Non meritano il tuo dolore.
Free
Giocata del 05/02/2018 dalle 15:03 alle 19:02 nella chat "Prati Fioriti"
[Seduta contro un albero] Una distesa di prati verdi, con qualche fiorellino che ancora perdura con le temperature fredde, o che proprio è indifferente al tempo sbocciando comunque. Prati curati, l’erba soffice e sempre ben tenuta, così come gli stessi fiori, mentre a circondare questa distesa verde vi è il fitto bosco che perdura fino al confine con gli altri paesi, insomma un posticino niente male dove passare il tempo. Dopo tutto quello che è successo la piccola Chunin ancora permane alla magione di Raido, suo padre, tentando di trovare, nella lettera che egli ha lasciato a Fumiko, l’indizio che potrebbe portarla a trovarlo in quel di Kiri. Se n’è andato, l’ha lasciata, abbandonata, come se fosse un pacco o un animale. Ormai in casa le fanno compagnia solo il piccolo micio Kuro, e il grande cagnolone nero che ancora la segue ovunque. Ha imparato ad accettarlo ormai, anche se la maggior parte del tempo la segue a distanza, soprattutto in questi ultimi giorni nei quali è Mirako quella che emerge più di tutte. Vi è rabbia, rancore, tristezza e dolore, ma Mirako ha ben manipolato ricordi e pensieri di Kouki, avendola di fatto allontanata anche da Fumiko e dalle altre persone in modo che rimanesse da sola con Lei e basta. Mirako ha chiuso con il resto delle persone, e sta portando Kouki a pensare alla stessa cosa, vuole solo ritrovare Raido per confrontarsi con lui e prendere quello che lui le ha promesso. Niente di più, non ha alcuna intenzione di soffrire ancora per qualcuno che non ci ha pensato due volte a lasciarla indietro. Indossa un semplice kimono di un colore rosso scuro, bordi neri e motivi floreali che vanno dai colori oro, nero e rosso più chiaro, mentre la fascia che le tiene chiuso il kimono è di colore nero, sulla quale vi è la placca in metallo con il simbolo del proprio villaggio inciso. Le maniche sono lunghe e morbide, arrivano a coprire persino le mani, e il tessuto caldo e comodo, per proteggerla dal freddo. Al di sotto del kimono, che le arriva a circa metà delle cosce, vi sono dei pantaloni neri ed attillati, ma elasticizzati, che le coprono le gambine fino ad infilarsi nelle scarpe ninja. Non indossa più il ciondolo lasciatole da Raido, non porta nemmeno le fasciature oggi, le sue cicatrici e bruciature sarebbero quindi visibili, ma non al momento, dato che nascoste dalle vesti, rimanendo di fatto notabili solo sul collo lasciato nudo. Il porta kunai e shuriken sempre alla coscia destra e il porta oggetti in vita, dietro alla schiena. Non porta altro con sé se non la missiva di Fumiko che ha cercato di riscrivere al meglio dopo averla letta, infatti si trova seduta in quei prati, ma vicino ad un albero della foresta che fa da contorno. Il sedere a terra e la schiena appoggiata al tronco dell’albero, i capelli neri e lunghi sciolti a ricaderle in avanti al viso e sulle spalle, che in quella posizione arrivano fino al terreno. Carnagione pallida, come al solito, e occhi gialli, magnetici, intenti in quella lettura e ricerca di indizi. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] [Persa in mezzo ai prati] Ormai passa più tempo da sola che con altre persone. Qualcosa è cambiato da quando ha fatto il suo ritorno dal villaggio della caccia e quel qualcosa è la sua abitazione e la necessità di impegnarsi negli studi. Con tutto quello che è successo, con il “rapimento” di Fumiko in un modo anche abbastanza tranquillo e il suo ritorno a casa in tempo record, con la sua effettiva scomparsa dalla scena del villaggio e di quella strana e confusionaria famiglia, sinceramente non se la è sentita di tornare a vivere sotto quel tetto. Presentarsi poi in che modo? Chiedendo una copia delle chiavi di casa e una serratura nuova per la sua stanza? Si ferma nel suo incidere in mezzo ai campi fioriti solo per rendersi contro che avrebbe effettivamente potuto farlo. Ma poi ci ripensa. No, troppo limitata in quella casa, controllata dall’Oboro e della sua famiglia, che non le avrebbero nemmeno permesso di “sfogarsi” sotto certi punti di vista. <Aaaaaah…> un sospiro, particolarmente tranquillo, nemmeno troppo alto in tonalità, accompagnato da una ripresa in quel passo lento e cadenzato che le ha permesso di arrivare fino ai prati fioriti. Si guarda intorno con espressione abbastanza persa, probabilmente a sua volta chiusa nei suoi pensieri, rendendosi conto solo ora di non avere la più pallida idea di dove si trova. <Oh…come ci sono arrivata qui? Però non è mica male questo posticino!> non sa come ci è finita in quel posto ma di certo non sembra esserne poi tanto dispiaciuta, anzi, sorride apertamente, osservando le persone che, sfidando il freddo a testa alta, hanno deciso di passare la giornata all’aria aperta. Fra queste, in lontananza, potrebbe effettivamente scorgere la minuta figura della piccola Kouki e, qualora questo fosse possibile, andrebbe a muoversi verso di lei. Mani nascoste nella tasca centrale di una felpa calda e morbida di colore bianco che porta sulla schiena il simbolo del villaggio dell’erba. Una sciarpa le copre il collo, un capellino la testa, e al di sotto della felpa indossa almeno un’altra maglia pesante, per poter effettivamente resistere al freddo. Un paio di pantaloni, caldi e morbidi, completano quell’abbigliamento forse un po' trasandato che si ritrova a dover indossare. <Ma non è quella la bellissima Heiko sensei, cosa ci fai da queste parti da sola?> certo, chiama Kouki, momentaneamente controllata da Mirako, con il nome della terza personalità. La confusione in questi casi è d’obbligo! [Ch off] [Seduta contro un albero] L’incontro del giorno precedente con quell’Uchiha l’ha messa di cattivo umore, non può fare a meno di odiare i membri di quel clan lasciandosi andare a quei suoi personali pregiudizi, ma soprattutto tutto gira intorno al fatto che lui conosce Raido, e che proprio Raido gli abbia chiesto di occuparsi di lei. Inammissibile. Uno sconosciuto a caso quando magari tra Kusa e Konoha poteva esserci mille altre persone, ma no… l’Uchiha a quanto apre è affine a Raido. Stringe i pugni senza riuscire a trattenere la rabbia a quei pensieri, al fatto che l’altro abbia dato per morto o irrecuperabile l’Oboro. <Ma chi si crede di essere?> mormora tra sé e sé, più un sibilo carico di veleno e freddezza, proprio non riesce a farselo andare bene, anche se effettivamente ha destato in lei una leggera curiosità. Ma leggera, proprio poca. Ora ha altre priorità. La mente sempre più in balia di Mirako, difficilmente si riesce a capire quale delle personalità sia a controllo del corpo, o se solamente Mirako stia influenzando più del dovuto la Yakushi, ma di sicuro Heiko è ancora in ascolto, ancora sta ponderando e ancora attende il momento per poter dire la sua e parlare. Espressione fredda e distaccata che ora viene sporcata dalla rabbia a quei pensieri che le frullano in mente, a quella situazione… e con essa anche l’infezione corre veloce nel suo sangue raggiungendo la testa, il cervello, e procurandole non poche fitte di dolore. La mano destra viene passata sugli occhi che iniziano ad appannarsi, li stropiccia cercando sollievo, mentre con la sinistra mette via nel porta oggetti la missiva che stava leggendo. Non riesce più a concentrarsi a dovere ormai. Il capo viene appoggiato contro il tronco dell’albero e gli occhi portati verso l’alto e chiusi con l’intenzione di rilassarsi in modo da appianare il doloroso mal di testa. I respiri si fanno regolari, le mani vengono portate al terreno così da accarezzare quei delicati filamenti d’erba freddi, mentre le gambe vengono distese in avanti. Insomma pare proprio che stia riuscendo a rilassarsi alla fin fine, il dolore diminuisce lentamente e nelle orecchie continua a sentire il pulsare violento del proprio sangue in circolo. Una voce però attira la sua attenzione e solamente perché va a pronunciare un nome familiare, ovvero Heiko. Gli occhi vengono riaperti lentamente, andando ad osservare la figura dell’albina di fronte a sé. La osserva, pare confusa, forse non la riconosce, nonostante Heiko l’abbia comunque informata delle persone che ha incontrato, crede di avere i ricordi ancora un po’ confusi. Sa chi è, per carità, ma il ricordo del loro incontro è lontano ed ovattato, confuso da mille e altri pensieri e ricordi che si accavallano. Solo in questo momento si potrà sapere quale delle personalità ha effettivamente il controllo di quel piccolo corpo. <Kouki. Oggi mi chiamo Kouki.> pronuncia verso di lei con un tono di voce basso, atono, senza alcuna inclinazione se non una evidente stanchezza. Un dolore fisso dentro di lei che si palesa sul volto, dove il sorriso questa volta non appare, mantenendo la propria espressione distaccata. E’ Kouki, certo, ma è come se Mirako convivesse insieme a lei al momento, al suo fianco, in una metà del proprio corpo, pronta a influenzare pensieri e parole della ragazzina, pronta a parlare anche Lei in qualsiasi momento. <Sto cercando di…> si blocca, scuote la testa distaccandola dal tronco e sospirando. <Nulla, passavo un po’ il tempo. Tanto stare in giro o a casa non mi cambia nulla.> sempre sola rimane del resto. Torna a fissare la figura della ragazza di fronte a lei, quella stessa ragazza che ricorda sempre di più man mano. <E tu? Come mai da queste parti?> sembra che stia prendendo tempo, attende che la sua mente vada a ripescare quel loro primo incontro per potersi ricordare più cose possibili. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] [Persa in mezzo ai prati] Questo continuo cambio di personalità ci sta confondendo sempre di più in più modi di quanti non ne possiate immaginare! Ma non ci facciamo caso, non noi per lo meno, che amiamo la piccola Yakushi così com’è. Quella che invece sembrerebbe rimanere più perplessa dal cambio di nome improvviso è proprio Sayuri. Blocca il suo moto, inclina leggermente la testa, e permette ai lisci e lunghi capelli bianchi, di cadere sulla spalla destra in un movimento fluido e naturale, il tutto mentre sfarfalla le palpebre qualche volta con espressione confusa. <Oggi. OGGI ti chiami Kouki. Cambiare nome è una pratica frequente per voi ninja?> domanda perplessa, curiosa più di ogni altra cosa. Cambi di nome non sono poi così rari nella caccia selvaggia, non sono eventi unici e particolare, ma di solito sono accompagnati da una rinascita, da un cambiamento di stato fisico o sociale, o, in casi più rari, dalla effettiva nascita di una seconda personalità nel corpo di un singolo essere vivente. Non immagina minimante cosa abbia spinto la piccola a cambiare nome, ma lo accetta con non troppa difficoltà, riprendendo a sorridere in sua direzione e alzando la testa per tornare ad una posizione naturale e corretta. <Bene, Kouki sensei> no davvero, ci ha messo decisamente molto poco ad accettare il cambiamento, anzi sembra quasi preferire questo nome a quello precedentemente utilizzato. <Stai cerando di passare il tempo nella natura, eh?> completa la frase per lei, dandole manforte in quel cambio di rotta improvviso nel modo di parlare e di fare. Non sembra soffermarsi troppo sul cambio di aspetto, come evita evidentemente di fissare per troppo a lungo il collo della bambina, anche se, diretta com’è, potrebbe effettivamente chiederle il motivo di quei segni appena visibili per via del vestiario. <Io? Credo di essermi persa nei miei pensieri> ammetterebbe con tranquillità muovendo finalmente una serie di piccoli e sicuri passi in sua direzione, andandosi a sedere di fronte alla bambina, a circa un metro di distanza, per essere sicura di non invadere troppo il suo spazio personale, per ora, almeno. I movimenti sono molto naturali, incredibilmente morbidi e accompagnati da un costante sorriso che è quasi d’obbligo per una cacciatrice di fronte ad una bambina. <Sai sono tornata a casa dopo tanto tempo. Il mio villaggio era completamente svuotato, il generale era lontano e mio fratello ne ha approfittato per farmi conoscere la sua fidanzata. Anche Fumiko è stata portata lì da mio fratello per un breve periodo di tempo…mi chiedo perché non ha portato con se anche te, ti avrei potuto mostrare il mio mondo> rammaricata all’idea di non poter effettivamente mostrare alla piccola quella porzione di villaggio, immerso nel verde e nella natura, in cui è cresciuta come persona e come cacciatrice. [Ch off] [Seduta contro un albero] Lentamente i ricordi su quella ragazza vengono a galla, quell’incontro tra lei ed Heiko prende sempre più vita all’interno della propria memoria, andando finalmente a recuperare nozioni che fino ad adesso erano state dimenticate. La caccia, la carta, gli invisibili, il Generale, lei che era stata allontanata dalla Caccia e suo fratello Goro. Tutto inizia a prendere un senso e gli occhi vengono chiusi ancora una volta mentre ascolta quelle prima parole perplesse della ragazza. <Io mi chiamo Kouki. Ma a volte sono Mirako e altre volte quella che tu hai conosciuto, ovvero Heiko.> perché mai dovrebbe nascondere una cosa simile? Del resto non le importa più niente delle persone, non le importa più se hanno paura di lei o se penseranno che sia pazza o malata. Non le interessa più. <Comunque principalmente sono Kouki. E sono diversa dalle Altre due.> finisce lì quel discorso con un tono secco e distaccato, lasciando che Mirako influenzi quel suo tono, impedendole di sorridere o entrare in confidenza con quella ragazza, la quale sembra accettare molto facilmente quel cambio di nome. La cosa la incuriosisce, forse un leggero piacere nel non averla fatta scappare, ma allo stesso tempo si ritrova in ansia per questo. Perché se non è scappata vuol dire che le vuole rimanere accanto, e questo potrebbe portarla ad affezionarsi e col tempo soffrire. Ancora. <L’hai presa bene.> afferma verso di lei in maniera quasi distratta, tornando ad osservarla e seguendola con lo sguardo mentre prende posto di fronte a lei, continuando a parlare. <Cercavo delle risposte.> la corregge infine, la natura non centra nulla questa volta, l’aria fresca l’aiuta solo un po’ a rimanere concentrata, ma di fatto meno tempo passa in casa meglio è. La ragazza invece si è persa, semplicemente ha camminato immersa nei propri pensieri fino a raggiungere un luogo a lei sconosciuti. <I prati sono un bel posto, la gente ci viene per passare il tempo o mangiare. Vengono curati e ben tenuti.> si guarda intorno soffermandosi sull’erba e sui fiori, ma poi il proprio sguardo cade ancora negli occhi della sua interlocutrice. <Il tuo villaggio…> mormora distante come se si stesse perdendo in chissà quale mondo. <La Caccia, giusto.> non sa ancora come prenderli, non sa ancora come gestirli, ma tutto sommato ora ricorda la gran parte del discorso che ha avuto precedentemente con l’albina. <Lontano dove? Tuo fratello non te lo ha detto?> il fratello che ora si ricorda, è lo stesso che ha protetto lei e Fumiko. <Si, so che Fumiko è stata lì.> fa spallucce. <Non lo so, non sono stata invitata.> si limita a dire con quell’alzata di spalle, come se il discorso non le interessi più di tanto, del resto ora che Raido è lontano tutti i suoi propositi per aiutare lei e la Caccia a liberarsi di Zetsubo sono semplicemente come svaniti. <Invece qui a Kusa come vanno gli studi?> le domanda in maniera quasi senza senso, non inerente al discorso che si era aperto riguardo alla Caccia, una domanda della quale attende una risposta prima di cambiare ancora totalmente argomento. <Com’è il tuo mondo?> ultima domanda prima di tornare in silenzio ed attendere anche quella descrizione, almeno a parole, di quel mondo che sembra tanto diverso dal suo. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] [Persa in mezzo ai prati] Che confusionaria spiegazione quella che, la nostra Kouki, va a fare alla cacciatrice di turno. Certo dire che si chiama Kouki, ma a volte Mirako e a volte Heiko, che lei è principalmente Kouki e diversa dalle altre due non lascia di certo dubbi sulla confusione che è parte della mente della povera Sayuri. Sembra la classica frase “No ma io sono la cugina della figlia della nipote di tua madre”, un discorso che si, per l’amor del cielo si potrebbe anche capire, ma ti lascia addosso una confusione che non sta né in cielo né in terra. Però la sua espressione sembra quella di una persona che ha seguito il discorso con attenzione e alza un dito, come se fosse pronta a rilasciare la più corretta e intuitiva delle affermazioni. Espressione, sicura, seria, decisa, dischiude le labbra e, con tono pacato <No, non ho capito> perfetto proprio. Accompagnando il dire con tanto di un leggero scrollo della testa, confermando il suo esser completamente confusa dalle prime due affermazioni pronunciate dalla piccola. Ma si, tutto sommato l’ha presa bene, anche se vorrebbe capire meglio la questione. Sospira appena, su quella sua affermazione, delusa probabilmente dal mondo ninja. <E come dovevo prenderla? Gridando al mondo che non hai il diritto di scegliere da sola il tuo nome? Per me puoi iniziare a farti chiamare anche Amelia, come mia madre, non cambierebbe il fatto che rimani quello che sei, una bellissima bambina> detto da una cacciatrice è un normalissimo complimento, niente di eccessivamente pesante. <Risposte. Le hai trovate?> inclina di nuovo leggermente il capo, prima di lasciarsi cadere all’indietro sul prato, pronta a vedere la maglia e i capelli bianchi diventare completamente verdi, assorbendo la colorazione dell’erba che calpesta con il proprio corpo, prima di rigirarsi un paio di volte, per poter osservare la piccola anche da sdraiata sul pavimento, seppur il suo obbiettivo sia quello di poter cercare forme diverse nelle nuvole bianche che bazzicano nel cielo parzialmente sereno. La descrizione dei prati sembrano non interessarla più di tanto, mentre sembra ritrovare interesse nelle parole dell’altra quando pronuncia il nome della caccia e le fa una serie di domande. <No. Non me lo avrebbe mai potuto dire, se il generale lo avesse scoperto beh, saremmo entrambi tre metri sotto terra in questo momento, ma erano tutti via. Deve essere qualcosa di grande> è da diverso tempo che lo dice, e continuerà a ripeterlo, considerando che non ha molte possibilità di chiedere spiegazioni. <Hai ancora il canide di mio fratello?> il botolo nero che dovrebbe seguire lei e la sorellina ovunque esse vadano. <Gli studi vanno…vanno…la mia calligrafia è pessima> però ha imparato a scrivere a quanto pare, finalmente. Leggere non è decisamente un problema ormai. <Il mio mondo è…bellissimo.> sorride, soddisfatta, serena, come mai prima d’ora, al solo pensiero della caccia e il suo villaggio. [Ch off] [Seduta contro un albero] Non è il massimo nel spiegare quella sua situazione, anche se potrebbe facilmente essere meno confusionaria e più scientifica. Ma davvero ha voglia di farlo? Osserva la ragazza, la quale sembra stia seguendo i suoi discorsi con la dovuta attenzione, lo sguardo di chi ha capito tutto e invece… no. L’altra non ha capito e lo ammette anche candidamente, quel modo di fare che riesce a strappare un lieve e minuscolo sorriso sulle labbra della giovane Chunin. <Hai ragione, non sono stata chiara.> almeno sa di quella sua pecca e mentre ancora sta cercando di capire se sia meglio o no essere più dirette, ascolta le parole successive della ragazza, che logicamente le risponde nella maniera più giusta, dato che non ha capito cosa volesse dire la ragazzina. Una bellissima bambina. Tutto quello le sta mettendo addosso una certa tristezza, accompagnata da quella rabbia di fondo che si mischia alla paura in maniera quasi perfetta. <Non si tratta di avere un nome diverso, ma personalità diverse. È una malattia.> i suoi studi medici le sono stati di aiuto, peccato che non sembra avere intenzione di farsi curare. <Non scelgo io i miei nomi. Io ho scelto solo Kouki. Ma la personalità di Mirako ha scelto da sé il suo nome, e allo stesso modo anche Heiko.> e di nuovo di rende conto che sta diventando confusionaria e quindi agita una mano come a voler scacciare quel discorso. <Lascia stare, non è indispensabile comprendere questa cosa.> no, alla fine non le importa e si limita ad osservare ed ascoltare l’albina di fronte a sé, la quale si muove, si sdraia e ancora cerca di tenere sott’occhio la bambina. <No, non ho trovato le mie risposte. Non so ancora dove andare per ritrovare Raido.> mormora sovra pensiero, sollevando anche lei lo sguardo verso le nuvole che adombrano il cielo ormai quasi in procinto del tramonto. Incuriosita ed interessata ascolta infine tutto il discorso riguardo la Caccia e suo fratello, decidendo semplicemente di annuire a quelle mancate informazioni. <Capito, sembra una pessima situazione.> decisamente lo è, l’avere un tiranno come capo non piace mai a nessuno, no? <Si, quel cagnolone c’è ancora, mi segue e scommetto che anche adesso mi starà controllando, ma non credo di piacergli molto ultimamente.> le ha fatto piacere averlo in casa, con lei, e una delle sue prime foto le ha fatte proprio a lui, ma ha notato che tiene un po’ più le distanze quando Mirako è nei paraggi. Prende un profondo respiro ed espira lentamente, cercando di calarsi ancor di più in quello stato rilassato. <Con la pratica migliorerai la calligrafia. Tutto si migliora con la pratica.> ogni cosa, ne è certa. Rimane un poco in silenzio a quella breve descrizione del mondo della ragazza, che sicuramente non soddisfa la curiosità della piccola. <Bellissimo, in che senso? Come si distingue dal mio?> altre domande quindi vengono poste mentre torna a fissare la ragazza. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] [Sdraiata per terra] Oh dai, quindi non è lei quella che effettivamente non capisce nulla, è la bambina che non è poi stata molto chiara. La spiegazione arriva poco dopo, espressa in maniera decisamente più semplice di quella che si poteva aspettare. Lei vuole essere un medico in futuro, anzi, sarebbe meglio dire che essere un medico è il suo futuro, ma con il tempo che ci sta mettendo a imparare a scrivere è probabile che il mondo finisca prima di quando riuscirà a prendere fra le mani un libro di medicina generale. Però qualcosa lo sa, per un motivo o per un altro, e va a pronunciare una semplice domanda. <Disturbo dissociativo dell’identità?> non lascia molto tempo all’altra per rispondere, prima di voltare lo sguardo in sua direzione e dire, con un sorriso. <Conoscevo una persona con un disturbo dissociativo dell’identità…era particolarmente inquietante sentirla rivolgersi a me con un tono diverso dal solito. Non ho mai visto il suo cambiamento ma, ne ero quasi spaventata> diciamo che la seconda personalità di quella persona non era proprio fra le più amichevoli. Torna a guardare il cielo e, tranquillamente, scrolla le spalle, soffermandosi su una nuvola dalla forma curiosa che riesce ad attirare la sua attenzione per un lasso di tempo lungo, molto lungo, al punto da lasciar parlare l’altra senza interromperla nemmeno per un secondo, in quelle brevi risposte che si susseguono ai quesiti precedentemente posti. <Si è perso il nostro Signor Oboro?> curiosa si, ma nemmeno più di tanto. Le sue attenzioni sono per la bambina, non per l’uomo che, più di una volta, ha rifiutato ogni sua avance. Sospira sentendola parlare di quel cagnolone in quel modo. Quella povera bestia cerca affetto e comprensione, nulla di più, considerando che è un ottimo guardiano che sa anche sporcare fuori casa piuttosto che dentro come ci si aspetterebbe da un cane cresciuto in branco e in mezzo alla natura. <Te l’ho detto. Non devi considerare quel cane come un amico…lui risponde ai tuoi ordini come se tu fossi la sua padrona. Sei la sua padrona. Non una sua amica, ci credo che non gli piaci molto se ti com…ah no aspetta, l’ho detto a Fumiko questo, non a te. Beh, ora lo sai anche tu. > Scrolla le spalle, e torna ad osservare finalmente la bambina, ascoltando la domanda successiva, quella che riguarda le differenze fra i loro due mondi. <Prima di tutto il modo in cui cresciamo. Tu sei qui, da sola, a pensare a riflettere, a cercare risposte, a cercare….da sola> lo ripete ancora una volta, quella solitudine che la bambina vive sembra colpirla non poco, sembra lasciarla evidentemente delusa. <Nella caccia è tutto diverso. I Bambini vengono accompagnati dalla nascita in questo mondo, presi per mani, spronati a diventare forti ma a rimanere uniti. Noi ci facciamo male proteggendoci a vicenda e a vicenda ci curiamo. Ci occupiamo di chi da solo non può più fare nulla o non può ancora fare nulla. Noi siamo un’unica grande famiglia. Voi cosa siete?> chiede curiosa, tornando ad osservare il cielo. [Ch off] [Seduta contro un albero] Alla fine riesce a spiegarsi, ed è lieta che la ragazza stessa conosca qualsiasi cosa abbia la bambina. Non le rimane che annuire a quella domanda, non ha bisogno di correggerla o di dire altro in proposito. <Esatto, quello.> quel disturbo, quelle personalità multiple che vivono dentro al proprio corpo, come se fossero persone diverse. È difficile per lei pensare di essere la stessa persona, perché a volte sono completamente diverse l’una dalle altre. <E chi sarebbe questa persona?> non ha mai conosciuto nessuno come lei ed è sinceramente incuriosita da quello che le è stato appena detto. <Come mai ti faceva paura?> può immaginarlo in realtà, lei stessa teme di far paura, o temeva, va be… comunque sia vuole sentirlo dire dalle labbra della ragazza. Il suo sguardo ora è sempre concentrato sull’albina, si sta rilassando e trova quasi piacevole stare in sua compagnia, almeno non la provoca come ha fatto l’Uchiha il giorno prima. <Non si è perso. Se n’è andato. Mi ha abbandonata senza pensarci due volte e così ha fatto anche Fumiko.> non riesce a trattenere quello scatto d’ira che ora la pervade. Il tono si fa gelido, carico di rabbia e sibilante, mentre i pugni si stringono e vanno a colpire il terreno un paio di volte, un modo disperato per tentare di sfogare quelle sue energie represse. La rabbia, il dolore, la tristezza, la solitudine, sono tutte emozioni ben palesi in lei in questo momento. Ma quando l’altra inizia a parlare di quel cagnolone, lei non riesce a capire… non ricorda un discorso simile, non ricorda quelle informazioni riguardo l’animale, e di fatti erano cose che ha detto a Fumiko. <Ora le so, ma non è per quello. Mirako lo tratta male, se le gira potrebbe anche tentare anche di ucciderlo, o di uccidere Kuro. E dato che in questo periodo Mirako è sempre più presente, almeno lui si tiene saggiamente a distanza.> l’istinto non dovrebbe mancargli del resto. <Ma per il resto mi piace. È ubbidiente, si fa coccolare e fare le foto, generalmente è piacevole averlo vicino.> si lascia andare a quella piccola confessione, e quasi le manca in questo momento. Forse potrebbe essere l’unico essere vivente che non l’abbandonerebbe mai in quella casa. Infine in silenzio ascolta tutto quello che l’altra le dice riguardo il suo mondo e le loro differenze. Ma non sa cosa pensare all’effettivo. Un mondo bello o sciocco? Un mondo dove si viene seguiti passo dopo passo, potrebbe davvero rendere forti dei bambini? Però sembra effettivamente bello un mondo dove si è uniti e dove nessuno viene lasciato solo. <Noi non siamo niente. Un mondo pieno di persone egoiste che pensano solo a se stesse e ai loro obiettivi.> non si tira fuori da questa accozzaglia, proprio per niente, del resto anche lei è fatta proprio così. <Non ho mai sentito nessuna appartenenza a questo villaggio e non credo che mai la proverò. E le persone che mi stanno vicine mi abbandonano.> non sa più cosa pensare in effetti. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] [Sdraiata per terra] Sorride e la guarda, con un’espressione malinconica stampata sul volto, nascosta male da una specie di sorriso che però non riesce a coprire il mutamento che quei ricordi riescono a portare anche alla sua voce. <Amelia.> la chiama per nome, come sempre, per una questione tanto di rispetto quando di abitudine. <Il precedente generale della caccia selvaggia. Mia madre> la donna che l’ha cresciuta, la donna che l’ha resa quella che è in tutti i modi possibili e immaginabili. E poi la più difficile delle domande, quella che effettivamente vorrebbe evitare di rispondere. <Diciamo che Amelia era un angelo…la sua controparte, era molto severa e poco paziente, con chiunque, figli compresi. Ho preso più bacchettate io di quante non le abbia prese il mio papà. Solo che mio padre ci vedeva e scappava da Amelia quando la vedeva “fuori di se”. Io se provavo a correre andavo a sbattere contro la prima porta chiusa della casa…> Insomma se Amelia era arrabbiata non c’era molto da fare, le prendeva e basta. E poi la sente pronunciare quella affermazione, con un tono gelido. Si sofferma ad osservare i pugni che vanno a stringersi mentre sibila quella sentenza che, sotto sotto, la fa sorridere. Perché? Perché quella bambina potrebbe essere più di un semplice ninja, potrebbe essere più di quanto non immagina, ma lei non è sola e la caccia non può portarla via, non può salvarla. O meglio, non era sola, invece adesso lo è. Cerca di nascondere quel sorriso beffardo, cerca di mostrarsi per lo meno dispiaciuta dalla questione, eppure seria andrebbe ad affermare quelle velenose parole che potrebbero solo peggiorare l’attuale situazione. <Mi dispiace piccola. Mi dispiace che tu sia qui, costretta a vivere il dolore dell’abbandono di coloro che credevi ti amassero…ma se entrambi se ne sono andati, lasciandoti qui, a rimuginare da sola, a soffrire, vuol dire che non ti meritano come non meritano il tuo dolore> le sta dicendo di non crucciarsi per loro, di non sentire nulla, perché di persone che ti trattano bene sono per mantenere una facciata nel mondo ce ne sono anche troppe. Sbuffa, ridendo, come se quella situazione la conoscesse anche troppo bene. <Non sei la prima piccola a cui sento affermare una cosa simile. Persino mio fratello è stato abbandonato dalla sua precedente famiglia prima di diventare di noi> scrolla il capo ma poi si fa distrarre dalle parole di complimento nei confronti del canide che le è stato affidato. Occhi pieni di gioia vanno a cercare quelli gialli dell’altra. <Oh si! Di solito sono affettuosi. Ultimamente si sta occupando di un orso…è un coccolone di prima categoria. Se non fosse che la mia testa entra perfettamente nella sua bocca e per…leccarla…sembra disposto di uccidermi….però è molto molto dolce. Molesto, ma dolce!> soprattutto Molesto! E si distrae, iniziando a ridacchiare ripensando alle giornate passate insieme a quella specie di piccolo orsacchiotto di peluche con i denti lunghi e l’alito fetido. [ch off] [Seduta contro un albero] Il nome di quella donna viene pronunciato, colei che dovrebbe essere simile alla piccola per quanto riguarda i problemi di personalità, ed attenta osserva la ragazza mentre ne parla. Quel fare malinconico nonostante il sorriso, e il fatto che si trattasse proprio di sua madre, il precedente Generale della Caccia. Già, le cose non sembrano essere per niente buone per Sayuri e il suo mondo. Comprende quel piccolo racconto, collegando il suo andare a sbattere contro la prima porta chiusa col fatto che era cieca fino a poco tempo fa. Ma non sa propriamente come rispondere a tale affermazione. Ne parla al passato, e non vuole fare domande indiscrete al momento. <Capito.> mormora solo quello prima di lasciarsi andare alla propria rabbia nel rispondere alla domanda della ragazza. All’abbandono subito e al fatto che nessuno dei due ci abbia pensato due volte a voltarle le spalle. Ricordi falsi, manipolati, sentimenti e pensieri avvelenati da quella serpe di Mirako. Tutti sono svaniti dal suo campo visivo, ognuno è sparito dalla sua vita. Lenta e inesorabile Mirako ha lavorato sulla mente della Yakushi per portarla alla solitudine più completa, farle provare un senso di abbandono che si estende fino a Kaori e persino sua sorella. Un veleno che lentamente si espande corrodendo la sua mente, facendole prendere chiare e decise scelte. Le parole della ragazza vengono ascoltate con attenzione e nonostante le procurino rabbia e dolore, non può che darle retta. <Hai ragione. Non meriterebbero niente, ma per lo meno devo trovare Raido e confrontarmi con lui. Dirgli tutto ciò che penso, sfogare la mia rabbia contro lui e pretendere ciò che mi ha promesso. Quindi… me ne andrò per la mia strada.> una cosa è certa, Mirako ha chiuso con chiunque di loro e di conseguenza anche Kouki è portata a pensare le stesse cose. Non dice altro, si alza lentamente rimettendosi in piedi, il sole ormai calato e il bisogno di tornare a casa ad accudire i suoi due animali. <Anche tuo fratello, dici?> non pensava che fosse adottato, pensava che fossero davvero fratelli di sangue, o per lo meno in effetti, dato che si considerano una grande famiglia, è anche logico pensare che siano tutti fratelli. <Ho capito, mi spiace, ma ora devo andare.> sorride appena al racconto che riguarda l’orso, di certo sembra un mondo diverso dal loro, ma non può ancora esprimersi, non ancora. <Ciao.> solleva una mano in segno di saluto, quindi si avvierebbe per i prati fioriti, diretta verso casa. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro][END] Non può per nulla immaginare quello che la bambina stia passando, pensando o provando, ma ha letteralmente provato a metterla contro la sua famiglia, più di quanto non lo fosse, per poter effettivamente riuscire a raggiungere un fine migliore, per portarla dalla parte della caccia selvaggia, per “salvarla” dalla vita dei ninja e condurla alla caccia. Sarebbe una cosa decisamente molto interessante e un grande guadagno per la caccia. Se solo Zetsubo non fosse una testa di…<Non fare di questa ricerca la tua malattia Kouki. La tua strada ti aspetta, non hai bisogno di trovarli per “chiudere i conti”> la tenta a mollare ogni singolo legame con quello che era il suo passato, ma quando questa si vede interessata ad andarsene le sorride con dolcezza e la saluta con un cenno della mano, osservando la direzione in cui si muove la gente al calar del sole, per capire dove dovrà iniziare a camminare per tornare a Kusa prima di morire congelata nella notte di questo strano giorno di febbraio. [END]