Giocata del 08/06/2018 dalle 15:33 alle 19:09 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Stazione] Un'altra giornata è iniziata e il treno ha aperto le danze per poter portare la giovane Yakushi da Konoha a Kusa, per eseguire i propri doveri da ninja affiliato a tale villaggio. Il viaggio è stato piuttosto tranquillo, non c'era tanta ressa e ha potuto prendere posizione vicino al finestrino, così da osservare il piacevole panorama che intercorre tra un villaggio e l'altro. E' piuttosto veloce, comunque sia tutto molto sopportabile per la ragazzina costretta a fare avanti e indietro. Un bel tragitto tutto sommato, scandito dal rumore delle rotaie ritmico e che quasi culla il sonno, se solo la ragazzina ne avesse. Un semplice kimono dal colore rosso scarlatto del sangue avvolge il suo corpo questo pomeriggio. Un kimono corto, che le arriva a circa metà delle cosce. Il tessuto dalla tinta unita è ornato da dei motivi floreali dai colori nero e dorati, i quali abbelliscono l’indumento senza sembrare troppo pacchiani. E’ chiuso in vita da una fascia dorata sulla quale vi è la placca in metallo del coprifronte di Kusa, con relativo simbolo ovviamente. Al di sotto indossa dei pantaloncini neri ed attillato, ma dal tessuto elasticizzato, che le arrivano fino a poco prima delle ginocchia. Non indossa nessun tipo di fasciatura, dunque sono visibili le cicatrici e le bruciature presenti su ogni centimetro di pelle dal collo in giù. I capelli raccolti permettono che si veda la scritta “E-001” scarnificata col ferro e col fuoco nella sua carne, incisa dietro al collo. Uno chignon elegante che raccoglie quella cascata corvina, lasciando solo due ciocche laterali al volto libere di ricaderle in avanti sulle spalle. Porta kunai e shuriken alla coscia destra e il porta oggetti allacciato alla vita, dietro la schiena. Ovviamente sul kimono non manca il simbolo del clan Yakushi che porta con orgoglio, sia sul davanti a livello del cuore, che sulla schiena fra le scapole. Tutto perfetto, tutto normale in quella giornata che si preannuncia quasi noiosa, ma alla fie il treno giunge a destinazione alla stazione di Kusa e la ragazzina deve quindi abbandonare il proprio posto per poter scendere dal treno. Portamento elegante, calma e sicura di sè, espressione rilassata e occhi dorati intenti a guardarsi intorno. Una volta scesa dal treno si immerge in quell'ambiente deserto e silenzioso, se non fosse per gli altri passeggeri che affrettano il passo per andare ognuno alle proprie destinazioni. Sospira e quindi inizierebbe anche lei a camminare per la stazione. Il chakra dovrebbe essere già attivo all'interno dei propri canali, forte e potente già da questa mattina. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]Tutto tranquillo, tutto silenzioso quest'oggi alla stazione di Kusagakure no sato. Il treno è arrivato e da questo sono scesi diversi passeggeri intenti a continuare la loro vita adesso che sono finalmente giunti alla loro destinazione finale. Anche Kouki, come la manciata di altri compagni di viaggio, arriva a metter piede nel territorio kusano scendendo dalla vettura, avviandosi senza troppi problemi verso quella che è la sua meta del giorno. Almeno questo è quanto proverebbe a fare. < Finalmente sei tornata. > esordisce una voce fin troppo familiare, dalla banchina della stazione. Kouki potrà riconoscere immediatamente quel suono, quella tonalità bassa e accomodante sfumata di una punta di adorazione e autorità che costella da sempre i suoi sogni ed i suoi incubi. Il suo passato che bussa prepotente alla porta del suo presente. Otsuki si alza da uno dei vari posti messi a disposizione di parenti o viaggiatori in attesa, ripiegando il giornale che stava tranquillamente leggendo fino a poc'anzi. Lo deposita sulla panchina dalla quale va alzandosi con passo flemmatico e cauto, lo sguardo puntato dritto dritto sul viso della piccola Yakushi. < Avrei voluto aggiungere un 'a casa', ma sappiamo perfettamente entrambi che non è qui casa tua. > La fissa senza distogliere lo sguardo, nelle sue iridi chiare un palese accenno di complicità e eloquenza. Otsuki è esattamente come la piccola lo ricorda. Un uomo alto dalla corporatura longilinea, con gambe lunghe e spalle non particolarmente ampie. La pelle è chiara, la posa calma, serafica, come se nulla possa realmente toccarlo. In viso reca un paio di occhiali dalla montatura sottile che gli ricadono sul naso dritto e i capelli sono scuri, leggermente scompigliati per via del vento che soffia gentile. L'espressione è seria, indecifrabile, l'età avanzata ben oltre la quarantina ma ancora distante dai cinquanta. Se Kouki non fosse perfettamente consapevole di quanto egli sia crudele ed inquietante, parrebbe quasi affidabile e tranquillo. Indossa una camicia azzurra con dei pantaloni chiari, nessun coprifronte in vista, nessun segno identificativo. < Come stai, a proposito? > domanda l'uomo con tono calmo, pacato, sotto i raggi di un sole discendente di piena estate. < L'infezione non ti ha ancora trasformata, vedo. Trovata una cura? > Il tono della sua voce par essere quasi gentile, sinceramente preoccupato, ma è evidente la beffa sotto le sue parole. [ Ambient ]
[Stazione] Passi tranquilli vengono mossi lungo la banchina, ben intenzionata a lasciarsi alle spalle la stazione per entrare nel vivo delle sue mansioni lì a Kusa. Tutto sta andando splendidamente bene negli ultimi tempi... ha trovato la stabilità familiare, si è ricomposta, è rinata e si è scelta anche un nuovo nome. Sta facendo passi avanti, seppur lentamente, verso i propri obiettivi. Peccato che quella sua stabilità sta per essere messa a dura prova. Una voce, anzi, la voce perfettamente riconoscibile di Otsuki arriva alle sue orecchie ed è come se il tempo si fermasse. Il suo sangue si trasforma in vero e proprio ghiaccio, i muscoli si irrigidiscono così tanto da bloccarla lì sul posto, incapace persino di voltare il capo in direzione di quella voce disgustosa. Il cuore inizia a battere furioso nel petto tanto da farle male, ed inevitabilmente è come se pompasse nelle sue vene quell'infezione di colpo si nutre di quelle emozioni spropositate per raggiungere la testa e iniziare a martellarla. Fitte dolorose e incubi che si riflettono nella realtà... cose che era riuscita a superare e altre invece, più fresche, che ancora sta cercando di lasciarsi alle spalle. Quella voce... quelle semplici parole, le chiudono lo stomaco, le rivoltano le viscere e le fanno crescere un senso di nausea e terrore. Le sembra di rivivere tutto quanto, soprattutto le ultime cose ricordate... le sembra di risentire le sue mani su di lei, il dolore fisico ed emotivo, l'umiliazione, la frustrazione. I pugni vengono chiusi mentre il respiro le muore nel petto e dentro di lei sente solo il desiderio di scappare lontano... scappare o spingerlo sotto un treno in arrivo. Insomma... sono molteplici le sensazioni che prova, sia di odio che di paura, sia della voglia di scappare che quella di rimanere ed ammazzarlo con le sue mani. Ma per il momento la piccola Yakushi si è trasformata in un blocco di ghiaccio e lentamente volge lo sguardo verso l'uomo che, dopo aver ripiegato il giornale, si alza dalla panchina e lei lo osserva. Lo analizza, veloce si guarda intorno per avere ben chiara ogni via di fuga, i muscoli tesi e pronti ad ogni evenienza. Non vuole nemmeno rispondere alle sue parole, la voce non riesce più ad uscire e l'espressione perde la sua calma e sicurezza, la sua concentrazione, per lasciar spazio alla paura e alla rabbia. <Non... non rivolgermi mai più la parola.> sibila contro di lui, sputando tutto il veleno di cui dispone, con rabbia e disgusto mentre cerca di nascondere la paura. <Vattene via. Torna nel buco dal quale sei strisciato fuori.> non vuole nemmeno più ascoltarlo, non vuole rispondere alle sue domande, ne reggergli alcun tipo di gioco. Sa benissimo quale sia il suo posto ora, e sono finiti i tempi in cui quell'uomo riusciva a farle dubitare anche del fatto di essere una persona viva e non un oggetto. <Te lo giuro... ti farò pagare cara ogni cosa.> un ultimo sibilo mentre rimane ancora immobile, incapace di muoversi e cercando di tenere d'occhio ogni suo singolo movimento. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]Paura. Terrore. Rabbia. Sentimenti viscerali che risalgono dal personale e profondo Abisso dell'animo della bambina per investirla ad ondate irregolari di pura furia. Lo vorrebbe morto. Lo vorrebbe preda della sua violenza, del suo desiderio di ricambiare il dolore subito nel corso del tempo per mano sua. Vorrebbe torturarlo, fargli del male mentre è ancora in vita e sentirlo implorare pietà così come lei ha fatto innumerevoli volte. Eppure, ancora, non può. Non una folle, non una sciocca Kouki, consapevole dei rischi che potrebbe correre nel momento in cui- affrontandolo, dovesse soccombere. Non la morte, no. Un destino ben peggiore di questo: il ritorno in laboratorio. Con lui. Resta immobile, pietrificata dalla consapevolezza di averlo vicino abbastanza da poterlo toccare se solo si fosse mossa di pochi passi e sputa fuori il veleno che le cova dentro da fin troppo tempo. Otsuki espira piano, quasi rassegnato, deluso, scuotendo leggermente il capo con fare scontento. < Speravo che avresti ragionato, questa volta. > sospira l'uomo sistemandosi gli occhiali tramite un semplice gesto del medio sinistro, lo sguardo a puntarsi laconico sulla figura della piccola. < Ti ho lasciato del tempo per riflettere, per pensare, dopo che hai disobbedito alla mia semplice richiesta del nostro ultimo incontro. > Una semplice prova di fedeltà in cambio della cura per il male che giorno dopo giorno la sta affliggendo e devastando. < Hai visto in cosa ti trasformerai se non mi dai ascolto. E' questo quello che vuoi? > le domanda tradendo una punta di impazienza, di rabbia in quel dire. E poi stringe i denti, le labbra, nel sentire quella minaccia- quell'avvertimento finale. I pugni a farsi stretti lungo i fianchi, le gote paonazze mentre una vena pulsa carica di sangue all'altezza della tempia. < Davvero? Me la farai pagare? > quasi sibila, a sua volta, deglutendo quelle che probabilmente sono parole ben più dure. < E per cosa? Per averti dato la vita? Per averti creata? Per averti reso la bambina più potente di qualsiasi Villaggio ninja? > il tono è duro, l'espressione furente. E' chiaro che si sia sentito profondamente piccato dal dire della Yakushi. < Guardati attorno. Nessun altro stupido marmocchio della tua età potrebbe mai tenerti testa! Hai ereditato le stesse strabilianti e portentose capacità del nostro Signore Orochimaru! *IO* ti ho fatto dono di queste capacità. *IO* ti ho reso ciò che sei. Eppure invece di seguire la strada del nostro creatore, preferisci affossarti qui, a farti rallentare e indebolire dagli idioti di cui ti circondi. > Lo sguardo è duro, l'espressione severa, esattamente come un tempo quando Kouki non era capace di soddisfare le sue aspettative. < Cosa ti hanno dato, loro? Cosa hai imparato? > domanda adesso con tono sarcastico, pungente, mostrando un ghigno tagliente. < Ti stanno rallentando. Stanno arginando le tue vere capacità, stanno rallentando la tua crescita! Non vogliono che tu diventi più forte, non lo vedi?! > esclama esasperato, spalancando le braccia. < Non lo capisci? Hanno *paura* di te. > sottolinea Otsuki assottigliando lo sguardo, sillabando accuratamente quella parola. < Paura che ripercorra la strada di Orochimaru, paura che tu possa essere forte come lui. E, dopotutto, come dargli torto? Il suo sangue scorre nelle tue vene. > osserva con tono quasi folle, adorante, guardando la bambina con devozione. < Io sono l'unico che ti accetta per come sei. L'unico che non ha paura, ma che è fiero di quello che rappresenti. > [Ambient]
[Stazione] Troppo vicino. Troppo, troppo, troppo vicino. Il respiro è pesante, sente di non riuscire a riempire appieno i polmoni, di non riuscire a respirare bene. Lui le parla, la guarda, e lei non riesce a sopportarlo, non riesce nemmeno a guardarlo dritto in faccia per troppo tempo. Si sente... sporca, umiliata, impaurita, si sente estremamente debole di fronte a lui ed incapace di fare qualsiasi cosa. Non va affatto bene se in una situazione simile anzichè ragionare su come tenergli testa, spera che qualcuno arrivi per aiutarla. Non può contare sulle sue sole forse, vorrebbe sua madre, vorrebbe Az... loro si che potrebbero tenergli testa, ma lei? Lei è ancora troppo debole. Non lo sopporta... non sopporta essere in balia di quell'uomo e delle sue emozioni. <Non si può ragionare con te. Io ho deciso della mia vita, come avresti mai potuto pensare che io avrei preferito stare con te?> sprezzante sibila contro di lui tutto il suo odio, la voce trema appena, ma spera con tutto il cuore di riuscire a controllarsi, che lui non avverta quell'indecisione, che non fiuti la sua paura. Ma a quanto pare le sue ultime parole lo hanno fatto alterare... potrebbe anche pensare di ucciderlo facendogli venire un infarto, fargli esplodere quella vena pulsante, ma è impossibile. Deliranti fantasie di una bambina impaurita. <Tu mi hai solo fatto del male!> sbotta alzando di colpo il tono di voce, con rabbia e dolore. <Tu mi avrai anche creata, ma poi ti sei divertito a rompermi in ogni modo! Queste cicatrici, gli esperimenti, le torture, le violenze!> non ce la fa più, ha bisogno di sfogarsi contro di lui, ma non solo a parole... vorrebbe colpirlo con tutta la forza che dispone, ma è ancora abbastanza lucida da comprendere che sarebbero azioni vane. <Non dovresti stupirti nemmeno della mia ribellione! A te piacerebbe essere trattato come un oggetto?!> i pugni si stringono e l'infezione entra in circolo ancor più velocemente, andando ad intaccare la sua vista, annebbiandola, costringendola ad assottigliare lo sguardo e cercare di resistere alle fitte dolorose alla testa... quella malattia che corrompe l'autocontrollo e cerca di liberare istinti animali. Mostruosi. <Non sono forte grazie a te! Sono forte perchè io sono riuscita a reagire e ad andare avanti!> non riesce a fermarsi, ogni sua parola è un pugno nello stomaco, ogni sua parola mina alle sue sicurezze e quindi urla per evitare di lasciarsi manipolare ancora una volta. <Io seguirò le orme di Orochimaru, lo farò! E non solo lo raggiungerò ma lo supererò! Ti è chiaro?!> non riesce a calmarsi, il cuore pulsa, la testa anche, l'espressione del viso si fa carica di rabbia animalesca. <Nessuno mi rallenta!> lo mette in chiaro e ora prende un profondo respiro per cercare di attenuare il dolore che pulsa, sollevando una mano e portandosela a sorreggersi la testa in una piccola smorfia di dolore. <Nessuno ha paura di me.> ne è sicura... anche se sono le stesse parole che Raido usò dicendo che nessuno le avrebbe mai permesso di seguire le orme di Orochimaru, di diventare potente. Ma Raido delirava, lui sbagliava, lui si è dimostrato per quello è, e per quale motivo dovrebbe rendere conto alle sue parole ancora? <Tu non mi accetti per come sono... tu vuoi modificarmi e basta. Ma io ho scelto da me la strada da percorrere. Io sto crescendo, e non ti permetterò mai più di insinuarmi dubbi.> è da sola con lui, da sola con Otsuki, e ha paura che possa farle del male, con lei non c'è nessun altro. L'espressione dolorante per la testa che le scoppia si mischia a una profonda stanchezza e tristezza per tutta quella situazione... la paura profonda di quei ricordi, di lui. <Non mi toccherai mai più.> quello sguardo che anticipava le punizioni, quel suo dannato sguardo che la costringe ad abbassare il suo. E' ancora troppo debole. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]Kouki si altera, grida, si sfoga. Gli vomita addosso tutto quello che per lungo tempo ha covato in fondo allo stomaco, tutti i pensieri e le elucubrazioni che fino a quel momento ha nutrito e messo da parte in attesa del momento della resa dei conti. Otsuki è qui, davanti a lei e il suo odio, il suo astio, la sua paura, vanno fuoriuscendo dai margini come un fiume in piena. I due alzano la voce, sono entrambi adirati e delusi, furiosi, ma nessuno osa ricercare lo scontro. Kouki urla, sente l'infezione andare ad offuscarle la vista, farle dolere la testa, il suo autocontrollo è messo a dura prova. Più questo gene si manifesta più le è difficile metterlo a tacere. Sangue. Desidera il sangue, versarlo con le proprie mani, coi propri denti. Sì. Vuole sentirne l'odore, vederne il colore vivo. Colpire. Attaccare. AH, sì! E mentre combatte l'istinto di buttarsi contro di lui come una bestia selvatica, le parole vengono urlate, lanciategli addosso, provocando ulteriore rabbia da parte di lui. < Sei andata avanti? Davvero? > la schernisce Otsuki ridendo. < E dove sei andata? Sentiamo. A me sembri ancora la ragazzina che urla e piange perchè tutto finisca il prima possibile. Potresti applicarti, impegnarti, imparare, e invece preferisci piangere e tremare. Andata avanti... tsk. > la sbeffeggia, scuotendo il capo, stringendo i denti, ridendo successivamente di cuore nel sentire il dire della piccola in merito al suo voler superare la potenza del grande Orochimaru. < Senza il mio aiuto non riuscirai *mai* neppure ad avvicinarti a quello che è stato Orochimaru. E se credi che stia solo cercando di abbatterti e demolire la tua convinzione in te stessa, allora forse crederai alle parole di chi, Orochimaru, l'ha conosciuto e avuto come compagno di battaglia. > A quel punto le mani dell'uomo vanno rapidamente -troppo rapidamente. a comporre una lunga serie di sigilli al termine dei quali il pollice sinistro viene morso e del sangue fuoriuscito viene striato il palmo opposto. Questo vien fatto aderire al terreno e, un istante più tardi, una enorme nube di fumo va levandosi dalle spalle del genetista mostrando in una manciata di secondi l'enorme figura di una anaconda gigante dalle scaglie di un viola brillante. Alta otto metri e lunga quaranta, ha dimensioni terrificanti ed uno sguardo sinistro e truce. Iridi dorate, come quelle della piccola, dalla pupilla a fessura nera che osserva tutto attorno a sé. Sulla fronte è dipinto il marchio maledetto creato dallo stesso leggendario Sannin del Suono. < Forza, E-001. Prova a dirlo a lui, adesso, cos'è che vorresti fare. > la esorta deridendola tenendo la testa alta, le braccia incrociate al petto. L'enorme serpente gigante osserva la bambina con fare sinistro andando a far fuoriuscire la lingua in un sibilo minaccioso ed infastidito. "Che diavolo vuoi da me, Otsuki?" domanda la creatura con tono sdegnoso e piccato, quasi oltraggiato. "Come osi richiamarmi solo per parlare con un moccioso?" chiede l'evocazione sibilando infastidita, il suo corpo a strisciare smuovendo porzioni di terra e pavimentazione, sollevando nubi di polvere scura. < Non è una bambina qualunque, Manda. Osservala. > si spiega Otsuki ritrovando una nuova calma nel rivolgersi all'evocazione al suo fianco. < E' nata dalle cellule di Orochimaru. C'è il suo sangue in lei. > la indica alla creatura che, abbassandosi fino a portare la gigantesca testa dinnanzi alla piccola, inspira l'aria attorno a lei dalle narici a fessura. Un istante soltanto durante il quale gli enormi occhi dell'anaconda la fissano severi prima che il serpente torni ad innalzarsi per diversi metri in altezza. "Potrà averne il suo odore ma è comunque una mocciosa. Non ho alcun interesse nel perdere tempo con i marmocchi, Otsuki. C'è solo un ragazzino che è riuscito a meritarsi il mio rispetto ed è quel tronfio di Sasuke Uchiha. Questa..." un verso strozzato esce dalle sue labbra scagliose, quasi simile ad uno sbuffo annoiato. "--questa non è niente". [Ambient]
[Stazione] Difficile tenere a bada quell'infezione, difficile resistere al desiderio di affondare i propri denti nella carne altrui, le unghie e le dita a scavare nelle sue viscere come un animale affamato. Lo desidera da tempo ormai, e giorno dopo giorno spera solo di riuscire ad arrivare alla giusta potenza per poterlo far soffrire. Lei non arriva alle mani, ma nemmeno l'uomo, continuando ad urlarsi contro a vicenda, ognuno incapace di mantenere un qualche tipo di controllo. <Non piango più, Otsuki. Non tremo più. Ho preso in mano la mia vita, ho delle ambizioni e dei piani, ma come tutte le cose serve tempo per arrivare dove voglio.> sibila carica di rabbia, cercando di oltrepassare quella nube opaca che le infastidisce la vista, ma l'espressione inizia a tingersi di serietà e convinzione. Lei non si fermerà davanti a nulla per arrivare dove vuole, e questo si evince dal suo portamento in questo momento. Così certa delle sue capacità e delle sue parole, senza temere il tono e l'espressione di scherno dell'uomo. <Posso arrivare ovunque anche senza di te.> continua a mantenere la sua sicurezza in quanto dice, non disposta a lasciarsi trascinare ancora oltre da lui, cercando di lottare contro se stessa e la rabbia e il dolore che l'attanagliano cervello e viscere. Orgogliosa e testarda, arrogante, ma la curiosità ha la meglio quando Otsuki si riferisce a qualcuno che Orochimaru lo ha conosciuto per davvero... e batte il cuore di pura emozione, facendole quasi dimenticare ogni dolore e ogni istinto rabbiosa, in virtù di impazienza di conoscere questo qualcuno... e non è un qualcuno qualunque. E' un enorme serpente alto otto metri e lungo chissà quanto, troppo. Viola, feroce a vederlo dallo sguardo, e non può che rimanere stupendamente meravigliata verso quell'enorme creatura che fu compagno di suo padre, quello che lei considera suo padre a tutti gli effetti. Cerca di mantenersi forte e sicura, non si smuove davanti a quella imponenza anche se sentirsi piccoli e dire poco di fronte a quel serpente. <Saiseiko è il mio nuovo nome. Chiamami ancora con quel codice e ti strappo la lingua a morsi.> velenosa e secca, glaciale verso di lui, sussurrando a bassa voce in un sibilo quelle parole senza distogliere gli occhi dall'enorme serpente. Lei dei serpenti di Orochimaru, o meglio, che furono suoi compagni... anche se è difficile definirli tali, ha conosciuto solo Hebi, tramite Raido. In silenzio ascolta, attende, osserva l'enorme muso dell'animale abbassarsi al suo livello per annusarla. Il verdetto è rapido e anche non tanto imprevedibile in effetti... del resto chi è ora la piccola Yakushi in confronto a Manda? Ma non ci sta a farsi sbolognare in quel modo. <Si, sono una mocciosa. Ma non rimarrò tale per sempre, e sono ben determinata a diventare grande e potente, più di Orochimaru. E non mi fermerò davanti a nulla.> parole sicure, determinate, ardono come il fuoco e non si farà abbattere da niente e da nessuna parola denigrante... perchè lei è ben sicura che un giorno arriverà ad ogni suo obiettivo. Accenna un piccolo sorrisino appena sbieco, arrogante. <Sasuke? Te lo farò dimenticare. Mettimi alla prova.> be... ancor più tronfia di Sasuke a quanto pare. Ma le piace... e Otsuki, be... sta quasi svanendo di importanza per lei in questo momento. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]Kouki è decisa. E' determinata. Non vacilla, non tentenna. Ricorre a tutte le sue forze per arginare il desiderio atavico e primordiale di sangue e morte ritrovandosi a tener testa al proprio creatore senza la minima esitazione. Certo, prova paura, spavento, furia, indignazione: ma non trema. Non scappa. Kouki non è più rotta, non è più a metà. Kouki adesso è Una e ora sa. Sa chi è e cosa vuole ed è pronta a dimostrarlo con le unghie e con i denti. Resiste stoicamente ad ogni attacco, ad ogni offesa, ad ogni beffa del genetista ribattendo prontamente senza alcuna esitazione. Ribatte e risponde in uno scambio continuo di astio e veleno. < Sai, è divertente che tu ti ostini tanto a voler fare ogni cosa da sola quando potremmo lavorare assieme. > osserva lui, allibito. < Noi due condividiamo lo stesso scopo, non lo capisci? Far sì che tu raggiunga i livelli di Orochimaru, superarli, per giunta! E' quello che desideri no? E' quello che voglio anche io! > esclama l'uomo come se stesse affrontando un discorso assolutamente logico dinnanzi al più ottuso degli spettatori. < Eppure preferisci scappare, perdere tempo, perchè lavorare assieme vorrebbe dire stancarsi troppo. Soffrire. Cosa ti aspetti di ottenere a modo tuo, eh? Ogni faticosa scoperta è frutto di dolore e sacrificio! > paonazzo di rabbia, con il piede che batte per terra, impaziente. < Continui a dire di voler scappare da me perchè ti ho ferita. Non hai mai pensato che quella fosse semplicemente la strada più veloce da percorrere per raggiungere il nostro scopo? > Nostro, qualcosa che avrete sempre in comune, che vi terrà sempre legati. < Quanto hai imparato grazie a me, eh? Hai sofferto, sì. Ma dopo ogni punizione non hai mai più ripetuto lo stesso errore. Mai. Ho segnato ogni tuo traguardo e ogni tuo fallimento, ho una cronologia completa dei tuoi esercizi e dei tuoi progressi. Eri straordinariamente dotata ma eri così-- pigra. Così, debole, così poco determinata! > spazientito sospira prima di riprendere aria e continuare. < Ho dovuto educarti. E' così che succede per tutti lo sai? Le punizioni insegnano più di tante belle parole. Come pensi che vengano educati i bambini a non giocare col fuoco? Venendo colpiti sulle mani. > Cerca di ritrovare la calma, di non lasciarsi andare a nuovi eccessi d'ira. < E guardati ora! Sei così fiera e decisa! Solo perchè ricordi cosa succederebbe in caso di un errore. GRAZIE A ME! O vorresti forse ringraziare quegli idioti ai quali ti sei abbandonata, eh? Ti hanno riempito di tante belle parole, vero? Cosa ti hanno detto, eh? Che ti amano? Che ti avrebbero protetta? Che gli vai bene così come sei? > domanda lui, con tono gelido e serio, inarcando un sopracciglio. < E scommetto che ci hai creduto. Certo, è una strada così comoda sulla quale crogiolarsi. Tutto così semplice. Credere alle sciocchezze perbeniste che ti rifilano i tuoi "genitori". Ma sai qual è la verità Kouki? > domanda Otsuki guardandola ora fisso negli occhi, prendendo un lungo attimo di denso silenzio. < La verità è che una strada comoda non è necessariamente una strada giusta. E una strada dolorosa non è necessariamente sbagliata. A volte il dolore è inevitabile. > E per una volta non c'è traccia di odio o scherno nella sua voce ma solo di ferma convinzione. Il silenzio regna denso per diversi attimi prima che Manda venga evocato, annoiato, indispettito per quel richiamo inopportuno e privo di senso. Sta già quasi per andarsene quando sente la voce della Yakushi apostrofare con sì tanta determinazione l'evocatore dell'anaconda stessa. Manda si ferma rivolgendole nuovamente una occhiata sbieca, quasi di sfuggita, una risatina sibilante a sfuggirgli dalle labbra. "Mpf. Audace, la piccoletta. Quasi divertente." osserva distendendo le labbra squamose verso l'esterno snudando la lingua biforcuta, i denti appuntiti ed affilati. Si sofferma ancora per un po' per ascoltare quanto la bambina gli dice, rimanendo colpito dalla sua mancanza di paura, dal suo sguardo fermo e determinato. Tuttavia le sue affermazioni lo portano a dare in una risata malefica che gli fa agitare per aria la coda spessa e pesante. "Non ho alcun interesse nel mettere alla prova nessuno ragazzina. Non mi interessa chi sei o chi vuoi diventare, sei tu quella che vuole qualcosa da me e non il contrario." osserva Manda fissandola severamente dall'alto, scontroso e sinistro. "Ne ho visti a centinaia come te venire a richiedere il mio aiuto per le loro stupide battaglie. Pochissimi sono riusciti a convincermi. Se desideri così fortemente dimostrarmi qualcosa, allora prova a trovarmi e mostrami qualcosa che possa convincermi delle tue parole" Manda si volta, non ha altro da dire e rivolgendo un'ultima sdegnosa occhiata ad Otsuki, svanisce. I due permangono nuovamente soli e il genetista osserva la bambina con l'aria di chi sta cercando di mostrare il meglio di sé trattenendo ondate di rabbia e malcontento. < Hai sentito anche tu, no? Sei ancora estremamente lontana dal Maestro Orochimaru. Ma io posso insegnarti. Posso aiutarti a migliorare, persino aiutarti ad ottenere il favore di Manda, se solo lo volessi. Posso renderti la degna erede del Sannin del Suono e renderti persino più grande di lui. > Si ferma andando ora ad allungare una mano verso la piccola con sguardo estremamente serio, la tensione palpabile a riempire l'aria fra loro. < Vieni con me. Vieni con me, Kouki e adempi al tuo destino. > [Ambient] [Freeze]
Giocata del 09/06/2018 dalle 16:11 alle 17:12 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Stazione] La Yakushi resiste perché non può permettersi di crollare un’altra volta, anzi è proprio definitivamente stanca di crollare e soffrire. Non è più disposta a tollerare più nessuna violenza su di sé, che sia fisica o psicologica… lei andrà avanti per la sua strada e se qualcuno non la comprende o non vuole ascoltarla, allora semplicemente ignorerà tale persona. Vuole ignorare anche Otsuki, per quanto desideri solo ucciderlo nella maniera più lenta e violenta possibile, nonostante provi paura e disgusto, nonostante la testa le faccia male e le scoppi, nonostante l’infezione la metta a dura prova… lo vuole ignorare. Perché è stanca di ascoltare quella sua schifosissima voce. <Non lavorerò mai più con te. Non voglio più avere a che fare con te e sono stanca di sprecare fiato per un verme come te.> sibila di rabbia ricercando però un certo autocontrollo per non finire ad urlare come pochi secondi prima. Deve riuscire a controllarsi per il suo bene. La ragazzina lo osserva… lo osserva e non vede altro che un povero pazzo. Si, è così non riesce a vedere nient’altro, non riesce a vedere oltre quell’uomo per andare a ricercare una possibile causa della sua malvagità, no. Vede solo un pazzo sadico talmente cieco da giustificare le sue perversioni dietro a tali parole… un essere umano ormai perduto, nemmeno degno di far parte del clan a parar suo, ma ha già ricevuto il via livera da Kunimitsu in persona per farlo fuori, quindi il suo giudizio è stato valutato corretto. Chiude appena gli occhi e scuote la testa, con quel lieve sorriso sulle labbra che denota tranquillità, senza più lasciarsi corrompere da tali parole. E’ andata oltre, ormai è cresciuta e non potrà mai più spezzarsi. <Hai fatto tutto questo per percorrere una strada veloce? Per arrivare all’obiettivo il più in fretta possibile. Ma la strada più veloce non è mai quella più giusta. Come anche quella più comoda. La strada giusta è costellata di fatica, sudore e sacrifici, ed è lunga mai semplice.> lo guarda dritto negli occhi, senza timore, non riesce più ad aver paura di lui, è come se lentamente quell’uomo tanto odiato si stesse facendo piccolo piccolo davanti ai suoi occhi. Inutile, un verme. Indegno. <Farò tutti i sacrifici necessari, ma quello che facevi tu era tortura per il semplice gusto di farlo, tu nascondi le tue perversioni dietro a queste scuse e basta. Sei malato, sei pazzo. Niente di più. Hai riversato su di me solo la tua frustrazione e si… si, mi hai resa forte in un certo senso, mi hai resa talmente forte che adesso posso andare avanti da sola. Senza di te, mai più.> scandisce per bene ogni singola parola in modo da fargliele entrare in quel cervello bacato che si ritrova, sente maggior sicurezza in sé, sente che pian piano è come se quella parte che era sempre appartenuta a Mirako, ora le inondi l’animo e i pensieri. L’equilibrio tanto sognato e ora raggiunto le permette di tenere testa all’uomo che ha tanto temuto per tutta la sua vita. <Io ho scelto, Otsuki.> ha scelto la sua vita e la sua famiglia e non perde tempo a spiegargli come il loro amore l’abbia invece resa più forte, non vuole più ascoltare le sue parole vuote ne spiegare a chi non vuol sentire. Ora ha altro sul quale concentrarsi ed è l’imponente Manda che, una volta richiamato, rimane dinnanzi a lei ad osservarla ed annusarla. Non si aspettava altro dai serpenti del grande Orochimaru e sapeva che sarebbe stato difficile, ma ha effettivamente bisogno di loro per le sue battaglie future, ma anche e semplicemente per raggiungere i livelli di Orochimaru, per assomigliargli il più possibile. Manda si ferma e rivolte a lei altre parole sibilanti e sprezzanti, ridendo di lei, certo, ma facendole anche dei complimenti tutto sommato. <Hai ragione, sono io che voglio qualcosa da te. E voglio dimostrarti quanto valgo per riuscire a convincerti delle mie parole… farò di tutto.> sussurra verso di lui mentre il serpente alla fine sparisce dopo averle lasciato un piccolo indizio su come procedere. Trovarlo. Più facile a dirsi che a farlo. Silenzio da parte della piccola Yakushi che ora si volta lentamente verso Otsuki alle sue parole, osservandolo con cura, osservando la sua mano tesa. Lui è serio, lei è seria, vi è tensione nell’aria e nonostante le sue parole abbiano un senso logico, lei non è disposta ad accettarle. Compie un passo indietro per rifiutare col linguaggio del corpo quella mano e poi scuote la testa. Sguardo serio e deciso, che non ammette repliche. <Ti ringrazio per l’offerta, ma come ho detto, sono sicura di potercela fare con le mie sole forze. Se chiunque altro mi aiutasse, vorrebbe dire automaticamente che io non sarei degna.> anche questo è vero, verissimo. <Ti dimostrerò che posso raggiungere i miei obiettivi anche senza il tuo aiuto, Otsuki.> accenna un sorriso, lieve ed arrogante. <Quindi mi raccomando… non svanire, perché quando avrò guadagnato il favore di Manda, verrò da te per dimostrarti che ho ragione.> conclude le sue parole non essendo più intenzionata ad aggiungere altro. Un grosso punto a quell’incontro. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]Sono ormai diverse settimane che la piccola Kouki non si sente più così tanto piccola. Sono settimane che, poco a poco, si sente sempre più completa, al suo posto. Settimane che ogni cosa sembra aver trovato il proprio alloggio completando un quadro che fino a quel momento era parso impreciso ed incompleto. Kouki e Mirako, finalmente unite, finalmente Una, a dar vita ad una nuova personalità che non è diversa, ma semplicemente frutto di quell'unione. La paura di Kouki si è fusa alla rabbia di Mirako portandola lentamente a notare come quel mostro venuto direttamente fuori dai suoi incubi non sia più il gigante pronto per schiacciarla al suolo con le sue fruste e le sue mani, ma un uomo. Un piccolo, folle, semplice uomo. La paura che ha di lui è diversa, nuova, non più paralizzante ma quanto più-- effimera. Ne teme il ricordo, teme il periodo in cui lui era il padrone che la bastonava ad ogni errore. Teme quell'infanzia rubata e mai vissuta per colpa della follia fanatica di quell'individuo. Ma ora lo guarda negli occhi, ne sostiene lo sguardo e ne sopporta la presenza. Poco a poco prende consapevolezza di sé e ad ogni parola detta una nuova ondata di calma va ad attraversarla. Paradossale come tutto sia esattamente come Manda ha appena detto: non è lei ad aver bisogno di lui, ma è Otsuki ad essere interessato ad averla con sé. Tutto sommato chi è ad avere il coltello dalla parte del manico fra i due? L'uomo stringe i denti, freme di rabbia, ringhia ma persino la sua idea di 'logica' non può nulla contro la nuova determinazione della Yakushi. Kouki fa un passo indietro, rifiuta la sua mano tesa e sceglie la sua strada. Declina quell'offerta ed anzi lo lascia con una minaccia. Il genetista assottiglia lo sguardo, un lampo di disprezzo gli attraversa il volto prima di abbandonare la mano tesa lungo il fianco e quindi espirare. < Sempre ammesso che la tua infezione non ti trasformi in un mostro prima. > le ricorda, velenoso, prima di svanire. Puff. Una nuvoletta di fumo ed ecco che l'uomo, semplicemente, svanisce. Una copia. Nient'altro che un messaggero inviato a consegnare un semplice messaggio. Che si sia davvero arreso a detenere il controllo sulla Yakushi? O che si sia semplicemente ritirato progettando un nuovo attacco alla sua incrollabile determinazione? Quale che sia la risposta, Kouki è adesso libera. Libera di andare a lavoro, di tornare a Konoha dalla sua famiglia, di fare qualunque cosa lei desideri. [END]