Non provocare il Demone che dorme

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00:36 Kouki:
  [Ingresso locale] Un semplice kimono dal colore rosso scarlatto del sangue avvolge il suo corpo questa sera. Un kimono corto, che le arriva a circa metà delle cosce. Il tessuto dalla tinta unita è ornato da dei motivi floreali dai colori nero e d’oro, i quali abbelliscono l’indumento senza sembrare troppo pacchiani. E’ chiuso in vita da una fascia dorata sulla quale vi è la placca in metallo del coprifronte di Kusa, con relativo simbolo ovviamente. Al di sotto indossa dei pantaloncini neri ed attillato, ma dal tessuto elasticizzato, che le arrivano fino a poco prima delle ginocchia. Non indossa nessun tipo di fasciatura, dunque sono visibili le cicatrici e le bruciature presenti su ogni centimetro di pelle dal collo in giù. I capelli raccolti permettono che si veda la scritta “E-001” scarnificata col ferro e col fuoco nella sua carne, incisa dietro al collo. Uno chignon elegante che raccoglie quella cascata corvina, lasciando solo due ciocche laterali al volto libere di ricaderle in avanti sulle spalle. Porta kunai e shuriken alla coscia destra e il porta oggetti allacciato alla vita, dietro la schiena. Ovviamente sul kimono non manca il simbolo del clan Yakushi che porta con orgoglio, sia sul davanti a livello del cuore, che sulla schiena fra le scapole. Portamento elegante, forse troppo per una ragazzina giovane come lei, ma appare sicura e decisa in quello che fa, ovvero camminare verso il locale del rosso per portargli i libri. Questi ultimi sono tenuti nello zaino che si sta portando dietro e che un po’ rovinano la sua figura elegante in kimono, ma non aveva intenzione di portarseli in giro a mano. Carnagione pallida, occhi dorati, lineamenti fini e pacati… sta crescendo sotto ogni punto di vista e percorrendo la strada che ha deciso di seguire. Unica cosa nuova che appare sul suo viso è un leggero trucco viola sulle palpebre che si allunga solo leggermente verso l’interno degli occhi. Niente di troppo esagerato, delicato e che non stona assolutamente col suo viso… dopo tutto è compito di un figlio riuscire laddove il genitore ha fallito. Un semplice piccolo passo, ed alla fine, come nella vita, si trova ad avvicinarsi sempre più alla sua meta: il locale Kukoku che ha già avuto modo di visitare in precedenza. Al suo arrivo il locale sta chiudendo, forse il miglior momento per riuscire ad avere poca gente e confusione intorno, quindi farebbe vagare lo sguardo fino a puntarlo in direzione di una guardia, verso la quale si avvicinerebbe per rivolgergli parola. <Buonasera. Sto cercando Rasetsu.> solo sibili, un tono di voce sottile e sussurrato, ma perfettamente udibile e fine. Un sorriso educato solo di circostanza, ma l’espressione rimane più o meno generalmente seria. Attenderebbe dunque risposta dall’uomo, così da poter decidere poi se entrare o meno, o comunque come comportarsi. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

00:55 Rasetsu:
 Il decantato Demone Rosso si trova nel retrobottega, in quel piccolo sgabuzzino o scomparto - che dir si voglia - che Zashiki gli ha riservato come papabile Laboratorio. Dato il cambio di temperature, con l'avvicinarsi dell'estate, considerando tuttavia il freddo della notte, la giacca che or porta è di colore nero, molto più corta del solito spolverino. E' lasciata aperta sul davanti, lasciando tranquillamente intravedere la camicia bianca, i cui primi due bottoni son lasciati aperti sul petto liscio, perfettamente immacolato ed ovviamente pallido come il resto del proprio corpo. Al di sotto, invece, v'è un paio di pantaloni neri, aderenti alle gambe magre dell'uomo, con un paio di scarpe classiche come conclusione dell'abbigliamento. Si presenta fuori dall'ordinario, ben diverso dall'uso tipico dei Ninja con cui convive all'interno del Villaggio. Nella tasca destra della giacca, vi è un piccolo contenitore arancione, contenente delle pillole con una S incisa al di sopra. Nella tasca opposta, invece, vi son dei Tonici Coagulanti e di Recupero Chakra. Non se ne fa granché delle armi, per cui non sempre se le porta dietro, dal momento che difficilmente potrebbe usarle in battaglia, se non rischiando perlopiù di tagliarsi un dito, piuttosto che farci qualcosa d'esaustivo e mirato. I lunghi capelli cremisi discendono lungo la di lui schiena, mentre con la l'indice della mancina va sistemando gli occhi dalla montatura rossa lungo il naso aquilino. La giacca vien tolta, sfilata dalle maniche, e poggiata, conseguentemente, su una sedia lì vicino. Ha sistemato come meglio poteva quel luogo, lasciandovi una branda lungo la parete di sinistra, appena entranti. Le pareti son totalmente bianche, con al di sopra scritte - e non appiccicate come post it - alcune delle formule principali per quello che compie. D'altronde, ha dovuto far dei test prima di raggiungere l'obiettivo finale e tanto sperato, per cui i muri ne riportano le intenzioni. Alcune scritte son cancellate e, perlopiù, ha usato il proprio Sangue Nero per scrivervi, in mancanza di qualche penna o chissà cos'altro. Di fronte all'ingresso, ma sempre defilato verso sinistra, v'è un bancone bianco il quale occupa gran parte della parete, per almeno tre quarti. Al di sopra, un paio di mensole pieni di becher, boccette, contenitori, alcuni vuoti ed altri pieni, assieme ad altri piccoli contenitori già riempiti con delle pillole. Sulla destra, invece, vi son un paio di sedie, un armadio non troppo ingombrante e di piccole dimensioni. Spesso e volentieri, vi passa qualche nottata- chissà per quale ragione. E' pur sempre un locale a luci rosse. "Mh?", la guardia di turno si rivolge alla ragazzina che gli si para davanti a braccia incrociate. E' robusto, alto sin al metro e novanta, pelato(?), occhi scuri. "Ora si fa anche le bambine quel porco?", è invero piuttosto conosciuto, famoso per quel che fa, eh? "Prendi quel corridoio", gliene indica uno accanto al bancone, sulla destra. Si perde nel buio, con una piccola luce in fondo, sulla destra. "E svolta a destra. Se ti mette le mani addosso, urla e vengo a tirarti fuori. Non ti fidar di quel pazzoide. Chissà che caz-- cavolo combina lì dentro". Infine, la lascerà andare, senza altro aggiungere. Ah, la porta della stanza del Kokketsu è socchiusa. [Chk ON]

01:08 Kouki:
  [Ingresso locale] Osserva la guardia in attesa di una risposta che spera potrà essere più che esaustiva, mantiene lo sguardo su quell’energumeno alto e pelato, paziente, come se non avesse alcuna fretta, fino a quando non sente le sue prime parole. Immobile, silente, lo fissa con espressione tranquilla fino a quando non le ha rivolto anche l’ultima delle sue parole. <Grazie.> un educato ringraziamento per le indicazioni date. <E non ti impicciare di chi si fa o meno quell’individuo. Non sono una sprovveduta e non ho bisogno di aiuto, grazie lo stesso.> un tenue sorriso in direzione dell’uomo e quindi prenderebbe la via indicata, un lungo corridoio che si perde nelle tenebre, se non fosse per quella luce flebile in lontananza. Non ha idea di cosa si potrebbe trovare davanti, di come sia il luogo e di cosa stia facendo il rosso. In ogni caso avanza sicura di sé, passi leggeri, o almeno così vorrebbero essere, per poter arrivare fino alla porta che risulta socchiusa. Luce accesa, quindi potrà pur disturbare, ma di certo non si prende la briga di bussare o avvisare della sua presenza. Innanzitutto darebbe un’occhiata attraverso quello spiraglio di luce, aprendo poi la porta successivamente con fare lento, e cercando di fare meno rumore possibile. Gesti lenti, accorti, calcolati, quindi entrerebbe soffermandosi sulla porta. Gli occhi dorati ricercano la figura del rosso trovando, forse, con una certa facilità in quel retrobottega sistemato ad hoc come laboratorio. Mensole, fiale, contenitori, bancone, sedie, persino un letto. Osserverebbe tutto con occhio analitico prima di proferir parola. <Ti sei sistemato bene vedo, è il tuo rifugio segreto?> tipo posto speciale che hanno i bambini, casetta sull’albero o robe simili, solo che qui c’è un bellissimo laboratorio che le piace. Attenderebbe di avere la sua attenzione, se mai ce l’avrà, per poi continuare mostrando il proprio zaino, ma senza ancora allungarlo verso di lui. <Ti ho portato dei regali.> continua sibilando soffice e melliflua verso di lui, con un accennato sorriso divertito. No, non saluta e lascia da parte le buone maniere forse, pur risultando comunque affabile e delicata. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

01:31 Rasetsu:
 La guardia non ribatte direttamente alle parole pronunciate da Kouki. Le fa soltanto un cenno con la mano e si stringe nelle spalle, come a dire che, una volta entrata nel Laboratorio di Rasetsu, saranno bellamente fatti suoi, come tra l'altro ella ha richiesto che fossero. La porta è facilmente apribile, giacché basta spingerla. Non se ne accorge, tuttavia, dal momento ch'è preso da altro. I capelli gli coprono gran parte della schiena, sin alla vita. Con l'ausilio della dritta, va a sbottonar un paio di bottoni della camicia, ad altezza petto, lasciando or libera la pelle di respirare. La pelle è ovviamente pallida e, avendo le maniche arrotolate, son altrettanto visibili le cicatrici sui rispettivi polsi e le vene scure, giacché in esse scorre del Sangue Nero. Non è certo chiamato così sol perché nel Clan non avevano più idee sul nome da dargli, d'altronde. Si girerebbe di scatto alla volta della porta, appena accortosi della presenza di qualcun altro oltre ad egli nella stanza. <Che diamine! Non ti insegnano a bussare?> Sbraita, restando lievemente ingobbito in avanti. Quel che può veder Kouki, nel momento in cui le dona tre quarti del busto, è un vassoio bianco, piatto, poggiato sul tavolo, con all'interno una sorta di polverina bianca - no, non è quello che state pensando tutti. Affianco, vi son tre boccette. Nel caso in cui s'avvicinasse, potrà leggere "Doku - Zashiki: Allucinogeno" sulle prime due; "Doku - Sosachi: Tossico". <Questo è il mio LABORATORIO.> Glielo scandisce lettera per lettera, allargando le braccia verso l'esterno, coi palmi verso l'alto, in una posa più che teatrale a ben vedere. <Quali?> I regali che gli fan subito drizzar le orecchie. Le passa di fianco, subito dopo, senza neppur sfiorarla, sol per chiuder la porta e lasciarli alla loro privacy. Potrà guardar dove più le aggrada nel frattempo, il Rosso si perde giusto un attimo a guardarla. <Solitamente, qui una donna entra soltanto per una ragione. Ritieniti fortunata.> EHHH, che paroloni. CHE GALANTE. [Chk ON]

01:45 Kouki:
  [Laboratorio] Scivola nel suo posto segreto senza far alcun rumore, o meglio… l’altro è talmente assorto che non si accorge di lei se non all’ultimo. Osserva quella pelle pallida e dato che saltano all’occhio anche le vene nere… questo le fa sollevare un sopracciglio in maniera quasi impercettibile, curiosa. Per non parlare poi delle cicatrici, ma anche lei ne è totalmente piena, quindi non passano al primo posto delle sue curiosità. Al momento non dice nulla al riguardo, ma un sorrisetto lievemente impertinente ed arrogante si delinea sul suo viso una volta che comprende di averlo preso di sorpresa. Gli occhi non possono fare a meno di captare ogni particolare, quindi il vassoio, la polverina bianca e le tre boccette sulle quali vi legge quanto scritto una volta compiuti diversi passi verso di lui. Si ferma comunque a una distanza che lei ritiene adeguata, non troppo lontana, né troppo vicina. <Entro e vado dove mi pare, senza il permesso di nessuno. Dopo tutto la colpa è tua che non hai chiuso la porta.> pacata, semplice il suo dire, che si dimostra sempre leggera e un poco divertita. Ha riciclato il succo del discorso che le fece Az e questo la diverte. Quindi lascia che lui stesso chiusa la porta, e quando le passa vicino ne approfitta per osservare più attentamente quella pelle e quelle vene. <Cosa stavi facendo?> domanda ora curiosa, con una punta più infantile, falsamente infantile ed ingenua. Tiene stretto lo zaino e lo osserva mostrare in maniera plateale il suo laboratorio… silenzio, si guarda attorno, osserva ancora una volta voltando il capo e anche il busto come a volersi dare un’ultima panoramica del luogo. <Questo… il retrobottega?> un luogo allestito come un laboratorio, ma non è un laboratorio… e si evince il suo tono ironico e divertito. <Conosco dei laboratori che sono dei veri laboratori. Ti piacerebbero, impazziresti per quelli.> per esempio quello presente sotto la Magione Yakushi. Insomma, un po’ lo sta deridendo, ma con gentilezza, ecco. <Ritenermi fortunata? E perché mai?> domanda istigandolo. Dopo tutto lo potrebbe ammansire subito dopo mostrandogli lo zaino. <Sono qui dentro. Ma cosa mi dai in cambio?> affila il sorriso che si assottiglia con fare divertito e insidioso. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

02:22 Rasetsu:
 La supera nuovamente, riportando le proprie membra alla volta del bancone, ma portandosi dietro altresì una sedia, presa dal muro sulla destra. Vi si siede al di sopra, accavallando la gamba manca sulla sinistra. <Non fare convenevoli e siediti un po' dove ti sembra meno opportuno. Sul letto, non te lo consiglio, ma alla fin fine non è un mio problema.> La motivazione è blanda, potrebbe anche esser facilmente intuitiva, dipende quanto ne sappia del mondo degli adulti la ragazzina che ha di fronte. Non che gli importi comunque, non ha cattivi - pessimi - intenti nei confronti della ragazzina, per cui si può dir ch'ella possa star particolarmente tranquilla, per quanto sia tutto ancora da vedere. <La prossima volta, ci vediamo di nuovo al Ponte Tenchi. Lingua biforcuta!> Una presa in giro bella e buona, per quanto la di lei lingua potrebbe essere, in effetti, proprio biforcuta, per via del fatto ch'ella riesce persino a comandare e gestire dei Serpenti. E' una Yakushi di tutto rispetto, ma cosa volete che ne sappia lui, del resto? <Stavo preparando altre pillole. Ma, come puoi ben vedere, mi son rimaste due Fiale di Veleno Allucinogeno ed una di quello Tossico.> Zashiki gliene procurava una fiala regolarmente, contrariamente a Sosachi che riusciva a veder meno. <Tuttavia, ho ancora delle fiale piene di Sbrilluccica già pronta.> Gliele indica sulla mensola sopra la propria testa, alzando l'arto superior manco con l'indice ben disteso ad indicarle. <Rispettivamente, Sbrilluccica base. Dà soltanto un effetto di sballamento, come la più comune delle Droghe. Sbrilluccica 2.0 unita al Veleno Allucinogeno. In verità..> Si blocca, non conclude con la spiegazione delle altre boccette, per una motivazione semplice ed esemplare che va elargendo anche alla Yakushi. <..potresti testarne tu una di quelle, mh? Almeno, capiresti di cosa sono capace. Comprenderesti che sono un genio nel mio campo e che, da me, puoi davvero apprendere tutto ciò che desideri.> Le sorriderebbe affabile, per quanto il suo sorriso sia più affilato. Distende ambedue gli angoli delle labbra verso l'alto, palesando i tipici denti da squalo, affilati e bianchi. <Ho presente i laboratori di cui parli, ma finché creo droghe illegali, non posso permettermi un Laboratorio migliore di questo. Osi avere da ridire? Dovresti - dovreste TUTTI - ringraziare per ciò che riesco a fare e creare in queste quattro mura!> Esclama, or crucciandosi lievemente, seppur voglia soltanto dar sfoggio di sé, vanagloria priva di fondamento e alcun senso, se non un proprio soddisfacimento. <Non sfidarmi- Oh, a proposito hai scelto il nome con il quale devo chiamarti?> Sogghigna ancora, umettandosi le labbra con la punta della lingua. <Potrei darti cambio qualcosa che tu non hai ancora visto. Potrebbe piacerti oppure no, ma questo dipende più da te che da me.> Allusivo, doppio senso, fa capir forse qualcosa, ma la guarda con un sorrisetto compiaciuto ed a tratti lascivo. Fuggi finché sei in tempo! (?) [Chk ON]

02:48 Kouki:
  [Laboratorio] Uno sguardo al letto e sorride, riesce a comprendere quello che l’altro voglia dire e si lascia sfuggire una piccola risata andando a scegliere infine una sedia. Una di quelle libere che scosterebbe appena giusto per potersi sedere in maniera da tenere sotto controllo il rosso e la sua unica via di uscita che è la porta. Del resto non ha perso la sua abitudine di analizzare il luogo e prendere in considerazione ogni evenienza. Mai dare le spalle al nulla, dove potrebbe ricevere attacchi, occhi sui presenti e sulle vie di fuga. Semplice ed efficace. Tuttavia pare rilassarsi a tal punto da ridere ancora una volta a quello che dovrebbe essere un insulto, lingua biforcuta, o una presa in giro, e in tutta risposta fare scivolare la lingua oltre le labbra, la quale, anche senza innata attiva, risulta più lunga del normale. Muoverebbe la punta su e giù velocemente come ad imitare, appunto, la lingua di un serpente… peccato che non sia realmente biforcuta, ma c’è da dire che si sta divertendo un mondo. In seguito ascolta, osserva, presta attenzione a tutta la spiegazione che lui le va a dare sulla droga che sta creando. Sulle fiale che scarseggiano e… quella proposta decisamente indecente. Testare delle droghe è fuori da ogni suo desiderio… di pillole, droghe, ne ha già assunte abbastanza con Otsuki e i suoi esperimenti su di lei. <Rifiuto. Non sono così sciocca da assumere una sostanza che brucia i miei organi, il mio cervello, provocandomi effetti non desiderati che potrebbero minare le mie abilità. Oltre a rendermi del tutto sguarnita a priva di difese in un luogo sconosciuto in presenza di una persona, chiunque essa sia.> conclude in maniera diretta, chiara ed educata, continuando a sorridere verso di lui come se stesse dicendo cose ovvie, con quell’espressione che era tanto di Mirako… un po’ superiore ed arrogante. Quel suo sorriso affilato, come se… si ritenesse davvero un gradino più in alto di lui, quando invece non è così a conti fatti. <Non ho dubbi che tu sia un genio per aver creato quelle sostanze, soprattutto in un luogo simile.> si guarda intorno, passa ad adularlo. <Ma preferisco vedere gli effetti su qualcun altro. Non faccio da cavia, non più, mi spiace.> appoggia la schiena allo schienale della sedia e lo osserva in maniera pacata e serena. Mentre lui esclama e si fa largo col suo orgoglio, lei rimane composta e lo fissa… in silenzio, lo analizza, lo studia, cerca di capire che persona ha davanti. <E’ vero, come ho detto ti faccio i miei complimenti per il tuo lavoro fatto in questa stanza, non è da tutti.> ed è sincera, non lo sta prendendo in giro. Non sfidarlo… ma è così divertente per lei, si trova davvero bene con lui, alla grande e non può che sorridere, quasi maligna, ma divertita, niente di serio insomma. <Certo. Ho deciso un nome, ma ho pensato anche ad un altro nome con il quale che vorrei che le persone mi conoscessero. Vorrei… farmi spazio in questo mondo, non passare inosservata, capisci? Diventare importante, fare strada.> è un concetto molto più profondo di semplici nomi. Ora il volto si fa serio, facendo intuire quanto importante, davvero importante, sia per lei tutta questa questione. <Non ho… interesse ad arrivare ai vertici della Yakuza, ma del mio Clan si. Farmi un nome, una reputazione. Tutto qui.> scrolla le spalle e scuote appena la testa… non rivela ancora i nomi che ha scelto, ma se lui vorrà davvero saperli, allora glie li dirà. Ma, ahimè, lei sta al gioco e lui pure, i doppi sensi si sprecano e questo non fa che accendere la voglia di giocare della Yakushi. Sorriso malizioso, divertito, comprendendo che forse Rasetsu non intenda per davvero quel doppio senso, ma è curiosa di vedere fin dove si spinge. <E allora dammelo, sono curiosa.> sibila affabile verso di lui, lasciando ora al rosso la palla di questo gioco. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

00:09 Rasetsu:
 E' indeciso se assumere una dose di Sbrilluccica. Sa per certo che non riuscirà a seguire nessun altro ragionamento dopo, troppo sballato dall'assunzione della droga. Stringe saldamente la mano destra, serrando le dita e mostrando le nocche. Non può, non deve. Deve soltanto lavorare, resisterà alla tentazione ancora per un po'. < Peccato. Avremmo potuto testarla e usarla assieme. > Spiega in sua direzione, stringendosi nelle spalle, come se volesse tentarla. Un diavolo in persona che cerca di tirar sulla cattiva strada una bambina ancora innocente ed illibata come Kouki stessa. Ella, tuttavia, sembra esser convintissima su quel che deve o non deve compiere, come l'assunzione d'una droga della quale conosce a malapena gli effetti. < L'effetto della mia Sbrilluccica è diverso. Dipende dalla pillola che utilizzi. Attualmente, sono riuscito a crearne ben tre diverse. Quella base, la prima che ho inventato, non ha l'effetto di nessun veleno. E' semplicemente una droga classica, al pari dei normali stupefacenti che circolano sul mercato. L'ho soltanto riprodotta e modificata a mio modo. La seconda, la 2.0, è stata creata per indurre maggiormente illusioni, legata al Veleno Allucinogeno.. > Si vanta della propria opera, anche perché vuol far capire alla ragazza come è riuscito a farla. Non le spiegherà - ovviamente - il giusto metodo, ossia di come sia riuscito a legare un Veleno di un Doku ad una sostanza, tuttavia gli sembra idoneo. < ..stessa cosa per la 3.0 che ha effetti simili a quello dell'Allucinogeno, per quanto sia maggiormente tossico ed è ancora in fase di elaborazione. > Attualmente, è riuscito a sintetizzare soltanto pillole che inducono a modificare la percezione degli odori e quella dei suoni, nient'altro. La strada è ancora molto lunga, ragion per cui deve studiare, apprendere e modificare ancora molte cose. < Gli effetti potrei farteli vedere su di me, ma successivamente non risponderò delle mie azioni e non mi assumo nessuna particolare responsabilità. Vuol dire che dovremo aspettare. Oppure, volendo, potresti riuscire a stanarmi delle cavie.. > Dei topi da Laboratorio. < ..per testarle. Finora, le ho sempre testate su di me o su qualche mio collaboratore. > Incurante dei rischi, esattamente. < E c'è sempre andata bene. > Fin quanto, però, potrà andare così? Il rischio è sempre dietro l'angolo e all'ordine del giorno. < Capisco cosa vuoi dire.. > Specifica alla di lei volta, muovendo la testolina dall'alto al basso, curioso, ma al tempo stesso conscio di ciò che sta ascoltando dalla Yakushi. < Allora, prego, esponimelo. > Pronuncia, distendendo l'angolo destro delle labbra verso l'alto, divertito dalla sua ambizione. < Se ne avessi interesse io, secondo i nostri accordi.. > Quelli attuali, laddove lui le insegna la Genetica, l'Anatomia nel migliore dei modi ed ella gli procura i libri ed i veleni. < ..mi aiuteresti? > Una domanda come un'altra, ma vuole ben farle comprendere la situazione in cui si trovano. < Non- istigarmi, ragazzina. > Sibila a sua volta. < Ultimo avviso. > Come minimo. Freme laddove è seduto. [ Chk ON]

00:42 Kouki:
 La Yakushi è irremovibile sulla questione droga, non ne assumerà mai più e non ha intenzione di alterare volontariamente la sua realtà ed essere esposta ai rischi esterni. Lui la tenta, cerca di convincerla con quella blanda frase, ma lei scuote la testa con un’espressione divertita e superiore… tentare lei potrebbe essere un’impresa se non si sanno toccare i giusti tasti, innocente ed illibata? Non proprio. In ogni caso rimane ferma nella sua convinzione. <Continuo a rifiutare, preferisco vederne gli effetti sugli altri prima.> tuttavia rimane silente per tutto il tempo in cui il rosso va a spiegarle, non in maniera dettagliata, in che modo più o meno è composta la sua droga, come si suddivide e quali potrebbero essere gli effetti. Non le basta una spiegazione simile, ma comprende che l’uomo voglia difendere il suo segreto, anche se si… impazzisce di curiosità nel voler sapere come ha fatto a legare del veleno a una droga senza renderla tossica. <Immagino che comunque abbia degli effetti collaterali, no? Quali sarebbero? E sviluppano dipendenza probabilmente.> come tutte le droghe, a meno che davvero la sua non sia diversa. <Come hai fatto a legare il veleno alla droga? Che procedimenti hai usato?> no può esimersi dal lasciarsi andare alla sua curiosità… lei deve sapere ogni singola cosa. Non per rubare il lavoro a lui, ci mancherebbe, ma per semplice ed agognata conoscenza. Come una bimba al luna park, le si illuminano gli occhi nella speranza di qualche risposta più specifica. <Non li voglio vedere su di te gli effetti, ti vorrei lucido se possibile.> non ha certo paura di lui, ma se dovesse avere qualche domanda? Non può rischiare di non averlo pronto a qualche risposta. Però potrebbe trovare delle cavie, si… ma chi? E dove? <Delle cavie sarebbero utili, soprattutto se la 3.0 non è ancora ultimata ed è rischiosa. Non va bene rischiare la propria vita, io la mia non la rischio, e tu sei l’unico che può creare questa droga non ti puoi permettere di rovinarti.> parla come… come dire, come se l’adulta fosse lei? Di sicuro si prende il diritto di dare consigli e forse ordini, dimenticandosi ancora una volta chi, fra i due, è più alto in posizione. Ma non fa niente, è arrogante di natura a quanto pare, ma soprattutto le sembra logico e sensato non usare se stessi come cavie. <Dove potrei trovare delle cavie e dove le porterei? Qui?> allude ironicamente, ancora, al posto dove si trovano… servirebbe proprio un altro luogo. Comunque a quanto pare si trovano in accordo sul volersi fare un nome e una posizione, qualcosa di importante per la reputazione e per arrivare ai propri obiettivi, e lui si dimostra interessato nei confronti della ragazzina e dei suoi nomi scelti. <Saiseiko.> pronuncia sibilando verso di lui con tono elegante ed armonioso, proprio il nome stesso, per come lo pronuncia lei, pare un sibilo… con quelle ‘esse’ di mezzo. Significa Rinascita, o per meglio dire, figlia della rinascita… va be, in ogni caso è come si sente lei, rinata. <Vorrei che sostituisse il nome Kouki. Ma vorrei che tutti mi conoscessero come Hebi no Ojo, Principessa dei Serpenti.> pronuncia con orgoglio, così è come vuole essere riconosciuta, così è come vorrebbe che tutti parlassero di lei… importanza per chi è e per quello che sarà in futuro, sicuramente. <Aiutare te nella scalata nella Yakuza? Uhm… si, secondo i nostri accordi. Ma questi accordi valevano solo per quello che ho qui…> e sorride maligna e divertita, muovendo la borsa che ancora tiene. <E per il veleno dei miei serpenti. Quindi magari di tanto in tanto ti chiederò qualche altro… premio in cambio, o favore.> ridacchia appena, notando con piacere la reazione dell’uomo. <Come adesso… perché non dovrei istigarti? Se no… che faresti?> assottiglia sempre più la voce, umettandosi le labbra con la lingua, divertita e curiosa di vedere fin dove potrebbe mai spingersi… all’effettivo non lo crede pericoloso nemmeno un po’ al momento, per lei è tutto un gioco. Agita la borsa ancora un poco con sguardo velenoso e malizioso. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

01:21 Rasetsu:
 Muove il capo - nuovamente - in un cenno d'assenso. < Non ti sto obbligando né oltremodo sto insistendo sul fartela assumere. Va bene così. Vorrà dire che mi divertirò dopo, da solo, assumendone qualcuna. > Spesso e volentieri, d'altronde, ne fa uso e, a lungo andare, causa dipendenza. Ciò non gli crea alcun disturbo, anzi. E' un demone d'altronde, non può morire d'overdose grazie al Sangue Kokketsu in circolo nelle sue vene. < La dipendenza è la prima che viene sviluppata. A seguire, nel caso in cui venga assunta in maniera eccessiva, come penso tu possa immaginare, quella Allucinogena causa maggiori Allucinazioni. E una serie concatenata di Allucinazioni non è proprio un bello spettacolo, non trovi? > Ne fa un esempio, com'è giusto che sia, piegando il capo verso la spalla manca senza distoglier, per nessuna ragione particolare, lo sguardo dalla figura della ragazzina. La tiene sotto controllo, come se dovesse o potesse far qualcosa di tremendamente sbagliato tanto da doverla fermare istantaneamente. Molto probabilmente, invece, vuol soltanto accertarsi che non stia dicendo stupidaggini e che il lavoro sia stato svolto egregiamente. < Stai facendo troppe domande. > Ribatte, impuntandosi e ingrugnendosi. Assottiglia le palpebre, sistemando meglio gli occhiali lungo la punta del naso, affinché le lenti siano nella posizione adeguata per guardarvi attraverso. < Ti ho detto che ti mostrerò il procedimento vero e proprio. Possiamo fare tutto quando mi concederai il tuo Veleno. Ti ho detto che t'avrei insegnato quello che so, ma in questo momento non vedo: né i libri né il veleno. Ti sto elargendo le informazioni spicciole.. > Snocciolate al minimo sindacale. < ..solo per diletto. Voglio ciò che ti ho chiesto, lo sai benissimo. > Si fa poco più serio, poiché è veramente impaziente di sapere, di capire, di vedere con i propri occhi ciò che la ragazza serpente gli ha trovato e portato. < E mi avrai lucido, infatti. Inoltre, la 3.0 non posso ultimarla per nessuna ragione usando me come cavia. Come ti ho detto, ho utilizzato il Veleno Tossico ch'è molto e profondamente diverso da quello Allucinogeno, sia per struttura che per capacità. Tuttavia, credo sia superfluo darti queste specifiche, avendo tu stessa a che fare coi Veleni. > Esordisce, piegando le braccia all'altezza della bocca dello stomaco, assieme alla gamba manca che vien accavallata sulla specular opposta. Lascia ciondolar il piede, in attesa. < Se io mi rovinassi, non ci sarebbe più nessuno in grado di crearla. Non lascerò i miei averi, le mie ricette a qualcun altro. La Sbrilluccica è nata con me e morirà con me. > Non vuole un commercio dopo la sua Morte, poiché non ne ricaverebbe nessun profitto! Da morto, i soldi non servono a niente e, sui propri, specialmente, nessuno dovrà metterci le manacce luride. < Senti- Se conosci un posto migliore nel quale poter lavorare alla Sbrilluccica, dimmelo pure! > Inizia a spazientirsi nei confronti della ragazzina, con la vena sulla tempia destra che inizia ad ingrossarsi. Il problema è un altro: non può arrabbiarsi più di così o rischia di risvegliar qualcosa di sopito e nascosto in lui. Per il momento, sembra contenersi e calmarsi, respirando lentamente. Ancor non può rendersi conto di ciò che alberga in sé, ma non è molto lontano dall'arrivarci. < Mi bastano dei topi da Laboratorio o della feccia umana che non vuol più vivere. > Spiega, dando modo alla ragazzina di poter trovar ipotetiche cavie. < In questo, però, ti aiuterò anche io. Non ho intenzione di lasciarti fare tutto il lavoro sporco da sola. > Inspira ed espira lentamente, ascoltando quanto vien da lei pronunciato: il nome con il quale vuol farsi presentare. < Saiseiko mi piace. > E' sincero, non ride né trasmette altre emozioni se non la neutralità con il quale ha affermato la suddetta frase. < Hebi no Ojo è onorifico. T'atteggi a Principessa dei Serpenti, ma io ancora non ne ho visto neppure uno dei tuoi. > Punzecchia, poiché come lei non vede l'ora di vedere il maestro all'opera, lo stesso Rasetsu non vede l'ora di avere libri e veleni tra le mani. < Un accordo è un accordo, Saiseiko. > Lo usa di proposito, bastardo, come se potesse comprarla soltanto con un nome. < Per me va bene qualsiasi cosa tu chieda, purché non minacci direttamente me o i miei affari. > Vuol mettere la clausola e pararsi, ovviamente, le chiappe in futuro, evitando qualcosa laddove non batte il sole. S'alza in piedi, all'ennesima provocazione, avvicinandosi con un paio di rapidi passi alla sedia dov'è seduta quest'ultima. Si inginocchia frontalmente ad essa, divaricando le gambe assieme alle ginocchia e sollevando i talloni, lasciando sol le punte delle scarpe eleganti a toccare il pavimento. Schiena dritta, braccia calate lungo l'interno delle cosce, a penzoloni. La fissa più o meno alla stessa altezza riducendo quasi al minimo la distanza tra i due corpi. < Rammenta una cosa, Saiseiko. > Se finora non la chiamava affatto per nome: eccolo qua. Insiste, imperterrito. < Mi hanno affibbiato molti nomi in passato, persino uno dei peggiori. > Che tanto detesta, tanto da non voler mai sentir pronunciar quello stesso sostantivo per nessuna ragione al mondo. Potrebbe dare in escandescenza e di matto. < Nel caso in cui avresti qualche anno in più, ti avrei già sbattuta contro quella porta. E per "sbattuta" non intendo il semplice prenderti e poggiar le tue delicate membra contro il legno. Ho dei principi che tu stai sfidando- e non vuoi veramente che io ti metta le mani addosso. > Comprensivo, per quanto sia visibile l'ira crescente nelle proprie iridi. < Non lo farei per picchiarti: leggi tra le righe. > Lo farebbe per tutt'altri scopi. < Sarò gentile e accondiscendente con te se non mi provochi, se non mi istighi. Mitiga il tuo tono. Potrebbe piacermi ed è sbagliato. > Lo mette ben inciso poiché, pur essendo un'entità malvagia, non farebbe mai del male ad una ragazzina: né nel senso intrinseco del termine né nei riguardi del doppio senso in questione. [Chk ON]

01:56 Kouki:
 Non le resta che ascoltare paziente quello che le viene detto riguardo la droga creata dal Demone stesso in persona. Effetti collaterali per di più… e lei annuisce cercando di immaginarsi quello che vorrebbe magari vedere su qualche cavia. Tuttavia altro di più non le viene detto, dato che, forse giustamente, Rasetsu vuole prima quello che ha richiesto… e gli accordi sono accordi, no? Annuisce, annuisce, muove quella testolina senza però dire nulla, come se stesse solo accondiscendendo il dire di quell’uomo. <Hai ragione, i patti sono patti.> seria in viso, almeno ci prova, perché non può nascondere il fatto che quella situazione le piace e la diverte. <Allora va bene, l’importante è che tu non sia così tanto autodistruttivo nel testarle su di te. Perché, appunto… se tu muori, non ci ricavi nulla.> sono d’accordo su quel punto, e non ha proprio nulla da ridire sul fatto che quella droga morirebbe con lui, senza nessuna volontà che venga creata post morte… annuisce, non ha intenzione di mettersi a creare droga al momento. <Va bene, non voglio i tuoi segreti per crearla da me. Voglio solo sapere per spirito di conoscenza.> pura e semplice verità… sospira e si lascia andare ad un altro sorrisino. La ricerca delle cavie, invece, probabilmente sarà compito di entrambi, e ciò la rende decisamente felice. <Non conosco un altro posto, se non il laboratorio segreto di Otsuki sotto la magione del mio Clan, ma non credo che sarebbe saggio farti entrare lì. Non mi starebbe bene.> quindi scuote la testa e solleva appena le spalle, facendosi andare bene quello che ha elaborato il Demone in questo retrobottega. <Qui andrà bene immagino.> non stanno poi tanto stretti, suvvia. Sorride soddisfatta nel sentire che il proprio nuovo nome ha riscosso successo nel rosso, mentre non può che accentuare quel sorriso quando lui la punzecchia a quel modo. <E’ un nome più che giusto attraverso il quale voglio essere riconosciuta, si, Hebi no Ojo è perfetto… e le mie creature non verranno create senza una valida ragione e al momento non la vedo. Non sono oggetti o pupazzi.> ammette lieve, sibilando verso il rosso. <A meno che tu non abbia intenzione di iniziare subito.> certo in quel caso dovrebbe attivare l’innata e farsi dire che genere di veleno vorrebbe. Le piace quando lui pronuncia il suo nuovo nome, la fa sentire a posto, completa, raggiante, ma non lo da a vedere troppo, mantiene quel suo sorrisino malizioso e divertito. <Non ti rovinerò nessun affare, tranquillo.> non ne ha motivo e nemmeno voglia… ma ecco che finalmente ottiene una qualche reazione da parte del rosso, il quale si avvicina a lei, accovacciandosi davanti in modo da guardarla dritta negli occhi. La distanza è stata resa pari a zero fra i due, e la Yakushi sente il divertimento crescere sempre di più… la personalità che era di Mirako, risiede decisamente anche in lei ora. Lo ascolta… ogni singola parola che esce dalle sue labbra. Trova tutto quello divertente, emozionante, come colta da una qualche specie di frenesia nel sentirsi se stessa e libera. La borsa è nella sua mano, se vorrebbe potrebbe prendergliela senza problemi, lei non la nasconde. E capisce perfettamente quello che lui intende, legge fra le righe anche molto bene, ma c’è una differenza dal suo passato… ora è lei che istiga. Avvicina ancora di più il suo viso a quello dell’uomo. <Vuoi dirmi, caro il mio Demone, che non possiedi nemmeno un minimo di autocontrollo?> sibila verso di lui, la voce bassa e calma, il sorriso, lo sguardo tra il divertito e il malizioso, lo punzecchia. <A questo mondo tutto è sbagliato, Rasetsu. Sei tu che ti definisci Demone… perché ti preoccupi di ciò che è sbagliato? Non vorresti fare solo quello che più ti piace?> affila il sorriso e la lingua si muove serpentina andando a cercare, rapida, di donare un’inopportuna piccola leccata alla guancia dell’uomo… chi è il demone tentatore, ora? Quand’è che si stancherà di giocare? [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

02:38 Rasetsu:
 La ragazzina si diverte come una matta, mentre Rasetsu inizia ad andare in escandescenza per un motivo o per un altro. < Te l'ho detto- non lo farò. Non ho intenzione di morire. Inoltre, la mia profezia dice che morirò per mano di qualcuno che conosco. > Non vuol far menzione di Bahaa, non in questo momento. < Per cui, so perfettamente a cosa vado in contro e come morirò. Non sono così stupido da testare su di me qualcosa che, allo stadio attuale, contiene più effetti collaterali che quelli che vogliono donare. > Spiega sommariamente alla Yakushi la quale, nonostante la giovane età, è abbastanza una ragazzina prodigio. Riesce a comprendere ciò di cui egli parla, la qual cosa non succede da tanto, troppo tempo. Difficilmente, persino gli adulti, riescono a comprendere quel che il Rosso pronuncia, specialmente nei riguardi della Medicina e della Genetica. < Lo so, Saiseiko. > Che vuol conoscere quei particolari sulla Sbrilluccica soltanto per conoscenza, per "sapere". < Non ti starebbe bene per quale ragione? Perché appartiene al tuo Clan? Penso sia giusto da questo punto di vista. Neanch'io vorrei che estranei entrassero nella casa del mio, di Clan. > Ci tiene particolarmente alla Famiglia Kokketsu, ragion per cui è ovvio e lineare anche il proprio ragionamento, abbastanza da comprenderla. < Qui, solitamente, ci resto poco. Creo la droga, controllo i veleni, li sintetizzo. Altro non faccio e difficilmente ci resto anche a dormire. Tuttavia, nel caso in cui acquistassi regolarmente un'abitazione, sarei schedato. > Non paga neanche le tasse: sarebbe letteralmente nella merda se lo venissero a sapere. < Mi conviene maggiormente cambiare abitazione ogni volta. Negli ultimi anni, gironzolo per le case abbandonate nelle campagne fuori Kusa, quando non piove o non c'è mal tempo, poiché son libere per via della Guerra passata. > Racconta questo piccolo aneddoto alla sua altrettanto piccola interlocutrice. E' uno dei motivi per i quali non ha una fissa dimora ed un Laboratorio migliore di quello. < Non voglio iniziare adesso- non è il momento adatto né quello opportuno. Come vedi, c'è ancora gente nel Locale. > Le guardie, i buttafuori che le hanno permesso di entrare. < So perfettamente che non sono pupazzi, ma tu altrettanto bene che quel Veleno mi servirà. In questo momento, voglio soltanto i miei dannati tomi, Saiseiko. Non farmi arrabbiare- > Sibila, per quanto quella furia ricominci la scalata verso il milione, verso l'apice. E, d'un tratto, quel che ottiene è un improvviso annebbiamento della vista, il quale gli fa storcere il naso e assottigliare le palpebre. < NGH- > Ma passa subito, così com'è apparso. E' un dettaglio opinabile, probabilmente stanchezza: sceglie di catalogarla nella sua mente in questa precisa maniera. E, dato l'improvviso malessere o qualsiasi cosa esso sia, fa scemar la rabbia che stava aumentando: la mente vien proiettata altrove, prima di tornar sulla ragazzina. < Cosa stavamo dicendo? > Persosi un attimo a pensare, a rimuginare, or tenta di ristabilir l'ordine dei pensieri. < Perfetto. Sai- ne va di entrambi. > Non accetterebbe mai che qualcuno s'impicci dei propri affari e crede ancora di poter tenere sotto scacco lei, quando è palese che, tramite la sua provocazione, la situazione si sia ribaltata del tutto. Inginocchiato - non prostrato - vicino alla Yakushi, quest'ultima adotta ancor quel tono così melodioso e fastidioso al tempo stesso. Egli non distoglie lo sguardo, continua a fissarla con insistenza- con desiderio. < Lo posseggo, Lingua Biforcuta.. > Meglio si Saiseiko come soprannome, per lui. < ..ma tu lo stai mettendo a dura prova. E' difficile trovare una donna che mi tenga testa così come stai facendo tu- e pensare che sei ancor lontana dall'esserlo in toto. > Non sa quanti anni ella abbia, ma è palese che sia molto giovane o ne dimostra davvero pochi. < Sicura di quello che mi stai proponendo, Serpentella? > Sfrutta qualsiasi nomignolo gli venga in mente in questo momento, senza sapere esattamente come e perché. Gli esce del tutto naturale. Anche il di lui tono è mutato, divenendo più basso e baritonale, malizioso ed eccitato. < ... > Gli si rizzano i peli sulla nuca nel momento in cui la lingua di Kouki ne tocca la guancia con quel tocco leggero, malizioso al tempo stesso. Sgrana le palpebre, l'arto destrorso s'alzerebbe in un attimo come se fosse mosso a caso: una diretta conseguenza. < ..ragazzina- > Sibila a denti stretti, annaspando. La mano, veloce nei suoi movimenti (neanche troppo), viaggerebbe alla volta della di lei gola. Ciò non verrebbe fatto con prepotenza: inizialmente, potrebbe sembrarlo ma, raggiunto il collo, la trachea, le dita si muoverebbero leggiadre sulla pelle di lei, precisamente sul lato sinistro ed in prossimità del mento. Salda la presa: indice e medio poggiati sulla di lei guancia; anulare e mignolo sul collo; pollice sul bordo del labbro inferiore, atto a tirarlo dabbasso. La mano sinistra, invece, risale lentamente la COSCIA di lei, precisamente la destra, volendo in qualche modo salire sin a metà della stessa. La direzione non sarebbe quella che ci si aspetta, bensì lo zaino, la borsa contenente i di lui tomi. Lei sta giocando e lui fa altrettanto, ma con uno scopo preciso in mente. < Se faccio quel che mi piace- > Si blocca nuovamente. Il di lui cuore ha iniziato a battere ben più forte del normale, saltando qualche battito, aritmico il progresso dello stesso. Kouki lo ha provocato, ma c'è quel gene- nascosto- che gli provoca effetti collaterali. < NGH-- > Di nuovo, più duraturo. La testa inizia a pulsare, a fare male. L'annebbiamento della vista ritorna, lieve come poc'anzi, ma le tempie pulsano più del normale. < Mi hai fatto qualcosa, eh- DIMMELO! > Salda maggiormente la presa sul lato sinistro del collo di lei, ma senza procurarle dolore [Forza: 10], incapace di farlo. La fissa con occhi le cui vene son abbastanza visibili, pupille dilatate, tetro. [Chk ON - Effetti del Gene Corrotto, in minima parte ]

03:05 Kouki:
 Non le resta che annuire alle sue parole, ormai è appurato che non abbia intenti suicidi e lei voleva solo esserne sicura. Sarebbe stato solo uno spreco di tempo, se no, se lo avrebbe ritrovato morto in seguito a qualche test su di lui. Sospira lieve, più sollevata, per lei è un argomento chiuso e non riaprirà bocca in proposito. Tuttavia continua ad ascoltarlo con molta attenzione, annuendo quando si parla del laboratorio e del proprio Clan. <Esatto. Non voglio estranei alla magione, ne tanto meno in quei laboratori.> sentenzia sibilando in maniera secca e decisa, accennando un sorriso ed assumendo un’espressione ovvia. Quella motivazione era palese, non può sapere se l’altro possa capirla o meno, ma non le interessa, almeno fino a quando non da anche lui il suo parere in proposito. <Perfetto, ci intendiamo allora.> la pensano allo stesso modo su un bel po’ di cose, lei riesce a comprenderlo, ed è probabile che la cosa sia reciproca, forse. Un rapido sguardo alla situazione sociale del rosso che a quanto pare non ha fissa dimora, ma comprende anche quello alla fin fine, quindi annuisce. <Capisco. Nemmeno io ho una dimora qui a Kusa. Non più… le ho dato fuoco.> già, ha bruciato fino in fondo la magione di Raido, e ora la sua casa è a Konoha, nonostante continui a lavorare per Kusa e a Kusa quando serve. Assottiglia il sorriso a quel ricordo, un ricordo amaro e a tratti divertente, riporta alla mente il periodo in cui non era per niente equilibrata e le sue personalità giocavano a chi era la più forte. Non può continuare a giocare con lui, eppure è così divertente… più lui le dice di non farlo arrabbiare e più lei ha voglia di provocarlo. Ci deve essere qualcosa di profondamente sbagliato, che fine ha fatto il suo spirito di conservazione e sopravvivenza? Forse è certa… ne è sicura, che lui non le farebbe realmente del male, perché gli servono i suoi serpenti. Si, forse sta giocando su questo e si prende la libertà di tirare la corda. Il momento divertente però arriva ora, lì faccia a faccia, così vicini da potersi sibilare contro a vicenda, e lei sorride perché non riesce a provare altro di diverso. <Che cosa fa di una donna… una donna, secondo te?> domanda poi di punto in bianco, sussurra soffiando quelle parole contro le labbra dell’uomo. È veramente curiosa di sapere cosa ne pensa lui in proposito, anzi ha bisogno di saperlo… nonostante a volte appaia davvero infantile come una bambina, possiede anche una maturità ben più profonda, qualcosa che l’ha fatta crescere prima del previsto, qualcosa che si è mangiato la sua infanzia ormai irrecuperabile. Quel corpo a volte lo sente fin troppo piccolo e limitante, molto spesso non si sente presa sul serio, o forse sono solo sue fisse. Non risponde alla sua domanda, ma allarga solo il sorriso, pronta a smettere di giocare, pronta a dire qualcosa, ma le parole non escono perché l’altro muove veloce la mano ad afferrarle la gola. Immobile, ma non spaventata, non sente paura, almeno all’inizio si, ma sono piccoli attimi in cui il ricordo di Otsuki si accavalla al viso di Rasetsu, ma le basta chiudere gli occhi e tutto scompare. I ricordi vengono rimessi in un angolo della propria mente… ora non c’è violenza, ora è lei che istiga. Un gioco. Torna a sorridere, ma è un sorriso appena accennato, tradito da quegli occhi fissi e leggermente più seri nel mentre che lo fissa dritto negli occhi. È pronta a reagire in caso di ogni evenienza, ma man mano che procede in quel gioco, che sente la mano sulla coscia, la presa, seppur lieve, alla gola… qualcosa non va. I ricordi non sono stati messi per bene in un angolo, e per quanto lei abbia provato a mantenere quella sua faccia tosta, ora non riesce… ora nel momento decisivo, sente crescere dentro di sé ancora quella paura, come se si stesse rendendo conto di che diamine sta combinando. Lo stomaco si contorce, il disgusto prende possesso dei propri sentimenti e mentre la testa inizia a pulsare con forza trapassandole tempie, facendole risentire il dolore di quella testa e quel virus che ha nel sangue circolarle libero fin nel cervello, intaccando gli occhi, la vista, che si offusca… è lui per primo a soffrire. Corruga la fronte ed assottiglia lo sguardo per cercare di vedere meglio, l’altro sembra come preda di un doloroso male non ben definito. <Io…> sussurra appena, il tono cerca di nascondere malamente il dolore che anche lei sta provando, quello stesso identico dolore, quello stesso male, che però non sanno di condividere. <Io niente… stavo solo giocando.> cerca di accennare un sorriso, ma è consapevole di non riuscire più ad andare oltre, quindi muoverebbe la mano che tiene lo zaino per cercare di mollarlo al petto dell’uomo con forza. Tutta quella che ha, per fare in modo che lui la lasci per prendere lo zaino. <Ti sei guadagnato i tuoi… premi.> l’ha fatta divertire dopo tutto, le basta. Chiude gli occhi e stringe i denti, soffoca i gemiti di dolore e semplicemente attende che il dolore si attenui. [For: 30][Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

03:36 Rasetsu:
 Quel ch'è vero non può esser negato. I due - nonostante la notevole differenza di età - si assomigliano in certi aspetti e van particolarmente d'accordo su altri. Posseggono una innata sintonia, la quale rischierà di distruggere o l'uno o l'altra. Lui, perché il gene corrotto sta facendo il suo effetto, rimasto sopito e or risvegliato, man mano; lei, perché continua a provocare il Rosso per mero diletto. Ed egli vorrebbe- VORREBBE con tutto se stesso farle del male, nel suo modo di vedere e vivere le cose. La sfida lo ATTRAE, per quanto tutto ciò possa esser dannatamente perverso. < Cazzo- hai bruciato la tua casa? > Sghignazza, dolorante ma divertito, innanzi a quanto vien professato dalla giovane nei riguardi della propria precedente abitazione. La testa continua a pulsare, ad esser dolorante: nonostante questo, cerca di mantenere una discreta stabilità sul terreno, purché resti con le gambe piegate alla stessa altezza della Yakushi. < Ed adesso, dove vivi? > Le chiede, incuriosito dalla situazione nella quale ella verte, non molto dissimile da quella di Rasetsu stesso, come precedentemente detto. Non replica alla di lei domanda relativa a cosa faccia di una donna.. una donna. È sin troppo concentrato a tener i propri occhi giallo-verdi in quelli totalmente rettili di lei ed, inoltre, a far passar l'insensato senso di oppressione allo stomaco, il fastidio che gli sale dalle viscere e dal capo, confluendo in un unico punto, il quale prevede tutto il corpo. La vista gli si annebbia di tanto in tanto, per cui sbatte rapidamente le palpebre, volendo riuscire ad aver nuovamente controllo di sé e delle proprie percezioni. Il pollice della mandritta riprende a giocherellare con il di lei labbro, tirandolo dabbasso, lasciando che mostri gli incisivi inferiori. Tuttavia, anch'essa sembra subire qualche effetto collaterale, ma prima che il Rosso possa domandare, chiedere e/o riprendersi del tutto dall'attacco subito, ella le lancia contro lo zaino, spingendolo contro il suo petto con la sua forza. In confronto, quella di Rasetsu non è praticamente niente. Vien sbilanciato dal peso dei tomi e dello zaino, poiché dotato di scarsa forza e resistenza fisiche. Lascia la presa sulla coscia, assieme a quella sul di lei visetto candido, pallido. Ricade coi glutei al suolo, gambe divaricate e lo zaino sul basso addome. < AAANNGH! > Urla e si lamenta al tempo stesso, specialmente per lo zaino che ha addosso. Lo solleverebbe con ambedue le mani, in modo tale che possa toglierselo di dosso. Con quanta forza e foga possiede, tramite una lieve rotazione del busto verso destra (dove si troverebbe il letto), usufruirebbe dei muscoli delle braccia, della zona lombare e dei fianchi, nonché dei glutei per mantenere la posizione precedente, ossia seduto a terra. < 'fanculo. > Sentenzia con ben poca grazia, cercando di lanciarlo in quella specifica direzione, nonostante contenga qualcosa di molto particolare per lui. < PERCHÉ MI HAI TIRATO ADDOSSO LO ZAINO- Anf.. > Espira ed inspira lentamente, volendo cercare sì la calma, ma sentendo montare dentro di sé un sentimento che non riesce a spiegarsi. Avverte un peso sullo stomaco, come quando si è nervosi, seppur sia dovuto anche alla nausea. Risale sin al petto, dove alberga e si espande, sentendosi chiuso, ottenebrato dal malessere, dalla furia omicida, dalla rabbia cieca. < Quello non era giocare, Saiseiko. Mi stavi provocando- ti stavo per far del male fisicamente, ma mi son trattenuto! > Tra un ringhio e l'altro di frustrazione, fastidio e tormento. Si china in avanti con il capo e con le spalle, ancor a gambe incrociate non molto distante dalla Yakushi. Ambedue le mani raggiungono le tempie rispettive, restando ivi poggiate, probabilmente ancor dolorante ed infastidito da questk assurdo scenario. < Spiegami- Cos'è successo? Prima che perda la pazienza di nuovo e quella mano stringa più forte la tua gola mentre ti-- > Irrigidisce la mascella, bloccando sul nascere una frase dal dubbio gusto, per niente inerente, ma attirata più dalla furia, che sta a tentoni cercando di controllare, con molta difficoltà e poca riuscita. Ringhia sommessamente, senz'altro proferire alla di lei volta, permanendo dolorante al suolo. [ Chk On]

00:21 Kouki:
 Tutta quella situazione è sbagliata, ma non può farci nulla la ragazzina se si sta divertendo a quel modo. Perché lo sta facendo non è nemmeno molto chiaro a lei stessa, eppure è lì… lui è lì, e si intendono. È come se con lui potesse togliere ogni freno e correre a piede libero come più le pare. Amplia il sorriso ed annuisce tra il divertito e il maligno. <Si, l’ho bruciata tutta. Anche se avrei voluto bruciare anche il proprietario.> quella profonda ferita colma di delusione, tristezza ed abbandono, si sta riempiendo via via di rabbia, odio e veleno… e sono tutti per l’Oboro. <Adesso vivo a Konoha e lavoro qui.> si limita a dargli quell’informazione in maniera spicciola, senza voler dare ulteriori dettagli sul dove di preciso e con chi. Dopo tutto non dovrebbe rientrare negli interessi del rosso. Ma tutta quella situazione si trasforma ben presto in un profondo disagio e dolore che porta la malattia a corromperle ancora una volta il cervello. Pulsano le tempie ed avverte il disgusto e la rabbia unirsi dentro di sé per tormentarle le viscere. Era da tanto tempo che non sentiva quella malattia, era riuscita a trovare un certo equilibrio, credeva di essere stabile per non provare forti emozioni… e invece ha fatto il passo più lungo della gamba. La vista si annebbia e con uno scatto lancerebbe lo zaino contro il petto dell’altro… si, per allontanarlo da se stessa il più in fretta possibile. Non si aspettava però che l’altro cadesse per davvero all’indietro… insomma non credeva di avere più forza di lui. Si massaggia una tempia mentre l’altro si sbraita e si lamenta, ciò aumenta il suo battito cardiaco facendola sbottare di colpo, troppo presa dal dolore, mentre il virus le corrompe il cervello. <E non fare la femminuccia!> si alzerebbe di scatto dalla sedia, mentre lui rimane seduto a terra. <Li volevi e te li ho solo dati!> ed ansima cercando di riprendere il proprio autocontrollo, stringe i pugni nella speranza che quel dolore passi così com’è venuto. Inspira ed espira profondamente… continuando a sentire le sue parole, i suoi lamenti, ed avverte crescere sempre più il fastidio. <Stavo giocando.> scandisce quelle semplici parole in modo freddo e glaciale, facendosi tagliente e tentando di guardarlo attraverso quella leggera nube che le impedisce una vista chiara. <Giocavo e ti provocavo, volevo vedere fin dove saresti arrivato e mi stavo divertendo alla grande!> si, si stava divertendo a prenderlo in giro e le sfugge anche una piccola risata bassa e dolorante. <Volevo vedere… se sarei riuscita a condurre il gioco, ma… non ce la faccio.> le gambe cedono e la frustrazione che sente ora la soffoca mozzandole il respiro all’interno della cassa toracica. Cadrebbe in ginocchio sul pavimento, ci si lascerebbe cadere sedendosi sui talloni e portando la mano destra sul volto a coprirlo… prova disagio, disgusto, frustrazione, fallimento e vergogna. L’altra mano invece si sorregge la testa, le dita si stringono forte intrappolando delle ciocche corvine. <Non ce la faccio…> sussurra ancora una volta cercando di calmare il proprio cuore, respira a fondo e lentamente pregando chissà chi che quelle emozioni si calmino, che quel dolore passi. Non è ancora riuscita a guarire dagli ultimi ricordi riavuti, pensava di sì, pensava di essere riuscita a dirsi che non le importava di quanto Otsuki abbia usato il suo corpo… ma non è così. Farsi toccare in quello stesso modo ancora non ci riesce. La verità è che è lei quella autodistruttiva, lo è sempre stata. <E questa… dannata malattia!> scoppia di colpo proprio quando sembrava aver ritrovato la calma… la rabbia risale veloce e l’espressione muta in maniera aggressiva mentre la mano che sorregge la testa si chiude a pugno, si allontana da essa strappandosi qualche ciocca e poi ricade sul cuoio prendendosi a pugni. Come se servisse a sconfiggere l’infezione… come se potesse in qualche modo alleviarla. Si sta mostrando debole davanti a una persona che non conosce ancora bene, ed è altro motivo di vergogna. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

00:47 Rasetsu:
 Il respiro è veloce, irregolare: risulta esser quasi un rantolo, quasi non riuscisse ad incanalare parte dell'ossigeno necessario. < Chi era il proprietario? > Cerca di distogliere il pensiero dalla rabbia che gli sta montando dentro, dal fastidio, dall'annebbiamento e dal mal di stomaco. < Non m'importa adesso! > Esclama, iracondo, tra un ringhio ed un altro mentre si contorce. Non gliene frega di dove viva attualmente Kouki né della motivazione per la quale vada a Konoha. Digrigna sol i denti per via del dolore che prova, che quel gene corrotto provoca nel di lui corpo affranto. Non ha mai provato, sinora, niente di anche solo lontanamente simile. Non sa cosa sia né perché ciò sia avvenuto. Il primo pensiero è esattamente quello che ha professato poc'anzi: crede che sia stato dettato dalla lingua di Kouki stessa, la quale gli ha leccato la guancia. Potrebbe esser stata avvelenata, ma esternamente non v'è niente che lo attesti. E' strano. Inoltre, ha avuto un'azione piuttosto rapida, immediata. Non può esser successo per davvero. E' abbastanza bravo nel riconoscere i veleni, figurarsi se non si renda conto d'esser stato avvelenato [ Conoscenza dei Veleni C ]. < Me li hai praticamente tirati addosso- GRRR! > Ringhia, assottigliando le palpebre fintantoché le iridi sembrano due capocchie di spillo e nient'altro, sol irradiate della sua strana luce maligna. Involontariamente, per sopperir al dolore fisico e mentale che sente in questo momento, infilzerebbe i propri palmi con le unghie, tanto forte da farsi del male. Formerebbe ben quattro mezzelune sul palmo interno della mano destra e della mano sinistra, dalle quali inizierebbe a fuoriuscire il proprio Sangue Nero, non in eccessive dosi, ma abbastanza per attuare, quasi involontariamente, un richiamo particolare. L'Elemento del Chakra Suiton, affinché esso possa unirsi con il Sangue, formando un'unica miscela che, in caso, darà vita all'Hijutsu Kokketsu, verrebbe richiamato e mischiato al proprio Sangue in circolo nel corpo del giovane. Nello scorrere fuori del Sangue, esso dovrebbe galleggiar nell'etere circostante, attorno a Rasetsu stesso, formando un alone violaceo con piccole scariche elettriche del tutto figurative, prive d'utilizzo particolare, come stelline che scoppiettano nel richiamar quanto fatto. Due lacrime discenderebbero dagli occhi del Rosso, sicuramente non di pianto o commozione, bensì di puro e semplice Sangue. Sclera che muta, occhi che raggiungono il colorito tipico degli sciacalli, gialli perfetti. Trasformazione che ivi non concluderebbe, giacché macchie di Sangue si disseminerebbero verso tutto il corpo del giovane Demone, precisamente su gambe e braccia per poter esser usato come predilige. Nuova aggiunta del suo essere demoniaco sarebbe la tunica nera, anch'essa fatta completamente dello stesso Sangue. Par strappata nella zona finale, lunga sino ai piedi, con un cappuccio che or si paleserebbe sul capo del Mostro, rendendolo quasi una MORTE. Gli manca soltanto la falce per completar l'opera, ma tale sarebbe la mostruosità che vuol mostrare, anche se stavolta vien fatto tutto con meno coscienza del solito, come se la furia che prova dovesse venir fuori in qualche modo e con degli effetti scenici. Data la distanza irrisoria, persino Kouki dovrebbe venir investita dall'alone violaceo del Rosso, ma senza procurarle nessun problema di sorta. < Non puoi condurre il gioco con me, Saiseiko.. > Sentenzia, mantenendo un tono ringhiante piuttosto che uno pacato e tranquillo. < ..perché io ti farei del male. Io faccio del male! > Sbraita, vedendola poi crollare al suolo, di fronte a lei. Egli stesso si poggerebbe sulle proprie ginocchia, con il cappuccio della tunica di Sangue Nero che discende tra le scapole, lasciando che il capo sia scoperto. Inginocchiato, scruta con attenzione i movimenti che compie la ragazza, la quale sembra dar praticamente di matto per qualcosa di analogo al Demone. Distende l'arto destrorso, muovendolo lentamente nell'etere e conducendo il palmo della relativa mano dietro il capo della Yakushi, all'altezza della nuca, poco più sopra la medesima. Spingerebbe a propria volta il capo in sua direzione, facendo forza contro quello altrui per far sì che la muova e vada incontro a quella di lui. < Non puoi.. > Sussurra a denti stretti, chiudendo gli occhi nel cercar di ritrovar la pace interiore che, in questo preciso momento, ha perso del tutto. La mano sinistra vien poggiata sulla di lei spalla destrorsa, trovandosi frontali per ovvietà. Vorrebbe tenerla lì vicina a sé, cercando di poggiare la propria fronte su quella della ragazza, pelle e pelle a contatto < ..tenermi testa. Sono un Mostro- non lo vedi? > Indica la propria Innata, quella forma che, con tanta fatica, è riuscito ad ottenere. < Respira con me. Non allontanarmi- resta qui. > Mellifluo il tono, egli stesso sfrutta la suddetta situazione nel tentativo di ritrovare la calma interiore. < Parlami di questa malattia. Cos'è? > Sfrutta il momento, come sempre, dal momento che finora si stava spingendo talmente oltre- da sembrare quasi una brava persona, coscienziosa della situazione e ostinatamente matura. [ Chakra: 77/80 | Hijutsu Kokketsu lv.3 ON ]

01:18 Kouki:
 Non sta andando per niente bene, nulla di quanto sta succedendo sta seguendo qualcosa di logico o benevolo. Innanzitutto è lui ad iniziare a sentirsi irritato, e prima fa domande, poi afferma di non volerne sapere nulla… pare colto da una sorta di bipolarismo, ma non crede proprio che abbia una qualche doppia personalità come ce l’aveva lei. Piuttosto è preda di un dolore che non riesce a comprendere, ma è anche qualcosa che la ragazzina stessa non riesce a spiegarsi visto in quel modo. Non può sapere che stanno vivendo lo stesso dolore, potrebbe essere qualsiasi cosa. Di certo non il suo veleno, purtroppo non ha facoltà di usarlo a quel modo… sarebbe fantastico, ma assolutamente non potrebbe farlo. Lei avvelena solo e unicamente tramite morso dei suoi serpenti, niente di più niente di meno. Lui si lamenta, anche se definirlo in questo modo è decisamente riduttivo, anzi sembra preda di una rabbia senza senso e senza scopo, ringhiando per via dei libri tirati… ma questo atteggiamento non fa che scatenare la rabbia anche nella Yakushi. Preda dello stesso male, digrigna i denti ed assottiglia gli occhi rispondendo a tono al Demone. <Oh, scusa! Ti ho fatto male?> sbotta alzando il tono di voce, glaciale e irritato. E la testa pulsa, la vista fa i capricci, si sente tutto un unico bruciore in corpo e vorrebbe solo sfogarsi in qualche modo. Come se la violenza potesse aiutarla ad estrarre dal proprio corpo il veleno di quella infezione… perdere la ragione, qualcosa che non sopporta ma che ora non riesce a controllare. La cosa peggiore, però, è che il rosso inizia a fare qualcosa… si ferisce alle mani e del sangue nero inizia a fuoriuscire dalle ferite per andare a galleggiare intorno a lui. Questo è esattamente quello che fa andare sulla difensiva la ragazzina… pensa ad un attacco, pensa che davvero l’altro abbia perso la ragione e vada a farle del male. Qualsiasi cosa egli stia facendo non è cosa buona per lei. Tra il dolore e l’istinto di sopravvivenza, ma si, più che altro l’istinto quasi animale, la induce a fare la stessa cosa. Sguardo dolorante, ma rabbioso, incattivito, pronta a resistere e a rispondere a qualsiasi attacco. Concentrerebbe la propria attenzione sul flusso del chakra nel suo corpo, forte e potente e tenterebbe di distribuirlo in maniera uguale in tutto il suo corpo. Da lì cercherebbe di farlo passare dai canali ai propri organi interni, come un caldo abbraccio che cercherebbe di allungarsi per inzuppare ogni tessuto e ogni organo con quell’energia potente. Si espanderebbe a macchia d’olio su di essi e si insinuerebbe però all’interno dei tessuti cercando di raggiungere profondità sempre più basse. Giù, giù, fino a scindere i tessuti e ricercare le cellule e in esse andrebbe ad insinuarsi voracemente. Nelle cellule il chakra ricercherebbe la sede del DNA, là dove sono tenute tutte le sue informazioni genetiche e lì cercherebbe di risvegliare il proprio Gene, la propria Innata racchiusa come una perla, come un gioiello. Se ci fosse riuscita l’energia del Gene andrebbe ad espandersi fondendosi col chakra. Come se lo stesse corrompendo, veloce ed inesorabile, andrebbe a dare una marcia in più al proprio chakra, e risveglierebbe infine la propria Innata. Tale risveglio porterebbe dei cambiamenti anche visibili al proprio corpo. La pelle infatti si farebbe decisamente ancor più pallida, più bianca del bianco stesso, e in alcune zone si formerebbero anche delle scaglie bianche, più precisamente sul collo, sulla schiena, il retro delle ginocchia e sui tendini dei polsi. Gli odori arriverebbero al proprio naso ben più nitidi e forti, mentre farebbe scioccare la lingua, umettandosi le labbra, e grazie ad essa riuscirebbe ora a rilevare fonti di calore, anche se non attraverso ostacoli. Infine gli occhi subirebbero la più bella trasformazione, perché diventerebbero ancora più dorati e con una pupilla stretta e verticale, proprio come quella di un rettile. Andrebbe a cercare di difendersi da quello che pensa sia un imminente attacco, niente di più. Ma qualcos’altro arriva con l’Innata… per un secondo, solo un secondo, le sembra di risentire la Voce di Mirako. Un sussurro flebile lontano, impercettibile, che si mischia insieme a quella sempre presente sensazione, quando attiva l’innata, della presenza di Orochimaru dentro di lei. La disorienta per un attimo, facendola cadere in una lieve paura di un’ancora presenza di Mirako, ma dura un attimo, un battito di ciglia, non riesce a concentrarsi su quello, perché il dolore, la rabbia e la tensione la fanno da padroni. Lì, in ginocchio mentre si tiene la testa e cerca di sembrare minacciosa e competitiva con quegli occhi assolutamente serpentini ora. Sibila contro di lui, sembra un soffio di un animale ferito. Ma lui… lui si avvicina a lei e nonostante la ragazzina tenga i muscoli tesi e pronti a scattare, non nota nessun attacco contro di lei. Lo osserva… avvolto da quella nube violacea, il mantello, le lacrime sotto agli occhi. Lui è Morte, lui è un Demone… è un Mostro? Ma si è mai visto un mostro accovacciarsi davanti a una ragazzina, metterle una mano dietro la nuca e una dietro la spalla, per poi tentarla di avvicinarla a sé in quello che sembra un contatto consolatorio. Le loro fronti entrano in contatto. La paura di un attacco inizia a diminuire permettendole di sentire il suono martellante ed incessante del proprio cuore che rimbomba nelle orecchie. Respiri profondi, lunghi e profondi. Lentamente sembra iniziare a calmarsi e tutto diviene così confuso ed nebbioso nella sua mente… come è arrivata a questo punto? <Io… mi sono sempre definita un mostro, una persona cattiva… per quello che ho fatto in passato.> sussurra flebile verso di lui senza distaccarsi di un solo centimetro, cerca di guardarlo negli occhi. I suoi da serpente in quelli da demone dell’altro. <Tu dici che mi farai del male perché sei un mostro… ma ora cosa stai facendo?> si sente… bene, con lui. In questo preciso istante. <E’ un’infezione… mi scorre nel sangue e intacca il cervello quando provo forti emozioni. Causa… dolori allucinanti alla testa, la vista si offusca, la rabbia sembra prevalere sulla ragione. Intacca la memoria causando delle perdite di essa di tanto in tanto. Ma…> si blocca per un solo istante. <La cosa peggiore è che andando avanti mi trasformerà in un mostro deforme senza più un briciolo di umanità e lucidità. Mi renderà un mostro anche esteriormente… li ho visti sai? Questi mostri, quelle creature… loro mi hanno morsa ed infettata.> chiude gli occhi, sente la rabbia crescere. <E chi potrebbe darmi una cura… non me la vuole dare!> sibila di rabbia a denti stretti, stringendo i pugni. Il suo odio verso Otsuki, il suo creatore, che invece di aiutarla gioca con lei e la sua malattia. L’espressione ora pare rassegnarsi, di colpo. <A che scopo faccio progetti? A che scopo rincorro le mie ambizioni se il mio destino è segnato già?> sorride appena sentendosi estremamente stupida. <Ma forse le conoscenze che hai, la genetica, forse potrebbe aiutarmi a trovare da me quella cura.> un enorme motivo per il quale ha voluto l’aiuto di Rasetsu nell’insegnarle quello che lui sa. <Nel caso dovessi fallire a convincere chi di dovere a darmela.> non dice nient’altro, rimane silente ed immobile lasciandosi solo andare contro di lui, come se tutto quello l’avesse svuotata di colpo. [Tentativo Scaglie del Serpente II][Chakra: 73/75][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

01:54 Rasetsu:
 Intestardita, costringe il Rosso a lanciarle un'occhiata delle proprie, piccata e mirata a procurarle un senso di disagio e fastidio. Le sclere son totalmente nere, per cui risaltano maggiormente le iridi dorate, dal taglio particolare. < Smettila. Smettila- di provocarmi. > Sentenzia sicuro di quanto va affermando, senza arrestar in nessun modo i movimenti compiuti dalla ragazza. Non si rende conto dell'attivazione della di lei innata per un semplice motivo: trovandosi ancor fronte a fronte, egli chiude gli occhi. Li serra purché non veda fuori da essi. Vuol trovar la coscienza di sé, la tranquillità interiore, non vuol vivere nell'iracondo istinto omicida che, lentamente, finora si stava facendo spazio dentro di sé. < ... > Manterrebbe il di lei capo contro il proprio, con una mano sulla spalla e l'altra sulla nuca di Kouki. Non imporrebbe granché forza, poiché non ne possiede, ma in tutto ciò la ragazzina è altrettanto libera d'alzarsi e andare via. Non la tratterrebbe comunque, vista la situazione, laddove egli stesso necessita di riposo, di calma e di qualsiasi altra cosa possa dargli un aiuto in questo specifico frangente. Anche il cuore di lui va battendo ben più forte del normale. Ha riscoperto l'utilizzo dello stesso quando il Picchio col becco tramutato in veleno gli ha ricordato cosa vuol dire possederlo e di come si utilizza, oltre che per muover un corpo che altrimenti starebbe fermo, morto. Inspira dalle narici lentamente, rilasciando poi l'anidride carbonica convertitasi, sempre con un lieve sbuffo dalle medesime. Riapre gli occhi, come se fosse attratto da quelli di lei, così da rettile, d'un colorito simile al proprio. < Oh.. > Nota sol ora il mutamento. < ..sembrano occhi di Serpente. > In tutto e per tutto. Distende l'angolo destro delle labbra verso l'alto, palesando uno dei suoi tanto classici ghigni, dai quali difficilmente si separa. Non toglie la fronte da quella altrui, per nessuna ragione al mondo, in questo momento preciso. Restano lì, con le fronti praticamente appiccicate ed i nasi quasi a sfiorarsi, mescolando il respiro d'ambedue. Egli non si pone cruccio e par far medesima cosa la Yakushi, la quale non prova timore verso il Rosso e vi resta ancor vicina. < In questo mondo, siamo tutti dei Mostri. C'è chi sa nasconderlo, chi non si pone cruccio e s'ostina a non credersi tale, pur essendolo. > Riprende fiato. < Poi, c'è gente come me; che non si è fatta scrupoli ad uccidere per diletto, nonostante sia rimasto poi solo come un cane. Le mie mani, oltre che degli ingredienti di cui è composta la Sbrilluccica, son sporche del sangue di innocenti. E sai cosa, Saiseiko? Non m'importa. > Svela la propria filosofia, con uno strano bagliore negli occhi. < Sono nato per uccidere- morirò venendo ucciso. > Il suo dogma, il suo credo, la sua religione. Non osa mutarla, perché con essa si trova bene, sa come conviverci e convincersi di quel ch'è. < Io non so cosa tu abbia fatto nella tua breve vita: non so dirti se sei un Mostro mio pari- oppure no. Devo scoprirti, Saiseiko. Ma se continui a provocarmi- conoscerai quel lato di me che tutti temono. > Il suo lato di Demone Mangia Uomini- di Mostro dalle fattezze demoniache, per l'appunto. < Cosa sto facendo, secondo te? > Le ribalta la domanda, scandendo per bene ogni singola parola, purché arrivi chiara e forte ai padiglioni auricolari dell'adolescente. < Mi si è annebbiata la vista, poco fa. Mi stavi facendo incazzare come una belva- perché sai che non posso toccarti né metterti le mani addosso. > Sarebbe da ridere - al pari d'una barzelletta - se lo incastrassero per pedofilia e non per spaccio, in quanto membro mafioso. < Mi fa ancora una gran rabbia e vorrei prenderti e sbatterti contro quel muro- > Sposta lo sguardo oltre le di lei spalle, per farle capire a cosa vada riferendosi e a quale muro, nello specifico. < -ma non lo farò. Siamo colleghi, ricordi? Soci in affari, quindi non osare mai più fare una cosa del genere. Specialmente se pare che condividiamo lo stesso male. > Ringhia, furibondo invero, snocciolando le proprie questioni così come gli vengono fuori, una ad una, guardandola direttamente negli occhi. < La testa mi stava esplodendo, poco fa. Lo stomaco sembrava contorcersi e volevo spaccare l'intero Locale. > Nel quale or ora si trovano. I sintomi sembrano del tutto analoghi, a quanto pare. Ma quanto ciò è stato possibile? Non vuol pensarci adesso, non adesso. < Non fare l'idiota. Anch'io so che mi mancano pochi anni prima che la profezia si compia.. > Secondo la quale Bahaa, raggiunta la maggiore età, lo ucciderà con le sue stesse mani. < ..eppure non mi ha fermato. I progetti continuo e perseguirò nel farli. > Solleva il mento, spostando la fronte da quella altrui per far un gesto oltremodo altruistico, diverso e fuori dal comune, per non si sa quale specifico motivo. Spingerebbe nuovamente il capo della ragazzina, affinché questa volta s'adagi sul petto del Demone in persona, che sia con la fronte, con la guancia, non ha rilevante importanza. < Resta qui. Non accetto repliche- devi farti perdonare, prima che ti strappi a morsi la carotide. > E' una bambina, questo lo capisce. E' come se di fronte avesse Eiko, dalla quale non dista molto come età. Un paio d'anni, sicuramente. E' uno dei motivi che lo spingono ad essere quello ch'è adesso, in questo momento, nei di lei confronti. < E' fattibile. > Riuscire a trovare la cura. < Se questi sintomi ci son comuni- vuol dire che non potrei tirarmi indietro lo stesso. > Sospira. Che stia facendo tutto questo sol perché Kouki ha un valore? O solo perché essa può servirgli per molteplici scopi? Vuole aiutarla per davvero, per un tornaconto personale? La tien stretta lì sol perché - stanco - vuol che stia zitta? Non è dato saperlo. [ Chakra: 74/80 | Hijutsu Kokketsu Lv.3 ON ]

02:26 Kouki:
 Silenzio. Non un’altra parola viene detta dalla ragazzina dai tratti serpentini. Il silenzio è l’unica cosa della quale ora sente il bisogno… si è divertita anche abbastanza per oggi, ha tirato la corda fin troppo. Quindi ora tace e lo osserva, fronte contro fronte, mentre lui tiene gli occhi chiusi in un momento che sembra quasi di pura meditazione. Anche lei si prende quel momento per riflettere e fare i conti con se stessa, con quello che ha fatto, per come si è comportata. È stato bello si, almeno fino a quando a tutti e due non è sorto quel malore… poi non è più stato molto entusiasmante. I loro respiri cercando di essere profondi in modo da calmarsi, si mescolano a fior di labbra, come si sfiorano i loro nasi. Fino a quando lui riapre gli occhi e nota quel cambiamento… occhi da serpente. Lui accenna quel ghigno, e lei di rimando sorride più pacata e rilassata. <Te l’avevo detto… Hebi no Ojo.> non ha proprio i modi di una principessa, ma non le importa. Non dice altro e si limita ad ascoltarlo… tutti sono dei Mostri, chi più e chi meno, chi ha veramente delle colpe e chi no. Chi si nasconde, chi lo dimostra, chi si è macchiato le mani di sangue. <Ho ucciso per diletto, e per questo motivo non mi sono mai sentita degna di essere amata.> quindi non è che se ne frega proprio come Rasetsu, un po’ questo le pesa, ma non si può nemmeno dire che forse… forse non lo rifarebbe. Mirako ha ucciso, ma era parte di lei e ora è parte di lei… le dispiace, ma non sente del vero e proprio rimorso. Che sia sbagliato? Che sia cambiata davvero così tanto? <Mi è stato fatto del male e ho fatto del male.> un amaro sorriso, oltre alle torture e agli esperimenti che le sono stati fatti, c’è anche quella cosa. <Qualcuno, a differenza tua, non si è fermato, non si è controllato, non ha avuto problemi ad andare oltre. E non avevo fatto assolutamente nulla per provocarlo.> era una bambina ancor più piccola di ora, e quindi come diavolo è finita a ricercare quella stessa situazione? Come pensava… è lei quella autodistruttrice. Tace ora, continua a lasciarlo parlare e quello che le viene detto le fa accapponare la pelle. Anche lui, come lei, ha gli stessi sintomi… come Hajime, ormai sparito chissà dove. <Come… come ti sei infettato? Come è successo?> sussurra lentamente verso di lui, volendo sapere almeno quel piccolo particolare. Ma quello che continua a dire la confonde e la rende perplessa. <Quale profezia?> però ha ragione, non dovrebbe avere quei tipi di pensieri, non dovrebbe farsi fermare dall’infezione… ma combattere per debellarla. Sorride ritrovando la propria sicurezza trascinando con sé un poco di stanchezza. Non si oppone, chiude gli occhi e lascia che lui l’abbracci, così senza un reale motivo, senza sentirsi in pericolo fra le sue braccia. Gli occhi già chiusi si stringono ancora di più nel sentire quel profondo e lacerante dolore al cuore… quello che ha provato anche fra le braccia di Az, e quello che prova ora, tutto quello che la riporta con la mente alle stesse braccia di Raido. Eppure è così stanca di soffrire. <Continua a chiamarmi Saiseiko… mi piace.> almeno lui. Le braccia si solleverebbero e tenterebbe di abbracciarsi anche lei a lui, di stringersi contro di lui con forza. <Sembravi un angelo, sai? Incredibilmente magnifico.> gli sussurra riferendosi all’innata. <L’angelo della Morte.> ne è rimasta colpita tutto sommato, e ancora resterebbe tra le sue braccia. <Mi dispiace, Rasetsu. Lasciami rimanere con te anche solo per questa notte… non ce la faccio a tornare a casa.> un suo piccolo rifugio e una piccola preghiera, mentre lentamente ritirerebbe l’Innata, il Gene, premurandosi che torni a dormire all’interno del proprio DNA trasportato dal chakra. Se lui glie lo permettesse, ovviamente, rimarrebbe con lui tutta notte. Nessun doppio senso, nessuna provocazione. [Chakra: 73/75][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro][END]

02:59 Rasetsu:
 Mostri. Man mano, durante la propria vita, sta iniziando a conoscerne d'ogni. Non pensava che persino una ragazzina come lei si fosse sporcata le mani del sangue di innocenti. Poco male, non gli dispiace. Egli stesso ha iniziato da piccolo a far il bello e - soprattutto - il cattivo tempo. I respiri s'uniscono, le punte dei nasi si sfiorano, si toccano, leggeri e caldi. Non osa far nient'altro, sol tenerla lì ancora un po', vicina al proprio petto, lontana dai rumori esterni e dalle problematiche future. Ci penserà a tempo debito. < Abbiamo in comune più di quanto tu creda. > Sentenzia alla di lei volta, palesando nuovamente quel suo ghigno ormai così classico. Solleva soltanto l'angolo destro delle labbra, come se ciò bastasse a dargli la giusta impressione, assieme al sentor che vuol provocare. < Devi pensare che non sei l'unica ad aver agito in questo modo e che le mani, per quanto sporche di sangue, possono essere lavate e ripulite. > Una metafora per farle capire che, nonostante tutto, può dimenticare, redimersi e cercare di non farlo nuovamente. Il dettaglio fondamentale è che, solitamente, una volta iniziato, non è detto ci si riesca a fermarsi. Non vuol, però, renderglielo noto: son appena riusciti a placarsi ambedue. < Ti sembra che io sia amato? > La domanda è semplice, sì, ma è il significato che vuol darle, assieme alla risposta che vorrebbe ricevere da lei, quella che non si aspetta, è difficoltosa. < Oh, quindi sono stato bravo. > La stuzzica lui adesso, privo di malizia nel proprio tono, tuttavia. Resta ben sicuro delle parole pronunciate, ascoltando tutto quello che da lei vien pronunciato ai propri danni. < Non sapevo neanche di avere questi sintomi fin ad oggi, fin quando non si son manifestati. > Trattiene la rabbia, poiché sarebbe potuto esplodere sol per dirgli che è stupida per non aver capito che fosse la sua ''prima volta'' col Gene corrotto. < Quindi, figurati se io conosca il modo con il quale sono stato infettato. Ma non è questo il momento per pensarci.. > Anche se la situazione si rivela essere profondamente grave, specialmente da come ne parla la Yakushi stessa. < ..stessa cosa per la profezia che mi attende. Avremo tutto il tempo per parlare ognuno dei propri scheletri nell'armadio. > Annuncia alla di lei volta, mordendosi l'interno della guancia destra. Ritira la propria innata sol nel momento in cui Kouki sceglie di appoggiarsi contro il suo petto. L'aura sparirebbe nel giro di poco, come se venisse risucchiata dalle ferite che si è auto inferto sui palmi di entrambe le mani. Gli occhi tornerebbero ad assumere il classico colore naturale, specialmente quello della sclera, poc'anzi nera come la pece. La mano, con la quale la teneva dalla nuca, or scivola dabbasso. Le dita si fermano in prossimità della di lui guancia, nel caso in cui sia poggiata lateralmente ed il mento va posandosi sul di lei capo, lentamente e privo di attrattive maliziose. La gemella, invece, è sulle spalle, come se volesse al tempo stesso mantenere una discreta distanza. Si irrigidisce, e sarà ben percepibile dalla ragazza, non appena le di lei braccia ne circondano i fianchi per abbracciarlo. Inspira forte dalle narici, sgranando appena le palpebre. < Co-Cos- > Balbetta, con la schiena ben diritta e i muscoli della zona lombare rigidi come il resto del corpo. Si schiarisce la voce per poterle rispondere. < Sono un Demone della Morte. > Uno Shinigami? Interessante. < Non un angelo. > L'ultima di lei richiesta lo lascia piuttosto spiazzato. Se può restare a dormire lì? Per quale astrusa ed immotivata ragione? Che abbia paura dell'uomo nero? Un ghigno soddisfatto si fa spazio sul di lui volto: che sia segno di vittoria per aver raggiunto uno specifico scopo o se sia di felicità per avere compagnia, non ci è dato saperlo. È pur sempre un essere demoniaco volubile! L'indomani, potrebbe anche decidere che tutto ciò è stato un grande sbaglio. < Pensa se devo ospitare anche le persone, adesso. > D'altronde, è stato sin troppo caritatevole finora: doveva uscire un lamento più cattivo. Tolto questo, le permetterà di restare purché dorma lei, dove preferisce, e lavori lui pur di schiarirsi le idee. [ END ]

Kouki si reca al Locale Kukoku per dare a Rasetsu i libri che le ha chiesto. In un primo momento, Kouki sonda il terreno, iniziando poi a provocare il malcapitato. Tra una minaccia, la furia cieca e l'odio, il gene corrotto prende il sopravvento in entrambi per qualche attimo. Alla fine, ristabilito l'ordine, restano l'uno nelle braccia dell'altra - sissignori - a leccarsi le ferite.

FANGIRLO ;///; TROPPO.