Il consigliere Mekura e Zeldris

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19:35 Zeldris:
  [strade] Un passo moderato mentre si ritrova a passeggiare per Konohagakure. Un giovane alto, molto alto nei suoi 195cm, dai capelli neri e dagli occhi di un azzurro intenso, quasi brillante. Mani nelle tasche di pantaloni beije accompagnati a una maglia aderente dalle maniche lunghe, leggermente arrotolate fino a metà dell'avambraccio e dallo scollo a V, cammina con passo moderato e costante. Il giorno prima ha tenuto la sua prima lezione all'accademia ninja apprendendo molti fondamenti che, a mezzo tono, quasi mimandoli soltanto con le labbra, si ritrova a ripetere fra se e se. Nessun segno distintivo a parte gli abiti e le caratteristiche fisiche, nessun ornamento, coprifronte o gilet che lo identifichi come possibile ninja di qualsivoglia paese. Un uomo come tanti, che risalta unicamente per la sua fisicità non propriamente comune e nulla più.

19:54 Mekura:
 Stava uscendo da quello che è il suo attuale lavoro con tanto di borsa piena di fascicoli da visionare a casa. Mekura Hyuga ancora si sente...in una sorta di realismo magico, una specie di illusione perenne da quando è diventata consigliere dell'hokage. Il suo sguardo, tuttavia, non fa presagire nulla di che: Apparentemente sempre concentrata e sempre sul pezzo, tanto da sembrare spesso e volentieri stressata dalla giornata. Un sguardo che per lo più appare severo a distanza. Indosso la donna porta una maglia grigia a maniche lunghe e che lascia scoperte le spalle scendendo fin sotto il seno e scomparendo sotto una gonna alta in vita, nera e con una trama stampata e traslucida simile alla pelle di un serpente. Tale gonna inoltre ha uno spacco centrare sul davanti che le permette di muoversi agevolmente. Le gambe sono coperte da un paio calze color carne insieme agli stivaletti neri con un tacco poco pronunciato. Sulla spalla destra porta a tracolla una borsa porta documenti in pelle scamosciata mentre attorno al collo porta una sciarpa ampia rossa. Il tutto si completa con un Haori scuro con i bordi ramati e sulla schiena il motivo del serpente in bianco. [ch on]

20:00 Zeldris:
  [strade] Mano che si porta davanti al cavo orale, andando a sbadigliare, prima di perdersi fra il nero e liscio crine andando a grattar il capo ad altezza della nuca. In uno dei suoi momenti di relax il giovane che passando al di fuori del palazzo del kage non può che volgere il capo, offrendo il profilo proprio all'entrata di questo. Sguardo che si perde verso l'alto, eppur non v'è particolar traccia di emozioni sul viso. Par quasi annoiato, mentre osserva quell'immensa costruzione, monile di forza del paese del fuoco. Sguardo che si abbassa e nell'uscir inevitabile per la Hyuga incontrar lo sguardo azzurro vivo ed intenso dell'uomo che la osserva senza particolar reazione alla sua figura, se non quella di piegar leggermente il capo, riportando la mano nella tasca similmente alla gemella. <Buona sera> un saluto giunge all'indirizzo dell'altra all'incontrarsi eventuale dei loro sguardi. Quantomeno abbastanza educato da rivolger saluto, anche se non propriamente entusiasta, o almeno non lo da a vedersi.

20:14 Mekura:
 I passi sono ampi mentre si muove lungo la strada, portando indietro una ciocca di capelli che le sta dando fastidio in questo momento. Da uno scossone con la testa in modo da rimettere a posto quella ciocca e riprende come se nulla fosse. In quel momento incrocerebbe la strada con Zeldris. Alza lo sguardo visto che il ragazzone qui è alto, ben più alto della sua stazza di 1.60 m alzata solo di pochissimi centimetri dal tacco leggero e comodo che porta. Lo osserva per qualche secondo prima di ricambiare con cortesia il saluto <buona sera> afferma la donna senza grande enfasi notando l'inchino <...hum...lo fanno tutti> mugugna tra se e se leccandosi le labbra in una sorta di ansia riguardo a quel gesto anche se era solo qualcosa di blando con la testa, per poi rivolgersi al ragazzo direttamente <non c'è bisogno che ti inchini, sono una consigliera ma non è necessario, davvero> infondo ancora deve far valere il suo titolo <lo hanno fatto tutto il giorno e tutto il giorno a dirgli di non farsi venire il colpo della schiena per me e loro continuano> sospira <non sono abituata a questo> la donna scuotendo il capo parlando più a se stessa che a Zeldris in questo momento, un perfetto sconosciuto. <ma del resto si inginocchiano alla figura, non alla persona, è un dovere farlo durante il lavoro quanto meno> sospira prima di guardare il ragazzo <...bhe, ma non voglio tediarvi, sono solo pensieri a voce alta, buona serata allora> afferma iniziando ad allungare il passo [ch on]

20:26 Zeldris:
  [strade] Un sorriso sfiora appena il viso dell'uomo alle parole della Hyuga. <E chi dice mi sia inchinato al titolo?> domanda riferendosi a quella referenza col capo appena accennata si, ma sintomo d'educazione. <Non è forse normale essere educati con gli estranei? Specie se una bella donna come voi? I titoli sono importanti solo fin quando la loro influenza mi interessa direttamente. Non mi sembra di aver qui ed ora affari da sbrigar con voi, quindi non parlo di certo al titolo, ma alla donna che ho di fronte> e nel tono v'è si una nota educata, eppur v'è anche un che di sfacciato al tempo stesso. Indefinibile la nube di pensieri che lo attraversa. <E parlando di educazione... Piacere di conoscervi. Mi chiamo Zeldris Higurashi> usando il nome da nubile della madre, in quanto unico cognome accompagnabile al suo nome, accompagnando quella presentazione con un nuovo movimento del capo. <Sembra abbiate avuto una giornata piuttosto impegnata a giudicar dalle vostre parole. Non voglio trattenervi oltre. Di contro però...> ed un mezzo sorriso sfiora il viso dell'uomo, con far quasi sornione, <Potrei offrirvi una tazza di tè. Non esiste rimedio migliore per levarsi lo stress di una lunga giornata di lavoro> come se realmente sapesse quanto possa esser stressante il lavoro di consigliere del kage... Ma per piacere!

20:40 Mekura:
 Si gira ascoltando le parole di Zeldris con un vago interesse, la pioggia intanto cade prendendola alla sprovvista <oh> e porta sopra la testa il porta documenti per proteggersi. A quel punto sorride incuriosita dall'individuo <la cortesia è accettata, basta che non diventi adulazione non necessaria> è ironica nel tono della voce. <piacere Zeldris Higurashi> afferma la donna mentre pensa al suo cognome: non le viene in mente nulla. <invece io sono il consigliere Mekura...solo Mekura> ancora non ha il diritto di riferirsi al nome del suo clan, almeno fino a quando non verrà reinserita, il solo pensiero le fa cambiare l'espressione in una nota amara che tuttavia nasconde subito dopo dietro il suo volto calmo <abbastanza, ma ho avuto giornate ben peggiori: alla fine questa è solo burocrazia, nulla a che vedere con il cadere in mezzo ad una tecnica di fuoco e farti bruciare le gambe> afferma la donna seriamente con un lungo sospiro. Pensa alla proposta e annuisce dopo qualche attimo di indecisione. <hum...essia, del resto devo comunque passare in un locale per prendere dei Dorayaki> lo aveva promesso e le promesse vanno mantenute. <ma sarà comunque una cosa veloce, il tempo per ringraziarti per la tua gentilezza e poi scappare via> afferma la donna guardando verso l'alto con la pioggia che continua a scendere <e magari trovare un posto in cui rifugiarsi> [ch on]

20:48 Zeldris:
  [strade] Il capo si alza quando la pioggia prende a cadere. Non sembra reagire preso alla sprovvista, ed anzi chiude gli occhi lasciando la pioggia lo investa completamente, quasi abbandonandosi a quella condizione climatica. <Mi piace la pioggia. E' rilassante non trovi?> domanda riaprendo gli occhi. Capelli che per primi s'appiccicano al viso. Riabbassa le iridi azzurre sorridendo poi alle parole dell'altra. <Si adulano solo gli idioti o i kami. Non rientri nella seconda, e dubito tu possa rientrar anche nella prima. Quindi...> ed una mezza risata. Mani che rimangono nelle tasche mentre la pioggia fa aderir la maglia al corpo del giovane, magro e privo di muscolatura accentuata. <Allora lieto di conoscervi "solo" mekura - san> risponde quindi con ironia alla presentazione dell'altra. <Alle volte la burocrazia può essere una lama più affilata di qualunque jutsu. Tutto dipende da se uno abbia o meno la forza per resistere alla pressione. Molti valorosi ninja dietro una scrivania probabilmente non resisterebbero che poche ore...> ma cosa ne sai? Guarda te questo che parla manco ne capisse qualcosa. <Allora lieto di farvi compagnia, anche se per poco. Non voglio rubarvi troppo tempo> ed un occhiolino andando poi ad incamminarsi come se nulla fosse, incurante della pioggia che continua a scendere inzuppandolo completamente verso la vicina locanda.

21:03 Mekura:
 <alcune volte si> in effetti, non le è mai successo nulla di tragico sotto la pioggia, in effetti solo cose belle sono successe sotto la pioggia, solo pace, solo tranquillità. <alcune volte si> ripete con l'ombra di un sorriso sulle labbra iniziando a procedere lungo la strada in direzione di un locale vicino alla magione, un posto dove si potesse bere del buon thè. Sogghigna quando sente quella affermazione <hum, parli come uno che ha avuto a che fare con la burocrazia, o uno che vorrebbe entrare a farne parte> afferma la donna ironica mentre la locanda viene individuata. <ah si, direi che possiamo andare li> afferma la donna indicando la locanda con un cenno del capo. <Dimmi Zeldris, cosa fai della tua vita? lavori? vai in accademia? > è possibile dato che la muscolatura sembra in linea con quanto viene impartito in accademia. Attende la risposta alla domanda la donna, incuriosita, sopratutto perché al momento sono rimasti senza argomenti ed effettivamente ancora, quel tipo non lo conosce, non sa perché se ne stava li in mezzo alla strada a ciondolare, non che sia propriamente un male questo. [ch on]

21:10 Zeldris:
  [strade] Il passo riprende, camminando con quel suo far moderato e pacato. Un sorriso sfiora il viso del giovane, <Io trovo sia piacevole. Lava via ogni dubbio, ogni incertezza. Ogni cattivo pensiero scivola via e lascia solo un senso di pace. Fa sentire bene> eh già. La pioggia lava via tutto, dal sangue ai peccati. Dal dolore alle cose belle. Lascia dietro di se solo una lavagna bianca, pronta ad essere riscritta. <Burocrazia? Non c'ho mai pensato in realtà. Non che mi dispiaccia come idea. E' un lavoro come un altro alla fine. Poi come avete detto voi Mekura - San facendo burocrazia non si rischia di finir su un letto d'ospedale. Non sempre almeno> eh beh, ci son comunque rischi legati al lavoro, non tutti amano i burocratici diciamo. <Io? In effetti ho iniziato ieri l'accademia. Piuttosto interessante a dire il vero. Un modo come un altro di crearsi un futuro, facendo qualcosa di utile al villaggio per giunta> ed alza le spalle, <Dopotutto nella vita bisogna prendere posizione prima o poi> ed un mezzo sorriso arrivando di fronte alla porta della locanda. Va ad aprir la porta scorrevole indicando l'interno, <Prego> lasciando il passo all'altra per solo dopo il suo ingresso far altrettanto chiudendosi la porta alle spalle. Sgocciolante quindi ma stranamente sorridente, incurante della cosa va a cercar da sedersi per se e per l'altra, per poi guardar la donna, <Ordini pure> lasciando a lei la prima ordinazione.

21:39 Mekura:
 Mekura rimane in rigoroso silenzio mentre Zeldris parla, lasciando che questo si esprima al meglio delle sue possibilità e liberamente. Dice solo un "grazie" superandolo per entrare all'interno del locale, arrivando verso il bancone del locale senza andare a cercare un tavolo: come ha detto è di fretta. Afferra uno dei menù ripiegati controllando quello che c'era di buono pendendosi il suo tempo per ordinare, al momento è concentrata sul denshi. <prendere posizione eh?> questa è una affermazione interessante, fa presupporre uno scopo ben preciso dietro la scelta di diventare un ninja, a meno che questa non sia una scelta infelice di parole, che in realtà non gli importi più di nulla e che questo sia solo un modo per "svagarsi" come ha sentito, fortunatamente, non troppo spesso. <immagino che ti abbiano fatto questa domanda in accademia, ma, per quale motivo sei diventato un ninja?> domanda verso il ragazzo sempre più curiosa della risposta che potrebbe dare. Intanto si sgranchisce la gola appena l'uomo dall'altra parte del bancone si accorge di lei <un thè verde al gelsomino e, quanti mochi sono?> domanda ricevendo la risposta <6 pezzi? li prendo e anche dei dorayaki, me li può mettere tutti e due in una sporta? sarebbe molto gentile> [ch on]

21:46 Zeldris:
  [locanda] Lo sguardo spazia in cerca di posto a sedere ma, di contro, la donna punta dritta al bancone. Di fretta l'altra, l'aveva detto. Sorride, andando a seguirla. <Già. Nella vita molte persone decidono di rimanere neutrali. Impassibili alle esigenze del prossimo. Solo in pochi hanno il coraggio di levarsi dalla massa, prendere posizione e rimaner fermi e saldi nei propri principi. Alcuni lo fanno per fama, altri per vendetta...> e lascia una pausa per poi andar a sorridere. <Io lo faccio per senso del dovere. Chiamiamola pure "giustizia personale"> e quindi va a rivolgersi dopo la donna all'uomo. <Per me tè del semplice tè nero, la ringrazio> e cordiale e educato com'è stato con la donna si rivolge anche al locandiere, prima di tornar a questa. <Diciamo che il mio ideale è quello di un mondo in cui il più debole non venga schiacciato dalle conseguenze delle azioni dei forti. Non che mi ritenga una persona di indole nobile o altro... Più una rivalsa nei confronti della vita. Un modo per evitar di veder ripetersi una scena accaduta decine, centinaia di volte> ed alza le spalle, impostando un sorriso appena accennato su quel viso pallido contornato da capelli neri e occhi azzurri come raramente se ne vedono nella loro intensità.

21:58 Mekura:
 Ancora una volta il ragazzo parla saggiamente, senza l'ingenuità che accomuna persone più giovane che frequentano l'accademia eppure, allo stesso tempo, non sa realmente di che cosa sta parlando, ma è normale. incrocia le braccia ascoltandolo lasciando che la borsa si appoggi sulle sue ginocchia e mugugna <un nobile intento, per quanto tu non ti consideri tale> afferma la donna <uno scudo per i deboli quindi, o una spada?> questo le interessa, la sua scelta: uno scudo è una difesa per le persone deboli, qualcuno su cui possono contare, qualcuno che li protegge per sua natura, una spada è un'arma destinata all'attacco, qualcosa che protegge con l'offensiva le persone e che spesso più essere rigirata contro i deboli. In pratica attraverso questa allegoria la donna sta cercando di capire meglio chi ha di fronte: questo ha risposto vagamente alla domanda del perché fa questo, ma non realmente alla domanda sul chi fosse e per il momento appare una persona abbastanza pacata, educata e introversa? no per niente, sono distaccato magari, disinteressato a far conoscere a chiunque ogni minima parte di lui è questo infondo è comprensibile, non lo può biasimare. [ch on]

22:14 Zeldris:
  [locanda] Il sorriso rimane accennato su quel viso mentre l'altra gli pone una domanda semplicissima. <Spada o scudo dite?> e sembra rifletterci su. <Se queste sono le opzioni la risposta naturale per me sarebbe scudo. Eppure non è ciò che voglio diventare> eh già. Si prende un attimo all'arrivo del tè, andando ad assaggiarlo, cercando nel mentre le parole in grado di esprimere il suo desiderio. <Ciò che voglio diventare è una mano...> una mano? Si avete capito bene. <Una mano protesa verso il passato, per cogliere gli errori di chi è venuto prima di me; Una mano protesa verso il presente, per comprendere chi mi sta vicino e le sue esigenze. Una mano rivolta al futuro, perchè le mie azioni, seppur di poco, rendano il mondo un posto migliore per la generazione che verrà> un modo quindi "metaforico" di definirsi mano, piuttosto che una reale lama nelle mani del villaggio o scudo ai deboli. <Una mano protesa sia verso il forte che verso il debole. Verso il forte per apprendere, per seguire, capire. Verso il debole per sostenere, proteggere, aiutare> e quindi un sorriso, <Potrei farlo in molti modi. Ma in questo modo sostanzialmente ne esistono due, come politico o come guerriero. Ed uno non sempre preclude l'altro. Tuttavia come punto di inizio il ninja, in quanto cittadino e soldato, ha una prospettiva più congeniale a ciò che voglio difendere, ovvero i più deboli, i civili, chi realmente non può aiutarsi con le proprie forze, ed è per questo che ho scelto l'accademia come punto di inizio, piuttosto che il salotto di qualche nobile o la scrivania di segretario di qualche politico> e chiarita questa sua risposta dal suo personale punto di vista quindi va a sorseggiar appena il tè per poi rivolgersi all'altra. <Parlando di voi invece? Siete uscita dal palazzo dell'hokage e parlate di burocrazia. Tuttavia erro forse a pensare siate una kunoichi a vostra volta? E se così fosse, e non risulto indiscreto nel chiedervelo, posso chiedervi cosa vi spinse a diventarlo? Semplice curiosità> e accompagna quelle parole ad un sorriso andando ad osservar l'altra nemmeno provasse a leggerne l'animo nei suoi angoli più celati ed oscuri con quel suo fare che poco a poco, educato ed in punta di piedi, prova ad avvicinarla, con occhi così intensi da brillar sia nella notte più scura che sotto i neon della locanda.

22:30 Mekura:
 Il thè finalmente arriva e così anche il suo sacchetto pieno di dolci <grazie> verso il locandiere prima di tornare ad ascoltare il ragazzo. Nessuna delle due scelte ma piuttosto una terza molto saggia: la mano. La mano può essere divisa e protesa, o unita e formare un pugno, può brandire lo scudo o la spada, ma mai tutte e due insieme. <una buona risposta> afferma la donna. afferma la donna sempre più interessata alla psiche di quell'individuo, è anche bravo ad esprimersi. Ma questa volta tocca a lei rispondere alle domande. <hum> mugugna andando a prendere un sorso di thè prima di rispondere. <i miei occhi parlano da soli, appartengo al clan Hyuga> afferma la donna con un mezzo sorriso <o meglio, appartenevo> tutti nel villaggio sanno che lei al momento è considerata una sfregiata. <essere Hyuga, significa necessariamente essere dei ninja, non c'è una vera opzione: chi è Hyuga è destinato a combattere ed a servire il villaggio, perché fa parte del nostro destino> afferma la donna seriamente <questi occhi sono un'arma e come tale va protetta ed usata> sogghigna e continua <ma al tempo...io lo facevo solo per rendere fiero di me mio fratello, un fratello ritrovato e che non ho avuto modo di conoscere se non quando mi sono spostata a Konoha dalle campagne limitrofe> storia lunga. <è molto infantile come concetto lo so, ma allora ero poco più di una bambina gettata all'interno di un contesto complesso come la guerra civile contro Kuugo, diventare ninja per me diventò anche l'unico modo per sopravvivere> [ch on]

22:46 Zeldris:
  [locanda] Un mezzo sorriso permea sul viso dell'uomo. La ascolta parlare, ne ode la risposta, gustandosi quel tè nero, dal sapore forte, dal retrogusto amaro eppure così dannatamente piacevole. L'altra finalmente a viso aperto dice ciò che i suoi occhi già rivelavano, ovvero la sua appartenenza al clan Hyuga, nobile clan Konohano e che da sempre serve sotto la bandiera della foglia. <Il destino...> un concetto forte, in cui gli Hyuga hanno sempre creduto, che li ha sempre guidati. <Sapete? Credo il destino sia definito solo fino ad un certo punto. Non credo sia giusto abbandonarsi al destino. Lo si può accettare e farlo proprio, ma non bisogna mai rassegnarvisi. Non per forza perchè una cosa è già stata definita allora è l'unica opzione. Può essere la più giusta, può non esserlo, ma non è mai davvero l'unica. Forse è l'unica che si vuol vedere, ma basta spostare lo sguardo un po' più in la, ed ecco che tutto cambia> e quindi poggia la tazza ora vuota, guardandone il fondo, <Sopravvivere è un ideale importante, non certo infantile. Se non si sopravvive come si può difendere o attaccare nel nome di un popolo o ideale? Per questo dico la via dello shinobi è l'opzione migliore anche per me. Posso prodigarmi per difendere il prossimo ma senza la forza di ergermi a difesa e sopravvivere, sarei solo un'altra vittima> e quindi lo sguardo torna a posarsi sull'altra. <Appartenevate? Si fa forse parte di un clan perchè lo si merita? Possono non considerarvi più degna ma smettono forse di esser vostri parenti? La gente cambia idea continuamente. Quelli che oggi vi ritengono indegna domani vi pregheranno di tornare a portar il nome degli Hyuga di fronte ai vostri successi e al vostro impegno, viceversa chi oggi vi adula potrebbe finire per odiarvi. L'unica che non deve cedere alle pressioni esterne e continuare a credere in voi siete voi stessa> e quindi le volge un sorriso ora un poco più aperto, amichevole, andando poi a prendere dalla tasca le monete per il conto di entrambi, pagando anche i dorayaki e i mochi presi dall'altra. <Offro io...> le ricorda quindi ammiccando appena.

23:08 Mekura:
 Quando sente le parole del giovane, anche se servono a confortarla un poco la fanno sorridere, una risata bassa e vagamente oscura <non credere: ho già provato a cambiare la rotta del mio destino, è inutile> afferma la donna appoggiando la tazza vuota davanti a lei. <ho cercato sempre di trovare delle strade alternative alla rotta principale e tutte mi hanno spinto di nuovo sulla strada in cui mi trovo ora.> si solleva in piedi andando a prendere la busta mentre armeggia per prendere i soldi. <qualcuno è destinato a fare del proprio fato quel che vuole, altri hanno quel destino sigillato da seguire, che rimane oscuro e incomprensibile, non capisci neanche lo scopo. Ma sei qui, e ti serve, anche se non pensi più a cosa fare per evitare il peggio, ci sarà sempre qualcosa di peggio da affrontare e se proprio non si può fare nulla per non incrociarlo bisogna affrontarlo> Zeldris poi si offre per pagare il tHè ed i dolcetti <non serve davvero> afferma la donna amichevolmente sorridendo verso questo per poi sbuffare <va bene, ricordami la prossima volta che ti devo un thé> riguardo al clan, c'è molto da dire <alcune volte si, bisogna meritarsi di far parte di una famiglia alcune volte e se secondo loro sei una minaccia allora bisogna solo stare lontani e contemplarli da lontano...e volergli bene da lontano> sospira <ma è una cosa lunga e deprimente ed è ora che io vada dal resto della mia famiglia che ancora non mi ha mandato a quel paese, il che potrebbe succedere a breve se non mi sbrigo> sorride ironica pensando ai suoi figli...ed a Saisashi. Se ci fosse anche un'altra persona tuttavia, sarebbe meglio, non non può pretendere troppo da lui. <bhe, ti saluto e grazie per esserti offerto di pagare> afferma la donna salutandolo prima di allontanarsi e uscire dalla porta <ah Zeldris -kun...> afferma affacciandosi di nuovo prima di scomparire <mi aspetto che tu finisca a pieni voti l'accademia> [end]

A mekura viene offerto un thè caldo e dei dolci.
Che magie non fa una gonna