Incontro a tre

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16:12 Kaori:
 Ha preso una pausa dalla mattinata di ricerche in Magione per cercare di schiarire un po' i pensieri e di riposare la mente. Ha raggiunto la cima del Monte dei Volti di Pietra cercando di lasciarsi alle spalle le informazioni lette sui fascicoli tenuti ben chiusi e protetti nel proprio ufficio, ma non è così semplice. Tutte le informazioni raccolte, le storie lette, le frullano per la testa ed in particolar modo quanto ha letto su Azrael e la sua infanzia. Non le sembra possibile che le istituzioni che ha creduto così giuste fino ad ora abbiano permesso a sua madre di sopportare un simile destino e vuole fare tutto il possibile per cambiare le cose. Non solo per lei ma per tutte le altre famiglie andate distrutte per colpa di pene troppo dure ed ingiuste. Il temporale sembra aver smesso di abbattersi sulla Foglia lasciando dietro di sé un cielo grigiastro con nubi scure che nascondono in parte un sole primaverile. L'inverno sta abbandonando le terre del Fuoco permettendo alle giornate di allungarsi ed alle temperature di salire. Kaori indossa un corto yukata lilla lungo fino alle cosce tenuto stretto in vita da una cintura di tessuto viola scuro. Un haori bianco con lo stemma Hyuga cucito sulla schiena è lasciato aperto sul davanti mostrando le gambe praticamente scoperte dalle ginocchia in giù ed i calzini bianchi che le proteggono i piedi. Dei sandali in legno ed il coprifronte della Foglia legato attorno alla gola completano il suo abbigliamento assieme ai lunghi capelli viola tenuti su in un'alta e scomposta crocchia. Da qualche tempo ha preso l'abitudine di tenere i capelli così acconciati mentre lavora, per comodità. Ha lasciato gli occhiali in ufficio e si limita ora ad osservare il Villaggio sottostante con le proprie iridi color perla, cercando di inspirare a fondo l'aria pulita di questo pomeriggio per scacciare i troppi pensieri che le riempiono la mente. [ Chakra: on ]

16:30 Natsu:
  [Teste] Yakumo ha attaccato a lavorare, puzza di fritto e di cibo come sempre dopo sei ore di lavoro, ma non gli importa tanto a alla fine. Indossa una maglietta senza maniche aderente per far notare il suo fisico scolpito e allenato, infatti si vede che ha degli ottimi pettorali e sotto degli addominali perfettamente scolpiti. Ha le braccia scoperte e si vedono i tagli e le cuciture sulle braccia ora, e purtroppo per lui si notano le forme delle maschere dietro la schiena che per ora sono due. Le cicatrici sul viso sono evidenti, anche perché quella che parte dal naso e lunga, e quella un poco più sopra segni di un allenamenti finito male, sotto porta un pantalone nero da ginnastica e ai piedi delle comode scarpe da ginnastica che lo fanno muovere con comodità dentro le cucine dove lavora. Arriva sul monte con fare tranquillo, il suo passo è normale e porta con se il suo pranzo in una busta di carda marrone con dentro un panino, il suo misero pranzo che stringe nella mano destra. Nota una ragazza che guarda meglio con i suoi occhi dorati, che vanno in contrasto con la usa pelle scura, la guarda meglio e la riconosce è Kaori la ragazza della fenice. Gli viene un sorriso spontaneo, di solito non sorride molto per colpa della fatica e degli allenamenti ma soprattutto della sua amica federe solitudine, i capelli sono apposto e questa volta non fa l’errore dell’altra volta <Ciao Kaori> e spera di non essersi sbagliato senno sai che figuraccia, aspetta una risposta per avvicinarsi anche se non più di tanto puzza di cibo e non gli piace figuracce e puzzare soprattutto.[Chakra On]

16:58 Azrael:
 Quella mattina il risveglio non è stato dei migliori. Sperava ardentemente di poter dare il buongiorno a quella che, fino a poco tempo prima era solo una sua conoscente, una deshi in cui ripose le proprie speranze anni ed anni or sono, ed ora? Chi lo sa. Non è importante, non quanto il bigliettino che si è ritrovato sul cuscino. Lo ha guardato, rimirando le poche parole vergate su quel piccolo foglietto. E solo il Nara sa quanto sforzo gli ci è voluto per non intrufolarsi nella sua mente, nella testa della Hyuga per poterne ascoltare i fugaci pensieri. Onde evitare che la curiosità lo spinga a far qualcosa che la ragazza gli ha espressamente chiesto di non compiere, ha passato la mattinata a fare esercizio, per ritemprare il corpo, a curare il proprio aspetto, per essere sempre presetabile e a scrivere e leggere poesie che sono vecchie di anni ed altre che sono nuove di zecca. Tutte riguardanti la sua piccola Kaori, che tanto gli ha tenuto occupata la mente e tanto gli ha solleticato l'estro. Raccoglierebbe, quasi sul finire della mattinata, un libro. Un racconto sulla storia di Konoha. Ne accarezza i dettagli della copertina. Impossibile non pensare al proprio padre. Proprio per questo sceglie di darsi uno sfondo ben più adatto a quella lettura. Raccoglie una custodia in pelle nera, contenente i propri occhiali da lettura, il libricino sottobraccio e va formando il sigillo della scimmia. Rapido il chakra scorrerebbe nel keirakukei nel tentativo di avvolgere completamente il proprio corpo e gli oggetti che porta con sé. Patina uniforme e continua su tutto il proprio essere. Poi la mente viaggerebbe al Monte dei Volti di pietra, su quel capo che raffigura il profilo di Khalux Nara, il tanto compianto padre. E, così, vi si dislocherebbe. Indosso porta una camicia bianca in lino leggero, un paio di pantaloni in cotone grigio scuro, tenuti in vita da una cintura di cuoio nera ed un paio di scarpe classiche, chiuse sul davanti, della stessa tinta della cinghia. I capelli sono lasciati liberi di muoversi col vento, freschi di lavaggio, il volto candido e rilassato, privo di imperfezioni, la barba perfettamente sagomata. Non guarda alle proprie spalle, non ne ha motivo alcuno, semplicemente incrocia le gambe e si lascia andare a terra, seduto nella posizione del oto sul volto di pietra di quella figura che tanto lo ispira in ogni giorno della propria vita, in mancanza della presenza che - attualmente - ispira ogni giornata del Dainin. Apre con uno scatto il cofanetto, inforca gli occhiali e, così, vorrebbe iniziare la propria lettura. [ Teletrasporto Dragon Ball | Chakra ON ]

17:11 Kaori:
 L'odore della pioggia cessata da poco ancora permea l'aria che circonda la Foglia. E' un profumo penetrante, delizioso, che riempie i polmoni della Hyuga facendola sentire quasi più leggera. Tuttavia è un conforto ben misero considerando l'entità dei pensieri che, al momento, le affollano la mente. Sbuffa, tormentata, stringendo le labbra fra loro mentre il capo vien portato ad alzarsi, le iridi perlacee ad osservare le nubi grigie al di sopra di Konoha. Dovrebbe tornare in ufficio, dovrebbe riprendere la lettura di quei fascicoli ma vuole prendersi un attimo ancora; sa che tornando alla propria scrivania sarebbe tornata ad immergersi in un mondo fatto di dolore e sofferenza, dove la legge non è la giustizia e dove gli innocenti pagano sempre il prezzo più alto per i fallimenti dei più grandi. Espira lentamente svuotando i polmoni dell'aria precedentemente raccolta e quindi riabbassa il capo sentendo improvvisamente richiamarla una voce a lei familiare. Ruota il volto verso la direzione da cui ha sentito provenire la voce e incrocia lo sguardo di Yakumo appena comparso all'orizzonte. < Oh, Yakumo, buon pomeriggio. > saluta la Consigliera con tono cortese sebbene il sorriso che va mostrando sul volto sia piuttosto piccolo e di circostanza. Non le si ravvivano gli occhi, non si legge la solita gentilezza nella sua espressione: è evidente che molti pensieri la stanno tormentando in questo momento. O, forse, è solo colpa delle poche ore di sonno accumulate sulle spalle quella notte dopo quell'estenuante missione al Porto del Fuoco. Osserva il vestiario del ragazzo, la maglietta bianca che stringe sul petto, le braccia attraversate da quelle che sembrano cuciture piuttosto scure ed evidenti e quindi ritorna a soffermarsi sul suo volto sorridente. < Come stai? > gli domanda con tono pacato, cercando traccia -sulla sua espressione rilassata- del ragazzo che un tempo aveva rapito il cuore del suo-- suo... beh, Azrael. Azrael che, al momento, va apparendo solo pochi metri più sotto di lei, comodamente seduto sul volto di pietra di suo padre e del quale lei non s'avvede per via dell'eleganza di ogni suo movimento: non un rumore, non un tonfo a farle immaginare che qualcuno si sia appena aggiunto al loro piccolo raduno. [ Chakra: on ]

17:25 Natsu:
  [Teste] Lui non nota l’arrivo di Azrael infatti continua a guarda la ragazza, che ha di fronte mentre si avvicina solo di qualche passo per evitare che sente troppo l’odore di cucina, anche se l’odore di pioggia che lo fa sentire a casa, lo fa sorridere involontariamente, non se ne accorge nemmeno di farlo perché alla fine Ame è sempre nel suo cuore e non può andare via da li. Lui nota che guarda le cuciture e la lascia fare non ha vergogna di quelle ferite causare dalla sua innata, per lui sono un vanto perché è uno dei pochi che è rimasto visto che gli altri sono spariti nel nulla più totale quindi si ritiene di essere un tipo fortunato e unico a quando pare. Lui ha la mano libera nella tasca destra e si nota il bicipite di quel braccio, più di prima ma ascolta le parole della ragazza e rimane sorridente. La guarda negli occhi, l’altra è bella e gli costa ammetterlo anche se non è una rivale quindi è solo fortunata alla fine <Anche a te Kaori, spero di non averti disturbato> e fa un piccolo inchino per scusarsi, si mostra rispettoso nel modo di parlare senza problemi, perché è una di grado più alto di lui e questo lo mette quasi in soggezione. Alla sua domanda gli dice con un tono stanco e un poco imbarazzato <Stanco, visto che ho staccato ora da lavoro e purtroppo puzzo di cibo quindi mi tengo a debita distanza per non far puzzare anche te, senno mi sento in colpa> lo dice mettendo la mano che aveva nella tasca dietro i capelli castani. Poi fa una piccola pausa e gli dice <Tu invece spero stai bene, e soprattutto che ci fai qui tutta sola> guarda verso il villaggio, e sorride come un bambino <Anche se questo è un ottimo posto per stare tranquilli> il suo stomaco fa un rumore che sente per sino Azrael da lontano, ma non ci fa caso anche se gli fa male lo stomaco perché non ha mangiato dalla sera prima.[Chakra On]

17:40 Azrael:
 Apre il libricino, ne sfoglia le pagine. La stoia di Kooha, i vari Kage i cui volti sono scolpiti massicci in quel monte. Continuerebbe a scorrere le pagine senza leggere davvero per tutto il giorno, se- se no arrivassero alle proprie orecchie due suoni. Quello che più vorrebbe sentire e quello che meno vorrebbe sentire. Perfetto. E ora... che fare? Salire per baciare la sua Kaori o dislocarsi a Suna per evitare un incontro con Yakumo? E, mentre pensa a questa eventualità, come al solito, il chakra già gli scorre in corpo per raggiungere le piante dei piedi. Si espande al di sotto delle scarpe, uniforme e preciso. La consistenza verrebbe resa appiccicosa. Attraverso l'uso di questa conoscenza potrebbe permettersi di muovere le proprie leve inferiori a scalare o, per eglio dire, camminare sulla roccia, facendo capolino dopo poco tempo dal basso. Osserva la scena, sente il puzzo di frittura e- resta incantano dalla Hyuga. Lo sguardo si addolcisce ed i passi mettono la propria figura in piena vista. Scatterebbe rapidissimo, come stesse piombando su un nemico, verso la propria amata, facendo forza sulle gambe dalle ginocchia leggermente piegate per compier un piccolo balzo ed assaltarle le spalle, circondandole con le spalle. Il libro sempre stretto nella mancina che lo stava reggendo in precedenza, ora posto in quell'abbraccio sul petto della ragazza < Ma chi si vede qui! > Non pronuncia verbo verso l'altro, ma lo osserva dalle lenti degli occhiali dalla montatura classica, quadrata e dai bordi arrotondati, ovviamente nera. E' diverso, ma lo riconoscerebbe ovunque e, magari, sarà proprio lui a non ricpnpscerlo, chissà. [ Chakra ON ]

17:47 Kaori:
 Le sembra strana l'idea di far combaciare la figura del Kakuzu con l'immagine che Azrael le ha descritto di lui. Sembra essere davvero una persona tranquilla e pacata, incapace di pensar male di qualcuno, eppure a quanto pare non ha mai avuto un buon rapporto con le compagne successive del Nara dopo quello che lui gli aveva fatto. In parte può comprendere il suo sentimento, il risentimento che deve aver provato, ma spera vivamente che le cose con lei possano andare meglio rispetto a come sono andate con chi, prima di Kaori, ha goduto della presenza del Dainin al proprio fianco. < No, nessun disturbo, non temere. > lo rassicura lei con tono basso, tranquillo, sebbene appena malinconico, incapace di ignorare del tutto il vortice di pensieri nella propria mente. Un sorriso appena più genuino e sincero le si distende sulle rosee quando ode il dire del ragazzo, ritrovandosi a scuotere leggermente il capo con tranquillità. < Ma no, non serve che ti tenga a distanza. Non c'è niente di male nell'essere appena tornato da lavoro: ti fa invece onore. > cerca di confortarlo, fortemente convinta di quanto ha appena detto. Inoltre sebbene possa chiaramente sentire l'odore di cibo che avvolge l'altro, non se ne sente affatto infastidita. Non lo trova un odore spiacevole, forse solo un po' scomodo da portarsi addosso sulla pelle. Ma, insomma, niente che una sana doccia non possa sistemare una volta a casa. < Io-- sì, sto bene. > annuisce Kaori dopo un attimo di riflessione, umettandosi le labbra. < Ho preso una breve pausa dal lavoro in Magione. Avevo bisogno di prendere un po' d'aria. > spiega lei abbassando il capo verso l'edificio appena citato al di sotto del Monte, chiaramente visibile da lì essendo il palazzo più ampio e alto nel Villaggio. < E tu? Sei venuto qui a mangiare? > domanderebbe lei, dopo poco, nel sentire arrivarle all'orecchio il gorgogliare affamato dello stomaco altrui. Forse è lei che dovrebbe andarsene per lasciargli modo di mangiare in pace dopo quello che sembra esser stato uno sfiancante turno di lavoro, ma qualcosa le impedisce di farlo. Da sotto di loro -letteralmente- Azrael compare nello spiccare un balzo che, con estrema eleganza -la solita-, lo porta a raggiungere le spalle della Hyuga per circondarla con le braccia. Kaori avvampa all'improvviso avvertendo il viso farsi scarlatto e lo sguardo incapace di osservare Yakumo in faccia mentre il cuore le parte impazzito nel petto. < A-Azrael > mormora colta alla sprovvista, sorpresa, alzando il viso per cercare quello di lui e notare -solo a quel punto- gli occhialini posti sul suo viso. E' la prima volta che lo vede in quella mise, con quelle lenti in equilibrio sul naso a rilassargli la vista: è straordinariamente bello. Tuttavia cerca di rimanere concentrata senza pensare né a quanto sia felice di sentire le sue braccia attorno, né a quanto vorrebbe poterlo cingere fra le proprie per cullare il dolore di un passato così ingiusto del quale è venuta approfonditamente a conoscenza solo ora. < Venuto a leggere? > domanderebbe, quasi scioccamente, nel notare il libro che l'altro regge nella mancina, portando meccanicamente ed inconsapevolmente le mani a poggiarsi sui suoi avambracci, quasi in un innato tentativo di cercare un qualsiasi tipo di contatto diretto con lui. [ Chakra: on ]

18:04 Natsu:
  [Teste] Lui ascolta le parole della ragazza che è gentile come sempre, non sa se meritare tutta quella gentilezza ma la prende lo stesso come arriva, a quando pare li sembrano tutti gentili anche se è sparito ma poco importa dopo tutto lui ora è un ragazzo normale ha passato un pessimo periodo ma ha fatto tutto da solo come sempre in vita sua e non ha problemi a fere tutto da solo. Lui continua a sorridere, mentre risponde alla sua frase sul fatto del lavoro è qualcosa che non ha sentito molto spesso dire, anche se sa che non dovrebbe vergognarsi cerca di trattenersi dal diventa un pochino rosso come un peperone e ci riesce <Grazie, ma preferisco stare a questa distanza anche se sono felice di sentire le tue parole> ha uno sguardo felice mentre parla con lei anche se alla domanda se era li per mangiare , lui guarda il sacchetto e gli dice <Si ma posso mangiare dopo a cena il mio stomaco può aspettare> le ultime parole famose, il suo stomaco tuona in quel momento si sente per tutto il monte si mette la mano libera sullo stomaco cercando di non far notare una smorfia di dolore. Quando arriva l’altro lui cambia sguardo in un attimo, dentro la sua testa gli torna in mette tutto il processo per curarsi, la fonte principale della sua rabbia sparita è di fronte a lui, infatti abbassa lo sguardo , chiude gli occhi per cercare di tornate tranquillo perché ha un turbine di emozioni che i suoi occhi possono mostrare e non deve succedere, infatti nella sua testa si ripete “Calmo, è tutto passato tu sei una persona nuova ora” quella prole sono dette nella sua testa. Infatti rialza lo sguardo e sorride, ma i suoi occhi sono vuoti anche se mostrano una luce involontaria, ha quella piccola parte di lui felice di vederlo infatti non si è accorti nemmeno che gli è caduto il suo pranzo ma non gli importa più ora <Se volete mi lascio da soli, e vado> e poi aggiunge con un tono abbastanza diverso, è imbarazzato ma anche controllato soprattutto <Dovevo aspettarmelo che uno bella come te, era fidanzata con il mio amico Azrael che non saluta nemmeno...> le ultime parole sono dette con una punta di rabbia, dentro di lui rischia di rompersi tutto di nuovo ma tiene tutto insieme. La mano è chiusa a pugno mentre le unghie stanno per scavare nella pelle, si aspetta qualche domanda ma sa come è fatto. [Chakra On]

18:21 Azrael:
 Tenerla tra le braccia, poterla stringere in quel gesto così affettuoso e consueto, sentire le di lei mani sugli avambracci tesi in quel dolce gesto, seppur ostacolato dalla presenza della camicia. Estasiante, nonsaprebbe come altro descriverlo. Si perde in quell’attimo di pura estasi, nel poter osservare la figura esile della Hyuga, tanto affascinante che persino il vetro degli occhiali gli pare essere di troppo. “Sei sempre bellissima. Sono venuto qui sperando di potermi beare del panorama del Villaggio, ma questo- “ Penserebbe, tramite l’utilizzo di quell’empatia che è rimasta sopita per tutta la mattina. Poi porterebbe la mano dietro il capo della giovane, alla ricerca di quella matita che le tiene raccolti i capelli, sfilarla e portarsene l’asticella lignea ad incastrarsi sul padiglione dell’orecchio sinistro. “-così è anche meglio.” Terminerebbe quel pensiero con questo gesto. < Buon pomeriggio, mia Consigliera. > Pronuncerebbe in maniera fintamente professionale e rispettosa, celando – ma neanche troppo – un intento chiaramente affettuoso. Dopodiché scioglierebbe l’intreccio dal busto della Hyuga, per soffermarsi sul Kakuzu. Sembra provato, sembra chiaramente colpito dalla vista del Nara ed, allo stesso tempo, anche il Dainin è provato da questo incontro, sebbene ci stia pensando ormai da giorni interi. < Yakumo. > Dichiara il nome del giovane in tono calmo, cadenzato, ma non piatto come vorrebbe. La voce gli esce leggermente distorta da un’emozione non chiara. Rimorso ed anche gioia, nel rivederlo vivo, sano e salvo. Per quanto sano possa essere un membro del suo clan. Si avvicinerebbe di un passo alla sua imponente figura, la mano destra andrebbe a raccogliere gli occhiali dal naso, chiudendone le asticelle e riponendoli nel tascino della camicia, sul pettorale sinistro. Poi gli tenderebbe la mano, incurvando le labbra in un sorriso gioviale e sereno. < Sono contento che tu sia tornato, ho saputo della tua assenza. Il piccolo come sta? > Domanderebbe alla di lui volta, facendo riferimento al figlio che – ricorda – palesemente identico al Kakuzu. Sarà cresciuto, sarà morto? Vorrebbe solo, sinceramente, saperlo. Dopo la risposta a questa domanda, andrebbe ad ascoltare il successivo dire del ragazzo, riguardo l’andarsene e- il resto. < Ehm- > Un paio di colpi di tosse celati dalla copertina del libro prontamente portata alle labbra, un lieve rossore ad imporporargli le gote candide. < No- no, resta pure! Cioè io e Kaori non siamo- mh. > Si arresterebbe, voltandosi a puntare le iridi nere in quelle color perla della Hyuga, il sorriso si allarga, snudando i denti bianchissimi e magistralmente curati. < Non stiamo insieme, ma lei è la mia futura moglie. È complicato da spiegare. > Direbbe al kakuzu,guardando, però, lei e lei soltanto negli occhi. Sicuro che otterrà una reazione che è molto curioso di scoprire. [ Chakra ON ]

18:37 Kaori:
 Le labbra della Hyuga si distendono appena in un sorriso spento ma ugualmente gentile. Non è solare e spensierato come i suoi soliti ma è, invece, piuttosto forzato. Non perchè abbia qualcosa contro il Kakuzu, assolutamente, ma solo per via dell'uragano di emozioni contrastanti che da quella mattina si sta scatenando dentro di lei. < Non dovresti saltare i pasti, sai? Il tuo corpo ha bisogno di energie. > replica premurosa lasciando che il suo lato da dottoressa venga fuori incontrollato; ormai il suo lavoro è così insito in lei da portarla a dare consigli non richiesti ogni volta che ne ha la possibilità. Qualcuno potrebbe trovare persino irritante il suo atteggiamento: come se avessero bisogno di lei per ricordare che bisogna mangiare quando se ne ha bisogno o che un taglio va sempre disinfettato. Tuttavia quel breve momento di pace vien presto messo a dura prova dall'arrivo imprevisto di Azrael. Un arrivo assolutamente gradito, assai desiderato, ma che in quella particolare situazione risulta piuttosto-- pericoloso. Kaori sa che i due hanno avuto una storia e sa che non è finita molto bene. Non sa se il Kakuzu soffre ancora per quanto accaduto sebbene possa immaginare di sì a giudicare dall'espressione assai più spenta che ora si palesa sul suo volto. Non s'induriscono i tratti, non sembra pronto ad una lite, ma la luce che fino a quel momento aveva illuminato i suoi occhi si fa da parte in favore di uno sguardo ben più distante e, in parte, felice. E' contenta che Yakumo non possa sentire ciò che il Nara le comunica mentalmente, ritenendo che forse l'altro avrebbe potuto soffrirne, e si sente rasserenata dall'avvertire quelle parole che solleticano e leniscono il suo animo in tumulto. "Avevo pensato di fare una pausa prendendo un po' d'aria quassù-- non ci speravo nemmeno di vederti." ammette lei mentre la matita che teneva alto il suo chignon viene sfilata facendo ricadere la sua chioma lungo le spalle, contro il petto del Dainin. "Sono davvero felice di essermi sbagliata." aggiunge, mentalmente, con un sorriso tenero ed ingenuo sul viso apparentemente immotivato agli occhi di Yakumo. I due comunque si salutano ed Azrael scioglie l'abbraccio che tiene la ragazza prigioniera della sua stretta per avvicinarsi all'altro e sincerarsi delle sue condizioni. Sembra essere sinceramente interessato e piuttosto tranquillo e per un attimo è la stessa Kaori a sentirsi di troppo. Tuttavia, quando il chuunin parla, se al primo dire del Kakuzu Kaori non sa bene come replicare non volendo essere scortese nei suoi riguardi, al secondo si ritrova semplicemente ad arrossire violentemente. Avverte le guance andare in fiamme ed il sangue affluire al volto concentrandosi sulle gote, mandandole in fiamme le orecchie. Fidanzata? La parola pungola piacevolmente i suoi pensieri facendole battere il cuore in petto come un tamburo, portandola persino a dimenticare per un lungo istante ciò che per tutta la mattina l'aveva distratta e abbattuta. Non può negare di essersi chiesta cosa siano loro due, nei giorni scorsi. Non può negare di essersi chiesta come dovrebbe considerarlo. Chiaramente non sono solo amici. Ma chiaramente non si sono rivelati come qualcosa di più. Si son rivelati di provare--qualcosa, di non volersi separare l'un dall'altra, ma nessuno ha mai parlato di una reale relazione. Quindi cosa sono? Kaori non lo sa e non sa come dovrebbe reagire alle parole di Yakumo. Dovrebbe negare? Ma se negando andasse a ferire Azrael? Allora forse dovrebbe lasciargli credere di essere la sua ragazza? Ma se nel farlo Azrael si chiedesse che diavolo sta facendo? Kaori ne è certa: da un momento all'altro le sarebbe uscito il fumo dalle orecchie a furia di pensarci ancora. Tuttavia arriva il Nara a trarla d'impaccio tossendo appena chiaramente in difficoltà quanto lei e ritrovandosi a cercare di spiegargli loro cosa sono. La ragazza alterna lo sguardo fra Azrael e Yakumo non sapendo bene come doversi comportare, sentendosi semplicemente sull'orlo dello svenimento. Come ci è finita lì? Perchè? Ma non ha del lavoro da fare, lei? E poi--ecco. "Non stiamo insieme" ed un brivido gelido le sale la colonna vertebrale rattristandola, quasi un pugno in pieno viso a mettere in chiaro che fra loro non c'è quel tipo di relazione. E poi-- "Ma lei è la mia futura moglie" e la saliva le va improvvisamente di traverso portandola a tossire violentemente con le lacrime agli occhi per via dello sforzo e il sangue che si addensa al volto facendole sfiorare le tinte purpuree della scala cromatica del rosso. M-moglie? Kaori boccheggia, rantola nel riprendere fiato e osserva i due aprendo e chiudendo la bocca senza sapere cosa dire, dando in una risatina nervosa e semi-isterica che, alla fine, la porta a grattarsi una guancia con la mancina. < E'-- una lunga storia, sai... > ride nervosamente sentendo le mani farsi sudate, il cuore che le batte in petto con forza impareggiabile. < M-ma... cioè... n-non disturbi mica. Cioè.. resta. Non-- > si ferma, sospirando, passandosi una mano sul viso. < Okay, fingiamo che tutto questo non sia mai successo e che io abbia ancora una dignità intatta, eh? > propone, alla fine, stringendo le labbra in una espressione imbarazzata, immaginando quanto ridicola e patetica debba essere apparsa nel reagire a quel modo così infantile e bizzarro. [ Chakra: on ]

18:53 Natsu:
  [Teste] Lui ascolta le parole di lei, e gli dice guardandola con dolcezza e un sorriso che mostra quanta dolcezza ha dentro forse è quella dolcezza che aveva dimenticato a salvarlo ora, che deve sorridere non mostrare rabbia in quel momento ma mostra solo tranquillità che deve cercare, il dolore allo stomaco è la distrazione migliore, anche se gli balena qualche strana idea in mente <Tranquilla, mangio a casa posso cavarmela da solo come ho sempre fatto> il tono è tranquillo mentre lo dice non anche se il so stomaco gli sta dando dei cazzotti un altro po’ ma è un ottimo modo per distrarlo. Ora deve mantenere la calma sul serio, le unghie alla parole matrimonio affondano nella carne, si ente l’odore di sangue ma è leggiero, quella proposta è la cosa peggiore che poteva sentire. Quelle parole lo stanno ferendo, dentro infatti la sua espressione cambia per un istante, odio e rabbia entrano nei suoi occhi levando quella calma serafica, potrebbe smerdarlo ora senza nessun impegno oppure rimorso, ma nulla apre la bocca per un attimo ma non ha parole da dire quella rabbia sta tornando dentro perché deve risponde sulla domanda di Natsu e gli dice con un tono gentile e tranquillo <Sta bene, ora si sta facendo grande e sa disegnare meglio di prima.. magari qualche volta di mostro qualche suo disegno> non dice altro perché sta mantenendo il suo auto controllo che pensava di non avere. Spera solo che Azrael capisce che lo sta ferendo ora più che mai, ma è sicuro del contrario anche se ha notato come ha detto il suo nome. La mano si apre, quella che stava conficcando le unghie nella sua pelle e l’altra mano copre la ferità mentre guarda la ragazza negli occhi, lei non merita di soffrire quindi gli dice <Tranquilla, solo felice che lui ha trovato qualcuno che lo rende felice e vedrà sempre la luce in lui> quelle parole le ha dette tanto tempo fa, perché vorrebbe tanto continuare con un “Perché tanto io vedo solo pura oscurità in lui” ma si ferma. Si chiana per raccogliere la sua cena, e si nota che ha le unghie sporche di sangue, vorrebbe sparire ora ha gli occhi che si stanno facendo lucidi ma si trattine e gli dice <Infatti parliamo di altro dai che mi ricordate la mia vita sentimentale che è andata a puttane e non potrà mai stabilirsi> il tono è divertito, vuole sdrammatizzare la cosa ovviamente. [Chakra On]

19:18 Azrael:
 Non può che notare due cosenello specifico. L’imbarazzo della Hyuga in primis. Allarga il sorriso sul proprio volto, divertito e con l’intento di prenderla teneramente in giro bonariamente per quella reazione. “Contegno signorina Consigliera.” Le comunica mentalmente, richiamando – almeno nelle intenzioni – la sua attenzione. “O- preferisce che la chiami Signora?” E sarebbe quasi udibile nei propri pensieri la risata che gli si smuove nel cervello, prima ancora che nel petto. Muta, ma ben percepibile nella propria espressione. Volta nuovamente il capo per riportare gli occhi scuri, ma luminosi, sulla figura del Kakuzu. È evidentemente teso, evidentemente ancora brucia in lui quell’odio e quella rabbia che tante, tante volte ha visto in lui in precedenza. Anche dopo tanti anni passati dai loro trascorsi. Sospira lungamente, colpevole ed allo stesso tempo infastidito da quella reazione. Lo sta ferendo? Sì, senza dubbio alcuno. Ma non poteva dir altro se non quel che ha pronunciato. Che, alla fine, non è altro che una battuta a richiamare precedenti discorsi tra sé e la Hyuga, di certo i due non sono già pronti per convolare a nozze. Si china anch’egli a raccogliere quella busta assieme a Yakumo e- lo nota. Nota il sangue sulle unghie di lui. < Certo, mi farebbe piacere rivedere anche Nats- > Si blocca d’istinto, notando il risutato di quelle ferite sanguinanti. < Ma che cazzo. > Pronuncia, sboccato e ben meno elegante di quanto la Hyuga potrebbe mai averlo visto. Incerto sul da farsi, su come comportarsi. Il piccolo crocerossino in lui, però, fa da padrone. Le mani vanno agili a sbottonare la camicia bianca, la destrorsa viaggia tra i bottoni, scoprendo il fisico dalla pallida carnagione, ma allenato e privo di cicatrici o ferite alcune. Le bende che gli coprono il petto e la parte alta dei bicipiti ben visibili, mentre il Dainin va sfilandosi il capo d’abbigliamento, dando sfoggio del proprio corpo non per vanità, ma per un intento ben più nobile. Ne porterebbe un lembo ai denti e ne straccerebbe una lunga striscia di stoffa bianca, lasciando il resto sul pavimento roccioso del monte. < Dammi immediatamente la mano. > Gli direbbe autoritario, ma dolce al tempo stesso. Gentile, ma perentorio. E, se l’altro lo avesse fatto, andrebbe a fasciargli alla meglio il palmo offeso dalla stretta delle sue stesse unghie. Lo legherebbe ben stretto, con più giri del lino che, pian piano, andrebbe a tingersi di cremisi. Non è lui il ninja medico, qui, ma non può che lasciarsi andare al bisogno di far del bene come e quando può, specie a qualcuno a cui – tempo fa – ha fatto già abbastanza male. < Persino per me ci sono speranze. > Direbbe, dunque, voltando il capo a rimirar la Hyuga, la sua speranza. < Quindi suppongo ci sia proprio per tutti. > Terminerebbe quel proprio dire, prima di tornar dritto sulla propria schiena ed indietreggiare di un singolo passo, per accostarsi al di lei fianco. < Beh, il lavoro com’è andato? > Le domanda, comunicandole poi mentalmente quel che, con sommo rammarico, ha notato finora da questa discussione “Te lo avevo detto.” [ Chakra ON ]

19:40 Kaori:
 Non insiste su quel suo primo dire non volendo in alcun modo essere invadente: dopotutto l'altro non è uno sprovveduto e lei non è nessuno per fare la paternale al prossimo su come dovrebbe o non dovrebbe gestire le proprie giornate. Si limita a sorridergli con estrema calma annuendo piano col viso, inconsapevole della tempesta che di lì a breve si sarebbe abbattuta su di loro. La presenza di Azrael porta sempre con sé un tornado di emozioni contrastanti. Felicità, imbarazzo, sollievo, tensione. Al momento, in particolare, Kaori si ritrova a cercare di reprimere il divertito e tenero imbarazzo scaturito dalle provocazioni che il Nara le sta rivolgendo telepaticamente. Nelle sue iridi perlacee è evidente la risata trattenuta, la leggerezza di quel momento che cancella -fortunatamente- i pensieri del mattino. "Sei incredibile!" esclama col pensiero in un tono chiaramente divertito e ricolmo di divertita rassegnazione. Ma mentre Kaori avverte questi sentimenti diffondersi in lei, Yakumo sembra star facendo del suo meglio per rimanere tranquillo; nei suoi occhi, tuttavia, è evidente il conflitto e la difficoltà. L'espressione muta continuamente passando da guizzi da rabbia e tristezza ad attimi di vuoto e distacco. Kaori non sa bene come dovrebbe comportarsi, le dispiace l'idea di essere causa di infelicità per l'altro sebbene non stia -di fatto, facendo alcunché. Vede la busta cadergli di mano, le dita conficcarsi nei palmi in quella stretta che gli fa sbiancare le nocche e l'imbarazzo scema lentamente in favore di un profondo senso di colpa che le logora lo stomaco. Yakumo cerca di chiacchierare con Azrael, parla del figlio, ma è chiaro che la conversazione non è leggera come sembra, soprattutto quando il Kakuzu rivolge alla Hyuga quelle parole atte quasi a voler render chiaro che è felice per loro. Se poi lo sia davvero, questo può saperlo soltanto lui. Tuttavia mentre il ragazzo parla Azrael si avvede di un particolare al quale Kaori non ha prestato attenzione; nello stringere i pugni Yakumo si è ferito e questo porta Azrael ad agire d'istinto perdendo per un istante soltanto il suo solito aplomb. Il Nara va spogliandosi infatti della propria camicia per ricavarne una striscia di tessuto con la quale va avvolgendo la mano di Yakumo per coprire la ferita portando Kaori al difficile tentativo di non fissare i lineamenti perfetti della sua schiena, la forma delle scapole, le fasciature che avvolgono la sua pelle per nascondere il sigillo maledetto ed il tatuaggio ANBU. Cerca di non pensare a come, solo quella notte, avesse passato le proprie unghie su quella stessa schiena e muove un passo soltanto in direzione del Kakuzu per concentrarsi su di lui. < E' tutto okay? > domanderebbe con non poco imbarazzo, stringendo le labbra. < Se può aiutarti sono un medico. Se vuoi-- insomma, posso... > la destrorsa andrebbe a sollevarsi a mezz'aria quasi come per fargli capire che -volendo, potrebbe occuparsi della sua ferita. Non sa però quanto egli sarebbe felice di farsi medicare da lei date le circostanze e per questo non osa insistere nè avvicinarsi più di così. Lascia che la scelta sia interamente sua e incrocia solo a quel punto lo sguardo con Azrael nell'udire le sue parole. Un piccolo sorriso ad incurvarle le labbra mentre andrebbe a pensare. "Come se potessi credere che sia la sola a farlo" Vedere la luce in lui. Le sembra così assurda la possibilità che chiunque altro non possa farcela, per lei è così-- lampante! < O-oh. Bene. Sì, bene. A dire il vero dovrei tornare a momenti. Sai, documenti da leggere, firmare... > risponde un po' rigida sentendo l'allarme squillarle per la mente, il disperato tentativo di non pensare alle ricerche fatte durante il mattino e di concentrarsi su qualsiasi altra cosa. Ad esempio la vicinanza dell'altro al proprio fianco, il calore della sua pelle, il ricordo delle sue mani sul suo corpo. Decisamente una piacevolissima variazione per i propri pensieri. E poi avverte quelle parole, il tono quasi sospirato col quale Azrael le rivolge disinvolto quella considerazione. Kaori osserva Yakumo, il palese rancore nel suo sguardo e nella sua forzata gentilezza e si ritrova a sospirare mentalmente. "Sta facendo il possibile." pensa lei stringendo piano le labbra con un velo di malinconia. "Immagino sia difficile vederti con qualcun altro." Lei, per lo meno, è sicura che al posto dell'altro si sentirebbe morire. < A-ahm, beh sei riuscito a trovare qualcuno con cui allenarti? L'ultima volta sembravi piuttosto giù all'idea di non aver trovato nessuno. Avuto fortuna? > tenterebbe quindi di chiedere, alla volta di Yakumo, per tentare di smorzare un po' quell'atmosfera decisamente troppo tesa. [ Chakra: on ]

19:57 Natsu:
  [Teste] La situazione sta degenerando, e loro due si parlano tramite il pensiero e parlano di lui straordinario, meno male che non lo sa perché senno potrebbe sul serio arrabbiarsi anche se per ora cerca di non mostrare nulla palesemente, non ha spiegato nulla di quello che ha fatto in passato ed ora che la vede con un'altra e vuole anche sposarsela, si aspettavano tutti un sorriso e quello ha fatto. Un come stai fatto in un modo decente non è uscito dalla sua bocca, sa di non esser stato importante per lui, lo ha confermato ora alla fine cosa deve fare più che mostrare calma ora anche se il suo corpo lo inganna e parla per lui, fa capire quello che li non vuole dire con i suoi occhi o la sua voce. Non sa mentire, almeno non del tutto e questo lo frega chiaramente ora deve solo resistere dal diventare furente perché lui usa quel tono che gli da altamente fastidio, quante possibilità aveva di incontrare la futura moglie del suo ex gli occhi ogni tanto guardano verso il villaggio conta i metri in automatico, nessuno è nella sua mente quindi buon per lui. Ma ora sta crollando pezzo per pezzo, potrebbe urlare e non sentirsi in colpa ma nulla non lo fa per evitare scenate lui non è più quel tipo di persona che perde il controllo senza pensarci. Lui nota le unghie sporche di sangue, ha la scusa pronta, non ha problemi anche se non guarda nessuno dei due <Calmo, mentre posavo un coltello mi sono tagliato> fa una piccola pausa e il tono è calmo, non teme quel sangue <Mi sono messo una benda che poi o levato, ma sembra che è ancora aperta> lo lascia fare senza nemmeno guardalo, non pensa sia grave al contrario di Azrael che sembra averlo visto senza un braccio, cose che non lo spaventano nemmeno tanto visto la sua innata <Poi non è che ho perso un braccio ,quello è capitato un paio di volte ma non è un problema> il tono è molto sarcastico può sembrare una battuta ma non è cosi. Poi mentre torna tutto normale <Natsu sta in un posto con dei miei amici, non poteva stare con me mente mi allenavo> indica le cicatrici sul viso e alcune sulle braccia <Queste me le sono fatte allenandomi, e lui preferisce stare li perché ha degli amici li ma se passi da li puoi vederlo di che ti mando io> sa che non lo farà mai parla del bambino solo per trovare argomenti . Poi aspetta un attimo per dirlo <Ma tu sei un caso eccezionale, io no sono un normale ragazzo quindi la vita tra missioni e lavoro è la cosa migliore per uno come me> cerca di non mostrare nulla, tramite gli occhi e il suo corpo tornare calmo e dice <Dopo ti ripago, hai rovinato la camicia > il tono è tranquillo. Alla domanda di lei lui gli dice <Purtroppo no, ma come ho detto prima posso fare le cose da solo al massimo vedo i risultati in missione.. anche se sono arrugginito> e ora non dice altri per qualche istante. Poi guarda entrambi < Invece a voi come va tranne il prossimo matrimonio, siete proprio una bella coppia> gli costa tanto dirlo ma si vede una cosa dai suoi occhi è dannatamente sincero, infatti ora va ad incrociare le braccia e aspetta che rispondono. [Chakra On]

20:50 Azrael:
 Altro non fa il Nara che subire passivamebte quella situazione. Non si sente libero di parlare ed agire, non è psicologicamente beb disposto a quella situazione. Fortunatamente c'è Kaori a calmarlo, a rassicurarlo. Serra la mascella in una linea dura, non riuscendo a rispondere in maniera consona al Kakuzu, così evidentemente provato. Lo conosce e sa, sa perfettamente, cosa gli frulla in testa senza neanche bisogno dell'empatia. Altro discorso, invece, è per la Hyuga. Rigida nel proprio dire, per ragioni che il Dainin non immagina e riconduce istintivamente a quella imbarazzante situazione. Le prende la mano, la stringe nella propria "Andiamo, ti riporto a lavoro." Solo questo penderebbe, prima di salutare poi il Kakuzu, lasciando la presa su Kaori < Vorrei invitarti da me, appena puoi. Casa mia la conosci, mi trovi lì. Magari riusciremo a fare due chiacchiere più tranquillamente. > Tale sarebbe ol proprio saluto, prima di comporre il sigillo della scimmia, libro sottobraccio, e lasciar scorrere il priprio chakra nuovamente attorno a sé e alla Hyuga, su cui poggerebbe la mancina all'altezza della scapola in una tenera carezza. La destinazione sarebbe l'esterno della Magione dell'Hokage, di cui ricalca il contorno nella proprua mente. Giunto lì andrebbe a passar la mancina tra i folti capelli neri, raccogliendo al contempo la matita e porgendola alla Hyuga, sempre che abbia concesso di portarla fin lì < Mi spiace averti trascinata in tutto questo casino. Stavo per proporti di lanciarci giù dal Monte. > Scherzoso nel proprio dire e più dolce nell'avvicinarsi alle di lei labbra per lasciarle un tenero bacio < La lascio lavorare, Consigliera. > E, detto ciò, tornerebbe a casa a piedi. Sì, a piedi. Senza camicia. Giusto perché le cose belle vanno mostrate. [ END ]