghi capelli neri, anch’essi unti, che cadrebbero ungo le spalle di un dorso spoglio, dove sarebbero visibili solo i muscoli, nel loro modo più orribile. Non vi sarebbe massa grassa, non vi sarebbe armonia in quella visione…solo muscoli così definiti da tirare la pelle fino a creparla. Occhi spenti, completamente neri, visibili attraverso una maschera…la sua maschera, una maschera bianca e nera, con una dentatura demoniaca di gesso, ma che, al limitare dell’apice del labbro destro, andrebbe ad esser rotta, mostrando le labbra secche e squartate lungo tutto lo zigomo sinistro, dove, mediante scarnificazione, la dentatura andrebbe ad esser visibile e…identica a quella rappresentata dalla maschera, come se fosse una sola visione, decorata solo da un piccolo pizzetto caprino. Le leve inferiori di lui andrebbero ad esser coperte interamente da un grembiule di cuoio, sporco di sangue fresco e con macchie di sangue ormai secco, fino ai piedi, visibili e nudi, che si adagiano su quel pavimento completamente inondato da sangue. Dopo di lui andrebbe ad uscir anche…Kaori. Non vi son altre parole per descrivere la visione. Questa Kaori sarebbe semplicemente vestita con un camice da paziente, completamente sporca di sangue dall’altezza dell’ombelico in giù. I due vi guarderebbero e, dopo un piccolo sguardo di intesa, Yami andrebbe, mediente uno dei due uncini che impugna, a far gemere la donna, infilando l’arma dentro di lei, e, con un gesto secco, tirar fuori una grossa sacca rossa, la quale, caduta a terra, andrebbe a prender la forma di una lama arcuata, raccolta infine dalla donna stessa, continuando a guardare la sua sosia con bramosia e lussuria. La zona è circolare, circoscritta da lapidi che, agli estremi, distano venticinque metri, nei quali il terreno è composto da sangue raggrumato, brandelli di carne e, alla vostra estrema destra, un cumulo di cordoni ombelicali…alcuni dei quali, grazie alle conoscenze mediche di Kaori, potranno esser identificati come ancora freschi. [Turni Kaori – Azrael; No tempo][Distanza dai due 20 metri]

15:41 Kaori:
 Nero. E' tutto nero. Kaori non ha un corpo, non ha dita da muovere né occhi da aprire. O forse sono aperti ma non c'è nulla da vedere. Chissà? Kaori non esiste, non più. E' una goccia nell'infinità dell'universo, è un pensiero senza forma che si contorce nell'eterno nulla e che si aggrappa semplicemente a quell'ultimo ricordo di Azrael, seduto al suo fianco, la sua mano stretta alla propria in un contatto della quale non ricorda più la sensazione ora che non ha più un corpo. Ricorda la sua voce dirle che la ama e d'improvviso si scatena prepotente il bisogno di rivederlo, riabbracciarlo, averlo nuovamente stretto a sé. Quanto tempo passa prima che qualcosa cambi in questa stasi perpetua e immutabile? Ha di nuovo un corpo, la Hyuga, che riesce a sentire e percepire. In piedi su del suolo solido, in equilibrio ed il nero a sfumare via per concederle di notare la presenza del Nara al suo fianco ed uno strano ambiente attorno a loro. < Ma dove-- > principierebbe col dire prima di interrompersi d'un tratto, boccheggiando. Alla propria sinistra la ragazza nota una fila di lapidi delle quali riconosce in un istante i nomi. Suo padre, sua madre, Kouki e-- persino quell'infame di Raido. Nonostante il rancore che la lega a lui, non può impedirsi di provare una morsa allo stomaco alla vista di quell'effige, di quella pietra tombale frantumata e per metà ancora in piedi. Si sente lo stomaco stretto, la gola chiusa, mentre un attacco di nausea le sale alla bocca. Le mani sono gelide, il cuore le si contrae dolorosamente nel petto a leggere e rileggere quei nomi che tanto le sono cari. "Papà... mamma..." penserebbe sentendosi spezzata dal ricordo dell'uomo, al pensiero della donna morta per seguirlo. Ma no. Sua madre non è defunta, è viva. In pieno lutto, addolorata ma-- viva. In salute. Al sicuro. E così anche Kouki che proprio ora dovrebbe essere in casa propria assieme alla fidata Asia ed al piccolo Kuro, nonchè la giovane Harumi. La consapevolezza che sia tutta una illusione non rende più semplice l'assistere ad una simile scena e la porta, semplicemente, a ripetersi mentalmente poche parole come fossero il mantra più sacro di tutti. "Non è reale, non è reale, non è reale, non è reale...". Tenta dunque di distogliere lo sguardo dalla fila di lapidi sotto i propri occhi ma prima ancora che possa riuscirci qualcosa cattura la sua attenzione. Un grido. Una voce. Kaori. La ragazza impallidisce sgranando gli occhi, guardandosi attorno, ricercando il volto di Azrael a volerne trarre coraggio, a volergli dare forza. Non è lei a star gridando. Lei è lì. Sta bene. E' solo una illusione. E' solo un incubo. Non è reale. Ma l'istinto è troppo forte e lo sguardo della ragazza va alla ricerca della fonte di quell'urlo straziante. Guardando dinnanzi a sé la Hyuga nota come dalle lapidi che si aprono ai lati dei due shinobi partano una serie infinita di altre tombe le quali vanno a delimitare la zona in una sorta di enorme area circolare all'interno della quale attende una donna accanto ad un tavolo da laboratorio che fa contorcere le budella della jonin. Deglutisce a vuoto stringendo le labbra notando la figura femminile presente. Corpo esile, magro, camice da paziente inondato di sangue cremisi all'altezza del ventre, lunghi capelli viola palesemente sporchi, untuosi. Par quasi di star osservando uno spettro. Lo spettro di se stessa. E accanto a lei fa la sua comparsa una seconda figura, un uomo. Un uomo dalla muscolatura tesa e perfettamente definita sotto la pelle, tanto da poter quasi studiare l'anatomia muscolare del corpo umano guardando la sua sagoma. Capelli neri, ugualmente unti, occhi scuri e quella maschera che la Hyuga ben conosce grazie al segreto svelatole dallo stesso Azrael. Un brivido gelido le risale la colonna vertebrale rendendosi conto che questi è il suo Azrael, vestito da quello che parrebbe quasi essere un macellaio con quel grembiule di cuoio rilucente di sangue ancora fresco. Nelle mani regge due uncini, il suo sorriso è inquietante, sinistro, spiritato. "Non è vero, non è vero, non è vero, non è vero." si ripete, ancora, Kaori, sentendosi il sangue raggelare nelle vene, un principio di panico a colmarla e travolgerla mentre il suo primo istinto, prima ancora di fuggire, sarebbe quello di distruggere tutto. Basta. Non vuole più essere lì. Non vuole combattere, non vuole investigare, non vuole far nulla che non sia far cessare ogni cosa e stringere Azrael fra le sue braccia. Ma tutto deve ancora iniziare. L'altra se stessa, improvvisamente, va a raggiungere "Yami" affiancandolo per poi ritrovarsi a venir letteralmente violata da lui con cruenta violenza. Kaori sobbalza inorridita al vedere la scena: Yami infila in lei uno dei suoi uncini per andare a strapparle dal corpo quella che-- < No... > una sacca rossa, sanguinolenta e a forma di mezza luna viene gettata sul pavimento schizzando gocce cremisi ovunque. < No. No. > ripete portandosi d'istinto la mano al ventre quasi con fare protettivo, sbiancata di colpo a quella vista. E mentre quasi indietreggerebbe -scontrandosi con la parete alle sue spalle- ecco che l'altra Kaori va ad afferrare la placenta appena estratta come fosse una sorta di spada o di mazza, guardandola con una espressione che parrebbe quasi-- eccitata. La Hyuga inorridisce, disgustata, orripilata, guardandosi attorno alla ricerca di una via di fuga, una strada, la presenza magari del ragazzo che sono venuti a salvare. Eppure tutto ciò che nota è quella raccolta di cordoni gelatinosi intrisi di sangue che riconosce immediatamente come cordoni ombelicali. Alcuni sembrano essere ormai secchi e morti, mentre altri ancora paiono perdere sangue dalle estremità tranciate, probabilmente al tatto devono essere ancora caldi... Il pensiero le fa rivoltare lo stomaco mentre dentro sé monta la rabbia, lo schifo, il terrore. < No. > semplicemente, sussurra, con quella che non è paura ma quasi un ringhio ferale. "Non muoverti dal mio fianco." tenta di comunicare mentalmente al ragazzo con tono aggressivo, tagliente. < No. Non funzionerà. E sapete perchè? Perchè per essere efficace un genjutsu deve essere realistico. > sibila lei evidentemente fuori di sé, preda di una lucida follia che le riluce sinistra nello sguardo color perla, portandola a mostrare i denti in un digrignare di denti quasi selvatico. < Se anche in passato mi sarei volentieri strappata un feto dal corpo, non c'è-- modo o possibilità o universo o stramaledettissimo Dio in terra che potrebbe toccare un *nostro* bambino. > Inspira a fondo la Hyuga andando a concentrarsi per ricercare dentro sé il chakra di tipo katon scoperto a seguito dell'allenamento post Torneo dei Villaggi. Andrebbe a convogliare e concentrare nei polmoni tale chakra in una modesta quantità così da farlo unire e fondere all'ossigeno incanalato creando un unico composto fatto di aria infuocata. Al contempo le mani andrebbero ad estrema rapidità a portarsi all'altezza del petto per andare ad eseguire i sigilli del drago, del serpente, della tigre, della scimmia e del cinghiale tanto velocemente che Azrael stesso, quasi non potrebbe vederne l'esecuzione. Quasi. Fatto questo la Hyuga andrebbe dunque a sporgere appena il busto in avanti per portare la destrorsa all'altezza delle labbra tenendo le dita chiuse verso il palmo ad eccezione di pollice ed indice che, invece, verrebbero tenuti piegati così da formare una sorta di cerchio dinnanzi alle rosee da cui la ragazza andrebbe a liberare il getto di aria e fuoco precedentemente preparato. Questo dovrebbe assumere la forma di una fenice infuocata della grandezza di ben 15 metri, diretta a schiantarsi contro l'inquietante coppia di fronte a loro venti metri più in là allo scopo di investirli e quindi esplodere al contatto andando a cancellare qualsiasi tipo di prova della loro semplice esistenza dalle loro menti. Una volta fatto questo, poi, Kaori andrebbe a fare quella che forse potrebbe essere una mossa un po' banale, un po' stupida. Andrebbe a tentare di attivare il Byakugan come se questo potesse farla sentire più al sicuro, più protetta, nonostante non si trovi realmente in un luogo sconosciuto ma, più semplicemente, in un incubo. Ma chissà? Magari potrebbe individuare il povero Maboroshi scomparso grazie ai propri occhi. Così ecco che andrebbe formando con le mani il sigillo della Tigre all'altezza del petto, convogliando quindi una modesta quantità di chakra all'altezza degli occhi per cercare di nutrire opportunamente il gene Hyuga presente. Andrebbe a dare nutrimento e forza al potere delle proprie iridi fino a quando queste non dovessero 'risvegliarsi', sufficientemente caricate dell'energia del proprio chakra. Se fosse riuscita nel suo esercizio, infatti, Kaori dovrebbe essere capace di vedere qualunque cosa attraverso cose e persone, nonché lo stesso chakra altresì invisibile ad occhio nudo, per 1500 metri frontalmente e 120 lateralmente per un raggio di 359° complessivi. [ 2/4 Fenice di fuoco | 2/4 Byakugan IV ] [ Chakra: 100/120 (16 fenice di fuoco + 4 Byakugan) ] [ 2 fuuda con tronchetto | 1 fuda potenziante speciale per ninjutsu ] [ 5 tonici coagulanti speciali | 5 tonici per il chakra speciali | 5 fumogeni | 2 bombe luce ] [ Empatia ed Hiraishin ]

16:07 Azrael:
 Mano nella mano con la donna che ama sente di poter fare qualunque cosa, sollevare il mondo e capovolgerlo, se servisse a renderla felice, a tenerla al sicuro. Quella rassicurante sensazione, il tepore delle loro dita intrecciate le une con le altre, tuttavia, svanise gradualmente. Cala vertiginosamente la sensazione di benessere che il Nara prova nell’averla vicina, assieme al controllo sul proprio corpo. Le palpebre tentato di sollevarsi, il capo di ruotare, ma ogni singolo movimento è rallentato e quasi impossibile da compiere. Poi il buio. Un’oscurità opprimente, in cui gli parrebbe d’esser morto, di non avere più il controllo di sé e di quello che lo circonda, in cui non sente la presenza della sua Kaori al proprio fianco. Gradualmente, così come se ne sono andati, i sensi ritornano a far sentire la loro presenza. Il tatto, la sensazione di avere i propri piedi poggiati su qualcosa, un pavimento del tutto diverso da quello della torre ove era originariamente entrato. La mano tenterebbe di stringere quella di Kaori, laddove ricordava di essere in contatto con lei, per scoprirsi vuota, nell’atto di stringere solo l’aria pesante attorno a sé. La vista, poi, lo renderebbe partecipe del luogo in cui si trova ora. Lapidi, fredde lastre di pietra che decorano tutto il circondario e che rivelano i nomi delle persone più care al Nara. Khalux e Kaime sono i primi nomi che gli saltano all’occhio, che lo portano a sgranare gli occhi di malinconia e dispiacere. < Papà… mamma… > Mormorerebbe a bassa voce, volgendo lo sguardo su quegli epitaffi. Sua madre non è morta, Kaime è al sicuro in casa propria. Lo sa, ne è più che convinto. L’aver trovato una lapide dedicata a lei è unicamente la concretizzazione della sua atavica paura di perderla di nuovo. Lo sguardo cupo viaggerebbe, poi, verso altre due lapidi. < I miei bambini… > Biascicherebbe ancora nel tracciare nella propria mente quel che è inciso nella pietra. Ma anche loro sono al sicuro a casa, li ha salutati quella stessa mattina, ci sono sue copie che girano per casa, non v’è alcuna probabilità che venga fatto loro del male. Eppure lo teme. Il terrore di andar a trovare, un giorno, le loro spoglie alle Praterie della Memoria è sempre presente, impossibile da cancellare o da ignorare. S’affaccerebbe, infine, lo sguardo su quell’ultima lastra marmorea. Non presenta alcun nome, alcun segno distintivo, sennon una serpe che la avvolge, che pare guardarlo e, addirittura, sorridergli. La donna morta a causa sua, che sente di aver personalmente ucciso anche solo entrando nella sua vita. Avrebbe dovuto non permettersi di affezionarsi a lei, di non permetterlo a nessuno dei due. Eppure è accaduto, eppure il suo senso di colpa è lì, inciso nella fredda pietra, a guardarlo dritto negli occhi e a farsi beffe di lui. La mascella si serra, l’arcata superiore spinge contro quella inferiore in un sonoro digrignar di denti. Non è triste, né abbattuto, quel che sente è solo—rabbia. Una rabbia che lo pervade completamente, che lo porta a restare immobile persino quando le orecchie recepiscono quell’acuto gridare, i gemiti e quel risolino soddisfatto. È la voce della sua Kaori, per quanto distorta da chissà cosa. Con lo sguardo fisso verso il basso, i tratti del viso induriti dalla dirompente furia che lo attanaglia e le mani chiuse a pugno sino a sentire le nocche sbiancare, prenderebbe atto di quanto sta accadendo con qualche istante di ritardo. Ruoterebbe il capo in direzione del rumore, di quella serie di macabri suoni che riempiono l’area circostante. Quel che si ritroverebbe sotto gli occhi ha dell’incredibile. Una cascata di capelli viola che pendono da un tavolo operatorio di ferro. Non gli serve averlo vissuto direttamente per cogliere il riferimento al periodo di prigionia della Hyuga sotto Cappuccio Rosso, ma non è quello a turbarlo maggiormente. Una figura non ben distinta le squarcia gli interni per tirarne fuori un qualcosa che il Dainin non riesce immediatamente ad identificare. Aguzzando bene la vista, ecco che si renderebbe conto del macellaio che ha compiuto tale gesto. Un uomo alto sul metro e ottanta, la corporatura estremamente smagrita, i muscoli e le ossa sono esposti e spingono oltre il sottile strato epiteliale. Un pesante grembiule di cuoio intriso di sangue è l’unica cosa che ne copre vagamente il corpo oltre ad una maschera. Quella maschera. Ne riconoscerebbe l’affilato sorriso ovunque, anche solo da una porzione spezzata. È il suo secondo volto, l’altro lato della medaglia, la materializzazione dell’istinto primordiale di Azrael, quello di uccidere e di far del male per trarne quanto più piacere possibile. Un mostro. < Yami. > Le labbra si muoverebbero per formare quella parola, ma solo un flebile soffio d’aria gli farebbe vibrare le corde vocali, rendendo quella parola un fonema sordo ed indistinguibile se non per chi è nelle sue dirette ed immediate vicinanze. La mancina andrebbe rapidamente al cappuccio del mantello, strappandolo via con un gesto rapido e secco della mano che lo lascerebbe giacere sul suolo insanguinato. La medesima mano andrebbe, poi, a stringere il manico della katana dalla lama più chiara, posta sul fianco opposto. Con un sottilissimo sibilo tale lama verrebbe sfoderata dal proprio alloggio per essere portata radente al lato sinistro del corpo del Dainin, il cui sguardo verrebbe puntato sulla mostruosa figura che dovrebbe rappresentare il suo lato più oscuro. Prima ancora che possa effettivamente fare qualcosa i pensieri della Hyuga lo portano a risponderle immediatamente “Non ne ho intenzione.” La restante parte del discorso lo porterebbe a distrarsi per un attimo dal proprio obiettivo, voltandosi in direzione di Kaori < Il nostro… che cosa? > La voce sarebbe piuttosto incerta, salvo poi scuotere debolmente il capo, tornando a concentrarsi sullo scontro ed, in particolare, sul proprio alter ego. L’altro è armato, ognuna delle sue mani impugna un uncino, somigliante vagamente ai ganci da macellaio che più volte ha utilizzato per le proprie torture. Sono utili per strappare la carne, adatti ad un combattimento prettamente corpo a corpo, per questo motivo ha sfoderato una delle armi bianche che porta con sé. Per la stessa motivazione, essendo addestrato a buon livello anche sul combattimento armato, conosce perfettamente le pecche ed i pregi di quest’ultimo. Avrebbe, dunque, intenzione di lavorare sul rallentamento dell’avversario, sempre che la cosa fuzioni, tramite l’utilizzo del proprio chakra Raiton. La lama che impugna nella mancina verrebbe portata parallela al suolo, rivolta col piatto verso il proprio viso e, di conseguenza, all’avversario e le dita della mano destra – quella libera – s’alzerebbero per sfiorarne il freddo metallo. In particolare indice e medio verrebbero posti verso l’alto, mentre le altre dita verrebbero ripiegate verso l’interno del palmo ed il chakra prenderebbe l’alterazione del fulmine. Partendo dal plesso solare una serie di crepitii e di scintille andrebbero a riverberarsi ed a diffondersi lungo tutto il keirakukei, dirigendosi in migliaia di piccole scariche verso gli tsubo della mano che sfiora la lama della katana. Tali punti di fuga verrebbero aperti in maniera tale da infondere la spada d’energia elettrica, al fine di risultare più efficace per il piano che il nara sta studiando, ancor pria di attuarlo. Sia il filo della lama che la parte piatta, dalla guardia fino alla punta, dovrebbero assumere un colorito simile all’elettricità stessa, prendendo a scoppiettare e sibilare come fosse il risultato di un circuito chiuso proprio dal tocco di quelle dita che, se la lama ricevesse a dovere il chakra Raiton, passerebbero lentamente sino alla punta, per poi lasciarsi ricadere, assieme a tutto il braccio, mollemente lungo il fianco. La katana verrebbe riportata nella posizione iniziale, poco al di sotto della cintola, con la punta rivolta verso il bersaglio. La mano che ha infuso il chakra elettrico, invece, verrebbe caricata ancora ed ancora ed ancora, senza che il voltaggio dato dal chakra venga diminuito, ma stavolta non sarebbero solo le due dita ad esserne ricoperte, bensì tutta la mano. Né il palmo, né il dorso o le falangi presenterebbero cambiamenti visibili ad occhio nudo, ma tale infusione d’energia statica dovrebbe funzionare al fine di trasferirla al primo contatto con l’avversario. Sarebbe, se tutto quel che aveva in mente fosse stato messo in atto, pronto ad un combattimento fisico e non sulla lunga distanza, come sarebbe solito fare in qualunque altra occasione, tenendo gli occhi puntati su Yami a venti metri da lui, così da poterne scorgere bene ogni possibile e futura mossa. { Chakra 113/120 (-2 Ricomposizione Raiton, -5 Colpo statico) | Equip: invariato | Ricomposizione del chakra Raiton su Katana 2/4 – Colpo Statico 2/4 (Mantenibile per 7 turni) }

Le lapidi, quei nomi, quella piccola incertezza sul reale stato dei propri cari, che fa perdere un battito, che fa seccare la gola, che porta la psiche a rifugiarsi in se stessa per non soffrire troppo…questo è quello che avete provato entrambi, anche se per persone diverse. Le continue negazioni di Kaori, mediante le quali andrebbe a ricercar compostezza e la pace mentale che le serve per analizzare la situazione. Poi quella affermazione, che Azrael stesso stenta a capire…tutto è motivo di ilarità da parte della donna, che a quanto pare non ben capisce il vostro stato d’animo. I suoi occhi non suono vuoti, anzi, brillano di vita, furibonda e feriale vita, ma caratterizzata dalla incoscienza. Una scena che vi fa agire in modo diverso, estremamente diverso. Azrael andrebbe, attraverso le sue capacità di elaborazione del chakra raiton, a ricoprire la sua fedele katana, la più “pura” tra le due che possiede. L’energia elettrica, però, non andrebbe ad esser utilizzata solo per questa tecnica, ma conserverebbe una parte di tale energia, continuando ad alimentare continuamente l’arto destro, il quale andrebbe a divenire, ormai saturo, un mero contenitore di energia elettrica, la quale, in caso di contatto con enti esterni, andrebbe a liberare tutto il suo potenziale. Kaori, invece, andrebbe, con eccelse capacità magiche, a liberare, attraverso la perfetta combinazione tra chakra katon ed ossigeno, precedentemente immagazzinato nei suoi polmoni, una furibonda emissione di fiamme, dalle fattezze di una fenice. Attraverso questo attacco, la giovane Hyuuga, andrebbe ad esser la prima ad aprire le danze, puntando la macabra coppia che a venti metri vedono la scena. Questi andrebbero ad avere due reazioni diverse, come diverse sono anche le loro mentalità: La seconda Kaori andrebbe a compiere, dopo aver visto la formazione dei sigilli da parte della sua alterego, uno scatto verso la propria destra, ovvero la sinistra della dottoressa, muovendosi in modo molto rapido, ma non abbastanza per evitare interamente la feniche che, giunta al punto designato, andrebbe ad esplodere in un’area di quindici metri, esplosione quale andrebbe a colpire, seppur di striscio, il braccio sinistro della sua macabra sosia. Yami, invece, dopo aver visto i sigilli composti dalla Hyuuga, andrebbe, semplicemente, ad effettuare un salto all’indietro, senza capriole, senza grazia…nulla che possa ricordare lo stile di combattimento di Azrael. Questo salto avrebbe una sola ed unica motivazione: porsi alle spalle di quel lettino laboratoriale di ferro, utilizzando quest’ultimo come scudo dal ninjutsu. Il byakugan andrebbe ad essere, in seguito, richiamato magistralmente dalla consigliera, mentre la sua controparte, lentamente e a scatti, come se ogni movimento del suo corpo fosse dovuto da uno spasmo, vi avvicinerebbe, studiando i due consiglieri come un cacciatore che studia la presa. L’esito dettato dalla nuova vista della vera Kaori è una sola: non posseggono chakra. Non han un sistema circolatorio del chakra, non hanno vita dentro di loro, o meglio…non han vita propria, ma in loro vi è vita. Una flebile quantità di chakra andrebbe ad esser presente in quella sacca, quella placenta che, lentamente ripulendosi dal sangue, andrebbe a palesare una lama nella parte arcuata della stessa. Al suo interno vi sarebbero…feti, numerosi feti che rendono il tutto solito, grazie ai loro crani, alle loro casse toraciche, ai loro femori ed ai loro organi, che, ammassati, sarebbero corpo e forma a quella macabra arma. Altro chakra è intravedibile attraverso quello stesso letto, precisamente nello stomaco di Yami, nel quale potrebbe vedere dei pezzi indistinti di feti, masticati e maciullati, dai quali quel mostro trae le energie vitali che gli permettono di esistere. Yami non uscirebbe da dietro quel lettino, o almeno quello che ne resta dopo l’attacco della consigliera, cacciando solo la mano destra dal relativo lato e, con un movimento dell’indice, il quale andrebbe a distendersi a ripiegarsi su se stesso un paio di volte, così da richiamare l’attenzione del Dainin. [Turni Kaori – Azrael; No tempo][Distanze: Kaori – Kaori2 6 metri; Azrael – Yami 21 metri(dietro il letto di ferro); Azrael – Kaori 1 metro]

17:30 Kaori:
 Stringe le labbra, i denti la Hyuga notando i rapidi riflessi della propria controparte. Veloce, estremamente veloce, quasi al pari della propria capacità magica visto che è riuscita a schivare in tempo l'impatto con la fenice per venir semplicemente colpita in minima parte dall'esplosione della stessa. Anche Yami sembra essere estremamente rapido visto che è stato abbastanza veloce da riuscire a nascondersi dietro il tavolo da lavoro, portando la jonin a digrignare con ancora maggior forza i propri denti. E' furiosa. Furiosa per il modo in cui chissà chi, chissà come o perchè, si sta divertendo a giocare con le loro menti, le loro paure, i loro più ancestrali timori. Furiosa per come si ritrovi a vivere in maniera distorta e assai più inquietante la tanto odiata vicenda del rapimento ad opera di Cappuccio Rosso. Odia quei due mostri dinnanzi a sé ed odia il fatto che sotto i suoi occhi vi sia un Azrael così-- malato. Lui che ai suoi occhi riluce di un bagliore ben più gentile di quello del sole, lui che per lei è aria pura e perfezione. E fa male. E fa paura. E sente il respiro strozzato da quella nausea violenta che le chiude la gola, da quel contrarsi delle viscere nel corpo che le ricordano quanto sia orripilata da quell'orribile scena. Disgustata vorrebbe allontanarsi e chiudere gli occhi dinnanzi a tutto questo. Ma non lo fa, anzi. Tramite il proprio Byakugan va osservando ancor meglio ciò che ha dinnanzi ritrovandosi solo ora a notare i dettagli dell'arma imbracciata dalla ragazza. Un insieme di feti. Ossa, muscoli, manine, crani a comporre una sorta di lama ricurva dalle fattezze grottesche e da incubo. Bambini. Un insieme di piccoli corpicini snaturati e distorti, la malata rappresentazione oscenamente rovinata di quelli che sarebbero i loro figli. Il pensiero la uccide e la fa imbestialire al tempo stesso. E sembrano proprio loro a mantenere in vita la donna. Essa non par essere neppure viva, totalmente priva di chakra è come animata e guidata dalla pulsante luce bluastra che brilla nei corpi di quei feti intrappolati nella lama di quell'arma. Ma non è da questi che proviene l'unica fonte di chakra nella stanza, no. Lo sguardo della Hyuga viene attratto dalla figura di Yami che, dentro sé, cela qualche stilla di energia bluastra. Nel suo stomaco risiedono i resti di qualche feto azzannato, morso, ingerito. E' troppo. E' tutto semplicemente troppo per la Hyuga la quale si ritrova, semplicemente, a sentire lacrime calde bruciarle gli occhi. < La pancia. Colpiscilo alla pancia. > sussurra come spenta alla volta di Azrael, sentendosi in un istante svuotata di ogni energia e carica di una indescrivibile voglia di uccidere. Rimane immobile a seguire con lo sguardo qualsiasi movimento della sua controparte andando a richiamare al contempo il chakra medico tramite l'estrapolazione di una parte dell'energia fisica dal flusso della propria energia azzurrina. Andrebbe a convogliarla lungo l'arto superiore destro -il suo braccio forte, per concentrarla lungo la mano. Le dita verrebbero tenute ben tese, le une a distendersi a fianco delle altre, a contatto, mentre il chakra andrebbe ad avvolgere la mano fino a fasciare le dita e prolungarsi a formare una vera e propria lama affilata di chakra oltre la punta delle stesse, di pochi centimetri, a voler richiamare la forma di un vero e proprio bisturi. < Vieni. Vieni a prendermi se ci riesci. Mettiamo fine a quest'incubo. > ringhia fissandola truce, snudando i denti in una espressione minacciosa. Non si muove. Non si avvicina. Aspetta che sia lei a raggiungerla mentre andrebbe a concentrarsi sul proprio chakra per sfruttarne una delle abilità basilari. Incanalandolo lungo le leve inferiori, infatti, la Hyuga andrebbe a tentare di portare lungo le cosce, gli stinchi ed infine i piedi una modesta quantità di energia sufficiente a modellare al di sotto della pianta del piede una suola adesiva ed aderente di puro chakra. Andrebbe a plasmare la propria forza così da rendere la sua stabilità su qualunque tipo di terreno pressocché perfetta, pronta ad attaccare o schivare un qualunque suo attacco al meglio delle sue capacità. [ 2/4 bisturi di chakra + 2/4 Rilascio del chakra base ][ Byakugan IV ][ Chakra: 86/120 (4 Byakugan + 10 bisturi di chakra) ] [ 2 fuuda con tronchetto | 1 fuda potenziante speciale per ninjutsu ] [ 5 tonici coagulanti speciali | 5 tonici per il chakra speciali | 5 fumogeni | 2 bombe luce ] [ Empatia ed Hiraishin ]

18:12 Azrael:
 Il giovane non ha la possibilità di scorgere tutti i dettagli che, invece, può trovare la Hyuga tramite la propria innata oculare. La cosa, tuttavia, non lo impensierisce affatto. In parte perché può contare sulla guida della propria compagna, in parte perché, a ben pensarci, non serve z<pere la perfetta locazione di chakra e punti di fuga, se hai in mente di aprire un corpo da parte a parte ed eviscerarlo come fosse un animale da macello, no? Dopo aver silenziosamente annuito al sussurro di Kaori, il Dainin andrebbe a cominciare – finalmente – le dnze. Ha seguito Yami per tutta la durata della sua schivata nei riguardi di quella imponente fenice di fuoco, sa dove si trova ed avrebbe tutte le facoltà di raggiungerlo. La lastra di ferro, tuttavia, rappresenta per lui un ostacolo. In primo luogo sarebbe un ostacolo visivo, dietro al quale non può vedere cosa l’altro sta facendo, in secondo luogo ha intenzione di evitare il contatto del ferro – noto materiale conduttore – con la mano carica di chakra Raiton. Studiata, dunque, una possibile strategia d’attacco andrebbe a metterla prontamente in atto, el più totale e denso silenzio. Yami non lo sta guardando, ergo potrà unicamente concentrarsi sul suono dei suoi passi per carpire la direzione del movimento del Dainin. Partendo da questo presupposto, senza utilizzare alcun rilascio del chakra, proprio per dare l’illusione all’altro di poterlo percepire solo tramite l’udito, fletterebbe le gambe in modo da scaricare il peso del corpo sulle leve inferiori e sui piedi ben piantati a terra. I talloni di entrambi i piedi verrebbero sollevati per far sì che le punte possano dare il primo slancio per lo scatto. La prima falcata verrebbe data dalla sinistra, seguita dalla gemella in uno scambiarsi di passi rapidi e decisi. Ben conscio del fatto che sta emettendo rumore in quella corsa, la farebbe combaciare in maniera perfettamente perpendicolare alla lastra di ferro, in uno scatto dritto. Durante tale movimento il busto verrebbe chinato in avanti, le braccia portate leggermente indietro in modo tale da favorire l’aerodinamicità del corpo, tenendo la katana con la punta radente al suolo, senza però mai toccarlo. Percorsi i primi quindici metri, dando una sommaria posizione all’avversario, cercherebbe di disorientarlo staccando i piedi dal suolo con un elegante balzo. Nella corsa, a sei metri da lui, andrebbe ad abbassare ulteriormente il baricentro del corpo, per poi far scattare le gambe in una sorta di movimento ‘a molla’. L’obiettivo del salto non sarebbe quello di elevarsi in altezza, ma quello di muoversi in lnghezza, sfruttando anche la precedente corsa, per non lasciar intendere a Yami la posizione dell’atterraggio e, di conseguenza, la direzione di un eventuale colpo. Non supererebbe il metro d’altezza, onde evitare che l’altro possa scorgerne i tratti guardando verso l’alto, se non quando il balzo sarebbe già prossimo al compimento. Il èunto d’arrivo che avrebbe scelto per l’atterraggio sarebbe a sei metri di distanza, ma non più in direzione rettilinea, bensì in diagonale, in modo da trovarsi esattamente ad un solo metro alla sinistra di Yami. Qualora fosse riuscito in tale gesto, a prescindere che la sua opera di confusione e depistaggio fosse riuscita, se l’avversario fosse ancora dove lo aveva immaginato precedentemente andrebbe a tentare un colpo. La mano che regge la spada è la sinistra, quindi tenterebbe un colpo a mezzaluna, i orizzontale, proprio dalla medesima direzione della mano armata all’interno, quindi in senso orario. Tale mezzaluna non sarebbe puntata troppo in alto, non mirerebbe alla gola o ad altri punti vitali, ma sarebbe atto a colpire l’addome, per la precisione la zona dello stomaco, ove Kaori gli ha consigliato di colpire. Aprirebbe, dunque, il braccio forte fin quasi al proprio massimo, pur riservandosi una breve flessione del gomito per non danneggiare l’articolazione, per poi chiudere il colpo con una rotazione della testa dell’omero nell’apposito alloggio della scapola. Il polso verrebbe tenuto morbido sino alla parte finale del colpo, più o meno giunto a metà della rotazione, per favorire la velocità e la potenza del colpo. Inoltre, qualora dovesse accorgersi di aver mancato il bersaglio, cercherebbe di fermare lo slancio del braccio prima di impattare con tutta la propria potenza contro la lastra di ferro, onde evitare danni al braccio mancino. Tale colpo, frutto delle conoscenze che ha sul combattimento armato ed i suoi principi, sarebbe sia strategicamente che ad un livello più fisico, frutto della propria padronanza del Kendo, che dovrebbe favorire maggiore potenza al colpo. Yami dovrebbe non poter schivare in molte direzioni, abbassarsi non dovrebbe essere possibile, data la direzione del colpo quasi alla metà dell’altezza del mostro, su di un lato verrebbe bloccato dalla lastra di ferro, da un altro dal corpo dello stesso Nara e da un altro ancora dal’incedere rapido della spada. Avrebbe, dunque, poche occasioni di evitare quel colpo, tuttavia, il Dainin resterebbe con lo sguardo fisso e puntato su di lui in ogni suo possibile movimento, in maniera tale da evitare possibili colpi e continuare lo scontro. { Chakra 111/120 (-1 mantenimento Ricomposizione Raiton, -1 Kendo) | Equip: invariato | Scatto 15 m in linea retta ¼ - Salto 1 m altezza x 6 m lunghezza in diagonale a sinistra ¼ - Attacco con Katana 2/4 | Colpo statico mantenibile per altri 6 turni }

Ognuno dei due shinobi sta preparando una strategia, o almeno è quello che potrebbero pensare i due mostri che li stanno affrontando. Kaori, come potenziamento per i propri attacchi ravvicinati, ha richiamato il chakra medico, con il quale è andata a formare, intorno le di lei vita, una massa di chakra tagliente come un bisturi, che si estende oltre le sue dita di pochi centimetri. A questa scena la sua alter ego non sarebbe minimamente preoccupata, come se non capisse cosa stia realmente succedendo, come se non desse importanza alle capacità ninjutsu della sua sosia. La sua reazione è molto semplice: Andrebbe a percorrere i sei metri che distano da quella vene che risuonano tanto di sangue caldo e pulsante, ma terminando il suo tragitto trovandosi un metro alla sinistra della consigliera, portando, contemporaneamente, la falce organica in un fendente a mezzaluna, dopo averla caricata leggermente alla propria sinistra, impugnandola con entrambe le mani. Il colpo, che visto dall’altro andrebbe ad esser sviluppato in un movimento in senso orario, avrebbe come destinatario il busto della dottoressa, per la precisione all’altezza dell’ombelico, con il tentativo di tagliare in due la sua femminea figura. Grazie al byakugan, ancora attivo, la jonin della Foglia può intravedere all’interno dell’arma quello che sta accadendo: dai corpicini di quei feti vari filamenti di azzurrina energia andrebbe ad esser risucchiata da quella metallica ed arcuata lama. I piccoli corpi andrebbero a contorcersi, come se in questa fase di risucchio delle loro energie soffrissero come se fossero esposti ad una fiamma viva, e, soprattutto per quelli più vicini alla lama, potrà vedere che questi, lentamente, morranno, avendo esaurito ogni minima stilla di energia, accasciandosi, per quanto non fossero già l’uno sull’altro, sul fratellino più prossimo, i quali, nel tempo, saranno destinati alla loro stessa fine. Questo andrebbe a palesare un effetto visivo ben preciso: come visto fare poco prima dal suo amato Azrael, anche la lama di suo macabro riflesso andrebbe a riempirsi di chakra, non sviluppando, però, alcuna modifica elementale, ma rafforzando solo, di fatto, l’attacco imminente. Per quel che riguarda Azrael, il suo colpo va a segno, cogliendo di sorpresa Yami, il quale, affidandosi solo sul suo udito, non avrebbe calcolato la possibilità di un attacco preceduto da un salto, tantoché, lo stesso Azrael può constatare, che il suo avversario stesse ancora guardando alla propria destra. La lama taglia quei tessuti come se fossero burro, trovando solo gli addominali a limitare troppo il danno, ma comunque lo stomaco, ormai, è aperto…ed è qui che nasce il terrore. Ritirando la lama, la pelle, troppo tesa per quei muscoli, andrebbe a squarciarsi in un taglio di venti centimetri di larghezza per dieci centimetri di altezza. Non sarebbe questa una cosa troppo traumatica per il Dainin, se non fosse che da tale apertura comincerebbe a colare, come della melma nerastra, il sangue, ormai coagulato del suo demone, e, con questo…carne putrida, acidi gastrici e, i resti di un feto, lo stesso che, per quanto non potevate saperlo, aveva mangiato direttamente dal parto della sua Kaori su quel lettino metallico. Di questo non rimarrebbe molto, se non una manina, troncata all’altezza dell’avambraccio che, cadendo a terra, rotolerebbe per qualche centimetro al suolo, avendo ancora quale spasmo alle dita, a causa della rescissione dei nervi. Yami, comunque, non sembra troppo turbato da ciò che gli è appena accaduto, e scatta subito alla controffensiva. La mano destra andrebbe a compiere un attacco, dall’alto verso il basso, avente come destinazione l’avambraccio del Nara, ma non per colpirlo, ma semplicemente per agganciarlo e tentar di tirarlo a sé, mentre l’uncino della mano mancina andrebbe, con un movimento da sinistra a destra, a mirare alla gola di quel ragazzo in cui tanto si rivede, ma solo in poche occasioni…nelle occasioni in cui lo stesso Nara, dopo aver terminato una tortura, dipinge con il sangue della vittima, grazie a schizzi arteriosi, quella stanza dove attrezzi molto più inquietanti di quei due miseri uncini verrebbe adoperati. [Turni: Kaori – Azrael][Distanze: Kaori – Kaori2 1 metro a sinistra; Azrael – Yami corpo a corpo][Difesa: Kaori 2/4][Azrael: Il primo attacco terminerà alla fine del 2/4, il secondo attacco alla fine del 4/4]

11:26 Kaori:
 La controparte macabra e oscura della Hyuga prende letteralmente le parole della ragazza e si avvicina a lei bruciando quei sei metri di distanza fino a portarsi ad un metro soltanto dalla jonin, sulla sua sinistra, caricando un colpo con la lama andando persino ad impugnarla con ambo le mani. Non è solo questo che Kaori vede, però: i corpicini intrappolati nell'arma vengono letteralmente prosciugati della loro energia azzurrina per andare a potenziare la lama che ne viene nutrita e dissetata andando così ad uccidere i piccoli feti sacrificati in tale atto. La vista di una simile mostruosità non fa altro che far aumentare il disgusto di Kaori verso quel mondo da incubo, verso chiunque abbia deciso di creare una simile arma di tortura e tormento. Nonostante questo, tuttavia, Kaori cerca di non farsi distrarre e agisce il più velocemente possibile rimanendo presente a se stessa. Tutto accade molto velocemente nella mente della Hyuga: non appena vede la seconda mano afferrare l'impugnatura dell'inquietante arma, agisce d'istinto percependo il colpo in arrivo. Va facendo confluire lungo le leve inferiori una certa quantità di chakra per garantirsi maggior rapidità e quindi andrebbe ad abbassare appena il corpo flettendo le leve inferiori così da abbassare le ginocchia e premere per bene i piedi contro il suolo. Busto appena sporto in avanti, le braccia leggermente distanziate dal busto per darsi la spinta, e quindi andrebbe a premere le suole contro il terreno per poi caricare le leve inferiori di energia cinetica che andrebbe a rilasciare e liberare nel momento in cui si darebbe la spinta in un movimento a molla che dovrebbe portarla a sollevarsi verso l'alto di circa 10 metri. I piedi lascerebbero il contatto col suolo mentre le gambe, precedentemente piegate, si ridistenderebbero verso l'alto in quel balzo assecondato anche dal resto del corpo. Salterebbe in alto, semplicemente, andando a svanire dalla traiettoria del colpo dell'altra così da essere sicura di essere abbastanza distante da lei da non poter essere raggiungibile neppure se avesse sollevato la sua inquietantissima arma. Nell'ascendere verso l'alto Kaori sentirebbe il mantello aprirsi attorno a sé, svolazzarle attorno e così la frangia ondeggiare attorno al viso mentre il Byakugan terrebbe lo sguardo fisso sulla sua controparte per assicurarsi di non perderla mai di vista. Durante la discesa andrebbe a portare il braccio destro con il bisturi di chakra ancora attivo a piegarsi di modo tale da avere la lama dinnanzi alla spalla, il gomito piegato dinnanzi a sé a puntare la direzione di fronte alla ragazza, caricando così un colpo che vorrebbe mirare a colpire le braccia della donna per dividerla dalla disgustosa arma tramite amputazione delle mani dal resto del corpo o, quanto meno, dei tendini e nervi necessari ad averne il controllo. Ecco dunque che, discendendo, Kaori andrebbe a far due cose: per prima cosa tenterebbe d'atterrare non sul terreno da dove è partita -pericolosamente vicina alla lama di quell'arma-, ma esattamente su questa. Vorrebbe -grazie alla stabilità donatale dal rilascio del chakra-, andare a poggiare i piedi sulla parte piatta della falce che dovrebbe esser posta orizzontalmente dinnanzi alla donna visto il tentativo di attacco portato in precedenza, andando a tenere le gambe leggermente flesse e piegate così da evitare problemi alle articolazioni, chinata su se stessa per rimanere ad una altezza tale da concederle di fare la sua seconda mossa; l'arto destro verrebbe rilasciato verso il basso -il busto appena chinato in avanti così da agevolare il movimento, per andare a disegnare dinnanzi a sé un semicerchio, un movimento a mezz'arco ove la lama di chakra medico dovrebbe andare ad impattare con i polsi della donna nel tentativo di tranciarli e quindi distaccare da lei la falce o, in ogni caso, ferirli abbastanza da impedirne un prossimo movimento. [ 2/4 salto in alto 10 mt | 2/4 attacco con il bisturi di chakra ][ Bisturi di chakra | Rilascio del chakra base | Byakugan IV ] [ Chakra: 81.5/120 (4 Byakugan + 0.5 bisturi di chakra) ] [ 2 fuuda con tronchetto | 1 fuda potenziante speciale per ninjutsu ] [ 5 tonici coagulanti speciali | 5 tonici per il chakra speciali | 5 fumogeni | 2 bombe luce ] [ Empatia ed Hiraishin ]

11:35 Azrael:
 La lama, pregna del chakra del fulmine, affonda nelle carni di Yami, per rivelarne gli interni, così come il Nara aveva immaginato di fare. Quel che non poteva aspettarsi, però, è quel che ne esce fuori. Lo stomaco, probabilmete tranciato a metà, lascia fuoriuscire una melma nerastra, oltre che dei resti organici. In particolare gli balza all’occhio quella manina, chiaramente appartenente ad uno dei feti che stavano uscendo dal corpo di Kaori. Un conato gli risale l’esofago, fino a premere prepotentemente contro la gola, forzato a non uscire dalle labbra strette e dai denti serrati. < Mi fai schifo… > Mormorerebbe, quasi in un ringhio gutturale, prima di prepararsi all’eventuale – ed ovvia – offensiva dell’altro. Si trovano corpo a corpo e lui non sembra aver accusato chissà quale dolore. Potrebbe allontanarsi, porsi ad una distanza che non sia d’ingaggio per i due uncini, ma quel che ha in mente di fare è ben più irresponsabile e – probabilmente – pericoloso. Si trovano in un genjutsu e, benché non ne abbia particolare esperienza, sa che le ferite fisiche subite in esso non dovrebbero palesarsi anche nella realtà, se non come traumi mentali. È molto sicuro, tuttavia, delle proprie capacità psichiche, oltre che fisiche, date dal proprio intenso allenamento che lo hanno portato a resistere anche ai colpi più duri. Per questa motivazione deciderebbe, a prescindere da quel che l’altro sta facendo col primo attacco col braccio destro, di muovere il proprio arto speculare per intercettare il suo e cercare di afferrarlo all’altezza del polso. Vorrebbe, così, scaricare la tecnica che aveva precedentemente caricato nella destrorsa, per danneggiarlo e favorire la propria opera di rallentamento. Per far ciò ruoterebbe leggermente il busto, irrigidendo l’arto mancino e tenendo ben saldo il manico della katana, onde evitare di perdere l’arma, allungando il braccio destro per cingere con le falangi il polso – probabilmente più esile – della sua controparte. Il palmo verrebbe fatto aderire perfettamente con le altrui forme, finché non sentisse tutta l’energia scaricarsi nel corpo altrui. A questo punto, se avesse avuto la facoltà di notare il proprio braccio bloccato dalla morsa dell’uncino, ancora una volta non si muoverebbe, ma passerebe alla controffensiva. No avrebbe la facoltà di giungere le mani al petto per compiere qualsivoglia sigillo, ma non tutte le arti magiche necessitano di una componente somatica. “Non avvicinarti alla mia direzione finché non sarò io a dirtelo.” Comicherebbe mentalmente alla sua Kaori, prima di cercare di portare a termine una delle sue tecniche più letali. Il chakra, concentrato in un vivo globo azzurrino all’altezza del plesso solare, prenderebbe l’accezione elementale del vento, vorticando come il più pericoloso degli uragani e soffiando impetuoso dall’addome sino alla gola, ove andrebbe ad impregnare le corde vocali. Se le azioni dell’altro non lo avessero impensierito abbastanza da impedirgli di completare l’opera, andrebbe a caricare la gola, in modo da far vibrare l’organo di suono col proprio fiato misto al chakra Fuuton per liberare, dalla labbra schiuse, una serie di tonalità che variano dalle ottave più basse a quelle più alte, in modo da creare un vero e proprio caos uditivo attorno a sé, atto a danneggiare l’apparato corrispondente nell’altro, favorendo in lui uno stato confusionale ed una perdita dell’equilibrio. Tale baraonda si estenderebbe in un’area circostante molto vasta che, tuttavia, non dovrebbe incrociare le due Kaori, se non si fossero mosse dalle loro iniziali posizioni, a circa ventuno metri di distanza da Azrael e Yami. { Chakra 75/120 (-1 Mantenimento Ricomposizione Raiton su Katana, -35 Baraonda) | Equip: invariato | Applicazione Colpo Statico su polso destro di Yami 2/4 – Baraonda 2/4 }

La scena, sempre più macabra, lentamente sta spronando con il duo di Konoha nell’utilizzo delle loro armi può distruttive. Da un lato una Kaori orripilata da ciò che vede, da ciò che avverte e dalla presenza di quelle vite che, per pura brama di uccidere, vengono troncate. Dall’altro lato un Azrael che, trovando un una minima difficoltà e ragionando sulla reale pericolosità di esser feriti fisicamente in una illusione rimane fermo nelle proprie convinzioni e solo, leggermente, inorridito da ciò che esce dallo stomaco della sua ‘maschera’. L’attacco di quella Kaori viene evitato agilmente dalla consigliera che, atterrando sul piatto di quell’arma, andrebbe, attraverso in fendente della tecnica precedentemente richiamata, a troncare di netto le mani della sua sosia. A questo segue una reazione molto semplice. La Kaori andrebbe ad indietreggiare di qualche passo, osservando terrorizzata quei quegli, dove le mani sono state amputate e, lentamente, per poi sempre più violentemente, comincerebbe a perdere sangue da queste ferite, per poi perdere dei rigoli di sangue da orecchie, occhi, naso, bocca…fino, infine, esplodere, non avendo più quel contatto con il chakra che la teneva in vita, lasciandosi in un mostruoso, acuto e sonoramente disturbato urlo di dolore, prima della sonora esplosione, il cui sangue, in quanto denso, non andrebbe ad intaccare con la vera Kaori, se non sulle sue scarpe, grazie anche al preventivo allontanamento di quel mostro ormai introvabile in quella enorme pozzanghera nera e maleodorante. Per quanto riguarda Azrael, l’uncino, freddo, arrugginito, andrebbe ad aderire sul tuo avambraccio, anche se il tatto è ostacolato dalla presenza del vambraccio, ma Yami non si aspettava la possibilità di esser colpito da un attacco che, per sue caratteristiche, non è visibile ai non detentori di Doujutsu. La scossa è violenta e ne dimostra la potenza il piccolo spasmo al braccio sinistro, che, nel tentativo di penetrar la tua gola, andrebbe a perdere di velocità e di precisione. Ma, se non bastasse, il suo colpo non sarebbe, comunque, potuto esser portato a completamento, in quanto con il tuo ninjutsu fuuton il suo corpo verrebbe fatto indietreggiare, lasciando entrambi gli uncini, che cadrebbero a terra con un rumore metallico, acuto. Le sue mani andrebbero a porsi alle sue orecchie e i passi, privi di coordinazione, lo farebbero indietreggiare. Qui giungerebbe quell’urlo, quell’esplosione e quel…silenzio. Il suo sguardo si sposterebbe verso destra e, istantaneamente, i suoi occhi comincerebbero a lacrimare, lacrime trasparenti, come se fossero le più pure che abbiate mai visto, rivolte verso quella pozza indistinta. Bocca che si apre e che emetterebbe un urlo disperato, un urlo che libera l’anima, un urlo che serve a non impazzire, un urlo…strozzato, diventante ringhio e, in seguito, corsa, scoordinata e furibonda corsa verso Kaori, mentre i suoi piedi, nudi, andrebbero a modificare la loro struttura, divenendo duri come ossa e uniti, come se fossero degli zoccoli. La pelle diverrebbe scura, sempre più scura, fino a divenire completamente nera, lucina come l’onice, e le mani andrebbero a rendersi più affusolate e le unghie più lunghe, ma rimanendo comuni unghie umane. Il viso completerebbe, nell’estetica, la maschera che entrambi i konohani conoscono molto bene e, attraverso un movimento gemello di entrambi gli arti superiori, due costole vengono estrasse e impugnate come precedentemente avrebbe impugnato gli uncini, pronto a conficcarli nelle membra di Kaori, per renderla…la SUA Kaori. [Turni Kaori – Azrael][Distanze: Azrael – Kaori 21 metri][Difesa: Kaori 4/4]

15:14 Kaori:
 Il piano di Kaori arriva a risoluzione nel suo schivare quella falciata e atterrarci sopra così da tenere la lama dell'arma a debita distanza da sé. Il suo bisturi, inoltre, riesce a colpire i polsi della creatura andando a tranciarne di netto la carne ritrovandosi dunque a "cadere" al suolo assieme alla falce che, senza più il sostegno della donna dovrebbe semplicemente riversarsi al suolo, con la Hyuga al di sopra. La donna arretra fissando i moncherini sanguinanti accompagnata dal risuonare della tecnica di Azrael che va diffondendosi fastidiosamente nei dintorni senza però risultare dolorosa per Kaori, fortunatamente fuori dalla portata del raggio d'azione del jutsu. La donna quasi non ci bada, sconvolta solo dal dolore che, in pochi attimi, la porta a perdere rivoli di sangue denso da ogni incavo del suo volto fino ad esplodere in una pozza di sangue scuro con un urlo straziante e raggelante. La Hyuga osserva la scena con freddezza disattivando il proprio jutsu medico e lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi con fare stanco, quasi distrutto, mentre lo sguardo esprime il disgusto e l'orrore per quella scena da brivido. Muove un passo soltanto per 'scendere' dalla falce ma non rivolge un singolo sguardo a quell'arma fatta del suo peggiore incubo, ringraziando che almeno quei piccoli feti non sembrino dotati di voce alcuna. Solleva lo sguardo così da guardarsi attorno e tentare magari di individuare una nuova fonte di chakra da associare al Maboroshi da salvare, ma quello che vede la distoglie dalla ricerca. Yami, colpito dal jutsu di Azrael, indietreggia assordato e malconcio, sanguinante per via della spadata precedentemente ricevuta all'addome e si paralizza. Si volta verso di lei ad osservare la pozza di sangue nero ai propri piedi con una espressione-- devastata. Dai fori della maschera si nota il dolore e lo strazio della sua espressione e, per un istante soltanto, Kaori si ritrova a sentirsene ferita per via della somiglianza con il *suo* Azrael. Un Azrael imbruttito, rinsecchito, privato della sua bellezza in favore di incuria e sporcizia ma pur sempre Azrael. Ne nota le lacrime, lo sguardo affranto e il suo cuore si spezza. Si sente quasi tramortita dal dolore che prova per quella scena, dall'urlo lanciato dalla copia distorta del Nara fino a quando non nota come questi vada a-- mutare. La individua, la osserva e ringhiando prende a correre verso di lei cambiando forma. La maschera diviene un tutt'uno col suo viso, i piedi divengono zoccoli e le mani artigliate. Una bestia priva di controllo o umanità alcuna che va strappandosi due costole per farne nuove armi. Armi con le quali sembra volerla trafiggere, uccidere. Forse per vendicare il suo amore perduto, forse per sostituirlo. Quale che sia la verità Kaori si ritrova semplicemente a sollevare gli arti superiori per andare a comporre i sigilli della tigre, del bue e del cane all'altezza del petto guardando con fare spento e vacuo lo Yami in corsa verso di lei, in particolar modo la fronte; tenterebbe di estraniare dai propri pensieri la consapevolezza di chi rappresenti quella maschera, tenterebbe di ricordarsi che è solo una illusione, solo un mondo fittizio che al momento sta facendo leva sulle sue paure più profonde e andrebbe a puntare l'indice della man destra verso di lui, tendendo l'intero arto in sua direzione, rallentato particolarmente dai colpi subiti dal vero Azrael. "Abbassati un po', sotto la sua testa" gli puntualizzerebbe mentalmente con voce smorta, vuota, senza mai distogliere lo sguardo dalla fronte del mostro. Pollice alzato verso l'alto, indice teso e dita rimanenti piegate verso il palmo in una tipica posa a pistola e dunque ecco che il chakra raiton presente nel suo corpo verrebbe richiamato a formare una piccola sfera che, a quel punto, verrebbe sospinta lungo la spalla, i bicipiti, il gomito, l'avambraccio e dunque nella mano. Qui, l'energia del fulmine, verrebbe incanalata lungo il dito indice -puntato verso la fronte della creatura in avvicinamento- e concentrata sulla punta del dito dalla quale, alla fine, verrebbe rilasciata una vera e propria saetta elettrica diretta al pieno centro della fronte della maschera bianca nel tentativo di trafiggerla e passare da parte a parte del suo cranio. Che vi sia riuscita o meno, comunque, Kaori non vuole rimanere ferma su quel punto. Adesso che il nemico rimasto è uno soltanto la cosa migliore da fare è affiancarsi ad Azrael e abbattere il mostro assieme a lui. Per cui, tenendo d'occhio la posizione del Nara grazie al proprio Byakugan, ecco che la Hyuga andrebbe a flettere appena le leve inferiori protendendo il busto di qualche grado in avanti così da darsi una potente spinta dei piedi contro il terreno per dar vita ad uno scatto che vorrebbe vederla aggirare la "carica" di Yami per poi arrivargli alle spalle, ove -se tutto fosse andato come previsto e il suo Byakugan non l'avesse tradita- dovrebbe ora trovarsi Azrael a seguito della sua mossa. [ 2/4 Saetta; 1/4 movimento ] [ Rilascio del chakra base | Byakugan IV ] [ Chakra: 65.5/120 (4 Byakugan + 12 Saetta) ] [ 2 fuuda con tronchetto | 1 fuda potenziante speciale per ninjutsu ] [ 5 tonici coagulanti speciali | 5 tonici per il chakra speciali | 5 fumogeni | 2 bombe luce ] [ Empatia ed Hiraishin ]

15:29 Azrael:
 L’attacco di yami non fa nemmeno i tempo di giungere a destinazione poiché, con la risoluzione della propria offensiva, il forte suono emesso lo porta ad indietreggiare e a proteggersi l’apparato uditivo. Tale reazione da parte della propria controparte porta il Nara ad allargare le labbra in un sorriso sadico, non di troppo differente da quello della maschera che lo caratterizza in quanto ANBU. Il disgusto continua a premergli sulla bocca dello stomaco, la paura lo attanaglia, ma quel che più è dirompente in lui è la rabbia, l’ira che prova verso quell’incontrollata parte di sé. Le labbra si chiuderebbero, facendo cessare quel caos di suoni di diverse tonalità atte a danneggiare l’altro ed il Dainin si preparerebbe ad una nuova offensiva. Quel che accade, però, ha dell’incredibile. Un forte urlo squarcia il nuovo silenzio venutosi a creare ed il suo demone… piange. Libera lacrime trasparenti, urla e ringhia gravemente. Una reazione che conosce bene e che, considerando l’urlo femminile ed addolorato appena percepito, lo porterebbe a pensare alla risoluzione dello scontro tra le due Kaori. Prima ancora che accada qualcosa, il Nara pensa di sapere quale sarà la reazione di Yami. Come potrebbe reagire egli stesso, se qualcuno ferisse la donna che ama? Nemmeno riesce a pensarci lucidamente, proprio perché il suo primo istinto sarebbe quello di distruggere tutto e tutti attorno a lui. L’aspetto dell’altro cambia, muta in un’esplosione di rabbia pura che Azrael non può che riconoscere come un richiamo al marchio maledetto. Non sarebbe contro di lui, tuttavia, che vorrebbe riversare la propria furia, infatti, non lo considererebbe più come avversario, voltandosi in direzione di Kaori. < No. > Rapido quel fonema si farebbe spazio tra le rosee del Nara < No… > I primi passi del Demone verrebbero mossi nella direzione d’origine di quel genjutsu, verso la donna che ama ed un urlo molto più alto gli graffierebbe le corde vocali < NO! KAORI! > Terrebbe le iridi fisse sul proprio bersaglio, il respiro corto e pesante gli smuoverebbe il petto ad un ritmo scostante, coadiuvato dall’accelerare del battito cardiaco. La mancina lascerebbe cadere a terra la katana, che smetterebbe di brillare d’energia elettrica, per consentire al Dainin di abbassarsi sulle proprie ginocchia, in modo da tenere il mancino in direzione del proprio avversario, puntellato verso l’alto ed il gemello poggiato a terra, assieme alla tibia. Le mani correrebbero rapide al petto a formare i sigilli del drago e della lepre, fino a richiamare ancora una volta il chakra Raiton nel proprio corpo. Se prima erano piccole scintille e scricchiolanti crepitii quelli che si andavano a liberare dal plesso solare lungo il keirakukei, adesso sarebbe la vera e propria potenza di una tempesta. Lampi, tuoni, fulmini e saette bluastre verrebbero convogliati nella mano sinistra, attorno al cui polso si stringerebbero le falangi della mano opposta. Il palmo inizierebbe a rilucere di una fortissima energia elettrica, concentrata in grandissima quantità lungo tutta la mano, emettendo una serie di fischi simili a quelli dei falchi da cui la tecnica che sta per utilizzare prende il nome. La punta del piede destro verrebbe spinta verso il pavimento, per alzare la tibia e la rotula e caricando col peso del corpo anche la punta gemella, messa in tensione dalla preparazione dello scatto. Il busto verrebbe a questo punto piegato in avanti, la mancina tenuta perfettamente perpendicolare al suolo e la mano destra ancora a reggerne l’articolazione, prima di rilasciare tutta l’energia cinetica accumulata nelle leve inferiori per lanciarsi in direzione della schiena di Yami. Tale mvimento, naturalmente, non sarebbe perfettamente rettilineo, ma tenterebbe di aggirare la lastra di ferro che potrebbe, altresì, far da ostacolo tra sé ed il proprio bersaglio. Le leve inferiori s’alternerebbero rapidissime, anche più di quanto non gli consentirebbe normalmente il corpo e dovrebbe portarlo dietro l’obiettivo e, a questo punto, da quella posizione rannicchiata per favorire la velocità e la potenza del colpo, caricherebbe il braccio sinistro come fosse una lancia, pronta a perforare il centro esatto del tronco di Yami, tentando di intaccare la colonna vertebrale e, se la forza fosse sufficiente, arrivare a perforargli lo stomaco, già precedentemente danneggiato. < Perdonami. > Sussurrerebbe, infine, alla volta del mostro, se il suo colpo lo avesse trafitto fino ad ucciderlo, estraendo la mano dal suo corpo demoniaco per agitarla e ripulirla da eventuali resti. Andrebbe, poi, a cercare la figura di Kaori per assicurarsi della di lei incolumità < Stai bene, piccola? > Le chiederebbe, senza mai abbassare la guardia da eventuali altri colpi di scena che dovrebbero palesarsi contro i due amanti. { Chakra 45/120 (-30 Chidori) | Equip: invariato | Chidori ¾ (2/4 preparazione, ¼ scatto e attacco) }

La carica furibonda, e forse avventata, del mostro verrebbe ad essere la causa della sua morte. La saetta proveniente da Kaori sarebbe troppo rapida per poter svolgere qualsiasi variazione di traiettoria, e colpirebbe la fronte del demone, il quale, evidente soprattutto a Kaori in quanto detentrice del byakugan, starebbe, autonomamente, lentamente morendo. I suoi muscoli, sia per colpa del fendente di Azrael, sia per il continuo sanguinamento, porterebbe normalmente il mostro sempre più verso la soglia della morte, ma l’aver attivato il marchio maledetto sarebbe stata l’ultima causa di un rapido logoramento. Muscoli perderebbero di tono, le ossa si assottiglierebbero per lo sforzo, tenti e unghie andrebbero a perdere lucentezza, così anche la pelle, divenendo, dalla brillantezza dell’onice, una brutta imitazione di carbone. La saetta colpirebbe perfettamente il suo terzo occhio, trapassandolo e spaccando completamente la maschera, che, caduta in milioni di schegge su quel suolo, andrebbe a svelare quel viso, quel perfetto viso, fatta eccezione per la zona sinistra, ancora scarnificata lungo lo zigomo. Gli occhi sarebbero lucidi, il fiato sarebbe corto…e poi il chidori, una tecnica dall’impressionante potenziale che andrebbe a creare una ferita circolare nel busto di Yami, nel quale sarebbe visibile, anche se per pochi secondi, il braccio di Azrael. Il mostro è sconfitto, cade in ginocchio e, rivolto verso Kaori, mentre gli occhi si fanno sempre più spenti, sempre più pallidi, per la prima volta sentite la sua voce, per quanto distorta dalla corruzione del luogo…<ti amo>, per poi cadere al suolo e, al contrario della sua amata, rimanere lì, corporeo, come segno di quello che avete fatto…uccidere Azrael Nara in preda all’ira alla vista della morte di Kaori, la sua amata. Pochi sono i secondi che passano da questa scena a quando, alle spalle di Kaori, il muro da cui tutto è cominciato andrebbe a ritrarsi, come se avesse paura di fare la stessa fine di quei due amanti, come se avesse voluto assicurarsi della vostra capacità di salvare voi stessi in quel mondo, prima degli altri e…eccolo lì. Una culla, forgiata da quattro arti umani e tenuta chiusa attraverso del filo spinato verrebbe a voi proposto. Lungo il lato destra della stessa, quello a voi a favore di vista, andrebbe ad esserci un ultimo feto, disossato, fatta eccezione per le falangi, utilizzate a mo’ di gancio, lungo la cui schiena sarebbe presente la scritta, per ustione “fate silenzio, il bambino dorme”. In caso il duo, o almeno uno, si avvicinasse alla culla, potrebbe riconosce quel giovane nella sede dei Maboroshi, senza gambe e senza braccia, probabilmente utilizzate per forgiare la sua stessa culla. Questo avrebbe gli occhi chiusi e, tramite il respiro, potete capire che realmente stia dormendo…come un bambino[Turni Kaori – Azrael]

16:34 Kaori:
 E' semplice uccidere qualcuno, vero? Miri, colpisci ed alla fine le urla cessano, il sangue sgorga e il respiro si spegne. Quante volte l'hai fatto, Kaori? Spegnere qualcuno? Così, senza pensarci, perchè era giusto, perchè andava fatto? Eppure, adesso, a crollare sotto il peso della sua saetta non è altri che la persona che più ama al mondo. Stordita, frastornata, non riesce a fare quel movimento che avrebbe voluto portarla al fianco del vero Azrael, rimane immobile ad osservare le conseguenze del suo attacco. La maschera si frantuma, si sgretola e cade. Azrael la guarda pallido con occhi via via sempre più spenti, quel nero tanto profondo a divenir sporco e opaco mentre il suo viso viene finalmente rivelato. I capelli lunghi, sporchi, parte del volto sfigurato eppure-- è lui. E' Azrael. Ed è Azrael a guardarla. E' Azrael a piangere per lei, a rantolare morente mentre quella mano gli trafigge il petto, squarciandolo, accompagnata dallo stridio di uno stormo di falchi affamati. I lampi crepitano azzurri attorno a quel foro, il sangue quasi non sgorga, istantaneamente cauterizzato dal colpo, eppure l'espressione è congestionata dal dolore. < NO! > un urlo che nasce e muore spontaneo dalla gola di Kaori che, alla fine, si ritrova a sentire il fiato spezzarsi, la gola bruciare per quello strillo spontaneo ed istintivo mentre quelle parole arrivano dolorose al suo udito spezzando la sua psiche. Le labbra tremano, il Byakugan svanisce e il pianto sale violento alle labbra, agli occhi, piegandola fino a cadere in ginocchio col fiato mozzo, il cuore a pezzi. Può vederlo. Azrael è in piedi, lì, davanti a lei. Bello e sano come lo ha sempre visto. Un adone nel pieno della sua salute e della sua forza, con la sua solita ineguagliabile eleganza. Eppure, al tempo stesso, è disteso a terra, morto, con negli occhi il dolore per la perdita della sua Kaori. Per la perdita della propria vita per mano sua. Di lei che avrebbe dovuto amarlo. Proteggerlo. Salvarlo. E il respiro si fa corto, rotto nella sua gola andando a scuoterle le spalle in quello che è un perfetto attacco di panico. "Azrael-- Azrael-- no... No..." e se da un lato cerca di risvegliarsi e di aggrapparsi alla consapevolezza che non gli ha mai fatto del male, dall'altro non riesce a smettere di pensare a quanto ha appena fatto, a quanto ha appena visto, sentito con i propri sensi. E così neppure nota il muro che si allontana, la culla che viene rivelata quasi in una resa alla loro potenza. Rimane in ginocchio, ansante, a combattere con il primordiale istinto di lasciarsi spezzare da quell'incubo forse ormai concluso. [ Rilascio del chakra base ] [ Chakra: 65.5/120 ] [ 2 fuuda con tronchetto | 1 fuda potenziante speciale per ninjutsu ] [ 5 tonici coagulanti speciali | 5 tonici per il chakra speciali | 5 fumogeni | 2 bombe luce ] [ Empatia ed Hiraishin ]

16:54 Azrael:
 Tutto cessa, alla fine. Il corpo di Yami cade a terra, la maschera in frantumi rivela la parte nascosta del viso, mostrando al Nara una figura del tutto simile a sé. Quel demonio, quella bestia che hanno abbattuto con tanta fatica non svanisce, lasciando ai due solo l’amarezza d’averlo ucciso definitivamente. Il Dainin non s’avvede da subito di quel che c’è in quella macabra clla, ma si getta al fianco di Kaori, per consolarla, vedendola così tristemente abbattuta, spezzata, rotta. < Ehi, ehi… > Le comunica in un sussurro basso, ma deciso, intendo ad attirarne l’attenzione. < Kaori, calmati. Sono qui. > Si guarderebbe intorno per trovare una via di fuga, il loro obiettivo, qualunque cosa possa riprtarli indietro, alla realtà delle cose. Ed ecco che la vede, la culla. Una culla che reca al proprio interno un corpo dagli arti mozzati, adibiti al ruolo di sostegni della struttura. L’immagine non lo impensierisce minimamente, anzi, quasi lo attrae il pensiero di poter infliggere quella punizione a qualcuno dei propri torturati, per poi poterne disegnare il risultato finale. È anche per questo motivo che non si sente particolarmente colpito da quanto sta vedendo, per quanto sia macabro e terrificante. Perché, semplicemente, è il suo mondo. Un mondo il cui unico abitante è il lato più oscuro di sé. Yami, il Sadico. Andrebbe rapidamente a comporre i sigilli del bue, del cane, del drago e del cinghiale, per portare una piccola stilla di chakra, stavolta privo di accezioni elementali, per farla fuoriuscire dagli tsubo posti sulla schiena e formare un piccolo globo. Da tale forma sferica verrebbe plasmata una figura dal metro e ottanta d’altezza, la corporatura snella ed agile, ma compatta nella muscolatura, il volto e l’incarnato pallido ed i dettagli corvini d’occhi e capelli. I vestiti, modellati successivamente, rispecchierebbero quelli del Dainin, una camicia nera ed un pantalone del medesimo colore, retto in vita da una cinta di cuoio, oltre alle scarpe dal taglio classico in pelle scura. Una volta creata tale copia di sé si volterebbe in sua direzione < Va a svegliare quel coso, così magari riusciamo ad uscire. > Ordinerebbe al suo sosia che, seguendo immediatamente gli ordini, andrebbe nei pressi della culla per allungare le mani sulla figura e smuoverla finché essa non si sarà ridestata. Con poca grazia, certo, ma diciamo che il Nara in questo momento non è molto in vena di coccolare un corpo mutilato in più unti per favorirgli un dolce risveglio. Intanto l’originale si volterebbe di nuovo in direzione di Kaori, cingendola con entrambe le braccia in un tenero abbraccio < E’ tutto finito, adesso ti porto via da qui. > La rassicurerebbe con dolcezza e premura, scorrendo poi con le proprie mani sul di lei corpo per ricercare il contatto con quelle della Hyuga in una stretta salda e sicura. < Guardami, sono qui e sto bene. Sono qui con te… > Continuerebbe a ripeterle, poggiando la fronte contro la sua in muta attesa che qualcosa possa cambiare. { Chakra 41/120 (-4 Moltiplicazione Superiore del corpo estrema) | Equip: invariato | 2/4 creazione copia, ¼ … molestie verso corpo mutilato }

Kaori il lacrime e Azrael a soccorrerla, una scena che si sarebbe svolta in egual modo se i vincitori fossero stati i loro corrispettivi demoni. La copia andrebbe ad avvicinarsi a quella culla umana, per poi, al minimo tocco, ridestare l’elitario. Tutto sparisce, come un fumo che si dirada e voi siete lì, sulle vostre poltrone, mano nella mano, con lo stomaco che gira, la mente che duole e, forse, il cuore. Il Supremo Elitario è ancora avanti a voi, mentre, al vostro risveglio, cessa la concentrazione, e lo vedete sofferente, lo vedete stanco, con un rivolo di sangue alla bocca e un suo sottoposto che si prende cura di lui immettendo parte del proprio chakra nel suo corpo così da non far cadere anche lui in quel mondo troppo oscuro per una persona mortale. I sensi, rapidamente, vi tornano tutti, come se foste ritornati in vita…rinati. Pochi istanti passano dall’apertura dei vostri occhi a quando l’anziano si getta al suolo ai piedi di suo figlio, le cui braccia e le cui gambe sono completamente ingrigite, come se il suo cervello non voglia più prendersi cura delle suddette zone anatomiche, ma è vivo e sveglio e, a fatica, potrete sentire…<l’ho creato…ho creato lo tsukuyomi>…ma a che costo? Forse una tecnica troppo forte per un ragazzino di vent’anni, forse troppo forte perfino per la mente dell’utilizzatore, ma il vostro compito non è prendervi cura di lui, è quello di riportare alla normalità quello che non lo era, e lo avete fatto. La bionda non sarebbe più in quella sede, forse mandata via come ultimo ordine e, riscontrando l’assenza di ferite, il rosso ragazzo che vi ha atteso al portone vi ringrazierebbe e vi inviterebbe a lasciare quel padre con quel figlio…o almeno quello che ne resta. [end]

Un incidente nella sede dei Maboroshi ha richiesto l'intervento di due shinobi. I due consiglieri, oltre che amanti, si sono diretti nella sede della corporazione e hanno avuto l'incarico di entrare in un mondo fatto di ombre e di paure che li ha portati, infine, a ricondurre il fautore dell'illusione tra le amorevoli braccia di suo padre, il Supremo Elitario.

OFF:La missione è stata svolta nel modo più corretto possibile, con piani e descrizioni dall'inequivocabile esito. Avete interagito nel migliore dei modi con l'ambiente e con i sentimenti che questo avrebbero avuto su una normale psiche. Non posso che non darvi il massimo del punteggio e, come battesimo del fuoco, sono onorata che siate stati voi due i partecipanti.

Alla prossima quest macabra.