Gli 88 grani del rosario

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15:13 Rasetsu:
 Sole. Non lo predilige, preferisce il buio, le tenebre e pur di trovarne un angolino, cammina alla stregua ricerca. In quel ch'è il Tempio dedicato al Clan Kokketsu, precedente Cattedrale gestita da Yukio e Kurona Kokketsu, il Rosso si sente finalmente a casa. Si sta verso esso dirigendo, con passo lento, privo d'alcuna fretta che possa disturbarlo. Sol in quelle quattro mura scure, sta bene con se stesso, con i suoi demoni interiori, con la propria essenza. Gli abiti che porta son pur sempre atipici rispetto a quelli che, normalmente, vestono i Ninja delle Cinque Terre. Date, inoltre, le temperature elevatasi con l'arrivo della primavera, non porta il suo solito giaccone rosso scuro come il sangue coagulato, quel sangue che gli scorre nelle vene, pur avendo un colore differente. Il fisico asciutto, per niente allenato e privo di sostanziale muscolatura, è coperto da una camicia bianca, leggera, dai bottoni chiusi sin all'altezza del petto. Quelli del collo son lasciati aperti, affinché l'aria non gli manchi per nulla. Le maniche son piegate sin all'altezza dei gomiti, mostrando quella pelle nivea, cadaverica, quasi malata e poca peluria sugli avambracci, così come sul resto del corpo. Più femminile che maschile, questa è la sua vera croce. Le mani son coperte da un paio di guanti neri che, tuttavia, non nascondono perfettamente la miriade di ferite cicatrizzate che ha su ambedue i polsi, alle quali difficilmente dà tempo e modo di guarire adeguatamente. Sovente, son rosicchiate e riaperte dai denti del giovane per poter richiamare la di lui innata demoniaca. E' all'ingresso del tempio, con le inferior leve che fan avanzar il di lui corpo in quelle braghe di color nero, aderenti alle gambe secche e longilinee del Rosso. Calzari ancor più fuori contesto, eleganti e comode al contempo, laccate di nero. Capelli cremisi a discender lungo il volto, le spalle, la schiena di questi, raggiungendo la vita in quell'ammasso di vermigli ciuffi. Occhiali dalla montatura rossa, con tanto di catenella, occupano il loro adeguato posto sulla punta del naso aquilino. Non entra ancor nel Tempio, ma v'è vicino. Nuovamente. Laddove, l'ultima volta, ha giurato eterna fedeltà al Picchio col becco avvelenato, egli torna ancor più contento che il Tempio sia casa sua. [Chk ON]

15:34 Gekko:
 Il sole splende su Paese dell'Erba ed illumina i passi di un giovane Genin, diretto fuori dalle mura di Kusagakure no Sato. Scompligliati ciuffi neri, occhi di smeraldo... è proprio Gekko, che si dirige verso il Tempio... forse per rendere grazie ai Kami in questa meravigliosa giornata... del resto il loto rosa che simboleggia il suo Clan rappresenta proprio il legame con la divinità. Come suo solito Indossa il suo equipaggiamento al completo: pantalone aderente fino al ginocchio e lungo fino a metà tibia e maglia chiusa sul davanti da una zip, con maniche aderenti sino al gomito, schinieri e vambracci di cuoio, guanti ninja ed un'armatura leggera, anch'essa di cuoio a coprire il torace ed il lato delle cosce. In vita porta una cintura di cuoio, a cui è intrecciato il coprifronte di Kusa e da cui pendono ai lati un portakunai sulla destra contenente 9 di questi attrezzi shinobistici ed un portaoggetti sulla sinistra al cui interno trovano posto un set di fumogeni, 5 carte bomba, 5 bombe luce, 5 fili di nylon, 5 fili di nylon conduttori, 2 set di makibishi, 1 fuda con il kanji "fiamma", 5 fuda contenenti tronchetti da sostituzione, 1 fuda con il kanji "bracciale" ed altri 19 fuda bianchi. Prima di incamminarsi, il ragazzo raccoglierebbe anche le proprie energie e per far ciò comporrebbe un mezzo sigillo della capra davanti al plesso solare e figurerebbe nella propria mente il proprio corpo, come fosse tagliato in due metà da un piano orizzontale, sorretto proprio dalla mano manca che forma il mezzo sigillo. Focalizzerebbe la propria attenzione quindi in un punto al centro della fronte, dove visualizzerebbe comporsi la figura di un tetraedro dalle quatrtro facce a forma di triangolo equilatero. Un rubino a cui invierebbe le proprie energie psichiche colmandolo di una luce rossa ed intensa, che nutrendosi di conoscenza ed ambizione andrebbe a spandersi fuori dei bordi mentre il solido inizierebbe a ruotare intorno ai propri assi di simmetria, formando una sfera di luce rossa. Focalizzerebbe quindi la concentrazione nel punto da cui sorge la vita, l'ombelico, che è il punto di congiunzione con il ventre materno, rappresentante la vita e le energie del corpo, dove farebbe comparire uno zaffiro dalle otto facce in foggia di triangolo equilatero. Come il rubino, anche lo zaffiro prenderebbe a ruotare intorno ai suoi assi di simmetria,mentre verrebbe nutrito con la forza proveniente dai muscoli, la resistenza delle ossa, i riflessi dei nervi ed il talento del sangue. La luce azzurra si spanderebbe fuori dei bordi della figura fino a formare un'intensa sfera di luce azzurra. Quindi avvicinerebbe le due sfere, portandole alla porta del respiro, il plesso solare. Qui, le due sfere si toccherebbero e scontrerebbero, mandando i frantumi il piano orizzontale che divideva il corpo in due metà, come se fosse uno specchio e lentamente si amalgamerebbero e fonderebbero, dando origine ad una energia nuova ed antica al tempo stesso, origine dell'essenza stessa degli shinobi: il chakra. A rappresentare questa energia si plasmerebbe un icosaedro dalle venti facce in guisa di triangolo equilatero, colmo di una luce bianca e calda, che prenderebbe a ruotare al centro del petto dell'Ametista, facendo spandere la luce all'esterno, prima a formare una sfera di luce candida e quindi una serie di filamenti, che da questa si dipanerebbero lungo tutto il sistema circolatorio del chakra, per raggiungere ogni tsubo. Se tutto si fosse manifestato correttamente il ragazzo potrebbe sorridere, percependo i suoi muscoli più forti, le sue ossa più resistenti, il suoi nervi più scattanti ed il suo intelletto più acuto e percepirebbe come questa energia sia ora più intensa che fino a qualche giorno addietro. Con questa energia in circolo e con tutto il suo equipaggiamento il giovane Shoton si metterebbe in cammino verso il tempio ed inizierebbe infine a salirne la scalinata.[Tentativo di Impasto del Chakra][se Chakra 25/25][Armatura Leggera, Schinieri, Vambracci, Guanti ninja, Coprifronte][Portakunai: 9x kunai][Portaoggetti:5x fumogeni, 5x carte bomba, 5x bombe luce, 5x fili di nylon, 5x fili di nylon conduttori, 2x makibishi, 1x fuda "fiamma", 1X fuda "bracciale", 5x fuda "tronchetto", 19 fuda bianchi]

15:49 Rasetsu:
 Quest'oggi, ha una meta. Per il Rosso, è già un papabile traguardo per poter raggiungere qualcosa di consono a se stesso. E' casa sua, il Tempio gestito dai Kokketsu. Fa parte della sua vita, una delle poche cose che son riuscite a scavare in quel suo animo vuoto e privo di sentimenti genuini, eccezion fatta per quel sentimento ambiguo e forte al contempo per Bahaa, or riversatosi su Eiko. Non è amore, è affetto. Puro. Non avendolo mai trovato in vita sua, è incapace a gestirlo, provandone una fetta immane che necessita di venir esternata. Cammina, alternando le inferior leve in passi costanti e precisi. Se Gekko sale la scalinata, egli è già in cima innanzi alla porta che ne delimita l'ingresso. Nell'avvertir il suono di passi, volge dabbasso il di lui sguardo verde-giallastro per poter scrutar con attenzione l'altrui figura. Solleva il sopracciglio destro, ne scruta ogni singolo dettaglio che sia possibile notare. <Tu sei quel tizio..> Se non è una persona importante - per lui, almeno - ne dimentica il nome oppure fa semplicemente finta di non saperlo. <..con cui ho svolto la missione in quel supermercato.> O qualsiasi cosa fosse. E' facilmente ricollegabile alla missione in cui ha fatto praticamente venir un infarto ad una vecchia, pur sapendo ch'era priva di medicine per il cuore. Tuttavia, la di lui Hijutsu è quella ch'è e non poteva fare altrimenti per correre in aiuto di Eiko. Attende, infine, una possibile risposta, rimembranza che sia, da parte di quest'ultimo. [Chk ON]

16:03 Gekko:
 solleverebbe lo sguardo verso la cima della scalinata, appena sentitosi identificare... beh, dai... quasi identificare e non potrebbe non notare la massa di capelli vermigli... lo "zietto Rasetsu" come lo chiama Chibi chan. Non stupisce nemmeno del tutto che ancora non riesca a ricordare il suo nome... non deve avere fatto molta impressione sul tizio dal manto di morte <Oh salve Magetsu.> ridacchierebbe, sbagliando di proposito l'altrui nome, come una sorta di ripicca, ma scegliendo accuratamente il nome storpiato pronunciato dalla vecchia infartuata <Hai poi saputo cosa sia successo a quella vecchiaccia?> chiederebbe e decisamente non cerca di nascondere un po' di astio <Scommetto che quel coglione che s'è fatto prendere in ostaggio l'ha convinta a non pagarci.> quasi ringhiando al constatare l'assenza di un compenso per il lavoro svolto mentre copre gli ultimi metri che lo separano dalla facciata del Tempio. Costruzione che ammira dall'esterno, nella sua imponenza. Sospira <Soldi a parte, secondo me c'è altro sotto.> mormora <Qualcuno chiede l'intervento di ninja e poi viene negato il compenso per avere svolto la missione.> alza le spalle <Sembra un modo per assicurarsi che altre missioni dello stesso genere vengano snobbate.> sorride obliquo <Tu che ne dici Rasetsu?> chiederebbe, ora usando il nome che l'altro gli ha rivelato e non una storpiatura.[CHk on]

16:23 Rasetsu:
 Lascia che le braccia ciondolino lungo i rispettivi fianchi, mentre scruta ed ascolta quel che ha da dire Gekko. Piega il capo verso la spalla manca, giusto per assumer una posizione consona e comoda e, magari, così facendo, ripararsi dai raggi solari caldi e costanti. Ancor presto per giunger al tramonto, son fastidiosi sulla pelle nivea, cadaverica del Rosso. <Gradirei tu mi chiamassi col mio nome.> Non che sia vero, è un nome che si è affibbiato da sé. Tuttavia, vuole e predilige quello, nonostante a Kusa, chi di dovere sappia che il reale appellativo sia Ryuuma. <Non me ne frega niente di quella vecchia di merda!> Sbotta non appena egli trae il discorso e lo apre. <Non immaginavo fosse così debole di cuore! E poi, avrebbe dovuto gioire di fronte alla mia vera essenza, al mio demoniaco IO!> Esclama, allargando or le braccia verso l'esterno con far del tutto teatrale, da bravo egocentrico megalomane. <Ed invece il suo cuore ha deciso di cedere! E, in tutto ciò, nonostante la missione fosse stata eseguita con successo, non hanno voluto darmi il giusto compenso!> E' ancor profondamente adirato per questa scelta, poiché invero non è stata poi molta colpa sua se, trasformandosi, ha un aspetto simile a quello della Morte. Non se ne incolpa, anzi lui adora quella parte di sé allo stremo. Inoltre, orgoglioso com'è, nonché meschino e diabolico, va da sé che ritenersi artefice del misfatto non sia collegabile al di lui nome. <Io dico soltanto che, alla prossima missione, pretenderò il mio compenso o farò crollare ogni palazzina di Kusa sotto il mio Potere. Distruggerò l'intero Paese, quant'è vero che sono un Kokketsu!> Sbraita ancora, sputacchiando ogni tanto e lasciando ondeggiar il crine rossastro dietro la schiena. Con uno spintone della dritta, allungando l'arto come un colpo di frusta, apre veementemente il portone, giusto un'anta per poter aver accesso all'interno. Interno che sarebbe, ovviamente, scuro tendente al nero e al violaceo, con vetrate d'egual colore in alto e alle spalle della navata stessa. Uno spiraglio di luce nella tenebra più oscura. [Chk ON]

16:38 Gekko:
 scuote la testa... lui non è invero venale, non è il motore delle sue azioni il denaro, ma in un modo la cui economia si regge principalmente sullo svolgere missioni, il fatto che dei ninja non vengano pagati, è un danno per tutto il villaggio. <Forse il Villaggio dovrebbe farsi pagare anticipatamente e poi provvedere a ricompensare gli shinobi che effettuano le missioni.> mormora <In questo modo si evitano le perdite di tempo.> alza le spalle <Si fa così in tutti i lavori in cui si facciano opere su commessa.> conclude il suo dire ed altro non avrebbe da aggiungere alla questione <Però... Cos'era quella tecnica che hai usato?> chiederebbe <Faceva davvero molta scena.> infatti ha fatto scappare un delinquente urlante come una bimbetta e... beh... ha fatto prendere un infarto ad una vecchia <E' un peccato che Eiko non l'abbia vista.> sorriderebbe... demoniaca natura? forse... figata? sicuro! <Kokketsu?> chiederebbe poi a sentire il nome di quel Clan... eh già... Gekko è ancora uno straniero e non è che conosca molto i Clan di Kusa e poco meglio quelli di Oto. Poi osserverebbe l'interno del tempio e vi farebbe il suo ingresso, abbassando la voce in segno di rispetto <Sai... Non ti avrei pensato un tipo religioso, Rasetsu.> mormorerebbe non proferendo parola sull'alienità di quel luogo ad un qualsiasi tempio ch'egli possa mai aver veduto prima.[chk on]

17:02 Rasetsu:
 Scuote mestamente il capo alla di lui affermazione, riguardante ancor il denaro che non è stato loro consegnato, specialmente a Rasetsu. <Penso che sia stato il Villaggio in sé a non volerci pagare, come risarcimento per aver fatto venir un infarto alla vecchia. Come ti ho spiegato prima, non potevo far granché a tal proposito! Non c'era scritto che bisognava evitare tecniche troppo cruente. Se non va bene ciò che sono, non me ne frega un cazzo!> Sbotta, visto e considerato come si senta fuori luogo in un contesto dove è stato accusato. Non che si senta veramente in colpa per quel che ha fatto, ma nessuno gli ha chiesto le ragioni che l'hanno spinto a far ciò che ha dovuto. Lo additano, come sempre, come un Mostro. Anche questo, ormai, non gli fa più alcun effetto, ma ciò non toglie lo sgradevole fastidio che ciò comporta. <Quale tecnica?> Ne ha usate almeno due, per cui vuol dapprima capire se si riferisca a quella semplice dovuta al Raiton oppure a quella macabra, ma che lui adora, che sarebbe in realtà la sua Abilità Innata. <Eiko andava protetta. Invece, l'ho lasciata andare con quel ragazzino!> Il quale s'è poi rivelato per quel ch'era realmente. Fa schioccar la lingua contro il palato, odiando in particolar modo, come per altro ne ha discusso con la stessa ragazzina citata nella discussione, di come non sia riuscito a proteggerla come aveva promesso di fare. <Se le fosse successo qualcosa, avrei ribaltato quell'intero supermercato fintantoché di esso non sarebbe rimasta che la polvere!> E' bravo con le minacce, questo è palese, tuttavia quanto reali possono esser queste ultime? <Kokketsu. Che c'è? Qualche problema?> Gli rifila un'occhiata delle sue, assottigliando le palpebre dietro le lenti dalla montatura cremisi. Conseguentemente, lo precede all'interno del Tempio, dandogli sì le spalle, ma restando oltremodo attento e circospetto, non fidandosi assolutamente del ragazzo, almeno per ora. <Non sono un tipo religioso. E' casa della mia Famiglia.> Ergo: anche la sua. [Chk ON]

17:22 Gekko:
 annuisce... beh potrebbe essere... del resto non è certo un ragazzino che debba andare a dare lezioni di economia a chi gestisce un Villaggio. Alza le spalle <Ci sono altri modi per guadagnare.> direbbe senza ulteriori commenti poi alzerebbe appena il sopracciglio destro alla richiesta di "quale tecnica"... ciò dovuto principalmente al fatto che lui di tecnica ne ha vista una sola, perché mentre il Kokketsu perforava una spalla di un rapinatore, Gekko era rivolto verso il suo bersaglio... <Intendo quella specie di mantello.> mormora facendosi anche aiuto delle mani per mimare la forma <E' stato davvero forte.> commenterebbe <Credo che se al nostro primo incontro ti avessi visto in quel modo...> sorride lasciando per un attimo la frase in sospeso <Avrei dovuto prendere decisamente più sul serio l'affermazione che tu sia un demone.> ridacchia... beh no... non è un imbecille che non capisce quando qualcosa è pericoloso... semplicemente ha una certa sicurezza dovuta al fatto che, bene o male, lui ed il Rosso stanno dalla stessa parte... dalla parte di Eiko. Ed infatti annuisce tornando più serio. <Sì. Ho fatto male a focalizzarmi sui quei primi tre tizi.> mormora <Avrei dovuto dar retta ad Eiko, che non si fidava di quei marmocchi scout.> scuote leggermente la testa <Però alla fine in questo modo li avevamo a portata di mano per fermarli subito.> sorriderebbe <Ed avresti dovuto vedere come Chibi chan si è sbarazzata del tipo che era con lei. <Lo ha fatto volare contro le scaffalature ed attraverso, dato che le ha fracassate.> commenta con una vena di entusiasmo... già... a quanto pare l'unico a non essere stato spettacolare è stato proprio l'Ametista. <Nono. Nessun problema. Solo non conosco ancora molto bene i Clan di questo Villaggio e le loro relazioni.> direbbe concludendo poi <Cavolo quindi la sede del tuo Clan è questo Tempio?> [Chk on]

15:19 Rasetsu:
 Entrati nel Tempio, il Rosso lancia delle occhiate tutt'attorno, preoccupandosi di quel che potrebbe esservi all'interno data la sua assenza. Le alte finestre dalle vetrate dipinte di violacei colori di svariata sfumatura, lasciano entrar un po' di luce dall'esterno. Lungo tutta la zona principale, subito dopo l'ingresso, vi sono delle panche in legno poste su ambedue i lati, lasciando un piccolo corridoio centrale per raggiunger la navata principale. Vi sono delle piccole lanterne ad olio accese, che lasciano un lieve tepore ed una sottile luce all'interno, specialmente negli archi più bui laterali. Nel caso in cui Gekko sia entrato, chiuderebbe il portone dietro di loro, con un piccolo cigolio in sottofondo dei cardini. <Beh, io conosco dei metodi per guadagnare, ma non bastano quanto dovrebbero.> Non sempre il mercato della droga dà i suoi frutti, specialmente se, viste le circostanze, deve versare la maggior parte del guadagno nelle tasche di Jinto. <Quella è la mia Innata.> Specifica, assottigliando le palpebre, fissandolo oltre la propria spalla, serioso. <Come ti dissi, sono un Demone! Non mi hai creduto perché sei uno stolto.> Ammette, stringendosi nelle spalle, mentre s'avvia verso una delle panche ivi poste, probabilmente verso la terza fila a partire dall'ultima, contando almeno una decina di file suddivise in due colonne. <Se vuoi accomodarti..> Finge d'esser un buon proprietario, padrone di casa, quando in realtà non è neppur totalmente suo quel Tempio. <Per quel che mi riguarda, l'importante è che Eiko non si sia fatta male. Avrei ucciso chiunque si fosse messo sul mio cammino nel difenderla.> Fa schioccar la lingua contro il palato, accomodandosi come meglio crede sulla panca precedentemente citata ed adocchiata, con la leva inferior manca a piegarsi e poggiarsi contro il ginocchio della gemella. <In teoria, sì. E' il Tempio gestito da mia sorella.> Quando può e riesce a prendersene cura, ovviamente. [Chk ON]

15:38 Gekko:
 annuirebbe appena al dire dell'altro sul fatto che i guadagni siano sempre troppo magri... effettivamente sarebbe pure ora di chiedere un aumento a Jin san, ma non è questo il discorso. Spese non ne ha poi molte eccettuate le tasse, che questo mese non ha ancora pagato, ma in ogni caso quello che guadagna gli basta per vivere... certo, lui è abituato alla semplice vita di una carovana di mercanti... in città chi vuol vivere bene deve probabilmente affrontare altre ben più ingenti spese, rispetto a lui. Però la sua attenzione sarebbe tutta per la spiegazione riguardante la tecnica, che in realtà parrebbe essere l'innata del Clan Kokketsu <Beh> alzerebbe le spalle <Un conto sentir dire da qualcuno che è un demone ed un conto è vedere certe manifestazioni coi propri occhi.> andrebbe a specificare accogliendo l'invito a sedersi su una panca del Tempio <E' un potere molto scenografico.> direbbe <Sono convinto che ci sia più di quanto ho visto. D'altro canto l'hijutsu del mio Clan non ha manifestazioni visibili, fino a che non ne uso il potere.> sorriderebbe lasciando però sospeso il discorso ed annuendo appena al commento riguardante il fatto che Eiko non si sia fatta male <Sì. In fondo è anche lei una kunoichi e non dovremmo prenderla troppo sotto gamba.> commenta <Non vorrei mai che si offendesse.> già... potrebbe guardarli male a morte con quel faccino buffo <Se quel tipo le avesse fatto un graffio, non credo che lo avrei perdonato facilmente.> aggiungerebbe serio <Ma ci ha pensato da sola a rompergli qualche costola.> alzerebbe le spalle <Quindi tutto bene, direi.> beh tutto bene sì... cioè per loro tre, perché dei quattro rapinatori, quello a cui è andata meglio è scappato urlando come una femminuccia e forse ha dovuto cambiarsi le mutande. <Quest'edificio è davvero imponente.> mormorerebbe un po' opprimente magari <Quindi tu hai una sorella Rasetsu san?> mormorerebbe <E ci sono anche altri nella tua famiglia?> chiederebbe con fare abbastanza rilassato.[chk on]

16:02 Rasetsu:
 Lì seduto, non si cruccia particolarmente di dove stia Gekko. Non gli chiederà una seconda volta di sedersi. Può restar anche in piedi per quel che lo riguarda. L'importante è che si appropri lui di un posto comodo dove poter stare, poggiando persino la schiena contro la stessa panca. <Potevi sempre chiedere una dimostrazione s'era quel che volevi.> Si stringe nelle spalle, sollevando l'arto superior manco assieme al dito medio. Spinge gli occhiali poco più su, lungo il naso, affinché siano a poca distanza dagli occhi ed in una adeguata posizione. <Quando e se vedrai quel che posso fare, resterai sbalordito. Ma finora, non ti conviene che io te lo dica!> No, infatti, sarebbe anche stupido rivelare gli assi nella manica del proprio Clan. <Tu hai un Clan?> Chiede, dal momento che, finora, non se n'era mai parlato né il Rosso sapeva qualcosa al riguardo. D'altronde, non v'è mai stato modo o motivo di parlarne e c'è anche da aggiungere che i due si conoscono da decisamente poco tempo. Son rare altresì le volte in cui han potuto parlare in modo consono come adesso. Strano persino come il Rosso riesca a resistere all'impulso di non cacciarlo. Molto probabilmente, sembra andargli a genio e son rarissime - se non uniche - quelle stesse persone che non gli causano fastidio o istinti omicidi. <Non ho detto che dobbiamo prenderla sottogamba. Ma ho promesso di proteggerla e di starle affianco. E lo farò. E chiunque si metta sulla strada tra me ed Eiko-chan..> Assottiglia le palpebre, sin quasi a renderle due fessure, incattivito e furibondo. Lo fissa senza ritegno alcuno, lasciando palesar tutta la furia, la rabbia che ciò potrebbe comportare. <..non finirà bene. Farà da concime al terreno.> Sbuffa, volgendo il capo dall'altro lato, or tornando a fissar la navata frontalmente. <Tu? Perché tu vorresti difenderla? Cos'è per.. te?> Ringhia fuori dalle labbra, digrignando i denti da squalo posseduti, affilati. Gira di scatto il capo per poter fissar nuovamente il ragazzo. Vuole sapere, esser invadente sia nella vita di Eiko che di chi la circonda. E' possessivo, da un certo punto di vista quasi come se la ragazzina fosse sua proprietà. E non è poi così distante dal vero come affermazione. <L'Hasukage fa parte della mia Famiglia.> Se ne vanta sempre, ormai. Tace, infine, rasserenandosi ben poco. [Chk ON]

16:29 Gekko:
 ridacchia alla provocazione sul fatto di chiedere una dimostrazione... i ninja non sono clown da circo, o piazzisti... le loro tecniche, soprattutto quelle proprie dei CLan, sono armi preziose e nessuno ne darebbe dimostrazione, tanto per fare scena... ma una conferma è una conferma... il Rosso si era limitato ad attivare la propria innata, ma poi aveva rinunciato ad usarla, un po' perché non c'erano nemici da affrontare e un po' per una guastafeste infartuata... ehm... dicasi gentile vecchina. <Io appartengo al Clan Shoton.> mormora con orgoglio, dopo aver potuto studiare la storia del Clan <Fino alla distruzione della 4° Guerra Mondiale dei Ninja, il mio era un Clan proprio di Kusa.> un Clan nobile, per quanto il ragazzo non comprenda appieno questa definizione... <In seguito il Clan si è dedicato al Villaggio del Suono, ma ora è stata ristabilita una sede qui.> alzerebbe le spalle <Fino a poco tempo fa, la mia appartenenza al Clan era determinata solo da parole, ma essendo riuscito ad utilizzare il nostro hijutsu, mi sono guadagnato l'accesso al Dojo.> già... la meraviglia del Palazzo di Cristallo, che pare tanto effimero, in confronto alla solida roccia del Tempio... ma le successive considerazioni su cosa sarebbe accaduto a chi si mettesse Tra il Rosso ed Eiko, richiamano l'attenzione dell'Ametista su questioni più immediate <Ricordo di essermi già trovato di fronte a domande del genere.> sorriderebbe a ricordare il loro primo incontro <Per me è facile rispondere.> direbbe <Eiko è come una sorellina.> mormorerebbe <Come ho già detto io non ho memoria dei miei genitori. Chi mi ha allevato, ora ha ripreso la propria vita, mentre io ho intrapreso la via del ninja.> piccolo riassunto di una vita che in fondo, finzione precedente a parte, è durata per ora appena un mese. <Lei ed il mio Clan sono gli unici legami che ho.> spiegherebbe, senza tendere alla banalizzazione <E chi volesse recidere questo legame...> lascerebbe la frase in sospeso per un istante, alzando appena le spalle... <Finirebbe per pentirsene.> osserverebbe però il Rosso e la sua reazione... che poi... bel fratello, uno che nemmeno si accorge che la sua sorellina viene rapita e tenuta prigioniera per giorni <Niente meno che l'Hasukage?> commenterebbe... beh certamente è qualcosa di cui valga la pena vantarsi.[chk in]

17:02 Rasetsu:
 I di lui occhi verdi con sfumature giallastre scrutano il Tempio. Non v'è molta gente quest'oggi, il che rende il luogo decisamente perfetto ed adeguato al temperamento e all'atteggiamento del Kokketsu. Abituato alla solitudine, è già tanto che sia in compagnia dello Shoton, per di più dentro quella che lui reputa casa propria. <Shoton. Mai sentiti.> Poiché, come anche spiegato dallo stesso Gekko, par proprio che tal Clan sia tornato a Kusagakure da poco tempo. <Forse è per questo motivo che non vi ho sentiti..> Ammette, stringendosi nelle spalle, sistemandosi poi la stessa camicia. Sbottona un ulterior bottone all'altezza dello sterno, per lasciar traspirare la pelle ed il proprio busto. Il petto è ovviamente scarno, privo di peluria ed ovviamente pallido come il resto di sé, compreso il volto. <..o sarà perché non siete importanti tanto quanto i Kokketsu.> Sghignazza sotto i baffi immaginari, sicché privo di peluria in gran parte del di lui stesso fisico. Par quasi che i capelli abbiano raccolto tutto, anziché disseminarlo laddove sarebbe servito. <Buon per te, comunque. Ma non credo che la tua Innata riuscirà mai a battere la mia.> Lo dice con sicurezza ed orgoglio, poiché altrettanto egocentrico ed orgoglioso di quello che è riuscito ad ottenere nel momento stesso in cui sarebbe dovuto morire. <Spero per te che Eiko-chan venga trattata davvero come sorella. Torcile un sol capello e non sarà felice finché non ti avrò tolto dai piedi. Segnatele queste minacce, perché saranno uno dei modi coi quali morirai nel caso in cui farai del male ad Eiko-chan. Non mi fido di te abbastanza..> Per il momento. Soffia via tali parole con sicurezza e cattiveria contemporaneamente. Digrigna per un attimo i denti, ma rivolge il di lui sguardo direttamente nei confronti della navata principale, osservando i vari disegni delle vetrate. <Bene, allora.> Conferma le di lui ultime parole sul legame che ha con Eiko. Non che gli dispiaccia, forse. <Nientemeno che l'Hasukage.> Asserisce ulteriormente, ripetendo quanto detto dall'altro. [Chk ON]

17:25 Gekko:
 un sorriso decisamente tenace... l'Ametista pare quasi divertito dalle ipotesi del Rosso sul perché lui non abbia mai sentito nominare il suo Clan... come se lo Shoton avesse mai prima d'ora mai sentito parlare di Kokketsu. Certo va riconosciuto che il sedicente demone sia un fenomeno nel cercare di mutare ciò che non conosce in ciò che non merita d'essere conosciuto. Uno stile opposto a quello dello Shoton, che invece ritiene la propria mancanza di conoscenza un difetto... ed invero in qualche caso potrebbe rivelarsi tale. <Alla fine esistono alcune ragioni fondamentali per conoscere i Clan altrui.> commenta seriamente <O sono alleati storici del proprio Clan, o sono nemici, oppure hanno fatto tanto rumore che chiunque nel mondo li conosca.> si ferma sorridente e risponde appena alla successiva affermazione del Kokketsu <Esiste l'eventualità che non scopriremo mai, quale dei nostri Hijutsu prevarrebbe sull'altro.> mormora con un tono che però farebbe ritenere che la sua opinione possa essere diametralmente opposta a quella del Rosso... del resto non conoscono davvero abbastanza le rispettive peculiarità per fare una valutazione di questo tipo e con Eiko a costituire un legame indiretto tra loro, l'eventualità di uno scontro parrebbe decisamente remota... sennonché la successiva affermazione del demone è nuovamente una minaccia... una minaccia che potrebbe seriamente far paura... non fosse che sia preceduta dall'ipotesi che lui faccia del male ad Eiko... cosa decisamente fuori dai suoi pensieri... questo rende priva di appiglio ogni successiva minaccia. <Tu non ti fidi di me?> chiede il ragazzo dagli occhi di smeraldo <Guarda che potrei girare la questione negli stessi termini.> certo la differenza di potere tra i due è quasi palpabile, ma inverosimile per inverosimile... <Alla fine credo che l'importante per entrambi dovrebbe essere che Eiko si fida di noi, giusto?> chiede <Zietto.> aggiungerebbe ridacchiando... ma poco dopo si alzerebbe dalla panca... come se la stessa iniziasse a bruciare... succede quando ti rendi conto che forse hai esagerato un attimino troppo nel prenderti confidenza. <Intendo che se lei si fida di noi, anche noi dovremmo fidarci l'uno dell'altro.> direbbe, cercando di riportare la conversazione su un binario che faccia svanire dalla memoria il richiamo al nomignolo che Chibi chan da al Rosso. <Hai conosciuto anche la sua sorellona?> chiederebbe al sedicente demone, cercando di far leva su un'informazione che forse questo non ha, per evitare le possibili sevizie conseguenti ad averlo chiamato zietto.[chk on]

17:43 Rasetsu:
 Non ammette mai un torto. Difficilmente lo faceva anche in punto di minaccia di morte, quando erano gli altri a minacciarlo. China il capo all'indietro, nel tentativo di assumere una posizione più comoda e consona possibile, vista la panca su cui è seduto. <Non credo che il mio Clan abbia alleati o, comunque, nemici. Chi vuoi che si metta contro l'Hasukage in persona?> Sarebbe, innanzitutto, un suicidio, conosciute le capacità del Tessai, poiché altrimenti sarebbe palese non sarebbe mai riuscito a raggiungere la carica ricoperta. <Nyahahaah!> Ed è facile la risata che giunge, distendendo gli angoli delle labbra verso l'alto, mostrando quel suo classico e sarcastico ghigno. <Potremmo sempre provarci, ma non t'assicuro di lasciarti vivo.> E' assolutamente sicuro di quello che sta facendo, dicendo ed è anche consapevole delle proprie capacità. Sghignazza ancora, ostentando quella sua sicurezza che, spesso e volentieri, ha rischiato di farlo decapitare od uccidere in chissà quante svariate maniere. <No, non mi fido di te. Non mi fido di nessuno su questa dannata terra.> Eccezion fatta per alcune persone, facenti parte della propria Famiglia, la quale è ovviamente sacrosanta per lui. Soltanto perché, volente o nolente, quella stessa Famiglia gli ha donato un potere inestimabile che soltanto i prescelti possono ottenere. <Non m'interessa che tu non ti fidi di me. Eiko-chan mi basta ed avanza come unica persona che si fida di me.> Non può contar sempre sulla Famiglia, anche se quest'ultima vien resa a se stante e non mischiata col resto della popolazione, della plebe, dal proprio punto di vista. <Sorellona? Di chi stai parlando?> Che sia quella famiglia di cui ha appena scoperto di far parte? Chi è quest'altra figura che potrebbe strapparle Eiko-chan dalle braccia? [Chk ON]

18:02 Gekko:
 <Beh. Non hai mica tutti i torti.> ammette <Mettersi contro l'Hasukage vorrebbe dire mettersi contro tutta Kusa.> non che non sia sufficiente la leggenda che dovrebbe fare da contorno ad una tale figura... ma si sa... Gekko e la storia di Kusa non si sono frequentati molto e la cosa lo ha penalizzato un po' all'esame teorico... tant'è che non conosceva nemmeno il collegamento Hasukage - Kokketsu. Alzerebbe le spalle alla reiterata sfida... è a casa del Rosso... anche se fossero sullo stesso livello di abilità, chiaramente il demone sarebbe avvantaggiato in qualche modo... ma loro non sono sullo stesso piano e non ci vogliono più di due normalissimi occhi per accorgersene... però questo discorso, è meglio lasciarlo appassire per i fatti suoi, senza voler avere l'ultima parola... cosa a cui forse il Rosso tiene. <Come fai a vivere senza fidarti di nessuno?> ok, che la famiglia sia un discorso a parte aiuta... ma non fidarsi di nessuno, vivendo in un villaggio è una cosa decisamente complicata da gestire... e vorrebbe tanto sapere come la cosa sia possibile rimanendo sani di mente... beh... forse un sedicente demone non è proprio il candidato numero uno per spiegare come rimanere sani di mente pur essendo incredibilmente paranoici... ma ormai la domanda è posta, quindi non si torna indietro, s'egli vorrà rispondere. <Tra di noi si può fare tutto in modo semplice, credo.> mormora <Eiko si fida di te, quindi io credo di potermi fidare di te, almeno per quanto riguarda Eiko.> dice sicuro <Ma Eiko si fida anche di me, quindi per quanto riguarda lei, credo che potresti provare a fidarti di me... sarei una minaccia in meno di cui preoccuparti, no?> sembra ragionevole come cosa... poi il sorriso si allarga sul volto di Gekko... ah lui non la conosce... <Una gran bella ragazza.> mormora ed è decisamente vero <Non hanno un legame di sangue. Lei sui chiama Kaime ed appartiene al Clan Ishiba.> continua <Abbiamo fatto assieme una missione tutti e tre.> ridacchia <Si vede che quelle due si vogliono bene.> terminerebbe con questa valutazione[chk on]

18:27 Rasetsu:
 Gekko riesce facilmente a capire dove Rasetsu volesse arrivare. Schierarsi contro l'Hasukage, appunto, vorrebbe dire andare contro Kusa stessa. E Kusa, tra l'altro, fa parte dell'Alleanza delle Cinque Terre Ninja. Insomma, non è esattamente qualcosa che tutti vorrebbero compiere, fare o per la quale finir in mezzo a problemi più grossi di se stessi. C'è stato un uomo che ha cercato di conquistare tutte le terre, partendo da Konoha, ma non vi è riuscito per quanto forte ed orgoglioso fosse. Annuisce, tornando a disquisire e a descrivere delle gesta di Rasetsu, quest'ultimo alla volta di Gekko. Non par voler aggiungere altro a qualcosa che egli ha decisamente capito. Per quanto sia egli folle, sa capir quando una persona è stupida oppure no. Ed il caso di Gekko rivela come egli non lo sia. Si limita ad annuire alla di lui volta, proprio perché altro non serve aggiungere al contesto. La domanda successiva, posta dallo Shoton, lo coglie in parte impreparato, dal momento che non sa quale risposta effettiva dargli. <Non conosco altro modo per vivere.> Rivela al di lui indirizzo, piegando or il capo verso la spalla manca, pensieroso, ma sicuro sì di quanto appena asserito. È vissuto da solo, sempre e costantemente allontanato dalla società. <La popolazione intera..> Di Kusa, ovviamente, sicuramente non del mondo conosciuto. <..mi ha sempre etichettato come mostro, il che fa comprendere quanto loro stessi siano i primi a non riporre fiducia in me. E cosa me ne farei io della fiducia degli altri? Mi fido solo di me stesso e questo mi fa andare avanti.> Non che si sia mai lamentato in merito, anche se, con i suoi atteggiamenti, si è spesso ritrovato in situazioni spiacevoli. <Dimmi tre motivi per cui dovrei fidarmi di te. Senza contare Eiko, ovviamente. Cosa puoi fare per me e me soltanto? A cosa mi potresti essere utile viste le tue capacità?> Fa schioccare la lingua contro il palato, lasciandogli sì un'occhiata, ma niente di troppo. Lo scruta per un istante, pur di captar qualche mutevole espressione. <Quella dal culo sodo?> È depravato. <Non pensavo avesse una sorellina..> Anche se non di sangue. <..così abbordabile.> La conosce, purtroppo. La conosce eccome. [Chk On]

18:41 Gekko:
 ha sempre vissuto così? non si è mai fidato di nessuno? Cavolo, non c'è che dire... paranoia personificata, però arriva anche una spiegazione... un po' esagerata forse. <Beh ma scusa, se non ti fidi di nessuno... vorrebbe dire che ti procuri il cibo da solo, per evitare di essere avvelenato o di qualche intossicazione... che ti prepari da solo tutto l'equipaggiamento, armi e protezioni varie?> mormora e questa sarebbe giusto la punta di un iceberg dovuto alla paranoia. Scuote leggermente la testa di fronte a questa assurda condizione. <Tre ragioni dici?> mormora <Beh. Per prima cosa quando ci siamo trovati a dover agire, non ti ho messo i bastoni tra le ruote. Seconda cosa, mi sono occupato di quello scarto in un tempo decisamente ridotto, quindi questo ti fa capire che sono abile.> che non sia modesto anche si capisce vero? beh del resto è vero che ha steso il suo bersaglio senza che questo potesse opporsi <Poi. Sempre per quanto hai potuto vedere.> insiste sull'episodio <Se fosse stato necessario tenere qualcuno in vita per interrogarlo, sarebbe bastato quello che ho steso, il che ti darebbe la possibilità di non trattenerti contro i tuoi avversari.> già perché è implicito... se qualcuno deve trattenersi per cercare di non uccidere l'avversario, risulta meno efficace <Poi lo so che qui andiamo al quarto motivo.> sorriderebbe <Ma io di mestiere concio pellami, quindi se hai bisogno di qualcuno a cui affidare le tue protezioni per riparazioni. Lo hai trovato.> e poi vogliamo non dire che ha quella classica faccia che dice "fidati"... frutto di anni tra i mercanti, ovvio... ma quello è un mestiere che ha i suoi benefici proprio nel rapporto con le persone.[chk on]

15:22 Rasetsu:
 La sua non è esattamente paranoia: è abitudine a vivere da solo. Inarca un sopracciglio nel sentir quanto viene asserito dal ragazzo, volgendo alla di lui volta il proprio sguardo, dietro quelle lenti dalla montatura rossa. <Dipende. Solitamente, non acquisto molto all'interno del Villaggio. E non è il cibo che mi manca. Qualcosa so cucinarmela da solo.> Ci riflette. D'altronde, vive da solo da quand'era un adolescente, il che fa ben comprender che, s'è vissuto fino ad adesso, vuol dire che sappia cavarsela da solo e non è ancor stato intossicato da nulla. <Inoltre, sono un medico! So capire se qualcosa è avvelenata oppure no. Capisci perché mi fido solo di me stesso?> Perché ha un rinnovato intuito? Perché ha conoscenze mediche? A ben vedere, il di lui dire è abbastanza incomprensibile. Bisognerebbe davvero essere nei di lui panni per, probabilmente, capirlo meglio. <Non utilizzo armi. Di protezione, ho soltanto un'armatura che neppure posso indossare perché è troppo pesante!> Fa schioccare la lingua contro il palato. In realtà, non è l'armatura ad essere troppo pesante: è lui ad essere troppo smilzo e privo di forze, al pari di un mollusco. Di seguito, Gekko riesce a dare ben quattro motivazioni al Rosso, anziché tre come richieste dallo stesso Demone. <E' il minimo il non mettermi i bastoni tra le ruote. Avrei ucciso te con gli avversari.> Specifica, rendendoglielo noto. Piega il busto in avanti, poggiando ambedue i gomiti e parte degli avambracci sulle rispettive cosce. Non distoglie, però, lo sguardo dallo Shoton. <Probabilmente. Ma non ho ancora visto molto di te.> Così come Gekko non ha visto abbastanza di Rasetsu, eppure non si mette a paragone, come sempre. <Ed, invece, mi son dovuto trattenere eccome. Ho fatto venire un infarto a quella vecchia megera, nonostante mi fossi contenuto. E' quello il mio aspetto!> Ripropone la stessa solfa di qualche minuto prima, ancora contrariato, coi denti digrignati per quanto ha dovuto subire. <Il quarto motivo non penso m'interessi. Non mi saresti in ogni caso utile.> No, infatti. Non ne trova affatto l'utilizzo, specialmente con il lavoro che fa il Rosso che, per ovvietà, non può esser rivelato così. [Chk ON]

15:53 Gekko:
 fa un gesto con la mano, come se quanto sente non fossero obiezioni importanti. <Beh, questa è bella... Posso capire che avendo un'educazione medica tu possa evitare un veleno aggiunto a qualche alimento.> sorriderebbe <Ma capire se un pezzo di carne sia semplicemente ben frollato, oppure sia andato a male, credo non rientri tra le competenze di un dottore.> ridacchierebbe <Per quello ti devi fidare di un macellaio.> alzerebbe le spalle ad enfatizzare un qualcosa di in fondo estremamente palese... non è che Rasetsu non si fidi degli altri, semplicemente se può fare qualcosa da solo, senza mettersi nelle mani di nessuno lo preferisce... ma per alcune cose non si può fare da soli... e per quanto possano sembrare cose marginali, alla fine sono vitali... tipo il cibo, appunto. <Non usi armi eh...> i fabbri di Kusa devono navigare nell'oro dato che per ora chiunque noto a Gekko, non usa armi, lui compreso <Ma poi, che te ne fai di un'armatura troppo pesante per essere indossata?> chiederebbe <Vieni nella bottega dove lavoro che te ne faccio provare una più leggera.> proporrebbe <Sul fatto di non intralciare...> fa una pausa, giusto per lasciare il discorso in sospeso <Ovvio che sia il minimo non mettersi i bastoni tra le ruote, però non credo che le cose filino sempre così lisce.> enfatizzerebbe il loro intuitivo lavoro di squadra... del resto prima di quel giorno si erano incontrati una volta e non avevano nemmeno mai discusso di tattiche e quant'altro. <Certo. Per vedere qualcosa di me, e io di te, avremmo bisogno di collaborare altre volte.> ripete l'ovvio... un po' come dire "squadra che vince non si cambia", però è vero. <Beh ma quella è stata sfortuna.> riferito all'infarto della vecchia <Senza interferenze esterne, le cose sarebbero potute procedere senza ripensamenti.> altrimenti detto senza quella vecchiaccia guastafeste, sarei riuscito a vedere di più del tuo potere <Credo che molto dipenda dal fatto che questo lavoro fosse molto al di sotto delle tue capacità.> concluderebbe, considerando che alla fin fine questa missione era davvero poca roba... fare compagnia ad una vecchina e sventare una rapina da parte di ladruncoli improvvisati. Poi alza le spalle <Beh, se sei contento della tua armatura troppo pesante, io non insisto oltre, ma se un giorno preferissi qualcosa di indossabile, poi sempre chiederlo a me.> sorriderebbe, allargando poi il sorriso ricordando una precedente frase del Rosso <Scusa. Prima ti sei riferita a Kaime come un bel culo sodo?> beh questo è decisamente vero <E l'hai definita abbordabile?> ridacchierebbe <Certamente ci farei più di un pensierino, ma non credo che si conceda tanto facilmente.> riderebbe.[Chk on]

16:12 Rasetsu:
 Assottiglia lo sguardo nel momento stesso in cui mette in dubbio le parole del Rosso. <Non m'interessa. Finora, non sono mai stato avvelenato.> C'è anche da aggiungere che, difficilmente, subisce problematiche simili. Non s'ammala mai né di raffreddore né di febbre, qualsiasi cosa possa definirsi tale. Ad ogni modo, non sapendo come esattamente ribattere a qualcosa del genere, dà per scontato che lui non ne debba mai subire gli effetti. <Ho avuto fortuna nel trovarla in una delle abitazioni abbandonate fuori dal Villaggio, durante la Guerra con quel tal dei tali che, tuttavia, mi sarebbe piaciuto conoscere.> Entrambi megalomani, lui e Ryota. Avrebbero potuto condurre una vita agiata, aiutandosi a vicenda. Purtroppo, così non par esser andata. <Può darsi che verrò a farmi un giro. Potrebbe essermi utile.> Col fatto che è uno spacciatore, qualcuno potrebbe pensare bene di farlo fuori, specialmente se vanno minacciati i giusti mercati e traffici. <Anziché collaborare, potremmo anche scontrarci. Seppur io non creda di trattenermi e lasciarti in vita.> Sghignazza, divertito da quanto asserito. <NYAHAHAH!> Scoppiando persino a ridere per quanto ciò possa stranamente divertirlo, in un modo tutto suo, s'intende. <Al di sotto? Ho affrontato missioni ben più ardue di quella.> Sotto sotto, pur non affermandolo, sta ovviamente dandogli ragione. Dalla di lui bocca, non usciranno certo simili parole, tuttavia le lascia velatamente intendere. <Mh?> Al di lui ultimo quesito, solleva ambedue le sopracciglia verso l'alto, dubbioso e al tempo stesso sorpreso di quanto chiesto. <E' di legno! Certo che non si concede!> Chissà di chi è la colpa, eh, vecchio marpione? <Vuoi provarci tu? Nyaahahah!> Quasi lo prende in giro, alzandosi conseguentemente dalla panca su cui finora era seduto. <Andiamocene, avanti. Non ti lascio in casa mia da solo. Quindi, alza il culo e vattene.> Gentile come lo sempre, lo invita "educatamente" ad andarsene. Egli, alla fin fine, resterà nei dintorni del tempio, niente di più e niente di meno. [END]

16:31 Gekko:
 ormai lo ha capito... per qualche ragione arcana il sedicente demone non è in grado di dar ragione ad altri, nemmeno quando intende farlo... certo ci vuole un po' di attenzione per capire quando in realtà egli sia in accordo con quanto affermato... però si può farcela... del resto ad un ninja inesperto come Gekko una guida più esperta, per quanto stralunata possa essere, fa sempre comodo. All'ennesima reiterazione della sfida, si limiterebbe ad alzare le spalle <Se non ci sarà niente di meglio da fare.> il che sarebbe a dire, finché metterci a scontrarci non ci impedisce di fare il lavoro per cui saremo pagati/incaricati <Chiaramente, la priorità sarà sempre la sicurezza di Chibi chan.> non sia mai che mentre i due battibeccano, più o meno cruentemente, ci possa essere una situazione di pericolo per Eiko... esterna oppure generata dallo scontro tra i due... anche se forse sarebbe proprio più probabile la seconda ipotesi. Poi riderebbe anche lui al commento su Kaime <Beh non so... non l'ho ancora conosciuta bene, però perché no.> sorriderebbe <Potrei anche provarci sul serio.> Ammesso che si veda uno spiraglio... perché ancora deve capire in che senso lei sia "di legno"... insomma, a volte ci sono ragazze semplicemente "difficili", ma altre volte l'ostacolo è una terza persona e lì le cose si complicano. Segue quel gentile e tenero invito ad allontanarsi... ormai i modi del Rosso non lo stupiscono più ed anzi potrebbe trovare strano che ne usasse di diversi. Quindi si muove verso il portone del Tempio alzando la mano in un cenno di saluto <Ci si vede alla prossima occasione.> mormorerebbe fermandosi un istante sull'uscio <La prossima missione, Rasetsu...> si girerebbe sorridente verso il demone <evitiamo come clienti le vecchiette che possono tirarci le cuoia sotto il naso.> riderebbe uscendo fuori e lasciando il Rosso alla sua solitudine e tornando per suo canto al Dojo del Clan.[End]

Giornata splendente, per recarsi in uno dei luoghi più solari di Kusa... il Tempio della famiglia Kokketsu!
I discorsi di un demone ed un'ametista, spaziano dalle esperienze comuni, alla simpatia per le vecchiette che si fanno prendere un colpo.
Ovviamente nei discorsi dei due non può mancare Eiko chan... che costituisce ormai il loro collante.
Così tra una minaccia ed una proposta lavorativa, i due si salutano, senza ancora essere arrivati alla conclusione sulla questione se possano fidarsi reciprocamente.
Come si evolverà questa situazione, che potremmo definire di amicizia transitiva?