Bulimos

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con Kaime

12:04 Kaime:
  [Casa Ishiba] Il Sole, astro del nostro sistema, si leva sopra Amegakure no Sato, rischiara di il cielo, solitamente tetro del villaggio in cui la giovane ha vissuto tutta la sua vita, fino a questo momento, splendendo sulla dimora dei fratelli Ishiba. Questi, Karitama, il suo Karitama, giovane di diciannove anni, dall'indomabile spirito artistico e all'incessante ricerca della perfezione, in se stesso e in ciò che lo circonda, e Kaime, solamente Kaime. Alcuni riscaldano la stanza della giovane, oltrepassando con violenza l'ostacolo creato dalle bianche tende, poste a ricoprire completamente la finestra della camera. La ragazza, dalla smeraldina chioma, si starebbe svegliando nel suo letto dall'architettura tipica dello stile impero. Alta testiera e pediera, la seconda leggermente più bassa, sarebbero fatturate in legno di ebano, e andrebbero a contenere un morbido materasso ricoperto da bianche lensuola, sperone quasi quanto la pelle del fratello, che scelse nel vano tentativo di imitarne vagamente la consistenza, in quell'abbraccio che vorrebbe durasse tutta la notte, ogni notte. Su di queste sarebbe distesa la femminea figura, appena ridestatasi, il cui capo é riposto su due cuscini: uno più ampio, bianco e ricoperto da una federa in seta ed uno più piccolo, unico direttamente a contatto con la testa della deshi, rivestito da una federa in cotone, essendo questo tessuto più fresco e traspirante. Le palpebre si ritrarrebbero, quasi intimorite, lasciando spazio a quegli enormi e lucenti occhi, che appena aperti sfocerebbero in un colore tendente al dorato, più che all'usuale color ambra, le cui pupille, appena fossero entrate in contatto con la luce, sarebbero estremamente dilatate, per poi andando stringersi dando alla giovane una messa a fuoco su ciò che la circonda. Indossa una camicetta da notte bianca con cuciture verticali nere, il tutto in cotone. Le gambe, spoglie, andrebbero a scivolare verso l'estremità laterale del talamo, cercando ti portare entrambi i piedi sul ligneo pavimento, il quale, da lì a poco andrebbe ad esser usato, calpestato, ma con una delicatezza e grazia tale da non poter nuocere ad esso, quasi questo possa soffrire davvero. La bocca della giovane sarebbe sporca di una sostanza dolciastra, dalla scura cromatura, forse cioccolata, oppure caramello, ma la giovane non lo sa. Non è consapevole del motivo per cui quella macchia le sporca il candido vivo. É andata a dormire senza, a quanto ricorda.

12:12 Kaime:
  [Casa Ishiba] La figura andrebbe a mettersi retta, camminando in punta di piedi, per così dire, anche se una ballerina deve essere precisa sull'argomento. Rami digitali dorsali e falangi tutte andrebbero a toccare il suolo, sollevando di conseguenza la restante pianta, avviandosi verso la parete bianca della propria stanza, ove sarebbe posta, per tutta la lunghezza della suddetta, una lunga barra di legno, con piedistalli, ad intervalli di tre metri l'uno dall'altro, rinforzati, con uno stile paragonabile alla pomposità barocca, da foglioline di...non sa bene quale materiale, ma sicuramente rivestite di un dorato colore, forse ottone. Giunta alla sbarra la giovane diciassettenne andrebbe ad iniziare, come di routine, i suoi esercizi. Porgendo la mano sinistra sulla struttura e, portandosi parallela ad essa, la giovane andrebbe ad allungare la gamba destra retta in avanti, sollevata a novanta gradi, allungando anche il dorso del piede per rendere la figura dell'arto inferiore un'unica linea retta. Questo movimento non sarebbe altro che preludio al vero esercizio. La prossima mossa della giovane sarebbe quella di gettare in un repentino movimento la gamba verso la propria schiena, in un movimento ad arco che porterebbe a sfiorare con il piede il suolo, per poi giungere, in pochi attimi alle proprie spalle, con un movimento automatico della mano destra, o meglio, dell'intero arto, il quale verrebbe porto in avanti, retto, con la mano posta leggera ad altezza occhi, con indice e mignolo sopraelevati rispetto al pollice e alle dita mancanti, ovvero medio e anulare, dita le quali verrebbero tenute unite in una figura mantenuta nel tempo. Danza, arte antica come il tempo stesso, elemento, in passato come oggi, ritenuto dottrina di estrema eleganza, perfezione, e proprio per la perfezione che lei ha imparato, un concetto che non ricerca per se stessa, ma che sente più suo a causa del bisogno del fratello. Di quel fratello che ama tanto. E tanto vorrebbe soddisfarlo, tanta la fatica che vorrebbe spendere, a cui neanche sente il peso, che a volte, ad occhi estranei, si direbbe che ha annullato se stessa. Ma no, non ha annullato se stessa. Si é votata a Lui, a quel fratello nei cui occhi vuole ardentemente vedere almeno la metà della venerazione che scintilla in quello ambra quando riflettono la sua figura.

12:23 Kaime:
  [Casa Ishiba] Il tempo passa, inesorabile ed incurante di quanto tu voglia o meno vivere un momento, scandendo la vita di ogni essere con un incessante incedere. Dopo quell'esercito molti altri verrebbero svolti, tutti dediti a migliorare la mobilità di articolazioni, la capacità di riflessi e l'equilibrio della giovane ragazza, che attualmente starebbe roteando il busto, dopo aver divaricato le gambe ad una ventina di gradi tra loro, ed aver intrecciato le dita di una mano con la propria gemella, allargando al massimo delle loro possibilità le leve superiori, così da compiere un movimento che scioglierebbe alcuni muscoli della schiena, quelli che più difficilmente si destano dal torpore di una notte passata dormendo. Giunta alla fine di suddetto esercizio, la giovane avrebbe finito con il suo breve stretching mattutino, andando, infine, ad avviarsi verso il bagno, il cui accesso é presente nella sua stanza. Nel suo tragitto, lento e dal passo ancheggiato, la giovane andrebbe a sfilarsi quella camicetta, rimanendo con un piccolo toppino bianco ed una culotte del medesimo colore, entrambi i pezzi molto aderenti alla figura della ballerina, lasciando la camicetta semplicemente...cadere, pregna del profumo della giovane, ma ormai utilizzata, anche se per una sola notte, indegna quindi di toccare, o solo sfiorare, il latteo incarnato della deshi. La mano andrebbe ad afferrare la maniglia dorata della porta del bagno, per consentirle di svolgere la toelettatura giornaliera, più che per suo piacere, per piacere di Karim, suo unico motivo di vita al momento, suo unico amico, suo fratello, unico amore che le fa pulsare il cuore di caldo sangue, il quale irrora l'intero corpo della giovane che lei cura per piacergli. La sua mente, dalla quale nascono pensieri, desideri o anche solo idee che hanno sempre la medesima matrice. Il palcoscenico di uno spettacolo che ha come unico protagonista, comparsa, regista e sceneggiatore lui, solo lui, sempre lui. E lei, la piccola Kaime, ne è a malapena la scenografia, null'altro che lo sfondo. E la sua vita, quel copione, ha solo un titolo, solo una parola a riassumerla tutta: Karitama.

12:35 Kaime:
  [Casa Ishiba] Lo scenario che si apre avanti la Ishiba, per lei é consuetudine, ma é uno spettacolo...pavimento composto da maioliche candide, pareti ricoperte da tasselli bianchi e blu, che andrebbero a comporre un'immagine più grande, un mosaico di un continuo tumulto di onde, impreziosite da tasselli dorati, che brillano come stelle di una costellazione, se viste sotto una determinata luce. Ampio lavabo, sui cui estremi sono presenti decine di bottigline di profumo, ancora intatte, essendo gradito a Karitama il suo femminil effluvio naturale. Su di esso vi é uno specchio, ampio, ovale, con i poli laterali di diametro minore rispetto a quelli verticali, ed infine un vaso di bianca porcellana ed una doccia, larga e aperta, con un sottilissimo piatto doccia. I passi riprendono, fino allo specchio, suo nemico da quasi dieci anni, in una faida che non vede né vinti né vincitori, ma che continua perenne, incessante, senza prigioniero alcuno, non essendo lo specchio in sé il vero avversario, ma la propria immagine riflessa in esso. Una figura neanche lontanamente simile a quella della giovane si riflette...una ragazza sovrappeso, sfatta, dai capelli arruffati e sfibrati, secchi e pieni di doppie punte, la cui smeraldina colorazione sta impallidendo, lasciando spazio ad un colore smorto, pallido ed innaturale. Occhiaie, quasi incise come cicatrici, deturpano quell'angelico volto, labbra gonfie, screpolate e, fra queste si noterebbero denti ingialliti e corrosi, specialmente l'arcata inferiore. Infine, la pelle grassa, impura e danneggiata da una leggera acne, causata da uno strato lipidico dal quale trarrebbero nutrimento. Nulla di vero, ovvio, fatta eccezione per un particolare...quell'alone scuro al lato destro della bocca della cittadina di Ame, la quale andrebbe a tastare con la corrispondente mano, ritrovando una strana sensazione al tatto, sensazione di...appicciccoso, una sensazione che, ora con sicurezza si può affermare, solo il caramello può causare, data la sua alta concentrazione di zuccheri. Non era la prima volta che le capitava, lei sapeva anche il perché capitasse, ma la cosa la disgustava, quasi più che posare gli occhi sulle imperfezioni che si trova davanti.

12:49 Kaime:
  [Casa Ishiba] Quella vista, quell'imperfezione, quella lordura indegna, quella colpa, colpa provocata da un disturbo inconscio che comporta abbuffate sonnambula, così che il corpo possa recuperare energie e sostanze nutritive per il suo sostentamento, ma che agli occhi della giovane rimarrà comunque, e per sempre, semplicemente un'onta che macchia la sua anima e che deve trovare espiazione. Le mani scivolerebbero lungo tutto il perimetro del lavabo, investendo verso il Vespasiano, ove la sua anima e la sua psiche troverebbero sollievo. Giunta, la giovane andrebbe in ginocchio sulla fredda pavimentazione, portando la mano sinistra a prendere in una morsa il lato corrispondente dell'accessorio, facendo aderire anche l'avambraccio al gelido materiale, mentre la destra sarebbe solo in attesa, come il boia, che la testa si sporgesse verso quelle tenebre. Come la lama del boia, anche le dita della ballerina sarebbero decise nel movimento. Entrerebbero nella cavità orale della giovane, andando in profondità, fino a giungere alla gola, dove, smaltate e lucide, le unghie andrebbero a sfiorare, dal basso verso l'alto, il palato molle, così da innescare una reazione gastrica. Lo stomaco si sforzerebbe inutilmente di trattenere ciò che contiene, causando un sobbalzo alla femminea figura mediante conato. Il riflusso è implacabile, e basta poco che lo stomaco della giovane si svuoti completamente, con tutte le conseguenze del caso: debolezza, causata dall'abbassamento della pressione, giramenti di testa, causati dallo sforzo, come anche voltastomaco e problemi a riprendermi una posizione retta. Occhi straordinariamente lucidi incapaci di trattenere, al loro interno, tutte quelle lacrime. Con un sussurro, con la gola che brucia da morire, la danzatrice andrebbe ad auto-convincersi...<ora sono bella,ora sono bella per lui>

13:02 Kaime:
  [Casa Ishiba] Correndo allo specchio, in un gesto disperato, la giovane andrebbe ad urtare anche delle boccette di profumo, che cadrebbero sul posto senza rompersi, ma non le importa, le importa solo del suo riflesso, ora bello, ora magro, ora esatto...ora perfetto, perfetto come lui vuole, perfetto come lui la vuole, tranne per un fattore...quella macchia. La mano destra verrebbe alzata fino ad altezza labbra, andando a poggiare il palmo della stessa sulla macchina e cominciando, con pressione sempre maggiore, un movimento dedito a ripulirle il viso, continuando per minuti, anche quando la superficie é visivamente tornata linda. Allontanatasi per l'ultima volta da quel lavabo, la giovane andrebbe verso la doccia, aprendola, e vi entrerebbe vestita, non volendo vedere ripercussioni sul suo corpo. Lei sa perfettamente che non vi é alcun segno fisico causato da quel gesto disperato che ripete da dieci anni, anche perché lo fa consapevolmente, quindi prendendo qualche precauzione, tra cui gastroprotettori, dentifricio per fortificare lo smalto dei denti e crema per le mani, essendo una pratica che porta calli alla mano colpevole, a causa di irritazioni causate dall'eventuale irrigidimento della mascella ed eventuale chiusura, con conseguente impatto degli incisivi sulle nocche della mano. La giovane si laverebbe interamente, utilizzando saponi dalla profumazione neutra, così da conservar il proprio aroma. La doccia durerebbe relativamente poco, giusto una decina di minuti, per poi uscire ed indossare un rosso accappatoio che cingerebbe il corpo asciutto della deshi, che, posta sulla soglia della porta del bagno, prendendo un respiro a pieni polmoni, andrebbe a ripetersi, come ogni giorno della sua vita...<io sono viva perché ho te...avendo te sono felice>, stampandosi un sorriso sul suo angelico viso e iniziando il nuovo giorno, vivendo per il fratello, morendo lentamente per lui.[end]

Kaime, come ogni giorno, al suo risveglio svolge i suoi soliti esercizi di stretching, per poi lottare, anche oggi, contro il proprio demone, ovvero se stessa.

OFF:scusate, non sono sicura che questa giocata possa essere valutata, ma avevo bisogno di un'introduzione per il mio pg.