Rapaci, Passato e come andare Avanti

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21:31 Tayuya:
  [Monte] Finalmente ha smesso di piovere e un cielo terso senza nuvole permette alla luna di far capolino ed illuminare con la sua luce il villaggio. La giovane Genin è riuscita a prendersi una serata libera e il permesso di stare fuori un po’ più a lungo del solito, in barba alle regole dell’istituto. I lunghi capelli bianchi con sfumature azzurre sono tenuti raccolti in una coda alta, elegante e perfetta, mentre la frangia fa da lieve contorno al viso roseo e delicato. La quattordicenne si trova sulla cima del monte dei volti dopo aver salito tutte le scale necessarie con la dovuta calma, del resto non ha nessuna fretta di raggiungere il luogo e nemmeno di lasciarlo. Si vuole godere il panorama e l’aria fresca il più possibile. Se ne sta in piedi, dunque, ad osservare il villaggio da quell’altezza, cercando di abbracciarlo totalmente con quei suoi occhi celesti, uno dei quali, il sinistro, è attraversato da una lunga cicatrice che per fortuna non ha intaccato la vista. Non porta con sé il suo equipaggiamento e le sue armi, non impasta nemmeno il chakra per il momento, dato che non ne sente la necessità. La sua figura non è molto alta, ma ben proporzionata nel complesso, veste un paio di pantaloni neri e lunghi, attillati, infilati dentro a degli stivaletti blu, mentre il busto è avvolto da una maglia dalle maniche lunghe, strette fino al gomito, che poi si allargano fino a coprire lievemente le mani. Il tessuto è abbastanza caldo da tenerla al riparo dalle temperature rigide, di un colore blu e ricamato di bianco a formare dei fiori e fiocchi di neve. Mantiene il peso sulla gamba destra, mentre la sinistra è lievemente piegata così da far appoggiare solo la punta del piede sinistro, e le mani sono congiunte dietro la schiena, dandole una posa abbastanza comoda mentre continua ad osservare senza fretta il villaggio e a respirare aria fresca e pulita. È sola e le piace essere sola in questi contesti, così da poter riflettere su se stessa, il suo passato e cosa potrebbe aspettarla in futuro… è ancora agli inizi, ma spera di riuscire ad indirizzarsi verso una qualche strada. Il viso è assorto nei propri pensieri, un’espressione delicata e rilassata che però non esprime nessun sorriso al momento. [Chakra Off]

21:54 Mekura:
  [monte] Ogni tanto, la sera, deve uscire, deve prendersi i suoi spazi e andare a guardare le cose da una nuova prospettiva, sfruttando l'occasione per far volare il suo gufo .Sta camminando lungo la scaletta indossando i suoi abiti da civile: Un abito nero blu scuro aderente arrivando a metà coscia e che si sviluppa con le maniche allungate. Calze nere ed un paio di stivali scuri anch'essi di pelle. L'unico tono di colore è dato da un Haori di lana violaceo che le copre le spalle e cade morbidamente fin sotto i fianchi. Sulla schiena tra le decorazioni floreali vi è raffigurato un serpente bianco, quasi araldico nel suo aspetto. I capelli sono corti e gli occhi mostrano la tonalità tipica degli Hyuga incorniciati dai capelli che stanno crescendo arrivando fino alle spalle per ora. Un nero cenere, La mano destra presenta anche un guanto di cuoio da falconiere. La solita espressione la accompagna: una forma di calma apparente, come qualcosa o qualcuno che fosse sottoposto a grandi tragedie, stress e dolore e le tenga tutte dentro fino a scoppiare. Assorta, continua a guardare verso l'alto in direzione della testa di Kalux Nara, il padre di Azrael...ancora ogni tanto lo viene a trovare, non che pretenda di trovare compagnia in una testa scolpita nella roccia, di una persona che neppure la conosce, ma alla fine è un posto centrale per vedere il villaggio, in più, è un modo come un'altro per tenersi legata al suo passato. [ch on]

22:11 Tayuya:
  [Monte] E’ tranquillo il posto, è tranquilla la ragazza stessa che se ne sta immersa in questa sera per poter dare libero sfogo ai propri pensieri. Cerca sempre di fare in modo che tutto sia perfetto ed impeccabile, e per il momento non c’è infatti nulla che non stia andando come lei ha previsto. Sola, coi suoi pensieri e i suoi ricordi, a domandarsi se nell’effettivo potrebbe mai merita un posto nel Clan. Lo sfregio che porta all’occhio sinistro le ricorda quasi ironicamente ogni giorno quello che erano i suoi genitori per il resto del Clan, e le ricorda che in quella fatidica notte doveva smettere di respirare. Dovrebbe provare odio e rancore verso chiunque, ma chi potrebbe dire che in effetti non sia così? Sempre tutto nascosto dietro a quel bel faccino, i sorrisi, l’eleganza e la gentilezza. Sorride verso il villaggio ed inclina leggermente la testolina da un lato, mentre il peso viene ridistribuito su entrambe le gambe e le braccia lasciate libere di cadere lungo i fianchi. Decide di dirigersi verso le scale, forse per andare alla ricerca di qualche altro posto, fatto sta che dovrebbe quindi ritrovarsi ad andare incontro alla figura della Hyuga in abito nero che dovrebbe forse saltarle all’occhio in quella sua avanzata verso un volto preciso intagliato nel monte. La sua fama dovrebbe precederla, dando modo alla ragazzina di riconoscere in lei un membro del Clan Hyuga che è stato allontanato e messo da parte. CI sarebbero molte altre cose per la quale dovrebbe essere conosciuta e famosa, ma alla ragazzina salta alla mente solo quello. Molte emozioni prendono parte del suo animo di colpo, con prepotenza, senza nemmeno chiedere il permesso. Prova rabbia e una sorta di empatia per i suoi genitori, ma non si scompone, cerca di rimanere imperturbabile con quel sorriso gentile che ora va a formarsi, e l’espressione rilassata. <Buonasera.> la saluterebbe solo una volta che ella fosse arrivata alla distanza giusta, osservandola con cura ma senza sembrare insistente, così come si saluterebbero due passanti che hanno solo avuto la casualità di ritrovarsi nello stesso luogo. Incuriosita andrebbe poi ad osservare quel particolare guanto e nel caso sull’eventuale rapace che si porta appresso. [Chakra Off]

22:22 Mekura:
  [monte] Non si aspettava altri visitatori notturni ai monti, men che meno una quattordicenne così ben tenuta. La donna la osserva un po' cercando di osservarne i dettagli con pazienza, senza cambiare espressione da quella che ha già addosso e ricambia il saluto <Buonasera> in quel momento il gufo grida, nel buio della notte con il suo piumaggio bruno, palesandosi mentre si avvicina e mentre Mekura solleva il braccio così da intercettarlo e fare in modo che questo abbia un punto di atterraggio sicuro e libero. Compensa con il braccio l'arrivo in volo della creatura che fissa Inori e poi la Hyuga più anziana <ne ne...> sussurra verso questa andando con la mano libera ad accarezzarle la testa. Con la coda dell'occhio osserva la ragazzina e si farebbe da parte in modo da lasciare libero il passaggio delle scalette <trovato qualche topolino, Sussurro? brava ragazza> afferma dolcemente verso la bestia notturna guardando infine la ragazzina. <è il mio gufo, trasporta i miei messaggi, ma con molto tempo libero a disposizione la faccio volare la notte in modo che si possa sfogare ed andare un po' a caccia> afferma la donna dando per scontato magari che la presenza di un rapace è un particolare compagno animale..anche se non è al pari di una tigre ma comunque può risultare inaspettato. Il tono di voce non ha nessuna particolare intonazione, non è apatico, è solo neutro , almeno quando non deve parlare con il gufo. [ch on]

22:32 Tayuya:
  [Monte] Non si nasconde nell’osservare con attenzione la figura della donna, non ha nessuna particolare espressione in viso se non quel lieve sorriso che è assolutamente lontano dallo scherno. In realtà si potrebbe dire di essere quasi emozionata. Dischiuderebbe le labbra per poter aggiungere altro al saluto, ma il verso del gufo attira la sua attenzione, nonché farla sussultare un poco, ma solo perché non se lo aspettava. <Oh.> un unico sussurro mentre osserverebbe l’animale andare a posarsi sul braccio, opportunamente guantato, della donna. Sembra incredibilmente morbido, e in un primo momento ha il malsano istinto di volerlo accarezzare anche lei, effettua un mezzo passo verso la donna proprio quando lei si allontana per cederle il passaggio e quindi si blocca rinunciando a tale idea. <Si chiama Sussurro? E’ un bel nome.> ammette sincera, per poi portare le mani dietro la schiena, questa volta dando l’impressione di volersene tenere lontana con molta cura. Ascolta le sue parole assumendo una leggera espressione stupita per quel rapace scelto come amico e compagno. <Davvero trasporta i suoi messaggi? Deve averci messo parecchio ad addestrarlo… come fa a sapere dove a chi portarli?> domanda abbastanza sincera nel tono di voce, anche rischiando forse che sia una sciocca domanda, ma non si trattiene e parla, sicura di sé. <Ah, giusto. Che maleducata… mi chiamo Inori. Hyuga. Inori Hyuga.> non sembra per niente convinta nel pronunciare il proprio cognome, quasi come se lo temesse, ed è una sensazione ben palese dalla sua espressione quasi impacciata. In tutto quello però non pecca certo di cortesia ed eleganza, andando a fare un piccolo inchino col capo in segno di rispetto. Non dice altro, non chiede il nome per non risultare sfacciata, ma torna ad osservare il gufo. <Perché proprio un gufo?> ed eccola che ritorna all’argomento animale, come se fosse qualcosa che le preme sapere. [Chakra Off]

22:48 Mekura:
  [monte] Rimane ad osservare la ragazzina la quale riesce a farla sorridere vagamente, allargando gli angoli della bocca leggermente ma divertita da come sia interessata al gufo. S'avvicina in modo che Inori potesse vedere meglio la creatura e se vuole anche toccarlo <I gufi e le civette hanno una caratteristica importante per la caccia: la portanza delle loro ali e la conformazione del loro piumaggio permette a questi rapaci di muoversi senza produrre alcun tipo di rumore, con uno spostamento d'aria quasi impercettibile, per questo l'ho chiamata Sussurro, non si sente a meno che non sia lei a volerlo> afferma la donna prendendo un lunghissimo respiro mentre va a rispondere alle domande di Inori. <Ho....> abbassa lo sguardo <la persona che me l'ha donata era un uomo abile ed empatico con gli animali, molto più che con le persone, aveva un tocco meraviglioso, il meglio di se stesso si vedeva nella cura con cui trattava quelle creature> accarezza sussurro ancora una volta continuando la spiegazione <ci sono dei contatti prefissati, la prima volta se vuoi costruire una linea di comunicazione con un diretto interessato devi fare in modo che il gufo sia con te, loro ricordano poi come tornare e andare, le cose si fanno più semplici in questo modo. In caso contrario vi sono delle tratte di comunicazioni tra villaggio e villaggio ma sono più generiche> le dita dalla testa le sposta sotto il becco della creatura grattando e facendole chiudere gli occhi. La serata procede tranquilla, forse con un vago sentore di imbarazzo che è destinato ad aumentare quando Inori si presenta, con tanto di cognome...un cognome che lei conosce bene. <...> lo sguardo si fa di nuovo serio, distante quasi <allora, non credo che per me ci sia bisogno di presentazioni> afferma la donna con la gola stretta .Prende un lungo respiro e solleva il mento <e non dovrei essere qui a parlarti...no per favore niente inchino> sospira piegando la testa di lato mordendosi il labbro inferiore <non ho più il diritto di ricevere segni di rispetto da chi è appartenente al clan Hyuga> si indurisce, anche nel comportamento cercando di tornare come prima, forzandosi. <sono messaggeri silenziosi e resistenti, tutto quello che cerco se voglio inviare messaggi> [ch on]

23:05 Tayuya:
  [Monte] La risposta che riceve è alquanto dettagliata riguardo ai gufi e alle civette, riguardo al piumaggio e alle loro caratteristiche e le fa davvero piacer sentirle. Con crescente interesse prende nota di quelle informazioni, andando ad aumentare almeno un poco il proprio bagaglio culturale in fatto di animali. <Non lo sapevo. Questo li rende dei formidabili predatori, si. Osservando dall’alto e poi piombano sulla preda senza che nemmeno se ne accorga.> alza un poco le spalle, piacevolmente felice per quella spiegazione. <Allora il nome direi che è perfetto.> accentua un attimo quel sorriso, ma rimane comunque sulle sue qualche altro secondo prima di azzardare una propria domanda. Un’altra. <Posso accarezzarla?> a quanto ha capito il gufo è femmina, quindi se solo le venisse dato il permesso, andrebbe a cercare di posare delicatamente le dita della mano destra sul piumaggio del rapace. Vuole sapere se è morbido al tatto, quanto è caldo, quanto è vivo. In seguito ascolta con attenzione tutte le notizie che riguardano il suo addestramento e chi lo ha addestrato… viene usato un tempo verbale al passato che fa sorgere in lei una domanda più che legittima e che difficilmente riesce a trattenere. <Era?> non specifica meglio quella domanda perché non vuole essere troppo indiscreta, ma purtroppo non può esimersi dal farla. Nel più totale silenzio, attendendo con una minima speranza che ogni sua domanda trovi risposta. <Ah, ho capito… quindi andrebbe a portare i messaggi alla casa del destinatario, non alla persona stessa. Se no se questa si muove in effetti come potrebbe riconoscerla e portarla?> a meno che non abbiamo un fiuto eccezionale da ricordare un odore specifico di una persona… ma ne dubita. Annuisce semplicemente, trovando la chiacchierata piacevole e a tratti divertente per via del rapace. Certo le cose cambiano quando lei si presenta e la donna si irrigidisce. Ascolta le sue parole, sono parole sofferenti, ma non riesce a capire il modo di ragionare di chi si trova davanti. Tuttavia la ragazza non farebbe altro che sorriderle. <Io non faccio parte del Clan.> alza un poco le spalle, il sorriso è lì, è sincero, ma tende alla malinconia. <Quindi non ci sono problemi, non conosco nemmeno tutta la storia se non per sentito dire.> cerca di alleggerire la situazione alzando le spalle e poi osservando appena il cielo nero. Sembra non dare peso a tutta quella faccenda di Clan o a quello che è successo. <Anche i miei genitori erano… come dire, sono stati allontanati dal Clan. Anni fa.> anche di quella storia lei non ne sa nulla, era troppo piccola per comprendere i dettagli, ma abbastanza grande per assorbirne gli effetti su di sé. Insomma, non sarà un problema per nessuno se la donna vorrà parlare con lei, di certo nessuno se ne lamenterà, poco ma sicuro. Infine annuisce a quella fugace ed ultima spiegazione riguardo al gufo, avendo solo un’unica domanda. <I falchi invece non sono silenziosi come loro, giusto?> che domande, sembra proprio non saperne niente. [Chakra Off]

23:29 Mekura:
  [monte] <certamente> la donna da il consenso all'altra di poterla accarezzare, di poter sentire il piumaggio sotto le sue dita: praticamente è come toccare una nuvola e il gufo faceva anche delle espressioni piuttosto buffe se toccato nei punti giusti. <era> dice solo questo, non volendo parlare dell'ennesima volta di Hiashi. <volendo, con il giusto addestramento si possono far riconoscere anche le persone e cercarle, ma è comunque limitato> afferma la donna prendendo un lungo respiro, in particolare quando Inori parla della sua famiglia e del fatto che fossero stati allontanati dal clan...chissà cosa avevano fatto. <non deve essere facile, soprattutto alla tua età, mi dispiace> afferma la donna seriamente prima di passare il discorso su altri frangenti, su frangenti più tranquilli e meno burrascosi. <...si i falchi sono molto silenziosi e veloci sopratutto, ma no, non così silenziosi: hanno un'altro tipo di caccia rispetto ai gufi: i gufi cacciano le prede facendo in modo di non farsi sentire, i falchi per batterli in velocità> le conversazioni strane, che partono dal nulla. <guarda> discosta sussurro una volta che Inori ha finito e tenendo il braccio disteso gli darebbe una piccola spinta <va> dice solo questo ed il gufo prenderebbe il volo quasi raso terra, per poi piegarsi verso il bordo del monte e planare giù battendo poche volte le ali con ampie rotazioni risalendo attraverso le rocce e quindi sollevarsi alla fine sopra le loro teste diventando un tutt'uno con la notte. <con il Byakugan riesco a seguirla ma quando non lo attivo lei diventa un fantasma> sorride continuando a guardare verso l'alto per poi fare un cenno con il capo. <volevo andare alla testa di Xalux Nara, ti va di seguirmi?> chiede alla Hyuga non Hyuga aspettando una risposta. [ch on]

23:46 Tayuya:
  [Monte] E la giovane lo tocca, tocca il piumaggio di quel gufo, così soffice, caldo, morbido… una pace per i sensi, qualcosa che non era mai riuscita a fare prima e di certo quel contatto fa nascere in lei qualcosa di nuovo. Sorride, addirittura si lascia andare ad una piccola risata se dovesse notare qualche espressione buffa del gufo. Una risata spontanea e vera, totalmente diversa dalle sue solite risate. <Ah, si? Pensavo fosse una cosa impossibile da far fare. Dici che riconoscono il viso di una persona? Cioè… la vedono e la ricollegano ad un nome?> si accorge che forse ha fatto una domanda un po’ troppo stupida per non essere corretta. <O meglio si, a un odore forse… ma so che i corvi per esempio memorizzano i volti. E se fai loro qualcosa di male se lo ricordano per tutta la vita.> sorride. <Alla fine ritrovano sempre chi ha fatto loro del male, riconoscono e glie la fanno pagare.> sicura in quel che dice, seria ma con quel solito sorriso dolce e gentile che ora va a cozzare con quanto ha appena detto, col tono leggermente più spigoloso. Non insiste sull’addestratore del gufo, del resto non sembra avere voglia di approfondire l’argomento e lei lo mette da parte come se non fosse mai esistito. <Sono stati uccisi per le loro colpe quando avevo cinque anni, quindi direi che ormai è passato alla mia età attuale. Mi domando solo se io a questo punto sarò degna del Clan.> afferma col sorriso sulle labbra, come se quell’evento fosse nulla, dimenticato, ormai effettivamente passato… ma forse non è proprio così. Di certo non si sofferma e non dice altro al riguardo, ascoltando l’argomento sui falchi e la differenza con i gufi. I gufi silenziosi, i falchi che puntano tutto sulla loro velocità. <Dunque preferisci l’essere silenziosi, all’essere veloce. Ma alla fine arrivano entrambi al loro obiettivo.> di scosta ora per dare lo spazio necessario alla donna per far volare il gufo… e quel volo strappa un’altra espressione totalmente naturale sul viso della ragazzina. A bocca aperta, sorridendo, mentre cerca di seguire il volo del rapace, tendendo le orecchie per essere sicura di ascoltare il silenzio. Nel mentre che il gufo si invola, la ragazzina farebbe qualche passo, una piccola corsa per come se volesse seguirlo, ma poi si ferma limitandosi a seguirlo con lo sguardo fin quando non svanisce nella notte. Solo allora si volterebbe verso la Hyuga con l’emozione dipinta sul volto. <E’ stato affascinante!> e senza nemmeno rispondere alla donna, accetterebbe quell’invito iniziando a camminare a passo svelto verso la testa del Kage, Xalux Nara, e starebbe avanti a lei. Quasi corre, il naso all’insù come se cercasse di individuare il rapace. <Il Byakugan… com’è averlo? Che sensazione da’ agli occhi?> domanda ora voltandosi verso di lei, ma continuando a camminare all’indietro, sembra estasiata da qualche cosa in particolare o forse troppe cose tutte insieme. <A vederla ti fa venir voglia di avere un bel paio di ali, così da volare via, lontano da tutti e da tutto.> allude al gufo ovviamente e nel mentre che parla allargherebbe le braccia come a mimare due ali, farebbe una giravolta per rigirarsi nuovamente a guardare dritto davanti a sé e continuerebbe a camminare veloce verso la meta, alzando ed abbassando le braccia. Lei che dovrebbe apparire sempre elegante e composta, ora si sta lasciando andare a ben altro. Ma una volta arrivata smetterebbe di colpo, le braccia tornerebbero lungo ai fianchi e il viso si porterebbe al villaggio, osservandolo con occhi lontani, come se l’euforia si fosse spenta di colpo. <Che ne pensi del villaggio? Ti piace?> passa a darle del tu, ponendo quella domanda a brucia pelo. [Chakra Off]

00:10 Mekura:
  [monte] <sono animali molto intelligenti> afferma la donna senza aggiungere altro, mentre si incammina in silenzio ascoltando la ragazza nel frattempo <huhuhu immagino di si> le viene da sorridere ripensando al carattere dei corvi e quello di Yukio <ho avuto il piacere di conoscere certi corvi, anzi no, IL signore dei corvi: Corax, è enorme sai? riesce a trasportare anche un paio di persone in volo, forse di più> insomma, si parla amabilmente, due sconosciute che si tengono compagnia e si allontanano dalla melanconia. Il discorso dei genitori di quella bambina continua, mostrando quanto l'esistenza possa essere tragica già ad una età come quella di Inori, la quale sembra volersi prendere carico delle colpe dei suoi genitori o almeno così fa intendere quando parla di dignità e di clan. <Inori, non credo che tu sia mal vista: eri solo una bambina che non sapeva nulla e che considerava i suoi genitori...solo come tali. E questo il clan lo sa e il capo clan lo sa: Juusan Kagura è uno dei migliori capo clan che gli Hyuga abbiano mai avuto, è stato a capo di un cambiamento rivoluzionario, sotto di lui non esistono più le casate cadette e principali, ha unito la famiglia e quando sarà il momento di risvegliare il tuo byakugan, ti accoglierà alla magione come qualsiasi altro Hyuga. Sarai certamente degna di far parte del clan> afferma la donna forse non capendo del tutto quello che ha detto Inori, ma vuole quanto meno rassicurarla che non si troverà male: incredibile che sia lei a dire una cosa del genere. <al contrario, il mio stile di attacco è più simile a quello di un falco, mi baso molto sulla velocità...ma Sussurro, per quello che è, mi da pace> Lascia che lei segua il rapace, con occhio sognante, seguendo come può la creatura. Incrocia le braccia continuando a camminare fino a quando non raggiungerebbe la testa del kage prescelto. <Il Byakugan...oh è difficile da descriverlo> sorride <vedi, all'inizio quando non sei abituato senti un forte mal di testa, ti gira ovunque ed è difficile da controllarlo, con l'allenamento costante tuttavia...è come guardare un mondo nuovo, una realtà parallela fatta di chakra. Se io aprissi il byakugan ora, da questa vista, potrei vedere praticamente tutti i ninja del villaggio> la lascia giocare annuendo in modo silenzioso quando Inori fa quella affermazione e la lascia fare fino a quando non le fa quella fatidica domanda: le piace Konoha? cosa ne pensa? <a quest'ora della notte il villaggio si illumina, si accende come fiamme nella notte, fiamme che non bruciano e donano speranza e calma> osserva il panorama in silenzio per un po', prima di continuare < è stata la casa di mio fratello, di mio padre e di mia madre, è stata la casa di...molte persone che ho perso. Il villaggio non è perfetto ma, quale lo è? ed a prescindere dalle sue imperfezioni in questi anni abbiamo mantenuto e preservato la pace...il che significa un posto sicuro dove crescere i figli e accudire gli anziani, un buono posto dove stare e si...su questo senso mi piace, anche se vorrei vedere più verde in città> [ch on]

00:28 Tayuya:
  [Monte] Sorride mentre parlano di gufi e corvi, osservandola con cura quando va a ridere e dire la sua riguardo ai neri pennuti vendicativi. Dal canto suo però non ha idea di chi sia il signore dei Corvi, forse dovrebbe, ma in questo momento non le viene in mente nulla. <Il signore dei corvi Corax?> dubbiosa e perplessa, ma va ad allargare il sorriso al solo immaginare un enorme corvo nero in grado di trasportare addirittura delle persone. <Ci sei salita? Hai volato? Com’è stato?> fa domanda, vuole sapere, vuole capire se l’altra abbia fatto quelle cose e come si sia sentita. Sembra un argomento che le piace molto, che attira la sua attenzione, o forse è solo l’atmosfera che si è venuta a creare, o ancora… il semplice bisogno di sapere. In silenzio poi ascolta ogni parole che le viene detta. I suoi genitori, il Clan, lei stessa e il capo clan. La ragazzina sorride, dolce e gentile, ma è un’espressione quasi fittizia, di chi vuole solo far finta di credere a certe parole. Gli occhi dicono altro, quella stessa cicatrice dice altro, ma non può nemmeno incolpare il Clan per qualcosa che è stato fatto da degli Anbu. <Tu dici, nh?> si volta a guardare il villaggio, non sembra crederci molto, anche se il sorriso permane sulle sue labbra. <Io e mio fratello non centravamo nulla ma siamo stati coinvolti comunque.> non sa se ci sia altro sotto, non sa esattamente come siano andate le cose. <Ormai sono sola, ma se dici che mi accoglierebbero alla Magione del Clan allora forse ho finalmente la mia occasione per andarmene dall’istituto.> è già un enorme passo avanti, lasciare quel groviglio di persone per avere una casa e forse una famiglia. Per quanto lei possa amare o odiare tale famiglia, ma non importa al momento, è difficile capire cosa le passi per la stessa realmente. <Capisco.> torna di nuovo a guardare Mekura, constatando come il gufo compensi lo stile di lotta della donna. Ascolta ogni singola parola riguardo il Byakugan, ogni particolarità che le viene data, ogni sensazione e lo sguardo non può che rimanere sull’intero villaggio sotto di loro. Poter vedere tutto, ogni abitante, osservare un modo diverso fatto di chakra. <Sembra bello.> mormora appena, distante con gli occhi e la voce, nonostante il sorriso elegante. Infine quell’ultima risposta, e la giovane rimane immobile, lo sguardo più attento e serio verso Konoha, mentre alle sue orecchie arrivano quelle precise parole. Espressione seria, lontana. <Il villaggio a me invece ogni tanto fa paura.> sussurra queste parole, più basse, più cupe rispetto al tono cordiale tenuto fino a questo momento. Lo sguardo si assottiglia nell’osservare quell’ammasso di case e luci. <Non riesco sempre a vedere la pace o un bel posto dove crescere, ma forse dipende dall’oscurità e l’ingiustizia che io ho visto.> si volta invece ora verso la donna, mostrandole di colpo un dolce sorriso. <Il tuo modo di pensare al villaggio e al Clan mi piace. Nonostante tutto, sei positiva verso di loro, sei fedele. Sembri una persona così forte a sentirti parlare, mi domando come tu faccia. Vorrei poterlo fare anche io.> che si tratti forse finalmente di qualcosa che sia realmente sincero dalle sue labbra? Possibile, non si sa. Nel mentre tace. [Chakra Off]

00:55 Mekura:
 Da molto tempo non parla in questo modo con una ragazzina, un tempo lo faceva spesso con Ai, conversazioni tranquille, anche leggere, è una ventata d'aria fresca il fatto che riesca a farla anche con questa ragazzina solitaria. <si che ci sono salita> sorride <bhe, senti l'aria batterti sulla faccia e graffiartela se non ti copri bene, il tuo cuore batte e senti i tuoi organi che vengono sollevati da una forza misteriosa, è come se tu avessi le farfalle nello stomaco, come se la sopra tu potessi sempre essere felice...una volta che avrai, spiccato il volo deciderai, sguardo verso il ciel saprai, qui a casa il cuore sentirai> alla fine si mette addirittura a recitare i versi di una canzone, una canzone corale che parla del volo. Il discorso cade di nuovo sulla storia di Inori e della tragedia di come la sua storia sia iniziata. <...> non dice nulla, per un po' e sospirando si unisce di nuovo alla conversazione <mia madre...fu rapita quando io ero molto piccola, quando mi dettero ad un'altra famiglia perché non ero voluta, era una vittima ma è stata trasformata in carnefice dal suo aguzzino per poter sopravvivere e salvare molte persone in futuro, al prezzo delle vite di famiglie rovinate come la sua e della sua stessa libertà> afferma la donna assottigliando lo sguardo <pensi che sia giusto? perdere la libertà con la colpa di essere una vittima che ha cercato di sopravvivere? oppure che sia giusto il fatto che, dato che si è macchiata di soprusi ed omicidi soffra e paghi quello che deve?> non è una domanda facile, perchè sono giuste e sbagliate entrambe. <eventi come questi, non rovinano solo te ma tutti coloro che ti stanno attorno, voi siete stati ingiustamente coinvolti, ma per quanto sia brutto dirlo, può succedere> è un commento realistico ed impietoso che non prova pietà per nessuno. <e devi decidere tu come andare avanti e puoi fare solo questo, perché non si può tornare indietro> alla fine sorride <ti accoglieranno come una ritrovata e...intendi l'orfanotrofio? bhe si, immagino di si> ridacchia immaginandosi la faccia di quella ragazzina davanti alla entrata della magione. <è meraviglioso, non bello> spiega, dopo gli elogi al Byakugan ascoltandola mentre questa afferma di averne paura. <comprensibile> non dice altro continuando a guardare il villaggio. <il clan è stato...è stato la chiave della mia indipendenza, mi hanno aiutato ad essere come sono e poi...ho ancora una parte della mia famiglia li> suo zio. Le viene posta una domanda legittima magari, ma difficile da spiegare. Rimane a pensarci sgranchendosi il collo mentre con una mano si massaggia la spalla. <ho visto e vissuto molte cose, ho sofferto molto e sono stata costretta ad una scelta: essere pecora o essere altro...io ho scelto l'altro> l'ora si fa tarda ed è il caso di ritirarsi al più presto <...se te sei dell'orfanotrofio non sarai fuori orario di copertura....vero?> chiede incuriosita guardandola in faccia. [ch on]

01:16 Tayuya:
 Sembra pendere dalle sue labbra mentre le descrive quel volo fatto in groppa ad un enorme corvo nero. Cerca di immaginare tutte quelle sensazioni sulla sua pelle, chiude gli occhi e pensa all’aria che le sferza il viso, i capelli smossi dal vento, il cuore in gola, la sensazione di libertà, le viscere in subbuglio e tutto quello che potrebbe vedere dall’alto di un volatile. <Magnifico.> sussurra solo quella parola mentre ancora mantiene gli occhi chiusi e un sorriso appena accennato sulle labbra. <Ah, piacerebbe provare anche a me invece che immaginarlo solamente!> conclude così, tornando ad osservare la donna ed accennando una piccola risata, almeno fino a quando non si accenna ancora al discorso del Clan e della famiglia, ma soprattutto quando sente la storia di Mekura. Sua madre, prima vittima e poi carnefice, come si è evoluta e sistemata, più o meno, la faccenda. Almeno così crede. Si trova in difficoltà, si trova nel non sapere cosa rispondere in tutta sincerità. <Dipende da che lato osservi la storia. Se la osservi dal lato di quella vittima trasformata in carnefice, allora dico che non è giusto. Ma se la osservi dal lato delle sue vittime allora ti direi che è giusto.> ci pensa ancora però, cerca di osservare in maniera più oggettiva possibile, senza pensare che si sta parlando della madre della donna. <Credo infine che però debba pagare, perché comunque ha compiuto degli atti contro la legge e degli innocenti, correggimi se sbaglio. Credo che debbano pagare tutti quelli che hanno agito facendo del male ad altre persone. Ma.> c’è un ma, ovvero prendere in considerazione anche l’altra parte, l’altro modo di osservare la questione. <Un piccolo sconto di pena e almeno una comprensione per quella persona che da vittima è diventata carnefice per sopravvivere. Pagherebbe comunque per quello che di sbagliato ha fatto, ma in maniera un poco più leggera per tenere conto delle circostanze e di ciò che l’ha spinta.> muove la mano in seguito, facendosi più cupa. <Mi dispiace, Mekura. Ai tuoi occhi sembrerò solo una sciocca ragazzina che nulla ha ancora visto del mondo.> sospira, torna ad osservare il villaggio. <Mi dispiace per tua madre e per come si possa essere proiettato su di te. Come è successo con me, ma immagino in misura molto minore. Hai una piccola consolazione di sapere cosa ha spinto tua madre a fare quello che ha fatto… che sia stata punita con la reclusione e non con la morte.> lei di sua madre invece non sa nulla, non sa perché i suoi genitori fossero Sfregiati, non sa perché fossero dei criminali, e non potrà mai saperlo perché è stata decisa la morte per loro. <Hai ancora la tua mamma, nel bene o nel male… vorrei tanto riaverla anche io.> un piccolo magone si forma in gola, eppure quando torna a guardare la donna, le sorride in maniera dolce. Quello che vorrebbe fare quindi è quello di cercare di avvicinarsi a lei e tentare di abbracciarla. Un piccolo abbraccio affettuoso, come se volesse trasmetterle la sua vicina, la sua empatia. Se ci fosse riuscita si distaccherebbe da lei continuando a sorriderle. <Hai ragione, deciderò io come vivere la mia vita. Deciderò io cosa fare e come farlo.> ridacchia appena, immagina la magione, spera di trovare qualcuno che possa essere una famiglia per lei, quindi si guarda intorno, forse cercando il gufo. <Sei davvero una bella persona, continui a camminare a testa alta, e io continuerò a farti tutti gli inchini che vorrò.> non vede l’ora di vedere il mondo con quegli occhi, col Byakugan, si sente eccitata e motivata allo stesso tempo, sorride, si esalta e poi tutto muore con quell’ultima frase. <Oh.> l’orario. Aveva ottenuto un permesso, ma non per così tanto tempo. <Hai ragione, devo proprio andare, diamine.> mormora appena, e poi riporta lo sguardo su di lei e compirebbe un inchino in sua direzione. <Grazie per la chiacchierata, per tutto. Spero di rivederti, e salutami Sussurro.> e detto questo solleverebbe una mano in segno di saluto anche, e si avvierebbe giù dal monte, sicuramente con uno spirito un po’ diverso dal solito. [Chakra Off][END]

14:11 Mekura:
 Si, volare è una sensazione incredibile e tutti dovrebbero provarlo almeno una volta. Ma ormai il punto focale della loro discussione è per l’appunto il passato e chi rimane, cosa decidere di loro, cosa è giusto o sbagliato. La ragazza da la sua versione della storia e Mekura rimane ad ascoltare in silenzio valutando quello che è successo nel suo passato e quello che ne è conseguito. <è più complicato> afferma la donna rimanendo ferma con il tono di voce <ma quello che dici è giusto: alla fine va presa una decisione per quanto ingiusta possa sembrare> La osserva per un secondo di nuovo <sono più che felice che lei rimanga in prigione piuttosto che sia stata io ad ucciderla con le mie mani..in missione o per volontà del clan> sospira seriamente…ricorda ancora la responsabilità che si era presa carico, come possibile successore del clan e come appartenente alla famiglia di quella donna, doveva ripagare l’onore. Non voleva paragonarsi a quella bambina, anzi, lo scopo era consolarla: se hanno “perdonato” sua madre, Inori, la figlia di due sfregiati, verrà accolta per quello che è: una Hyuga, o sia dannato questo clan se fosse diversamente, perché se non vi è più ne amore, ne comprensione anche per chi non ha nessuna colpa, allora Hiashi ha ragione e c’è qualcosa di marcio alla base. Si lascia abbracciare e lei poggia una mano sulla sua testa. <se avrai bisogno di aiuto, il mio indirizzo è XXX, in questo modo potrò aiutarti, in più magari potresti rimanere per un thé> afferma la donna seriamente prima di annuire e fare un cenno verso la scaletta. <buon ritorno> Intanto sussurro continua a volare alta sopra la sua testa con movimenti circolari ispezionando la zona nella notte. [end]

Mekura e Inori si incontrano sulla montagna dei volti e iniziano una chiacchierata sui rapaci e le loro caratteristiche, per poi andare ad affrontare temi più personali riguardo famiglia, clan e villaggio. Mekura riesce a dare una visione dei fatti alla ragazzina e il tutto finisce con un invito da parte della donna alla sua casa nel caso la giovane ne abbia voglia o necessità.