Una mattina soleggiata in quel di Kusagakure, solo a tratti oscurata da qualche nube passeggera piuttosto buia. Il clima è gentile, l'aria piacevole e calda con leggeri sbuffi di brezza fresca a rendere sopportabile il passaggio sotto il sole. Al risveglio, quest'oggi, Karitama troverà accanto al proprio cuscino qualcosa di strano e che -ne è certo, non era lì la sera precedente. Una rosa di carta bianca reca con sé un bigliettino candido con su impresso un messaggio con inchiostro viola. La grafia è elegante e piacevole, obliqua, delicata, tradizionale. "Siete invitato a presentarvi al Dojo Ishiba per un colloquio diretto con Kimamura Ishiba in persona." Null'altro è scritto, nessun'altra informazione. Non un mittente, non un orario. Soltanto questo e l'indicazione per raggiungere il suddetto luogo senza sbagliare. Se Karitama avesse seguito tali indicazioni, si sarebbe ritrovato ben presto dinnanzi ad un luogo estremamente pittoresco. Un grande giardino decorato da alberi di ciliegio in fiore ed una struttura in stile tradizionale pittata di sfumature che vanno dal bianco al blu al viola in una fusione attenta e sofisticata di luci ed ombre. Finestre e porte sono fatte di legno e carta di riso e lanterne di carta blu e bianche si disperdono lungo il sentiero che porta verso l'ingresso mentre il portone della Magione è fatto di legno di ciliegio con delle maniglie ad anello apparentemente piuttosto pesanti e lucide. Tutto ha un aspetto elegante ed austero, imponente, e il silenzio è piacevole e sovrano. Par quasi d'essere in un'altra dimensione. [ Entrata in clan ]
Il giovane artista risveglia il proprio chakra nel giro di pochi istanti. Avverte quell'energia portentosa irradiarsi per tutto il suo corpo conferendogli capacità e riflessi fuori dal normale. Sfrutta tale forza per avviarsi ben più rapidamente del normale verso il Dojo le cui porte, al tocco delle sue nocche, vanno aprendosi in un lento e silenzioso movimento ad arco. Entrando nella stanza Karitama potrà notare come non vi sia nessuno ai lati delle porte, ma solo una grande stanza vuota dalle pareti di legno chiaro. Le pareti son composte per lo più di carta di riso decorata con una trama floreale azzurra e bianca mentre i pavimenti sono di legno di ciliegio, privi di reali pezzi d'arredamento. Solo in fondo alla stanza è presente una porta che conduce probabilmente al resto delle stanze della Magione ed una donna dalla pelle candida ed un bellissimo kimono viola a delineare la sua figura esile ed elegante. L'abito è decorato da una trama floreale rosa che risale i bordi della veste mentre ai piedi indossa sandali di ciliegio molto chiari a richiamare la carnagione pallida e nivea. I suoi capelli sono di un viola scuro tendente al nero e s'aprono su un volto ovale dai lineamenti delicati; il naso è dritto, leggermente all'insù e gli occhi grandi dalle iridi di due colori differenti. L'uno azzurro, l'uno viola. La donna è in piedi al centro della stanza mentre ai lati della porta d'ingresso delle bellissime farfalle bianche vanno a svolazzare eleganti verso di lei turbinandole attorno lentamente, quasi ad orbitare attorno alla sua figura eterea ed elegante. < Karitama, benvenuto al Dojo Ishiba. > saluta la donna con voce melodiosa, le labbra sottili a distendersi verso gli estremi in un sorriso educato e composto. Un leggero inchino del capo mentre le mani verrebbero portate ad aprirsi appena ai lati del suo corpo a far svolazzare le farfalle bianche attorno alle sue dita affusolate. < E congratulazioni per la tua promozione a genin. > aggiunge facendo un lieve cenno del capo diretto al coprifronte ch'egli mostra orgogliosamente al collo. < Io sono Kimamura Ishiba la capoclan di questa famiglia. Cosa sai a riguardo, mio caro bocciolo? > Inclina appena il capo verso la spalla sinistra lasciando ora modo, al giovane, di replicare alle proprie parole, chiudendosi in un silenzio gentile e affatto teso. [ Entrata in clan ]
Sull'elegante e delicato volto della donna permane costante quel leggero accenno di sorriso. Le rosee son tenute distese quel tanto che basta per dare l'idea di un sorriso senza che questo appaia troppo sfacciato o evidente. Una classe ed una grazia di movimenti tipici degli eredi di tale clan che vengono perfettamente incarnati dalla donna. Ascolta il dire del neo genin e dunque va ad allungare una mano dinnanzi a sé tenendo le dita appena piegate, portando le farfalle ad aleggiarle attorno fino a quando queste non vengono come calamitate dalla sua stessa mano andando a vorticare verso questa e quindi-- fondersi alla sua pelle. L'epidermide del palmo e del polso della donna va sfaldandosi come le pagine di un libro permettendo alle farfalle di tornare ad essere semplice carta e quindi a riprender posto fra gli innumerevoli fogli che compongono la figura della fanciulla, svanendo dunque dalla stanza e tornando ad esser parte di lei. Riabbassa il braccio riportando su Karitama lo sguardo, attenta. < Ciò che dici è vero, mio caro. La nostra arte è potente e temuta e da sempre al servizio di Ame e della sua protezione. Da quando i nostri membri si sono dispersi è qui a Kusa che si è spostata la nostra dimora ed è a questa terra che ora abbiamo piegato la nostra fedeltà. > spiega Kimamura muovendo pochi passi per accorciare la distanza col genin. < La nostra arte è la stessa che fu di Konan, membro dell'Akatsuki originale. Noi controlliamo la carta tanto da divenire noi stessi nient'altro che tele bianche su cui far scorrere il nostro chakra. > continua la donna fermandosi e quindi allargando appena il suo sorriso. < Sei stato richiamato qui, oggi, perchè come è successo per tua sorella prima di te, vorrei insegnarti a risvegliare l'Ishibaku e renderti definitivamente membro del nostro clan. > risponde quieta alla domanda posta dal giovane Karitama prima di riprendere a parlare. < Come hai visto poco fa il potere che è nei nostri geni ci consente di essere composti di bianca carta, volendolo. Immagina di poterti sfaldare come le pagine di un libro e irrora ogni angolo di te di chakra così da andare ad attivare il gene Ishiba dentro il tuo corpo. Se ti concentrerai abbastanza potrai controllare la carta che compone il tuo corpo abbastanza da creare piccoli origami della forma che desideri. > chiosa lei, con voce gentile, prima di fermarsi e muovere appena la destrorsa in un cenno d'incoraggiamento. < Prenditi il tempo che desideri e fai un tentativo. > [ Entrata in Clan | Dopo l'azione tira un D50 ]
Karitama tira un D50 e fa 20
Il ragazzo si richiude in un silenzio attento durante quel colloquio lasciando modo alla donna di spiegare quanto desidera senza mai interromperla. La fanciulla termina la sua spiegazione e tace in attesa della prossima mossa da parte del ragazzo attendendo dunque di vederlo all'opera nello scoprire i poteri dei propri geni. V'è pace, v'è quiete in quella sala vuota e nulla si muove se non il petto di entrambi ad ogni flebile respiro. Karitama si concentra, richiama il potere Ishibaku insito nelle sue cellule e quindi tenta di andare ad emulare quanto in precedenza compiuto dalla capoclan con una piccola variante. Vorrebbe far letteralmente dissolvere le proprie braccia per trarre dalla carta così ottenuta delle piccole farfalle danzanti. L'esercizio in questione, tuttavia, è fin troppo complesso per un primo tentativo con un potere ancora sconosciuto e tutto ciò che il ragazzo ne ricava è, semplicemente, il sentire il proprio corpo fremere e le proprie braccia sfaldarsi appena. La pelle, letteralmente, si divide in strati a mo' di pagine di libro sollevandosi di poco prima di tornare a divenire compatta e ben uniforme lungo i suoi arti superiori. Un sorriso premuroso decora il volto della donna portandola quindi ad annuire. < E' un inizio. > chiosa lei con fare d'approvazione, l'espressione gentile e comprensiva. < Esercitati a creare piccole forme dalla carta che puoi distaccare dalla tua pelle e vedrai che sarà sempre più semplice ad ogni tentativo > lo incoraggia con voce melodiosa prima di avvicinarsi per guardarlo in volto con i suoi occhi bicromi. < Benvenuto nel clan, piccola gemma. > e, detto questo, eccola andare a scomporsi improvvisamente in una miriade di fogli bianchi che, come trasportati dalla brezza, vorticano silenziosamente verso l'esterno svanendo dunque alla vista dell'Ishiba lasciandolo solo al centro della stanza vuota. [ END ]