Punti di Vista

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con Hichi, Rei

11:06 Rei:
  [Strada] Giornata nuvolosa all’esterno, una di quelle che ti porterebbe a rimanere chiusa nelle mura domestiche. Uggiosa, come se la pioggia stesse per scendere da un momento all’altro. Indossa un maglione a manica lunga, dal colore blu scuro, un paio di pantaloni del medesimo colore e un paio di anfibi neri ai piedi. Capelli biondi rilegati in due codini dietro la nuca, iridi azzurre sul volto delicato e candido, di un rosato appena accennato. Ma vuole sentirsi a posto per le strade del villaggio, vuole sentirsi pronta a qualsiasi evenienza. Proverebbe ad alzare le braccia e di portare le mani a congiungersi tra loro, affinché le dita possano incrociarsi e tentare di dare vita al sigillo della Capra. Se ci fosse riuscita, cercherebbe di richiamare l’energia fisica, quella forza che muove i muscoli, quella forza insita in ogni fibra del suo corpo, in ogni cellula, dal capello alla punta dei piedi. La forza che le permette di camminare, di stare in piedi, di poter muovere le dita e il resto del corpo. Assieme a essa, proverebbe a ritrovare la forza psichica, quella che smuove i pensieri, quella che smuove le immagini all’interno della propria testa, quella che smuove le prospettive per il futuro, i sogni da realizzare. Proverebbe a mescolarle tra loro, a fonderle insieme, a renderle un’unica realtà, a renderle un’unica entità, a rendere un unico colore, come se quell’azzurro venisse effettivamente ricreato nel suo corpo. Proverebbe a mandare il tutto al centro del suo corpo, alla bocca dello stomaco e lì mescolarlo, in senso antiorario, affinché possa essere smosso nelle diverse parti del corpo, nei diversi angoli. Tenterebbe, quindi, di spostarlo appena verso le gambe, spingendolo verso il basso e verso le braccia, spingendolo in laterale e verso la testa, spingendolo in alto, in modo tale che possa riempire ogni anfratto e cercare così di avere un quantitativo equo dappertutto. Cammina per la strada principale, osservando i negozietti aperti e qualche chiosco da cui provengono odori magnifici, di quelli che aprono lo stomaco e ti portano ad avere un certo sentore di fame. Passi lenti, ben cadenzati, per potersi godere una giornata fuori di casa. [Tentativo Impasto Chakra 20/20]

11:15 Hichi:
  [Centro] Si incomincia, o meglio si esce a fare due passi. Il giovane Near è un ragazzo della casata Aburame, ma, a differenza degli altri, ha scarso interesse a diventare ninja, quanto più è interessato all'enigmistica, ai trucchetti, alle indagini quasi poliziesche. Il ragazzino è anche un bel tipo, abbastanza strano, a dire il vero: indossa una camicia, solo una camicia tutta aperta, non stirata, le maniche aperte e sembra anche di qualche taglia in più, a dire il vero. Poi indossa dei jeans chiari, un po' slavati e poco stirati. Non pensate che sia semplicemente un barbone, è solo un ragazzino cocciuto di 13 anni e tutto ciò è il bello di essere un ragazzino. Ai piedi, per completare l'outfit delle scarpe da ginnastica tipo snekaers slacciate ed indossate come se fossero delle ciabatte. Cammina strisciando i piedi, leggermente ingobbito in avanti. Lo sguardo è decisamente spento, ma gli occhi sono ben aperti e fissi su ciò che gli sta davanti. I capelli bianchi sono spettinati e ribelli, come se sta mattina non si fosse pettinato. La mano destra viene portata all'altezza della nuca e si gratta dolcemente senza cambiare espressione nel viso. Ha un po' di fame, vuole del gelato al pistacchio o qualche cosa di simile. Speriamo che ci sia anche al di fuori della sua bella casetta. < .. > Si volta a destra ed a sinistra e si dirige in direzione di un chioschetto che aveva precedentemente visto in uno dei suoi giretti quotidiani. In mano ha anche un pupazzetto, come se fosse una action figure di un ragazzo biondo, dai capelli disordinati, lo sguardo vitreo ed un drago sulla maglietta, chiaramente stilizzato data la dimensione del giocattolo. Chi sarà? Che cosa vuole farci? Che sia un semplice giocattolo? Forse sì, chiaramente è solo un giocattolo. Striscia i piedi facendo rumore ed alzando la polvere in direzione del chiosco. Lo stomaco vince su tutto.

11:34 Rei:
  [Centro] Il Chakra dovrebbe essere stato richiamato correttamente e, quindi, dovrebbe sentire quell’energia scorrere nel suo corpo senza troppi problemi, senza che ci siano ulteriori intoppi. Un sorriso delicato macchierebbe le labbra della giovane Genin, di una dolcezza smisurata, di una determinazione che pochi conoscono ancora. Una forza di volontà immensa, una voglia di fare altrettanto grande, una voglia di essere utile al villaggio smisurata. Una ragazza acqua e sapone, senza alcun trucco sul viso, senza alcun trucco nella sua testa. E’ così, come si mostra, niente di più, niente di meno. I passi vengono portati in avanti senza sosta, osservando i chioschi che adornano la via principale, osservando la gente che si prodiga verso alcuni negozi, per fare le proprie commissioni, per fare le proprie faccende senza che nessuno ponga domanda scomode, sconvenienti. Ed è verso lo stesso punto in cui si dirige l’Aburame che lei porta i suoi passi, guardandolo e studiando quel pupazzo che trattiene tra le mani. Lei non gioca con i pupazzi da qualche tempo, ha passato quella fase da quando è entrata in Accademia e ne è uscita Genin. Si avvicinerebbe con lo sguardo verso le cibarie che adornano il chiosco in questione, prima di allungarsi, davanti al ragazzino <Per me dei Mochi al cioccolato e al pistacchio. Me ne potrebbe dare due del primo tipo e due del secondo tipo, per piacere?> chiara e precisa, in quanto ha fame ma ci tiene a non esagerare con l’apporto di zuccheri nel proprio sangue. Lo ha sorpassato con assoluta volontà, in quanto non si ordina il cibo senza aprire la bocca nel più breve lasso di tempo possibile. Potrebbe essersi messa nei guai, potrebbe sentire insulti a breve, ma questa è la vita. E lei ha fame, il caso è chiuso. [Chakra 20/20]

11:45 Hichi:
  [Centro] Hichi cammina in direzione del chiosco con una cadenza assolutamente lenta, quasi snervante e decisamente poco propensa ad un ninja o ad uno che vuole diventare un ninja. Striscia i piedi e vede una ragazza sorpassare il piccolo Aburame che, dal canto suo, non fa altro che proseguire in direzione del negozio. Una volta arrivato, a differenza della ragazza, decide di accomodarsi e sedersi per mangiare qualche cosa con assoluta calma, come se non avesse altro da fare, ed è vero. Sorpassata la soglia, si dirige verso un tavolo con un paio di sedie e subito si siede < Ciaooo > Dice con voce roca, ma allo stesso tempo da ragazzino. Una volta accomodatosi ritira a sè le gambe rannicchiandosi e portando i piedi sulla sedia, lasciando le scarpe a terra, quasi come se fosse casa sua. Appollaiato come una scimmia su un trespolo, poggia il suo giocattolo sul tavolo e rimane a fissarlo in attesa che arrivi qualcuno a prendere l'ordine. La fortuna vuole che sia un ragazzino e nessuno gli dirà qualche cosa o comunque lo guarderà con aria sinistra anche perchè questo chiosco è un po' quello di fiducia del ragazzo. Inoltre, cosa direste mai ad un ragazzo di circa tredici anni? < Come sta? > Si rivolge al gestore del chiosco, senza cambiare espressione e senza far trasparire nulla. Lo guarda arrivare verso di lui per poi andare a rivolgergli la sua solita ordinazione e, come sempre, ha la possibilità di ordinarlo. "Gelato al pistacchio in arrivo" conclude il chioscante e dopo poco una coppa gelato con un cucchiaio gli viene portata. Subito comincia a mangiarla con gusto, incurante di Rei, che d'altronde non s'era curata di Hichi.

11:55 Rei:
  [Centro] Recupera in un sacchettino i mochi richiesti e li terrebbe in modo accurato tra le dita della mano destra, per evitare che cadano per terra e diventino una poltiglia inguardabile. Il compenso viene rilasciato verso il proprietario del chiosco e questo le permette di defilarsi rispetto alla cassa e di dirigersi verso uno dei tavolini, esattamente di fronte alla figura dell’Aburame, di quel ragazzino dall’aspetto trasandato e un poco barbonesco. Il sacchetto viene appoggiato per terra con estrema cura, prima di prendere parola nei confronti dello sconosciuto, di colui che si sta accingendo a mangiare il suo bel gelato al pistacchio. Un aroma che adora particolarmente e da cui è interessata. Ne vorrebbe un po’ anche lei, giusto per non farsi mancare nulla in questa giornata uggiosa. <Vorrei anche io quello che ha preso lui. Mi sembra ottimo> verso il proprietario del chiosco, con un leggero assenso che viene prodotto nei confronti della ragazza. Lei prende posto senza chiedere il permesso ma, attorno a lei, la gente comincerebbe a scalpitare per potersi accomodare e ha scelto la strada più facile per potersi sedere e rimanere così comoda per un poco di tempo. E’ incuriosita dalla figura dell’altro, un soggetto che vorrebbe passare inosservato ma che tale non appare agli occhi della Genin. La mente continua a pensare a quel pupazzo che il ragazzino ha trascinato con sé per le strade e una piccola domanda giungerebbe spontanea <Ciao, scusa se ho preso posto qui con te. Come mai vai in giro con quel pupazzo? Ha un significato particolare?> invadente, forse. Fastidiosa, forse. Tuttavia sono quasi coetanei e, quindi, la conversazione dovrebbe essere piacevole. O almeno si spera. Il gelato dovrebbe arrivare poco dopo, in una bella coppa e con un paio di biscotti infilati all’interno, assieme al cucchiaino. Le dita della mano destra andrebbero ad armeggiare con quella posata, sebbene ancora non gusti quella pietanza. Vuole attendere la risposta del suo interlocutore o, meglio, dell’interlocutore che ha gentilmente “rapito” per l’occasione. [Chakra 20/20]

12:14 Hichi:
  [Centro] La coppa di gelato viene mangiata con assoluta calma, un cucchiaio dopo l'altro che viene portato alla bocca e viene gustato con estremo piacere, con piccoli bocconi. Il cucchiaio entra tra le labbra e riesce con ancora del gelato sopra, perchè non gli piace divorarlo, ma gustarlo e quindi un cucchiaio fa per un paio di bocconi. Conclusa questa parentesi culinaria guarda la sua figura, la figura del pupazzo che sembra attirarlo per qualche cosa, come se stesse macchinando qualche cosa con quell'action figure. Osserva quella cosa e poi sente le parole di Rei che si siede davanti a lui, come se lo conoscesse. Hichi è particolarmente attratto dal comportamento umano, cerca di studiarlo e di capire che cosa animi la mente delle persone. < Uhm? > Mugugna nel vedere quella ragazza che prende posto davanti a lui. Sente quelle parole e sente con particolare curiosità la domanda postagli dalla ragazza sul suo giocattolo. < Questo? > Chiede, come se fosse interessante la storia di un pupazzo, era un pupazzo. < E' un pupazzo, nulla di più. > Dice continuando a mangiare quel gelato in maniera assolutamente felice, d'altronde è un gelato ed è un bambino, un connubio perfetto. < Come mai questa domanda? > Chiede assolutamente in modo innocuo, sebbene di innocuo non ci sia nulla. Vuole studiare Rei, vuole capire che cosa la muova a pensare così o a fare, comportarsi in un certo modo. La osserva e cerca di capire se ci siano particolari movimenti nell'anima dell'altra, per capire che cosa muova la psiche delle persone. Gli piace investigare queste cose, capire che cosa smuove la testa delle persone a ragionare in un certo modo, a fare certe cose. < .. > Rimane lì ad osservarla negli occhi fissandola. Non è assolutamente uno sguardo amorevole, ma sembra uno sguardo indagatore, come se cercasse di capire che cosa stia macchinando Rei. Cerca di capire che cosa stia passando per la sua testa, sta cercando di elaborare qualche particolare idea per capire e cercare di inquadrarla e vedere come la giovanotta risponda e ragioni. Attende una sua risposta gustandosi il suo amato gelato.

12:34 Rei:
  [Strada] Nella sua testa circolano un sacco di pensieri, nella sua testa circolano un sacco di ricordi, nella sua testa circolano tante di quelle idee da far impallidire qualsiasi inventore, qualsiasi pensatore, qualsiasi genio della lampada esistente. Una ragazza acqua e sapone all’esterno, senza trucco, senza inganno, senza nulla che possa collegarla all’essere una kunoichi della Foglia. Un sorriso delicato a macchiarne le labbra, un sorriso unico e limpido, un sorriso che sa di acqua fresca e di bellezza. Una bambolina dalla voglia immensa di menare le mani, di far vedere le sue qualità, di far vedere le sue abilità. Il sorriso che permane sul volto, anche quando andrebbe a prendere il cucchiaino in modo convincente tra le dita e portarsi alle labbra la prima noce di gelato, di quel pistacchio che adora e che andrebbe a scendere giù per la gola, fin dentro lo stomaco. Le piace molto, ha un aroma meraviglioso, ha quella marcia in più che la farebbe sentire bene, tranquilla, pacifica, come la sua normalità comanda. La risposta giungerebbe poco dopo da parte dell’altro, prima di replicare nuovamente <Oh, ti ho posto questa domanda perché è strano vedere ancora i ragazzini che circolano per strada con un pupazzo, di qualsiasi tipo o colore. Forse sono io che sono cresciuta troppo in fretta, forse sono io che non gioco con le bambole da parecchio tempo ma sembra quasi strano> o forse è solo lei che è atipica, tutto qui. Un’altra noce di gelato verrebbe prelevata dal cucchiaino e portata alle labbra, in modo da assaporare nuovamente quell’aroma, quel meraviglioso sentore di pistacchio che irradia ogni parte del corpo della Genin. <E’ molto buono> direbbe con ancora il boccone attaccato al palato, appena dietro i denti bianchi. Una piccola smorfia buffa verrebbe provocata dalla mimica facciale della ragazza, segno della sua buona fede e di quella semplicità che non nasconde nulla, che la mostra per la vera Rei e non per la ninja che ha appena preso posto nel mondo delle missioni, dei combattimenti, delle mischie piene di cazzotti e sangue. <Tu non prendi parte alle lezioni in Accademia? Secondo me potresti diventare un bravo ninja. Tutti possono fare la loro parte per il Villaggio e noi giovani siamo la linfa vitale per un futuro migliore> farebbe una specie di campagna, personale, senza che nessuno l’abbia costretta. Per lei Konoha è tutta la sua vita, il villaggio per cui vale davvero la pena combattere. [Chakra 20/20]

12:47 Hichi:
  [Centro] Rei cerca di condurre la conversazione, ma in realtà ben presto si accorgerà di essere lei nel bel mezzo dell'interrogatorio. Le sue domande scivolano addosso a Hichi come se fossero acqua su una superficie inclinata. La osserva ancora con quelle palpebre spalancate per poi andare a chinarsi sul gelato che nel frattempo si stava sciogliendo come neve al sole, sebbene la temperatura non fosse elevatissima. Osserva la ragazza mangiare il gelato e la sua espressione continua ad essere sempre la stessa, senza far variare di una virgola la sua espressione di fondo. Gli occhi sono tondi, come due sfere e poco a poco vengono chiuse. < Mh > Mugugna, quasi mormora come se stesse facendo qualche macchinazione mentale. < E perchè tu dici di essere cresciuta in fretta? Non mi pare esserci nulla di strano > D'altronde quanti anni potrà avere la ragazza più di Hichi? Non lo sa, e poi non vuole dire nulla anche perchè l'altra non si è nemmeno presentata. < Forse non sei cresciuta, vuoi mentire solo a te stessa > Una ragazza che si siede, rivela di essere un ninja ma non dice nemmeno il suo nome. Un comportamento curioso per una persona curiosa. Che cerchi semplicemente di capire che cosa passi per la testa per Hichi sarebbe come entrare in un dedalo, buona fortuna. Hichi guarda la ragazzina cercando di capire che cosa la spinga a fare il terzo grado al ragazzo < No, non credo > Risponde alla domanda sull'accademia e sentendo cosa pensa lei del mondo ninja, riprova che è una shinobi del villaggio. Hichi è di altra testa, ma sicuramente lo dovrà diventare, per volere della famiglia. Ma c'è anche abbastanza tempo per iniziare una carriera che lo porterà fino alla morte. Nel frattempo continua a mangiare il suo gelato in modo tranquillo e pacioso.

13:01 Rei:
  [Strada] E’ forse la ragazza più allegra e spensierata presente sulla faccia della terra, di una dolcezza infinita, di una delicatezza infinita, di una gioia che scaturisce da ogni poro della propria pelle. Una ragazza semplice, una ragazza facile da collocare nelle diverse categorie sociali, una ragazza che sa di fragilità quanto di forza. Il gelato verrebbe prelevato ancora una volta, senza troppi convenevoli, con il fondo che inizierebbe a vedersi e uno dei biscotti verrebbe preso tra le dita della mano sinistra e portato alle labbra. Lo sgranocchia tutto, fino in fondo, con alcune briciole che rimarrebbero a ridosso delle labbra, tutto intorno. <No, non c’è nulla di strano. E’ solo che non si fa in tempo a divenire grandi, più grandi e sei catapultato in una realtà totalmente diversa, pronto a rischiare la vita per il villaggio, per la sua salvaguardia, per la protezione dell’Hokage, per la protezione di ogni persona presente e vivente. Non si fa in tempo a crescere e… puf. Cambia tutto quanto> spiega brevemente il suo punto di vista, prima che quelle parole arrivino come uno schiaffo forte contro la guancia, una determinazione e una freddezza fuori dal normale. Non riesce a inquadrare la figura dell’Aburame, non riesce a collocarlo da nessuna parte. <Sì che sono cresciuta, più di quanto tu creda. Rei Fujii dimostrerà al mondo di essere pronta per ogni cosa, per ogni evento che andrà a intaccare il villaggio della Foglia> si è presentata senza volerlo ma, diciamolo, l’orgoglio viene fuori dopo simili parole. L’altro biscotto viene preso tra le dita e portato alle labbra, per mandarlo giù e assaporare così il gelato assieme a esso. Si gode quell’aroma, nella sua completezza e concretezza, prima di riprendere possesso della propria bocca ed elargire altre parole <Non credi? Non ti senti all’altezza di qualche lezione per diventare un ninja, per imparare solamente a difendere te stesso e le persone che ami di più?> gira il tutto per avere risposte, in quanto la considerazione precedente le ha fatto andare un poco il sangue al cervello. Solitamente non perde la calma e non l’ha persa, studia con cinico sguardo ogni singolo pezzo di mondo esternato dall’Aburame. [Chakra 20/20]

13:15 Hichi:
  [Centro] Rei finalmente si presenta involontariamente all'Aburame che, dal canto suo non dice nulla, essendo stato abituato che "a domanda, rispondi". Osserva il gelato ormai quasi finito, poggia il cucchiaio dentro e lo osserva ancora scendere in quel che rimane di quel dessert ormai disciolto. Osserva l'altra ed un repentino cambio di atteggiamento. Da ragazzina di poche parole, comincia ad esternare i suoi sentimenti di amore, orgoglio e spirito patriottico. < Eppure sembravi più interessata al mio pupazzo che alla mia persona, incurante del fatto che potessi essere o meno un ninja .. > La guarda fissandola con uno sguardo che farebbe sentire in imbarazzo chiunque < .. quindi, presumo che non sia cresciuta come dici o come vuoi far credere se la prima cosa a cui hai pensato nel vedermi è stata la bambola, Rei. > Lapidario e la chiama per nome, altro errore che tradisce la sua scarsa gestione di un colloquio con una persona sconosciuta, sebbene sia un marmocchio. < Lo spero per te, ma io penso che sia meglio essere realisti e puntare a ciò che si può e si deve fare. > Un monito per la ragazza forse. Il cameriere arriva e porta via il suo bicchiere di gelato finito ormai: "Ne vuoi altro?". Hichi alza semplicemente la mano e con un gesto lo scaccerebbe per indicare la sua sazietà. < Non credo perchè non credo. Non posso sentirmi o meno all'altezza senza averci provato. Penso che "non credo" sia la risposta più calzante. > Poi si porta il pollice alla bocca, sulle labbra, come se stesse quasi per ciucciarlo, ma in realtà è come se la stesse studiando, anzi, senza il "come se". < E tu? Quindi sei una ninja del villaggio > Nulla di più, la lascia lì con una sensazione quasi di non detto.

13:36 Rei:
  [Strada] Un soggetto alquanto singolare quello che si mostra agli occhi della ragazza, di una pacatezza e di una freddezza che quasi sembrano anomale in un ragazzino di quell’età, sebbene nel loro mondo nulla è scontato, nulla è scritto, tutto può essere inaspettato. Il gelato ormai è terminato e nemmeno lei ordinerebbe il secondo giro, in quanto ha i suoi mochi da godersi nelle mura domestiche, assieme alla sorella più grande e alla madre. Il padre è partito per delle missioni e non è più tornato, non si ricorda nemmeno più il suo viso ormai. Tre donne in una casa, tre donne che si sostengono, tre donne che fanno della loro alleanza e del loro amore, la loro forza portante. La voglia di vivere che rimane viva e presente, la voglia di vivere che la porta ad andare avanti senza guardare indietro, senza ripensare a errori effettuati in passato, in un passato molto breve data la sua giovanissima età. Le parole da parte dell’Aburame si sprecherebbero ancora <Non mi reputi una persona sveglia dalle parole che esterni e hai tutto il diritto di pensare a questo, se è quello che pensi. Non cambia nulla che io ti fornisca un nome, un ruolo in questo mondo. Potrebbe essere il mio nome come un nome fittizio, non credi?> gira quel discorso a suo vantaggio, dato che non le manca la parlantina, la dialettica per tenere testa a qualsiasi persona. Adulto o ragazzino che sia. <Sì, sono una ninja, anche se non lo sembro. E non penso che questo dettaglio, così chiaro e limpido, possa essere di pericolo per te o per me stessa. Non sono un fattore importante per una possibile caccia alla ninja della Foglia, quindi non credo che il dettaglio che ti ho fornito sia rilevante ai fini della conoscenza. Posso essere una ninja o non esserlo, il dubbio potrebbe rimanere nonostante le mie parole> sicura e schietta, di una forza che non scema mai da parte sua. <Io voglio solo fare del bene per il mio villaggio, voglio solo che rimanga vivo e senza pericoli, al meglio delle mie possibilità e di coloro che mi circondano. Nulla è scontato, non credi?> finisce ancora con una domanda, dato che ormai quella sfida di dialettica è iniziata e non vuole farla concludere così, senza uno scontro verbale tenuto come si deve. [Chakra 20/20]

13:47 Hichi:
  [Centro] E' chiaramente diventata una sfida, ma Hichi ritiene di essere ancora in una posizione di vantaggio, sempre che si possa parlare di vantaggio o meno. In questa circostanza deve e vuole soltanto capire chi stia davanti a Hichi. Osserva la ragazza rigirandosi sulla sedia per prendere una posizione un po' più comoda. < Uhm. Interessante. > La bocca esprime un minimo, impercettibile sorriso sul lato destro della bocca < No, non credo assolutamente sia un nome fittizio. La tua stessa foga ti ha tradito. Ti sei rivelata una ragazza onesta fin da subito, non credo tu sia stata capace di mentirmi. Ma potrei sbagliarmi Rei. > La chiama per nome, legittimando il suo pensiero. La osserva, nota tutti quelle parole e la schiettezza che assume. A volte essere fin troppo schietti rivela la voglia di primeggiare, come se ci fosse uno scontro. Chiacchierare in modo tranquillo ed amichevole presuppone un tipo di conversazione, essere rigidi e fin troppo interessati al minimo dettaglio fa presagire una sorta volontà di Rei di cercare di portare lo scontro dalla sua parte. < Non credi io possa essere un ninja? Se tu mi hai mentito, sappi che io pure ti ho mentito. > Dubbio, ed ancora dubbio. Che ne sa Rei del fatto che Hichi sia o meno un ninja? D'altronde il gestore del chiosco pareva conoscerlo e potrebbe essere un cliente abituale ed avere risorse economiche per permettersi tutto quel gelato. < E' encomiabile il tuo interesse per il villaggio, sono contento ci sia gente come voi. > Voi? A chi si riferisce? In ogni caso in tutto questo continua a guardare dal basso all'alto la ragazzina con gli occhi spalancati e pieni di punti interrogativi.

14:02 Rei:
  [Strada] E’ tutto così strano, è tutto così particolare, è tutto così dannatamente anomalo. Una figura che all’apparenza sembra tranquilla, senza troppi grilli per la testa in realtà è un ragazzino che sa quello che vuole, che sa ciò che vuole esprimere, che sa di avere ragione in un certo senso. Un ragazzino dall’aspetto cauto, senza fronzoli, senza nulla che possa presagire tutto quello che indirizza nei confronti della Genin. Un elemento a cui stare attenti, un elemento che potrebbe diventare pericoloso nel caso si tratti davvero di un ninja fatto e finito. Non sa della sua discendenza, non sa quello che potrebbe fare, non sa quello che potrebbe presagire tutto questo. Sa solo che quella conversazione la fomenta particolarmente e questo non lascia spazio di manovra alla Taijutser. <Come ti chiami?> eccola la domanda diretta, la domanda che vuole sancire qualcosa, un viso per un nome, per poterlo collegare nei ricordi della sua mente. <Il beneficio del dubbio è parte di ognuno di noi, non credi?> riguardo il suo vero nome, sebbene sia davvero quello e non uno fittizio, uno per collegarla alla sua essenza. Lei ha sempre svolto lavori manuali, non si è mai tirata indietro di fronte alla fatica, di fronte agli ostacoli e di certo non andrebbe a fermarsi proprio ora, non davanti a lui. <Per me potresti essere anche il ninja più potente esistente, da come parli. Ma questo non è un dettaglio importante, non è un dettaglio che possa far concludere o meno questa conversazione> spiega brevemente, senza soffermarsi oltre su questo discorso. <Voi? Beh, anche tu potresti rientrare in questo voi, come non potresti. Il dubbio rimane sempre nella mia testa, eppure questo non mi importa particolarmente. Sei un ragazzino che sa usare bene la lingua, che sa come fronteggiare qualcuno più grande di lui. Potrebbe essere semplice astuzia o stupidità, dipende dai punti di vista> lo prende bonariamente in giro, in quanto lei non è portata alla cattiveria nella sua forma più subdola, più sarcastica. <Io posso solo constatare che sai il fatto tuo, che non ti lasci mettere i piedi in testa dalla prima sconosciuta che incontri. Non è così, forse?> domanda relativa, niente di più. [Chakra 20/20]

14:12 Hichi:
  [Centro] La ragazza sembra perdere il controllo della situazione in quanto pare sentirsi braccata, ma è tutto ciò che traspare dalla conversazione e ciò che vede esternamente, senza però curarsi più di tanto della situazione. La osserva abbassando lo sguardo e rimanendo in silenzio sempre con quel pollice infilato tra le labbra, non in bocca, ma la punta è praticamente infilata tra le due a contatto con la dentatura. < Mh? > La domanda sul nome < Hichi > Alza la testa lentamente come se fosse quasi intorpidito < Piacere Rei, mi chiamo Hichi > La richiama come deve chiamarsi, e lui risponde con il vero nome. < No, il beneficio del dubbio è ciò che gli stolti usano come scusa. Non c'è nulla di più snervante del dubbio e dell'essere nell'incerto. Nulla è più snervante di non sapere. > Le risponde a tono, ma rimanendo freddo e calmo come se stesse parlando del più e del meno. Senza espressione. < Nessuno ha mai voluto interrompere questa conversazione. > Poi guarda la ragazza < Astuzia o stupidità sono le facce della stessa medaglia. Chi viene visto come astuto potrebbe essere considerato stupido da qualcun altro, solo perchè non è compreso. > Poi la guarda, sorridendo ancora. < Potrebbe essere una constatazione errata se non si fonda su delle basi solide. > Però, in questo caso le ha offerto lo spunto per avere la conferma sull'ultimo aspetto. Ma siamo sicuri non sia tutto sotto il controllo dell'Aburame?

14:25 Rei:
  [Strada] Bisogna dire che il ragazzino sa di essere nella ragione, almeno in parte, secondo i canoni che girano nella mente della Genin. Potrebbe essere la persona più astuta di questo mondo come la più stupida, ma il dettaglio della certezza non è dato saperlo, in questo momento. Lo osserverebbe in quelle sue posizioni semplici, senza nulla di accurato, senza nulla che possa collegarlo al mondo in cui lei si è appena ritrovata, un mondo dove l’azione è più importante della parola in sé. Fatti non parole, come dice un certo detto. Con le azioni ci si può definire più concreti, con le parole qualsiasi concetto potrebbe rimanere astratto, senza un filo logico, senza nulla che possa essere compreso o conservato. Le azioni sono importanti per lei, le azioni sono il sale della vita per la sua esistenza, per quello che le hanno sempre insegnato tra le mura domestiche e non solo. Guarderebbe l’altro senza battere ciglio, con un sorriso delicato che permane a ridosso delle labbra, con un sorriso concreto che rimane a ridosso di quelle labbra delicate, di un rosa appena accennato. <Piacere di conoscerti, Hichi> e sottolinea quel nome, prendendolo per vero e non per fittizio, da conservare nella memoria collegato al viso altrui. <E’ vero, è snervante. E’ vero, il dubbio logora dentro peggio di una malattia. Ma il dubbio ci tiene anche vivi, il dubbio ci permette di cercare e non arrenderci di fronte all’apparenza. Il dubbio fa male allo spirito come del bene. Non è detto che vada a ledere invece che aiutare a ragionare> il suo personalissimo punto di vista, sebbene rimanga qualche dettaglio irrisolto nei confronti dell’Aburame. Potrebbe essere vero, potrebbe essere errato, ma alla fine la vita stessa è un enorme punto di domanda sopra la propria testa. <E qui non hai tutti i torti, Hichi. Una persona astuta potrebbe apparire stupida per sua scelta, come una persona stupida potrebbe risultare astuta per chi non sa osservare dentro le righe. Potrebbe essere tutto come potrebbe essere nulla. Sta a noi capire fino a che punto spingerci, fino a che punto si voglia comprendere quello che si apre ai nostri occhi> un discorso profondo, un discorso sentito, un discorso che pone l’altro in una luce piuttosto chiara nella mente della Genin. All’apparenza sembra un bambino troppo cresciuto, ma trattiene in sé una freddezza che farebbe rabbrividire molti. [Chakra 20/20]

15:16 Hichi:
  [Centro] Continua a permanere seduto là su quella seggiola senza dire nulla e senza fare nulla più di tanto. Non si scompone e non dice alcunchè relativamente a ciò che dice Rei. < Mh > Mugugna nell'ascoltare le parole della ragazza. < Piacere mio > Non dice altro, non dando un'estrema convinzione nell'avere piacere nell'incontro tra i due. Ascolta poi le parole di Rei, la quale non pare aver capito l'appiglio fornito dal ragazzo, e la cosa lo diverte anche se esternamente non traspare alcun tipo di emozione. Il suo ideale sul dubbio è stato traviato, non è come la pensa, ma non aggiunge nulla in quanto non viene condivisa come idea da parte del bianco. Così come la risposta riguardante la differenza sottile tra astuzia e stupidità che viene considerata come qualche cosa di riduttivo. Osserva la ragazza storcendo leggermente il capo. < Ma una cosa mi incuriosisce decisamente. Tu mi parli della tua vita come di una vita al servizio della comunità, del villaggio, degli altri. Ma se ti trovasi davanti ad uno scontro tra te ed un tuo caro amico che però ha tradito il villaggio .. tu andresti contro? > Una curiosità più che altro, non c'è una precisa idea alla base della domanda appena posta, solo curiosità nel sapere un po' come ragiona. Spera che possa riprendersi con questa risposta, perchè per ora ad Hichi è sembrata decisamente poco interessante, ma è fatto così.

15:31 Rei:
  [Strada] Un soggetto fastidioso, un soggetto fin troppo strano per i suoi gusti, un soggetto che non ha nulla che possa attirare il pensiero della Genin. In un primo momento pensava di intrattenere una conversazione più piacevole, ma andando avanti con i minuti le sembra di avere davanti un muro, un ostacolo, una mentalità piuttosto chiusa e conservativa. Lei è il ritratto della gioia, il ritratto dell’allegria, il ritratto di una spontaneità che dovrebbe variare nel mondo in cui è stata catapultata. Uno scambio di opinioni che inizia ad apparirle “strano”, che inizia ad apparirle fin troppo scomodo e invadente. Le parole altrui arrivano ancora una volta e non andrebbe a interromperlo, per non rompere tutto quel pensiero, quel suo modo di porsi al di sopra delle aspettative della ragazza. Sembra quasi che l’ego altrui voglia emergere, far valere le sue idee come uniche e senza risposta. <Potrebbe essere anche la mia migliore amica, mia cugina, un mio qualsiasi familiare. Se ha tradito il villaggio, se nel concreto ha tradito il villaggio portandolo in una situazione critica, allora è mio dovere dare fine alla sua esistenza, al suo respirare in questo mondo. Sarò allegra, tranquilla e spensierata, ma devo pur sempre rispondere ai miei doveri, a quello che sono, per il bene di tutti e non solo per un affetto personale. Io stessa meriterei di morire se tradissi il mio villaggio, quindi accetterei lo scontro all’ultimo sangue, pagando le conseguenze delle mie azioni> è una combattente, è una ninja, deve rispondere alle direttive dei superiori, deve mettere il bene comune prima del proprio. Anche se questo significherebbe fare del male al proprio spirito, a quella integrità che mostra verso tutti. <Tu sei piuttosto contorto, ma ognuno è quello che è e bisogna accettarsi. Nessuno è perfetto, nessuno prevale sull’altro con il proprio carattere. Il mondo è bello perché è vario, altrimenti sarebbe assolutamente noioso> direbbe semplicemente, chiudendo qui anche questo discorso. [Chakra 20/20]

15:38 Hichi:
  [Centro] Osserva quella ragazza cercando di darle un inquadramento particolare ed è chiaramente quello che aveva già fin da subito definito: un certo non so chè di già visto < Banale. > Freddo e lapidario < Nel momento del bisogno non si riesce ad essere naturali, il villaggio viene dopo. Chi risponde al contrario mente a sè stesso > Punti di vista. Distende le gambe andando a portare i piedi nelle scarpe inforcandole come se infilasse delle ciabatte praticamente. < Io vado. > Non dice altro alla ragazza, dal momento che la sua conversazione gli è servito come esercizio mentale per capire come penetrare nella mente delle persone. Si alza dalla sedia tirandola indietro rispetto al tavolo. Si alza, sempre leggermente ingobbito. < Ciao > Non dice altro portando la mano nei capelli arricciando con le dita le punte di qualche ciocca di capelli quasi come antistress. Li prende e li rigira andandosene senza dire alcunchè alla ragazza, lasciandola lì un po' male. Ma è fatto così, Hichi è così. [END]

15:50 Rei:
  [Strada] Tutto ha un epilogo e, tra loro, il momento della fine ormai è giunto, senza dare troppo preavviso. <Sarà, ma io sono convinta delle mie parole, come tu sei convinto delle tue. Il pensiero di ognuno è importante, nessuno escluso. Da quello più serio a quello più divertente e scontato. Nessuno è inutile, nessuno è scontato, tutto giunge a tempo debito. Tutto giunge e nessuno potrebbe cambiare il nostro destino> potrebbe, appunto. La vita riserva sempre qualcosa, la vita non è mai lineare, altrimenti sarebbe tutto noioso, altrimenti sarebbe tutto scontato e non lo si vivrebbe con le giuste emozioni. <Ciao> direbbe semplice, prima di vederlo allontanarsi da quel tavolo, assieme a quel pupazzo che trascina con sé, assieme a quel suo ego che le pare fin troppo smisurato in certi momenti. Anche lei si alzerebbe dalla sedia, prelevando il proprio sacchetto con i mochi in modo accurato e preciso. Deve tornare a casa, deve tornare tra le mura domestiche, deve rientrare e portare quei dolcetti alla parte restante della propria famiglia. La sua famiglia: sua madre e sua sorella, le due persone più importanti della propria vita, in quanto senza di loro sarebbe persa, sarebbe solo un fantoccio vuoto nelle mani di un burattinaio. [End] [Chakra 20/20]

I due ragazzi si trovano dentro a un chiosco e discutono in modo amabile o meno su alcuni punti fondamentali della vita stessa e dell'essere ninja o no.