Allenamento Ishibaku: Shigeo ci riprova!

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con Shigeo

08:50 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] Un'altra giornata è iniziata da qualche ora per il giovane Ishiba. La pioggia e il grigiore del cielo donano un certo senso di pace. Non ha mai ben capito il perché, ma è proprio nella pioggia, nei temporali che trova conforto, serenità, come se sentisse la natura e il mondo che lo circonda più vivi. Sarà che è originario di Amegakure, per cui è come se fosse nato sotto un acquazzone. Quindi la osserva, la scruta dal porticato del dojo Ishiba, rimanendo seduto sul pavimento al centro della stanza con gambe incrociate e capo poggiato sui palmi delle mani. E' riflessivo. L'allenamento di ieri non ha dato molti frutti, non può ritenersi soddisfatto. Quel poco che è riuscito a fare è qualcosa che ha già acquisito ed interiorizzato. E' il momento di fare il passo successivo, di spingersi oltre. Per questo si ritrova lì e non nel salone ad intrattenersi con i parenti. Il battere delle gocce d'acqua sulle foglie è in qualche modo l'ideale per un allenamento impegnativo come quello che lo aspetta. Si alza, non troppo rapidamente, con qualche attimo di stasi per riassestare l'equilibrio sulle due gambe. E' pronto. Andrebbe quindi a chiudere gli occhi, ponendo di fronte al suo viso le mani, strette nel sigillo della Capra. Ancora una volta eccolo scendere nel buio, quelle tenebre tanto famigliari ormai. Sono i muscoli, i nervi, la carne di cui è composto il suo essere a venire sollecitati dalla sua volontà, come a voler ricavare qualcosa, la loro essenza più pura. Ed ecco nel buio apparire una luce lontana, che si fa sempre più vicina col suo bagliore, un bagliore rossastro: l'energia fisica, convogliata in una sfera dalla definita struttura. E' la volta dei suoi pensieri, delle emozioni, concetti decisamente meno concreti rispetto ai precedenti, ma non per questo meno intensi e presenti agli occhi della sua mente. E' la loro intensità infatti a generare una seconda sfera che a sua volta destabilizza qual buio con raggi luminosi dal colore verdastro, evocando e convogliando così anche la sua energia spirituale. Le sfere verrebbero ora messe in moto dalla ferrea volontà del genin, un moto circolare, come se una inseguisse l'altra. Le due andrebbero a formare un flusso di luce unico, un cerchio luminoso, dai contorni poco definiti, che verrebbe poi fatto restringere verso il proprio centro, come a volerlo rimpicciolire, fino a perdere la percezione di un anello luminoso, ottenendo invece una nuova sfera, dalle dimensioni raddoppiate rispetto alle precedenti: il chakra. I legami strutturali di quest'ultima verrebbero ora sciolti di modo da lasciare riversare quel nuovo flusso energetico nell'intero corpo. [Tentativo impasto chakra][Chakra 30\30]

08:59 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] Il processo di impasto è giunto al termine, ha compiuto il primo passo. Ora arriva il difficile. Infatti, senza disturbare la propria concentrazione e rimanendo immerso in quel buio, lo shinobi andrebbe ora a concentrare la sua attenzione in una zona ben precisa in quell'immensa vastità che è la sua interiorità. Una zona che lui conosce molto bene, ma che non ha una collocazione effettiva, o almeno, che non può essere descritta con termini di comprensione comune. Lui sa che c'è e che si trova dentro di se. E' lì che dimora la sua forza più profonda, quella che lo rende diverso dai suoi compagni parigrado del villaggio, che lo rende un erede del clan Ishiba. La percepisce, la sente in modo molto chiaro. Vuole solo essere risvegliata dal sonno a cui la sua volontà la sottopone. E lui non vede l'ora di svegliarla. Con sicurezza, riflessa nella tenace pressione con cui le mani sono unite nel sigillo che permane di fronte al volto, concentra la propria attenzione su quel flusso azzurro, cercando gradualmente di imporre il suo dominio su quello scorrimento antiorario. Il flusso verrebbe ora direzionato lentamente verso quel nulla, quel posto, quella sorgente di energia. Al solo passaggio del chakra, l'Ishiba percepirebbe qualcosa, come se quella forza fosse stata risvegliata e avesse cominciato a risalire dalle profondità. E' la sua volontà a catturare quella salita e a fare in modo di mantenerla in moto, di non farle incontrare ostacoli, fino a farle trovare il punto in cui sfociare e poi riversarla nel canale nel quale già da qualche minuto scorre il chakra. E' rapida la sua diffusione nell'intero corpo dello shinobi, che prontamente verificherebbe che la mescolanza tra i due flussi sia omogenea e ben attuata. Se tutto fosse andato a buon fine, il chakra avrebbe assunto un'essenza diversa, un'essenza molto più primordiale e speciale: l'essenza dell'Ishibaku. [Tentativo attivazione Ishibaku][Chakra 29\30]

09:13 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] E' fatta, l'Ishibaku è attiva. Lo percepisce dalle sensazioni che gli manda il corpo: si sente leggero, come se non fosse altro che un contenitore d'aria per cui anche solo un soffio di vento sarebbe bastato a portarlo alla deriva. Eppure permane ben ancorato al terreno con i suoi calzari immacolati, come se la sensazione non fosse altro che, appunto, una sensazione. In realtà c'è molto di più. E' una condizione in cui non è abituato a stare, per questo qualche momento di assestamento nel suo nuovo corpo potrebbe essere l'ideale. Muove timorosamente un passo in avanti, come a volersi avvicinare al porticato. < Okay. > commenta, come volesse parlare con qualcuno che lo sta osservando. Il piede si è mosso insieme a tutta la gamba destra e nulla è successo. E' in piedi e stabile. Il secondo passo quindi viene effettuato con maggiore sicurezza, seguito dal terzo e così via, aumentando gradualmente la confidenza nello spostarsi nello spazio. E' strano, certo, sentirsi così. ma è piacevole ed è in qualsiasi caso qualcosa a cui si deve abituare. Si appoggia per un attimo alla colonna del porticato che oramai ha raggiunto. I suoi sensi amplificati dallo scorrere del chakra possono ora godere ancor di più di quello spettacolo che gli si palesa davanti agli occhi: pioggia ininterotta che bagna quella natura ben curata che compone il suo cortile interno. La fontana continua a far defluire acqua mentre la natura tutta intorno si rigenera. Forse è solo lui che lo percepisce, ma c'è un purissimo senso di armonia in tutto quello, fatto che favorisce di certo quello che deve andare ora a compiere. Pone le mani dietro la schiena, che appoggia delicatamente al pilastro. Flette le braccia come a volersi spingere via da quest'ultimo per compiere uno scatto di media velocità verso l'angolo della stanza. Nella corsa percepisce il vento generato dalla corrente del movimento sfiorare il suo corpo, quasi passargli attraverso se avesse voluto permetterglielo. E' una condizione davvero piacevole. Ora non resta che fermare la corsa e svelare la vera meraviglia del suo gene Ishiba. [Ishibaku on][Chakra 28\30]

09:21 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] La corsa si è ormai arrestata del tutto. Cambia lo spot del capo, rigirandosi verso il porticato. E’ arrivato il momento di provare a creare quei foglietti, quella carta fatta di purissima essenza Ishiba e costituita da chakra denso e compatto. Chiude gli occhi per tornare nelle tenebre della sua mente, isolato da qualsiasi distrazione esterna a sé. Muove il braccio destro tendendolo con un movimento parabolico dal basso verso l’alto, in modo da farlo giungere in posizione parallela al terreno e perpendicolare al suo busto. L’obiettivo è sempre lo stesso: disgregare l’avambraccio e sfruttare quella condizione. Il movimento, lo spostamento d’aria generato, non sono dati trascurati dall’Ishiba, no. Analizza e incorpora meticolosamente per favorire una ricreazione mentale di quella parte del suo corpo nel modo più dettagliato possibile, partendo dalle dimensioni, il peso, il colore, la percezione al tatto. L’immagine verrebbe ora impressa nel vuoto, come se non esistesse altro che quella. Nel frattempo il chakra verrebbe indirizzato in maggior quantità verso l’avambraccio destro, come a volerne intensificare l’influsso proprio in quella zona. Compiuto questo passo, cercherebbe di mantenere il fermo immagine dell’arto ben compatto mentre l’energia azzurra andrebbe a creare dei solchi ben definiti sia all’interno che sulla superficie di esso, come a voler creare un incastro geometrico perfetto. I solchi verrebbero ora concretizzati, intensificando il flusso, che andrebbe a separare quelle che potrebbero sembrare delle lamine sottili e rigide. Giunto a questa condizione andrebbe quindi a rilasciare il chakra, facendo in modo che i solchi azzurri possano divenire effettivi spazi, creati tra quella che prima era carne, ma che ora è diventata un geometria di blocchi di carta, una carta speciale, che racchiude quello che è il genin stesso. [Ishibaku on] [Chakra 27\30]

09:31 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] Riapre gli occhi. Ed eccola lì. La magia è avvenuta. Il braccio è attaccato ancora al resto del corpo. Lo percepisce nello stesso modo in cui lo percepiva pochi secondi prima. Eppure anche uno sguardo poco attento riuscirebbe a notare la strana conformazione che lo caratterizza, quelle linee ben definite visibili sulla superficie di quella che una volta era pelle e stoffa. Ora non resta altro che sbizzarrirsi con quella moltitudine di foglietti contenuti nel suo avambraccio. Andrebbe quindi a mantenere il flusso di chakra attivo e ben intenso in quella zona, non postando il braccio dalla posizione tesa di prima. A questo punto andrebbe a concentrarsi su come percepisce l’arto in quelle condizioni: la differenza non è molta. Anche se si tratta di centinaia di foglietti di carta, lui percepisce ognuno di essi come fosse il suo braccio. In questa condizione, però, potrebbe eseguire più movimenti rispetto al semplice muovere nello spazio e piegare. Potrebbe espanderlo in un area molto più ampia, potrebbe traslarlo rispetto alla sua sede originale, il tutto generando un candido stormo di carta bianca. Opta per la prima opzione: vuole scomporlo ed espanderlo nello spazio, mantenendo però un saldo controllo su di esso. Andrebbe quindi a sollecitare l’essenza chakrale di ciascuna lamina, che al momento manterrebbe uno stato di stasi stando poggiata in modo compatto l’una sull’altra. Percependo la possibilità di generare un movimento, andrebbe quindi ad imporre un controllo sui primi foglietti, i più superficiali ed esterni che stanno all’inizio delle piccole pile. Questi verrebbero sollevati delicatamente e meticolosamente grazie alla volontà del ninja, che in pochi secondi vedrebbe i primi svolazzi di carta sospesa nell’aria, iniziando con pochi foglietti per poi aumentare di quantità, fino a raggiungere all’effetto visivo di uno stormo di circa un centinaio di foglietti che, secondo chiari comandi mentali del genin, verrebbe mantenuto sospeso nell’area di fronte a lui a circa un metro da terra. Il braccio invece risulterebbe monco partendo da poco più sopra il gomito, il cui culmine risulterebbe formato da piccole pile scoperte. [Ishibaku On] [Chakra 26\30]

09:41 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] Nonostante l’assenza di un braccio possa apparire non del tutto normale, per lui è la cosa più bella del mondo. Lo è perché è un inizio, l’inizio di qualcosa che potrebbe diventare molto più grande: al momento è solo una parte del suo corpo ad essersi disgregata, ma un giorno riuscirà a tramutare l’intero suo essere in quello stormo immacolato e il fatto che sia riuscito anche solo in parte nell’impresa testimonia che la possibilità esiste dentro di lui, va solo allenata con tenacia, determinazione e, perché no, un po’ di coraggio. Ora però vuole spingersi oltre, la voglia di toccare con mano il proprio limite e spostarlo un tantino più in là. Le parole della madre risuonano nella sua testa continuamente: è stata sua premura, infatti, ricordare più volte al figlio che durante le prime disgregazioni non avrebbe dovuto aver pretese di realizzare origami troppo complessi. Poche pieghe, figure semplici da visualizzare e facili da maneggiare rispetto ai cambi d’aria. Punta quindi ad ottenere dei semplici aeroplanini, di quelli ottenibili tramite tre pieghe. Andrebbe quindi a concentrarsi su uno dei tanti foglietti sospesi, quello che andrà ad utilizzare come modello per gli altri. Sì, perché essendo i foglietti formati della stessa essenza basta manipolarne uno solo per permettere agli altri di seguire la stessa procedura autonomamente. Andrebbe quindi a realizzare una piega verticale su di esso, che permetterebbe di piegare l’intero in due metà perfette. Lungo questa linea andrebbe a creare due pieghe trasversali che congiungerebbero la punta dell’aeroplanino agli angoli inferiori del foglio tramite due precise diagonali. Le ultime due pieghe avrebbero quindi creato le ali del semplice origami. Se tutto fosse andato come visualizzato dal genin, anche tutti gli altri foglietti sarebbero partiti nel piegarsi su sè stessi con qualche secondo di ritardo rispetto al principale, ottenendo così, a circa una decina di secondi dall’inizio del tentativo, uno stormo di aeroplanini di carta pronti a fendere l’aria. [Ishibaku On] [Chakra 25\30]

09:48 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] Osserva con occhi intrisi di concentrazione il piegarsi su sé stessi di quei foglietti candidi. Qualche secondo di attesa, dove ogni piega viene delineata nel modo più accurato possibile, condotta dal chakra. Ed ecco finalmente il risultato: gli origami non sono precisi come avrebbe voluto. Le pieghe non sono simmetriche da un lato all’altro, il che crea un affetto di sproporzione dell’ala sinistra rispetto alla destra, l’una più lunga dell’altra. A ciò consegue che l’aria venga tagliata in modo incongruente da lato a lato, creando uno sbilanciamento nel peso della carta, che vedrebbe ciascun aero planino pendere leggermente verso destra, creando così problemi nel direzionamento e negli spostamenti. Un tentativo, realizzato solo in parte, ma comunque un tentativo. E’ sempre il primo passo e questo se lo deve ricordare, onde evitare frustrazioni e scoraggiamenti non necessari al miglioramento. < Direi che per oggi può bastare. > commenta permanendo con lo sguardo fisso sullo stormo. L’essenza chakrale verrebbe quindi risollecitata dall’Ishiba, che con meticolosa attenzione scioglierebbe le pieghe del foglietto principale, conseguendo la medesima azione negli altri. Fatto ciò, come fosse l’effetto di un magnete, i foglietti verrebbero riattivati verso il braccio, andando a formare, una volta ricompattati, una vaga forma di quello che era in origine, mantenendo un colore bianco e tralasciando qualche angolino, che rimarrebbe leggermente sollevato. Solo una volta giunto anche l’ultimo foglietto, la forma avrebbe riacquisito la sua rotondità per poi far riapparire delicatamente i colori originali di pelle e tuta. A questo punto tramite la sua volontà andrebbe ad interrompere il flusso di chakra, rimettendo a sopire l’essenza Ishibaku nelle profondità, pronta per essere rievocata all’occorrenza. Uno sguardo finale al braccio. Piega la mano, rotea il polso, preme tra di loro i polpastrelli di ciascun dito. E’ incredibile che quello che era carta fino ad un minuto prima sia tornato carne, muscolo, con vene in cui scorre sangue. Un sangue che è fin troppo orgoglioso di custodire. [Ishibaku Off] [Chakra Off] [END]

Dopo l'ultimo allenamento andato malino, Shigeo riprova a dominare l'Ishibaku.

Ps: spero vada meglio stavolta!