Esame teorico - Kaime

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Giorno d'esame. I deshi che hanno finito il percorso accademico sono chiamati a sostenere la prima parte di quello che, si spera, li porterà a diventare a tutti gli effetti Genin dell'Erba. E' il turno anche di Kaime, tra i tanti. L'aula designata per tale evento vissuto da tutti - chi più, chi meno - con ansia ed aspettativa, non è tra quelle che hanno potuto frquentare per le lezioni del percorso. Non è troppo dissimile dalle altre, si trova solo più isoata, è più grande e meglio tenuta. Una grossa cattedra a troneggiare dinanzi a file e file di banchi in cui prendono posto i vari allievi che si apprestano a fluire dalla porta di ingresso. I posti a sedere sono contati, ognuno troverà il proprio alloggio, sulla propria sedia. Sui banchetti di legno non v'è altro che una semplice penna, dell'inchiostro ed un plico di fogli capovolti. La parte bianca rivolta verso l'alto. Il Sensei o la Sensei, emplicemente- non c'è. Nessuno accoglie i giovani che entrano e si siedono, vociferano sul ritardo dell'insegnante e l'aula, mano mano, prende vita. Voci e respiri si fondono all'interno delle ura, rimbalzando sul parquet in legno chiaro. Pare non mancare nulla se non la presenza di comando, che dovrà guidare i giovani nel loro ultimo passo verso la promozione. Eppure- nessuno prova ad avvicinarsi alla cattedra. Nessuno prova a girare il foglio. Anche Kaime, se ci dovesse pensare, porrà in secondo piano quell'idea. Nel momento esatto in cui gli studenti s'avvicinano al oro banco, semplicemente, si siedono ed attendono. Alcuni sembrano quasi ipnotizzati. Tutti tranquilli, tutti in silenzio. [Esame teorico - Aziona pure come fosse una lezione normale. ]

17:15 Kaime:
 Gli occhi ambrati della giovane vano a spalancarsi, constatando che il mattino è giunto e, senza nemmeno essersi organizzata con sveglie o quant’altro, la giovane Kaime si sarebbe ridestata alle nove e mezza. Ha solo mezz’ora prima di farsi trovare nell’aula dove, nella stessa giornata, le verrà sottoposto un esame scritto che la qualifichi, almeno teoricamente, ad esser promossa al grado di genin, grado basilare per uno shinobi, o kunoichi, ma esso è solo la fondamenta di una intera vita votata alla via dei ninja. I piedi si portano sul ligeo pavimento, per poi regger la ormai retta figura della Ishiba, la quale andrebbe di corsa verso il proprio bagno a svolgere una veloce toelettatura. Oggi non può permettersi di stare male, non può permettersi di perdersi in quella routine che la rende schiava ad una vita di malanni e di sensi di colpa, non può piegare la propria volontà ad un gesto le provoca ormai tanti danni interni da difficilmente nasconderli, in quanto la cosa le sta intaccando anche l’alito, ormai diventato più rancido, ma al momento è solo una leggera emanazione di un qualcosa che in lei non va, una cosa che al momento riesce a nascondere, una cosa che al momento conosce solo lei e la terrorizza. I denti vengon lavati, i capelli pettinati…quindi andrebbe ora ad uscir da quel bagno per precipitarsi verso il suo armadio, dando, di tanto in tanto, un’occhiata all’orologio. Oggi la scelta di vestiario è molto semplice…un cardigan avorio a maniche lunghe e con scollatura a ‘V’, sotto il quale andrebbe ad indossare una camicia nera, il cui colletto verrebbe accuratamente stirato con indice e pollice di entrambe le mani, in modo che la piega ottimale le conceda un aspetto impeccabile. Sotto andrebbe ad indossare un paio di pantaloni neri, di una tonalità leggermente più chiara rispetto alla camicia, pantaloni aderenti ai fianchi e sui glutei ma, man mano che scendono sule caviglie, andrebbero ad allargarsi, andando così a nascondere gran parte degli stivaletti a tacco, non a spillo, che verrebbero indossati ai piedi. Vestitasi, e sistematasi al meglio scrutando il proprio riflesso nello specchio, presente all’interno dell’anta destra del mobile, la giovane andrebbe ad alzarsi i capelli in una coda alta, vincolata da un nastrino nero e da un piccolissimo origami a forma di corona, piccolo regalo lasciatole dalla madre insieme ad un biglietto di auguri e delle scuse per il non poter essere presente in un giorno cos’ importante per la figlia. Ultimo sguardo allo specchio e andrebbe, dopo aver indossato il suo cappotto lungo nero, dalla fatturazione in cotone e dagli alamari al posto dei bottoni, a cominciar il proprio incedere verso la soglia della sua dimora ed infine verso l’accademia, meta verso la quale di incamminerebbe con passo rapido, per quanto elegante e ancheggiato. Dovrebbe essere ancora perfettamente in tempo, o meglio, dovrebbe arrivare senza fare ritardo. Andrebbe, vedendola da lontano, a cominciar a correre verso l’entrata dell’austera accademia, nella quale sarà testata e valutata in seguito. L’ambiente, per quanto possa sembrare come di norma, ha qualcosa di diverso…probabilmente è solo carico dell’ansia che tutti gli studenti che, oggi insieme a lei, dovranno cimentarsi nell’esame. Ma non le interessa l’aria che si respira, non le interessa di quanti stiano ripetendo, non le importa sapere nemmeno se qualcuno è stato bocciato e sta riprovando a dare la prova per l’ennesima volta…le importa solo di se stessa, di non fallire, di non essere…la sorella perdente di un artista perfetto, di non vedere i suoi occhi pieni di rammarico, pieni di finto amore, perché sa perfettamente che se fallisse lo sguardo del fratello cambierebbe, e lei lo perderebbe. Le scale vengono salite rapide, facendo risuonare quei tacco contro ogni scalino calpestato, fino a giungere all’aula degli esami, alla cui soglia, prima di entrare, andrebbe a fare un respiro profondo. La giovane andrebbe ad entrar della grande sala, dove molti sono gli studenti già presenti e, su ogni banco, vi è un foglio capovolto e, sulla destra, una penna con la quale scrivere sul suddetto. La giovane Kaime andrebbe a sedersi ad uno dei posti presenti in prima fila, così da non aver la scocciatura di venir interrotta da qualche studente per sapere qualche eventuale risposta e, soprattutto, perché la pressione le consente di dare il suo meglio, come successo durante lo scontro nella lezione di taijutsu/houjutsu.[chakra off]

Tutti al proprio posto, tutti seduti. Kaime al proprio primo banzo, tanti piccoli bravi allievi in attesa di una Sensei che, già da ore ormai, è in quella stanza. Invisibile agli occhi di tutti, ma lei c'è. Chi ha vissuto l'esperienza di fare la lezione del rilascio illusorio con lei se ne ricorderà certamente. Una voce sottile, eterea risuona nelle orecchie di ognuno degli allievi, sebbene nessuno di loro sarà portato ad alzare la testa dal foglio ancora coperto alla loro vista. < Buongiorno. > Flebile nel tono, ma ben udibile da tutti, come se stesse risuonando nei padiglioni auricolari di ognuno di loro. < E' il giorno del vostro esame teorico. Avrete esattamente trenta minuti dal momento esatto in cui vi sarò il via. > Uno dei giovani allievi, capendo la situazione, porta le mani al petto nel sigillo della capra, ma- ricade pochi attimi successivi a quel gesto a terra, in preda a violente convulsioni. Non è il caso di tentare di contraddire quell'evanescente voce. < Girerete il vostro foglio, prenderete la penna ed esporrete le vostre conoscenze sotto le domande che vi verranno poste. > Una spiegazione breve, ma data in modo lento e cadenzato, come fosse data da un'ipnotista nell'atto di attrarre l'attenzione delle proprie vittime < Non. Azzardatevi. A. Copiare. > Leggermente minaccioso quell'avvertimento, prima di, successivamente, andare a comunicare alla propria platea l'ordine che tutti stanno aspettando. < Prego, iniziate. > E, così, tutti insieme potranno eseguire pedissequamente gli ordini appena impartiti loro. [ Riceverai una missiva, hai 30 minuti dal momento dell'invio. Rispondi e poi aziona tranquillamente con l'end. ]

[Trascorsa la mezz'ora, ho ricevuto la missiva, prego fai pure l'azione finale.]

17:58 Kaime:
 La giovane avrebbe finito ora il suo compito, firmando infine il suddetto con una chiara grafia, per poi...i piani della giovane cambierebbero istantaneamente. Avrebbe voluto posare il foglio sulla cattedra ma ormai il desiderio di posare la penna e girar il foglio, portando alla vista il lato bianco dello stesso, sarebbero troppo più forte. Quindi, con un movimento della destrorsa, il voglio verrebbe voltato, per poi veder la figura della Ishiba alzarsi da posto e, dopo esser sistemata i bordi inferiori del suo maglioncino, andrebbe a prender la via della porta della sala, con un incedere lento, rilassato, ancheggiante, il cui movimento è accompagnato dal rumore dei suoi tacchi, che fanno eco all'interno della sala, fino a quando la femminea figura non supererebbe l'uscio e si ritroverebbe nei corridoi dell'accademia. Non sa perché di quello stato d'animo, ma non le importa gran ché, andrebbe semplicemente ad avviarsi verso l'uscita dell'accademia per poter, finalmente, incontrare il fratello, il cui risveglio dovrebbe esser già avvenuto.[end]

Esame teorico per Kaime. Aspetto la valutazione del CV. Niente EXP.