[ Ricerca II ] - Foglioline in gabbia.

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con Kaori

18:33 Kaori:
 Kaori si sistema sul viso gli occhiali e si passa la lingua sulle labbra. Cerca di mettere da parte il pensiero relativo la prigionia della madre di Azrael nelle celle di Konoha e di concentrarsi sul fascicolo che ha ora sotto gli occhi. La sua copia le ha portato i file relativi agli attuali detenuti konohani a seguito di una sentenza di omicidio e lei ha intenzione di sfogliarli tutti e di appuntare sul proprio taccuino le informazioni relative a ciascun caso così da poter più semplicemente fornire in Consiglio un sunto della situazione senza dover necessariamente portare ogni plico di documenti con sé. Inspira ed espira cercando di calmarsi, cercando di svuotare la mente. E' difficile riuscirci ma deve farcela. Il pensiero di poter dare giustizia a tutta quella gente dopo anni trascorsi a soffrire per una pena troppo dura è inebriante, ma il pensiero di poter dare giustizia proprio alla persona che ha scelto come sua compagna è ancor più estasiante. La porta a sentirsi detentrice di un potere inimmaginabile, capace di donare a entrambi una gioia senza pari se solo fosse riuscita a convincere i propri compagni dell'errore alla base di tale sentenza. Raddrizza la schiena, chiude gli occhi e sistema la matita fra i capelli così da tenere ben stretto lo chignon nel quale ha incastrato la propria chioma. Si è tolta l'haori recante l'effige del clan Hyuga e l'ha poggiato sullo schienale della poltrona rimanendo vestita del suo semplice yukata lilla che arriva all'altezza delle cosce. Attorno alla vita ha una stretta fascia viola che le tiene stretta la veste mentre le ampie e lunghe maniche pendono dai polsi per diversi centimetri. Le cosce nude sono accavallate ed il piede destro dondola nel vuoto sotto la scrivania di legno chiaro. Stringe le labbra, inspira a fondo e gonfia i polmoni. Cerca di allontanare il pensiero del sorriso di Azrael, di un bambino coi capelli neri che piange disperato, di una donna dai capelli ingrigiti che attende dietro le sbarre il pasto quotidiano. Ricaccia lontane queste immagini mentali per poi espirare e riaprire gli occhi. E' tempo di lavorare. [ Chakra: on ]

18:49 Kaori:
 Apre il primo fascicolo preso dalla fila di documenti e lascia scorrere le iridi sulla foto posta sul primo foglio. E' la foto di un uomo sulla quarantina dal volto squadrato e la barba ispida ma corta. Il naso è storto, palesemente mal calcificato dopo qualche colpo passato, le occhiaie pesanti sotto gli occhi piccoli. Stempiato ha corti capelli scuri e una espressione dura, molto tesa. Una cicatrice rosata ripercorre parte del viso, dalla guancia fino alla mascella. A primo impatto Kaori avverte una sensazione sinistra provenire dal volto di quest'uomo, ma cerca di non lasciarsi influenzare dall'aspetto poco raccomandabile per poter leggere la sua scheda con la mente quanto più lucida e imparziale possibile. Legge i dati anagrafici dell'uomo, la sua età, lasciando vagare rapidamente le iridi perlacee sulle righe che riempiono quei moduli e quei fascicoli preimpostati assottigliando lo sguardo nella fretta di leggere il verbale d'arresto. Quando questo arriva la lettura si fa più lenta ed attenta. Harada Shariba, 43 anni è stato arrestato nella notte del 7 Luglio di quindici anni prima a seguito dell'omicidio di un collega operaio in un locale del centro di Konoha. I due non avevano buoni rapporti già da tempo e quella sera si erano casualmente incontrati nel bar. I testimoni avevano descritto Harada come un uomo incline alla violenza e alla lite, sembrava essere piuttosto agitato. Il barista dichiara di avergli servito diversi drink e che era piuttosto preoccupato per le condizioni dell'uomo. D'un tratto il sospettato, palesemente alticcio, ha attaccato briga col suo collega dichiarando che l'altro lo stava fissando e che stava chiaramente parlando di lui con la famiglia seduta al suo tavolo in toni poco piacevoli. La lite è scoppiata improvvisa e con toni accesi fino a quando l'operaio, tirando fuori dalla giacca un coltellino, non ha accoltellato la vittima all'addome cinque volte. I colpi erano imprecisi a causa dell'alcool ma piuttosto profondi. All'arrivo dei medici la vittima era già dissanguata. Kaori richiude il file sentendosi raggelare il sangue nelle vene all'idea di una simile brutalità. Il pensiero vola alla famiglia presente, alla moglie e i due figli di appena sette e otto anni seduti al tavolo mentre l'uomo moriva esangue sotto i loro occhi. Ripone il dossier su un lato della scrivania scacciando via quelle immagini mentali, afferrando il prossimo fascicolo. [ Chakra: on ]

09:39 Kaori:
 Si ritrova a leggere diversi fascicoli di uomini giustamente puniti dalla legge per crimini più o meno efferati ma tutti atti a voler dare una dimostrazione di forza e violenza prima di trovare un nuovo caso che risponda alle sue esigenze. Dopo un paio d'ore passate a leggere di uomini e donne meritevoli della loro pena, arriva il caso di un uomo che la colpisce al cuore. E' la foto di un uomo sulla trentina dai lunghi capelli neri, lisci che ricadono ai lati di un viso abbastanza ovale e dai lineamenti delicati. Ha un sopracciglio interrotto da una vecchia cicatrice e occhi azzurro cielo, nonché un'espressione felice, allegra, ma timida. Il suo nome è Fujima Hyuji ed era un manovale nell'impresa edile di suo padre da quando era un ragazzino. Quella sera era in giro con i suoi amici ed era andato in un locale per passare la serata in loro compagnia all'insegna di qualche risata e qualche bicchiere di troppo. Non era particolarmente ubriaco, il tasso alcolemico del suo sangue non era molto oltre i limiti consentiti ed era piuttosto lucido. Stava uscendo dal locale per tornare a casa coi suoi amici quando gli è parso di sentire delle grida. I testimoni hanno affermato di averlo visto avvicinarsi ad un vicolo dove sembra abbia trovato un uomo sulla quarantina intento ad importunare una giovane ragazza. Le mani di Kaori si stringono attorno alla penna che tiene sollevata di pochi centimetri dal proprio taccuino al pari delle labbra e dei denti che si stringono in un riflesso involontario man mano che procede nella lettura. Deglutisce potendo quasi immaginare la scena sotto gli occhi e quindi procede nel leggere il rigo successivo. La ragazza era spaventata, tenuta per un polso, portata contro la sua volontà in quel vicolo poco illuminato. Fujima ha agito prima ancora di rendersene conto strattonando l'uomo lontano dalla giovane e picchiandolo a mani nude fino ad ucciderlo. I testimoni che si sono avvicinati al sentire le urla dell'uomo hanno il visto il sospettato seduto sopra di lui mentre gli teneva il colletto con una mano e lo colpiva ripetutamente al viso con il suo pugno destro. Solamente le urla orripilate di una ragazza nella folla lo hanno riscosso da quanto è accaduto portandolo ad allontanarsi dal corpo in attesa dell'arrivo della polizia. [ Chakra: on ]

09:48 Kaori:
 La fronte della Hyuga va corrugandosi mentre assottigliando lo sguardo rilegge il verbale di quella serata. Questo caso le sembra al limite della sua ricerca. Nonostante la nobile intenzione di fondo questo ragazzo non ha lasciato possibilità, a quell'uomo, di fare la cosa giusta e andarsene. Lo ha aggredito all'istante in maniera violenta, senza fermarsi neppure quando l'altro era ormai stato fermato. Abbandona la penna intrecciando le dita dinnanzi alle labbra in una espressione pensosa e dubbiosa, storcendo le rosee sovrappensiero. Al momento dell'arresto non ha cercato di scappare ed è parso piuttosto sconvolto da quanto successo. Non ha opposto resistenza e ha confessato tutto una volta giunto in centrale dando la sua versione dei fatti. Non sono riusciti ad individuare la ragazza che ha difeso in quanto questa è fuggita via non appena Fujima ha dato i primi segni di violenza. La sua è l'unica versione dei fatti sugli eventi di quella notte oltre a quella della folla radunatasi all'imbocco del vicolo che lo ha descritto come un animale incapace di controllarsi. E' stato giudicato colpevole e condannato al carcere dove sembra che non abbia causato particolari problemi se non qualche piccola rissa con alcuni altri detenuti. Kaori sfoglia le pagine del sottile dossier espirando stancamente dalle narici e abbandonandosi contro lo schienale della poltrona. Solleva lo sguardo verso il soffitto sfilandosi gli occhiali dal volto per poggiarli sulla scrivania, pizzicandosi quindi successivamente l'arco nasale con due dita. Da un lato hanno la sua versione dei fatti secondo la quale ha salvato una giovane ragazza dalla violenza sessuale, dall'altro la testimonianza di una folla di gente che lo descrive come un animale violento e pericoloso. Tuttavia i suoi amici hanno confermato di essere stati con lui tutta la sera e di non averlo visto minimamente agitato. Non aveva dato alcun segnale di violenza anzi, era stata una bellissima serata. Anche nel locale i camerieri che lo hanno visto l'hanno descritto come un ragazzo tranquillo e simpatico, aveva persino lasciato una generosa mancia per il servizio. E' improbabile che uscito dal pub abbia dato di matto senza motivo. Per istinto la Hyuga è portata a credere alla sua versione dei fatti, tuttavia si rende conto che in situazioni come questa non può semplicemente lasciarsi muovere dai propri sentimenti. [ Chakra: on ]

10:02 Kaori:
 Si chiede per un istante se tutta quella storia non sia forse stata smossa unicamente dai sentimenti che la legano al Nara. In un'altra circostanza, se non fosse stata così legata ad Azrael, si sarebbe davvero impegnata tanto per questa ricerca? Per questi prigionieri che forse hanno ottenuto quanto meritavano o forse no? Nel suo cuore sì, non può negare di voler fare qualcosa per il Dainin, per renderlo felice, per fargli un regalo che avrebbe meritato da sempre; d'altro canto però si sente anche estremamente vicina alla storia stessa della donna. Se anche non fosse stata Kaime Kazama Kaori avrebbe sentito quel moto di rabbia all'idea di saperla dietro le sbarre per aver protetto il suo bambino. Forse è il suo essere donna e madre a farla sentire così vicina a quella storia, forse è per via di quanto prova per Azrael, forse è semplicemente il voler rincorrere un ideale di giustizia che ha sempre sentito innato dentro di sé. Quale che sia il motivo Kaori sente di star facendo qualcosa di giusto in questo momento. Ma sa anche che è qualcosa di complesso. Questo Fujima le è istintivamente simpatico. Sa quanto terrificante sia la prospettiva d'esser presa contro la sua volontà. Sa quanto sia orribile la sensazione d'esser svestita, immobilizzata, usata da qualcuno che le fa solamente ribrezzo. Sa quanto possa cambiare la vita una esperienza come quella, quanta paura possa portare e quanta vergogna. Quel ragazzo ha impedito che quella giovane provasse tutto questo per ogni singolo giorno della sua vita. E' davvero giusto che adesso passi il resto dei suoi giorni in cella per aver salvato quella ragazza? Ha sbagliato, ha esagerato, certo. Una punizione è doverosa. Ma... diciassette anni di prigione? Ha perduto praticamente gli anni migliori dell'età adulta e la possibilità di crearsi una famiglia. Ad oggi dovrebbe essere ormai sui cinquant'anni e se anche fosse uscito adesso che genere di vita avrebbe potuto avere? Troppo tardi per una moglie, per dei figli. Ha passato quasi vent'anni in carcere: chi avrebbe avuto la forza d'animo di stargli accanto senza farsi accecare dal pregiudizio? Tutti hanno parlato di lui come un ragazzo divertente e volenteroso, un ragazzo con estrema voglia di fare e di impegnarsi. Un ragazzo coraggioso e con la testa a posto. Quella sera aveva bevuto, se anche le sue capacità fisiche non erano particolarmente alterate dalla cosa le sue cognizioni potevano esser state ampliate al punto da fargli perdere il controllo in uno scatto di rabbia. Avrebbero potuto dargli qualche anno di carcere, certo e poi-- usarlo. Dargli la possibilità di offrire la sua vita per il bene del Villaggio per riscattarsi da quella macchia sulla sua fedina penale. Accoglierlo fra le schiere ninja, insegnargli come sottoporre la sua forza per la giustizia sotto la giusta guida ed il comando di uomini che avrebbero potuto aiutarlo. Kaori scuote il capo, sospirando, ritornando con la schiena ben dritta sulla poltrona, sporgendosi appena sulla scrivania. [ Chakra: on ]

10:20 Kaori:
 Indossa nuovamente gli occhiali recuperando la penna per scrivere sotto gli appunti presi su Kaime le informazioni di questo ragazzo. Dati anagrafici, qualche informazione sul suo carattere e un riassunto conciso del motivo della sua incarcerazione. A lato del suo nome segna un punto interrogativo per ricordare come quello sia effettivamente un caso limite sul quale ragionare per bene prima di decidere l'effettiva liberazione, ma si premura di aggiungere nelle note finali della sua sezione come sarebbe potuto essere opportuno offrire una scelta a quest'uomo dopo un breve periodo di detenzione. Richiude anche questo dossier e quindi lo ripone insieme a quello di Kaime per poi continuare con la sua cernita di nuovi altri casi. Ancora si ritrova a leggere di crimini compiuti intenzionalmente al solo scopo di far del male, per rabbia o per odio, alcuni per semplice psicosi. Sfoglia pagine e documenti vedendo la pila di fascicoli abbassarsi nella scatola trovando poi altri soli due casi inerenti la sua ricerca. Da un lato si sente sollevata all'idea di sapere che rispetto al numero di detenuti per omicidio totali solamente pochi siano i casi che effettivamente le diano da pensare sull'attuale sistema giudiziario. Dall'altro la rende ugualmente triste l'idea che questi pochi casi esistano di base. Non dovrebbe essere così. Non sono solamente "casi". Sono persone. Sono vite rovinate, possibilità sfumate, famiglie mai esistite e altre distrutte. Non sono solamente singoli individui che hanno perduto la possibilità di essere qualcuno, sono madri, fratelli, figlie che hanno perduto un genitore, un figlio, una sorella. Sono persone che hanno perso degli affetti, anni che avrebbero potuto trascorrere insieme. La detenzione di queste sole poche persone ha cambiato il destino di decine di altri individui. Azrael avrebbe potuto essere una persona molto diversa se fosse cresciuto assieme a sua madre. Forse non sarebbe stato un ninja, forse sarebbe stato un commerciante o magari un sarto. Magari lei non l'avrebbe mai conosciuto e amato. Ma magari lui sarebbe stato felice. Magari adesso avrebbe una moglie, dei figli, una vita tranquilla... Il pensiero le stringe il cuore rinnovando tuttavia il suo desiderio di proseguire nel suo scopo. Desidera evitare che qualcosa del genere succeda ancora, desidera evitare che queste persone possano morire scontando una pena ingiusta. Desidera fare tutto ciò che le è concesso per rendere la legge un po' migliore. Un po' più giusta. [ Chakra: on ]

10:32 Kaori:
 Così, terminando di leggere anche l'ultimo fascicolo portato nel suo ufficio, Kaori va sgranchiendosi le ossa del collo stiracchiando la schiena. La sera è calata, l'intera giornata è trascorsa fra pagine e fogli di vite che non le appartengono e che nulla hanno a che fare con lei. Vite che forse, però, potrebbero vedere il loro futuro dipendere da una sua scelta e decisione. E' tardi, è stanca, gli occhi le bruciano, ma ha ancora un'ultima cosa da fare prima di poter tornare a casa. Unendo le mani a formare i sigilli del bue, del cane, del drago e del cinghiale, Kaori va visualizzando nella propria mente la sua stessa figura. Un corpo esile, magro e sottile alto all'incirca un metro e settanta. Braccia magre, polsi piccoli, vita stretta e seno abbondante. Le cosce sono compatte, i fianchi non particolarmente larghi ma morbidi e le gambe non molto lunghe ma scattanti. Il viso è vale dai lineamenti dolci con grandi occhi color perla e labbra rosa e carnose. I capelli sono lunghi, viola, alzati e legati in un morbido, vaporoso chignon. Le ciglia lunghe, le orecchie piccole e lo yukata lilla a coprirla dal petto alle cosce. Le maniche sono lunghe, larghe, ampie abbastanza da ondeggiare sotto gli avambracci come ali mentre attorno alla vita è avvolta una cintura viola piuttosto sottile. Quindi va visualizzando i calzini bianchi ai piedi ed i sandali in legno con quel tacco non molto alto completando la visione d'insieme della propria figura con l'immagine del coprifronte di Konohagakure posto dinnanzi alla sua gola. A quel punto andrebbe a raccogliere una certa quantità di chakra per espellerla dal corpo dai propri punti di fuga sospingendola verso di essi. La sua energia andrebbe a scivolare accanto a sé in cinque punti diversi dinnanzi alla scrivania. Kaori plasmerebbe mentalmente il chakra per dargli la forma dell'immagine che ha ben impressa in mente così da modellare cinque perfette copie di se stessa che, solo a questo punto, andrebbe a rilasciare. Se vi fosse riuscita ora dovrebbe avere sotto gli occhi cinque identiche se stessa pronte all'azione. < Bene. Ho un compito per voi. > chiosa Kaori alzandosi e tenendo il taccuino stretto a sé, porgendo poi verso di loro un foglio pulito a testa ed una penna. < Vi detterò un documento e voi dovete trascrivere tutto così da avere pronte cinque copie da poter portare prossimamente in Consiglio, alla prossima riunione. > spiega alle sue copie con tono fermo, solo un po' stanco. Le varie Kaori annuiscono prendendo il foglio e la penna e si guardano attorno nel constatare che quell'ufficio non è abbastanza grande per permettere a tutte quante di lavorare comodamente. Kaori, quindi, uscirebbe dalla stanza portandosi al seguito le copie per poi dirigersi in sala riunioni dove, attorno al grande tavolo tondo che generalmente ospita le sedute di Consiglio, prenderebbe posto per iniziare a dettare le prime informazioni di quel documento. [ END ]

Kaori continua la sua ricerca circa i criminali di Konoha trovando altri tre nuovi casi da esporre ai propri colleghi consiglieri. Con l'aiuto di alcune sue copie trascrive cinque copie di un documento con su scritti dettagli e informazioni circa i casi trovati e da voler esaminare.