Thé all'estratto di male.

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14:50 Itsuki:
  [Centro] A quanto pare, il tempo per le proprie letture è giunto sfortunatamente al termine. Normale, banale abitante di Kusa o meno, a lui essere etichettato non gli interessa, conformarsi, omologarsi, sono questioni relative solo e soltanto all'essere uno della massa, un'ombra, una macchia che magari nemmeno si nota. Comodo, per mantenere un basso profilo sino al giorno che verrà. Che poi, qual'è il giorno che verrà? Lo sà solo lui. Per adesso, vedrebbe quindi di porre un sottile filo rossastro come segnalibro, attaccato al dorso della copertina, reggendo il libro nella dritta, vedendo di riportare lo sguardo si di lei, visto che lo aveva scostato momentaneamente. Solare, o comunque più brava a recitare di lui, che nemmeno ci si sforza a provare ad apparire normale, eccola che lei andrebbe a rivelargli invece che è della pioggia, e per quantos ia del villaggio della pioggia è allo stesso tempo felice, sì insomma, magari lo è più ora di prima, visto che secondo Itsuki vi sarebbe un particolare motivo per il quale accigliarsi appena, ma non troppo non preoccupatevi, la fronte si stropiccia in maniera relativamente percettibile, il viso si contrae a malapena, ma comunque ecco che esprime il proprio dubbio < Buffo, essere felici per una pioggia sette giorni su sette... > sospira semplicemente, non che lui disdegni Ame o quant'altro, è che in realtà odia la pioggia e l'umidità che ne consegue: gli disfano i capelli. Quindi, ad Ame probabilmente, per quanto bella potrà essere, non vi metterà mai piede, a meno che sarà impermeabile dalla testa ai piedi, ma questi sono altri discorsi. Per ora, eccolo che senza ulteriore indugio andrebbe rispondendogli < Non mi sembri nemmeno genuinamente felice. > ed insomma, non è che sia in grado di scoprire quel recitare di ella, non è che possa sondare le vere emozioni altrui per coglierne l'entità, ma d'altrocanto, quella ragazza effettivamente non sembra felice, almeno non come intende lui. Che poi appunto, cos'è la felicità? È una cosa decisamente soggettiva e probabilmente quanto mai lontana da raggiungere, o forse si nasconde in ogni piccolo gesto quotidiano, chi lo sà, dipende da ognuno, fattostà, che senza nemmeno una felice nota nel tono, lui continuerebbe domandando a sua volta, senza risponderle quindi direttamente. < La tua definizione di felicità...? > e quasi si ricorderebbe all'ultimo momento di porre quella inflessione interrogatoria, come se fino a prima glielo stesse quasi ordinando, pronto in un certo senso a prendere appunti, allo stesso tempo annoiato e incuriosito dagli estranei. Il Kaguarakaza, dall'interno, non fiata, sembra quasi che abbia di meglio da fare, per quanto Itsuki non abbia la minima idea di che cosa si possa fare dentro sè stesso. Non è mica un computer, per quanto macchina sembri.

15:10 Kaime:
 La fanciulla, dalla smeraldina chioma, andrebbe ad ascoltare ma, soprattutto, ascoltare quell'essere, quella sottospecie di automa dotato di vita, ma non carisma alcuno. La leggera brezza le accarezza il mando e la lattea epidermide facciale, la cui espressione ritorna seria, fredda, quasi come quella del ragazzo che la fronteggia. Al dire del giovane la ragazza socchiuderebbe gli occhi, quasi si spengano, come spento è il vigore di quelle dorate iridi, che, a causa di un gioco di ombre, potrebbero realmente sembrar meno vividi. La voce esce velenosa, fredda, rassegnata ma comunque aggraziata...<la mia concezione di felicità si è persa tra le strade di Ame...questa città non è felice, non è gioisa...> Si fermerebbe poi per un respiro profondo, atto a creare un proseguo, collegando anche il di lui chiosare <...e hai ragione, ad Ame piove ogni giorno, ogni momento della giornata, tranne rari casi, ma... lì vi è amore.> Ultime parole, prima che un nodo alla gola per spenga la voce, un nodo che spinge fino agli occhi, ma che rimangono asciutti, tristi...<tu invece sei felice? Felice di questo posto? Felice di questo letamaio, FELICE DI QUESTA MERDA DI CITTÀ?!>. Sfogo di una diciassettenne che si è vista togliere tutto, i suoi giochi, i suoi amici, la sua routine...la sua spensieratezza. L'ultima parte vedrebbe un tono vocale sempre maggiore, fino a rischiar di sfociare in urla, ed ad ogni domanda retorica un passo verrebbe fatto in sua direzione, un passo che rappresenta la sua presa di posizione...la sua rassegnazione, sempre che il ragazzo non fermi questo avanzare al principio.

15:37 Itsuki:
  [Centro] Lui permane, immobile. Non pecca di carisma per quanto non lo lascia trasparire, elegante nei gesti e quasi sempre più aggraziato, sarà la nobiltà che traspare da quella figura interna, o chissà, fattostà che semplicemente se ne rimane lì, statuario, fortuna che non ha niente che vada messo in fretta al fresco o si guasta, sennò quell'incontro sarebbe potuto diventare un problema. Ascolta il dire di ella, ascolta il suo sfogo, la lascia fare, accoglie la sua rabbia e il suo disprezzo per quando non batta ciglio al riguardo < ... > permane in silenzio, senza appunto sembrar di avere una risposta, una reazione, un'emozione di rimando per il dolore che attanaglia la giovane Deshi. Amore poi? Cos'è? Si mangia? Ci si accendono i camini? Lui di queste inezie non ne vuole sapere, non gli interessa qualcosa che non ha mai provato e che non ha mai ricevuto, glissando appunto sulla questione lasciando che lei esclami ed alzi la voce, avanzi verso di lui, lui che non muove comunque un muscolo, ancora per qualche lungo attimo, se non quelli facciali ora, quando andrebbe a rispondere, sempre con il solito fare tirchio nel verbale < Non ho bisogno di essere felice. Qui, alla Foglia, o in qualsiasi altro Villaggio, la felicità sarebbe relativa, così come altri desideri, bisogni, sentimenti che rientrano solo in una cerchia di fastidi ed ostacoli che non ritengo necessari per la mia esistenza. > chiaro, secco, conciso, quasi se fosse lui quello con il veleno perennemente in bocca, per nulla compassionevole, empatico, seppur per quanto di poche parole, in grado di continuare. Quasi potrete scrivere sul calendario la data di tutte quste parole di seguito. < Se sei infelice di questa città, prova a cambiarla. Non bisogna diventare necessariamente Ninja per proteggere il Villaggio nel quale si abita... > e sì insomma, quello è il suo libero ed arbitrario punto di vista, un'osservazione personale che magari potrebbe aiutare la Deshi a porre la questione sotto un'ambito meno personale, farla sentire ancora di meno appartenente all'Erba e quant'altro, magari sviluppado quel suo astio, magari spingendola un poco di più su di una strada non propriamente positiva " Mh, non è di certo unconsiglio da buon samaritano... " direbbe ridacchiando da dentro appunto l'altro Goryo, andando ad enfatizzare e sottolineare ciò che ha appena detto, con la solita pesantezza e piattezza, il Genin, per quanto possano sentire solo loro due la voce del Kagurakaza.

16:06 Kaime:
 La ragazza, accortasi solo in un secondo momento cosa avesse fatto, andrebbe ad allontanarsi di colpo dal quel maschil corpo, andando a portare le mani avantibe pronunciando sincera...< Scusami, non volevo aggredirti>. Quel chiosare verrebbe espulso tutto d'un fiato, mentre, riabbassando le mani, andrebbe a sistemarsi il vestiario da eventuali pieghe, dovute a movimenti repentini. Il dire dell'altro giungerebbe rapido, penetrante come un coltello fra le costole. Gli occhi della giovane si spalancherebbero, riportandole alla mente quel desiderio di fuggire, di scappare altrove, ovunque che non sia Kusagakure. La risposta andrebbe ad arrivare solo una volta ben ponderata...< Se solo potessi, sono costretta ad essere una shinobi di questo villaggio...ormai Ame è stata trasferita qui, qui ormai è>...continuerebbe con lo disgusto nel tono della voce <...casa mia>. I denti vanno a catturare il labbro inferiore in una graffiante morsa, non sapendo cosa dire a quel ragazzo, non sapendo cosa dire a se stessa...solo una cosa verrebbe chiosata...<comunque piacere, Kaime Ishiba>

16:21 Itsuki:
  [Centro] Per lui quella è stata tutto meno che una vera e propria aggressione, tanto che non ha battuto ciglio e allo stesso modo non si è mosso di un millimetro, soltanto ora, che lei si scuserebbe e farebbe scostandosi un pò lui vedrebbe di sollevare la mancina libera, che fuoriesce dalla tasca dunque per andare a sistemare appena il nodo della cravatta, senza proferire nulla di più che un semplice mugolio riguardo quel suo ricomporsi < Mh... > annuisce brevemente con il capo e appunto tutto decade così come è sorto, improvvisamente, mettendo da parte quanto succeso, accantonandolo nella larga dose di pazienza che comunque ha Itsuki, dal quale magari vi sareste aspettati una qualche esagerata reazione magari, ma nò, non è il suo caso. Almeno non questo. Per il resto, lui andrebbe a sentire quanto ella gli dice, e lui, criptico a sua volta o ma gari semplicemente metaforico andrebbe a risponderle, senza mai scomporsi e mutare tono, quasi fosse una registrazione ciò che dice, manco un vero e proprio volontario parlare, con la noia che detta ogni suo fare e dire, seppur provare a intorbidire il punto di vista della ragazza ancor di più, sembra possa rivelarsi interessante < Se è casa tua, sarai libera di provare ad arredarla come vuoi. > direbbe lui, sempre metaforicamente parlando, nel senso che per quanto possa lamentarsi e voler scappare dall'Erba, probabilmente non risolverebbe nulla se non una misera fuga, mentre invece, tentare di provare acambiare le cose dall'interno, per quanto Deshi, sarebbe una scelta più ardimentosa, sicuramente. Dopotutto, basta stringere le giuste conoscenze, cercare le persone adatte, provare a trovare qualcuno di affine, insomma, sicuramente in ogni villaggio o forma di democrazia apparente che sia, vi sarà sempre una nicchia più o meno vasta di persone contro l'attuale regime, basta trovarle, istigarle, partecipare a quanto offrono, magari trarne vantaggio e usarli come pedine, insomma < Basta avere i mezzi. > sì, per lui è così, non importa tanto l'effettivo mezzo che si usi se si possa rivelare utile a raggiungere il fine, bene o male che sia, è tutto soggettivo tanto quanto relativo, dunque, perchè dover percorrere per forza il sentiero del Ninja ligio, dedito e fedele al villaggio? Per quanto riguarda lui, non è il suo caso, insomma, tutto ciò che sta dicendo è solo un volontario voler instillare un piccolo presunto seme di male dentro di lei, senza un preciso intento, senza un volerci ricavare qualcosa e senza sopratutto impegnarsi più di tanto per un'eventuale riuscita, non è che il risultato gli prema molto. Potrà andarse di nuovo danzando, felice e spensierata, a lui non cambierebbe nulla, neutrale in tutto e per tutto, fine solo a sè stesso < Itsuki... Goryo. > direbbe lui poi dopo un breve attimo d'esitazione, non avendo mai precisamente presentato la propria persona con il nuovo cognome del Clan " Oh... " andrebbe appunto da dentro meravigliandosi appena appena il Kagurakaza, senza dire poi nient'altro.

16:38 Kaime:
 La ragazza andrebbe ad ascoltare quel dire, a raccogliere quel seme malevolo e andarlo ad impiantarlo nella propria mente. Dove potrebbe mai ritrovare gente simile, così differente da ceto sociale da cui giunge lei, così diversi dal suo modo di pensare e, soprattutto, persone che si limiterebbero a modificare il paese senza distruggerlo nel tentativo. Quell'idea le accarezza le meningi, come una fredda mano, cercando di istillare in lei quel pensiero perverso. <Ma sono una deshi...per quanto voglia impormi a parole quanto potrebbe esser mai difficile contrastarmi, o togliermi di mezzo?!> Direbbe, considerando ora l'impossibilità di agire a tal proposito...lei è solo una deshi, quasi genin. Neanche da genin riuscirebbe a far valere la propria figura, il proprio comando, sempre senza considerare che potrebbe essere lei ad esser piegata a qualcuno più capace fisicamente o magicamente. Poi non potrebbe mai rischiare, non per lei, sia chiaro, ma per Karitama, il suo Karim, l'unica persona che le fa battere quel cuore e stringere le viscere, la sua motivazione per cui la vita non è del tutto una merda. La mano andrebbe a sistemare, ancora una volta, la stessa ciocca dietro il destro orecchio, notando solo ora quell'incertezza nel di lui verbare...qualcosa deve averlo scosso, o almeno così suppone, non avendo informazioni sulla persona con cui, da diversi minuti, sta conversando.

16:58 Itsuki:
  [Centro] Di certo, i lragazzo non è ne un genio della lampada, nè un guru, nè un saggio e nemmeno un'eremita al quale chiedere risposta di domande simili, o sinceramente di qualsiasi altra domanda. Le sue risposte potrebbero essere logiche e sensate solo a sè stesso e state pur certi che non si sprecherà per cercare di farvi entrare nella sua ottica personale, per farvi comprendere le cose dal suo punto di vista. No, si tiene tutto per sè e non si prodiga mai a dare più del dovuto a qualcuno, nemmeno alla Deshi, ne un fiato in più ne un particolare consiglio sensato, visto che sino ad ora non starebbe facendo altro che giocare con le parole, plasmandole sotto del male del quale non è proprietario, ma che anzi ha rubato momentaneamente da lei per infondervi le parole spillate prima, rivolgendogli contro quel suo stesso odio per il villaggio, facendogli comprendere che potrebbe diventare qualcosa di più costruttivo < La forza non è tutto, per quanto definite del sesso debole, voi donne siete in grado di ottenere quasi qualunque cosa, con qualsiasi mezzo. > non si esprime, non va oltre a quello che ha detto perchè basta e avanza, non potrà stare a dirgli pure dove andare e chi cercare anche perchè lui non è certo un rivoluzionario che frequenta attività simili o attivisti intenti a rivoltare il sistema, no, lui se ne sta per conto suo ed esiste solo casa sua e - da poco - l'Anteiku, oltre che il proprio dovere da compiere. Basta stringere le giuste alleanze, soggiogare qualcuno di più forte di sè e perchè no, legarsi a quel lui lei che sia in maniera affettiva, sfruttando una protezione che magari possa permettere di scalare molti gradini fastidiosi del governo di Kusa, magari mirando direttamente ai vertici, chissà. La ruota gira, le vite si intrecciano, i destini si incontrano e gli obbiettivi combaciano, così come le intenzioni cozzano e spesso si scontrano, generando un ciclo infinito di tradimenti, amore, odio, guerre, speranza e disperazione. L'unica certezza, rimane negli estremi opposti, ovvero le ultime due citate in precedenza: Speranza e disperazione. Ultime parole < Sii sveglia, dove non arrivi con il potere, compara con l'astuzia. > e niente, non ha effettivamente più nulla da dirgli, è solo un'estranea dopotutto, non vede perchè dovrebbe dargli ulteriori consigli su qualcosa.

17:12 Kaime:
 La giovane ascolterebbe, assimilando quelle parole, facendole sue, plasmando la di lei psiche, già naturalmente instabile. Quelle parole sono solo i pensieri fatti da lei nei giorni, mesi, anni passati a Kusa, ma pronunciati da qualcun'altro. Sa che lei non potrebbe mai usare il proprio sesso per plasmare le maschili menti, ma nulla le vieta di avere altri tipi di rapporto. Sa che le persone presenti a Kusa sono, spesso, persone poco raccomandabili, quindi come potersi fidare da lei, ma... chissà se gli altri immigrati del villaggio della pioggia sono tutti accondiscendenti a stare lontani dal proprio villaggio natale e se, per puro caso, non desiderino ricreare una Ame utopica, una Ame giusta, dove non vi è un kage ma un gruppo di consiglieri, come in principio era strutturato il villaggio di Kusagakure. Si leccherebbe le secche labbra, andando, in in sospiro di voce, a chiedere, ormai vittima di questo maligno vortice...<tu invece?cosa ne pensi di questo luogo?!> Attendendo il responso da parte dell'altro, sperando di avere qualcuno su cui fare affidamento, non volendo inserire il fratello alla mercé di questo pericolo.

14:28 Itsuki:
  [Centro > Chiosco] Per Itsuki in realtà è tutto relativamente più semplice, nel senso che nella sua personale logica non vi sarebbe nulla di particolare a turbarlo, in quei pensieri, sulla via da percorrere, sul destino da compiersi. A lui interessa solo e soltanto raggiungere il proprio scopo, tornare alle origini, andare indietro sino al luogo dove è nato e cresciuto e poi, una volta lì, con le sue nuove forze, raderlo al suolo. Il resto è circostanza, il resto è solo carta da parati un pò scollata che fa da contorno, ed in tutto ciò che è solo un contorno inutile, spicca soltanto il suo nuovo Clan e quell'Entità nella sua testa dalla quale pare non potersi separare, nemmeno volendo. Eppure, piano piano, giorno dopo giorno, sembra stia imparando a conviverci. Lei intanto, davanti a lui, pare che possa iniziare a covare del vero rancore, odio che la smuoverebbe, facendole magari mettere in moto qalche ingranaggio così che possa orientarsi probabilmente verso quelle persone di Ame, un gruppo di resistenza, o dei semplici mercenari, chissà. Ad Itsuki andava solo di consigliare - e consigliare male - non gli interessa propriamente cosa farà poi la ragazza. Sempre che non si imbatta nuovamente sul suo cammino si intende. Lui è così, tutto nasce e decade con una fretta incredibile, annoiandolo come non mai, come se sapesse già tutto di tutti e di qualsiasi cosa insomma, seppur non sia onniscente, si atteggia a tale, per una semplice quanto complessa questione di grande mancanza di entusiasmo, che si traspone nei suoi modi, nel suo tono, nella sua espressione non-espressione e in tutto il resto insomma < Mh...? > a malapena mugola a labbra serrate andando poi a fare appena spallucce, o meglio, sarebbe quello che proverebbe a fare se solo fosse una persona almeno gestualmente espressiva, ma manco quello < Penso che hanno dei Thè invidiabili. > e sì insomma, detto ciò appunto, nel mentre che finisce la frase, le rosse si sarebbero spostate dalla sua interlocutrice a uno dei chioschi lungo la strada, nulla di particolare, anzi proprio per nulla appariscente, forse fanno Rame ne poco altro, nemmeno il più buono del Villaggio, ma a lui sinceramente non interessa, così come non interessa direttamente il fatto che starebbe abbandonando lì Kaime, la quale, se vorrà continuare a conversare con lui, dà per scontato lo seguirà. Altrimenti, beh, lui non è tizio da farsi grandi remore o da invitare qualcuno a prendere qualcosa da bere o da mangiare che sia, non vi esprimerà nemmeno l'intento di quel che farà, lo fà e basta, poi se volete accodarvi bene, sennò potete lasciarlo a marcire nel suo piattume < Un Hojicha, gentilmente. > direbbe lui quindi accomodandosi allo sgabello, vedendo di trare fuori i soldi dal taschino interno della giacca, pogiandoli sul bancone, sistemando il sacchetto della spesa su di uno sgabello lì di fianco, fortunatamente libero, visto che il chiosco pare deserto. Poi, solo e soltanto ora, eccolo che quindi si vedrebbe di voltare, sporgendo appena da quelle solite tendine che si scostano per accomodarsi nei classichi chioschetti, cercando con lo sguardo color del Sangue Kaime, che probabilmente si starà avvicinando o se ne starà andando, chissà, nel primo caso, lui comunque continuerebbe con qualcosa di più concreto, perchè quello di prima non era ne sarcasmo ne un tentativo di sviare < Penso che sia un Villaggio blando, Oto era più rigida e inflessiva. > e niente, non gli preme molto stare a nascondere le proprie origini, per quanto non sia direttamente nato e cresciuto al Villagigo del Suono, tutti i piccoli villaggetti e le cittadine adiacenti erano sotto il regime di Otogakrue in ogni caso, dunque, è abbastanza normale che a lui Kusa non sappia ne di carne ne di pesce < A volte non mi sembra nemmeno un Villaggio Ninja. > sì insomma, va bene la routine e tutto il resto, le ronde e quant'altro, ma forse lui non è ancora entrato nella concezione di Kusa sotto l'aspetto da Shinobi, o semplicemente la sua concezione personale di Shinobi differisce da tutto quello che si confà all'idea conforme e solita del Ninja dedito al villaggio e quant'altro. Poco male, Eiji se non altro da dentro approva il Thè " Mh... Un Hojicha, abbiamo buongusto... " direbbe lui ispirando, quasi possa sentire l'aroma del thè in preparazione. Che poi, se i loro sensi siano collegati effettivamente o meno, lui non ne ha idea. Ha tanto da scoprire su quel Principe.

14:49 Kaime:
 La giovane andrebbe, dopo fatta quella domanda, ad aspettare una risposta...che arriva, si spera, sarcastica. Il riferimento al thé non lo ha molto capito, insomma, cosa c'entra l'argomento di cui stavano parlando con il...thé. la movenza del ragazzo, infine, andrebbe a portare la ragazza ad inarcare il sopracciglio destro, spalancando gli occhi e veder il giovane superarla, destinandosi come meta quel chiostro. Il movimento del giovane andrebbe ad esser seguito, non solo dallo sguardo, ma anche dalla testa, che si volterebbe accorgendosi, all'ultimo, della presenza di quell'anonimo chiostro. Vedendo la di lui figura sedersi su uno degli sgabelli, posti alla clientela, andrebbe a muover le proprie leve inferiori, passando il ruolo di comando dall'una all'altra, permettendo un incedere rapido, fino a giungere ad uno di quegli sgabelli, per la precisione il più vicino al giovane, dal lato opposto dove egli ha riposto la spesa. Sedendosi andrebbe semplicemente a dire, con un sorriso delicato quanto fittizio...<se possibile un thé nero> aspettando il gestore del chiostro per chieder il prezzo della bevanda. Passa poco prima che, girandosi in sua direzione, il ragazzo facesse quell'intervento, rivelando quella sua appartenenza al villaggio del suono, dando minima spiegazione alla vita che in quel luogo si svolgeva, aggiungendo quel suo, personale, parere. A questa affermazione, con un sospiro rassegnato, la giovane andrebbe a chiedere melanconica...<e questo? Secondo te questo è un villaggio ninja?>. Villaggio ninja?cosa si intende con questa affermazione?un villaggio pieno di ninja?un villaggio dove gli shinobi o le kunoichi mantengano l'ordine e smascherinoo eventuali atti malavitosi? E soprattutto...tutti questi esempi cosa c'entrano con Kusa? Un luogo malfamato, pieno di criminalità e omertà...

15:03 Itsuki:
  [Centro > Chiosco] Lui se ne sta lì senza battere ciglio, effettivamente non ha nulla da dire ora come ora, fissa gli occhi rossi sul bancon e senza dire nulla lì mantrebbe lo sguardo , per lunghi istanti, prima di voltarsi per notare Kaime che l'ha seguito a sua volta, sedendosi al suo fianco e domandando un thè nero. Annuisce appena, come ad approvare la scelta di lei che effettivmente di approvazione non ne ha bisogno, vedendo poi di andare ad osservare la propria fumante teiera che viene posta assieme alla tazza lì sul bancone, e dopo aver atteso ancora un minuto per la corretta infusione, vedrebbe di andare a versare egregiamente e con somma compostezza il thè nella tazza, quasi fosse un'improvvista quanto breve cerimonia. L'aroma affumcato del thè verde andrebbe subito infrangendo l'aria e spandendosim, creando un'atmosfera appena più intima del parlare in mezzo alla strada, mentrel ei chiosa nuovamente interrogativa, incuriosita forse dal dire di lui che paragona l'Erba al Suono, senza trovarvi un grande riscontro < Sarà che la concezione di Ninja è secondariamente soggettiva all'ideologia del Villaggio, ma... > lascerebbe trascorrere lunghi attimi nei quali trae un sorso della bevanda, corroborante, quest'ultima andrebbe scandandogli il petto, bollente giusto per berlo come piace a lui, con la mancina che regge la tazza e la dritta sotto, poi prosegue < Qual'è il tuo ideale di Ninja? Come dovrebbe essere per te questo Villaggio? Molti proseguono per la loro carriera obbedendo ciecamente al volere del Villaggio, ma quando ci si sofferma a porre domande personali? Forse a quel punto sarà già troppo tardi... > ed enuncia tutto questo breve monologo senza dire nulla con enfasi, senza stare a scomporsi, con le rosse iridi che già son tornate ritte in un punto nullo da quando ha bevuto, senza che più starebbe guardando direttamente Kaime, socchiudendo ancora gli occhi, profondo e maturo forse ben più della sia età il Goryo.

15:25 Kaime:
 Anche a lei, come al suo compagno di ogni, arriverebbe la sua ordinazione...acqua bollente in una tazza, senza manico, dalle varie riverberanze sui lati esterno, il tutto di un colore misto tra il verde e il marrone, mentre l'interno della tazza sarebbe completamente liscio e bianco. Il fumar di quell'acqua andrebbe man mano a cambiar odore, dopo la dovuta infusione di quella bustina, il cui contenuto pigmentato andrebbe a tingere, lentamente, il liquido. Nel durante, mentre il ragazzo che le è adiacente si verserebbe quel liquido in quella tazza più elegante, più raffinata, forse per il diverso punti di ebollizione che la bustina di thé necessita per esser infusa, le parole di lui andrebbero a palesarsi, a colpire nuovamente con dubbi e domande quella mente caotica, e stanca ormai, della giovane. I pensieri si organizzano, si mettono in fila, in un ordine mentale per poi trovar vita in un discorso che prenderebbe corpo attraverso un flebile sussurro, palesabile alle orecchie del giovane, ma difficilmente agli altri presenti potrebbero ascoltarla...<I ninja sono elementi di sostegno al governo di un villaggio, la mano del villaggio che permette di monitorare trasgressioni e reati e che, rapidamente, intervengono per dissipare eventuali tentati reati. Il villaggio invece è un'istituzione di tutti...solo perché vi sia un reggente non implica che questi possano governare tutto con la loro sola mentalità. Per me un villaggio dovrebbe essere composto da un consiglio e un Kage, il cui unico ruolo aggiuntivo è quello di esser portavoce. Un villaggio che viene governato da un solo ente non è un villaggio, è un impero dittatoriale e...stupido> direbbe, restando ora in silenzio, mentre la destra andrebbe a prender il bicchiere, dal caldo contenuto, mentre la mano mancina andrebbe a porsi sotto di esso, per andar a, in seguito, suggere quella bevanda in sorsi brevi ed eleganti.

15:50 Itsuki:
  [Centro > Chiosco] Assieme potrebbero gustarsi un Thè in una rilassatezza pomeridiana abbastanza piacevole, per quanto Itsuki sia solitario e preferisce quasi sempre stare da solo, la ragazza potrebbe non definirla particolarmente fastidiosa, ecco. Inspira profondamente con gli occhi socchiusi, andando a trarre l'aroma del Thè, apprezzandola chiaramente sentendo le note speziate ed affumicate, vedendo poi di schiudere nuovamente lo sguardo e qindi trarre un'altro sorso, senza avere però questa volta nulla di particolare da dire, notando anche, piuttosto, che pare si stia facendo relativamente tardi e, per quanto non abbia roba da mettere in frigo, è meglio che porti a casa quegli alimenti comunque nel giro dei prossimi minuti. La lascia discorrere, la lasciare fare in quel breve monologo domandando semplicemente, infine < E quando sono i Ninja a commettere reati? Chi decreta cosa è un reato e cosa no? Chi è dunque lì il Ninja o il Traditore? Mh... > direbbe lui andando a porre la questione molto sul personale, visto che chiunque potrebbe agire contro la legge per comunque il bene altrui, la situazione potrebbe esserci, quindi perchè non porre la questione da un punto di vista rovesciato, una volta ogni tanto? Ma non starà lì ancora per molto, semplicemente vedrebbe di andare a trarre qualche altro sorso dal Thè prima che quello possa diventare tiepido, prendendo il resto sul bancone dopo aver riappoggiato delicatamente la tazza, oramai quasi del tutto spento, cosciente di aver speso sin troppe parole e di aver appunto parlato sin troppo, oramai stufo del semplice sociale e dell'aver a che fare con qualcuno, con chiunque. Sospira brevemente appunto, andando ad appellarsi alla sua solita noia che gli fa di contorno e sottofondo, vedendo quindi di voltarsi nuovamente verso di lei e risponderle < Un Villaggio che non và a genio è un Villaggio da sabotare. Trova il modo, se ci tieni, fanne uno scopo. > e di lì in poi nulla, lui non si sarebbe manco degnato di un particolare saluto se non un semplice cenno del capo, dopo che si sarebbe alzato, un cenno del capo sia in direzione del padrone del chiosco e di lei lì presente, allontanandosi con la busta della spesa al seguito, senza più voltarsi, senza scomporsi minimamente ad ogni mecanico, perfetto passo, statuario, con quell'unico manto color d'ebano che dietro di lui si smuove e sferza l'aria, adornandolo come un'ombra che scivola tra le strade di Kusa. {End}

16:10 Kaime:
 La giovane andrebbe a continuar a suggere il proprio thé, quella bevanda che le riscalderebbe la gola e lo stomaco, con quella velata amarezza nel gusto che, di norma, contrasta la dolcezza della giovane, ma che ormai si sta omologando a quella sostanza, divenendo sempre più amara, sempre più...spenta. il giovane andrebbe, prima di andar via senza neanche porre importanza alcuna alla giova, a palesarle quelle realtà che esistono, in quello e in ogni villaggio. Gli occhi seguirebbero la di lui figura, con un po' di tristezza e delusione, quasi come se se la fosse presa per quella maleducazione. Gli occhi tornerebbero alla tazza, che, fatta roteare, andrebbe a ricreare sul liquido un movimento ipnotico, quasi, osservandolo, volesse calmarsi e rimuovere dalla propria mente tutte quelle immagini e tutti quei pensieri perversi e terroristici. Ma ormai la figura del giovane è sparita dalla possibile vista della Ishiba, il ché porterebbe la ragazza a ber il thé in un sol sorso, per poi, dopo aver pagato il conto, rialzarsi da quello sgabello e, chiedendo, come al solito, la direzione da percorrere per tornare alla propria dimora, dove, spera con un sol abbraccio, il fratello le possa far dimenticare tutte quelle cose, tutti quei ragionamenti...tornando a vivere ed agire per LUI.[end]

Kaime, come di consuetudine, cammina per il villaggio alla ricerca di qualcosa che le permetta di apprezzar quel posto, ritrovando Itsuki che le concede solamente altri dubbi e altre idee rivoluzionarie.

Off: ho avuto alcuni problemi con la registrazione e con lo sfreeze, chiedo scusa.