[Clan] - { La Salamandra in Seconda }

Quest

Giocata di Clan

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con Kimi, Kaori

15:56 Kimi:
  [->Dojo Doku] Siamo giunti alla resa dei conti per Yume, o a qualcosa di simile insomma. Dopo giorni di ricerca, di informazioni messe da parte, di titubanze e al contempo di uno studio approfondito si è finalmente decisa a camminare verso il Dojo Doku, ad incontrare coloro da cui ha ereditato tutto, le capacità uniche, il potere innato, quel veleno tossico che sa esser appartenuto anche a sua madre. A far da compagna a quella strana sensazione di ansia che le agguanta le viscere c’è solo la pioggia, acqua spietata ricade dal celo su tutta Kusa senza dare tregua a nessuno tantomeno a lei che sfida le intemperie e si riversa in strada, indossa un largo paio di jeans chiari a vita alta, non le segnano i fianchi o i muscoli snelli, le ricadono anzi morbidamente e dritti lungo gli arti, andando in realtà a slanciarne la figura, i piedi si muovono nelle pozzanghere a loro agio all’interno di quelle sneakers nere dall’alta suola in gomma bianca, sono fatte di pelle così che non sia facile bagnarsi o prendere freddo. A coprire il busto c’è un maglione nero, anch’esso non aderente, a collo alto che però è corto in vita asciando così intravedere l’allacciatura e il bottone dei suoi jeans ad ogni movimento, probabilmente se dovesse tentare qualche sforzo fisico finirebbe per mostrare a tutti quel ventre piatto e candido, sui lunghi capelli tenuti lisci e liberi invece c’è un berretto in pelle con la visiera appena appena arrotondata, sempre nero, a nascondere in parte quel volto allungato magro e candido, così simile a quello della madre. Occhio sinistro che sfrutta l’ombra fornita dal cappellino per nascondere l’oscurità della sclera lasciando che possa spiccare solo l’iride rossa, il destro invece è profondamente azzurro esattamente come quelli di Kimi. Il chakra circola nel suo sistema, garantendole movimenti scattanti e reattività. Eppure non basta così poco per proteggerla dalla intemperie, le dita della mano destra infatti stringono con forza l’impugnatura di quello che è un ombrello grigio chiaro che svetta al di sopra della sua testa, che le evita di bagnarsi mentre invece nulla sta proibendo alle sue viscere di scuotersi con forza, di cercare una via di fuga, avvicinarsi così tanto a quel clan vuol dire in qualche modo avvicinarsi a ciò che era sua madre e questo chissà perché le mette ansia, pausa, inquietudine sentimenti a cui non è certo abituata ma che sicuramente non mostra sul volto che resta nella sua bellezza una maschera neutra di teatro, non ha nulla da dire, nulla da comunicare con le labbra ben umettate, con gli occhi ben truccati e resi più grandi grazie ad una riga di eyeliner, un aspetto estremamente curato il suo, qualcosa che le è valso fin troppo spesso il titolo di “spettro” quasi non si potesse pensare ad un essere vivente in grado di apparire così misterioso eppure, semplicemente, bello. I capelli ondeggiando ad ogni passo mentre ormai il dado dovrebbe essere stato tratto essendo infatti giunta proprio davanti al dojo doku, innata ancora sopita in lei <sono Yume> si presenterebbe alzando appena il capo così da poter mostrare il suo sguardo oltre la visiera del berretto in pelle <figlia di Kimi Doku e vorrei parlare con il capoclan> fredda la sua voce, assolutamente priva di qualsivoglia inflessione, sicura di sé attente quindi silenziosa con al stessa stringente ed impellente sensazione di pericolo che la prende sin dal profondo [chk on]

Ancora, piove. Sono ore che i territori dell'Erba sono colpiti da violente scariche di pioggia, turbati dal continuo roboare di tuoni distanti e accecati da saltuari lampi che illuminano a giorno ogni cosa per poche frazioni di secondo. Kusa è poco trafficata in questo momento, le strade ricoperte di fanghiglia e pozzanghere più o meno profonde sono attraversate da ben poca gente. Il vento è fastidioso e porta la pioggia a battere contro le finestre e bagnare persino chi si ferma sotto qualche tettoia d'emergenza, per questo i più preferiscono rimanere al caldo ed all'asciutto dentro casa. Ki--Yume, per esempio, è una dei pochi coraggiosi che, incurante del maltempo, si ritrova a passeggiare per le vie di Kusa fino a raggiungere la sede del clan Doku nei territori dell'Erba. Ha una missione personale da compiere, domande da fare e finalmente raggiunge dopo molta fatica la sua meta. Una volta giunta dinnanzi al Dojo si ritrova ad incontrare un paio di guardie piuttosto-- massicce. Due uomini alti circa un metro e novanta con spalle larghe e pancioni prominenti stanno borbottando qualcosa con tono vagamente infastidito e lamentoso, camminando per il giardino avvicinandosi alla struttura. Quando sentono la voce femminile raggiungere le loro orecchie si arrestano sul posto voltandosi verso la fonte della voce notando l'esile figura della nostra eroina del giorno e del suo ombrello. I due hanno uno sguardo ottuso e la fissano aggrottando le sopracciglia con fare confuso. < Ma ci hai preso per scemi? > domanda il primo con una espressione a metà strada fra l'offesa e la tonta. < Sei troppo grande per essere sua figlia. E' troppo grande vero? > chiede conferma all'altro dandogli una specie di gomitata contro il braccio per richiamare la sua attenzione. L'altro, apparentemente ancora più ottuso di lui, annuisce immediatamente. "E' proprio grande." conferma con tono solenne. < Che ci fai qui? Sei venuta a spiarci? Cerchi informazioni? > domanda il primo immediatamente sulla difensiva, con gli occhi castani a scrutare la figura di Yume e i capelli dello stesso colore ad appiattirsi sul capo per via della pioggia. "Aspetta. Se fosse una spia non ce lo direbbe però" borbotta l'altro, identico al primo, grattandosi pigramente il mento. "E poi io non è che andrei in giro a dire di essere figlia di quella là. Cioè se lei lo venisse a sapere e non fosse vero mi ucciderebbe..." Quasi sembra reprimere un brivido al solo pensiero. < Mhhh > riflette l'altro storcendo le labbra, poco convinto. < Pure questo è vero. Itawooshi lo dice sempre di stare a distanza da quella donna. Anche se poi ogni volta è con lei che parla quando c'è da fare qualcosa. > Sbuffa quasi ingelosito prima di incrociare le braccia al petto e sospirare. < Vabbè che facciamo con questa qua? > domanda alla volta dell'altro indicando con un cenno del capo la figura della ragazza. "Chiediamo a Itawooshi. Lui saprà cosa fare." sentenzia l'altro, alla fine, portando quindi il compagno ad annuire. < Seguici. > Intima mentre entrambi vanno portandosi ai fianchi di lei indicandole la strada da seguire. La tengono d'occhio fino a quando non raggiungono il pian terreno del Dojo. Attraversano la grande stanza d'ingresso in fondo alla quale è presente una scala e le indicano di salire seguendo quindi i suoi passi dopo di lei, di modo tale da tenerla d'occhio e non perderla di vista. Giunta al primo piano viene portata in una sala che sembra esser fatta appositamente per ricevere ospiti e visitatori. Le pareti della camera sono chiare, tinte di bianco, con delle decorazioni di un verde gentile che si diramano però sulle porte scorrevoli. Il pavimento è ricoperto di tatami di un verde brillante e delle piante ornamentali son posizionate in dei vasi marroncini agli angoli della camera. La stanza è illuminata da lampade di carta ove fiamme vive bruciano l'aria circostante mentre una specie di vero e proprio trono è posto, vuoto, in fondo alla camera. Una delle due guardie sparisce verso una porta posta in fondo alla sala mentre l'altra rimane al fianco di Yume in attesa. [Ambient]

16:39 Kimi:
  [->Dojo Doku] Ed eccoli i due tipici e forse scontati energumeni a guardia delle abitazioni, sono una specie di cliché per lei che ormai nel suo lavoro di cacciatrice di taglie ha avuto modo di vedere fin troppe stupide spalle ed è proprio per questo esatto motivo che non da assolutamente seguito alle loro parole per quanto possano anche averci preso, sì insomma nemmeno a lei va di rivangare la sua parentela con Kimi MA a volte è necessario per passare oltre, come in questo caso appunto. Ascolta con ben poca attenzione la loro discussione limitandosi a mostrare uno sguardo giusto giusto un pelo spazientito e anche un po’ infastidita, in un certo senso l’hanno fatta sentire vecchia <se volete avveleno entrambi così vi do la prova di essere una di voi> ed ecco che forse nemmeno senza saperlo ora è davvero uguale a sua madre, che poi lei è sua madre e sua figlia, sì beh insomma è un casino. Ad ogni modo i due paiono aver preso qualcosa di simile ad una decisione, annuisce quindi in loro direzione riprendendo il passo così da seguirli, chiude l’ombrello e lo ripone all’ingresso evitando così di bagnare ovunque, al contempo si limiterebbe a sfilarsi le scarpe all’entrata per rispettare le tradizioni e quella che è riconosciuta come buona educazione, sì insomma lei è una tipa per bene eh mica come l’altra lei. Se li tiene accanto silenziosa, senza fiatare o modificare quell’espressione talmente tanto distaccata dal riuscire a non trasmettere assolutamente alcun tipo di sentimento, neutra un po’ come il tofu. Cammina alla loro velocità senza lamentarsi per quelle attenzioni, quasi sfilando, le gambe lunghe e slanciate si muovono così da farle coprire grandi pozioni di corridoio velocemente, giunta alle scale si volta, osserva entrambe e nuovamente annuisce a quel cenno, si prende il tempo per are un’occhiata alla strada percorsa fino a quel momento, memorizzarne qualche dettaglio o semplicemente per assaggiarne il gusto estetico, ad ogni modo poi ricomincia a muoversi, la gamba destra si flette così che elegantemente possa poggiarsi sul primo scalino, il movimento viene quindi imitato dalla sinistra per giungere al secondo e così via finché non finisce di salire al primo piano, le segue così attraverso la tenuta fino a quella stanza che sembra essere fatta apposta per ricevere gli ospiti, si ferma all’ingresso rimanendo sola con una guardia, lo fissa un istante con intensità <ma ora che sei solo riesci comunque a pensare o manca l’altro neurone?> mossa poco saggia probabilmente ma insomma lei ci ha provato! Solo che la situazione era così ghiotta da risultare irresistibile [chk on]

Mentre la pioggia continua a scrosciare e le due guardie si ritrovano a battibeccare come se la Doku non fosse affatto presente, uno scorcio di quella che è stata un tempo Kimi fa capolino attraverso quelle parole sputate senza troppi complimenti alla volta dei due. Le guardie arrestano il loro sciocco chiocciare e, fissandosi, si voltano poi a fissare la ragazza prendendosi un attimo di tempo prima di biascicare ad un'unica voce un semplice: <"Tutta sua madre.">. Ci vuole poco, a quel punto, perchè i due decidano di far entrare la donna senza tuttavia concederle grande margine di spazio nell'avvicinamento al dojo. I due saranno anche stupidi ma paiono prendere piuttosto seriamente il loro compito di guardie: l'affiancano durante il tragitto fino all'interno e, ancora oltre, verso il piano superiore. Non parlano, non si distraggono, si limitano a camminarle attorno attenti a che lei non tenti di cambiar strada nel mentre. Giunti al primo piano della struttura la lasciano in attesa in quella che sembra essere una sala per le udienze mentre una delle guardie va a cercare il capoclan. L'altra guardia rimasta resta semplicemente ferma al fianco della ragazza udendo quindi quella domanda che lo porta a fissarla a bocca aperta per un solo istante. < Eh? > Risposta forse più che esauriente al quesito posto. < Bada a te, ragazzina. Io sono il braccio destro del capoclan Itawooshi Doku e dovresti proprio portarmi rispetto! > fa lui, tutto tronfio, gonfiando il petto d'orgoglio e tendendo ben dritta la schiena, rendendo ancora più comica ed evidente la tondeggiante pancia. Nel mentre, tuttavia, delle voci giungono distanti ed ovattati dalla stanza ove l'altra guardia è svanita, annunciando in pochi attimi l'arrivo di una terza figura. Un giovane alto, magro e slanciato vestito di una lunga veste scura e di una sorta di mantellina bianca che avvolge anche il capo in una sorta di morbido cappuccio. Capelli biondi e brillanti fan capolino ai lati del capo, appena più chiari delle iridi dorate che gli decorano il volto. Ha una pelle estremamente chiara, bianchissima, con una espressione autoritaria e severa che si fa sempre più attenta man mano che, a gran passo, si porta al centro della stanza, a circa cinque metri da Yume, ai piedi del trono. La osserva in silenzio, a labbra schiuse, assottigliando lo sguardo con fare meticoloso, come se stesse studiando la ragazza ripercorrendo con le iridi d'oro la sua intera figura. < E' uno scherzo? > domanda, alla fine, semplicemente. [Ambient - Scusa il ritardo mi ero andata a cercare e rileggere l'unica lezione che ti feci con Itawooshi per ricordarmi alcune cose xD]

17:21 Kimi:
  [->Dojo Doku] Insomma una cosa vale l’altra per ingannare l’attesa del capoclan al quale lei stessa ha chiesto udienza ma a cui effettivamente ora non saprebbe nemmeno più cosa dirgli, quella strana sensazione allo stomaco non si placa mentre cammina, nemmeno ora che sta in semplice attesa e sfotte il braccio destro, ma torniamo appunto a quel battibecco <e senza il sinistro quindi non puoi lavarti> conclude ei velocemente prima di venir distratta da un vociare oltre al torno, da dei rumori ed infine eccolo, si è informata su di lui, su quello che molto Doku considerano quasi un Dio, la mano destra si alza velocemente così da andare a rimuovere il berretto dal capo in sua presenza, china appena il busto n avanti e la testa mentre flette le gambe così da esibirsi in un elegante ma non troppo profondo inchino, non ha idea di come comportarsi in sua presenza. Indecisa quindi opta per quella che pare essere una educata modalità per porta rispetto senza scadere nell’eccesso e mostrarsi insomma fin troppo disponibile, eppure è sempre così quando è in presenza di una qualche autorità, o meglio qualcuno che è incline a ritenere tale, la sua dignità viene quasi messa in secondo piano per poter obbedire agli ordini, perché è questo ciò che importa: il compito, ciò che deve fare e deve svolgere <scherzo?> replica appena alzando lentamente a testa mentre torna ad assumere una posizione eretta <non credevo nemmeno l’avrebbe compreso lo scherzo> e con la mano destra indica l’energumeno che stava perdendo in giro poco prima, insomma per lei non c’è altro su cui scherzare, non riesce proprio a capire a che altro possa riferirsi <se non c’è intenzione di offendere non devo scusarmi> taglia corto con il tono appena appena titubante, insomma non è che NON volesse offendere è che nemmeno pensava potessero comprendere le sue parole ecco[chk on]

S'imporpora il viso della guardia al sentire la risposta della Doku: è palesemente al limite della sua sopportazione, vicino tanto così dal rischiare di fare qualcosa di compromettente quando -per fortuna, le voci del suo compagno e del capoclan irrompono nella sala. Le due figure si avvicinano, si fermano nei pressi del trono ed uno strano silenzio scende nella stanza quando Yume -scoprendosi della copertura di quel berretto- va inchinandosi in segno di ossequio e rispetto alla volta del biondo. Itawooshi inarca un sopracciglio, preso totalmente alla sprovvista dalla cosa, ma palesemente ammansito e gratificato da quella educata dimostrazione di rispetto e buon gusto. < Mh. > Stringe le labbra come soppesando la situazione, continuando a fissare la giovane con sguardo fisso ed attento, le iridi a scivolare lungo la sua sagoma studiandone i contorni, le curve, le forme, ricalcando in particolar modo quelle del viso. La risposta della ragazza, in particolar modo, lo porta a riflettere andando ad alzare il viso e smuovere le labbra sottili. < Voi due. Lasciateci soli. > intima alle guardie che, fissandolo leggermente sorprese, boccheggiano per un istante prima di inchinarsi profondamente verso di lui e quindi allontanarsi borbottando verso la porta dalla quale sono arrivati. < In silenzio. > aggiunge Itawooshi schioccando una lingua sottile e biforcuta sul palato, portando immediatamente i due a tacere mentre si richiudono la porta della stanza alle spalle. I due rimangono soli nella sala ed il biondo si ritrova ad inspirare a fondo dal naso passandosi la lingua sulle labbra attraverso le due file di denti bianchi. Denti artificialmente levigati così da essere appuntiti ed affilati come quelli di uno squalo. < Così tu saresti la figlia di Kimi? > domanda il capoclan inclinando leggermente il capo verso la spalla destra, avvicinandosi a lei così da poterla osservare da vicino, dall'alto della sua statura, troneggiando quasi su di lei in fin dei conti non troppo più bassa. < Allora saprai lei che fine ha fatto? Non la si vede da queste parti da tempo. Ero-- > inizia a camminare attorno alla ragazza con passo lento, misurato, tenendo le braccia dietro la schiena, il palmo sinistro a reggere il dorso destro. < --preoccupato. > chiosa sillabando lentamente quella parola, fissando la nuca della ragazza con uno sguardo attento, sottile, quasi stesse cercando qualcosa nell'osservarla. [Ambient]

17:56 Kimi:
  [->Dojo Doku] Non dà molta attenzione alle guardie, anzi possiamo anche dire che non ne dona affatto motivo per cui le sfugge il rossore, l’offesa sul volto del braccio destro né tantomeno fa troppo caso al borbottio non troppo sommesso che li raggiunge a quell’ordine, anche se apprezza particolarmente la velocità con cui obbediscono <capisco perché li tiene accanto> ammette lei, prima ancora di udire quella domanda ma poi tace, non ne spiega la motivazione, insomma se lui li ha scelti e lei comprende dovrebbe essere abbastanza chiara per i due. Attende quindi che lui abbia finito di analizzare o rimuginare, insomma attende i suoi comodi proprio come una brava marionetta, proprio come le è stato insegnato, o così crede. Lo osserva per tutto quel tempo, senza temere lo sguardo ma comunque mantenendo decoro e rispetto motivo per cui i suoi occhi non dovrebbero essere troppo insistenti, si concentra più che altro sui dettagli come i denti, la lingua, la collana al collo, i bracciali, i capelli, il mantello, insomma il modo di fare generico di quel carismatico ninja davanti a lei <sì> replica <e da lei ho ereditato il veleno tossico> ammette candidamente <serve una dimostrazione?> domanda subito, pronta a dimostrare la sua appartenenza al clan come prima cosa, il primo passo per avere una vita normale è farsi una famiglia giusto? Certo alla player piacerebbe FARSI la famiglia ma sorvoliamo. <Non so che fine abbia fatto, mi hanno raccontato velocemente di lei e mio padre, so di chi sono figlia ma non li ho mai visti o conosciuti e non mi è mai interessato seguire le loro orme> meglio chiarirlo subito prima che finisca in qualche affare poco attraente ai suoi occhi[chk on]

Lo sguardo di Itawooshi scivola dal volto di Yume alla porta da cui i due uomini sono appena usciti. Dà in una espressione di superba gratificazione ritrovandosi a distendere appena le labbra verso l'esterno in un sorriso fiero ed orgoglioso. < Sono i miei uomini più fedeli, certo. > ammette con la schiena ben dritta, lo sguardo a scivolare dalla porta alla ragazza dinnanzi a sé. < Ma non credere: anche gli altri Doku sono altrettanto devoti. > sorride mostrando quei denti taglienti ed appuntiti mostrando la scintilla compiaciuta e vanesia che brilla nel suo sguardo, schioccando la lingua contro il palato quand'ode quell'ultimo dire da parte di Yume, terminando di girarle attorno così da soffermarsi dinnanzi a lei. < Anche tua madre lo era. Sai? > continua poi con tono quasi casuale, cadenzato, come a voler raccontare la storia di qualche eroe vissuto molti anni prima. C'è una scintilla di mistero, quasi di malizia nello sguardo del biondo mentre osserva Yume con quel sorrisetto astuto dipinto sulle labbra, la lingua biforcuta a scivolare rapida per umettarle in un movimento veloce e assai simile a quello dell'animale della quale han preso il nome. < Oh. Intraprendente. Impaziente. > osserva alla proposta dell'altra di testare il proprio potere così da dimostrare la veridicità delle sue parole andando quindi a sollevare una mano -i bracciali a tintinnare attorno al polso nel farlo, per portarla al di sotto del viso della ragazza a sfiorare il suo mento con i polpastrelli di indice e medio, sollevandolo appena così da portare il proprio sguardo a specchiarsi ancor più direttamente in quello di lei. < Mi piace. > ammette Itawooshi affilando lo sguardo, mostrando i denti affilati in un sorriso tronfio e ricolmo di-- euforia. A seguito di quel fare ecco che Yume potrà sentirsi-- strana. Nel giro di pochi istanti avvertirà il corpo farsi pesante, ogni movimento le risulterà estremamente difficoltoso e le sue gambe saranno come ancorate al suolo, bisognose di un estremo sforzo per essere mosse correttamente. [Agilità - 40] < E, ancora di più, amo quando le mie piccole Salamandre usano il nostro potere. > un sussurro basso, suadente, che fa scintillare i suoi occhi in maniera quasi entusiastica mentre la mano va allontanandosi dal mento della ragazza per andare a portarsi sotto il proprio con fare assorto. < Capisco... > borbotta Itawooshi inspirando, piano, nell'udire la voce di Yume. < Questa potrebbe essere una buona notizia, sai. > esordisce dunque, piano, voltandosi per muovere i propri passi in direzione del trono. Pigramente andrebbe a lasciarvisi cadere con le gambe ad accavallarsi ed il gomito destro a puntellarsi sul bracciolo dello scranno, il viso poggiato molle contro il dorso della relativa mano. < Tua madre era dotata, certo, ma-- non ha mai ben capito quale fosse il suo posto. > chiosa con tono tranquillo, quasi annoiato, alzando gli occhi al cielo come a voler ricordare qualcosa di poco soddisfacente. < Non teneva abbastanza alla famiglia da metterla al primo posto. Ma- beh, immagino questo lo saprai, no? > inclina leggermente il capo tenendo le iridi dorate fisse in quelle della ragazza, ritrovandosi solo dopo qualche attimo a schiuder nuovamente le labbra. < Come mai desideravi vedermi, quindi? > domanda Itawooshi, tranquillo, drizzando ora il viso, la schiena, smuovendo leggermente nell'aere la destrorsa pigramente puntellata contro il bracciolo. [Ambient]

18:40 Kimi:
  [->Dojo Doku] Lo osserva, lo segua con lo sguardo senza mai esagerare, senza mai sforare quella linea sottile che divide la devozione e la curiosità dell’impertinenza e la maleducazione, almeno con lui ora è così, vuole una famiglia e chissà cosa le suggerisce che quello è il primo passo per trovare il suo posto nel mondo. Ascolta quindi le parole dell’uomo tenendo per sé ciò che pensa delle due fedelissime e anche furbissime guardie, magari non è propri il caso di dirglielo, quando saranno amici su, beh sì se mai saranno amici. Lo osserva avvicinarsi, non arretra e non si scosta. Più o meno inconsapevolmente ai suoi ordini, ed ecco che con quel tocco il veleno entra in circolo, non ci vuole tanto per iniziare a faticare a percepire le gambe o gli arti in generale, insomma tutto le formicola e la vista pare appena offuscata, si accascia lei a terra, chiudendo le palpebre andando quindi a coprire le sue iridi mentre andrebbe a concentrarsi così da spostare il chakra verso le ghiandole salivari, ha ascoltato le parole poco prima del veleno e ci ha visto una specie di ordine. Andrebbe quindi a spostare il chakra verso le ghiandole sotto alla lingua dove produce il veleno, qui lo andrebbe semplicemente a far bagnare in esso così che poi tornando a scorrere la sua innata scorra insieme al chakra e possa quindi risultare velenosa. Non tenta davvero di avvelenarlo ma è pronta ad ogni eventualità <non voglio essere lei> replica con lo sguardo rivolto verso terra, senza altro da aggiungere mentre ascolta quel discorso, non ne vuole nemmeno sentire parlare in pratica, non l’hai mai conosciuta e il suo interesse nei suoi confronti è inesistente <perché voglio semplicemente incominciare la mia storia> parla lentamente aspettando che il veleno smetta di fare effetto nel suo corpo <vorrei far parte della famiglia, essere un Doku e sono qui per farmi accettare> ammette semplicemente lei, con quel tono abbastanza distaccato che però lascia trasparire il fastidio dato dal veleno[chk on][arte del veleno liv 3]

Yume si accascia al suolo, pesante e affaticata, ai piedi di Itawooshi mentre il veleno circola nel suo organismo a seguito del contatto con la Salamandra. Il biondo la vede chinarsi al suolo, affaticata e rallentata dalla forza del suo potere divino e si ritrova a chinarsi dinnanzi a lei con le gambe larghe e le ginocchia appuntite verso l'esterno, i gomiti a poggiarsi su di queste mentre osserva il viso della ragazza e, in particolare, quel brillante occhio azzurro. Va portando una mano verso il suo volto così da scostare leggermente una ciocca di suoi capelli dal viso. Nel far questo andrebbe a coprire col proprio braccio, la metà del viso della ragazza comprendente l'occhio dall'iride scarlatta, lasciando visibile per un momento solo la pelle d'avorio del viso e quell'occhio di un azzurro penetrante. L'osserva assottigliando poco lo sguardo, silente, lasciando poi la presa su quella ciocca scostata e facendo scivolare la mano verso le sue labbra, lì ove la lingua della giovane sarebbe andata poc'anzi a passare. Col pollice asciuga il labbro inferiore passandolo per la sua lunghezza assorbendo il veleno insito nella sua saliva. Un lieve spasimo a lato della bocca e quindi un sorriso euforico ad animare il suo volto, raggiungendo le iridi color oro. < Magnifico. > mormora rimettendosi in piedi, respirando appena più rapidamente. < Davvero magnifico. > continua mentre va ad accomodarsi sul suo trono, osservandola dalla posizione sopraelevata del suo scranno, in cima a tre gradini non troppo alti ma presenti. Ascolta quanto viene detto da Yume e si ritrova quasi a soppesare quelle parole osservandola con la schiena ed il capo comodamente poggiati contro lo schienale della seduta, la gamba sinistra accavallata sulla gemella a dondolare appena su di essa. Si rigira nella destrorsa la sottile collana d'oro che ha attorno al collo in un movimento lento e meccanico, nervoso, fatto sovrappensiero. < Mh. > replica ancora stringendo le labbra sottili, inclinando il capo come un animale incuriosito. < Beh, sicuramente sei una Doku. Un potere come questo non può essere replicato, il divino lo si può solo ricevere, mai imitare. Altrettanto sicuramente, di conseguenza, sei parte della famiglia. > continua lui spingendo le labbra verso l'esterno in una smorfia atta ad indicare il suo sforzo mentale. Pensa, riflette, soppesa le parole che in poco tempo scivolano fuori dalle sue labbra. < Ma la gente potrebbe essere sospettosa. Kimi-- ha tenuto nascosta la sua gravidanza, sai. > chiosa lui lentamente, sillabando piano quel dire con fare attento. < Quindi potrebbe essere strano per loro pensare che avesse una figlia. Potrebbero insospettirsi. Fare domande, ma-- > si ferma in una studiata suspance inframmezzata da quel sorrisetto storto che compare ora sulle sue labbra in una espressione furbesca, quasi da volpe. < --non oserebbero contraddire una mia decisione. Perciò.. potrei darti una mano, Yume. > sorride Itawooshi andando ad unire le proprie mani in grembo, intrecciando le dita fra loro. < Una forza come la tua è preziosa e potrebbe sempre farmi comodo considerando il numero di nemici che ho accumulato nel tempo. Se tu decidessi di lavorare per la mia sicurezza e incolumità come mio... Secondo, io avrei guadagnato una valida- compagna, e tu saresti accettata dal resto del clan senza troppe domande. Persino-- temuta. > chiosa il biondo con tono carezzevole, suadente, fermandosi per un solo istante ad osservare qualunque reazione apparirà sul volto della ragazza. < Cosa ne dici? Ti sembra una offerta abbastanza equa? > domanda, sogghignando, mettendo su un sorriso sornione che arriva ad illuminargli persino lo sguardo. [Ambient] [- 40 Agilità: Turno 2 di 3]

19:13 Kimi:
  [->Dojo Doku] Il tutto per lei avviene in un momento in cui la capacità di movimento è particolarmente limitata quindi lascia che Itawooshi la osservi come meglio crede, muove appena le iridi verso di lui con le mani che toccano il terreno, che tentano di evitarle proprio di accasciarsi completamente, lo osserva e ascolta le sue parole, muove appena il capo mentre lui torna al trono, cerca di seguirlo con le iridi <no> replica appena con un filo di voce <non lo sapevo> ammette allo stesso modo. Il discorso però non pare terminare qui, il biondo continua con quel dialogo mentre lei non si oppone al veleno che circola nel suo corpo, non prova ad ostacolarlo, anzi si limita ad assecondarlo attendendo il momento in cui finalmente sarà libera di rialzarsi e camminare dignitosamente <come membro del clan ti avrei seguito e protetto comunque> ammette lei, in quella che è la sua nuova ottica di potere, di comando, quel suo non ribellarsi, quell’obbedire a colui che vede come superiore tanto dal portarla a farlo quasi ciecamente proprio come ora <se essere il tuo secondo mi permetterò di ottenere un posto nel mondo, un posto sicuro> meglio specificarlo va <allora sì l’offerta è più che equa> quella figura l’ha affascinata, se una personalità lo accetta e tollera quasi passivamente conscia sol die vantaggi dell’averlo come capoclan lei, Yume invece si lascia conquistare da quel suo modo di fare finendo senza nemmeno rendersi conto per essere succube del suo modo di essere[tag di prima]

L'effetto del veleno diminuisce poco a poco andando a sciogliere lentamente la presa sulle sue membra, sul suo corpo. Nel giro di pochi minuti il peso che ha avvolto i suoi arti si dissolve sfumando in una sensazione di ritrovata libertà e leggerezza. Il suo corpo è di nuovo leggero, libero di muoversi come preferisce mentre il discorso avanza e qualcosa va creandosi in quella sala, in quel momento. Non solo un accordo, non solo una sorta di contratto ma un vero e proprio legame. Itawooshi sorride compiaciuto delle parole di Yume sorridendo quasi tronfio di quella sua ottica. Mostra i denti affilati in una espressione di pura soddisfazione prima di alzarsi nuovamente in piedi e quindi sogghignare all'indirizzo della ragazza, a testa alta. < Allora non mi resta che dirti... Benvenuta a casa, Yume. > carezza quelle parole con un movimento lento della lingua biforcuta, con un tono che si rivela essere pungente e attento al tempo stesso, quasi provocatore in quel suo ammiccare leggero all'indirizzo della fanciulla allargando appena le braccia verso l'esterno quasi a voler abbracciare l'intera sala, l'intero dojo. < Sono sicuro che andremo estremamente d'accordo, ragazza mia. > osserva alla fine distendendo i limiti estremi delle labbra verso l'esterno, verso l'alto, in una espressione quasi sinistra, forse per via del profilo affilato dei denti che si mostra fra le rosee sottili o forse a causa del lucore ferino che scintilla brillante nelle sue iridi ocra. Qual che sia la verità, Itawooshi par decisamente contento di accogliere la ragazza nel suo dojo, tanto da ritirarsi in seguito nelle proprie stanze canticchiando a mezza voce un motivetto piuttosto allegro ed acuto. [END]

Kimi -convinta di essere Yume- va al dojo Doku per cercare di mettere in sesto la sua vita cercando una famiglia alla quale appartenere.

Itawooshi la studia durante il loro colloquio rifilando qua e là qualche piccolo riferimento a Kimi non propriamente veritiero cercando di portare dalla sua questa ragazza che dichiara di essere figlia della Doku.

L'incontro termina con un accordo fra i due: Yume sarà a tutti gli effetti una Doku riconosciuta dal clan e con una famiglia ad accettarla e coprirle le spalle ed Itawooshi avrà una fedele e talentuosa nuova Salamandra a prodigarsi per la sua sicurezza nominandola, di fatto, sua Seconda.


No px vista la natura della quest ♥