Primi appuntamenti ~

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11:21 Kaori:
 Il bigliettino, questa volta, è stato chiaro. Appuntamento. Appena sveglia Kaori ha ritrovato quel piccolo cartoncino accanto al cuscino, una sorta di fascia di raso nero annessa ed un orario per cui essere pronta. La cosa le ha fatto fremere il cuore, ha sentito lo stomaco contrarsi deliziosamente nel ventre e il viso le si è imporporato teneramente. Tuttavia è rimasta sorpresa da una specifica frase riportata su quel messaggio. "Porta una giacca". Inarcando un sopracciglio ha spostato lo sguardo sulla camicia da notte che stava indossando e poi al sole caldo che brillava fuori dalla finestra chiedendosi dove avesse intenzione di portarla per consigliarle di vestirsi pesante con un clima come quello. Ad ogni modo, durante la giornata, Kaori si è data da fare per svolgere le sue faccende ed i suoi impegni e ha continuato a pensare a quel messaggio avvertendo il brivido della sorpresa e dell'impazienza. Più volte ha rivolto ad Azrael qualche messaggio mentale dai toni piuttosto teneri e infantili, quasi capricciosi, scherzando con lui per scoprire qualcosina sui programmi della serata. "Daaaai. Un indizio. Uno piccino piccino?" ha tentato speranzosa, fino a poco prima dell'ora dell'appuntamento. Questa volta ha deciso di optare -considerando il consiglio di portare una giacca, per qualcosa di non troppo scoperto. Un paio di pantaloni scuri che le aderiscono alle leve inferiori con annessi degli stivali alti al ginocchio color pece abbinati ad una camicetta bianca con scollo a barca che le aderisce perfettamente al busto evidenziando le forme del seno e la sottile curvatura dei fianchi e delle braccia esili. Il tessuto è un pizzo fine che risale la forma delle maniche -dai bicipiti fino ai palmi delle mani, mentre sul davanti dal seno al ventre v'è un rivestimento color panna che copre la zona senza lasciare punti in trasparenza come per le braccia. La schiena è, invece, lasciata scoperta in più punti per via della fantasia in pizzo che ne risale la forma mostrando a tratti la linea delle scapole o le fossette sulla zona lombare. I lunghi capelli viola sono stati pettinati così da risultare mossi e ricci come se fosse appena riemersa dalle acque del mare, liberi di scivolarle attorno lungo le spalle ed il dorso, con solo un fermaglio a decorare il capo al di sopra dell'orecchio sinistro. La frangia è liscia e perfettamente calata sulla fronte non troppo alta e la benda viene indossata -per ultima, mentre attende da sola al centro del proprio soggiorno. Impaziente, tesa, regge nella piega del gomito -da cui pende una borsetta nera- la propria giacca che, al momento, non vorrebbe proprio indossare considerando il caldo di queste giornate quasi estive. Si umetta le labbra attendendo silente l'arrivo del ragazzo, tesa dall'impossibilità di non poter vedere qualunque cosa accada attorno a lei. [ Chakra: on ]

12:20 Azrael:
 È da giorni, ormai, che Azrael riflette sul da farsi. L’ultima volta che i due si sono visti per passare una serata da soli non è stata proprio canonica, per così dire. È per questo che ha passato gli ultimi giorni ad organizzare un vero e proprio appuntamento, qualcosa che comunicasse a primo impatto quanto sia contento del condividere la propria vita con Kaori. Ha pensato e ripensato a cosa fosse abbastanza d’effetto. Il luogo giusto, la situazione giusta. È per questo che si ritrova sulla catena montuosa più vasta ed alta di tutte le terre ninja, che fa da contorno al paese della Terra. Iwa è poco distante, riportando alla memoria ricordi di missioni non svolte, che dovevano vedere una Kaori da poco diventata kunoichi a capo di un gruppo di cui avrebbe dovuto far parte lo stesso Azrael, per quanto più esperto. Ancora sono vivide le parole di quella discussione avvenuta tra i due, che li hanno portati quasi a prendersi in giro l’un l’altro, a sorridersi a vicenda e ridacchiare di gusto, prima che quel sorriso divenisse la ragione di vita del Nara. Nella mancina stringe un orologio da taschino placcato in argento, sul cui dorso è inciso il simbolo del proprio clan con linee sottili e nette. Mancano pochi minuti alle otto, l’orario che aveva pensato per dare inizio al piano che ha ordito negli ultimi giorni. Tutto è pronto ed al proprio posto, tutte le persone coinvolte sono già sul luogo, tranne una. La più importante. Un vago sorriso aleggia sulle rosee sottili del Dainin allo scoccare dell’ora prestabilita. La mancina va riponendo il piccolo strumento nell’apposito taschino, prima di sollevarsi all’altezza del petto nel mezzo sigillo della capra. Rapidamente andrebbe a focalizzare la propria attenzione al sigillo che ha posto sulla nuca di Kaori, aprendo quella connessione attraverso la quale gli sarebbe possibile raggiungerla ovunque ella fosse in quel momento. Il chakra viaggerebbe impetuoso lungo tutto il proprio sistema circolatorio, raggiungendo gli tsubo posti su tutto il corpo che, una volta aperti, gli permetterebbero di permeare tutto il proprio organismo, vesti e suppellettili comprese. Non ha risposto neanche ad uno dei messaggi mentali che la Hyuga gli ha inviato, limitandosi a redarguirla bonariamente di non essere troppo impaziente, cercando invano di rallentare il battito accelerato che gli imperversa nel petto ogni volta che sente la sua voce. Si ritroverebbe a questo punto al centro del soggiorno della ragazza, avendo uno scorcio della schiena e dei lunghi capelli mossi che decorano la figura minuta e tonica della donna che ama. Un lungo respiro gli riempie le narici ed il petto, mentre lo sguardo scuro viaggia sulla figura quasi angelica che ha di fronte. < Stavolta niente Praterie della Memoria, lapidi e lacrime. > Le direbbe, avvicinandosi fino a poggiarle le mani salde sui fianchi ed avvicinarle le labbra all’orecchio. < Da un lato sarei tentato di portarti in camera, sai? > Sorriderebbe, prima di poggiare le rosee sulla di lei guancia per posarvi un tenero bacio. La mancina si leverebbe per formare nuovamente il mezzo sigillo della capra e ripetere l’operazione fatta precedentemente collegandosi, però, al proprio coprifronte, che ha lasciato appositamente sulla catena montuosa. Il chakra li avvolgerebbe entrambi per dislocarli nel luogo che Azrael ha adibito per quell’appuntamento. Le falangi andrebbero agili a slacciare la benda di raso nero, mostrando così alla vista della Hyuga quel che v’è in tal loco. Uno spiazzo, coperto da un sottile manto innevato. Un tavolino di legno sormontato da una tovaglia scarlatta, un vaso contenente una rosa nera ed una rosa bianca e due sedie. Poco più in là, davanti ad un piano cottura appositamente dislocato per l’occasione, vi sono tre cuochi presi direttamente dalle cucine di Ichiraku, ammantati da un pesante cappotto e dotati di un respiratore che consente loro di lavorare al meglio sopportando l’aria rarefatta che, invece, non dovrebbe essere un problema per i Ninja. Il Nara, ancora alle di lei spalle, indossa una camicia bianca che si intravede dal panciotto di grigio raso e dalla giacca nera indossata al di sopra, i cui due lembi sono uniti da una catenella argentata che parte dall’orologio da taschino posto nell’interno dell’elegante giacca, per agganciarsi al bottone del lembo opposto. Un paio di pantaloni scuri gli fasciano morbidamente le gambe, scendendo fino alle caviglie ove cominciano un paio di scarpe in pelle scura dal taglio classico. Il crine corvino è lasciato libero di incorniciare il volto diafano i cui brillano gli occhi d’onice in cui si riflette unicamente la figura della donna che ama, in attesa che lei gli dia un responso riguardo quanto il Nara ha organizzato con tanta cura. [ Dislocazioni varie | Chakra ON ]

12:54 Kaori:
 Si sente quasi una sciocca in questo momento. In piedi al centro di un salotto che non può vedere, con la benda sugli occhi e il giubbotto appeso al braccio nonostante il caldo di quei giorni. Il sole è tramontato, la sera è giunta e Azrael sarebbe arrivato a momenti da lei. Sa che sarebbe comparso alle proprie spalle grazie alla tecnica della dislocazione, che da un momento all'altro avrebbe avvertito il tocco delle sue dita sui fianchi, il calore del suo corpo dietro la schiena. L'idea di quella prospettiva rende l'aria elettrica, quasi le rende pesante il respiro. Attende a labbra schiuse deglutendo un groppo di saliva fermatosi in gola e quindi-- lo sente. Sente quel respiro alle sue spalle, avverte quell'aria venir risucchiata nel silenzio della sera ed un sorriso spontaneo va a formarsi sulle sue labbra. La voce di Azrael le riempie il cuore, la mente, le orecchie, mentre le sue calde mani si posano sui fianchi per cercare un contatto con lei. Avverte il calore del suo viso accanto al proprio e per un istante soltanto il fiato le viene meno a causa di quella vicinanza che non può vedere ma solo percepire. Sorride delle sue parole snudando la dentatura candida, rimanendo a fissare il nulla dinnanzi a sé per via della benda che le copre le iridi perlacee. < Ma lì non è dove gli appuntamenti finiscono, in genere? > lo punzecchia lei divertita, ruotando solo di poco il capo verso il viso di lui. E poi è questione di un attimo, pochi secondi prima che Azrael allontani la mano dal suo fianco e vada -subito dopo- a sfilarle la benda dal volto. Ancora prima che possa farlo, tuttavia, arriva qualcosa a colpire la ragazza. Una folata di vento gelido che penetra nei piccoli forellini della sua camicetta e che le attacca la gola e le spalle scoperte. Rabbrividisce all'istante ritrovandosi quindi a notare solo ora ciò che ha dinnanzi. Una notte meravigliosamente stellata, la neve a circondarli su quelli che sembrano monti davvero altissimi. Sotto di loro vegetazione e rocce a susseguirsi per metri e metri a perdita d'occhio. Resistendo al freddo Kaori smuove lo sguardo, senza parole, notando la tavola preparata per due, quelle rose a rappresentare il dualismo di bianco e nero che sembra essere alla base del loro rapporto. Quel dualismo rappresentato anche dal simbolo yin yang che lo stesso Azrael le ha tatuato sulla scapola destra mesi addietro. Alcuni cuochi ben imbottiti stanno cucinando dietro un piano cottura che pare davvero bizzarro sullo spiazzo di quella montagna facendo da contorno e cornice a quella serata solo per loro. La Hyuga è meravigliata, incredula, col sorriso vivo a decorarle il viso mentre il freddo si fa penetrante. < Ma-- dove siamo? > domanda ricercando ora lo sguardo del Nara mentre tenterebbe di andare ad infilare il giubbino a vento, bianco, che aveva portato con sé. Azrael è bellissimo. Ne osserva i lineamenti, gli abiti, ripercorrendo con lo sguardo le forme del corpo, innamorandosi di lui una volta ancora. Incapace di credere che sia proprio lì, con lei. Per lei. < E' bellissimo. > afferma alla fine la ragazza tornando ad osservare il meraviglioso paesaggio attorno a loro. < Ho visto la neve una volta soltanto in vita mia, a Konoha. Ma si trattava di pochi fiocchi. E' la prima volta che ne vedo tanta! > ammette con lo sguardo ricolmo di meraviglia al pari di quello di una bambina alla mattina di Natale. < Prometto che resisterò alla tentazione di tuffarmici. > ridacchia, alla fine, tornando a ricercarne lo sguardo. [ Chakra: on ]

17:28 Azrael:
 Alla domanda sarcastica di Kaori non può che rispondere con un mesto sorriso, scegliendo accuratamente di ignorare quella domanda perché non sarebbe affatto capace di controllare i propri istinti e la sua concentrazione sarebbe notevolmente minata. Così, una volta dislocati lì, si limiterebbe ad allargare il proprio sorriso sino a snudare i denti candidi. La neve fa loro da tappeto, la notte stellata fa loro da sfondo. Il rumore delle stoviglie mosse ed utilizzate dai cuochi di Ichiraku si diffonde come unico suono davvero costante, intervallato dalla melodiosa e gioiosa voce di Kaori. La supererebbe, passandole sul fianco sinistro, limitandosi solo a anciarle uno sguardo di profilo. < Paese della Roccia. Se guardi attentamente in quella direzione… > Alzerebbe la mancina nella direzione opposta al Paese del Fuoco, ove le montagne rocciose segnano il confine. < Potresti vedere Iwa in lontananza. Siamo sulla catena montuosa più alta ed estesa di tutte le terre ninja. Nella pace e nel silenzio. > Avanzerebbe qualche passo verso il tavolino di legno decorato dai fiori e dalla tovaglia scarlatta, andando a prendere una delle sedie e la scosterebbe dal conviviale. < Prego, futura signora Kazama. > Resterebbe dietro la sedia che avrebbe scostato per lei, in modo tale da consentirle di sedersi. Il tono ed il portamento sarebbero quanto mai eleganti, fini e galanti. Il fatto che si sia impegnato per organizzare tutto quello è evidente anche solo dalla postura rigida che assume nell’attesa che la Hyuga prnda il posto che Azrael le sta offrendo. < Sospettavo che non avessi visto spesso la neve. A Konoha è estremamente raro ed in generale solo quassù c’è la certezza di trovarla sempre. > Le spiega, allora, notando – solo a quel punto – come uno dei tre cuochi si stia fermando per prendere un po’ di riposo, sotto lo sguardo severo e quasi crudele del Nara. < Ehi, cosa state facendo! Non battete la fiacca, qui abbiamo fame! > Lo rimbecca, forse in modo estremamente fuori luogo per quello che sta cercando di fare, un gesto carino, un appuntamento romantico. Solo per la donna che ama. [ Chakra ON ]

17:47 Kaori:
 Segue lo sguardo del Nara andando a concentrarsi sulla direzione da lui indicata. Oltre i lineamenti dei monti che segnano l'orizzonte e la distesa di rocce e vegetazione che si susseguono a perdita d'occhio sotto il suo sguardo, c'è Iwa. Il Villaggio della Roccia dove per la prima volta Kaori ha incontrato Cappuccio Rosso anni prima in missione con Mekura e Raido. Tuttavia il pensiero di quel luogo non le porta angoscia o dolore, anzi; il ricordo di quell'ultima spiacevole visita viene ben presto superato da una memoria ancora più antica che riguarda proprio i due shinobi in questione. La Hyuga ricorda la bambina trovata nel fiume, fuggita da un qualche tipo di attacco nei pressi di Iwa, ricorda Azrael che l'ha assistita e l'organizzazione di una squadra della quale lo stesso Dainin aveva voluto far parte previa condizione che a capo del team ci fosse la stessa Hyuga a dargli ordini. Il sorriso le si intenerisce sulle labbra mentre volgendo lo sguardo verso di lui va stringendosi nella giacca a vento precedentemente indossata. < Un tempo avremmo dovuto fare una missione da queste parti. Ricordi? > domanda lei inclinando il capo, inspirando a fondo l'aria fredda della sera, lasciandosi sferzare il viso da quelle folate di brezza fredda che, tuttavia, non risultano affatto spiacevoli o violente contro la sua pelle appena arrossata dal freddo. Nel notare Azrael avvicinarsi al tavolo predisposto per loro, la ragazza riapre gli occhi andando ad osservarlo e seguendo le sue orme quasi senza rendersene conto, calamitata da ogni suo movimento. Con le mani nelle tasche e la borsetta a pendere dal gomito sinistro, vede il Nara scostare una sedia per invitarla a sedere con quella galanteria tipica di ogni suo gesto. Kaori sorride, intenerita, e prendendo posto lascia che Azrael le sistemi la sedia sotto di sé, sotto al tavolo. < Kazama? > domanda Kaori ruotando verso lui il capo, le iridi perlacee a ricercarne la figura. < Kaime sarà felice. > osserva lei con dolcezza. < E' anche il cognome di Ken? O è Nara? > domanda improvvisamente, riconoscendo come in tutto quel tempo non si sia mai posta quella domanda. Così abituata a sentire parlare di Azrael come "Nara", non ha mai pensato che lui avrebbe preferito trasmettere il suo altro cognome. < Eri già stato qui? > domanda Kaori nel sentire le spiegazioni che egli dà in merito a quel particolare luogo ed alle caratteristiche dello stesso, ruotando poi il viso per guardarsi attorno, per salvare nei propri ricordi la bellissima immagine di quella distesa di neve nella quale sente affondare i piedi fortunatamente coperti da stivali ben chiusi. < Immagino che non ci sia posto che tu non abbia visto o visitato... > osserva ad alta voce notando come quella sia la prima volta in cui si concede un viaggio di piacere con qualcuno. Con Raido non ha mai vissuto niente del genere, come per ogni altro aspetto della loro relazione a ben pensarci. Tuttavia i suoi pensieri vengono interrotti dal rimprovero che Azrael rivolge ai tre cuochi presenti i quali, irrigidendosi si affrettano a cucinare, portando la Hyuga a trattenere una risatina divertita per via di quella bizzarra e strana scenetta. < Non essere severo, staranno gelando poverini. > cerca di ammansirlo lei sorridendogli con candore. < E' stato un pensiero bellissimo. Nessuno aveva mai fatto niente del genere per me. > ammette lei, poco dopo, ricercando le iridi buie di lui per specchiarvi le proprie color perla. < Grazie. > aggiunge, subito dopo, con tono sincero, riconoscente, quasi un sussurro che va disperdendosi nel vento. [ Chakra: on ]

18:35 Azrael:
 Da quell’altura si può godere della visione di due paesi, della luna e delle stelle, del cielo buio della notte. Proprio per questo motivo il Nara non potrebbe far altro che alzare il cupo sguardo alla volta celeste. < Ogni volta in cui guardo in alto la sera, non posso far altro che comparare le stelle incastonate nel manto della notte alle tue iridi che si specchiano nelle mie. > Mormora sovrappensiero, attendendo che la ragazza si accosti alla sedia per spingerla leggermente sotto al tavolo, in modo da farla accomodare nella maniera più confortevole possibile. Andrebbe, poi, a sedersi di fronte a lei, premurandosi prima di sfilarsi la giacca per appenderla allo schienale e prendere posto dinanzi alla Hyuga, appoggiando i gomiti sul tavolo ed incrociando le dita poco sotto il mento. Quel che lei chiede riguardo il suo cognome è più che legittimo e lascia immediatamente adito ad una spoegazione da parte del Dainin. Andrebbe, dunque, a rispondere prima di tutto a quanto lei gli ha chiesto riguardo la missione ad Iwa, prendendosi qualche attimo di leggerezza in cui si scoprirebbe sorridente e giocoso. < No, non ricordavo assolutamente. Non ricordo nessuno dei dettagli di quella discussione alle Cascate dell’Epilogo, mentre ti mostravo cosa potevo fare con un semplice battito di mani, in vista di quella missione di recupero ad Iwa. > Snocciola dettagli riguardanti quel bellissimo ricordo che li lega, dimostrando che ne ricorda ogni singolo momento, ogni più piccola minuzia. < Per quanto riguarda il mio cognome… Beh, è nel mio interesse che mia madre sia contenta, ma più di tutto voglio che sia contenta tu. > S’abbandonerebbe con la schiena contro la sedia, sollevando il capo per guardare il cielo stellato, sbuffando non tanto per tedio, ma per l’opprimente e bellissima sensazione di essere così piccoli, dinanzi all’immensità della volta celeste. < E’ il mio cognome adottivo e vorrei che fosse il cognome ufficiale anche per Ken. Sono fiero del mio retaggio, il mio cognome mi collega a mio padre, ma—mi collega allo stesso modo a Jun. > Non si incupisce nel nominarla, oramai è parte del proprio passato e l’ha accettato, seppur ci sia voluto molto tempo e molta fatica. < Vorrei che i miei cari si staccassero da lei, che nulla possa richiamare quella donna, nemmeno nel loro cognome. Io—sono il membro più forte del clan e non potrei farmi chiamare con un altro cognome, ma lui sì. > Termina il proprio dire, riabbassando lo sguardo per portarlo in quello perlaceo di Kaori, che lo redarguisce bonariamente per il suo comportamento duro nei confronti dei cuochi che ha rapit—gentilmente assunto per quella serata. < Ma io…! > Abbozzerebbe una finta protesta, ritrovandosi poi a gonfiare le guance e portare all’esterno il labbro inferiore, aggrottando le sopracciglia in un’espressione estremamente infantile e buffa < E va bene! Fate con calma! > Esclamerebbe a bassa voce, borottando poi in tono ben più basso < Tanto non vi pago nemmeno… > [ Chakra ON ]

19:08 Kaori:
 E' come una carezza la voce di Azrael che scivola morbida lungo la sua pelle, mentre osservano entrambi quel meraviglioso spettacolo che si distende sotto i loro occhi e sopra le loro teste. Le iridi della Hyuga s'alzano a ricercar la visione di quel cielo trapunto di fulgide stelle e si ritrova a sentirsi riscaldata delle parole del Nara circa quel bellissimo panorama. Riabbassa il viso cercando il suo volto e quindi avverte le gote arrossarsi appena, timidamente, per via di quel complimento che risveglia la sua reticenza ad accettare qualsiasi tipo di elogio o lode. Tuttavia non ribatte a quel suo dire ma l'accetta di buon grado lasciandosi cullare dalla dolcezza altrui, abbandonandosi a quel dire che nutre genuino il proprio sentimento. < Esattamente come le stelle si perdono in questo meraviglioso cielo notturno, così il mio sguardo si fa piccolo e misero contro le tue iridi scure. > mormora lei, di rimando, richiamando la bellezza dello sguardo del Nara alla naturale meraviglia di quel cielo stellato. < Non avevo mai pensato che il nero potesse offrire così tante sfumature prima di perdermi a guardare i tuoi occhi. > ammette sinceramente prima di prender posto a seguito dell'invito altrui. Si sistema educatamente al tavolo, aiutata dalla galanteria del Dainin, andando a dispiegare il tovagliolo posto sulla tavola sulle ginocchia, appendendo allo schienale della seduta la borsetta ma senza sfilarsi la calda giacca. Vedere Azrael privarsi della propria le fa salire un brivido lungo la schiena ma al tempo stesso le dà modo di notare la forma della sua muscolatura sotto la camicia bianca che ha scelto di indossare questa sera. Sorride divertita del primo dire del ragazzo, sollevando gli occhi al cielo nell'incassare quel suo giocoso modo di fare e quindi, scrollando le spalle, sceglie di assecondare la sua ironia guardandolo con leggerezza. < Oh beh, allora magari un giorno di questi ti rinfresco la memoria. E' un ricordo al quale tengo proprio tanto. > chiosa scherzosamente, lei, abbandonandosi ad una semplice risatina prima di espirare e quindi ascoltare silente il resto del discorso del Dainin. L'espressione muta lentamente andando a perdere quella sfumatura giocosa in favore di una ben più dolce e premurosa. < Non è un cognome che desidero da te. Ne ho già uno e- vorrei conservarlo. Magari aggiungerne un altro, ma senza sostituirlo. > principia Kaori mettendolo comunque al corrente del suo desiderio di rimanere "Kaori Hyuga" anche in futuro. Che poi si sarebbe aggiunto al seguito un altro cognome non potrebbe che renderla semplicemente più felice. < Desidero solo rimanerti accanto. Come ragazza, moglie-- > il fiato si spezza un istante soltanto, la parola esce a fatica dalle rosee sottili nel tentativo di mantenere intatto il sorriso sul volto. < --amica. > Non vuole prendere in considerazione l'ipotesi di perdere il loro legame in favore di un rapporto più distaccato, per quanto ugualmente affettivo. Ma se il futuro avrebbe riservato questo per loro, di sicuro non si sarebbe tirata indietro. < Alla fine non è una parola a definire ciò che siamo, no? > sorriderebbe lei con maggior convinzione, inclinando appena il capo. Comunque lascia che Azrael prosegua nel suo dire ed annuisce piano nel comprendere il pensiero alla base del suo ragionamento, ritrovandosi a non distaccare mai lo sguardo dal suo viso. < E' un pensiero premuroso da parte tua. Molto... paterno. > sorride Kaori come per fargli intendere che questo tipo di premura è esattamente il tipo di attenzione che ci si aspetterebbe da un padre attento e protettivo. < Ma ehi. Ora che ci penso... > si riscuote la Hyuga mettendosi ben dritta, illuminandosi in viso al solo pensiero. < Non mi hai più raccontato come Ken ha parlato la prima volta. Voglio sapere ogni cosa! > esclama euforica e con il viso illuminato di pura gioia e contentezza. Sa quanto questo abbia significato per Azrael e, di conseguenza, significa molto anche per lei per quanto sia piuttosto estranea alla faccenda. La serata sembra essere piacevole, serena e per una volta priva di brutte notizie o spiacevoli sorprese. Anzi, tutto sembra essere all'insegna della leggerezza e del romanticismo, al punto che lo stesso Nara si concede quell'atteggiamento un po' infantile che porta la Hyuga a desiderare fortemente di stringerlo a sé e non lasciarlo più andare. Vorrebbe cullarlo fra le braccia, vorrebbe essere uno scudo per lui per proteggerlo da qualunque pericolo e minaccia. Vorrebbe donargli tutto quello che per anni non ha avuto, tutto quello per cui ha combattuto tutta una vita. Vorrebbe donargli un nuovo sorriso, una nuova felicità. Vederlo così a suo agio, così buffo in quell'atteggiamento genuino e scherzoso, la porta a sciogliersi in una espressione intenerita mentre andrebbe ad allungare una mano lungo il tavolo per cercare quella di lui. < Sono felice, Azrael. > principia di punto in bianco Kaori guardandolo negli occhi, sincera e convinta nelle sue parole appena mormorate così che l'unico ad udirla sia lui. < Spesso mi ritrovo a pensare a come tutto sia cambiato da quattro anni fa, quando ti ho incontrato per la prima volta da Ichiraku. Avevamo vite totalmente diverse, ero convinta che sarei stata una specie di cometa nella tua vita > Un fenomeno di passaggio che lascia il tempo che trova, come un'orma sulla spiaggia. < Invece... eccoci qui. > sorride incredula, teneramente, abbassando lo sguardo sulle loro mani unite, se fosse riuscita a raggiungere quella di lui. < Abbiamo affrontato degli anni difficili, persino insopportabili. Eppure-- senza di questi, probabilmente non saremmo qui, oggi. > osserva Kaori fermandosi a labbra schiuse, titubante, prima di rialzare lo sguardo e mostrare un'espressione quasi colpevole. < E' orribile da parte mia pensare che sono contenta di come siano andate le cose, nonostante tutto? > Si sente un mostro al solo pensiero, sapendo quanto sia stato orribile per Azrael il periodo che li ha tenuti lontani. Ha dovuto affrontare i propri Demoni nella più totale solitudine, incapace di scappare, di combattere, di arrendersi. Incapace di andare avanti o indietro, bloccato in una stasi perpetua che per poco non l'ha fatto divenire matto. La imbarazza questo pensiero, eppure... non può fare a meno di essere sincera con lui. [ Chakra: on ]

11:01 Azrael:
 La leggera brezza fredda della sera li avvolge entrambi, sebbene il Dainin sopporti il freddo in maniera invidiabile. Vederla scossa da brividi intermittenti di freddo lo intenerisce alquanto, svegliando in lui l’involontario desiderio di offrirle la propria giacca. < Sicura di star bene? Non pensavo fossi così freddolosa. > Un tenero sorriso gli incurva le labbra sottili, per nulla colpiti dai tremori tipici delle basse temperature. < Ho vissuto in molti posti, per rispondere alla domanda di prima… > Principia, alzando nuovamente lo sguardo al cielo, come se fosse catartico perdersi nell’immensità di quel cielo stellato. < In particolare Suna, dove ho passato tre anni dopo la fine della storia di Kuugo e Ryota. Ma ho visitato un po’ tutto il mondo. Ho scoperto che non sopporto Kiri, per il clima troppo umido, per esempio. > Un leggero sbuffo divertito esce dalle narici, illuminandogli lo sguardo di piro divertimento. < Queste catene montuose le avevo viste solo dal basso, quindi mi sono dislocato qui e ho esplorato la zona per scegliere il posto migliore. Tira un bel venticello, mi piace molto. > Conclude, infine, quel discorso. Viaggiare gli è sempre piaciuto molto. Per quanto ami Konoha, l’idea di scoprire nuovi popoli, nuove tradizioni, notare come il comportamento ed il modo di parlare cambi di paese in paese lo ha sempre affascinato e, ancor di più, lo affascina notare come, a conti fatti, ogni paese sia fondamentalmente uguale all’altro. Il complimento di Kaori, poi, lo porta a riabbassare il capo per ricercarne le iridi, chinando il capo verso la spalla sinistra. < Dietro ogni colore c’è u signoficato, lo sai? Come per i fiori. Il nero e il bianco, poi, sono i più particolari. Sono gli estremi dello specchio cromatico e sono rispettivamente l’unione di tutti i colori e l’assenza degli stessi. Il nero li assorbe, il bianco li respinge. > Nel parlare di quell’argomento, un qualcosa che lo tocca nel profondo in quanto tatuatore ed artista, lo sguardo muta in un’espressione coinvolta, persa, totalmente travolta dalle emozioni che gli provoca il parlar d’arte. Si risuote dopo qualche istante da quella stasi onirica, scuotendo debolmente la testa < Perdonami, sto parlando troppo di argomenti non inereti. > Ascolterebbe, poi, il resto del discorso della ragazza, seguendo il movimento della di lei mano sul tavolo a cui seguirebbe, specularmente, l’allungarsi della propria mancina, per farle incontrare al centro del tavolo. Cercherebbe di intrecciare le dita a quelle di Kaori, rivolgendole un’espressione gentile ed affettuosa < Alla fine… siamo Consiglieri, viviamo di burocrazia. Quando sarà il momento potremmo decidere le combinazioni che più ci aggradano. Per me potresti cambiare il tuo nome in Kaori Aburame, resteresti la mia unica ragione di vita. > Concluderebbe riguardo la questione del cognome sebbene, forse, sia un po’ troppo presto per parlare di matrimonio e della vita insieme. In fondo… è passato solo qualche mese. Al ricordo si quanto accaduto con Ken il volto gli si illumina, dimenticando quasi il fatto che i cuochi stiano impiegando un’eternità per concludere la cena e servirla in tavola, forse intirizziti dal freddo o stroncati dalla mancanza d’aria. < Stavo per mettergli il collirio e per dargli un regalino… > Lo sguardo s’abbasserebbe ad ammirare le pieghe del tovagliolo posto dinanzi a lui, il colore della tovaglia, insomma- qualunque cosa sia abbastanza interessante da nascondere l’imbarazzo che prova nel parlare di quell’avvenimento che lo ha reso estremamente felice. < Una maschera da anbu ed un mantello. Quando li ha visti ha dimenticato qualunque altra cosa, li ha indossati e ha iniziato a correre per casa. Sceso al piano di sotto è inciampato e… diciamo che una libreria non fissata alla parete stava per ucciderlo. > Un leggero sorriso gli aleggia sulle labbra, ricordando il momento immediatamente successivo a quanto ha appena raccontato < Ed è allora che l’ho sentito… ha cercato il mio aiuto, mi ha chiamato “papà”. > Tece, adesso, cercando di trattenere la commozione montante che gli preme forte dal retro delle palpebre. < Ci penso spesso anch’io… quando ricordo tutto qullo che abbiamo passato e noto dove siamo ora, beh, anche io mi sento felice. Tutta la sofferenza che ho patito è svanita e svanisce ogni giorno quando ti vedo sorridere. > Le confessa, infine, rialzando gli occhi scintillanti di gioia in quelli di lei. [ Chakra ON ]

11:29 Kaori:
 E' davvero strano il freddo che c'è qui. Arriva fin dentro le ossa, penetra la carne e sembra quasi raggiungerti l'anima. Eppure non è una sensazione spiacevole: è qualcosa di nuovo, di diverso, che la colpisce e confonde e che la porta a stringersi nella sua giacca causando la preoccupazione dell'altro. Kaori si volta verso di lui e, annuendo col capo, gli rivolge un semplice sorriso. < Sì, sto bene. E' solo che non ci sono abituata > ammette lei con semplicità, fermandosi quindi ad ascoltare quanto Azrael desidera comunicarle, perdendosi nuovamente ad osservare lo spettacolo naturale sotto i loro occhi. Ascolta attentamente ogni sua parola e quando l'altro termina quel discorso si ritrova a rivolgergli una occhiata divertita e quasi di tenero rimprovero. < Un bel venticello? > ripete Kaori inarcando un sopracciglio prima di fare un cenno col capo ad indicare i cuochi alle prese con la cena. < Ho una mezza idea che li riporterai a casa assiderati! > ironizza la ragazza scuotendo il capo con aria divertita, lasciando che le parole continuino a fluire fra loro passando da argomenti più leggeri ad altri più teneri e romantici. Si perdono, occhi negli occhi, a constatare la bellezza l'un dell'altro fino a quando quel particolare discorso non porta Kaori a snudare i denti bianchi in un sorriso gentile. < Il nero ti si addice, sai? Proprio come il nero tu sei l'unione di migliaia di sfumature e sfaccettature. Ogni giorno mi sembra di scoprirne una diversa e spero davvero di conoscerne sempre di nuove. Voglio imparare ad amare ogni lato di te. > mormora lei andando a seguire successivamente i passi del ragazzo verso il tavolo. < Oh no, figurati. Potrei ascoltarti parlare di qualunque cosa, mi piace sentire la tua voce. E poi adoro imparare cose nuove. > lo tranquillizza la Hyuga andando quindi a procedere con la conversazione mentre un alito di brezza fredda va sfiorando i loro volti, smuovendo i ricci attorno al suo capo come una carezza gentile. Parlare di matrimonio con Azrael è sempre strano. Hanno scherzato spesso in proposito, la loro storia è sostanzialmente nata scherzandoci su, e Kaori -a tutt'ora- non ha ancora capito se nelle parole dell'altro v'è serietà d'intenti o il semplice ricordare quel filo conduttore che sembra attorcigliarsi attorno alla loro relazione. A giudicare da quanto stanno dicendo al momento sembra essere piuttosto serio e questo non fa che smuovere il cuore della giovane provocandole una serie di deliziose scosse che le arrossano teneramente le gote portandola a chinare il capo verso il tavolo. "Kaori Kazama." pensa inavvertitamente carezzando col pensiero quella possibilità. "Mi piace." sorride silenziosamente prima di risollevare il viso e chiedere al Nara di come siano andate le cose col figlio qualche giorno prima. Ascolta in silenzio intrecciando le dita alle sue e l'osserva intenerita nel notare quel suo modo quasi impacciato di raccontare dell'affetto che prova nei riguardi del bambino. Un lampo di preoccupazione l'attraversa al pensiero di sapere il piccolo in pericolo, ma questa sensazione non dura che un istante prima di sentire cosa quell'evento ha generato. Sente un calore profondo riempirle il petto e quindi sorride all'altro con lo sguardo ricolmo di affetto e commozione. < Ma è... è incredibile. > osserva lei incapace di trovare una parola più adatta, prima di umettarsi le labbra ed aggrottare le sopracciglia con fare pensoso. < Ma-- quindi Ken lo sapeva già? > chiede, confusa, inclinando appena il capo verso la spalla. E' davvero una serata felice. Loro due da soli a parlare di qualunque cosa desiderino senza emergenze a disturbarli, senza lavoro, senza problemi se non la cena che tarda ad arrivare. La vita di Kaori è -per un istante- perfetta e si ritrova incapace di trattenere quella gioia nell'osservare il volto dell'uomo che ama. Glielo dice, gli dice quanto sia felice, quanto sia contenta di essere sua e si lascia cullare dalla felicità di Azrael nel dirle che anche per lui è lo stesso. < Ti amo. Ti amo tanto Azrael > rivela, semplicemente, alla fine, stringendogli dolcemente la mano sul tavolo e ritrovandosi d'un tratto a voler semplicemente sentirlo più vicino a sé. Sorridendo va liberandosi del tovagliolo dalle gambe e, poggiandolo sul tavolo, va aggirandolo per raggiungere Azrael e afferrare anche l'altra mano con la propria. Qui, tentando di tirarlo verso di sé, andrebbe a dirgli un semplicissimo: < Balla con me. > Sotto quel cielo, sotto quelle stelle, con la neve in cui affondano i loro piedi, e con il calore del suo corpo ad avvolgerla per tenerla calda abbastanza da non soffrire quella temperatura così bassa. [ Chakra: on ]

12:21 Azrael:
 Le parole chhe Kaori gli rivolge lo scaldano più di quanto potrebbero fare le fiamme vive sulla propria pelle. Ogni suo sguardo gli fa scalpitare il cuore nel petto come la più intensa delle paure, meglio dell’adrenalina o di qualunque altra emozione. Il tocco gentile della sua mano lo irradia di pura gioia più d quanto potrebbe fare lo stesso Sole. < Pensavo-- > Principia, rapito da quel mare di sensazioni, tempestoso e placido al tempo stesso, incapace di staccare una volta ancora lo sguardo dalla donna che ama. < --ero convinto che non avrei provato mai emozione più forte che guardare un’opera d’arte. L’arte ti lascia meravigliato, attonito, quasi impotente dinanzi alla sua sfolgorante bellezza. Ma tu… tu sei più bella di qualunque opera d’arte io abbia mai visto o creato, Kaori. > Una breve pausa, condita da un sospiro coinvolto che schiude appena le rosee in un moto di pura venerazione < Mi fai sentire piccolo ed insignificante un attimo prima e l’attimo dopo immenso ed invincibile. > Le confessa, nella più totale sincerità e trasparenza, carezzandole il volto con le iridi scure e l’udito con la voce bassa, calda e profonda. Si ridesta, poi, da queste sensazioni travolgenti al pensiero di quei tre poveri cuochi che potrebbero non uscire vivi da quell’appuntamento, sistemandosi una ciocca corvina dietro l’orecchio e sollevando le spalle in un gesto di divertita colpevolezza < Io gli avevo detto di coprirsi. Il freddo tempra l’animo, ad ogni modo. Se torneranno vivi a casa saranno più forti e mi ringrazieranno. > Ovviamente non lascerebbe mai che tre innocenti muoiano di freddo, ma per il momento non se ne preoccupa, notando come stiano lavorando per scaldarsi, di fronte ai fuochi del piano cottura e ricoperti da una pesante pelliccia che conserva il calore dei loro fragili corpi ad un livello accettabile. < Per quel che riguarda Ken… non ne era certo. I ha spiegato che aveva il sospetto dal primo momento in cui mi ha visto e ha tratto le sue conclusioni. Non ha mai palesato nulla per paura di essere deluso, ma in quell’attimo di paura gli è suonato istintivo chiamarmi papà. E ho raccontato tutto, gli ho chiesto scusa.. sembra mi abbia perdonato. > La sensazione di essersi, finalmente, tolto quel peso dalle spalle lo riempie di felicità. Lo rende un padre fiero ed orgoglioso, un uomo responsabile, in contrasto col ragazzetto spaventato che fu costretto ad abbandonare il figlio ancora in fasce per paura di non essere all’altezza. Lo fa sentire cresciuto, maturo e… completo. Così come lo fa sentire completo la presenza di Kaori accanto a sé. < Mi ha fatto promettere di non andare più via. Mi ha addirittura spiegato che le promesse si mantengono sempre e, immagino, che quelle fatte col mignolino siano ancora più importanti. > Un largo sorriso snuda la dentatura candida, quasi facendo rilucere i canini affilati sotto la pallida luce della luna. <la osserva, seguendo i di lei movimenti con lo sguardo mentre si alza e gli si avvicina al fianco, dichiarando ancora una volta apertamente il sentimento che li lega. Il cuore s’arresta e riparte più velocemente di prima al sentire quelle parole scandite con così tanto trasporto, totalmente gemello al proprio. Alza il viso a cercare le perle di kaori, tramutando il proprio sorriso in uno più piccolo, ma ugualmente tenero e dolce < Ti amo, Kaori. Più di quanto credevo fosse possibile amare. > E a quella richiesta di ballare non risponde verbalmente, ma semplicemente alzandosi, donandole entrambe le mani per avanzare di un paio di passi, lontani da qualunque ostacolo attorno a loro. < Sono anni che non ballo. Sarò diventato un pezzo di legno. > Mormorerebbe, sollevando le mani per guidare quelle di lei alle proprie spalle e per guidare le proprie ai suoi fianchi.. una stretta gentile, ma decisa, atta a guidare i suoi movimenti in quel lento danzare privo di musica, ma cadenzato unicamente dai battiti dei loro cuori. Muoverebbe un passo avanti, aspettandosi d’essere seguito, prima di farne uno a destra e poi di nuovo indietro, a formare un giro completo. Continuerebbe a guardarla, tenendola stretta al proprio petto, ondeggianto con lei in movimenti lenti e fluidi, tipici di un romantico lento. [ Chakra ON ]

13:12 Kaori:
 E' incredibile come quanto Azrael le sta dicendo corrisponda in maniera così perfetta e precisa a quello che lei stessa ha sempre provato nell'essere dinnanzi al Nara. Guardarlo ed essere guardata da lui l'ha sempre portata a sentirsi insignificante e miserabile rispetto alla sua bellezza e potenza e, al tempo stesso, indescrivibilmente forte. Si sente "nulla" e "tutto" al tempo stesso se sono i suoi occhi ad osservarla e le sembra semplicemente assurdo che anche lui si senta allo stesso modo accanto a lei. A lei che non è niente se non una ragazza come tante, se non semplicemente innamorata di quello che, per importanza e potenza, non è che quasi un Dio per lei. La ragazza si lascia cullare da quelle parole, dalle sensazioni che queste scatenano e, semplicemente, si gode quell'istante senza aggiungere altro, trovando che dinnanzi ad un simile concetto tutte le parole del mondo siano inutili e prive di significato. Inoltre inizia a temere che la conversazione stia raggiungendo livelli di dolcezza tale da poter fisicamente nuocere ai loro corpi per quanto possano essere benefici alla loro anima e per questo è quasi sollevata quando Azrael spezza la profondità di quel momento per scherzare sulle condizioni dei poveri cuochi costretti a cucinare per loro in quelle condizioni.La Hyuga ridacchia e, lanciando loro una occhiata divertita, torna ad osservare Azrael con una espressione leggera e assolutamente spensierata. < Dici? Io penso che ti arriva una denuncia se come minimo non li paghi! > ride la ragazza immaginando la scena. Azrael Nara denunciato per rapimento di tre uomini costretti a cucinare per lui in cima alle montagne rocciose nei pressi di Iwa. L'idea suona assurdamente buffa per quanto, a conti fatti, non sia nè più nè meno che l'esatta spiegazione dei fatti. Mentre la cena è in preparazione i due parlano del piccolo Ken e Kaori ascolta attenta la spiegazione degli eventi che han visto il piccolo Nara protagonista. Sorride intenerita di quel racconto, intrecciando le dita a quelle di Azrael con maggior convinzione e forza quasi a volergli donare conforto con la sua vicinanza, sebbene quello sia un momento felice per lui. < E' un bambino intelligente. Ero certa che avrebbe capito la verità. E poi-- > sorride sporgendosi appena sul tavolo verso di lui. < La sua prima parola è stata "Papà". > gli fa notare aprendosi in un sorriso luminoso, cercando di immaginare quella scena. Quanto poi le viene detto in seguito, circa la promessa che Ken gli ha strappato, la porta a fare un verso intenerito simile ad un "Oooow" immaginando i due Nara uno di fronte all'altro con le mani unite dalla stretta dei loro mignoli. < Adesso non puoi proprio più scappare allora. Se gliel'hai promesso col mignolino... > commenta lei con voce dolce, bassa, lasciando in sospeso la frase, alludendo a come ora non sia la sola alla quale abbia promesso di rimanere. Il momento è intenso, felice e Kaori si sente animata di una nuova forza, da una improvvisa voglia di fare-- qualcosa. Gridare, saltare, correre, ballare. Qualunque cosa possa permetterle di scaricare l'improvviso afflusso di energia salitale in corpo. Ed eccola quindi raggiungere il Dainin al fine di ricercare le sue mani per portarlo ad alzarsi e mettersi dinnanzi a lei per ballare assieme. < Io non ho mai ballato con qualcuno, direi che siamo pari > confessa lei ridacchiando, andando ad assecondare la guida di Azrael portando le mani ad intrecciarsi dietro le sue spalle e lasciando ch'egli poggi le proprie sui suoi fianchi. A quel punto eccola dondolarsi fra le sue braccia andando a seguire i suoi passi con fare istintivo, andando indietro, a sinistra e poi in avanti, specularmente a quanto fatto da lui. I suoi occhi non lascerebbero mai quelli di lui in quella danza ed il suo sorriso non cadrebbe mai mentre nel silenzio di quella notte, semplicemente, lascia che siano i loro sguardi ad esprimere tutto quello che prova. [ Chakra: on ]

10:33 Azrael:
 I due, stretti l’una nella braccia dell’altro, danzano per un tempo che pare infinito e sospeso nell’etere. Il contatto con la Hyuga, ancor più del semplice atto di ballare, lo riscalda al punto tale da fargli quasi dimenticare di essere sulla neve a migliaia e migliaia di metri d’altezza. La mancina risalirebbe lentamente il fianco di Kaori, carezzandole il busto sino ad arrivare alla spalla e a risalirle il braccio, nel tentativo di prenderle la mano destra. Se glielo avesse lasciato fare andrebbe a distanziarsi da lei con una rapida falcata all’indietro, sollevando le mani giunte tra loro in modo che possano esibirsi in un’elegante piroetta. A questo punto, prima che i due possano continuare a ballare su quel piano innevato, uno dei cuochi s’avvicinerebbe timidamente alla loro posizione “S-signor Azrael, è p-pronto.” Direbbe alla volta dei due amanti, balbettando più per timore di aver interrotto qualcosa, che per il freddo che lo intirizzisce evidentemente. < Uh? Perfetto, portate tutto in tavola. > Risponderebbe il Nara in tono molto meno perentorio di quello che ha utilizzato poco tempo prima. Stare con Kaori, stranamente, lo addolcisce al punto tale da fargli perdere persino quell’aura di terrore che emana solitamente nei riguardi delle persone a cui si ritrova a dar ordini. < Madame. > Le tenderebbe la mano per riaccompagnarla al tavolo e permetterle di sedersi, prima di prendere anch’egli posto. La cena, prontamente portata da tutti e re gli addetti alla cucina, consiste in nulla più che un paio di fumanti ciotole di ramen, uovo per Kaori e manzo per Azrael e in un piatto a centrotavola contenente una ricca tagliata di carne e verdure miste. < Se non mi hanno denunciato le ultime tre volte che li ho gentilmente rapiti e costretti a cucinare per me, dubito lo faranno ora. > Chiosa divertito il giovane Dainin, impugnando le bacchette nella mancina, pur attendendo che sia l’altra ad iniziare a mangiare. Il cuoco che ha preso parola precedentemente, inoltre, passerebbe dietro entrambi per riempire il bicchiere di saké, salvo poi allontanarsi il più silenziosamente possibile. < Sono terrorizzati da me, non ne capisco il motivo. Non ho mai fatto del male a nessuno, in fondo. > Scherzerebbe ancora, per poi stringere il bicchiere nella destra e tenderlo in direzione della Hyuga, col chiaro intento di proporre un brindisi. < Sai… all’inizio scherzavo per davvero, nel definirmi tuo futuro marito. Ora, però, non ci vedrei male a passare assieme tutta la vita. Vorrei brindare a questo, se non ti sembra troppo, per un primo appuntamento. > Le labbra s’allargherebbero in un sorriso gentile, affettuoso e smagliante. Gli occhi d’onice a rifrangersi in quelli di perla altrui, tradendo uno stato d’anim che non riporta altre sfumature se non amore, affetto e serenità. [ Chakra ON ]

11:14 Kaori:
 Si dondolano in quel lento danzare, abbandonandosi l'uno alle braccia dell'altro, in silenzio, godendosi la pace di quell'attimo, l'amore di quegli sguardi, di quei sorrisi che parrebbe impossibile riuscire a far crollare. Sotto un cielo stupendamente stellato e sulla bianca neve che ricopre le cime dei monti rocciosi di Iwa, Kaori ed Azrael ballano come le bambole scolpite in un delicato carillon. Kaori non riesce a smettere di sorridere nell'abbandonarsi a quel semplice cullare delle braccia altrui e segue ogni sua guida con naturalezza e dedizione. Un paio di volte, inutile negarlo, ha finito col pestargli leggermente il piede ma ha cercato di dissimulare l'enorme imbarazzo per la figuraccia fatta dietro un sorriso colpevole ed un tenero imporporarsi delle sue gote piene. Lascia che Azrael prenda la sua mano e quindi, ridacchiando innocentemente, va roteando su di sé in quella tenera giravolta che la riporta in poco tempo nuovamente fra le braccia del Nara. Innamorata, felice, ride di quella tenerezza salvo poi volgere il capo in direzione del cuoco appena avvicinatosi. Lo osserva con sguardo genuinamente entusiasta e solo ora, nel sapere che è pronto, s'avvede di quanta fame effettivamente abbia. < Andiamo > mormora con tono amorevole voltandosi ad osservare Azrael, il quale, a sua volta, indica ai cuochi di preparare il tavolo. La giovane sorride della galanteria mostrata dal ragazzo e, afferrando la sua mano, si lascia scortare fino al tavolo ove andrebbe a prender posto sotto le eleganti premure del Dainin. < Quindi oltre che fare le cose impossibili, fai anche cose follemente romantiche. > osserva la Hyuga andando a puntellare i gomiti sul tavolo, poggiando il mento sui dorsi delle mani posti al di sotto del viso, con le dita intrecciate fra loro. < In più sei bello, famoso, ricco e galante. > continua la Hyuga storcendo appena le labbra in una espressione pensosa. < Forse è per questo che a Konoha ambivano tutte a conquistarti. Mhhh > il tono è ironico, scherzoso, e il sorriso divertito sulle labbra, ma il pensiero di fondo è effettivamente sincero. Non può davvero immaginare che esista una donna al mondo incapace di desiderarlo e di essere amata da lui. Ride quando Azrael le rivela di aver già rapito quei poveretti altre volte nel corso del tempo e scuote il capo scostando le braccia dalla tavola così da permettere al cuoco di poggiare la ciotola dinnanzi a sé. < Grazie. > dice con dolcezza alla volta del cuoco che, infreddolito, ha comunque sul viso un'espressione tranquilla e forse persino divertita dallo strano rapporto che intercorre fra lui e il Dainin. I loro bicchieri vengono riempiti di saké e quindi vengono lasciati soli con la loro cena, la voce di Azrael a raggiungere l'udito di una Hyuga divertita e rilassata. Lo osserva inarcando un sopracciglio, andando a porre le mani sui propri fianchi quasi come volesse rimproverarlo per poi esordire soltanto con un semplice: < Azrael Nara. > sillaba bene con attenzione, con quel tono che è solita usare quando lo rimbecca con le sue battute circa il fatto che nessuno è come lui, considerando qualsiasi livello dell'esistenza. < E non aggiungo altro. > A quel punto scioglie quella posa fintamente severa in favore di una più divertita e leggera andando a notare il gesto di Azrael col bicchiere, quel tenderlo verso di lei richiamando silenziosamente ad un brindisi. La ragazza, felice, afferra a sua volta il proprio e lo leva così da avvicinarlo a quello del Nara, tenendo gli occhi fissi in quelli di lui, innamorata. Ascolta le sue parole e quando si ritrova a sentire ciò che egli ha da dire, si ritrova a sentire il cuore batterle folle nel petto, le labbra a schiudersi mentre una scintilla le illumina le iridi color perla di viva gioia ed incredulità. Stanno-- davvero parlando di matrimonio? Uno vero...? Seriamente? < Mi sembra perfetto. > sorride lei, alla fine, quasi senza voce. < Dopotutto abbiamo avuto dei ritmi tutti un po'-- assurdi in questa storia. > Innamorata in una sera, andati a letto il giorno dopo e poi-- incapaci di separarsi. < Ma mi piace. Anche volendo... non riesco a immaginare di vivere la mia vita senza che tu ne faccia parte. > ammette timidamente stringendosi nelle spalle per poi assumere, in poco tempo, un tono assai più leggero e scherzoso. < Solo che-- cioè, sei sicuro? Se ti sposassi hai idea di quanta gente soffrirebbe? Un intero Paese in lutto. E' una responsabilità enorme eh? > scherza, divertita, snudando i denti bianchi in una risata breve e sentita, semplicemente spontanea. [ Chakra: on ]

11:54 Azrael:
 Lo sciorinare qualità del Nara da parte di Kaori lo porta ad inarcare un sopracciglio, esibendo un tronfio ed arrogante sorrisetto a fior di labbra < Oltre che bello come il Sole, ricco, elegante, galante, intelligente, famoso e romantico, mia cara… > Pronuncia con estrema nonchalance, dimostrando quanto, effettivamente, abbia dimenticato l’aggettivo “modesto” alla propria descrizione < …sono anche incredibilmente bravo a letto. Che suppongo sia la qualità che mi ha permesso di guadagnare la mia fama tra le donne della Foglia. > Termina quel proprio dire in una breve risata gioviale, facendo tintinnare, finine, il proprio bicchiere con quello della giovane per berne il contenuto, seppur facendo attenzione a non risultare mai sguaiato o poco educato. Dopo averlo posato andrebbe a sollevare entrambe le spalle in un gesto di finta rassegnazione nei confronti del proprio comportamento, per cui è stato scherzosamente rimproverato dalla Hyuga < Kaori Hyuga… > Sillaba ogni singola parte del di lei nome con estrema cura e minucia, in tono basso, dolce e gentile < …sei tu che mi hai scelto così. > Le strizzerebbe l’occhio, a questo punto, in un occhiolino leggero e divertito. Quanto tempo è passato dall’ultima volta in cui si è sentito così libero e felice? Non saprebbe proprio dirlo. On saprebbe nemmeno definire se mai nella propria vita si è sentito così, sebbene la risposta sarebbe quasi sicuramente negativa. Prenderebbe, dunque, le proprie bacchette immergendole nel fumante brodo di carne, per tirarne fuori un primo ammasso di spaghettini che andrebbe a tirar su con le labbra senza emettere alcun suono o lasciar cadere alcuna goccia di brodo. Manderebbe giù il tutto dopo pochi istanti, facendo calare il silenzio tra i due. Sta davvero pensando al matrimonio? Azrael Nara? Le riflessioni, seppur scherzose, che Kaori ha fatto sono più che giuste e sorprendono lo stesso Dainin che le ha partorite. Raccoglierebbe il tovagliolo in un movimento lento, atto a lasciarsi il tempo di riflettere su quanto, effettivamente, sta per dire. < C’è amcora un po’ di tempo, prima di lanciarci in questa follia, non ho intenzione di farti la proposta stasera. Magari in segreto, per evitare il dissenso generale. > Si ritroverebbe a sorridere, pensando a quanto sia effettivamente vero che la notizia manderebbe in disperazione molte persone al Villaggio. “Lo voglio.” Il pensiero gli sfuggirebbe involontario, privo di una qualsivoglia logica, sfuggendo ai filtri della mente per giungere direttamente alla Hyuga ed il Nara, preso in contropiede da quel suo stesso pensiero, tenterebbe di tergiversare e di sviare il discorso con altri argomenti < E poi, insomma, Ken crescerà bello e forte come il padre, sarà un ottimo erede al posto di scapolo d’oro della Foglia. Devo dire che, però, sono un po’ preoccupato dalla prospettiva che diventi un ANBU. La prima cosa che gli è successa dopo essersi messo la maschera è stata rischiare la morte per essere inciampato. > Le labbra si articolano veloci così come altrettanto veloci scorrerebbero le paroli al di fuori di esse, rese chiaramente più rapide dal nervosismo e dalla consapevolezza che, dannazione, Azrael Nara potrebbe davvero dire quel ‘sì’ anche in quello stesso istante. < E Ai, diamine, come dovrei comportarmi? Sto cercando di fare la persona matura, ma ho l’istinto di spaventare qualunque ragazzino le si avvicini… pensi sia normale? > Resosi conto che, forse, potrebbe esser notato il suo stato d’animo, complice anche un pallido rossore che gli striscerebbe lento sul volto diafano, chinerebbe la testa per riflettere il proprio sguardo scuro nel brodo della ciotola, dedicandosi totalmente e completamente a quest’ultima, andandone ad ingurgitare un altro paio di bocconi. [ Chakra ON ]

12:36 Kaori:
 E non ci vuole poi molto perchè la risatina divertita di Kaori nell'udire quell'infinita sequela di elogi da parte di Azrael verso se stesso, diventi un piccolo grugnito stizzito e teneramente contrariato. Al sentire di come fra le donne di Konoha siano ben note le sue prestazioni sessuali, Kaori non può fare a meno di provare un impeto di contenuta ed involontaria gelosia al pensiero di qualunque altra donna stretta fra le sue braccia, distesa sotto di lui, seduta sul suo corpo o semplicemente intenta a rubargli un bacio come i tanti che si sono scambiati in quei mesi di unione. < Nghhhh. > brontola stringendo le labbra e gonfiando appena le guance, aggrottando imbronciata le sopracciglia e ritirando il bicchiere a seguito di quel brindisi appena terminato, le orecchie piene della risata piena e deliziosa del Nara. Un suono del quale non avrebbe potuto stancarsi mai. < Sarà stata la ciliegina sulla torta... > borbotta lei con quel suo tono infantilmente imbronciato prima di andare a bere un sorso di saké e quindi sciogliersi in una risatina breve e leggera. Sa che Azrael ha alle spalle una vita sentimentale piuttosto intensa e piena, assai più ricca della propria, e ovviamente non si sognerebbe mai di provare rabbia per questo, tuttavia non riesce neppure a nascondere totalmente la gelosia nei riguardi dell'uomo. Quel suo ancestrale bisogno di affermare quanto sia suo, quanto le appartenga, per quanto -al tempo stesso- questa necessità la faccia sentire enormemente egoista ed ingiusta. Non vuole trattarlo come fosse un oggetto, ma vorrebbe poter altresì imporre su di lui il proprio possesso. Lascia comunque da parte questo breve attimo di gelosia in favore di un momento più rilassato e divertito, dove Azrael pronuncia il suo nome con una cura e tenerezza tale da farle quasi mancare il respiro. Quando è la sua voce a pronunciare il suo nome, non può fare a meno di sentirsi felice, ricolma di una gioia e di una sorta di completezza mai sperimentate prima. < Lo farei di nuovo ogni giorno. > ammette lei con tono complice, più serio di quello scherzoso usato da lui, incapace di trattenersi dall'esternare quel suo desiderio di sceglierlo come proprio compagno ogni giorno della sua vita andando a deporre il bicchiere e prendere le bacchette di legno fra le dita. Sarebbe davvero pronta a sposarlo? Adesso, in questo istante? O, per meglio dire, in questo momento della sua vita? Anche considerando la loro relazione durata solo una manciata di mesi? Sarebbe folle a dirgli "Sì" dopo così poco tempo? Forse. Eppure non può fare a meno di sentire che lui è quello giusto. E' l'altra metà del suo cuore, della sua anima e l'uomo che avrebbe amato fino al suo ultimo respiro. Per lei è quasi scontata la risposta a quella eventuale domanda ma-- per lui? Azrael ha mai davvero pensato al matrimonio? Crede in questo vincolo? Per quanto sia sicura che non userebbe mai con leggerezza alcuna parola detta, al tempo stesso non sa se il Nara abbia mai realmente pensato a quella eventualità e si ritrova quindi ora ad ascoltarlo mentre le dice che, ovviamente, non vuole farle la proposta in quel momento, assecondando quella battuta che lei ha esternato in precedenza strappandole un sorriso divertito. Sorriso che va tremando un istante nel momento in cui nella sua mente va risuonando la voce dei pensieri di Azrael. Quel 'Lo voglio' che fa piombare i due in un silenzio improvvisamente elettrico e teso, ricolmo di silenziose considerazioni e pensieri. Kaori sente il cuore tremare, le bacchette rimanere sospese a mezz'aria nella sua mano, con gli spaghettini appesi dalle stesse, mentre l'osserverebbe per un istante soltanto con gli occhi scintillanti di viva gioia. Può notare immediatamente il nervosismo dell'altro a quel pensiero sfuggito involontariamente dalla sua mente, il modo in cui prende a parlare rapidamente come una macchinetta quasi come a volerle far dimenticare quanto appena accaduto. Povero sciocco... Come avrebbe potuto mai dimenticare, Kaori, quel momento? Quel preciso istante nel tempo in cui, per una sola frazione di secondo, Azrael Nara le ha rivelato di volerlo? Di voler condividere la sua vita con lei? Quelle parole riecheggiano deliziose nella sua mente strappandole un sorriso caldo, stretto, educato, a denti coperti e con lo sguardo basso a non voler mettere in agitazione lo stesso Azrael. Vorrebbe dirgli che anche lei lo vuole, più di qualsiasi altra cosa al mondo, che sì, sì, la sua vita gli appartiene ora e sempre, ma si trattiene preferendo concedere all'altro la possibilità di tornare a nuova calma, crogiolandosi nella estasiante consapevolezza della profondità del loro legame. < Oh non credo che sia un segno divino, penso che semplicemente fosse ancora mezzo addormentato. Lo avevi appena svegliato, no? > cerca di reggergli la conversazione Kaori, incapace tuttavia di far trapelare dalla sua voce e dal suo sorriso quella felicità ormai profonda e viva dentro di sé, tenendo lo sguardo basso ad assaggiare un boccone di quel ramen fumante cucinato appositamente per lei. Mastica a bocca chiusa, aggraziatamente, senza risucchiare in alcun modo il cibo onde evitare di far rumore e quindi ascolta il dire di Azrael in merito alla piccola Ai, notando il suo disagio mescolarsi a della viva preoccupazione. < Oh sì. Fa parte dell'istinto genitoriale di qualunque uomo. > sorride Kaori con un velo di amarezza. < I papà hanno sempre questo bisogno di proteggere le loro bambine da qualunque ragazzo le si avvicini, è normale. Ma Ai ormai è una adolescente e-- beh, deve fare le sue esperienze. > dice Kaori guardandolo con cautela e dolcezza, ben sapendo quanto possa essere delicato quest'argomento per lui. < In qualità di suo padre devi naturalmente proteggerla in caso di bisogno ma... devi anche saperle dare il tuo appoggio e il tuo sostegno nel momento in cui fa le sue scelte. > [ Chakra: on ]

10:44 Azrael:
 La tenera gelosia di kaori non gli passa inosservata, inutile negare che lo abbia fatto un po’ di proposito, per instillare in lei proprio quella reazione della Hyuga. È così bella, così dolce, oscilla tra stati di ifantile ingenuità ad altri in cui il Nara è piacevolmente sorpreso di scoprire e riscoprire la donna che è diventata in questi anni. Gli ricorda un po’ il primo istante in cui l’ha rivista dopo la propria assenza. Cresciutta, sicura di sé, bellissima. Al punto tale da far perdere persino la ragione al Dainin, che si è sentito quasi in difetto nei confronti di una giovane che ha compiuto un tale percorso di crescita rispetto a lui che in quegli anni è rimasto chiuso nei meandri della propria mente. Non ha intenzione, tuttavia, di approfondire il discorso o di accrescere in lei una qualsivoglia gelosia. Per quanto il proprio passato sia di tutt’altro avviso, non ha mai sentito di appartenere così tanto a qualcuno, non ha mai provato un qualcosa di così totalizzante come l’amore che prova immergendosi in quelle due meravigliose e luminose perle della donna che ha di fronte in questo momento. È per questo che sta cercando di ricacciare indietro i pensieri che lo porterebbero ad inginocchiarsi a lei in questo istante, chiedendole di sposarlo lassù, a quattromila metri d’altezza, in mezzo alla neve e con i cuochi di Ichiraku a far da testimoni e celebrante. “Mh. Il ramen. È buono il ramen. Però la mamma lo fa meglio. Dio, mia madre… se non ci fossi tu, Kaori, non l’avrei più rivista. Quanto vorrei—” Ma il pensiero si blocca non appena formato, come prova del fatto che – gira e rigira – in questo momento ogni spunto porterebbe unicamente ad un’unica conclusione. Ed è per questo che il Nara si getta a capofitto con la testa nella ciotola fumante, cominciando a mangiare con voracità ed ingordigia quella pietanza come fosse di ritorno da dieci anni di forzato digiuno. Rapidissima la mancina va raccogliendo spaghetti e pezzettini di carne per portarli alla bocca che macina ed ingoia il tutto ad una velocità impressionante, la destra, invece, mantiene la ciotola leggermente inclinata verso di sé, per favorire quello che è un corportamento decisamente poco galante, ma che in questo momento è l’unico sfogo del povero Dainin. < Mh? > Un mugugno, al sentire le paole della Hyuga riguardo la piccola Ai, che lo porta ad alzare gli occhi e a fermarsi con le bacchette a mezz’aria e la ciotola ancora inclinata. Un singolo e grave movimento della gola segna la deglutizione forzata dell’ultimo grosso boccone, prima che le palpebre vadano sbattendo un paio di volte in un moto decisamente disorientato. < No che non deve! > Esclama, infine, una volta assicuratosi di non aver più la bocca piena. < Cosa vuol dire che deve fare esperienze? Che dovrebbe andare a lett—ODDIO NO! > Cpntinua, spaventato e quasi disgustato all’idea della sua unica figlia in compagnia di qualche ragazzetto imprudente, cafone e non degno. < Sono io l’unico uomo della sua vita, ok?! Lei NON deve fare esperienze, no! > La mancina lascia cadere le bacchette nella ciotola per battere debolmente il pugno contro il tavolo, a rafforzare le parole appena dette, salvo poi rendersi conto di essere non solo un po’ ridicolo, ma anche in torto marcio. Si lascerebbe andare allo schienale della sedia, quindi, passandosi la mancina tra i capelli corvini < … io l’ho sgridata per quanto accaduto alle Cascate e da allora si è chiusa in camera, esce solo quando non ci sono io, ha persino tentato di attaccare una mia copia. Pensi che—insomma, potresti parlarle tu, qualche volta? > Le domanderebbe, infine, col tono più rassegnato che abbia mai adottato da quando ha memoria, oltre che venato di una certa insicurezza che – di certo – non gli si addice, ma che sente di poter mostrare solo con la sua Kaori. [ Chakra ON ]

11:21 Kaori:
 Si sente persino un po' sciocca in quello scatenarsi di gelosia che le prende a pungolare lo stomaco. Sa perfettamente del passato del Nara e della sua fama all'interno del Villaggio. Sa quanto sia stato- attivo, fino a pochi anni prima e per quali motivi sia famoso in un ambito extra shinobistico. Non ritiene di doversene preoccupare, non teme affatto l'idea che -da un momento all'altro- potrebbe andare a cercare attenzioni da un'altra donna, o che possa annoiarsi della storia che insieme stanno vivendo giorno dopo giorno. Si fida ciecamente di lui e crede fermamente al suo desiderio di starle accanto e di non volerle fare del male. Tuttavia permane silente una latente gelosia nei riguardi di tutte le donne che, come lei, hanno potuto godere della sua presenza nella loro vita anche se solo per poche ore, anche se solo per una notte. Cerca però di non pensarci scacciando via quel sentimento così infantile concentrandosi sul ramen che entrambi hanno dinnanzi, prima che diventi gelido. O meglio, ci prova, ma quando l'altro va parlando della possibilità di sposarla il cuore le fa le capriole nel petto e lo stomaco sembra chiudersi d'istinto improvvisamente sazio dei sentimenti che egli le ha fatto esplodere dentro. Quante volte si è ritrovata a chiedersi se per lui fosse solo una battuta atta a ricordare quel loro primo giorno alle Cascate dopo il suo ritorno? Quante volte ha accarezzato l'idea di trascorrere con lui il resto della propria vita? Azrael ha monopolizzato ogni suo desiderio e pensiero portando Kaori a non riuscire a fare a meno di lui. Ma è evidente come la cosa lo mandi nel panico, come sia quasi spaventato dalla rapidità con la quale quei pensieri si sono manifestati e si sente intenerita del sentirlo parlare a macchinetta mentre mangia e butta giù un boccone dopo l'altro quasi come per volerle far dimenticare quanto detto un centinaio di parole prima. Kaori sorride scegliendo -non senza una certa difficoltà, di tenere da parte il proprio entusiasmo in favore di una reazione composta e quasi indifferente all'argomento, così da cercare di non agitarlo ancora di più. Mangia assieme a lui con molta meno fretta e più eleganza e si ritrova a sentire i pensieri che sfuggono al controllo mentale del Nara. Si sente il petto prossimo ad esplodere sotto il seno pieno. Sente il proprio amore espandersi tanto da voler oltrepassare i limiti di quel misero corpo mortale e raggiungere lo stesso Azrael per avvolgerlo e riempirlo allo stesso modo. Lo ama. Lo ama tanto che quasi non riesce a respirare, tanto da non riuscire quasi a seguire il filo del discorso che l'altro sta tentando disperatamente di intavolare. La jonin cerca di rimanere concentrata e offre poche semplici parole che vanno ad innescare l'effetto sperato dal Nara: l'imbarazzo scema rapido sostituito da una ferma convinzione nel suo rifiuto verso la crescita della figlia. Kaori ingoia un ultimo boccone e va a poggiare le bacchette in equilibrio sulla ciotola osservando Azrael con espressione tranquilla, per niente impressionata, puntellando i gomiti sul tavolo e reggendosi il mento con le dita intrecciate fra loro. Ascolta il suo sfogo decisamente infantile e turbato e si ritrova a sorridergli poco dopo con comprensione e dolcezza, senza venir minimamente smossa neppure dal colpo ch'egli batte sul tavolo. < Ti senti meglio? > chiede, riferendosi a quel piccolo sfogo a seguito del quale Azrael capitola arrendevole. Kaori si umetta le labbra andando ad inspirare ed abbassare le mani dal tavolo. Si fa ben dritta con la schiena e, pulendosi le labbra con il tovagliolo, si alza per andare a raggiungere le spalle del ragazzo, circondandole con le proprie braccia, il viso vicino al suo per lasciargli un bacio su una guancia. < Volentieri. Ma prima di parlare con lei è a te che bisogna fare un breve discorsetto. > dice con tono basso e morbido andando a rimettersi ben dritta con la schiena, le mani poggiate sulle sue spalle. < Non dico che debba seguire le tue orme... > onde evitare di dire esplicitamente che sua figlia prima o poi sarebbe andata a letto con qualcuno. < ma prima o poi capiterà. Sai che succederà. E vuoi che abbia paura che tu lo sappia? Vuoi che abbia paura a parlartene? > gli domanda con dolcezza massaggiandogli piano le spalle, il tono di voce accomodante e gentile. < So che ai tuoi occhi è ancora una bambina. E' tua figlia, lo sarà sempre in cuor tuo. Ma-- è cresciuta. E crescerà ancora. E si innamorerà e avrà il cuore spezzato e farà sbagli e inciamperà e imparerà a fare bene. Per quanto la cosa potrà farti arrabbiare però, lei dovrà sempre sapere che tu sei dalla sua parte. Che sei suo padre. Anche se non condividi, anche se non sei d'accordo. E' una ragazza intelligente e se vorrai impedirle di fare qualcosa di stupido sicuramente ti darà ascolto se si tratta di qualcosa di ragionevole. Ma dovrai farle capire perchè è sbagliato quello che vuole fare. > A quel punto la Hyuga andrebbe a tentare di aggirare il ragazzo per poggiarsi con i lombi al bordo del tavolo e guardarlo frontalmente negli occhi. < Io posso convincerla a parlarti, ma sei tu che dovrai aiutarla a capire. > mormora lei tentando di andare a sfiorargli il viso con una lenta carezza. < A capire come l'idea che qualcuno tocchi la sua bambina ti faccia impazzire perchè hai paura che potrebbero farle del male. Come ti tormenta l'idea che potrebbero ferirla. Come vorresti tenerla al sicuro fra le tue braccia dove niente potrebbe toccarla... > la voce si disperde in una folata di vento e le sue dita vanno ad arrestarsi al di sotto del suo mento in quella carezza gentile. < Io sarò con te tutto il tempo. Te lo prometto. > termina, alla fine, sorridendogli con dolcezza. [ Chakra: on ]

12:13 Azrael:
 Resta silente, abbandonato sulla sedia e con lo sguardo puntato sul volto di Kaori. Almeno finché lei non si alza, finché la di lei voce, bassa e morbida, va accarezzandogli l’udito, portandolo quasi a non ascoltare le parole che compone, ma beandosi unicamente del suono che gli è più caro al mondo. Un brivido gli attraversa la spina dorsale, dal cervelletto alla base della schiena, quando sente le braccia della Hyuga cingerli le spalle e le di lei rosee poggiarsi sulla propria guancia in un tenero bacio. I muscoli si irrigidiscono, lo sguardo si incupisce trasformando le iridi nere in due profonde pozze scure. < Nh- > Un breve sussulto gli attraversa la gola, uscendo dalle labbra appena schiuse, salvo poi rilassarsi di colpo sotto il massaggio gentile delle mani di Kaori. < S-sì… hai ragione… > Mormora distrattamente, dando evidenti segni di mancanza di ascolto e di totale abbandono a quel gesto, accompagnato anche dal movimento della testa che, reclinandosi all’indietro, andrebbe a portarlo ad appoggiarsi al suo corpo, ad occhi socchiusi. < Penso che… dovrò farmi andar bene che lei faccia tutto questo e lasciarla più libera, ma-- > Una breve pausa verrebbe presa, nel momento in cui sente il contatto mancare e la vede spostarsi di fronte a lui. Riabbassa il capo, sollevando le palpebre per poterla guardare negli occhi, rivelando quella scintilla nello sguardo che lei sicuramente conosce fin troppo bene. < --ma non dovrai solo starmi vicino. Dovrai distrarmi, per impedirmi di uccidere qualcuno e diventare traditore. > Sorriderebbe, a questo punto, snudando la dentatura candida in un sorriso affilato, allusivo e quasi malizioso. Poi si alzerebbe in piedi, portandole le mani sui fianchi e spingendola fino a bloccarla tra sé e il tavolo, qualora non trovasse resistenza da parte sua. < Come fai ad essere così saggia, intelligente, paziente… > Il tono di voce sarebbe basso, lento e cadenzato, reso roco da quel montante desiderio che lo fa quasi bruciare al contatto con lei. Si avvicinerebbe a fir di labbra, senza sfiorarla, ma abbastanza vicino da fondere il proprio respiro col suo < Saresti disposta a dirmi di sì adesso, qualunque cosa io abbia intenzione di chiederti? > Domanderebbe, infine, carezzandole debolmente il ventre con entrambi i pollici delle mani poggiate saldamente sui suoi fianchi, facendo scorrere lentamente la lingua tra i denti, soffermandosi sui canini affilati come a volerle lasciar intendere anche solo da quel gesto la fame e la brama che gli si è risvegliata dentro in quel preciso istante. [ Chakra ON ]

15:47 Kaori:
 Le labbra di lei si distendono verso l'esterno nell'avvertire la muscolatura di Azrael rispondere al suo tocco. Voleva farlo rilassare ma ci vuole poco per rendersi conto che invero ha scatenato una reazione assai diverso: le sue spalle sono rigide, il corpo teso, il suo respiro irregolare. Le presta poca attenzione, questo è evidente dal modo in cui va mugugnando qualche verso imprecisato senza neppure formulare una vera e propria risposta. Sorride divertita dal sentirlo così teso, dall'avvertire come il suo massaggio ci metta un po' a rilassare i suoi muscoli rigidi, le spalle contratte. Cerca di calmarlo, di dargli una mano, eppure il ragazzo sembra essere piuttosto distratto per prestare reale attenzione alle sue parole. Probabilmente una volta a casa avrebbe dovuto ripetere il discorso per assicurarsi che non renda la vita di Ai una sorta di clausura. Per il momento, però, si gode la sensazione della sua testa abbandonata contro il proprio corpo, della sua voce che sale fino al suo orecchio per mormorare qualcosa che viene interrotto dall'allontanamento del corpo di Kaori dalle sue spalle. La Hyuga va di fronte al Nara, lo guarda, lo osserva e nota nei suoi occhi quel calore, quella fiamma che ormai avrebbe potuto riconoscere ad occhi chiusi. Le basta quella visione per trasalire silenziosamente, per sentire il fiato mozzarsi in gola e il cuore batterle all'impazzata nel petto. Nonostante il gelo dovuto alla neve presente, Kaori sente il viso scaldarsi, il corpo farsi bollente mentre lo sguardo di Azrael si fissa nel suo e le sue parole vanno a provocarla. Quel sorriso sghembo va snudandogli i denti in una espressione provocatrice e maliziosa che porta la ragazza a schiudere le rosee in una invero più impacciata e sorpresa. Non di molto, però. Ormai è ben avvezza ai repentini cambi d'umore del Dainin e, soprattutto, a quel loro rapporto fatto di quell'atavico bisogno di aversi e scoprirsi. Lascia che lui si alzi incastrandola fra il proprio corpo ed il tavolo ritrovandosi ad osservarlo con espressione altrettanto provocatrice, il capo appena piegato verso la spalla sinistra, le mani ad intrecciarsi dietro la nuca del moro in una posa rilassata e perfettamente tranquilla. Azrael chiosa poche parole con la sua voce roca, bassa e seducente, andando ad avvicinarsi alle labbra schiuse di Kaori con le proprie senza ancora toccarla. I loro respiri si scontrano l'un l'altro, il loro odore si mescola e unisce e così il calore generato dalla loro vicinanza. Kaori segue con lo sguardo ogni suo minimo movimento sorridendo divertita delle sue lusinghe. < Caspita-- sei proprio fortunato, mh? > mormorerebbe ironicamente, a bassa voce, specchiando le proprie iridi in quelle di lui senza bruciare la distanza irrisoria fra le loro labbra: non avrebbe ceduto per prima. E quella domanda le smuove qualcosa dentro a metà strada fra l'infantile pensiero di una proposta impossibile da trattenere oltre e la richiesta di amarlo con ogni cellula di sé. La ragazza sente le mani di lui andare a stuzzicarla sfiorandole il ventre, stringendole i fianchi, riconoscendo nelle sue espressioni facciali il bruciante bisogno di averla per sé. Kaori avverte la medesima urgenza con uguale bisogno e, premendosi contro di lui, va ad avvicinare le rosee al suo collo per sfiorarne la pelle con le labbra calde disegnando il profilo della mascella di lui con la punta fredda del proprio naso. < Purché non comporti l'intromissione di quei tre in qualunque cosa tu abbia in mente-- > risale dal mento fino all'orecchio ove andrebbe quindi a liberare un breve e semplice ansimo. < --Sì. > sussurra andando a stringere fra i denti il lobo carnoso, morbido, mordendolo senza reale forza giusto il tempo necessario per lasciare affondare quella provocazione fin dentro di lui, a raggiungere la sua mente ed ogni parte di sé. Solo a quel punto, quindi, andrebbe a distaccare le labbra dal suo orecchio per tornare a porre il proprio sguardo nel suo, le iridi color perla a bruciare di desiderio e amore, mentre trattenendo il respiro si sente pronta ad ascoltare qualunque richiesta egli abbia in serbo per lei. [ END ]

17:14 Azrael:
 La vicinanza del suo corpo, i loro sguardi che si incontrano e si scontrano in quella mistica commistione di nero e bianco, tutto quello ha il potere di far dimenticare ad Azrael persino il proprio nome, portandono unicamente a pensare a lei, alla sua Kaori. Il respiro corto ed il cuore che batte furiosamente nel petto ne sono i primi testimoni, allo stesso modo del corpo che le si spingerebbe contro con una certa insistenza, facendo tremare il tavolo e le stoviglie che vi sono poggiate sopra. Le loro labbra sono così vicine, eppure, non si stanno neanche sfiorando. Non sono realmente in contatto, eppure ne può sentire il calore e la consistenza contro le proprie, seppur solo come bruciante aspettativa di un bacio. E lei gli dà quella conferma, gli dice che avrebbe acconsentito a qualunque suo desiderio e tanto basta per farlo capitolare totalmente, per gettarlo in un abisso senza fine e senza possibilità di uscita. Il Dainin alza il capo, scostandolo controvoglia da quella posizione, per voltarsi verso i tre cuochi, che tutto stanno facendo fuorché prestar loro attenzione, per timore che la cosa possa dar fastidio < Passo a riprendervi tra un po’, sparecchiate e pulite tutto. Non tentate in nessun modo di allontanarvi. > Gli rivolge qualche breve parola, tornando al proprio solito atteggiamento autoritario, prima di tornare ad incatenare i suoi occhi in quelli perlacei della Hyuga. < Bene, andiamo. > Un dolce sorriso gli incurva le labbra, mentre, finalmente, deciderebbe di prendere il proprio ossigeno necessario per vivere e respirare direttamente dalle rosee della sua amata, premendovi le proprie contro in un tenero bacio. Senza abbandonare quel contatto andrebbe a compiere il sigillo della scimmia tra loro, abbracciando entrambi col proprio chakra, in modo che li avvolga totalmente e che possa figurare nella propria mente la camera ove vorrebbe dislocarsi. Ne delineerebbe il letto scarlatto, il parquet scuro ed il pesante armadio appeso alla parete. Poi, ad occhi chiusi e con le labbra che mai vanno staccandosi da quelle altrui, si dislocherebbe nel luogo perfetto ove terminare quell’appuntamento, il primo di una lunga serie. [ END ]

Alla fine, dopo mille peripezie, Azrael e Kaori riescono ad andare al loro primo fatidico appuntamento in quel di Iwa.