~Picchi col becco tramutato in veleno.

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15:21 Rasetsu:
 In quel ch'è il Tempio dedicato al Clan Kokketsu, precedente Cattedrale gestita da Yukio e Kurona Kokketsu, il Rosso si sente finalmente a casa. Si sta verso esso dirigendo, con passo lento, privo d'alcuna fretta che possa disturbarlo. Sol in quelle quattro mura scure, sta bene con se stesso, con i suoi demoni interiori, con la propria essenza. Gli abiti che porta son pur sempre atipici rispetto a quelli che, normalmente, vestono i Ninja delle Cinque Terre. Date, inoltre, le temperature elevatasi con l'arrivo della primavera, non porta il suo solito giaccone rosso scuro come il sangue coagulato, quel sangue che gli scorre nelle vene, pur avendo un colore differente. Il fisico asciutto, per niente allenato e privo di sostanziale muscolatura, è coperto da una camicia bianca, leggera, dai bottoni chiusi sin all'altezza del petto. Quelli del collo son lasciati aperti, affinché l'aria non gli manchi per nulla. Le maniche son piegate sin all'altezza dei gomiti, mostrando quella pelle nivea, cadaverica, quasi malata e poca peluria sugli avambracci, così come sul resto del corpo. Più femminile che maschile, questa è la sua vera croce. Le mani son coperte da un paio di guanti neri che, tuttavia, non nascondono perfettamente la miriade di ferite cicatrizzate che ha su ambedue i polsi, alle quali difficilmente dà tempo e modo di guarire adeguatamente. Sovente, son rosicchiate e riaperte dai denti del giovane per poter richiamare la di lui innata demoniaca. E' all'ingresso del tempio, con le inferior leve che fan avanzar il di lui corpo in quelle braghe di color nero, aderenti alle gambe secche e longilinee del Rosso. Calzari ancor più fuori contesto, eleganti e comode al contempo, laccate di nero. Capelli cremisi a discender lungo il volto, le spalle, la schiena di questi, raggiungendo la vita in quell'ammasso di vermigli ciuffi. Occhiali dalla montatura rossa, con tanto di catenella, occupano il loro adeguato posto sulla punta del naso aquilino. Velati di tedio, di evidente malinconia per il posto in cui va recandosi, gli occhi verdognoli scrutano i dintorni, quasi voglia assicurarsi che non vi sia niente e nessuno che possa "pianger" con egli. Privo d'alcuna arma che tale possa definirsi, porta con sé sol i risultati dei suoi esperimenti: Sbrilluccica base, qualche Tonico e niente più. Probabile che l'unico oggetto di vero aiuto sia il suo cervello, per quanto malato possa esser il suddetto. [Chakra ON]

15:32 Eiko:
 Sbuffa spazientita senza alcuna apparente ragione comprensibile alla mente umana. Si è svegliata male oppure ha troppi pensieri per la testa che le impediscono di essere spensierata al 100%. Nell'ultima missione si è presa un bello spavento credendo di aver ucciso quel ladro ma poi il tutto si è risolto con un gran sospiro di sollievo nel sapere che era solo moribondo. E' stato curato, niente di grave. A parte la corsia che ha buttato giù, ma il proprietario non le ha detto nulla al riguardo. Sbuffa per il caldo che avanza e per il ricordo del padre ancora vivo nella sua testolina. E' stata costretta ad unirsi ad una famiglia e ancora sta cercando di farsene una ragione, ma a maggior ragione spera che nessuno venga a sapere chi sia lei e cosa ha fatto con suo padre. Le vengo i brividi al solo pensiero. <Brrr...> si stringe nelle spalle in quel suo vestitino turchese e verde, sempre la solita buon gustaia nel vestirsi! Senza maniche e con fiocchi e merletti un po' ovunque. Oltre al vestitino la piccola Chibi-chan indossa dei pantaloncini neri e corto al di sotto della gonna del vestito e un paio di stivaletti, non può nemmeno mancare il coprifronte di Kusa che sfoggia al collo. In questo suo trotterellare in giro per Kusa si è portata dietro la borsa a tracolla con dentro snack vari, biscotti e qualche patatina. Armi? Le ha lasciate all'Anteiku e non ha nemmeno intenzione di richiamare il Chakra. Sta solo passeggiando, non ha intenzione di fare chissà che cosa. I morbidi e lunghi capelli biondicci saltellano ad ogni movimento della nanetta ricadendo sulle sue spalle e lungo la schiena ed accompagnano gli occhi grandi e ambrati con la tendenza ad andare verso il rosso però. Minuta in quella sua altezza che non si può nemmeno definire tale, la pelle rosea e l'espressione corrucciata. <Come fa il Picchio a convivere col becco avvelenato?> si domanda con la vocetta abbastanza alta e infantile, interrogando il signor Nessuno con quel suo quesito. Non sa come continua quella sua ninna nanna, non sa nemmeno se c'è un continuo o un'altra storia che possa risponderle alla domanda. <Cioè, se ne deve stare sempre solo per evitare di far morire chi tocca!> continua ad interpellare il signor Nessuno domandandosi anche come faccia a piacerle una ninna nanna simile, eppure la sa a memoria. Lei è il Picchio ora, e solleva lo sguardo per osservare l'esterno di quello strano Tempio che si staglia di fronte a lei, senza rendersi conto di nessun'altra presenza. [Chakra non attivo]

15:47 Rasetsu:
 Nell'avvicinarsi dal lato opposto a quello di Eiko, par quasi non badar alla di lei presenza sin quando non avverte una vocetta - ormai conosciuta - giovanile, per non osar dir d'essa infantile. Accelera quel tanto che basta il di lui alternar delle inferior leve, affinché possa avvedersi e riconoscere la figura di Eiko. E gli s'illumina lo sguardo, quasi avesse di fronte qualcuno d'etereo come un angelo o un demone, visti i di lui canoni. Sgrana le palpebre un poco da dietro quelle lenti dalla montatura rossa, socchiudendo le palpebre. Resta fermo sul posto per qualche istante, quasi avesse timore ad avvicinarsi oltremodo; quasi necessitasse d'una spinta per poter raggiungere colei la quale è riuscita a fargli battere il cuore (secondo astruse ideologie di Rasetsu, s'intende). <Eiko-chan!> Gli vien, conseguentemente, facile esternar il di lei nome in tal maniera, facendosi coraggio, spingendo da parte l'orgoglio e la paura d'averla vicina, di provar per essa un affetto incommensurabile tanto da volerla proteggere come non mai. Egli proviene dal lato destro della ragazza, imboccando chissà quale via traversa per poter raggiunger il Tempio privo d'ostacoli o d'incontri spiacevoli. <Cosa ci fai qui? E' pericoloso fuori dal Villaggio.> Come se ancor la trattasse alla stregua d'una infante. Va riducendo la distanza che tra essi intercorre, pur di poter aver un abbraccio, un incontro ravvicinato, respirar il di lei stesso ossigeno, occupar lo spazio altrui. Ha qualcosa da chiederle, ma tempo al tempo. L'unica che par gettar via le difese del Mostro è di fronte ad esso e, anziché averne timore, quest'ultimo sceglie d'affrontarla. [Chakra ON]

16:00 Eiko:
 Trotterella e pare senza meta se non fosse per quel tempio verso il quale ormai la curiosità la spinge. Sospira più volte cercando di espirare via i pensieri che le affollano la testolina, scuotendola facendo danzare i morbidi capelli ed aumentando l'andatura del suo passo. Saltella. Lei non cammina mai normalmente ma si diletta in saltelli piccoli e a trottare senza riuscire a contenere tutte le energie che possiede. Iperattiva o solo strana non si ferma mai a chiedersi cosa la gente possa pensare di lei, anche se in realtà ha qualche problema a gestirsi quando è in imbarazzo. <Quello sembra un ottimo posto dove fermarsi a mangiare qualcosa.> ha così sentenziato con tutta l'intenzione di andare al Tempio proprio per mangiare qualcosa dalla sua borsa, manco fosse un luogo di sollazzo o ricreativo, cioè no. E' un Tempio, ma dove lo abbiamo lasciato il rispetto? Non le importa e non se lo chiede. Continua a camminare tutta concentrata fino a quando non sente una voce chiamarla. E non è la voce di chissà quale Kami celestiale, ma quella di Rasetsu. La riconoscerebbe ovunque. Si ferma di colpo e si volta verso la sua direzione vedendolo arrivare. <Zietto Rasetsu!> esclama lei ormai decisa a chiamarlo in quel modo. Il visetto si illumina a giorno, risplendendo di luce propria dalla felicità che prova nel rivederlo dopo la missione. Non aspetta che lui si avvicini comunque, affretta il passo fino a corrergli incontro e se ci riuscisse concluderebbe la sua corsa tuffandosi contro di lui per cercare di abbracciarlo. Le braccia lo circonderebbero per quanto le sia possibile fino ad andare ad aggrapparsi ai suoi vestiti. E' un abbraccio pieno di gioia e calore, ripieno anche di affetto come se lo considerasse ormai parte della sua famiglia. Una strana famiglia. Ma vuole più bene a lui che a suo padre, poco ma sicuro. <Sono qui per cercare un posto dove passare il tempo e mangiare! Non ti preoccupare, mi so difendere benissimo da sola!> si stacca da lui per osservarlo con aria convinta, annuendo più volte. <Ho scofitto un ladro tutta da sola, non temere!> si, peccato che esistano pericoli ben più maggiori! <Come stai?> lo fissa dritto negli occhi con quel suo sorriso dolce e tenero. [Chakra non attivo]

16:14 Rasetsu:
 Con quel faccino circondato da capelli chiari ed occhietti scuri, ma infantili.. Come si fa a non provar tenerezza nei di lei confronti? Come può un Mostro come il Rosso non desiderare d'averla per sé? Non dovrebbe provar simili sentimenti, giacché mai avuti e abbandonati da tempo - il che fa pensar che siano proprio questi ultimi che mancano nella di lui vita. La piccola le corre incontro ed egli l'attende. Non si sposta, non si muove. Anzi, allarga le braccia per permetterle di adagiarsi contro il di lui addome, nonostante sia meglio dire ch'essa vi si butti contro pur d'abbracciarlo. La accoglie come farebbe un martire con il prossimo, come una madre con il proprio figlio, come un amante. Ciò ch'ella ha scatenato in lui è qualcosa di sin troppo profondo, difficile persino da spiegare per se stesso. Figurarsi se possa farne menzione con qualcuno. Si rivela esser il di lui punto debole, ma anche quello di forza in determinate circostanze come l'ultima missione. La mandritta, guantata di nero, va depositandosi sul di lei capo, scompigliandole i capelli ambrati. <Dentro il Tempio, va portato rispetto. Non è consentito sporcare, per cui ti consiglierei di mangiar fuori. Non che mi interessi molto del Rispetto..> Questo è ovvio. <..tuttavia, è il Tempio della mia Famiglia.> Gruppo di persone scelte alle quali egli tiene. Perché, come disse una volta sua sorella: i Mostri si aiutano vicendevolmente. E loro stessi son capaci di tramutarsi in essi simili, persino or che il Rosso ha raggiunto la stessa elevazione e potenza, nell'ordine del Clan Kokketsu, della sorella. <Mi spiace non esserti venuta a salvare come promesso, durante la Missione. Vedo che, però, hai saputo difenderti da sola. Tuttavia..> Assottiglia le palpebre, la scruta con quel suo fare tetro, con un'espressione di dubbio gusto e sadismo impresso nelle iridi del giovane. <..non ci sarà Kami che tenga se ti vien fatto del male.> Peccato che sia stata anche rapita ed egli, sciocco, non se n'è neppur reso conto, tempo addietro. Conscio di dover nasconder a se stesso quel male, per giorni l'ha sì cercata, ma tenendosi alla larga. E tutt'ora, non sa quel ch'è successo né dell'appartenenza ai Goryo della ragazzina. [Chakra ON]

16:26 Eiko:
 L'abbraccio viene accolto ma lei non si sarebbe scollata nemmeno se lui si fosse dimostrato in disaccordo. Lo avrebbe anche rincorso se si fosse spostato dalla sua trattoria. Lui ha promesso di proteggerla semore e da chiunque, ma non sa lui che ha già fallito in questo per quanto riguardo il rapimento da parte del padre, ma la nanetta non ha alcuna intenzione di dirglielo, ne tanto meno di fargli sapere cosa le sia successo e cosa ha ricordato del suo passato. Anche se forse il rosso stesso potrebbe essere l'unica persona a poterla comprendere meglio. Lei non è fuggita davanti a chi si proclamava Mostro, se lei facesse altrettanto quindi nemmeno lui scapperebbe. <Bhe, si, potrei anche mangiare fuori, dopo tutto è una bella giornata!> esclama a gran voce sollevando lo sguardo al cielo senza nubi e azzurro, dove il sole risplende e dona il suo calore a chiunque ne abbia bisogno. Sorride. <Tu abiti lì?> di scatto torna a guardare l'uomo con aria sorpresa ma comunque sorridente. <Non lo avrei mai pensato! E quindi... c'è anche la tua famiglia?> lei pensava che solo i bonzi abitassero i Templi ma a quanto pare si sbagliava. A meno che la sua famiglia non abbia occupato il luogo abusivamente. <Com'è vivere in un Tempio? Che fate tutto il giorno? Da chi è composta la tua famiglia?> domanda a macchinetta senza contenere l'entusiasmo, facendo una giravolta su se stessa dopo aver accolto la mano di lui sulla sua testa a scompgliarle i capelli. Ascolta il suo dispiacere e scuote la testa. <Non ti preoccupare, me la sono cavata.> ammette con una nota di orgoglio nella voce e nello sguardo, tuttavia non riesce a nascondere un accenno scuro sul suo visetto. Avrebbe tanto voluto essere salvata da suo padre invece, prima che la costringesse a tutto quello, ma è in grado di capire che Rasetsu non aveva modo di sapere di quello che le stava accadendo. Per questo non glie ne fa mica una colpa. <Mi fai fare una visita turistica al Tempio? Giuro che non mangio dentro!> cerca di riprendere il buon umore e il suo essere solare con quella proposta sorridente. Come suo solito cerca di cambiare argomento, dai più vari e disparati pur di non affrontare qualcosa che magari avrebbe bisogno di affrontare. Intanto lei, in barba alla sua risposta, inizia già ad incamminarsi. <Forza, zietto!> esclama ridendo. [Chakra non attivo]

16:59 Rasetsu:
 Le permette di distaccarsi, nel caso in cui non voglia restargli attaccata come una cozza ad uno scoglio, spostando le mani che giocherellano coi ciuffi castani della piccola. Non s'allontanerebbe comunque poi molto da ella, mantenendo su di essa uno sguardo attento, preoccupandosi delle circostanze attuali e di ciò che potrebbe farle del male. Son fuori dalle Mura del Villaggio e, nonostante ciò per lui sia un classico, per la Goryo potrebbe rivelarsi un problema non di poco. <Ti conviene.> Non che sia una vera e propria minaccia, però è vero che le convenga mangiar fuori e non dentro. <Kurona-san potrebbe arrabbiarsi..> Porta rispetto a sua sorella, abbastanza da poterla ritener una parte fondamentale nella di lui vita. <..giacché il Tempio è gestito più da lei che da chiunque altro.> Almeno da quando Yukio occupa il posto di Primo Hasukage di Kusagakure. <No, non ho detto che abito qui.> Ribatte, piegando or il capo verso la spalla manca per meglio osservar il di lei volto e le espressione facciali che compie. Diviene, subito dopo, una completa macchinetta spara domande, pur di scoprir qualcosa di più sulla figura del suo "Zietto", per quanto innaturale sia. <Una domanda alla volta!> Borbotta, distogliendo lo sguardo dagli occhioni carichi di desideri e speranze d'una giovine mente, ben lontana - secondo lui - da tutto ciò che c'è di malvagio nel mondo. <La mia Famiglia è il Clan Kokketsu. Attualmente, siam soltanto quattro membri, se non contiamo i miei..> Gli fa quasi strano dirlo, tant'è che si schiarisce la gola prima di farlo. <..nipoti.> Di cui è certo che possano risvegliar la suddetta innata, visto e considerato come ambo i genitori son possessori di quell'assurda dote, per di più son i membri più elevati dello stesso ordine. <Conosci Yukio-sama? L'Hasukage, intendo, in persona.> Anche per questi prova un degno rispetto, poiché, seppur tentasse d'ucciderlo, fu proprio il Tessai a donargli tali demoniaci poteri, ai quali egli ha legato indissolubilmente, fintanto da poter riuscire a padroneggiar l'Hijutsu al massimo delle proprie capacità. O quasi. <Tu, invece, mi hai detto di non aver una famiglia. E' così?> Cosa potrà mai frullargli in testa? Consci della mente bacata e al tempo stesso astuta, intelligente e sadico, potrebbe uscirne di tutto da quel cranio. <Se ti dicessi cosa succede nel Tempio, dovrei rivelarti i Segreti del mio Clan.> Ogni Clan ha dei segreti, d'altronde. <E non mi è permesso. Non sono ligio ai doveri e alle regole che mi vengono imposte, ma se si tratta della mia Famiglia, non posso far di testa mia.> Chiosa serio, rivolgendogli un'occhiata eloquente e sincera, almeno una volta in vita sua riesce ad esserlo con qualcuno che non sia sua sorella Kurona. <C-cosa? Non è mica un punto da visitare!> Schiocca la lingua sul palato, quasi allarmato, avviandosi però a sua volta dietro la ragazza, pur di raggiungere l'ingresso del Tempio prima che lo faccia quest'ultima. [Chakra ON]

17:15 Eiko:
 Mangiare fuori dal Tempio. Ricevuto. Annuisce più volte con la testolina che fa su e giù, restando in ascolto di quello che le viene detto, dato che sembra importante per rispettare le regole di un luogo importante. Un nome viene detto e lei non sembra intenzionata a memorizzarselo più di tanto, ma lo associa alla figura della persona che si occupa del Tempio. Il capo. <Promesso, non mangerò nel Tempio!> chiude gli occhi con aria solenne mentre alza una mano -quella destra- che porta al petto in segno di promessa. E no in effetti non ha detto che abita al Tempio, è solo una conseguenza errata dei suoi ragionamenti. <Oh... quindi questo è solo il posto dove vi trovate per fare le vostre cose?> cose da Clan e vorrebbe anche chiedere quali cose, ma questa domanda l'ha già fatta in quella sequela di domande che ha scaricato addosso al povero Rasetsu. Non si distacca molto da lui, lascia che le tocchi i capelli e sorride ai suoi sguardi. Alle sue parole. Un profondo affetto la lega a lui. <Quattro membri. Tu, Kurona-san.> solleva due dita nominando colei che si occupa del Tempio. Si, conosce l'Hasukage ovviamente. Solleva un terzo dito. <L'Hasukage.> osserva le proprie dita e se la matematica non è una opinione -e per lei potrebbe benissimo esserlo- manca un membro. <Chi è il quarto?> domanda verso di lui confusa. Attende la sua risposta e si irrigidisce quando sente le sue parole successive. Ha o non ha una famiglia? Abbassa il visetto, rimugina e si imbroncia gonfiando le guanciotte. <Ce l'ho. Non per mia scelta, ma ce l'ho una famiglia ora.> borbotta nella speranza che l'altro possa o non sentire, o dimenticarsi all'istante di quello che ha detto la nanetta. Sospira amareggiata. Non insiste sui segreti del Clan altrui, ormai si è adombrata con la questione famiglia e anche il suo trotterellare verso il Tempio si fa via via sempre più lieve, rallentando il passo. Zittita, non è proprio da lei. [Chakra non attivo]

17:39 Rasetsu:
 Muove il capo in un cenno d'assenso al suo giuramento sul non mangiar nel tempio, nient'altro. Tal discorso vien chiuso e accantonato, giacché per niente rilevante ai fini del Rosso né pregno di chissà quale importanza che già non sia stata esternata. <E' il posto che unisce la nostra Famiglia.> E se ne fanno vanto, poiché da loro gestito. La Cattedrale, un tempo, era ben più bella del Tempio, ma ci si accontenta per volere dell'Hasukage, nonché dell'Arufa. <Il quarto è mia nipote. Una Genin di Kusa.> Di cui non necessita d'aggiunger il nome. <Seppur non la veda da un po' di tempo.> Kurona potrebbe esser partita ed aver portato con sé la ragazzina, giacché sua figlia adottiva. Si stringe nelle spalle, precedendola, anche di troppo, all'ingresso del Tempio innanzi al quale s'arresta, giacché la ragazzina par esser colta da tutt'altri pensieri. Solleva il sopracciglio destro, dubbioso in merito a quanto proferito. <Una famiglia non si sceglie mai. La mia prima e vera famiglia non mi piaceva.> E l'ha sterminata, per quanto sia un dettaglio che le innocenti orecchie altrui non debbano necessariamente conoscere. <Non ho scelto neppur d'essere un Kokketsu, eppur loro non mi dispiacciono assolutamente. Nessuno di loro mi fa venir la voglia di far del male.> Come, invece, è accaduto ai suoi genitori. Non è stato del tutto un buon figlio con i due né ha riconosciuto in essi alcun affetto. <Cos'ha di sbagliato la famiglia in cui ti trovi ora?> Le dà, per ovvietà, le spalle, spingendo gli ampi portoni neri del Tempio. S'aprono, cigolando sui cardini, verso l'interno, mostrando quel ch'è un normale tempio con una navata frontale. Totalmente nero anche all'interno, vi son delle panche su ambedue i lati. I vetri son di svariati colori con diverse pitture, per quanto esse tendano sempre a dar al Tempio, sia fuori che dentro, un tono altalenante tra il Nero ed il Violaceo, ossia i colori dello stesso Clan. [Chakra ON]

17:54 Eiko:
 Un posto che riunisce la famiglia di Rasetsu, un po' come l'Anteiku per i Goryo. Ogni Clan ha un posto preferito dove riunirsi. Quello del rosso è un Tempio, quello di Chibi-chan è... una caffetteria. Epico. Sospira ed attende che il quarto membro venga rivelato ed effettivamente aveva già parlato di una nipote ora che ricorda bene. <Ah, si! Me lo avevi detto!> lo riconosce andando a toccarsi la fronte con la manina di fatto dandosi un piccolo schiaffo. Non ha avuto modo di conoscerla anche perchè il villaggio è grande e lei potrebbe essere chissà dove, ma non ha nemmeno tutta questa voglia di conoscerla in effetti. Lui supera la piccoletta con facilità arrivando per primo alle porte del Tempio e lei si ferma dietro di lui. Guarda in basso. Per terra. Una famiglia non si sceglie mai, e invece lei avrebbe tanto voluto sceglierla ma forse è un privilegio fin troppo ambizioso per lei. <Immagino che dipenda dal modo in cui ti fanno entrare in famiglia.> commenta secca e con fastidio, ma non ha nulla contro Rasetsu, ce l'ha unicamente con chi è responsabile del suo dolore. Aveva detto di aver capito, aveva detto che se ne sarebbe fatta una ragione. Invece prova ancora un minimo di rabbia. Ma a torto o a ragione? Prosegue in quel lungo silenzio anche quando entra nel Tempio. Si guarda intorno ma non si perde in chiacchiere. <Di sbagliato c'è il modo... ma forse ho meritato quella punizione. Meritavo di essere punita, rotta e ricostruita.> si guarda le mani e poi ancora le braccia. In quelle vene ha iniziato a scorrere un sangue non suo, una trasfusione che l'ha trasformata tra il dolore e lo strazio delle carni. <Sono stata rapita... lui mi ha fatto del male e io ho fatto del male a una persona...> sussurra appena, sta sulla porta perchè a seconda della reazione del rosso lei è pronta a scappare. Non lo guarda neppure in faccia, prova vergogna per quella donna che ha ucciso. Simbolo del legame che ha con suo padre. Non può sfuggire al fatto di essere come lui. [Chakra non attivo]

18:17 Rasetsu:
 Anche il conseguente discorso, avente come protagonista Naoko, vien accantonato poiché giunto al termine. Non ha altro da aggiunger ad un contesto simile, bensì si sofferma sulla soglia della porta d'ingresso del Tempio ad ascoltar quanto la Goryo voglia affermare. Si pone lateralmente, donandole un fianco, non ancor voltatosi interamente in sua direzione. <Il modo?> Sghignazza, al sol pensiero di come sia riuscito a far parte d'una Famiglia demoniaca. <Se ti raccontassi come son riuscito a far parte della Famiglia dei Kokketsu..> Inizia col dire, ruotando or il di lui corpo pur di poterla meglio osservare. <..inorridiresti.> Il tono si fa baritonale, più duro ed espressivo, assieme allo sguardo che muta in uno ben più serio. Effettua qualche altro passo all'interno della Navata, ma ancor non chiude la porta poiché la piccola Eiko non par incender oltre. Pertanto, or donerebbe la schiena all'intero Tempio, a protezione quasi della Goryo. Le iridi si posano sul viso della ragazzina, contrito, per nulla felice come poc'anzi. Che abbia toccato un tasto negativo, qualcosa che non avrebbe dovuto dire nei riguardi della ragazzina? Non può saperlo poiché, seppur provi un sentimento davvero profondo per ella, non ne conosce granché: né del carattere né del di lei passato né di quel che fa nei suoi giorni normali, nella vita quotidiana. Solleva un sopracciglio e si precipita in sua direzione quando ne avverte il dire. Non si fa cruccio di quel che potrebbe succedere, non si preoccupa del fatto che simili atteggiamenti un Demone non dovrebbe averli. Non si pone il problema del cuore che accelera i battiti per quant'è preoccupato per la Genin. Niente di tutto ciò. Il sol sentir di come abbiano potuto far del male alla Goryo, fa sì che ciò lo faccia arrabbiare. La fronte s'increspa con delle classiche rughe d'espressione, giacché crucciato da quel che vien pronunciato e ch'egli è costretto ad udir, pronunciato da una candida quanto innocente voce. <Quale punizione?> Si pone in ginocchio, pur di raggiunger la di lei stessa altezza, e poter meglio guardarla negli occhi. Nel caso in cui fosse rivolto in basso il di lei sguardo, Rasetsu porterebbe la dritta sotto il mento di lei. Lo solleva delicatamente, facendo sì che possa guardar la serietà che va espandendosi sul volto del ragazzo. Non v'è furia omicida, v'è soltanto fredda rabbia. <Cosa ti hanno fatto, Eiko-chan?> L'appellativo non muta, giacché non è arrabbiato con lei. Non potrebbe mai esserlo. <A te che hai dato modo al mio cuore di batter di nuovo..> Un merito di non poco conto, dato il passato del Mostro. <..a te che non meriti male..> Ringhia, appena. <..chi ha osato farti del male?> Ma quel che maggiormente gli dà modo di sentir MALE, ma vero e raro nel di lui cerebro, è quanto ne consegue. <R-Rapita?> S'allontana, esatto. Indietreggia d'un paio di passi, sedendosi infine al suolo. Porta l'arto manco a sollevarsi, il palmo a posarsi sulla fronte e sul viso per intero, quasi nascondendone i tratti. Gli angoli delle labbra si piegan verso l'alto, ghignante. <Ti hanno rapita.> Ecco perché non la vedeva. <Ed io dov'ero quando tutto ciò succedeva? Io che ho giurato di proteggerti da chiunque ti facesse del male, dov'ero quando ne avevi più bisogno?> Non che stia veramente parlando ad Eiko, si dà il caso, eh. Parla con se stesso, ringhiante, frustrato e al tempo stesso arrabbiato, seppur tal rabbia scemi verso la tristezza. <Vieni qui.> Gli tende, infine, la mandritta, distendendo il braccio. Non v'è minaccia né nessun ordine nel modo in cui parla. Vuol soltanto che lo raggiunga, dannandosi, incurvando la schiena. Dov'era quando tutto ciò che lo rende quasi umano è stata rapita? Se persino le uniche promesse che fa son rese vane, come può pretender di difendere la piccola Eiko dal male del mondo, quando lui stesso è il male? [Chakra ON]

18:38 Eiko:
 Effettivamente non sa in che modo Rasetsu sia entrato a far parte della Famiglia della quale va tanto fiero, forse è vero che deve solo abituarsi, come lui, ad accettare quello che le è successo. Non può cambiare il passato. Non può farci nulla. Come lui deve andare avanti, ma sarà mai davvero fiera di questa Famiglia in cui è entrata? <Invece vorrei saperlo come sei riuscito a farne parte. Mi interessa!> ammette sincera e determinata a voler sapere. C'è serietà nei suoi occhioni, persino lei riesce a capire quando è il momento per esseri seri, e con un po' di fortuna potrebbe riuscire a farsi prendere sul serio. Lo vede camminare in avanti lungo la navata. Il Demone in quel nero castello ma non lo segue rimanendo sull'uscio, pronta a correre via. Pronta a cogliere il minimo segnale di rabbia che sia rivolto a lei per voltarsi e scappare via. L'accenno a venir resa colpevole dai suoi occhi -se mai apparisse- la porterebbe a correre decisamente lontana. Rasetsu corre come colto da una pressante preoccupazione. Forse. Vede rabbia. Una calma rabbia e un passo indietro viene fatto, ma poi si rende conto che non è per lei. Lui si inginocchia, lei abbassa lo sguardo. Immobile mentre le viene chiesta la punizione. Ma quale punizione è una domanda corretta, perchè in realtà, cosa le è stato fatto? Il mento della piccoletta viene sollevato e lei si costringe a guardare negli occhi Rasetsu. C'è un profondo senso di colpa negli occhi della ragazzina. Scuote la testa lentamente. <Io merito il male. Forse meritavo si soffrire molto di più. Ho fatto delle cose... molto brutte. L'unica cosa che volevo però... era ricominciare una nuova vita lontana da mio padre.> mormora come se l'avessero svuotata della linfa vitale. <Scappavo da lui e da me stessa, ma mi ha trovata e rapita. Mio padre... mi ha legata ad una sedia. Non mi ha fatto del male fisico, ma io avevo molta, molta paura di lui. Avevo passato tanto tempo per allontanarmi da lui, per ricominciare!> non si è trattato di una punizione fisica, quanto più psicologica. <Ha torturato una donna davanti a me che... era uguale a mia madre... mi ha poi ricordato tutto quello che facevo con lui, mi ha ricordato chi ero.> e non era una bella persona. Non era una brava bambina. <Mi ha trasfuso del sangue e mi ha fatto davvero male... era come se tutto si lacerasse dentro di me, tutto andava a fuoco e urlavo, piangevo, ma non si fermava.> stringe i pugni mentre il rosso raggiunge la posizione seduto per terra. Frustrato ed arrabbiato con se stesso per quella promessa mancata. <Poi sono tornata quella di una volta... Un'altra me che però sono sempre io. L'altra me alla quale mancava così tanto papà... le piace fare del male ed è quello che la me di un tempo faceva con papà. Ho ucciso poi quella donna insieme a lui.> no, non ha spiegato per niente bene quello che è accaduto. <Mi è stato trasfuso del sangue Goryo. Questa è ora la mia famiglia, anche se non ho voluto nulla di tutto questo... e ora... ho il terrore di questa Innata. Sono stata gettata ancora tra le braccia di un padre che non volevo rivedere!> è conscia che l'altro non capirebbe, perchè lei si è spiegata da cani. <Ho ucciso tante persone insieme a lui... torturandole, senza provare nulla per loro se non piacere. E non voglio che si sappia... che sono un Mostro.> non si avvicina a lui e nemmeno scappa. Ha bisogno di vedere la sua reazione ora prima di prendere l'iniziativa ed avvicinarsi a lui. Lui si è dichiarato un Mostro, il Mostro. Il Demone. Potrà quindi fidarsi di lui. <Quindi ho meritato questa punizione, per quello che ho fatto in passato.> [Chakra non attivo]

19:05 Rasetsu:
 Distende le labbra in un ghigno dei suoi quando ella palesa l'interesse per la Famiglia ed il modo in cui egli n'è entrato a farne parte. <Mi trovavo qui, per caso, molto tempo fa..> Inizia, pur guardando dabbasso, seduto a terra. La gamba manca è distesa, mentre la speculare si trova sollevata e fungente da appoggio per l'arto corrispondente. <..quand'era ancora una Cattedrale.> Prima che fosse tramutata in un Tempio per voler dell'Arufa in persona. <Non v'ero mai entrato..> Il che è vero, poiché privo di fede alcuna. <..ma vuoi per curiosità o per noia..> Più la seconda. <..o destino..> E' sicuramente assodato quest'ultimo. <..quel giorno mi ci spinsi. Ciò che succedeva qui dentro aveva qualcosa di talmente macabro e, al tempo stesso, divertente che mi ha affascinato.> V'era in corso una celebrazione, una messa, qualcosa di totalmente atipico che, proprio per questo dettaglio, ha attratto il Rosso. <Ero un intruso.> Prima di tutto. <Non m'era permesso l'accesso.> Specialmente in quelle ore, in quel momento. <Chi v'era all'interno..> Yukio-sama. <..mi ha attaccato, ma qualcosa è andato storto, in un certo senso. Dipende come tu voglia veder la situazione..> Non spiega che, attaccandolo e ferendolo, il Sangue del Kokketsu si sia unito e consolidato a quello del Rosso, modificandone i tratti, le peculiarità e quanto v'era di genetico. <..sta di fatto che, pur volendomi morto, non v'è riuscito. Anzi, son riuscito a risvegliare, da quella ferita, da quel colpo mortale, un potere inverosimile e potente!> Com'è, per l'appunto, l'Hijutsu Kokketsu in sé e che, pian piano, sta cercando di spiegare. <Nonostante questo, seppur volesse farmi secco, alla fine ha dovuto accettar quel che ero. Non son in molti coloro i quali riescono a risvegliare questo potere demoniaco..> Spiega, certo che possa comprenderlo. E' sì una bambina, ma dotata d'abbastanza intelletto. <..io, invece, ero già parte dell'élite.> Si vanta un pochino, gonfiando il suo ego. Non fa mai male! Inspira, alla fine, restando in un religioso silenzio affinché possa ascoltar tutto quel che vien espresso da Eiko. Parola per parola, punto per punto. Non si perde niente di quel che da ella vien proferito, pur di rendersi partecipe ed entrar nella di lei vita. <Eiko-chan..> Sol al termine, sgranando gli occhi nel sentir quanto vien proferito. Non perché ciò gli faccia ribrezzo! Ha fatto qualcosa di ben peggiore lui stesso. Prova AMMIRAZIONE. Esatto. Ammirazione perché, in un corpo così piccino, si rivelano fatti molto interessanti, che lo colpiscono. <..a me non interessa quel che hai fatto. Mi sei vicina nonostante il male ch'io abbia procurato a non so quante persone. Son fatto così, sono un Demone, sono un Mostro e tu l'hai accettato! L'unica, in tutto il Villaggio, che lo abbia fatto. Non ti rendi conto di quanto tu possa esser unica per me?> Non se ne rendeva conto neanche lui, fino ad ora, fin quanto non gli è uscito fuori adesso. Fissandola, sbarra gli occhi, il cuore accelera, aumenta ancor i battiti per l'emozione. Dell'Innata Goryo può intuir come essa sia MOLTO simile a quella dei Kokketsu, giacché essi stessi necessitano di un simile trattamento per riuscir a divenir parte del Clan. <Io ho passato le tue stesse pene dell'inferno quando ho accettato la condizione d'esser un Demone con questo Sangue Nero. Ma l'ho accettato perché ne ho visti i lati positivi, scartando quelli negativi.> Il dolore, il tentato omicidio da parte di Yukio. Tutti avvenimenti che l'avrebbero fatto uscir dai gangheri in altri contesti. Come durante la missione, dove ci ha visto ben poco quando han deciso di attaccarli. <Io ho ucciso i miei genitori.> D'un tratto, dopo qualche attimo di silenzio. <L'unico modo per staccarmi da essi, dopo il male procuratomi..> Mai quanto quello VERO che ha provato la bambina da parte del padre. MAI simile. Lui li ha uccisi perché l'han fatto nascere androgino, un motivo del tutto STUPIDO e BANALE, per quanto non ricevette mai affetto dalle figure genitoriali. <..era quello di farli fuori. Sol così sarei stato in grado di rifarmi.> Ne ascolta ogni vicenda e laddove chiunque l'avrebbe additata come assassina, come artefice di quel male.. lui no. Rasetsu la brama. <Mia sorella, un giorno, mi disse..> Sospira, scoprendo il volto e ancor tendendole la mano. <..che i Mostri si aiutano vicendevolmente. Ognuno ha il proprio passato che grava sulle spalle. Tu come me. Io come te.> La mano si muove, non cede, ostenta sicurezza nel volerla vicino. <Vieni qui, ti prego, Eiko-chan. Ciò che mi vien detto, lo porterò con me nella tomba. Prima o poi, mi ucciderai. Mi uccideranno.> Degenera. <Non m'importa finché ti avrò al mio fianco. Ma tu..> La fissa, serio, quasi impaurito. <..vuoi restarmi affianco?> La domanda cruciale. [Chakra ON]

19:22 Eiko:
 Si è liberata di un grande peso. La paura di essere additata come Mostro. Non come Rasetsu che se ne vanta pur desiderando per sè e nel profondo qualcos'altro che la piccoletta gli ha dato e continuerà a dargli. Ma ascolta con religioso silenzio ed interesse tutto quello che riguarda il rosso. Il modo in cui è entrato nella sua famiglia e il dolore. Lo scontro. Il male. E poi la sua forza del rinascere... è rinato come Demone, potente e fiero. Più lo ascolta, più trova delle somiglianze fra queste due Innate ma sono somiglianze appena accennate perchè ovviamente danno vantaggi e svantaggi ben diversi. Lui è l'èlite. Il migliore e lo ha dimostrato. Un Mostro... Demone che sia. Lei sa di potersi fidare di lui perchè molto probabilmente lui ha fatto di peggio. Ed è un'amara consolazione, quasi ingiusta ed egoistica. Entrambi hanno fatto del male a molte persone... lui con un ruolo attivo, lei come complice. Colei che con l'angelico viso da bambina attirava le vittime di sue padre. Ricorda quanto si divertiva con lui. Ricorda il sangue e il suo odore. Ricorda il piacere e ricorda quanto quelle povere persone le sentisse lontane da lei. Ma lei è unica per il rosso. Lei lo ha accettato e ora lui accetta lei. Semplice. Un sospiro e un sorriso timido inizialmente. <Dovrei accettarlo anche io, lo so.> glie lo hanno detto pur non conoscendola, ma ha capito che non le resta altro da fare. Poi quella rivelazione, lui che ha ucciso i suoi genitori per il male che gli hanno procurato. Dovrebbe sentire ribrezzo, giusto? Invece no. E' contenta per lui. <Forse avrei dovuto uccidere mio padre anche io.> un'ottima soluzione. Un modo definitivo per staccarsi da lui. Non conosce il motivo dello zietto ma è sicura che abbia fatto bene se era per ripagarli di un dolore che gli avevano inferto. Il sorriso si fa sempre più solare e gli occhi si illuminano come se avesse visto una deliziosa bistecca. Ma è -solo- Rasetsu. Sono solo loro due e basta. E allora non se lo fa ripetere! Gli va incontro completamente sollevata, sorridente e felice e si abbasserebbe per sedersi ed abbracciarlo. Cerca ancora di stringersi a lui senza nemmeno pensarci due volte. Il picchio col becco tramutato in veleno può uccidere tutti quelli intorno a lui... ma non potrebbe mai uccidere un altro picchio col veleno sul becco. Entrambi sono immuni al veleno che portano in corpo. Possono toccarsi senza morire. <Voglio restare al tuo fianco, qualsiasi cosa accada.> sussurra contro di lui, tenendosi stretta a lui. <Solo noi due.> gli vuole troppo bene. [Chakra non attivo]

19:42 Rasetsu:
 Si capiscono, si comprendono. Riescono ad aver in comune una storia, una vita. Seppur a differenziarli vi siano sin troppi anni di distanza, riescono a capirsi e ad aiutarsi vicendevolmente. Solo tra Mostri ci si può comprendere. Non a caso, la reputa importante nella di lui vita più dei suoi compagni nella Yakuza. Il che è tutto dire, poiché quest'ultimi non lo comprendono, lo seguono perché ne han timore, perché fruttano guadagno tramite il suo intelletto e la sua creazione. <Sei ancora in tempo per ucciderlo, Eiko-chan..> Sussurra, ritrovandosela or contro, abbracciata al Rosso. La lascia adagiarsi contro, poggiando il proprio capo contro il suo. Trovandosi seduto al suolo, l'altezza tra i due non è eccessiva e può starle vicino più del solito. La dritta ne accarezza il capo, lento, tenendola lì ferma accanto ad egli. La mancina si poggia sul centro della di lei schiena, affinché possa stringerla a sé e non lasciarla andare. <..s'è ancor vivo.> L'ha rapita, no? Il che fa intender che dovrebbe esserlo. <E posso aiutarti a farlo, sol se tu lo vorrai. Voglio che tu stia bene e son disposto a far qualsiasi cosa. Non te lo prometto: hai visto com'è finita la mia precedente promessa. Ma farò di tutto..> Nel tenerla lì, fissa nervoso l'entrata della Cattedrale, da cui ancor spira della luce sicché non chiusa. <..pur di proteggerti.> Come il capobranco che deve difender il branco stesso. Come un padre che deve difender la propria bambina. Come un fratello maggiore, ch'è il caso più vicino a quello odierno. <Sono noi due.> Sentenzia, assottigliando le palpebre, indurendo il grugno. Le han fatto del male, non può perdonarselo e pur di non riversar fuori lacrime insulse che non servono a niente, esprime la sua rabbia, la sua frustrazione digrignando i denti. Infine, pur di cambiar traiettoria ai pensieri d'entrambi, l'accompagnerà a visitar il Tempio fin quando sarà possibile per loro star assieme. [END]

19:54 Eiko:
 Si lascia abbracciare senza trovarci niente di male nel contatto fisico. Gli vuole bene e lui ne vuole a lei. Loro due e basta. Le piace. Un tempo erano lei e suo padre, soli contro la società. Ora è un po' diverso e deve riconoscerlo e soprattutto avvisare lo stesso Rasetsu. <Sono ancora in tempo... ma l'Innata ha risvegliato la parte di me che più è morbosamente attaccata a lui. Potrei ora accettare il tuo aiuto... e poi rivoltarmi contro di te per difendere mio padre.> ma c'è un -ma- grande come una casa. <Ma mi basterebbe non attivare l'Innata, credo.> spera perchè al momento non può nascondere nel suo cuore un sentimento diviso e contrastante per l'uomo che l'ha messa al mondo. Odio e amore. <Devo anche capire se ormai lo voglio davvero morto o meno.> non mente a Rasetsu perchè non si merita le sue bugie. Si stringe contro di lui chiudendo gli occhi e facendosi -cullare- dalla sua presenza. Si sente tranquilla e a suo agio. <Non è colpa tua comunque... non potevi sapere che ero stata rapita.> comunica gentilmente verso di lui non provando davvero nessun tipo di risentimento. Sorride e non dice altro perchè hanno già detto tutto. Solo loro due. <Ti voglio bene, Rasetsu.> non può evitare di dirlo come non può evitare di provare questo profondo legame con lui. Non potrà fare altro che crescere e lei -si spera- anche con lui. Forse un giorno potrebbe anche mostrargli l'altra se stessa che poi sarebbe la vera se stessa, perchè è nata a quel modo, così per conoscersi sempre più a fondo... e cela il desiderio di voler vedere anche il Demone. Purtroppo durante la missione non ha avuto modo di vederlo. Per il momento resta così fra le sue braccia, per poi alzarsi e seguirlo in quel giro turistico dell'ex Cattedrale. [end]

Il loro è un incontro casuale al Tempio.
Parlano di Famiglia, perlopiù, accrescendo il loro legame e giurando d'aiutarsi assieme perché i Mostri è così che agiscono.

Io continuo a dire che sono belliFFimi.