Reclutamento [Quest clan]
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Missione di Livello D, Giocata di Clan
Giocata del 21/02/2018 dalle 14:08 alle 17:17 nella chat "Ospedale Distrutto [Kusa]"
Ospedale di Kusa. Un luogo raramente frequentato da un Goryo in qualità di semplice paziente, ma d'altra parte un ottimo posto nel quale cercare nuovi potenziali membri del clan. Sotto certi punti di vista è piuttosto comoda la loro innata, nonostante non apprezzi particolarmente l'idea di dover mettere in mezzo al chakra persino il proprio sangue. Lo sguardo scivola da una parte all'altra dell'edificio, mentre le braccia tengono tra le mani un pezzo di carta che descrive dove trovare alcuni dei pazienti con ferite maggiori. Dovrebbe esserci anche una copia di quel documento, posseduta da Azumi, che in tutto questo dovrebbe affiancarlo nei lenti passi che vengono mossi in direzione dell'entrata del luogo. Il chakra per questa missione viene mantenuto disimpastato, fondamentalmente perchè non è necessario e secondariamente perchè in qualità di semplice ninja/civile non è permesso mantenerlo attivo all'interno della stessa struttura. Ed essendo una missione che non coinvolge le loro maschere, dovranno limitarsi al ruolo dei Goryo, per il pomeriggio almeno. A vestire il corpo del genin una camicia dalla tinta unita, priva di qualsiasi marchio o fantasia, abbottonata e accompagnata da una cravatta rossa finemente annodata. Si ritiene più un tipo da pantofole e pantaloncini corti, ma Nimura gli ha suggerito che un look simile potrebbe donargli di più, e nel suo profondo, come chiunque effettui un cambio stilistico più o meno particolare, spera che venga notato. Scendendo lungo le gambe un pantalone che richiama colore e design della camicia, ed infine un paio di stivaletti dal medesimo colore. A poggiare sugli occhi, infine, un paio di occhiali dalla montatura rotonda. < Stanotte ho dormito davvero male.. > ammette, senza spostare lo sguardo su Azumi e continuando a muoversi. La mancina andrebbe spostandosi sul capo, accarezzando i capelli. < Mi sono svegliato con un bruciore sul cuoio capelluto. > Come se ci avessero gettato sopra acqua ossigenata. Sospira poco dopo a quell'affermazione, abbassando nuovamente lo sguardo sul foglio che pian piano viene danneggiato dal cadere della pioggia. < Dovrebbero esserci tre pazienti che interessano a Nimura. > Occhi abbassati, andando avanti e leggendo. < Uno lo troviamo in ematologia, un ragazzo sospeso dalla carriera ninja per frequenti anemie. > Debolezza e confusione devono essere particolarmente pesanti per uno shinobi, specialmente quando il fenomeno è incontrollato. < Il secondo ha perso un arto in missione, e non possiede innata. > Prosegue con il dare informazioni, alzando per qualche istante lo sguardo verso Azumi per osservare il suo fare. E poco dopo, le labbra a schiudersi per quanto riguarda il terzo obiettivo. < Un altro ragazzo-- > Pupille a dilatare appena leggendo quando vi è scritto, interrompendo il proprio dire e aggrottando la fronte. Dei tre è sicuramente quello messo peggio. < ..terapia intensiva, ha perso pure gli occhi. > il tono si fa appena più cupo, prima di piegare di fretta quella mini guida per avviarsi all'interno. Per quanto riguarda i permessi nel muoversi dovrebbe già essergli stato dato una sorta di tesserino identificativo, per cui nessuno dovrebbe interromperli. [chakra off] Piove. Ancora. Azumi sospira infastidita mentre avanza di malavoglia lungo la strada che conduce all'Ospedale di Kusagakure. Sono giorni ormai che il tempo non pare voler essere clemente e se all'inizio ha trovato quasi piacevole l'idea di vedere la pioggia scendere oltre le finestre dell'Anteiku, oggi proprio avrebbe sperato in un giornata più mite. Odia stare sotto la pioggia e odia sentire i capelli attaccarsi alla pelle. Per questo, al fianco di Kankri, la giovane Goryo si muove stringendosi sotto un ombrello rosso che possa proteggerla dall'acqua che cade scrosciante dall'alto. I lunghi capelli celesti sono stati -per l'occasione- legati in un'alta coda di cavallo la quale, a sua volta, è stata elaborata in una morbida treccia che pende dietro la sua schiena ondeggiando ad ogni suo movimento. Indossa un giaccone nero con un pellicciotto caldo e morbido sui contorni del cappuccio calato sulle spalle e sotto di esso una felpa nera che copre una canotta bianca senza maniche. Un paio di stretti pantaloni elasticizzati le fasciano le cosce mentre degli stivali da kunoichi alti fino alle ginocchia coprono gambe e piedi. Il coprifronte di Kusagakure è legato attorno alla coscia sinistra mentre il tatuaggio anbu sul bicipite destro è coperto -sotto giaccone e felpa- da una fasciatura bianca. < Mh? Strano. > commenta la ragazza al dire del compagno, aggrottando pensosa le sopracciglia a quella notizia. < Ti dà ancora fastidio? > chiede ruotando verso lui il capo mentre entrambi raggiungono infine i pressi della struttura. < Comunque c'è qualcosa che non mi hai detto? > domanda poco dopo con tono lievemente provocatorio squadrandolo da capo a piedi, soffermandosi su quella cravatta rossa che spicca brillante sul colore scuro della camicia buia. < C'è qualcuno in ospedale che vuoi impressionare? > e nel dirlo andrebbe ad ammiccare piano con le sopracciglia snudando di poco i denti in un ghigno divertito e pungente atto a voler lasciar intendere il significato dietro quella domanda. "Ti sei fatto bello per qualcuno?" Ad ogni modo Azumi regge l'ombrello con la mancina mentre la destrorsa è infilata nella tasca del giaccone a tenere, piegato, lo stesso foglio che Kankri sta invece adocchiando al suo fianco. < Quanti pazienti sono? > domanda dopo poco non ricordando i dettagli del documento letto solo una volta, in precedenza, all'Anteiku, lasciando al compagno il compito di aggiornarla invece di tirar fuori dalla tasca il proprio foglio. Ascolta in silenzio il resoconto fatto dal Goryo e annuisce ad ogni pausa memorizzando le informazioni. < Frequenti anemie? E come è diventato genin? > borbotta Azumi inarcando un sopracciglio con fare quasi scettico, limitandosi quindi a sorvolare e soffermarsi sul resto dei pazienti citati. < Mhn. Da una prima analisi penso che il più disperato e propenso ad accettare la nostra "offerta" potrebbe essere l'ultimo. Chi non vorrebbe tornare a vedere se potesse? > osserva lei mentre, al fianco del compagno, si dirige verso l'interno dell'edificio mostrando il tesserino che i membri O.M.M. hanno concesso loro al momento dell'accordo siglato per quella missione. < Tuttavia se è in terapia intensiva probabilmente non sarà nemmeno cosciente. Mh. > si stringe nelle spalle espirando. < Poco male, comunque. Nimura ci ha solo chiesto di raccogliere informazioni comunque. > Alza le sopracciglia quando anche l'altra commenta riguardo la non-normalità del bruciore che s'è sentito addosso. Ad accompagnare quell'espressione brevissimi cenni del capo e lo stringersi infastidito dei pugni. Non che sia seriamente adirato, questo è ovvio, una mimica di frustrazione per dare idea di quanto la nottata sia stata fastidiosa. Capo a ruotare appena sulla lei quando una prima domanda gli viene rivolta. Qualche istante di silenzio, seguita dal parlato. < Non come all'inizio, ma sì. > Evita di grattarsi il capo qualora si trattasse di qualche tipo di irritazione...ma in ogni caso, cosa mai potrebbe averla causata? Per le poche informazioni che Kankri potrebbe trattarsi di qualche postumo dell'utilizzo dell'innata Goryo. < Pensavo di chiedere ad un medico di dare un'occhiata..ma non è nulla di grave. > Scuote leggermente il capo, storcendo le labbra e proseguendo. Non ha problemi ad utilizzare un po' di sangue per le tecniche del clan, ma quando si tratta di dolori fastidiosi prolungati nel tempo è tutto un altro paio di maniche. Ma in ogni caso, il suo particolare vestiario viene notato poco dopo, portandolo a voltare lo sguardo in direzione opposta ad Azumi per un istante. < No..è stato un consiglio. > Ammette, abbassando appena il tono come se fosse vagamente imbarazzato dal fatto che è stato notato. < Pensi che sia troppo appariscente una cravatta rossa? > Domanda, cercandone lo sguardo e stringendo appena il nodo dell'elemento sopracitato. Proseguendo in ogni caso vengono date alla ragazza le informazioni utili riguardo le persone che potrebbero un domani far parte dei Goryo. Non è detto che tutti siano compatibili, ma quella parte del lavoro spetta a Nimura, mentre loro devono occuparsi degli esami preliminari. < L'esame genin non è un granchè.. > Ammette, mentre s'avvicinerebbe alle scale. < Forse si è sforzato di fare qualcosa di impossibile, per lui. > Impossibile fino ad ora, se le cose andranno per il meglio. Un cenno del capo in direzione del piano superiore, invitando così azumi ad iniziare a muoversi per raggiungere il primo piano, dove dovrebbero semplicemente raggiungere la stanza del ragazzo anemico. < Per quanto riguarda il terzo chiederemo al medico se ha dei contatti d'emergenza, nel caso parleremo a loro dei Goryo. In caso contrario..non penso nessuno avrà obiezioni se proveremo a non farlo morire. > Nimura sembra nutrire forte interesse verso le persone che non hanno più nulla nella loro vita, effettivamente. < Ok..parli tu con il primo paziente? > Domanda, mentre muovendosi da una parte all'altra del corridoio dovrebbero trovarsi prossimi alla stanza giusta. [chakra off] Storce appena le labbra, Azumi, al sentire la risposta di Kankri in riferimento al fastidio provato alla testa dal risveglio. Non sa bene cosa possa aver portato un simile sintomo, forse si sarà grattato troppo forte la testa tanto da arrivare a graffiarsi? Possibilità che non può escludere né accertare per ora ma che vengono alla sua mente pian piano. < Se vuoi posso darti una occhiata quando torniamo a casa. Magari ti sei graffiato senza accorgertene. > si offre lei tranquilla pensando a tutte le volte in cui, negli anni, si è occupata di pettinare la piccola Torihi e verificare che non vi fossero tracce di pelle morta o altro fra i suoi capelli dopo averglieli lavati. Insomma non sembra un sintomo preoccupante ma se ha portato il ragazzo a dormire male potrebbe essere davvero fastidioso. Azumi comunque continua ad osservare la figura del Goryo e, in particolar modo, il suo nuovo stile. Lascia scorrere le iridi azzurre lungo le maniche della camicia scura, lungo il colletto, la linea dei bottoni in gran parte coperta e nascosta dalla cravatta cremisi che pende dal suo collo. C'è qualcosa che l'attira, che richiama la sua attenzione a gran voce, come un urlo straziante nella notte che stride nelle orecchie. Come unghie che graffiano una lavagna e portano brividi e scosse al corpo, sollevano la pelle in ruvide bollicine. Arresta il passo per un istante sentendosi strana, quasi come se si fosse spenta per un istante e la sua vista si fosse offuscata. La figura di Kankri si sdoppia come se non l'avesse perfettamente messo a fuoco e le labbra si distorcono in un sorriso che par quasi sadico, elegante. Bellissimo. I capelli sono di un azzurro scuro, ciocche quasi color notte a screziare quella tinta così simile alla propria e-- poi la sua voce riporta tutto alla normalità e Azumi si ritrova a riscuotersi sbattendo rapidamente le palpebre, il cuore a batterle a mille nel petto, frenetico. < A-ah. No. > commenta con la bocca secca, meccanicamente, fissandolo per un istante stordita. Aggrotta le sopracciglia stranita e frastornata da quell'attimo di confusione e quindi stringe le palpebre come per scacciar via quelli che possono essere i residui di uno strano sogno ad occhi aperti od una alienante allucinazione. < No. Stai benissimo. > continua tornando presente a se stessa, tornando a camminare al suo fianco, guardandolo. < Magari con qualcos'altro di rosso attirerebbe meno l'attenzione. Non so... dei guanti? > si stringe nelle spalle gettando così, a caso, quell'idea, prima di proseguire col discorso e pensare alla missione. < Sì, è semplice però... voglio dire, qualcuno si sarà accorto che soffre di questo problema no? Se sviene in missione che fa? Si fa ammazzare? > domanda quasi troppo duramente, espirando. < Non mi piacciono quelli che sacrificano troppo per fare qualcosa. Alla fine non ne vale mai la pena. > Stringe i denti indurendo appena lo sguardo mentre, giunti sulla soglia dell'edificio, si premura di richiudere l'ombrello con forse troppa forza nelle mani. Infila lo strumento nel pratico porta ombrelli all'ingresso e segue Kankri verso le scale senza commentare quel suo ultimo dire in merito al paziente A. Non sa la storia del giovane e non si sente dell'umore di commentarla oltre. I due salgono quindi le scale e la ragazza ascolta quanto il Goryo dice in merito al paziente C ritrovandosi a concordare con lui. < Immagino di no. > Almeno così spera. I due raggiungono quindi il corridoio ove è presente la stanza del primo paziente e Azumi si ritrova a guardare Kankri in viso quando egli le chiede se voglia procedere per prima. Azumi fa spallucce stringendosi la coda alta dietro la testa. < Come preferisci. Ma entra con me. Non vorrei dimenticare qualcosa. > chiede al suo indirizzo prima di avviarsi -se l'altro avesse accettato, verso la stanza giusta. A questo punto sarebbe andata a far capolino nella stanza individuando il giovane pallido ex shinobi steso nel suo letto con l'aria malaticcia e annoiata. < Salve. E' permesso? > domanderebbe guardando il ragazzo negli occhi e sostando sulla soglia della camera. < Io sono Azumi Goryo e questo è Kankri Goryo e siamo dei genin. Cerchiamo Hiro Nagata per fargli alcune domande e, possibilmente, una proposta. > si presenta da subito così da cercare di rendere meno imbarazzante e strana la situazione. < Sei tu, vero? > chiederebbe alla volta dell'altro in attesa di una sua risposta prima di poter procedere. La proposta giunge all'udito del genin, facendovi seguire un cenno positivo. Preferirebbe non disturbare chi lavora considerando la gravità dei casi presenti nell'ospedale, specialmente se la causa potrebbe essere una comune irritazione o un prurito del quale non si era accorto. < Oh..ok. > Cammina ancora per qualche passo, tra un pensiero e l'altro. < Grazie. > Prosegue il dire con un lieve chinarsi del capo, nonostante lo sguardo non si sposti verso di lei, terminando di salire le scale che li separano dal corridoio principale del primo piano della struttura ospedaliera. Rallenta appena il passo quando l'altra ne osserva la cravatta in reazione a quanto le è stato chiesto, lo stesso sguardo a porgersi attento sul suo fare in attesa di una valutazione per quello che potrebbe fare da padrone al suo stile di vestiario. Fin'ora è sempre stato tipo da colori chiari e da abbigliamento elegante ma non particolarmente appariscente, per quel che valgono i suoi 2 e poco più mesi di ricordi. Tuttavia quando lei arresta il passo e sembra assentarsi per un momento lo sguardo si assottiglia, osservando quel suo fare senza tuttavia proferir parola. Qualcosa di strano è appena successo, ma non è la prima volta. Per quanto l'Anteiku sia strano, ci sono soltanto due persone che gli danno la sensazione più particolare di tutte. La prima è Nimura, che dal loro primo dialogo gli ha lasciato parecchie domande. La seconda è Azumi, da quando durante la loro prima missione ufficiale in veste di team ne ha visto lo sguardo totalmente privato di tutto. Sta andando avanti nel suo lavoro da ninja ed effettivamente dovrebbe essere davvero molto vicino agli obiettivi necessari per ottenere il giubbotto chuunin, tuttavia dovrebbe fermarsi per un attimo dal dovere ed iniziare a scoprire qualcosa in più. In qualità di ANBU dovrebbe trovare senza difficoltà una pista verso la verità. Pensa e quando ha finito gli vengono proposti dei guanti rossi. Lo sguardo si alza verso il soffitto, valuta appena la proposta. < Ah. Sai che ce n'erano tre o quattro paia nelle scatole di trasloco della mia stanza? Forse posso prenderli dal magazzino.. > Dovrebbe solo accertarsi che la cosa non disturbi nessuno, ma ne dubita fortemente. < Sacrificarsi per qualcosa..lo trovo incredibile. > Avere qualcosa ed essere pronti a dare tutto di sè per proteggerla. < Solo se alla fine il prezzo da pagare non è troppo alto. > Prosegue e corregge la frase precedente, storcendo appena il labbro inferiore e proseguendo nel parlato, per raggiungere il ragazzo del quale hanno parlato. < Devono averlo sospeso perchè l'hanno scoperto, credo. > Afferma, annuendo positivamente con il capo quando gli vien detto di entrare con lei. E così, in un baleno, si passerebbe dal corridoio alla stanza ricercata, giungendo davanti ad un ragazzo. Capelli dalle sfumature rossicce, così come gli occhi, qualche lentiggine sul volto, e come facilmente si nota, una pelle davvero chiara. "Se siete degli affari interni, no! Non sapevo di essere anemico!" La prima affermazione, particolarmente aggressiva. Lo sguardo del genin andrebbe a cercare quello della compagna di team. < Ci manda Nimura Goryo, come ha detto Azumi, per una proposta. Non hai un'innata, giusto? > una domanda di sicurezza, per non rendere inutile ciò che segue. Come aspettato, il ragazzo andrebbe a scuotere la testa. "No." Sistemandosi meglio dal suo lettino, tornerebbe a zittirsi. < Ottimo. > Silenzio da parte di Kankri, lasciando alla compagna le domande importanti. [chakra off] Non replica al ringraziamento del ragazzo non trovando necessario spendere altre parole in merito alla questione. Avrebbe controllato che la sua testa fosse okay e se avesse continuato a provar fastidio o dolore l'avrebbe accompagnato in ospedale per una visita di controllo. Ma finché avesse potuto evitare di farlo passare sotto le mani dei medici avrebbe fatto il possibile per aiutarlo. Avanzano, camminano, parlano e quando Azumi si perde in quel lungo attimo di contemplazione Kankri la osserva silente. Non chiede nulla, non pone alcuna domanda, ma osserva. E la giovane lo vede, l'avverte, ma non replica alcunché. Non sa neppure lei cosa le sia preso, non aveva alcuna intenzione di fissarlo o di essere scortese in quel suo strano imbambolarsi. Eppure... è stato così bizzarro. A tratti inquietante a dire il vero, quel modo di vederlo così scontornato, quasi come se i bordi della sua figura si stessero spandendo e sfumando creandone un'altra totalmente diversa eppure così s i m i l e. Non saprebbe come spiegare una simile sensazione alla volta del giovane e, onde evitare di farlo preoccupare, si limita ad ignorare quanto appena successo inarcando le sopracciglia al sentire quanto Kankri le rivela. < Immagino non se ne avrà a male nessuno se ne recuperi un paio. E poi se adesso ti hanno dato quella stanza evidentemente il precedente proprietario non deve essere più qui, no? > azzarda lei tranquilla prima di inspirare bruscamente dal naso quando il Goryo fa quell'osservazione che quasi la colpisce al cuore. < Ho smesso di crederci ormai. Se vuoi sacrificarti sei libero di farlo-- > il tono si fa più brusco di quanto non volesse e si ritrova presto a bloccarsi per guardare Kankri negli occhi e rendersi conto che, una parte di lei, detesta l'idea di un Kankri sofferente o combattuto. < ...cerca solo di assicurarti che ne valga la pena, okay? > continua con tono più morbido, quasi rassegnato, come una madre che si rende conto di non poter salvare il proprio bambino da tutti i pericoli del mondo. Il discorso tuttavia viene bloccato dall'arrivo dei due presso la camera del paziente numero uno. Entrambi si dirigono nella camera ritrovandosi ad incontrare finalmente il 'famoso' Hiro. Decisamente insoddisfatto e infastidito dalla sua condizione ma apparentemente non contrario alla loro presenza. Azumi andrebbe ad entrare nella camera avvicinandosi al letto dell'altro con passo tranquillo, aggraziato, quel leggero ancheggiare tipico della figura femminile. < Abbiamo saputo che a causa di questo tuo problema di anemia sei stato costretto ad abbandonare la tua carriera da shinobi. > principia la ragazza andando -senza troppi convenevoli- a sedersi sul bordo del letto del giovane poggiando una sola coscia sul materasso, il busto rivolto verso il giovane e lo sguardo serio e puntato nel suo. < Hai scelto di fare il ninja pur sapendo di soffrire di questo disturbo? A noi puoi dirlo, non vogliamo incastrarti o altro... Vogliamo proporti un accordo. > domanda lei senza distogliere lo sguardo, sporgendosi anzi leggermente verso di lui. < Vorresti tornare ad operare come ninja? > chiede, poco dopo, in un sussurro quasi ammaliante, come se gli stesse ponendo sotto gli occhi una pericolosa tentazione. Il ragazzo osserva i due sorpreso, stranito, con una espressione a metà strada fra il sospettoso ed il confuso. "Avevamo bisogno di soldi, fare il ninja sarebbe stato un ottimo modo per avere delle entrate sicure. Pensavo che magari allenandomi avrei sopportato meglio quegli.. episodi" spiega il ragazzo con un sospiro stanco, irritato, passandosi una mano nella zazzera rossa. "Sarebbe bello. Ma ormai non me lo permetteranno più." stringe le labbra con fare infastidito portando Azumi a tornare con la schiena ben dritta e volgere il capo verso Kankri quasi a ricercare nel suo sguardo una specie di spinta a proseguire od una eventuale altra domanda utile al loro scopo. < Se... ti dicessimo che possiamo offrirti l'occasione di tornare a combattere, cosa diresti? Cosa saresti disposto a fare per afferrare questa possibilità? > domanda la giovane alzandosi in piedi, fissando il ragazzo con fare serio ed attento. "Cosa?" domanda il giovane basito, sorpreso, sgranando gli occhi. "E' possibile? E' davvero possibile? C'è una cura?" chiede fissando i due con fare incredulo, meravigliato. Azumi si umetta le labbra andando ad inspirare. < Non direi... cura. Diciamo che Nimura potrebbe aiutarti se dovesse ritenerti adatto. > spiega la ragazza inclinando appena il capo in sua direzione. < Tutto ciò che vogliamo sapere è se te la sentiresti di incontrarla e farti visitare da lei. Se sei disposto ad accettare questa offerta. >
Giocata del 02/03/2018 dalle 17:42 alle 20:11 nella chat "Ospedale Distrutto [Kusa]"
Il loro disocrso prosegue, parole al vento che forse un giorno avranno un senso ben più grande all'interno di un'unica grande tela, ma che nel presente non varranno più di una piacevole discussione nel mezzo della missione. < Effettivamente Nimura ha parlato di qualche Goryo che è sparito. > Andato via, a quanto pare non morto. La cosa migliore da fare sarebbe riuscire a parlare con la capoclan per ottenere maggiori informazioni in merito alle sue intenzioni ed al suo fare, ma se gli avesse voluto dire qualcosa molto probabilmente lo avrebbe già fatto. Ma c'è qualcosa che non si collega al futuro, nel dire di Azumi, quella sua reazione brusca al proprio modo di parlare che lo porta a spalancare lentamente gli occhi, osservandola in silenzio per qualche secondo oltre il suo dire. < Certo. > Una parola, probabilmente neanche soddisfacente come risposta al dire altrui, tuttavia sembra rimanere sbigottito, e non ci son parole utili da poter pronunciare. Un paio di passi ancora, e si ritrovano nella stanza di un paziente. Mentre la compagna s'avvicina al letto Kankri rimane qualche passo indietro, ascolta il colloquio che prosegue in silenzio, limitandosi ad assimilare le informazioni. E' strano pensare che quel ragazzo a loro sconosciuto potrebbe riuscire nell'arco di brevissimo tempo a diventare parte della famiglia. Lo sguardo incredulo del giovane andrebbe spostandosi persino su Kankri, per verificare che la soluzione offertagli non sia stato frutto della sua fantasia. < Quello che ha detto la *signora* è totalmente vero. Basta un cenno del capo e Nimura verrà a parlarti di persona in breve tempo. > Un sorriso, dopo aver sottolineato il nome dato ad Azumi di fronte al loro obiettivo. Segue infine un cenno del capo, invitandolo a fare una scelta che a tutti gli effetti sembra parecchio ovvia, considerando la quantità di possibili bonus e malus. Ed effettivamente non passerebbe più di qualche secondo di silenzio, eventualmente colmato dalla propria compagna di team, prima che il giovane si lasci infatuare dalla speranza di riprendere a fare ciò che desidera. Un cenno dovrebbe esser visibile, accompagnato da un paio di parole quasi sussurrate. "Accetto l'offerta..sì." Un profondo respiro ad esser preso da Kankri, invitando conseguentemente Azumi a seguirlo fuori dalla stanza d'ospedale, tramite il lento moto del corpo verso l'uscita. < E' stranissimo. > Affermerebbe, corrugando la fronte e rivelando parte del suo pensiero attuale verso la situazione. < Cioè..basta davvero poco per cambiare una vita. > Lo sguardo si perde nel vuoto, nonostante la mente si perda invece nella più grande massa di idee possibile. Questa missione, che apparentemente detiene un'importanza relativamente bassa, è la descrizione perfetta del così detto effetto farfalla. Cambiare il destino di qualcuno potrebbe cambiarlo a tutti. Forse quel ragazzo, diventando un Goryo, sarà capace di salvare un villaggio. E forse da quel villaggio nasceranno altre importanti figure, e così via, in un ciclo di vita e morte. Per qualche motivo sembra strano, e familiare. < Scusami..> proseguirebbe nel suo dire, dopo un breve stacco. < Proseguiamo? > [Quuuest] Il capo vien portato ad annuire un paio di volte in un moto lento, leggero e silenziosamente stanco. Deglutisce senza far rumore continuando ad avanzare per il corridoio lasciando cadere fra loro una quiete fredda e leggermente tesa. Non voleva sbottare così davanti a Kankri, né tanto meno prendersela con lui. Ma lei ci è già passata: suo fratello è stato pronto a sacrificare ogni cosa per il suo obiettivo ed alla fine ha perso tutto. Persino la vita. Il solo pensiero che anche il ragazzo al suo fianco potrebbe seguire lo stesso destino per via di una sciocca ideologia le mette i brividi. Stringe le labbra espirando sonoramente prima di accantonare questi pensieri e semplicemente tornare nella stanza. Qui ha modo di incontrare il primo dei tre pazienti indicati dalla squadra O.M.M. e di proporgli l'idea di parlare con Nimura nella speranza di poter risolvere la sua condizione fisica e quindi tornare ad operare come ninja in totale sicurezza. Non gli ha spiegato tutto, non sta a lei raccontargli nel dettaglio dei Goryo e di cosa concretamente sarebbe potuto succedere ma l'altro sembra decisamente abbastanza attratto dalla prospettiva di poter "guarire" dalla sua condizione. Kankri le dà man forte ricorrendo ad un termine che porta Azumi a volgere il capo verso di lui per mostrargli un sorriso istantaneo e spontaneo, quasi una intesa silenziosa fra loro che vorrebbe mostrare riflessa nelle sue iridi azzurre una sola parola "Scemo". A giudicare dal calore nello sguardo e nel sorriso si direbbe che la sua voce sarebbe affettuosa e divertita nel pensare quel dire, ma il sorriso dura ugualmente poco. Si volta verso il paziente con maggior calma nel cuore e quindi si alza dal letto avendo ormai praticamente concluso il suo ruolo in quella stanza. < Ci basta che sia disposto ad incontrare la nostra capoclan. Poi sarà libero di dire a lei se vorrà accettare la sua-- "cura" oppure no. > lo incoraggia quindi a dar loro quella possibilità ascoltando infine quel basso consenso da parte del paziente. Azumi annuisce e schioccando la lingua sul palato va chinando appena il capo in direzione del paziente. < Molto bene allora. Nimura verrà a trovarla a giorni. > si congeda così, senza aggiungere altro, seguendo quindi il cenno di testa di Kankri fuori dalla stanza. < Nh? Cosa? > domanda richiudendosi la porta alle spalle, volgendo al compagno la sua attenzione. Ascolta la sua osservazione e quindi schiude le labbra trattenendo il fiato per un secondo. D'istinto ruota il viso verso la stanza appena abbandonata e lascia vagare lo sguardo lungo la superficie della porta chiusa. < Quello che Nimura fa non è propriamente poco... E' un cambiamento concreto nel corpo di qualcuno. E' un cambiamento tangibile. > osserva lei con voce bassa, seria, portando una mano dinnanzi a sé e osservando le proprie dita aprirsi e richiudersi. Sente una specie di lontano ronzio nella mente, la vista oscurarsi in un flash improvviso della durata di una frazione di secondo, come quando si stringono troppo forte gli occhi e colori diversi esplodono violenti dinnanzi alle iridi. Macchie cremisi scoppiano dinnanzi a lei, come lacrime di sangue svanendo così come sono arrivate, una parola a sfumare nella sua mente come un ricordo poco nitido e parziale. "-tazzina." < A volte anche solo una parola può cambiare una vita. Quello sì è- terrificante. > termina riabbassando la mano, scacciando quella sensazione di alienazione in favore di un profondo respiro. Kankri a sua volta ritorna al presente e, scusandosi, la invita a proseguire. Azumi annuisce andando a volgersi verso la direzione da cui sono venuti. < Il secondo paziente è quello che ha perso un arto. Un braccio- mi sembra? > dice ricordando le informazioni ricevute e lette sui fogli che entrambi hanno con loro. < Il reparto dovrebbe essere dall'altra parte del piano. > aggiunge allora indicando con un cenno del capo il corridoio dall'altra parte della stanza ove le scale li hanno condotti. Andrebbe a dirigersi verso tale direzione assicurandosi della presenza di Kankri al suo fianco e, quindi, andrebbe a camminare con passo tranquillo, cadenzato, ignorando la presenza di eventuali medici, infermieri e pazienti ad incrociare la loro strada. < Scusa, per prima. > dice d'un tratto spezzando il silenzio. < Non volevo essere così brusca. > chiarisce abbassando il capo, notando i propri passi alternarsi per il pavimento bianco del reparto che ora starebbero imboccando. < Non era affar mio. > termina cercando di offrirgli le sue scuse più sincere, espirando piano l'aria racchiusa nei suoi polmoni mentre le stanze del reparto si succedono attorno a loro fino a quando non dovrebbero raggiungere la camera che stavano cercando. < Dovrebbe essere questa. Ci parli tu? > Chiudono abbastanza rapidamente il discorso nei confronti del primo paziente, il cui destino non è stato cambiato, ma preparato al cambiamento. Se paragonassimo la vita ad un sentiero, in questo momento il clan Goryo è stato capace di proporre ad un individuo qualsiasi la possibilità di cambiare il proprio sentiero. Una vita da ospedale contro il proseguimento della carriera ninja e la possibilità di mantenere i propri introiti. Per quel che ne sanno potrebbe anche morire alla prossima missione..tuttavia, è bello pensare di fare la differenza con qualcosa di così estremamente semplice. Si ritrovano adesso fuori dalla stanza, uno sfogo da parte del Genin. Queste missioni, nella loro estrema semplicità, riescono a disturbarlo ad un livello più che strano. Quel giorno nell'aula dell'accademia, mentre cercavano un topo. Prima di entrare nella stessa accademia, persino adesso, ha la sensazione di sentire sentimenti fortemente contrastanti verso Azumi. Confidenza e formalità che si miscelano assieme alle bugie, rendendo la loro situazione particolarmente difficile da descrivere. < Ho la sensazione ch-- > Silenzio immediato ed occhi a scivolare in basso, osservando lei concentrarsi per breve tempo su una delle sue mani, aprendola e chiudendola. <Pensiamo davvero troppo a queste cose.. > una risata per non appesantire l'aria. Forse la cosa giusta da fare sarebbe per entrambi semplicemente parlare e giungere al ritrovamento di una soluzione, ma almeno per quanto riguarda Kankri, è incapace di abbassare da solo la sua personale barriera. A volte fallisce, come poco fa nel suo breve sfogo, ma tende a nascondere ciò che accade, tende ad aver timore. E pensando a sè stesso non può che essere naturale cercare di identificarsi in un'altra persona, per verificare la propria integrità. E nel suo caso quell'altra persona è Azumi, che in un certo senso sembra seguire come lui un perfetto pattern di movimento davanti ad uno specchio. Mai troppo, mai troppo poco. Come una lunga lista di regole da rispettare per non esplorare oltre il giusto. < Sì, è lui. > Un cenno del capo per quanto riguarda quel paziente, avviando il moto per raggiungere la stanza indicata. Ed il silenzio fa da padrone lungo scale e corridoi finchè non giungono abbastanza vicini alla camera indicata e finchè la stessa Azumi non spezza per prima il silenzio. Delle scuse. < Ah..> il capo si china, osservando il pavimento. Prolungato silenzio, prima che risponda. < Ti sei preoccupata per me. > Il capo si alza lentamente dopo quest'affermazione. < Non so se qualcuno l'ha mai fatto. > Tanti sono i significati della frase, ed il più palese si ricollega alla sua amnesia. < Grazie. > Un cenno del capo, per poi trovarsi davanti alla stanza. Il braccio sinistro ad alzarsi e le nocche a battere sulla porta, prima di entrare. < Stiamo cercando il ragazzo che ha perso un braccio..> Ad incrociare lo sguardo di Kankri nessun paziente, bensì quella che sembra essere una donna dello staff degli O.M.M. "Oh, se cercate Amane dovete sapere che è stato dimesso. Da quel che ricordo un uomo di bell'aspetto gli ha offerto di mettere in sesto il suo arto in cambio di averlo come aiutante per la sua collezione." Una collezione, un uomo, una cura. Tutto fa pensare ad un Goryo, e il parlare di collezione..porta nello sguardo di Kankri un'aria estremamente preoccupata. Sguardo a spostarsi rapido su Azumi, ma niente viene detto, come se l'aria si fosse condensata a tal punto dal bloccare ogni parola. "L'uomo ci ha lasciato un indirizzo qualora giungesse qualcuno a cercarlo. Inoltre mi hanno informato che state cercando un terzo ragazzo, per comodità il primario l'ha fatto spostare in questa stanza." Un cenno del capo della donna, che allontanandosi va probabilmente a recuperare l'indirizzo da consegnargli. Guardando meglio il luogo, sarà visibile una grande tenda a spaccare in due la stanza, ad accompagnare la sagoma di un lettino sul quale qualcuno dovrebbe star riposando, idealmente il loro terzo obiettivo, quello conciato peggio. < Azumi..> Sono soli nella stanza, e probabilmente hanno entrambi capito cosa potrebbe esser successo al ragazzo senza braccio. Che l'indirizzo sia..stato dato proprio per loro? [quest] Lo sguardo della genin va a ricercare quello del compagno quando questi pronuncia quel primo dire. Un sorrisetto amaro, sarcastico, va a distendere le sue labbra nel sentire quelle parole e la mano viene abbassata e lasciata molle lungo il fianco. < Sai? E' ironico. > mormora Azumi ruotando il corpo intero verso Kankri, puntando nelle sue iridi le proprie. < Io vivo aggrappata ai miei ricordi. Tu al tuo presente. Perchè è tutto ciò che abbiamo. > osserva con amarezza mostrando quel sorriso vuoto che già gli ha mostrato in precedenza, in un'altra occasione, durante una missione diversa, alla ricerca di un topo. < Magari riusciremo ad allentare la presa un giorno. > aggiunge poi stringendosi nelle spalle, cercando di risultare speranzosa, di credere nella possibilità di un miglioramento, ma senza crederci poi tanto. Cala nuovamente il silenzio e i due si dirigono verso la stanza del secondo paziente ritrovandosi a condividere il cammino in un denso e quasi pesante silenzio che tende a divenire di troppo. Azumi lo spezza con delle scuse e Kankri le risponde in modo tanto spontaneo e sincero da lasciarla per un attimo sorpresa, a labbra schiuse. Gli rivolge lo sguardo col fiato mozzo in gola, vedendo per un istante soltanto nell'altro una luce che credeva non avrebbe mai rivisto nella sua vita. < Uh- sì. Cioè. > si schiarisce la gola ficcando le mani nelle tasche e tenendo il capo basso, incerta su cosa dire. < Figurati. > mormora non sapendo bene se sia una risposta sensata o meno, ma è l'unica che le sia venuta in mente. Arrivati davanti alla stanza, comunque, i due vengono accolti da una donna appartenente al corpo medico la quale informa i due Goryo dell'assenza del paziente ricercato. Azumi ascolta attenta facendosi man mano sempre più seria mentre le informazioni arrivano gravi al suo udito. Sgrana di poco gli occhi, le pupille si restringono e il viso vien volto verso Kankri quando la donna se ne va lasciandoli soli, con la promessa di portar loro l'indirizzo di quell'uomo. < Credi che sia lui...? > mormora a bassa voce, quasi temendo di venir udita da qualcuno nascosto nella camera. < Ma perchè lasciarci un indirizzo? Perchè vuole essere trovato? > chiede lei stringendo ora i denti, le labbra, indurendo lo sguardo. Le mani vanno a formare due pugni stretti lungo i fianchi e l'espressione si fa seria e preoccupata. Inspira a fondo, tesa, per poi andare ad espirare e radunare le idee. < Va bene. Adesso occupiamoci dell'ultimo paziente e poi corriamo da Nimura e riferirle tutto. Non credo sia il caso di andare a controllare da soli... > propone guardando Kankri negli occhi, avvicinandosi quindi al letto ove giace il terzo paziente nel caso in cui il genin avesse acconsentito. Se fosse arrivata accanto al letto dovrebbe ora vedere un giovane dal crine candido e dal volto fasciato. Bende bianche ricoprono la zona del volto ove dovrebbero essere presenti gli occhi, nonché le tempie. Ciuffi di capelli chiari coprono tratti di bende mentre il respiro del giovane par essere profondo e regolare, indice dell'incoscienza. Addormentato, silente, coperto da coperte candide e privo della vista. Azumi non riesce a immaginare il tormento che egli deve star vivendo in quelle condizioni. In verità si augura che non sia capace di sentire alcunché. < Sembra giovane. E alto. > osserva lei, a bassa voce, studiando i lineamenti del corpo coperto da camice e coperte. < Dovremmo chiedere a quella donna se ha dei parenti con cui parlare. > Le parole altrui lo portano ad annuire nel più totale silenzio, come stesse porgendo rispetto davanti ad un morto, come fosse solo davanti a qualcosa non più appartenente al presente. L'affermazione altrui è forse ben più corretta di quanto possa saperne persino la stessa Azumi. Il presente, il passato, tutto prima o poi collide. Come una bottiglia con dentro un messaggio lasciata in mezzo all'oceano, che prima o poi si ritroverà ad incrociare qualcuno. Forse il motivo per cui non possono allentare la presa è perchè sono entrambi il fantasma di loro stessi. Si muovono in mezzo a tutti, fanno ciò che tutti fanno, ma se solo provassero ad allungare le braccia per sfiorare una persona probabilmente la trapasserebbero, cadendo a terra. Il tempo prosegue rapidamente dopo quell'affermazione, tutto viene sospeso su un filo ed improvvisamente sono entrambi dentro quella stanza. Il corpo di Kankri ad appesantirsi sotto la forza dell'immaginazione. Pensare a tutto ciò che possa essere successo a quel ragazzo, pensare all'artefice, all'idea che possa essere ancora vivo e che in ogni caso non si possa far niente al riguardo. < Quale dei due..però. > Il collezionista di teche è un'aberrazione, una sconcertante e disordinata deviazione, un Goryo che è stato totalmente contaminato dalla follia, il cui subconscio è diventato più forte dell'io standard. Il collezionista è abbastanza potente dall'esser stato lasciato libero di far danni sotto la consapevolezza di Nimura. Ma dall'altra parte con la sua morte Natsumi è riuscita a scoprire che attorno a colui che sembra l'antagonista gravita una seconda figura che ne copia il modus operandi. < L'ultima volta l'indirizzo ricevuto da Nimura ha portato ad un magazzino con un corpo..> Il tono è estremamente serio, è ovvio che la cosa si stia evolvendo. Non si tratta più di cercare di trovare un danno. Si tratta di un combattimento che pare aver già avuto inizio. I loro obiettivi stanno venendo presi di mira da uno dei due collezionisti, potrebbero persino lavorare assieme per quel che ne sanno. < Amano esporre il loro lavoro. > Silenzio da parte del genin, un cenno del capo per avvicinarsi infine verso l'ultimo paziente. Se non fosse stato nella stessa stanza probabilmente lo avrebbe lasciato stare per andare ad avvisare Nimura. Superano la tenda e raggiungono così il terzo paziente. Non facile da identificare come un volto conosciuto, per le sue condizioni, ma qualcosa di lui è estremamente triste e malinconico. Se solo ci pensasse..forse, qualcosa verrebbe fuori. Ma la mente è contaminata da idee e pensieri, distrazioni, riguardo il collezionista. < Aspetta..> Indica con l'indice un comò, sul quale è presente quello che sembra un registro della condizione altrui. Non dovrebbero spiare apertamente di norma..ma in teoria ora ne hanno i permessi. Si avvicinerebbe così al blocco utilizzato dai medici, uno sguardo ai dati utili. < Irou Uchiha, 28 anni. > Lo sguardo scivola rapidamente sulle condizioni cliniche altrui, che come da aspettativa sono totalmente orribili, infine lo sguardo scivola in fondo al foglio, dove si parla dei recapiti. < Il solo contatto di emergenza è irraggiungibile-- > Leggendo la seconda pagina forse potrebbe leggere il nome di quel contatto, ma non vi è nessun pro a farlo considerando che non lo si può raggiungere. < Non penso avrà nulla da perdere se diamo a Nimura il consenso. > Passa il blocco ad Azumi, qualora volesse anche lei dare un'occhiata, ma si allontanerebbe poco dopo, uscendo dalla zona riservata. < Appena hai fatto impastiamo il chakra e corriamo a fare rapporto a Nimura. > Il tono non è freddo, ma vagamente scosso, facile capire perchè. Il loro lavoro è fatto e vuole soltanto andare a fondo in tutto ciò. [exxxxit] Le osservazioni fatte da Kankri sono corrette e fanno eco ai pensieri della Goryo che ripercorre mentalmente tutto ciò che fino a quel momento ha avuto modo di sapere a proposito di questo famigerato collezionista. Una loro compagna sembra esser stata uccisa da quello che sembra essere un imitatore il quale rende ora ancora più difficile il compito di catturare il collezionista originale. Non sono state rinvenute differenze fra i loro modi di agire e per questo ad ogni nuovo caso scoperto non è possibile riconoscere l'impronta dell'uno o dell'altro. Inoltre non hanno poi molte altre informazioni sulle quali basarsi e questo rende ancora più delicata la missione. Di sicuro, però, sanno che adesso sono due gli obiettivi da fermare. Azumi si morde il labbro inferiore ripassando queste nozioni mentre Kankri medita a voce alta. La ragazza lo osserva e va ad assottigliare lo sguardo in una espressione pensosa prima di smuovere le rosee e azzardare una ipotesi. < E se il secondo imitatore non sta cercando semplicemente di imitarlo, ma di richiamare la sua attenzione? > domanda la Goryo passandosi la lingua fra le labbra in un rapido gesto. < E se neppure lui sa chi sia il collezionista e sta semplicemente cercando di incontrarlo? > Il solo pensiero le mette i brividi. Se la possibilità fosse reale di sicuro non ci sarebbe niente di buono all'orizzonte: un pazzo disposto a ridurre così le sue vittime solo per incontrare un altro pazzo sarebbe capace di tutto. E cosa potrebbe succedere, poi, se i due prendessero a lavorare assieme? La sola idea le manda brividi freddi lungo la schiena. Decide di posticipare quella discussione concentrandosi sul ragazzo disposto nel letto ospedaliero. L'osserva, veglia il suo sonno mentre Kankri recupera la cartella clinica da un mobile a ridosso del muro. Legge il suo nome, i suoi dati e informa la ragazza dell'impossibilità di raggiungere l'unico contatto segnato per le emergenze. Una sfortuna per il giovane ma forse una fortuna per loro. < Immagino di no. E poi sono sicura che se una volta curato vorrà morire troverà un modo per farlo, eventualmente. > commenta con forse un po' troppo cinismo stringendosi nelle spalle, decisamente distratta dal nauseante pensiero dei due collezionisti a piede libero. Prende distrattamente la cartella che Kankri le sta porgendo e lascia scorrere lo sguardo sui fogli per capire in che condizioni versa il ragazzo. Una situazione decisamente pessima, triste, che però i due potrebbero riuscire a cambiare. Non legge i fogli successivi, non ci presta attenzione, anche la sua concentrazione come quella del compagno è tutta calamitata dal pensiero dei due criminali. Ripone al proprio posto la cartella e quindi si rivolge verso Kankri, annuendo alle sue indicazioni. < Sì, sarà meglio far presto. > concorda con lui, pronta ad abbandonare ora la stanza e richiamare il proprio chakra per arrivare il prima possibile a casa. Da Nimura. [END]