La principessa della luna

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22:07 Mekura:
  [monti di pietra - sopra le teste.] Non sa se è ancora il caso di rimanere li, su quel volto, il volto di Khalux Nara, forse non è più il caso, ma forse non era più il caso di stare li da quando Azrael era tornato. Ma ormai quello era il suo posto, quello era il luogo dove veniva a pensare e dove poteva trovare un minimo di conforto e confronto dei suoi pensieri. Anche questa sera era li, portando il cane con se, Andoss praticamente l'unica cosa che Azrael non si è portato via dopo la "separazione" sente tanto la mancanza dei suoi figli, così come sente l'originale la mancanza dei figli. Era partita con l'angoscia e l'aveva lasciata a gestire i soliti problemi al villaggio. rimane seduta sul bordo del precipizio guardando verso il basso le luci del villaggio che creano un mosaico caldo sotto i suoi piedi con la cacofonia della strada di sottofondo e all'orizzonte ancora una striscia di cielo poco più chiaro del buio della notte e le stelle che illuminano la sua superficie. Rimane li, con il cane tra le braccia, coccolandolo mentre sente la solitudine avanzare. Indosso la donna porta una camicia senza maniche bianca legata al collo da una stringa larga e che scende verso il basso arrivando sotto il petto, dove incontra i pantaloni di pelle grigio nera con la trama a squame di serpente insieme agli stivali neri lunghi. La schiena è lasciata scoperta, i capelli corti e quel trucco leggero, tranne per gli occhi dove le palpebre hanno una tintura rossa che crea una coda piuttosto lunga che esalta gli occhi che la identificano come la Hyuga che è...anche se è senza casata ormai da...tanto. Alcune volte riesce ad affrontarla bene, altre volte la affronta male, alcune volte si ritrova a riprendere in mano una bottiglia di sakè ed addormentarsi piangendo su un tavolo con il cane che guaisce con preoccupazione. La scena di una perdente, una miserabile, una che ha perso il suo scopo, la sua luce, la sua pace e il suo ordine. Poche cose la tengono li ancora, tutte molto importanti, ma tutte circondate in un mare di rammarico sulla quale lei è solo una dispersa.Rimane li, su quella testa, cercando e sperando che lo spirito del padre dell'uomo che ha amato, che quella pietra, per una volta si ammorbidisse e la venisse a trovare...che rispondesse alla fine dopo anni ha parlare con lui, dopo la scomparsa di Azrael per dirgli tutti i suoi segreti. [ch on]

22:10 Harumi:
 Dall'alto di quei strani monti è possibile vedere tutto il villaggio sotto il cielo sereno e stellato. È bello, è magnifico, sicuramente da lì ci si potrebbe sentire come il capo del mondo. Basta allargare le braccia ed è possibile congere tutta Konoha o una sua buona parte. La bambina sperduta vede quel mondo attraverso colori diversi che danzano intorno a lei come veloci pennellate sicure di un pittore. Il blu si distacca dal cielo per avviarsi più volte in caduta libera verso il terreno, e da quest'ultimo il verde e il marrone si mischiano innalzandosi verso l'alto per incontrare il blu. Screzi di bianco, giallo e rosso invece provengono dalle case cittadine, mentre il viola e l'azzurro avvolgono gli esseri viventi. Tutto è un quadro, un mondo troppo veloce per la piccola albina, che quasi vorrebbe tornare a sognare il mondo dal quale proviene e del quale si è ricordata anche se ancora manca qualcosa di molto importante. La voce maschile e idolatrice continua a risuonare nella sua mente. Salvatrice, stirpe della luna, principessa. Ma molte, molte domande affollano la sua testa, tanto che il ronzio, ombra dei bip, è sovrastato da esse. Il crine albino risplende sotto la luce della luna e ricade libero lungo la schiena anche se non perfettamente ordinato dando l'idea di non curarsi del suo aspetto. Occhi bianchi e perlati, dalle sfumature quasi di un viola tenue. Le emozioni non vengono mostrate sul viso, il quale si presenta vacuo e privo di ogni volontà. Osserva il mondo che scorre al di sotto dei suoi occhi, stando in piedi sul monte dei volti, sulla sua cima. Troppo veloce, lei rimane ancora indietro, sentendosi confusa per quello che ha ricordato. L'abitino bianco viene nuovamente indossato e sul petto spicca il piccolo fiocco rosso, unica nota di colore. Sul petto invece, al suo centro, è chiaramente visibile una lunga cicatrice che continua al di sotto dei vestiti lungo tutto lo sterno. C'è solo lei, avvolta nel suo bozzolo, sentendosi ancora fuori posto in quel mondo intorno a lei.

22:28 Mekura:
  [monti di pietra - sopra le teste.] Era così presa dalle sue considerazioni e dai suoi pensieri che non si accorgerebbe di una bambina che si trova a sua volta li, in quel posto, da sola e..piuttosto giovane. Corruga la fronte guardandola con crescente interesse mentre sorridendo le viene da pensare alla sua Ai: aveva l'età di quella bambina quando l'ha conosciuta e salvata. Stava per guardare di nuovo verso il villaggio quando si accorgerebbe di caratteristiche insolite per una bambina comune: gli occhi. La donna piega la testa sollevando il mento e sposta il cane, il quale guaisce dato che si era addormentato sul suo grembo. <Andoss su> gli da un ordine mentre appoggiandosi sul bordo con le mani la Hyuga si solleverebbe in piedi ritirando le gambe verso il bordo e quindi curvare la schiena poco in avanti così da sollevarsi in piedi. Il cane si scrolla lasciando dietro di se un turbinio di peli e bava prima di seguire la padrona in direzione della giovane Harumi. La Hyuga si avvicinerebbe con calma, in silenzio, rimanendo a distanza di questa di 4 m, mentre il cane scodinzola lentamente. Un pastore tedesco adulto che osserva a tratti sia Mekura che Harumi. Mekura rimarrebbe ancora una volta li, ad osservarla con maggiore attenzione notando quel vestitino bianco con quel semplice tocco di colore rosso...è un vestito piuttosto semplice, scialbo, i capelli lasciati liberi e selvaggi, mancanza di cura o attenzione. Darebbe un colpo di tosse abbastanza forte, in modo da attirare l'attenzione della ragazzina rimanendo ad una certa distanza da questa, in modo da non spaventarla. <buona sera> afferma piegando la schiena in avanti, leggermente di lato portando le mani dietro la schiena e mostrando un sorriso cordiale. <ti piace?> domanda verso questa puntando per un attimo con la testa in direzione del villaggio. <è sempre magico questo momento della serata, ma...sei molto piccola, quanti anni hai?> chiede la donna continuando a parlare con molta calma e tranquillità aspettando che la ragazzina le parli..o no. [ch on]

22:41 Harumi:
 Lei non guarda le persone, esse non compaiono nel suo campo visivo e quindi lei non le vede. Non si accorge dei presenti e non arrivano i rumori alle di lei orecchie. È persa nell'osservare quella danza di colori alla quale vorrebbe partecipare. A quanto pare fanno parte di lei, sono nati con lei nel buio in cui si trovava. Oppure poteva essere solo un sogno, ma no, no, è consapevole che facesse parte di lei. Un leggero vento le scompiglia i capelli e il vestitino, dando di lei l'immagine di un piccolo ed evanescente spirito. Estranea nell'osservare il panorama. La voce di Mekura arriva lontana ed ovattata alle sue orecchie, sorprendendo la bambina con la sua apparizione dal nulla. Va a donare gli occhi e la sua poca attenzione verso la donna e il suo ascolta, ascoltando le parole che verso di lei vengono riferite. Ma la piccola sembra davvero lontana da quel mondo, e dimostra poca attenzione apparente. Non risponde alle parole e invece la fissa con quei suoi occhi bianchi e vacui, disinteressati al mondo. Ma qualcosa, come per Kaori, la spinge a mostrare un lieve stupore: gli occhi. La mano destra quindi si alza e va ad indicare prima la donna e poi rivolge l'indice verso i propri occhi. Movimenti lenti come se fosse immersa nella glassa. I colori di quella donna vanno dal bianco al viola, e danzano intorno a lei unendosi al colore marroncino e giallo del suo cane. Nient'altro, muta, solleva le mani mostrando aperte verso di lei. È la sua risposta alla sua domanda, tralasciando le restanti parole, dona un chiarimento solo all'ultima curiosità della donna. Mostra tutte e dieci le dita, dieci anni.

22:57 Mekura:
  [monti di pietra - sopra le teste.] La donna rimane li a guardarla con le mani sulle ginocchia senza avvicinarsi troppo, osservandola come un cucciolo selvatico, una creatura che non vuole spaventare ma che vuole guardare a distanza per ora. Rimane in silenzio lasciandosi sfuggire un sospiro morbido mentre quella bambina non le risponde, non parla. Ma in ogni caso comunica, riesce a sentirla. Osserva i movimenti della mano di Harumi, il modo in cui va ad indicarla e poi indica i propri occhi. La donna allarga il sorriso teneramente, andando a mettersi in ginocchio tenendo la schiena ben dritta <si esatto: sono una Hyuga anche io, stessi occhi> afferma verso la bambina continuando a mantenere il sorriso sereno e materno...è stato più forte di lei dato che assomigliava in parte alla sua Ai da bambina. Si porta lentamente la mano destra al petto toccandoselo e guardando Harumi in modo che potesse vederla e potesse capire il gesto <mi chiamo Mekura Hyuga> non chiede ad Harumi chi sia, probabilmente la bambina lo dirà da se quando sarà pronta, più che altro la preoccupa il fatto che si trovi li...e quella cicatrice che adesso vedrebbe dopo una occhiata più attenta: nella sua testa qualcosa stava gridando, la stava avvertendo di un problema, un vecchio problema che stava tornando, per un breve momento sente un brivido lungo la schiena ma che caccerebbe via. Intanto guarderebbe le mani ancora una volta della bambina, mentre le piccole falangi si aprono e si distendono tutte e dieci. <ahh> annuisce quasi cantato la donna per poi sollevare le mani chiuse e mostrarle a questa <io ne ho così> apre le mani due volte, mettendo un secondo di pausa tra i due gesti e poi abbassando la mano destra mostra sulla sinistra 5 dita aperte <ho venticinque anni....praticamente una nonnetta per te> sorride verso la ragazzina sperando di far sorridere la povera dispersa. Fa lo stesso con Andoss dopo averlo segnato, ma questa mostra solo l'indice ed il medio sollevato <due anni> spiega questa prendendo un lungo respiro, felice di quella connessione, tuttavia c'è ancora da lavorare. <dove è la tua mamma o il tuo papà?> chiede verso la ragazza cercando di farla reagire magari, deve solo sperare che potesse avere delle informazioni e poi convincerla a farsi accompagnare a casa. [ch on]

23:15 Harumi:
 Come era successo con Kaori, la piccola si sente inevitabilmente più a suo agio per via degli occhi così simili ai suoi. Ancora però ben lontana dal comporre discorsi articolati in direzione della donna. Indica i suoi occhi e indica la donna, vuole farle sapere che ha notato quando siano simili e lei le da conferma. Hyuga, ancora quel nome. Occhi che si trovano solo a Konoha. Ma ancora cosa le sfugge? Stirpe della luna, principessa. Comprende e prova emozioni, ma è incapace di esprimerle oppure fa fatica, quello che è importante è ora recepire la presentazione di chi si trova davanti. Anche lei porta la mano destra al petto, si indica coprendosi in parte la cicatrice. <Harumi.> dona il suo nome a lei come ha fatto con Kaori. <Principessa.> sempre indicandosi aggiunge quel titolo onorifico. Elegante e candida, ma senza sorridere, volendo credere alle parole di quell'uomo giunto nel suo sogno e ricordo. Solo una voce dalla colorazione nera e viola. La mano si distacca dal petto per seguire in una piccola danza una scia di colore blu, muovendo sinuosamente il polso e le dita. Percepisce anche l'età della donna e poi quella del cane. Nessuna emozione però, nonostante comprenda il tono dolce e materno della donna, ne sente il sorriso e dentro di sè percepisce il calore. Il colore della bambina è grigio, spoglio, vuoto come si sente lei. Scuote appena la testa alla domanda che segue sui suoi genitori. <Non so... chi sono.> sussurra, ovviamente senza colore ed intonazione. Piatta, morta, una bambola senza anima. <Kaori mi ha... ospitata.> poche parole dette con evidente difficoltà, non è abituata a parlare e a volte non lo fa proprio chiudendosi nel suo mutismo.

23:29 Mekura:
 La donna la osserva, il modo in cui si comporta, sembra quasi sotto shock, anzi, senza il quasi. La copia dell'originale continua ad osservarla senza avvicinarsi di quanto è già vicina, in ogni caso, la bambina sembra aprirsi, abbastanza per parlare. <Harumi...principessa> sente quelle parole, ma li per li, la donna la considera solo come una cosa infantile, come il desiderio della bambina di essere una principessa..molte bambine vorrebbero essere delle principesse, se si considera come tale, non c'è nulla di male <sicuramente sei molto carina ed hai una bellissima voce come un bellissimo nome> continua a rispondere in modo materno e tranquillo. Intanto l'inquietudine ancora una volta avanza: Harumi non ha genitori, è da sola e vive con Kaori. Il suo sguardo passa dal materno, al perplesso e al preoccupato. Gli occhi vanno da una parte all'altra come se stesse pensando a questa bambina. La donna si solleva, con lentezza, cercando di avvicinarsi di due metri lentamente. <Kaori Hyuga, giusto?> la domanda è retorica. <dove si trova ora?> chiede alla bambina in modo leggero, tornando a sorridere materno alla bambina. Il cane intanto azzarderebbe ad avvicinarsi di più andando a girare attorno alla bambina scodinzolando; Mekura lo terrebbe d'occhio per evitare che facesse qualcosa di indesiderato alla bambina. <lui si chiama Andoss, è affettuoso anche se è grande, non vuole farti del male> afferma la donna cercando di far mantenere la bambina calma ma intanto vuole vedere se ha delle reazioni con il cane così vicino, ad un metro da lei, oppure se rimane ancora dissociata dal mondo. [ch on]

23:45 Harumi:
 La parola principessa ha un miscuglio di colori rosa antico ed azzurro. Si mischiano vorticando su loro stessi perfettamente equilibrati. Ogni bambina giustamente vorrebbe essere una principessa e sentirsi speciale ed importante per qualcuno, per questo le parole dette dalla voce nel suo sogno le hanno fatto piacere, nonostante il tono non le piacesse. Nonostante il disagio. Le piace quel tono caldo e materno che viene usato verso di lei, ma ovviamente non dimostra in alcun modo quel piacere. E' carina, bella e con un bel nome, non comprende se sia la verità o solo un modo per instaurare un legame, ma mima un piccolo cenno col capo come ringraziamento. Annuisce al nome e cognome della donna che l'ha accolta con dolcezza e preoccupazione. Così di punto in bianco va ad indicare la luna. Kaori si trova sulla luna? No, per quanto sia stato fatto in seguito a quella domanda, non era quello che intendeva. <Kaori è... a casa.> la luna ancora la indica senza spiegarne il motivo. Nel suo campo visivo poi appare nuovamente il cane, Andoss, e quale potrebbe essere la reazione di una bambina di fronte ad un cane, se non sorridere. Si, un sorriso non troppo pronunciato ma che spunta spontaneo e genuino mentre cerca di allungare una mano verso il canide. Si sa che a volte gli animali sono un'ottima terapia. I colori arancioni e gialli di Andoss si allungano per toccare il grigiume che invece avvolge la piccola. Lo vorrebbe davvero toccare e forse coccolare e oltre che allungare la mano, cerca anche di avvicinare il proprio passo all'animale, prendendo una certa sicurezza in quel nuovo mondo

00:00 Mekura:
 Rimane ad osservare la ragazzina che intanto punta la luna e dice che Kaori è a casa. Qualcosa non va. Quella bambina vuole provare a dire qualcosa che lei non riuscirebbe a comprendere e la cosa la turba profondamente..come in passato. Intanto Andoss farebbe la sua magia, avvicinandosi alla ragazzina continuando a scodinzolare lasciando che questa gli toccasse la nuca con le mani, guaendo un poco e ansimando con la bocca aperta ogni tanto. SI appoggerebbe quasi alla bambina se glielo avesse permesso. Mekura rimarrebbe in completo silenzio, guardando la scena incrociando le braccia sempre con quel sorriso sul volto, ma in ogni caso, sempre con una certa nota di preoccupazione. Osserva la scena lasciando il tempo alla ragazzina di adeguarsi al cane, di vedere cosa è capace di fare e se è capace di aprirsi..è una apertura timida, ma sembra funzionare..non vuole tirare troppo la corda, sopratutto ora che ancora è in una fase in cui non conosce quella ragazzina. Molti dubbi la assillano: è una di quei bambini allontanati per tenerli lontani dal cappuccio rosso? o magari è una storia come quella di Sakura o Shade o magari come la sua, fatto sta che a questo punto è assodabile che il clan Hyuga é riuscito a creare solo degli orfani negli ultimi decenni...una strana e inquietante circostanza. Rimane li, come un guardiano della notte ad osservare quella bambina mentre lo stesso cane prenderebbe più confidenza, lasciandosi cadere a terra e rotolando di lato mostrando la pancia. Andoss è un cane da guardia, lo ha addestrato per proteggere la sua Ai e guidarla quando era cieca, ma è bello che sia riuscito a non perdere il suo lato affettuoso da cucciolo. [ch on]

00:19 Harumi:
 La mano riesce a toccare il pelo morbido del cagnolone e al tatto vi è un'esplosione di colori. Fuochi d'artificio che scoppiettano davanti ai suoi occhi, fili colorati che si espandono dal punto di contatto fino ad avvolgersi alla propria mano. Il sorriso che era stato liberato poco prima torna a svanire in poco tempo, ma senza far sì che lei smetta di coccolare il cane. Gli permette di fare tutto, così come l'animale le permette di toccarlo. E' bello ed è buono. Solo dopo un po' torna a donare la propria concentrazione alla donna, puntandole gli occhi perlati addosso e tornando ad indicare la luna. <Principessa della luna.> finalmente giustifica quel suo gesto collegandolo al titolo che si è auto imposta. Dritta negli occhi, con quello sguardo vacuo e distante che non sembra nemmeno lasciar intendere che scherzi o giochi. Il fatto è che anche in precedenza, con quel sorriso, gli occhi erano rimasti inespressivi, mentre ora è ancora tornata a non esprimere nulla, nemmeno con la bocca. Lei è la principessa della luna, è quello che ha capito, che sia giusto o sbagliato, e non si fa problemi a proclamarsi come tale. <Mekura.> poi all'improvviso pronuncia il nome della donna per attirare la sua attenzione. <Non conosco niente... del villaggio. Di questi.> indica ancora i propri occhi. <Io sono... cresciuta lontana. Ma... imparerò a vivere in questo mondo.> un mondo strano e diverso da lei, dove non si sente a suo agio. Non dice più nulla concentrandosi ancora una volta sul cane tentando ancora di coccolarlo, come se quelle parole dette non fossero mai esistite.

21:03 Mekura:
 Il cane si lascia coccolare e si appoggia quasi di peso alla figura della giovane Hyuga continuando ad ansimare e fare piccoli versi compiaciuti. Per un breve momento ha dato un poco di gioia a quella bambina, ma ancora...ancora è presto. Non la forza e la Hyuga si risolleva in piedi mentre è dedita a giocare con il cane, dandogli ogni tanto una carezza <.principessa della luna> ripete lei mentre un'altro sordo campanello d'allarme le risuona nel cervello.. Non dice nulla, rimane ad osservarla mentre questa sembra rivolgersi a lei seriamente..non sembrava il gioco di una bambina, bhe, in effetti, Harumi non sembrava veramente una bambina. <?> la chiama per nome e questa la porta a risvegliarsi dai suoi pensieri, sgranando gli occhi mentre la osserva sorpresa per un secondo prima di ritornare cordiale mentre la ragazzina si apre con lei facendo capire che non era a conoscenza di cosa fosse uno hyuga realmente, o cosa fosse il villaggio, probabilmente si riconosceva come Hyuga solo perché ha incontrato Kaori con la quale condivide gli occhi e lei stessa, si identifica solo come associazione di idee o similitudini. <anche io sono cresciuta lontano da questo villaggio sai?> afferma la donna cercando di avvicinarsi un'altro po' alla ragazzina cercando di ridurre le distanze ancora una volta arrivando quasi ad un metro da questa. <io non sono nata qui: i miei genitori mi avevano venduto ad una famiglia che non si poteva permettere di avere figli. Una famiglia povera ma...era un bell'ambiente, non mi hanno fatto mancare nulla: affetto, amore, insegnamenti> eclissa sui veri motivi per la quale è stata mandata via dal clan, non era il caso di dirli. <quando morirono di vecchiaia, io tornai qui per scoprire le mie origini...trovai mio fratello e una famiglia> sorride verso la bambina cercando di confortarla <sei spaventata? da queste cose che non conosci?> chiede la donna sinceramente e dolcemente alla bambina dandole il tempo di rispondere. [copia]

21:20 Harumi:
 Principessa della luna suona poetico nei pensieri della bimba, è forse un appellativo nobile e puro che farebbe piacere a chiunque ricevere, soprattutto a una bambina. Ma non c’è volontà di giocare negli occhi suoi e nemmeno volontà di ridere sulla sua bocca sottile, lei è certa di esserlo. Potrebbe anche venire proprio dall’astro pallido per quanto ne sappia lei delle sue origini, rispecchiando il crine argentato e la sua figura etera e sfuggente. Va a dare una certezza alle parole che Mekura ripete dopo di lei, con un cenno lieve di assenso e poi tutto svanisce. Le parole che le vengono rivolte danzano nell’aria tramutandosi in vari colori, riempiono la tavolozza di ogni tinta conosciuta e lentamente, uno alla volta, arrivano alla bambina. Una parola per volta viene recepita e tradotta da colore a vocabolo, andando a recepire pian piano le intere frasi. <Perché?> è tutto quello che pronuncia alla fine di tutto. <Perché venderti… perché i tuoi veri creatori non ti amavano?> venire a conoscenza che la donna è stata data via da bambina procura nell’albina una fitta al cuore. Il nero e il viola aleggiano intorno a lei creando una cupola triste, e la mano destra si posa delicatamente sul suo petto accarezzandone inavvertitamente la cicatrice. Occhio audace Mekura, donna dolce e premurosa che osserva lontano nel profondo della piccola albina, pronunciando quella parola specifica: spaventata. Lo spavento ha il colore violaceo contornato di nero e screziato di lilla. Tocca una verità che porta la bambina ad annuire lentamente e non servono parole per accompagnare tale cenno affermativo.

21:42 Mekura:
 Le viene da sorridere, un sorriso amaro e appena accennato, lontano da quello che era realmente. Scuote il capo lentamente in risposta alla bambina prendendo un lungo respiro andando a spiegargli il significato di quelle parole, sempre premurosa come al solito <no Harumi, mi volevano bene...> sospira guardandola <ma...erano in un momento molto difficile: c'era la guerra, le condizioni di vita erano terribili per tutti. Mi amavano e mi volevano bene, ma dovevano badare anche ad un fratello più grande di me, qualcuno che avevano cresciuto...io ero piccola e potevo proseguire la mia vita ovunque volessi, lontano dalla guerra, lontano da qui...con una piccola speranza che io potessi e volessi tornare> questa era la bugia che le avevano raccontato quando era arrivata, questa: che era stata trattata come un oggetto, che nessun altro Hyuga voleva, pensandoci bene, lei è sempre stata allontanata dal suo clan, abbandonata per essere da sola..omen nomen. Non passa inosservato il fatto che la parola "genitori" sia rimpiazzata con quella di "creatori", ma per ora, non sono discorsi che vorrebbe fare con la bambina di 10 anni, le interessa ben altro. La ragazzina le risponde, le dice a gesti che effettivamente ha paura. <è normale> afferma tranquilla prendendo un lungo respiro guardando verso il villaggio mordendosi il labbro inferiore prima di continuare <ero piena di paura quando sono arrivata: non conoscevo nessuno, non sapevo dove andare..improvvisamente mi sono ritrovata in una condizione che era più grande di me..e che non sapevo gestire> sospira ripensando al passato per poi guardare Harumi <ma...in questo posto ho trovato persone che mi hanno aiutata a comprendere ed a guidarmi per mano e diventare ciò che sono...Konoha, ha i suoi difetti, ogni casa ne ha...ma non puoi trovare nido migliore per poter crescere e tu hai incontrato la donna migliore che si possa incontrare> afferma parlando di Kaori <Kaori sama...è una donna gentile e premurosa, con lei non devi temere nulla. ci vorrà il tempo che tu vorrai per non avere più paura, ma con il tempo le cose andranno meglio e nel caso tu avessi bisogno di qualsiasi cosa, puoi sempre rivolgerti a me> afferma la donna sorridendo <non sei da sola Harumi e se avrai paura, saremo qui a sostenerti>

22:03 Harumi:
 Sono semplici le connessioni che si creano nella sua testa, nascono crescono e muoiono, regalandole pensieri ed emozioni che non può esprimere in altro modo se non con i gesti e i colori. Se una persona ne vende un’altra, il pensiero semplice che si crea è che non fosse amata la persona venduta come un oggetto. La bambina è incapace di vedere oltre a quello che è in grado di ideare con le sue sole forze e quando ascolta le risposte che le vengono donate i colori si agitano intorno a lei. Confusa e irrequieta da quella spiegazione ma senza poter dimostrarlo con un’espressione adeguata del viso che rimane assente. <Ma perché venderti allora? Come un oggetto.> ricavare soldi da un prodotto anziché affidarlo in buona fede, anche se la bambina non può capire realmente fino in fondo quella situazione specifica. Guerra, fame e miseria sono concetti oltremodo lontani dalla vita che ricorda, al buio a galleggiare. Connessioni semplici che la inducono a pronunciare creatori invece che genitori, ma nulla che le faccia pensare in maniera distorta alla creazione di un figlio. Oppure è un termine che le è sfuggito inconsciamente ma non ha gli strumenti adatti per saperlo, non può nemmeno rendersene conto. La sua paura è vera e se ne rende conto invece e la donna tenta di confortarla con parole gentili e veritiere, non ha alcun modo di far nascere il dubbio dentro di lei riguardo a tali veridicità. I colori si avvolgono caldi intorno a Mekura accompagnando le parole come se fossero in grado di curare le sue paure. <La voce mi amava… ero desiderata, voluta, idolatrata.> pronuncia slegata dal discorso che Mekura le ha appena fatto, il suo cervello funziona lentamente, lei stessa è rallentata rispetto a tutto il resto. <Ma provavo paura, non voleva lasciare stare il mio mondo.> fissa Mekura sbattendo le palpebre pochissime volte dando un’immagine di sé ancora più inquietantemente vuota, nonostante si senta davvero tranquillizzata da quanto ha appena sentito. <Dimmi… secondo te come potrei entrare nel vostro mondo?> riuscire ad uscire dal proprio bozzolo grigio, non sentirsi più rallentata ed entrare in sintonia con quello che vede ora troppo veloce per lei. Ora senza alcuna ragione si accuccia piegando le gambe e portando il sedere verso il basso, così che le ginocchia possano toccare il proprio petto e le manine appoggiarsi sopra di esse. Osserva un colore non ben precisato che striscia sul terreno davanti a lei, dando la sbagliata impressione che si sia spenta di colpo.

22:30 Mekura:
 L'attenzione incentrata solo su quella bambina, aspettando le sue parole con silenziosa trepidazione la quale continua a fare delle domande giuste <è una lunga storia Harumi, un giorno te la racconterò con più calma se vorrai ascoltarla> cerca di chiudere li quella storia, sperando che la bambina non faccia altre domande intelligenti e intanto continua ad osservarla sentendo successivamente quelle parole inquietanti. I campanelli di allarme iniziano a gridare nella sua testa tutti insieme quando sente la parola "idolatrata", ma queste sono solo le parole di una bambina, non può scattare sull'attenti su quella cosa senza delle prove, ma sicuramente è già più che sufficiente per parlare con Kaori della questione, con urgenza. <quale voce?> chiede incuriosita mettendosi di nuovo al suo livello piegando la testa di lato e tenendo gli occhi socchiusi mentre si lecca il labbro inferiore sentendo le labbra secche. <idolatrare qualcuno e impedire che quel qualcuno fugga via, non è un buon comportamento> afferma la donna cercando di spiegarle perché la bambina aveva giustamente paura <e come se volesse relegarti a qualcosa da possedere> afferma un poco a bassa voce per poi scuotere il capo passando alla domanda successiva. La donna fa uno sbuffo divertito e la osserva con tenerezza <sei la principessa della luna: pensi che la luna stessa non possa entrare nel nostro mondo?> domanda lei con tenerezza <pensi che il vento, non faccia parte di questo mondo? o le montagne, o questi volti, o io?> si prende il suo tempo a spiegare in modo che la bambina capisse quello che lei le stava dicendo, in modo da farle recepire il messaggio e impararlo. <tutti noi, siamo già accolti in questo mondo: dal primo respiro che compiamo, dall'ultimo lungo sonno che facciamo, il mondo ci accoglie, siamo nati dentro il mondo. Non esiste un vostro mondo, un loro mondo, esiste solo IL mondo e tutti noi ne facciamo parte, in equilibrio. Non devi avere paura di questo Harumi perché tu sei già in questo mondo, devi solo iniziare a sentirlo dentro di te, devi essere tu a permettere a questo mondo di entrare dentro di te> piega il capo di lato sorridendo verso la ragazzina vedendo la reazione, come se si stesse spegnendo di colpo <sarai stanca...con tutto quello che ti ho detto ti avrò stordita, perdonami> e con questo porge la mano destra alla bambina in modo che possa prenderla <hai già mangiato? ti va se ti riporto a casa da Kaori?> chiede la donna chiedendo il permesso alla bambina prima di accompagnarla se vorrà. [copia]

22:52 Harumi:
 Per la bambina sperduta sono solo domande e non è in grado di comprendere se siano intelligenti oppure no, ma dopo la risposta di Mekura lei si impone di non farne più. Comprende il semplice comportamento umano che spinge una persona a non voler parlare di qualcosa in particolare. L’albina lo rispetta e lentamente si allontana da quell’argomento con la testa, volendolo dimenticare per questo solo istante così da non farsi sfuggire altre invadenti parole. <La voce.> bisbiglia lentamente come a proferir segreto di quel suono che andò a sovrastare il delizioso bip bip bip. <La voce era maschile. La voce… ha invaso il mio mondo.> la questione accerchia un principio di rilevante importanza per la bambina. <C’era il buio.> inizia ad ondeggiare avanti e indietro rimanendo ferma però con i piedi per terra, muovendo solo il busto lentamente, cullandosi. <E i colori. La voce di mia madre faceva: bip bip bip. Ritmico e continuo.> quel suono caldo, rilassante e intimo. Lei era come se fosse all’interno di un ventre e quel bip bip distante e morbido era la voce della madre che parla al suo bambino. Distorto è vero, ma pur sempre il di lei mondo, ovvero tutto quello che conosceva. <Galleggiavo. Quella voce si è intromessa, volevo che smettesse, volevo andarmene e fuggire da lei perché stava violando il mio mondo.> intonazione atona e dura, e poi quell’argomento muore di colpo come se non fosse mai stato importante. Un cenno di assenso viene ancora donato e smette di cullarsi avanti e indietro provando riconoscenza per Mekura che comprende la sua paura in quella voce. <Ma il mio mondo… è così diverso da questo.> solleva le mani per seguire ed accarezzare delle scie di colori che solo lei può vedere, quelle scie che si è portata dietro dal suo mondo, così come il bip bip che è divenuto un ronzio basso e continuo nella sua testa. <Queste cose… è la prima volta… che le vedo dal vivo credo… io non ricordo.> sa cosa sono, ma non ricorda di averle mai viste prime: montagne, case e la natura. Si accuccia e si chiude, lei spirito vagante e principessa della luna, l’astro naturale che risplende nel cielo e si appartiene al mondo, e lei come figlia dovrebbe appartenerci a sua volta. E’ lì e deve solo lasciarsi travolgere da quel mondo tanto diverso mettendo da parte la paura. <Sentirlo dentro di me.> deve lasciare che i colori arrivino a lambire il suo bozzolo grigio, permettere a quelle tinte di colorarlo e violarlo, acconsentire a tali colori di entrare nel suo animo e colorarlo. Solo così potrà sentirsi di appartenere a questo mondo. Non proferisce altra parola ed afferra la mano che le viene donata da Mekura, annuisce con un altro cenno del capo alle ultime sue parole accogliendo l’invito di farsi condurre a casa di Kaori. Una manina fredda e dalla presa un po’ blanda priva di particolare volontà, ma che si regge comunque alla mano d’ella.

23:09 Mekura:
 Più parla più un terrore nell'animo della donna si fa largo, quei campanelli trovano conferma. la sente e nella sua mente urla il pericolo di quello che è stato raccontato, le ferite visibili nella bambina, il comportamento di chi non conosce nulla di questo mondo. Non parla della voce, la bambina ha già detto abbastanza e con questo afferra la manina della bambina con grazia, andando a stringere le dita attorno alla forma della mano con presa salda ma allo stesso tempo tenera e con calma inizia a portarla via da li, per andare verso le scalette, in silenzio, mentre medita. <si...sentirle> afferma sorridendo verso la bambina <cosa hai sentito accarezzando Andoss?> domanda la donna come per darle un esempio di quello che doveva fare per "entrare nel loro mondo" come a detta della bambina. Il cielo è scuro, le luci inizierebbero a scomparire: è tardi e quella bambina deve andare a casa e dormire, a dieci anni fa male che stia sveglia a quest'ora, e poi l'ha distrutta a furia di parlare probabilmente e con questo proseguirebbe verso il basso, andando a stringere un po' appena arriva arriva alle scalette <attenta a dove metti i piedi, rischia di essere scivoloso>. afferma la donna annuendo tra se e se

23:21 Harumi:
 Stringere la mano di Mekura le permette di vedere meglio i colori che avvolgono la donna. Bianco con alcune strisce nere, colori che appartengono a quella donna oppure colori che la bambina sperduta cede a chi vede. La mano di Mekura è calda, decisa e dolce, alla bambina piace come sensazione anche se non lo dimostrerà mai ora. Si sente a suo agio con Mekura così come si sente con Kaori forse per via degli occhi così simili che la fanno sentire appartenente a qualcosa. <Ho sentito il pelo. Ho visto i suoi colori… il giallo e l’arancione hanno danzato insieme avvolgendo la mia mano.> Hanno superato il bozzolo entrando in contatto con lei, ed è quello che lei deve lasciare che accada. Il muscolo cardiaco inizia a battere veloce sotto quella cicatrice, alimentato dall’adrenalina per aver compreso quello che deve fare e dall’aver avuto un’esperienza come prova. Emozioni che non dimostra. Segue a passi lenti ed attenti la donna e si volta indietro ogni tanto per osservare la scia di colori che entrambe lasciano dietro di loro. Fa cenno d’assenso con la testa e presta attenzione a discendere i gradini iniziando a sentire il peso del sonno sulle palpebre, sbadigliando ponendo la mano davanti alla bocca. <Quale condizione?> pronuncia piccole parole smorzando il silenzio e in maniera slegata dal contento, riallacciandosi con un discorso precedente dopo che la propria mente ha elaborato quello che le serviva. <In quale condizione ti sei trovata? Improvvisamente, grande e che non potevi gestire.> biascica lentamente quelle parole volendo chiedere ma strascinando con sé il suono del sonno imminente.

23:40 Mekura:
 La mente di quella bambina è affascinante: utilizza i colori come metodo principale per interagire con il mondo e forse anche con le emozioni, questo le ricorda il comportamento dei bambini appena nati i quali non hanno ancora sviluppato la vista adeguatamente e si interfacciano con il mondo non attraverso le forme ma attraverso i colori e le voci. Regge ancora la mano della bambina andando verso il basso sorridendo quando la sente sbadigliare. Il cane le segue precedendole ed aprendo la strada andando ad annusare un po' ovunque, con qualche pisciata qua e la. <quando sono arrivata c'era la guerra al villaggio> spiega la Hyuga provando ad essere concisa ma illustrativa sul perché si è trovata in una condizione che non poteva gestire <mio fratello, il mio fratello ritrovato, mi ha preso con se ed ha voluto che io fossi partecipe di una ribellione verso l'Hokage di allora> spiega la donna seriamente <ero solo una ragazzina, non ne sapevo nulla di come comportarmi e quello era tutto più grande di me. Mi ritrovai ad assistere persone in difficoltà, centinaia, a vederli morire e non riuscire a fare nulla di più se non il mio piccolo> erano tempi strani, tempi differenti <mio fratello si prendeva cura di me...ma aveva molte pretese, dovevo essere alla sua altezza ed aspettative e quando ho fallito di rispettare quelle pretese quella condizione, mi ha trattato come se io non esistessi nella sua vita, desiderava uccidermi perché l'avevo deluso> è sincera la donna come se volesse farle capire di stare ben attenta a quella voce.

23:54 Harumi:
 Le parole di Mekura volino verso le orecchie della bambina e lei permette loro di insinuarsi all’interno di esse per memorizzare quanto le viene concesso di conoscere. Non conosce la guerra la piccola albina, e non sa cosa consiste o quali siano le conseguenze, potrebbe cercare di immaginare ma è la donna a dirle quello che ha visto. Ribellioni e sovversioni, imparare in fretta ad essere all’altezza per poter far fronte ad un grande pericolo. Una volta giunta la delusione però viene messa da parte come una pezza. <Un oggetto.> risponde vacua a tutto quel racconto una volta che ella ha finito di esporre. E’ giunta a una conclusione con l’aiuto dell’ultima parte della storia, stringendo inconsapevolmente la mano della donna. <Ti hanno venduta come un oggetto. Messa da parte quando non servivi più.> atono e freddo il tono che scivola dalle sue labbra appena schiuse per poter arrivare alle orecchie di Mekura. Prolunga il movimento di discesa dagli scalini, focalizzandosi su di essi e non tanto sul cagnolone, le orecchie invece rimangono attente alla donna. <Un oggetto.> continua a mormorare sempre più assentandosi da quel mondo e dal suo spirito. Si rispecchia in quella parola dagli orribili colori solo se sono accostati a una persona, e si riflette in quella donna che come tale, almeno per lei, è stata trattata. Anche la bambina è un oggetto oppure è la principessa della luna, o forse è entrambe le cose, ma ciondola la testa avanti e indietro, lasciando che il corpo soccomba almeno in parte al sonno piegando di tanto in tanto le ginocchia rischiando di farla capitombolare per le scale.

00:03 Mekura:
 Sente la bambina parlare, riguardo al fatto che Mekura l'avessero trattata come un oggetto ed in effetti per la prima parte della sua vita...e in diverse occasioni è stato così, in parte lei stessa si definisce un oggetto, uno strumento, ma dall'altra ha sempre combattuto per considerarsi al di fuori di questa idea. <forse> dice alla bambina mentre la sente più pesante: fortunatamente la terrebbe per la mano che stringerebbe prontamente mentre piegando le ginocchia fa un breve scatto in avanti per superare la bambina di qualche centimetro e con il braccio libero andare ad abbracciarla per la vita e da li sollevarla posizionando le mani al di sotto delle gambe ed attorno alle spalle <hop...ecco qui, evitiamo di farci 500 m di ruzzoloni dalle scale che dici?> afferma la donna ironica e delicata cercando di metterla comoda con la testa contro la spalla se permesso. <è vero, forse sono stata trattata come un oggetto Harumi, ma...vedi, alla fine di tutto, non è quello che gli altri fanno di te che ti identifica, ma quello che pensi tu di te stessa: sei tu che decidi se vuoi essere un oggetto...o qualcosa di meglio o quanto meno differente> afferma la donna continuando a scendere ed a sostenerla <ma c'è modo e modo di raccontare: è tardi e per quanto sei una bambina curiosa, anche i cervelli più spugnosi hanno bisogno di riposo e si vede> sorride alla ragazzina prima di proseguire verso casa di Kaori <arriveremo li in pochissimo tempo> la consola e non dice altro procedendo giù lungo le scale diretta verso la casa della Hyuga [end]

00:13 Harumi:
 La bambina sperduta non riesce più a concentrarsi sulle parole di Mekura, avendo il sonno alla fine vinto su di lei. Si perde qualche frase e sono più le volte che chiude gli occhi e cedono che gambe, che quelle in cui riesce a stare in piedi e vigile. Nessuna parola si libera dalle sue labbra appena dischiuse per lasciar libero sfogo al desiderio di fermarsi a dormire lì su quei gradini, ma i passi si fermano e la donna si porta davanti a lei prendendola in braccio in maniera gentile. Le membra dell’albina possono finalmente riposare e la testa si appoggia delicatamente sulla spalla di Mekura, mentre le braccia si piegano raccogliendo le mani al petto. Ascolta e non ascolta ma cerca di impregnare il proprio cervello di quello che ascolta dato che sembra qualcosa di veramente importante. La verità vien detta dalla donna e l’unica cosa che la bambina va a pronunciare in risposta è: <Io sono… la principessa della luna.> ha deciso in che modo identificarsi e non come un oggetto, ma come qualcuno di nobile senza però scadere nell’arroganza. E’ lì che alla fine la piccola dal crine argentato si addormenta, appoggiata con la testa contro il corpo della donna ed affidandosi totalmente a lei, nella speranza di poter essere realmente accompagnata a casa di Kaori. [end]

Mekura e Harumi si incontrano sui monti dei volti degli Hokage per ragioni differenti, ne nasce un interesse di Mekura verso la ragazzina la quale, mentre parla, inizia a farle suonare dei campanelli d'allarme che peggiorano più il discorso va avanti.
Non ci sono prove per quella sensazione, ma ne vorrà parlare con Kaori andando a riferirle quello che la stessa bambina le ha detto.
Il discorso intanto continua, con la Hyuga più grande che cerca di fare conoscenza con la bambina per poi riportarla a casa da Kaori.