Giocata del 19/04/2018 dalle 00:20 alle 02:27 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Ha lasciato la sicurezza dell'Anteiku cercando di non farsi vedere da nessuno, svicolando come una piccola anguilla, la nostra Chibi-chan se ne va bighellonando per le vie di Kusa. Ha lasciato il povero Poci a riposare e lei si è infilata un vestitino che è tutto un dire: colori che vanno dal giallo all'arancio, piuttosto accesi ovviamente, con fiocchetti vistosi di color verde come i merletti sparsi qua e là! E' a mezze maniche perchè fa caldo, le gambette sono nude e alla fine di tutto ci sono un paio di stivaletti neri. Insomma da nell'occhio e lei ha anche preteso di passare inosservata nell'uscire dall'Anteiku. Bhe, facciamoglielo credere. I biondicci e morbidi capelli sono sciolti e saltellano ad ogni piccolo passo della ragazzina piccola e minuta, intanto che gli occhi color ambra tendenti al rossiccio si guardano intorno alla ricerca di qualcosa. Si stringe tra le manine la tracolla della borsa che si porta dietro dal contenuto ignoto ma quasi sicuramente ha dentro snack, dolci e biscotti da sgranocchiare di tanto in tanto. Tutto gentilmente preso in prestito dalle cucine dell'Anteiku ovviamente. Cerca di fare buon viso a cattivo gioco il che vuol dire che dato che le è successo qualcosa di molto spiacevole, allora cerca di andare avanti al meglio e cosa c'è di meglio se non cercare un lavoro? Qualcosa che la distragga che la faccia avvicinare all'indipendenza economica, oltre alla paga che riceve come Shinobi. A lei piace mangiare, le piace il cibo. Lo ama. Lo venera. Quale lavoro migliore se non cercare di farsi assumere da qualcuno che le insegni il mestiere. Così se ne va di locale in locale mostrando il suo bel faccino sorridente ed infantile, allegro ed espansivo, nella speranza che qualcuno accetti e non veda solo una piccola nanetta di 142 centimetri. <E' un grande passo Eiko! Mostrati gioviale e tutto andrà bene!> si da' la carica da sola fermandosi di fronte ad un locale. Attirata dal nome semplice ed elegante. <Giardino di Giada... Mi ispira!> non le costa niente entrare e guardarsi un attimo intorno ed aspettare che qualcuno venga da lei, qualche cameriere, in modo che possa chiedere questo -piccolo- favore. Sorride ed oscilla avanti e indietro, con le manine dietro la schiena. In attesa. [Chakra non attivo] Un giorno come tanti è quello che si prospetta agli occupanti attuali e a coloro i quali lavorano e gestiscono un locale denominato "Giardino di Giada". Esternamente, sembra quel locale lussuoso dove si porta una donna a cena per chiedere la tanto fatidica proposta di matrimonio o dove tutti son retti e corretti, seguendo persino il Galateo. L'insegna non è grandissima, bensì rettangolare bianca e con la scritta verdognola. Tutto il muro attorno all'insegna e sottostante ad essa, nonché tutt'attorno all'ingresso. La porta è a due ante, di cui apribile sol quella di destra. Ergo, una volta entrata, la piccola Eiko potrà avvedersi d'una sala piuttosto ampia e spaziosa, con una decina di tavolini, alcuni ben più larghi ed altri composti di appena quattro sedie. Sulla sinistra, precisamente a circa una decina di metri, v'è la porta della cucina ad ante da cui proviene già un buon odore di chissà quale pietanza. Non è ancor riconoscibile sol dall'odore ch'ella può sentire. Solo un paio di tavoli son occupati: uno da una coppietta, in fondo a destra; l'altro da una famigliola apparentemente felice, composta da moglie, marito ed un figlioletto di circa cinque anni che giochicchia con quel che ha nel piatto, anziché mangiarlo. Un cameriere, alto circa un metro e settanta, con capelli biondicci e tirati indietro sul capo, s'avvicina alla ragazzina con far incuriosito. Ha, nella dritta, uno strofinaccio bianco poggiato sull'avambraccio. Indossa una camicia bianca, profumata, un paio di pantaloni neri e delle scarpe dello stesso colore, piuttosto elegante. Gli occhi azzurri scrutano quelli della Goryo: <Hai bisogno di qualcosa, signorina?> Cordiale nei confronti di lei, in attesa di possibili repliche. [ Ambient ]
Le piace. Le piace. Le piace. Dall'esterno, all'insegna, quell'aspetto elegante e ricercato. Per non parlare dell'interno che è abbastanza ampio da ospitale qualche tavolino, alcuni più grandi di altri. Osserva il posto e quello che le salta subito al naso è un profumino niente male proveniente dalla cucina alla sua sinistra. Chiude gli occhi ed annusa come un cane da tartufo e le viene solo voglia di sedersi e mangiare, tanto che la pancia inizia a brontolare. Ma no, non si trova lì per mangiare, quindi cerchiamo di avere un minimo di autocontrollo e sguardo fisso sull'obiettivo. Riapre gli occhi ed osserva gli interni notando solo una coppietta ad un tavolo e una famigliola ad un altro con un bimbo poco propenso a mangiare. Solleva un sopracciglio. Non si capacita come non si possa avere voglia di mangiare. <Sembra un bel posto... chissà se hanno bisogno di aiuto!> borbotta nell'attesa della venuta di qualcuno, ed ecco un giovane cameriere decisamente alto. Troppo alto per i suoi gusti. I capelli biondicci tirati indietro, divisa elegante, strofinaccio classico dei camerieri. Solleva la testolina e fissa radiosa quegli occhi azzurri pronta per rispondere alla sua domanda. <Salve! Si, ecco, stavo cercando un lavoro! Mi piacerebbe imparare a cucinare e lavorare come cuoca!> si guarda un attimo intorno non consapevole che potrebbe non essere presa sul serio. <Non è che potrei parlare col proprietario?> per essere gentile è gentile, spera solo che non appaia come una che pretende perchè molto spesso è quello il tono che le vien fuori. Torna a guardarsi intorno, appare perplessa e forse sente una punta di disagio. Ma tempo pochi secondi e torna ad osservare il cameriera in maniera raggiante e volenterosa. Verrà presa sul serio o no, lei spera vivamente di sì perchè non ha alcuna voglia di arrabbiarsi e soprattutto non ci farebbe una bella figura. [Chakra non attivo] Il biondo la scruta con attenzione, pur stampandosi in volto un sorrisetto gioviale. Resta ben dritto in piedi, con la schiena in una posizione tale da fargli mantenere un certo qual rigore. Piega il capo verso la spalla destrorsa nell'ascoltar quanto vien pronunciato dalla ragazzina. <Sei sicura di quello che mi stai chiedendo? Posso farti parlare col capocuoco..> Ammette, stringendosi nelle spalle, rimuginando maggiormente su quel ch'ella ha appena chiesto al cameriere. <..penso che possa rispondere ai tuoi dubbi, anche se non garantisco niente.> Com'è normale che sia, dal momento che non gestisce lui il locale né comanda lì dentro. Per questa ragione, non v'è altro da fare che andar a chiamar chi di dovere. <Aspetta qui, mh?> La tratta un po' come una bambina, è vero, tuttavia con quel facciotto tondo circondato dai biondi ciuffi, come potrebbe far altrimenti? Emana una tenerezza come poche altre persone mai viste prima dal cameriere! Le rivolge un ulterior sorriso, prima di intrufolarsi nella cucina formata dalle due ante precedentemente citate, con un oblò tagliato a metà dalle stesse ante. Dunque, Eiko resta lì da sola per qualche attimo, il tempo per permettere al ragazzo di andar a chiamar chi di dovere. Potrà assistere ad un'altra coppietta, formata da una ragazza sulla ventina e d'un ragazzo più o meno della stessa età, con appena un accenno di barba. Appaiono dalla porta d'ingresso, dalla quale la Goryo dista decisamente poco, un paio di metri appena per la precisione. <Uhm.. Salve?> Pronuncia la ragazza, guardandosi attorno. Che possa Eiko dar loro una mano? Oppure farà la buona bambina in attesa del capocuoco con cui parlare? [ Ambient ]
Corruga la fronte. Solleva un sopracciglio. Certo che è sicura di quello che sta chiedendo o non lo avrebbe chiesto. Cerca di trattenere le risposte a tono cercando di sforzarsi di mantenere il sorriso che andrà però a risultare leggermente nervoso. Quel bel cameriere è riuscita a farla innervosire con solo le prima parole. <Certo che sono sicura!> risponde con entusiasmo, fa prevalere quello al di sopra di tutto il resto. Non gli ha risposto male sono passi avanti! Mantiene il sorriso, la postura educata ed annuisce quando afferma di andare a chiamare il capocuoco. <Ottimo, ti ringrazio tantissimo!> il ragazzo se ne va ed è anche un bene dato il tic nervoso che le stava venendo a forza di sorridere nonostante il nervosimo per essere trattata come una bambina. Lui non la sta prendendo sul serio. Lo sa. Lo percepisce! Si imbroncia ora che non la vede nessuno, rimuginando su quando appena successo. Aspettare, aspettare. Ma lei non sa proprio come apparire più professionale e meno infantile, ma l'occasione per dimostrare qualcosa o per fare pratica, arriva subito. Una giovane coppia entra nel locale e non trova nessuno se non la piccola e raggiante Chibi-chan. Si volta di scatto verso di loro facendosi anche da parte per permettere loro l'ingresso e lasciarli respirare. <Buongiorno!> la sua occasione. Non solo vuole dimostrare a se stessa e a quel cameriere che non è solo una bambina -dimostrando di saper essere professionale- ma è anche un'occasione d'oro per lei di fare pratica. Tanto non la vede nessuno, o dovrebbero vederla? Certo che dovrebbero vederla! Accontentiamoci. Esegue un educato inchino verso la coppia, mostrandosi incredibilmente gentile ed affabile. Sorriso genuino sulle labbra. Sguardo brillante ed entusiasta. <Avete bisogno? Posso darvi una mano, se lo desiderate, innanzitutto per indicarvi il tavolo migliore!> più professionale e solare possibile, ma il segreto è che sta iniziando a divertirsi un mondo! Male non ne sta facendo. Aspettare, tzk. Non è mica una bambina. [Chakra non attivo] Nel mentre Eiko è alle prese con la coppietta appena giunta nel ristorante, il cameriere sta or confabulando con il capocuoco. <Cosa vuoi che ne sappia io perché vuol imparare a cucinare proprio qui?> Ribatte il ragazzo. "Beh, perché non gliel'hai chiesto? Devo dirti tutto io!?", sbuffa con quel suo tono da omaccione tutto d'un pezzo. Scuote il capo, pulendosi le mani allo stesso strofinaccio che il cameriere portava poggiato all'avambraccio destrorso. <Ma quello mi serve!> Belle le discussioni in cucina? Da fuori, par un ristorante di tutto punto, ma in Cucina escono i veri dilemmi! "Prendine un altro!", sbraita, ben udibile anche da Eiko poiché non molto distante dalla cucina da cui, per l'appunto, fuoriuscirebbe questo omaccione. Rispetto alla Goryo, si potrebbe dire che potrebbe sollevarla di peso con una mano soltanto e portarsela in spalla per tutta Kusagakure. Raggiunge il metro e ottanta, certo, ma vien compensato da un ventre che sciaborda oltre l'orlo della cintura. Veste con pantaloni neri ed una maglietta bianca a maniche corte, macchiata qua e là da macchie di svariato colore - dal giallo al marroncino oppure dal rosso all'arancio - di chissà quale cibo. Un grembiulino azzurro pende da sotto il ventre, per quanto sia possibile viste le notevoli dimensioni. Il faccione è privo di barba, con dei capelli unti e tirati indietro sul capo. Gli occhi scuri, neri come due perle totalmente inabissate, fissano la ragazzina e le palpebre si sbarrano. <Oh, grazie, signorina!> Commenta la ragazza al fianco del giovane, sorridendo anche a quest'ultimo. <Dove pensi possiamo sederci? Quello..> Indicando un tavolo prossimo ad una finestra, apparecchiato per quattro. <..dici che possa andare?> E' il ragazzo or a parlare, mentre il cameriere s'affianca, correndo, proprio alla Goryo. <Oh, scusatela, è nuova di qui!> Corre ai ripari, mentre il capocuoco gli fa cenno di tacere. Vuol saper fin dove la ragazzina possa spingersi, testarla e capir il motivo per cui si sia messa in testa già d'agir a quel modo. "Ehi, biondina. Cosa dovevi chiedermi?", sol dopo osa intromettersi, lasciando prima che la Genin possa risponder alla coppia, così da poter parlare conseguentemente. [ Ambient ]
Intanto che lei si diverte a prendere il posto di una cameriera senza realmente nemmeno conoscere il posto, in cucina sta avvenendo un dialogo che lei non può sentire. Tra capocuoco e cameriere. Lei riesce a percepire solo poche parole che riguardano il -prenderne un altro- non sa cosa, non sa chi, al momento non le interessa perchè è occupata a fissare la coppia appena entrata al massimo della sua gentilezza. Proprio mentre pensa di aver campo libero ecco che dalla cucina fa il suo ingresso lui. Lui... il gigante. Per un attimo sbalanca la bocca e gli occhi osservando la grandezza fisica di quell'uomo. Robusto, massiccio. Un po' si pente di aver iniziato a giocare alla brava cameriera con gli occhi di quel tipo puntati addosso. Mai visto un essere umano tanto alto le potrebbe venire il torcicollo a guardarlo! La divisa è sporca, comrpensibile se si lavora in cucina, ma non pensa che sia adeguato. Un cuoco deve avere sempre la divisa in ordine e pulita, denota sicurezza e destrezza in cucina. E poi dai, quei capelli unti! Il sorriso torna a farsi nervoso e decide di ignorare il tutto sentendo prima la voce della ragazza che la ringrazia gentilmente. Si volta nuovamente verso di loro proprio quando il ragazzo indica e propone un tavolo per quattro vicino alla finestra. In silenzio osserva il posto. La gran voglia di chiedere al ragazzo se sappia contare è tanta... un tavolo per quattro per due persone? E poi vorrebbe anche il tavolo da dieci tutto per lui? Sorride. Gentile, affabile ed educata, cercando di adocchiare nel locale un altro tavolo, per due, che possa essere altrettanto bello. Se ce ne fosse uno di fianco ad una finestra allora indicherebbe quello, facendo cenno ai due di proseguire verso l'altro tavolo da lei indicato, se mai lo avesse trovato. <Quello mi sembra più appropriato. E' un tavolo per due, vicino alla finestra ed è anche abbastanza appartato, si può avere un'ottima visuale da lì!> e niente lascia che siano i due a decidere se darle retta o meno, lei continua con la sua recita gentile fino all'ultimo per poi essere attitata dall'omaccione e la sua domanda. <Ah, si, scusi!> si è lasciata prendere e non ha fatto caso ai due che si sono avvicinati. Strano non accorgersi di quel capocuoco. <Ecco, io vorrei imparare il mestiere del cuoco, quindi volevo sapere se qui ci possa essere spazio per me per imparare il mestiere fin nelle sue basi!> pronuncia sicura di sè e cercando di risultare più credibile possibile e non solo una bambina. Sguardo determinato, voce sicura e alta. Postura sull'attenti e testa piegata all'insù per osservare l'uomo. <Sono volenterosa e ho voglia di imparare!> la pura e semplice verità. [Chakra non attivo] Non sempre bisogna giudicar il libro dalla copertina. Per quanto tutto ciò all'esterno paia pulito ed in ordine, come sarà la cucina all'interno? Chissà! Sta di fatto che la coppietta par or accettar la proposta finale della Chibi-chan, avviandosi verso quello stesso tavolo. <Grazie!> Ribattono entrambi alla di lei volta, ma è bene che or ci si concentri maggiormente sul capocuoco. Difatti, il cameriere dai biondi capelli va facendo il di lui lavoro, occupandosi della stessa coppietta che, finora, ha chiesto aiuto proprio ad Eiko. Quest'ultima resterà da sola con il capocuoco, il quale la fissa dall'alto, curioso e sogghignante. <Sembri sicura di te.> Il che, a ben vedere, non è poi così falso, bensì quanto di più veritiero possibile. <Che sei volenterosa s'è ben intuito.> Distende le labbra in un risolino divertito. <Senti, perché non vieni ad aiutarmi in cucina, allora? Mi aiuterai a cucinare ciò che verrà richiesto da quella coppietta.> Ch'ella stessa ha deciso d'aiutare prima di poter aver l'obbligo d'occuparsene per davvero. Non lavorando lì, avrebbe anche potuto evitare ed aspettare che arrivasse qualcuno, ma così non è stato. Se riuscirà a resistere per quel che vuol provare a fare - a chiunque vien data una possibilità, ovvio - quel tanto che basta paragonabile alla forza di volontà, ben venga. <Se vorrai, seguimi in cucina.> E, infine, sarà esattamente verso quella che si avvierà in compagnia o meno della Genin. Nel caso in cui essa sia entrata, come si spera faccia, potrà avvedersi d'una cucina già affaccendata, con almeno altre tre persone intente a lavorar il doppio data l'assenza momentanea del capocuoco. C'è chi lava i piatti, chi si occupa di tagliuzzar verdure e carni, mentre un altro che sistema le ordinazioni precedentemente ricevute. Non son molte, invero, ma l'odorino che si sentiva antecedentemente par quello di stufato. Che sia il piatto del giorno? Le lancerebbe un grembiule intero, nel senso che ne coprirebbe anche il petto e non soltanto l'addome. <A breve, Edwich..> Il cameriere, molto probabilmente. <..ci porterà le ordinazioni.> Non resta che, dunque, aspettare. Ma la ragazzina avrà accettato di seguirlo, prima di tutto? [ Ambient ]
Non prova nessuna vergogna la piccola peste anzi si sente soddisfatta di sè e di quello che ha dimostrato a se stessa, quindi è in grado di essere affidabile agli occhi altrui, ottimo! <Prego!> risponde educata al ringraziamento e lascia che la coppia prenda posto accompagnata dal vero cameriere, intanto che lei -come è giusto che sia- si concentra sul capocuoco. L'enorme capocuoco. Annuisce alla prima affermazione dell'uomo, più e più volte, mostrandosi non solo sicura ma anche entusiasta. <Si, signore!> e si era capito anche che possiede un animo volenteroso. Ottimo, sembra essere sulla buona strada. Le piace l'espressione che ha l'uomo, tra il sogghignante e il divertito, perchè di riflesso accennna anche lei un sogghigno soddisfatto e sicuro, mettendo in mostra la sua indole poco modesta. <Volentieri, non vedo l'ora!> gli occhi si illuminano a quella proposta e non aspetta nemmeno un secondo per seguire l'uomo nella cucina oltrepassando le porte. Sgambetta tutta contenta guardandosi intorno col sorriso stampato in faccia, osservando i restati cuochi che lavorano indaffarati e facendo suo quell'odorino irresistibile di... stufato! <Sembra così buono.> è sicura che lo sia. La pancia brontola ma lei la ignora. Sta ancora osservando sognante la cucina quando il grembiule le viene lanciato e lei ha la prontezza di un koala al momento e se lo prende in faccia. <Ah...! CI sono...!> si affretta a prenderlo e a metterselo. <Sono pronta!> spera di arrivare al bancone e di riuscire a prendere le cose in alto, ma nel caso dovrebbero esserci sgabelli che lei possa usare. Nel mentre che aspetta cerca di osservare al meglio la cucina cercando di individuare le cose essenziali. Pentole, padelle, ingredienti, vari arnesi da cucina. Dov'è il lavello, come sono suddivisi i piani della cucina, velocemente cerca di farsi un'idea prima dell'ordine. Ha messo giù la borsa a tracolla in un angolo della cucina prima di tutto, e ora ferma immobile attende al fianco dell'omaccione. [Chakra non attivo]
Giocata del 20/04/2018 dalle 00:48 alle 02:23 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Eiko indossa il grembiule, pronta per lavorare. Il capocuoco non si perde d'animo, avvicinandosi subito ai fornelli. "Ragazzina, dimmi il tuo nome. Il mio è Yosuke", un nome particolare per un uomo del genere, no? Non ce lo si vedrebbe, invero. "Va ad aiutare il mio aiuto cuoco. Si chiama Kisuke", rimbecca infine, mentre inizia a frigger non si sa bene cosa. Kisuke, nel fissarla, piega un sopracciglio verso l'alto. <Senti, non so cosa tu sia in grado di fare..> Il che è ovvio. <..però, ti darò da fare un compito molto semplice.> Quest'ultimo è un ragazzo molto giovane, sulla ventina quasi quanto il cameriere. Capelli chiari, tendenti al biondo oro, con occhi verde acqua, quasi azzurri. Fisico magro, asciutto, con un piercing sul sopracciglio destro. <Lì..> Indicando un piatto non molto distante, sul bancone bianco lontano dai fornelli. <..c'è il preparato per delle polpette. Devi, innanzitutto, lavarti le mani..> Prima l'igiene. Le indica, infatti, un lavandino posto su quello stesso bancone, a metà tra il punto in cui sta lavorando Kisuke. Egli, tramite un tagliere ed un coltello, sta tagliuzzando degli ortaggi: cipolle, aglio e prezzemolo. <..dopodiché, potrai iniziare a prender quel preparato..> Posto in una bacinella arancione, con affianco una piccola padella ancor spenta e priva d'olio. <..poggiarla in quella padella, dopo avervi messo un filo d'olio. Infine, lascia fare a me. Penso tu possa fare almeno questo, no?> E' qualcosa di veramente molto semplice. Probabilmente, dopo, le darà qualche altro lavoro da fare, ma per il momento la serata è appena iniziata, ergo quello sarà il primo lavoro. "E' arrivato l'ordine!", biascica Yosuke. Uno strofinaccio pulito è appeso accanto al lavello, nel caso in cui ella voglia poi asciugarsi le mani. In seguito, non le resta da far altro che iniziar a creare quelle polpette, in attesa di papabili e successivi ordini dal capo e dall'aiuto cuoco. [ Ambient ]
Che bel posto. Che bella cucina. Si sente tutta emozionata e si guarda intorno entusiasta intanto che tutti quegli odori le arrivano al naso e le stimolano l'appetito. <Oh, certo! Mi chiamo Eiko, signore, o Chibi-chan, mi chiamano anche così! Piacere.> si presenta piena di energie e compiendo un inchino piegando il busto in avanti con fin troppa foga, tanto da far finire i capelli in basso. Si rialza e prende un elastico e allora si raccoglie la chioma in una coda alta per evitare che qualche capello finisca dove non deve e ce non senta l'impiccio di essi. <Kisuke.> muove lo sguardo e lo cerca, una volta trovato si avvicina a lui con passo trotterelloso. Le sembrano tutti simpatici e giovani, escluso il capocuoco che le pare più -adulto- e si perde ad osservare la fisionomia anche di questo Kisuke. Asciutto, capelli chiari, occhi azzurri, un pearcing! <Piacere!> com'è educata lei quando vuole fare bella impressione. Annuisce per tutto il tempo che il ragazzo si prende per spiegarle cosa deve fare. Lei guarda il piatto col preparato, il fornello, la padella, cerca l'olio e alla fine esclama: <Ricevuto! So fare dei biscotti e comunque mi cucino da sola da un po'!> meglio non dire la maggior parte dei risultati o rischia di mettersi in cattiva luce e poi nessuno la vorrebbe come apprendista. Ssh, manteniamo il segreto. Va al lavandino, si lava le mani abbastanza velocemente insaponandole per bene e poi rimettendole sotto l'acqua per far sparire il minimo residuo di sapone. Si asciuga le mani e rimette a posto lo strofinaccio. Con passo veloce va al banco e prende la padella che sistema su uno dei fornelli, a seconda della dimensione della padella sceglierà un fornello adatto in modo che le fiamme non vadano oltre il bordo della padella, ne siano troppo piccole rallentando la cottura. Ci mette un filo d'olio e poi lascia la padella sul fornello senza accenderlo. Intanto inizia a prendere il preparato nelle giuste quantità e con le manine inizierebbe a creare delle polpette. Sorriso allegro e divertito.. saranno polpette davvero piccole considerate la dimensioni delle sue manine! [Chakra non attivo] E s'aprono le danze. "La coppietta servita dalla bambina..", deve farglielo pesare in qualche modo, a ben vedere. "..hanno ordinato del Donburi". E' un piatto tipico, ma casalingo e veloce da preparare. <E cosa ci vuole a farlo? Davvero hai bisogno di una mano?> Proprio per la sua facilità, è lo stesso Kisuke che s'intromette. "Sì, ovvio. Avvisa la ragazzetta che, dopo aver fatto quelle polpette, deve sbattere le uova in una ciotola. Io inizio a preparare il brodo di pollo", il quale va accompagnato, ovviamente, al Riso e alle uova sbattute che ha richiesto da Eiko. <Sono entrambi Donburi?> Chiede, come di consueto, l'aiutocuoco continuando a tagliuzzare gli aromi di cui necessiteranno in seguito durante la cottura. "No, l'altro è il Katsudon", sintetizza, il quale è una variante del Donburi precedentemente citata, ma con una cotoletta impanata e fritta. <Bambina, preparati a sbatter più uova. In quel frigorifero..> Metallico, posto dietro le di lei spalle, affianco al lavandino dove precedentemente ha lavato le mani. <..vi sono, sul secondo scaffale in basso, delle fettine in un contenitore rosso.> Nel mentre dà questi ordini, Yosuke si limita a preparare il brodo, come specificato da lui stesso, assieme al riso. Lei sta sì preparando le polpette, tuttavia o deve sbrigarsi e finirle per tempo oppure dedicarsi al resto della faccenda ed iniziare a capire come funzionano le cucine. Che diventi MULTITASKING! Il bancone su cui lavora, rispetto al frigorifero, è vicino, il che vuol dire che le basta girarsi per aprire, prendere ciò che le serve e richiudere, così da tornare a lavorare. Il tutto è sistemato per destreggiarsi ed essere veloci. <Eiko-chan..> Intona Kisuke, il quale sta tagliuzzando ad una velocità esorbitante tutti i sapori e gli odori di cui necessiteranno. Le uova son disposte sullo stesso bancone nel contenitore che le compete, cosicché la piccola possa prenderne ed usarne quante ne vuole. A contenitori, bacinelle e piatti son a posto tutti quanti, ergo ne avrà a disposizione almeno cinque vuoti. <..se vuoi lavorare davvero con noi, devi iniziare a capire che, in una cucina del genere, bisogna essere veloci. Il cliente non deve aspettare troppo, mh? Conosci il piatto che stiamo cucinando?> Chiede in sua vece, aspettando che la piccola possa far esattamente quello che l'è stato ordinato, cercando altresì di porla a suo agio nel caso in cui ne abbia bisogno. [ Ambient ]
Fa le polpette ma nel frattempo arriva l'ordine della sua coppia. Altro che farglielo pesare si sente solo soddisfatta ed emozionata che sia la sua coppia e che stia collaborando per cucinare quanto richiesto. Gongola con le sue polpettine mini mentre ascolta. Il Donburi. Annuisce ce l'ha ben presente e vorrebbe solo poterlo mangiare anche lei al momento, ma la cosa migliore viene dopo: il Katsudon. <Aaah! Com'è buono!> si perde nella sua fantasia ad immaginare quella cotoletta impanata che si sdraia morbidamente su un letto di riso soffice, mentre l'uovo sbattuto l'avvolte come una deliziosa coperta friggendo. Potrebbe sbavare, ma non lo fa, anche se intenta a perdersi in quel delizioso programma, lei continua a creare polpette e intanto ascolta quello che le viene detto di fare. <Subito!> ascolta e fa. Lascia per un attimo le polpette, cercherebbe di trovare al volo uno strofinaccio e quindi si pulirebbe le manine per togliersi il preparato di carne in eccesso. Aprirebbe il frigo e cercherebbe di individuare all'istante il contenitore rosso con dentro le fettine e le uove disposte nel frigo. <Due uova per il Donburi e due uova per il Katsudon.> così prende e mette tutto sul bancone facendo in modo che niente cada o rotoli via. Prende due bacinelle, in una ci romperebbe due uova, certo farebbe una piccola fatica perchè lei a rompere le uova rischia di farci finire il guscio, quindi ci presta più attenzione. Nella seconda bacinella ci romperebbe le altre due. Con tuorlo ed albume. Quindi tutto pronto metterebbe da parte un attimo le polpette, perchè al momento il Donburi e il Katsudon sono i piatti che devono uscire dalla cucina il prima possibile. Prende la prima ciotola e inizia a sbattere quelle uova fino a creare una sostanza omogenea ed arancione. <Veloci, si!> sbatte. Sbatte. Sbatte. Si concentra davvero tanto per essere veloce, visetto contrito, sorriso sulle labbra e linguetta che fa capolino da quanto è concentrata. <Lo conosco, si! Il Katsudon è una variante del Donburi, il Donburi si fa col pollo mentre il Katsudon con la cotoletta di maiale! Ah, io preferisco di gran lunga il Katsudon! E' super saporito e poi il maiale batte il pollo uno a zero di sicuro!> si sta lasciando andare un po' troppo andando a dire anche più di quanto le è stato richiesto. Non le importa e non si ferma una volta finito con le prime due uova della prima bacinella passerebbe alla seconda e sbatterebbe anche quelle altre due uova. Una bacinella per il Donburi e una per il Katsudon. Due uova ciascuno. Se riuscisse a finire di sbattere le uova non se ne starebbe con le mani in mano, in attesa di altri ordini tornerebbe a fare le polpettine. [Chakra non attivo] Yosuke lancia uno dei suoi tanti gridi: "State facendo le fettine per il Katsudoooon!?", allunga di proposito la "o", poiché egli ha già preparato il brodo con i pezzetti di pollo all'interno per il Donburi normale. <Passami le fettine.> Le quali vengono poggiate sul bancone, mentre ella s'occupa di sbatter le uova con velocità e la giusta dose. Due e due. Kisuke, invece, recupera le fettine e s'avvia al fianco opposto - se poc'anzi si trovava a sinistra, or è a destra - per raggiungere il fornello. Recupera, invero, la padella già unta da parte di Eiko che, in realtà, servirebbe per le polpette. <Le polpette le teniamo per dopo, mh? Per adesso, dobbiamo concentrarci sul Katsudon.> Le spiega, scrutandone con la coda dell'occhio l'elaborato. <Piano, eh. Va bene sbattere, ma non esagerare.> Cerca di darle una mano, in qualche modo, mentre la prima fettina di maiale - impanata, ovviamente - vien immersa nell'olio. Ne aggiunge dell'altro, precedentemente, poiché quello che avrebbe usato per le polpette è poco rispetto a quanto ne servirebbe adesso. <L'olio deve riscaldarsi appena un pochino per poi iniziar ad immergervi le fettine. Riesci a darci un'occhiata di tanto in tanto?> E ancor prima d'attendere risposta, conduce gli aromi, precedentemente tagliati e posti in un piccolo recipiente violaceo, al bancone occupato dal Capocuoco ed un altro aiutante, il quale è però occupato con un altro secondo. <Ti porto anche le uova, Yosuke.> Veloce, conduce ambedue i contenitori alla di lui volta, mentre lo stesso Yosuke sta cuocendo il riso. Manca poco ad ultimar la preparazione, data la semplicità di quanto richiesto dai due clienti. Ebbene, ad Eiko non resta da far altro che lanciare un occhio alle fettine, così da girarle da un lato e dall'altro, evitando - si spera - di scottarsi. Vi son forchette, presine, cucchiai.. tutti gli utensili di cui potrebbe aver bisogno, in caso. <Ah, Eiko-chan! Manca un pizzico di sale! E' lì, sopra la tua testolina.> C'è una piccola mensolina con degli aromi. Per sua somma fortuna, le basta allungarsi un poco, magari ergendosi sulle punte, ma dovrebbe facilmente recuperare quel che le serve. Nel mentre, nulla le vieta di preparare le polpette, ovvio, ma deve tener conto delle due fettine che friggono di fianco ad ella, attenta - soprattutto - a non farle bruciare. [ Ambient ]
Prende paura e panico quando vengono richieste le fettine. Doveva farci qualcosa? Le era stato detto solo di tirarle fuori dal frigo e basta. Giusto? Giusto! Infatti vengono prese da Kisuke che passa da un lato all'altro per occuparsi di tutto, mentre lei sbatte le uova. Annuisce su e giù con la testa, prima i due ordini e dopo le polpette. <Ah, si, grazie!> cerca allora di rallentare il movimento di polso nello sbattere le uova, quindi da evitare eventuali disastri e poi eccolo. Il sublime. L'incredibile suono dello sfrigolio delle fettine impanate nell'olio. Pace dei sensi. Assume un'aria estasiata nell'osservare quelle fettine che sfrigola e sfrigolano nell'olio! L'olio si deve sempre scladare un pochino prima. Annuisce. <Capito, si, tengo d'occhio! Io con le uova ho finito.> quindi metterebbe le due bacinelle in modo che siano facilmente prendibili dal ragazzo e non di impiccio col rischio di farle cadere, ora si può concentrare sulle fettine panate e intanto andare avanti con le polpette, del resto non le ci vuole nulla ad intervenire. Fa le polpette, osserva le fettine. Si devono dorare, diventare croccanti fuori e tenere dentro. <Mmmh...> che fame! Inizia a sentire un buon odorino. Posa le polpette, si pulisce le mani al volo e prende due forchette con le quali si aiuterebbe a girare le fettine di tanto in tanto. <Ahi. Ahi. Ahi!> si, si sta scottando con l'olio. Saltella sul posto ma nulla la fermerà dal girare quelle cotolette! <Il sale?> sopra. Alza lo sguardo e sta per avere una crisi, ma per fortuna secondo i propri calcoli ci può arrivare facilmente. Si mette sulle punte e allunga il braccio destro così da cercare di afferrare il sale con la manina. Una volta afferrato ecco il sale da poter usare, e lo fa. Un pizzico. Con un occhio le polpette e l'altro le fettine che sfrigolano, fa attenzione a non farle bruciare e cerca di ottenere la cottura giusta e ogni volta che ha qualche secondo continua con le polpette. Ce la può fare. Le piace, eccome se le piace! [Chakra non attivo] Eiko lavora di gran lena, un occhio alle polpette ed uno alle cotolette. Può far due cose assieme, questo è il segreto per un cuoco! MULTITASKING! "Riso pronto. Brodo pronto", elenca Yosuke. <Uova pronte, devi solo versare assieme ai condimenti.> Che Yosuke, in quattro e quattr'otto, fa giusto un po' passare sui fornelli con un filo d'olio e di sale. Kisuke, in tal frangente, può facilmente tornare da Eiko, specialmente nel sentirla lamentarsi. <Ti sei fatta male?> Le chiede, affiancandosi ad essa per controllare le cotolette. Son passati diversi minuti, anche per il riso che par infatti cotto a puntino. Non deve cuocer troppo, come le fettine. <La fiamma non deve essere molto alta o rischiano di bruciarsi prima del dovuto.> Spiega brevemente, girandole per un'ultima volta grazie all'aiuto delle forchette usate dalla Genin. <...> Dopo qualche altro attimo passato proprio ad osservar e sentir lo sfrigolio dell'olio, chiude rapidamente il fornello. <Va da Yosuke a prendere i piatti.> Yosuke, infatti, ha già impiattato il riso normale con il brodo di pollo ed il sakè, riuscendo a completare - com'è naturale che fosse - il Donburi. Ciò che, una volta giunta dal capocuoco - nel caso abbia tenuto fede all'ordine impartitole - le verrebbe consegnato, è il piatto per il Katsudon simile all'altro, in quasi ogni particolare. "Attenta, scotta. Dallo a Yosuke che ci metterà le fettine. Dopodiché, lascia sul vassoio". Accanto al capocuoco, sul ripiano utilizzato da quegli, frontalmente al secondo dove operano Eiko e Kisuke, v'è, infatti, un vassoio scuro su cui già poggia il primo Donburi. <Vedi, si fa così.> Solleva delicatamente le fettine, facendole passar su un foglio di carta assorbente in un piatto, preparato antecedentemente. Pochi attimi e li poggia nel piatto! <FATTO!> Esclama con vigore, forse - oppure no - coinvolgendo la ragazzina. "SERVIREEE!", sbraita Yosuke, asciugandosi il sudore dalla fronte con un fazzoletto. <Sei forte, eh, Eiko?!> E alza il palmo della dritta per rivolgerlo all'altra, in un classico quanto clamoroso batti cinque. <Finiamo le polpette?> Dolce ed affabile, par quasi aver già preso in simpatia la bambina. Yosuke, però, s'intromette: "Vedo che ci sai fare, ma sei stata fortunata! Il Donburi è un piatto semplicissimo. La prossima volta..", il che fa ben intender che possa esservi un seguito nella carriera di Eiko-chan. "..voglio vedere di cos'altro sei capace!" e le sorride, persino, quando finora nulla ha fatto se non apparire contrariato. Che questo sia un passo in avanti per la Genin? L'inizio della sua carriera? Soltanto lei saprà dircelo, scrivendo la sua storia! [ END ]
MULTITASKING! Sarà il suo nuovo motto d'ora in avanti. Il riso è pronto insieme al brodo e le uova pure, mancano i condimenti e poi le fettine impanate che stanno ancora sfrgolando con insistenza. Non appena sente la domanda di Kisuke, però, oltre a diventare rossa come un pomodoro per l'imbarazzo e la vergogna di essersi bruciata, scuote la testa. <No! No! Non mi sono fatta male!> ma in quel momento, mentre sta controllando le fettine, un altro schizzo le finisce sul braccio. <Ahia!> e nulla. Assottiglia lo sguardo e osserva con odio l'olio. Lei ama le fettine impanate che sfrigolano, ma non l'olio. L'olio no. <Okay, non troppo alta.> si distrae dal suo acerrimo nemico -l'olio- per ascoltare la gentile spiegazione che le viene data da Kisuke riguardo la cottura. Sorride e lo osserva cercando di imparare tutti quei movimenti precisi e poi via, scatta subito al prossimo ordine ovvero prendere i piatti. <Eccomi!> Prende i piatti, uno con la destra e l'altro con la sinistra facendo attenzione a non scottarsi. <Ricevuto!> esclama e corre verso Kisuke per porgergli il piatto dove andranno le fettine impanate di maiale. Appoggia tutto sul vassoio ed incantata osserva come le fettine vengano prese, passate sulla carta assorbente e poi adagiate con dolcezza sul riso andando a completare il piatto. <Oooh...!> lui esclama con vigore e lei solleva le braccia in alto saltellando sul posto dandogli corda. <Fatto!> ed ecco i piatti serviti, lei fa una piccola giravolta non riuscendo a trattenere l'entusiasmo e poi batte il cinque al ragazzo. <Certo che sono forte! Non te lo avevo detto?> ammette lei, col suo ego improponibile e la sua modestia pari a zero. Ma ci scherza su, non sembra affatto presuntuosa. <Si, le polpette.> ricambia il sorriso e ora si può concedere a quelle polpettine da finire. Quelle piccole sono state fatte da lei. Le parole del capocuoco le giungono all'orecchio e la fanno sorridere. Ci sarà una prossima volta. <Vi sorprenderò!> esclama carica come non mai andando poi a ringraziare il capocuoco per quella opportunità che le è stata concessa. [end]