L'aula è quantomai sileniosa. Solita classe dalla pianta quadrangolare di cinque metri per cinque, con doverse file di banchi tutte equidistanti le une dalle altre. Ogni singolo allievo è seduto e pronto ad affrontare i problemi e le domande che gli verranno poste. Su ogni banco è presente un foglio evidentemente scritto, ma girato in modo che la parte bianca sia rivolta al volto di ogni deshi. E mentre il silenzio tombale che regna in quell'aula viene interrotto unicamente dall'ingresso di un Sensei che spalanca la porta con una forza del tutto non necessaria, facendola sbattere sonoramente contro il muro. Il maestro è un ragazzino dai capelli neri e con un occhio sano e l'altro guercio. Vestito solo di un giacchetto nero ed una maglietta bianca, abbinate ad un paio di jeans, si avvicina alla cattedra e vi sbatte la mano sopra, quasi spaccandola. < AAAAAAALLORA! Ognuno dei fogli che avete davanti è... UNA CARTA BOMBA! > Pone la mano a formare il mezzo sigillo della capra, come se volesse far esplodere quanto ha appena enunciato, ma... immediatamente torna calmo e rilassato. < No, no, scherzo... è il vostro esame, al mio via giratelo bla bla bla avete trenta minuti bla bla bla... > Sbadiglia annoiato, restando qualche secondo di troppo silente, sbarrando poi l'occhio come se si fosse ricordato improvvisamente di qualcosa < Giusto! Il tempo parte ora! > [ Avrai 30 minuti dalla missiva che ti ivierò. Rispondi con la tua end solo a risposte inviate.]
Ricevuta. Ora fai end.
Andando a girare il foglio bianco si troverebbe dinnanzi alle 7 domande poste dal sensei. Senza molta fretta andrebbe a scrivere ogni risposta il più velocemente possibile. Con con lo stilo andrebbe a segnare ogni risposta al meglio delle proprie possibilità. Dopo mezz’ora dall’ inizio dell’inizio andrebbe a completare le risposte e a posare lo stilo nel calamaio e il foglio sul banco. Alzandosi andrebbe quindi ad asciugarsi il sudore che gli segna la fronte con la mancina e si avvierebbe calmo verso la porta dell’aula. Uscendo dall’aula abbandonerebbe l’ accademia per tornare a casa. I passi si alternerebbero lenti e spossati sulla strada battuta di kusagakure no sato, spostando con le leve inferiori i sassolini che riempiono ogni angolo della zona. Rimuginerebbe sul test da poco completato pensando ad ogni domanda e ragionando sulle risposte date, corrette o errate che siano. Spererebbe di superare quell’esame per raggiungere la tanto agognata prova pratica e per cui si è allenato fino all’estremo, oltre i propri limiti.