Zio Rasetsu e Naoko Kokketsu

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Giocata di Clan

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15:58 Rasetsu:
 Spesso e volentieri, esce fuori dalle mura del Villaggio, pur di non respirare la stessa aria degli altri cittadini, comune plebaglia nei confronti della stirpe demoniaca dei Kokketsu. Passa la stragrande maggioranza del suo tempo tra il Locale Kukoku, di proprietà di Zashiki, laddove detiene la proprietà di un magazzino dove lavora alla propria Sbrilluccica; ulteriore tempo, viene speso al Tempio dei Kokketsu per ovvie ragioni, avendo ritrovato sua sorella Kurona. Ma non oggi. In questo momento, si sta dirigendo nella Magione di Yukio perché, con molta probabilità, non ha trovato Kurona al tempio o da qualsiasi altra parte. Spesso e volentieri, più per dovere che per altro, bazzica lungo il Tanzaku, poiché Jinto gli ha espressamente ordinato di non oltrepassare quella linea per quanto riguarda lo spaccio della Sbrilluccica e della 2.0. Inoltre, gran parte del profitto, se lo intasca esattamente quest'ultimo, neppure il Kokketsu che n'è creatore e proprietario. E, in più, quel che ne guadagna, deve ripartirlo tra tre persone, dove ovviamente egli detiene parte della percentuale più alta. L'unica nota positiva è essere avanzato nella gerarchia della Yakuza e poter continuare a fare quello che desidera. In questo momento, senza precisa meta, ma probabilmente alla ricerca di cibo (anche i Demoni hanno bisogno di nutrirsi), sta bazzicando lungo una delle vie principali del Quarto Cerchio. Sventola, dietro la propria schiena, ondeggiando tra le di lui gambe man mano che avanza, il proprio spolverino bordeaux, più scuro dei capelli ch'egli porta, lunghi sino al fondo schiena, i quali gli son valse, più di una volta, insulti a suo carico per il di lui apparire poco uomo, ma molto donna. E' lasciato aperto sul davanti, pur la temperatura esterna sia non esattamente idonea a portarlo in quella maniera. Al di sotto, compare un maglione nero, aderente con il collo a V. Il bavero del giaccone è, ovviamente sollevato, sfiorandogli le guance e tenendole, al contempo, al caldo. Le lunghe e sottili gambe son coperte da un paio di pantalone, anch'esso nero come la pace, con due tasche laterali, esattamente come il giaccone. Nel primo, infatti, specificamente nella tasca destra, vi ha un paio di bustine, contenenti delle pillole con una S stampata al di sopra. Altre, invece, son prive della stessa lettera, ma comunque dalla identica forma e colore. Nelle tasche dello spolverino, ben più ampie, ha qualche tonico di recupero del chakra e coagulante, assieme ad un paio di shuriken che, spesso e volentieri, non utilizza affatto, affidandosi alle arti magiche. Sul naso, sbucano un paio di occhiali dalla montatura rossa, e specialmente quel sorriso da squalo che mai si toglie. <Nyahahaha~> Pensa di essere solo e anche abbastanza divertente. Beh, sicuramente non lo è affatto. <Ma io posso entrare, no?> Fermo all'ingresso, bussando con abbastanza forza per farsi udire da chi è all'interno. [Chk On]

16:04 Naoko:
  [Ingresso] Un’altra giornata, un altro pomeriggio, altre ore che passano desolate all’interno della magione, luogo divenuto casa e prigione allo stesso tempo. Ama questo luogo, ma rimanere rinchiusa e ammalata non le piace affatto. Capelli bianchi a contornare il viso della giovane, rilegati in una piccola treccia che si appoggia sulla spalla destra e iridi blu scuro incastonati sul volto, del colore dell’abisso. Con sé ha sempre il suo fedele coltello all’interno dell’apposito fodero e nelle tasche dei pantaloni un tonico per tipo. Presenta ancora evidenti dolori a ridosso del corpo, dolori che non scemano, dolori che fanno parte di sé da qualche giorno ormai, dolori che non le permettono di concentrarsi fino in fondo. La testa gira, la febbre è ancora presente, con la fronte che scotta. Le ossa sembrano come sgretolarsi, come se fossero fatte di pastafrolla, come se qualcuno la stesse pestando a dovere. I muscoli continuano a permanere in continua tensione, come se stesse intrattenendo una maratona e questo la porta a digrignare particolarmente i denti e a torturarsi ancora il dorso delle mani, ripetutamente. Gli organi sembrano ardere, il respiro è ancora affannato, così come il battito cardiaco accelerato. Sangue che pompa forte, ogni punto del corpo è uno strazio per la sua mente, per la sua sopportazione. Ma non si deve arrendere, non ora. Cercherebbe di alzare le braccia e di portare le mani a congiungersi tra loro, affinché le dita possano incrociarsi e tentare di dare vita al sigillo della Capra. Una volta ricreato, cercherebbe di richiamare l’energia fisica, quella forza che muove i muscoli, quella forza insita in ogni fibra del suo corpo, in ogni cellula, dal capello alla punta dei piedi. La forza che le permette di camminare, di stare in piedi, di poter muovere le dita e il resto del corpo. Assieme a essa, proverebbe a ritrovare la forza psichica, quella che smuove i pensieri, quella che smuove le immagini all’interno della propria testa, inerenti al suo presente e al suo futuro, alle sue prospettive, alle sue aspettative. Energie mentali, energie dettate dall’esperienza, da quella poca esperienza ancora insita in lei. Proverebbe a mescolarle tra loro, a fonderle insieme, a renderle un’unica realtà, a renderle un’unica entità. Proverebbe a mandare il tutto al centro del suo corpo, alla bocca dello stomaco e lì mescolarlo, in senso antiorario, affinché possa essere smosso nelle diverse parti del corpo, nei diversi angoli. Tenterebbe, quindi, di spostarlo appena verso le gambe, spingendolo verso il basso e verso le braccia, spingendolo in laterale e verso la testa, spingendolo in alto, in modo tale che possa riempire ogni anfratto e cercare così di avere un quantitativo equo dappertutto. Sentirebbe bussare contro la porta principale, dato che lei si troverebbe nel salotto poco adiacente e cercherebbe di muoversi appena in quella direzione, lentamente e permettere così a Rasetsu di poterla vedere ancora una volta. Indosso ha un maglione verde scuro, pesante, un paio di pantaloni della tuta blu e scarpette ai piedi, anch’esse blu. Esordirebbe in direzione dell’altro <Oh, chi si rivede. Come mai da queste parti, zio?> e scandirebbe quelle parole per prenderlo un po’ in giro ma quel momento di gloria durerebbe brevissimi istanti. Una scarica partirebbe all’altezza del cervello e la porterebbe a stringersi un attimo le tempie con le dita di entrambe le mani, come a voler bloccare quell’impulso. <Vuoi…entrare o…rimani fuori…al freddo?> scandisce, cerca di parlare, sebbene siano quasi dei sussurri celati dall’agonia. [Tentativo Impasto Chakra 30/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

16:27 Rasetsu:
 Piega un sopracciglio quando, all'ingresso, va ad aprirgli un volto semi-noto, ma sicuramente non è né quello della servitù né quello di Kurona o Yukio in persona. Si tratta di Naoko, la presunta nipote di Rasetsu che, attualmente, è stata adottata proprio dai due Kokketsu sopracitati. <Sto cercando Kurona.> Sibila, assottigliando le palpebre e focalizzando le proprie iridi sul viso dell'altra, la quale sembra contorta dall'agonia, dal dolore, ma che comunque non ha assolutamente un bell'aspetto. <Io rimarrei volentieri fuori al freddo, se devo stare in tua compagnia.> Fa spallucce, spingendo tuttavia la porta d'ingresso con l'ausilio della mano sinistra, per far sì che essa s'apra e permetta al demone Rasetsu d'entrare, sovrastando la giovane interlocutrice col suo quasi metro e ottanta. Qualora sia riuscito a superare la di lei figura, così da accedere all'interno della Magione o del salone che vi sarebbe per primo, lancia nuovamente un'occhiata verso la giovane Kokketsu. <Kurona mi ha detto qualcosa riguardo te.> Specifica, piegando le braccia sul petto, all'altezza della bocca dello stomaco e aspettando che proprio la ragazzina possa dargli qualche risposta in merito, senza che debba continuare a fare domande dai dubbi gusti sessuali -lo sapete bene che ci arriverà, prima o poi- e delle quali la stessa Naoko capirà ben poco. <Allora?> La incita a modo proprio, fermandosi sì all'interno, ma circa ad un paio di metri da ella, non di più né di meno. [Chk ON]

16:40 Naoko:
  [Salotto] Quella figura che ritrova davanti a sé è impossibile da dimenticare, è impossibile da rimuovere, appunto perché assomiglia più a una donna che a un uomo. Ha i capelli più lunghi dei propri, di un rosso vivo, mentre adesso i suoi sono leggermente più corti del normale e bianchi. Un bianco sporco, un bianco che sapeva di vivo prima e che, ora, sa solo di dolore e strazio. Lascerebbe che l’uomo si rechi all’interno della magione e gli permette di accedere al salone, la stanza in cui lei si trovava poco prima, da sola. Richiuderebbe la porta alle proprie spalle, con una piccola dose di fatica, dato che le fanno male le braccia, le mani, le gambe, ogni cosa. Un piccolo mugolio verrebbe portato nell’aria, segno del dolore che la caratterizza ancora e cercherebbe di portarsi lentamente al cospetto di Rasetsu, a circa un paio di metri. Non si avvicina ulteriormente, mantiene quelle distanze e risponderebbe, con la voce che gratta nella gola, di un tono più basso rispetto al normale <Devo farti vedere una cosa. Ovviamente Kurona ti avrà già avvisato a riguardo, ma faccio prima a mostrare che a spiegarlo> e effettivamente è vero. Proverebbe a richiamare il Suiton, l’elemento acquatico, la forza che muove le pale dei mulini a vento, quell’acqua che scorre placida nei fiumi, che devasta interi villaggi con un maremoto, che permette a esseri umani, animali e piante di poter vivere. Cercherebbe di mescolarlo assieme a una piccola quantità di Chakra, precedentemente prelevata dalla bocca dello stomaco e permettere così che il tutto prenda nuova forma, nuova essenza, nuova vitalità. Se il tutto fosse eseguito correttamente, dalla piccole ferite presenti sul dorso delle mani dovrebbe fuoriuscire una piccolissima quantità di sangue nero, ciò che ha ricreato, con un alone violaceo che aleggerebbe attorno a tutto questo. Sul volto, all’altezza degli occhi, delle occhiaie spesse e violacee dovrebbero apparire, così come delle lacrime lunghe, che scendono a semicerchio verso il mento, verso la punta dello stesso. Una piccola metamorfosi che spera abbia preso forma, che spera che l’altro possa vedere con i propri occhi. Una Kokketsu, proprio come lui e come mamma Kurona. <Ecco qui. Mistero svelato> e dopo quelle parole altri dolori subentrerebbero, altre scariche elettriche che partirebbero dal cervello e che farebbero uscire un piccolo urlo dalle labbra. Le ossa e gli organi interni bruciano come fiamme vive, il respiro si farebbe un poco più affannato e il battito del cuore non cesserebbe la sua corsa. E’ una di loro, con dolori di troppo ancora da tenere a bada. [Attivazione Innata Kokketsu no Hijutsu I: -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 29/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

16:58 Rasetsu:
 Naoko va a richiamare la propria Hijutsu Kokketsu. Osserva l'altrui trasformazione, l'alone violaceo ma che, al tempo stesso, la spezza in due dal dolore. Sgrana gli occhi per un attimo, poiché nell'effettivo non si aspettava certo che anche ella fosse capace. <Quindi, non ti hanno adottata tanto per fare, eh?> Cinguetta, conducendo il polso della medesima mano, contornato da cicatrici in lungo e il largo, alle quali non dà neanche il tempo di cicatrizzarsi, alla bocca e ai denti affilati come rasoi. Quivi, recide un pezzo di pelle al fine ultimo di far fuoriuscire all'esterno delle gocce di Sangue Nero. Tenta di richiamare anche il Chakra Elementale Suiton, al fine ultimo di spingere il suddetto in circolazione con flusso di Sangue Nero, rendendo le due cose un tutt'uno. Nel far questo, un alone violaceo con sfumature di tenebra, nere, lo avvolgerebbero tutt'attorno. Il di lui volto, di già diafano, vede sulle gote due righe di sangue nero, come lacrime. Le iridi diventano di un giallo opalescente, neanche fosse un cane o un felino. Alle estremità delle dita di mani e piedi, e di entrambi gli arti, vi sono gocce di Sangue Nero stesso, che potrebbero servirgli per creare qualcos'altro, per essere utilizzato in molteplici circostanze. Al tempo stesso, piccole scariche dal contorno violaceo e nero esplodono nell'aura che ha tutt'attorno, per mera scena o perché già si sta protendendo con un braccio in sua direzione, per farlo passare dietro la di lei schiena. <Non sei capace di sopportarla.> Asserisce con sguardo tetro, dovuto anche a quella stessa trasformazione, ammantata di mistero e oscurità assieme. Che ella glielo conceda oppure no, non ha importanza, a malapena riesce a reggersi in piedi e, sicuramente, non la lascerà cadere a terra. <Sei una delle poche Elette, però. Dov'è la tua stanza?> Espira dalle labbra, schiudendole, guardandosi attorno per cercare di capire dove doversi dirigere, poiché è evidente che l'altra non si regga neppure in piedi a momenti, distrutta interiormente. <Dovrei visitarti~> Lo sguardo malizioso e il tono identico non sono lasciati al caso. <NYAAHAHAH.> Ridendo di gusto nel fissarla, qualsiasi espressione ella tiri fuori. [Attivazione Hijutsu Kokketsu lvl2 | -2pv | Chakra: 78/80]

17:08 Naoko:
  [Salotto] Quella prima domanda retorica non viene fornita di risposta da parte della Genin, dato che un’altra scarica di dolore giungerebbe dall’interno e la farebbe piegare per un attimo in avanti. Le braccia andrebbero a circondare lo stomaco, un altro mugolio verrebbe provocato dalle corde vocali, sebbene l’altro possa percepire quel tono abbassato di diversi punti, per le urla che ha lanciato nei giorni precedenti, per lo strazio che l’ha interessata nei giorni precedenti. Proverebbe a tirare su la schiena ancora una volta, a rimetterla perlomeno dritta e con le braccia che rimangono attorno allo stomaco, come se fosse una sorta di protezione, un gesto automatico scaturito da quella mente che pian piano viene deviata da quell’essenza. Il dolore fortifica, il dolore rende tutt’altra persona. Altre parole giungerebbero al suo orecchio, la fronte che scotta ovatta un poco il tono del Ganma, temperatura che non vuole scendere, che non vuole abbandonare quel corpo già abbastanza debilitato. I segni sulle mani, sulle braccia nascoste, all’altezza delle spalle, delle cosce possono indicare quanto abbia tentato di farsi del male, quanto abbia tentato di dare un termine a tutta questa sofferenza. <A quanto pare, ancora no> un sussurro quasi, prima di aggiungere <Si trova al piano superiore. Dobbiamo salire le scale che si vedono più avanti, rispetto all’ingresso e salire di un piano. Sulla sinistra, l’ultima porta in fondo, è la mia stanza> spiega l’itinerario, in modo tale che possano recarsi lì senza problemi. Il braccio dell’uomo andrebbe a circondarla dietro la schiena, fornendole un sostegno, fornendole un appoggio per evitare che cada rovinosamente per terra. Non lo caccia, non lo manda via, ha bisogno di quella presenza. Se i due iniziassero a spostarsi, cercherebbe di prendere parola <Visitarmi?> ignara di quello che potrebbe o non potrebbe fare, ma non ha la forza di pensare, non ha la forza di reagire e non vuole neanche sforzarsi. Deve capire, deve imparare, deve lasciare che lo “zio” si prenda davvero cura di lei. [Innata Kokketsu no Hijutsu I: -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 28/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

17:31 Rasetsu:
 Deve riuscire a condurla di sopra, in modo tale che possa metterla a riposo, che possa visitarla o che, in qualche modo, possa riuscire a farle calmare quei dolori insopportabili. <Kurona mi ha accennato a qualcosa.> Inizia col dire, richiamando il proprio Sangue Nero, lo stesso che, dalle estremità di mani e piedi e dell'aura che lo circonda, andrebbe a disegnarsi, ad amalgamarsi all'esterno, iniziando ad allungarsi. Il braccio che circonda il di lei fisico munito, vien scostato quel che basta per permettergli di spingere il Sangue Nero di fronte ad entrambi, assicurandosi con la coda dell'occhio, tuttavia, che Naoko riesca a tenersi in piedi per qualche secondo. Formerebbe due basi, due lati, le quali si uniscono soltanto ad una estremità e sono piatte. Il sangue dovrebbe coagularsi, così da permettergli di essere tangibile ai più o permettere, quantomeno, che possa sopportare il peso della ragazzina. Sarebbe una sorta di sedia, per così dire, la quale avrebbe un metro di base e un metro di altezza, per un totale appunto di due metri complessivi da un singolo lato, come se avesse la forma di un divano. La stessa larghezza sarebbe di almeno un metro, non superandolo ma neppure diminuendolo, affinché ciò possa consentire di utilizzare quello strano poligono che vuol somigliare ad un divano, ma che non lo è per ovvi motivi, per riuscire a far sedere la giovane sullo stesso e portarla in quel modo su per le scale. <Quanto sei riuscita a tenerla attiva, fino ad adesso? In tempo, dico. Secondi, minuti?> Chiosa, mentre indica con il capo il costrutto di Sangue Nero dietro le di lei spalle. <Non sono dotato di molta forza..> Come si può evincere dal fisico magro e asciutto. Il tono non è poi molto malizioso né sgraziato come nelle ultime volte durante le quali si è rivolto alla Kokketsu di fianco. <..quindi, in braccio non riesco a portartici di sopra. Siediti sul costrutto e lascia che sia Zio Rasetsu a portarti in camera. Dimmi solo la direzione da intraprendere.> Aggiunge, aspettando sul primo scalino, ma si muoverà soltanto quando ella si sarà seduta sul costrutto: è come dire o su quello o niente, perché non ha nessuna intenzione di lasciarla lì a farsi del male da sola. <Voglio capire fin quanto riesci a gestirla, nonché il motivo per il quale hai dolori così lancinanti. Possiedi l'Hijutsu Kokketsu per via genetica? Sei nata da genitori che possedevano Sangue Nero?> Vuol capire, di lei sa poco d'altronde, per arrivare alla giusta soluzione dei suoi problemi legati all'Innata. [Chk: 76/80 | Hijutsu Kokketsu lvl2 ON | Creazione di 1 Costrutto]

17:46 Naoko:
  [Salotto] Quella frase viene ripetuta ancora una volta, segno che il Ganma vede spesso la figura della madre, quella figura che l’ha accettata dopo l’adozione da parte di Yukio, dell’Hasukage in persona nonché Arufa del Clan. <Kurona sa tutto perché è l’unica persona a cui l’avevo detto, che ho cercato di avvisare, che mi ha vista in questo stato. Almeno credo> ha la mente un attimo confusa e quella febbre non l’aiuterebbe molto. I denti verrebbero digrignati ancora una volta, un altro mugolio vorrebbe fuoriuscire dalle labbra, ma non viene più prodotto nessun suono, nessun tono. La gola è particolarmente sotto sforzo nelle ultime ore e fatica sempre di più a intrattenere conversazioni, di qualsiasi tipo. I muscoli sono un fascio unico di tensione, le mani verrebbero tese in avanti, come se le stesse stirando un poco e il la pancia andrebbe a indurirsi appena, come se avesse dei crampi, come lo stomaco si stesse mangiando da solo. Le iridi verrebbero socchiuse appena, il respiro è più affannato del solito e, nel frattempo, il Ganma andrebbe a ricreare un divanetto con il Sangue Nero, in modo tale che la ragazza possa mettersi sopra di esso. <D’acc…d’accordo> un sussurro, lieve, prima di sedersi lentamente su di esso e permettere così all’altro di trasportarla fin dentro la propria camera. Domande giungono e deve dare una risposta. Deve. <Fino a ora sono riuscita a tenerla attiva per diversi minuti, ma non sono riuscita a dare un numero preciso> segno che, in qualche modo, ha affrontato quel dolore da sola e non si è mai arresa. Deve riuscirci, deve andare oltre tutto questo. <Bisogna…salire al…piano superiore e andare…poi verso sinistra. L’ultima stanza…in…fondo> parla tra un respirone e l’altro, in modo da indicare ancora una volta la giusta direzione. Nel tragitto, poi, andrebbe a rispondere ancora una volta <Non credo che i miei genitori naturali siano Kokketsu, non me lo ricordo. So solo che una figura incappucciata è entrata qui dentro, mi ha colpita con una lancia e da quel momento è iniziato tutto questo…> spiega brevemente, tutto a un fiato, prima che i dolori prendano ancora parte del suo corpo. Ansima, il viso è madido di sudore, i denti si stringono tra loro con forze, nella cavità orale. <Perché fa così male? Perché?> quasi una supplica, vuole avere una risposta, vuole capire lo scopo di questa atroce agonia. [Innata Kokketsu no Hijutsu I: -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 27/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

15:22 Naoko:
  [Salotto] Quella frase viene ripetuta ancora una volta, segno che il Ganma vede spesso la figura della madre, quella figura che l’ha accettata dopo l’adozione da parte di Yukio, dell’Hasukage in persona nonché Arufa del Clan. <Kurona sa tutto perché è l’unica persona a cui l’avevo detto, che ho cercato di avvisare, che mi ha vista in questo stato. Almeno credo> ha la mente un attimo confusa e quella febbre non l’aiuterebbe molto. I denti verrebbero digrignati ancora una volta, un altro mugolio vorrebbe fuoriuscire dalle labbra, ma non viene più prodotto nessun suono, nessun tono. La gola è particolarmente sotto sforzo nelle ultime ore e fatica sempre di più a intrattenere conversazioni, di qualsiasi tipo. I muscoli sono un fascio unico di tensione, le mani verrebbero tese in avanti, come se le stesse stirando un poco e il la pancia andrebbe a indurirsi appena, come se avesse dei crampi, come lo stomaco si stesse mangiando da solo. Le iridi verrebbero socchiuse appena, il respiro è più affannato del solito e, nel frattempo, il Ganma andrebbe a ricreare un divanetto con il Sangue Nero, in modo tale che la ragazza possa mettersi sopra di esso. <D’acc…d’accordo> un sussurro, lieve, prima di sedersi lentamente su di esso e permettere così all’altro di trasportarla fin dentro la propria camera. Domande giungono e deve dare una risposta. Deve. <Fino a ora sono riuscita a tenerla attiva per diversi minuti, ma non sono riuscita a dare un numero preciso> segno che, in qualche modo, ha affrontato quel dolore da sola e non si è mai arresa. Deve riuscirci, deve andare oltre tutto questo. <Bisogna…salire al…piano superiore e andare…poi verso sinistra. L’ultima stanza…in…fondo> parla tra un respirone e l’altro, in modo da indicare ancora una volta la giusta direzione. Nel tragitto, poi, andrebbe a rispondere ancora una volta <Non credo che i miei genitori naturali siano Kokketsu, non me lo ricordo. So solo che una figura incappucciata è entrata qui dentro, mi ha colpita con una lancia e da quel momento è iniziato tutto questo…> spiega brevemente, tutto a un fiato, prima che i dolori prendano ancora parte del suo corpo. Ansima, il viso è madido di sudore, i denti si stringono tra loro con forze, nella cavità orale. <Perché fa così male? Perché?> quasi una supplica, vuole avere una risposta, vuole capire lo scopo di questa atroce agonia. [Innata Kokketsu no Hijutsu I: -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 27/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

15:42 Rasetsu:
 La conduce nella di lei camera, senza altro ribattere da parte della ragazzina. Mantiene il contatto visivo e sanguineo col costrutto creato poc'anzi, sul quale Naoko vi si siede per venir condotta su per le scale e, successivamente, nella stanza che le spetta e che, attualmente, occupa nella magione di Yukio e consorte. <E Kurona lo ha detto a me.> Sintetizza e conferma verso ella, con tono serio e pragmatico. Una volta tanto, non sta scherzando su una questione che potrebbe essere piuttosto seria. <Oltre a 'tenere' attiva l'Innata..> Continua col dire, salendo a passo fermo uno scalino alla volta, facendosi precedere dal costrutto e dalla Genin. <..hai provato ad usare il Sangue Nero esternamente? Come ho fatto io, ad esempio. Sei capace di plasmarlo?> Le sue sono soltanto domande ordinarie, per capire fino a che livello ella si sia spinta nel cercare di controllare il Sangue Nero dei Kokketsu. Finite le scale, gira verso sinistra, facendosi sempre precedere dal costrutto lungo il corridoio. La larghezza di quest'ultimo non permette ad entrambi di camminare a pari passo, ed inoltre non vorrebbe comunque precederla in alcuna maniera, poiché lei sa la strada giusta per dirigersi alla propria stanza. <E' questa?> Chiede, fermandosi di getto innanzi alla porta dell'ultima stanza del corridoio, come da Naoko specificato. Nel caso in cui sia quella esatta, le tende l'arto superiore manco assieme alla relativa mano. Palmo rivolto verso l'alto, dita poco distanti tra di loro. <Poggiati a me per scendere.> Non possono certo entrare col costrutto da una porticina che non raggiunge neppure un metro di larghezza. Qualora Naoko abbia fatto ciò, l'accompagnerà all'interno della stanza, poiché incapace di sorreggersi ancora da sola. <L'Arufa ha fatto la stessa con me. Mi ero introdotto nella Cattedrale, quella che ad oggi è il Tempio di Kusa, di nostra proprietà.> Commenta, senza guardarla ancora direttamente in volto, ma accertandosi, con fare serio, che possa farla accomodare da qualche parte. <L'Arufa stava predicando o, comunque, non ho mai ben capito cosa farneticasse.> Asserisce, stringendosi nelle spalle. <Mi ha colpito con non so che cosa..> Filamenti di Sangue o lance come quelle utilizzate su Naoko. <..ma, anziché morire, mi sono legato al Sangue Nero com'è successo a te. Ha fatto male anche a me. Il Sangue naturalmente rosso viene sostituito da quello Nero dei Kokketsu, le qualità genetiche del nostro corpo sono differenti da quelle prettamente umane. Equivale quasi ad un'infezione da un agente esterno, nel mio caso e nel tuo. Ma potrebbe esserci qualunque altra motivazione per cui tu stia provando così tanto dolore. Hai detto che i tuoi genitori non erano Kokketsu, no?> Se avesse altri legami di Sangue? Se possedesse altre qualità caratteristiche come innate? Non lo so, ma Rasetsu fa ipotesi, come un buon scienziato che si rispetti. [Chk: 74/80 | Hijutsu Kokketsu lvl2 ON]

15:54 Naoko:
  [Stanza] Si farebbe accompagnare in quel modo verso le scale e, lentamente, le salirebbero per raggiungere il piano superiore, dove si trovano alcune delle stanze dell’intero edificio. Il cuore pulserebbe forte all’interno del petto, così come quel respiro che porta la Genin a prendere fiato a pieni polmoni, come se la necessità fosse doppia. Le mani andrebbero a stringere ancora all’altezza dello stomaco, quell’organo sembra quasi implodere su sé stesso, come se si stesse letteralmente mangiando da solo. Altre domande giungerebbero, altre parole da parte del Ganma <Sì, ho provato più volte a creare qualcosa, a usarlo a mio gusto e mio diletto. Vuoi che ti faccio vedere?> sussurro portato in direzione dell’altro, dato che non riuscirebbe ad alzare la voce al momento. Le corde vocali sono molto provate, così come l’intera gola. Non ci vorrebbe poi molto per raggiungere la sua stanza, svoltando sulla sinistra alla fine delle scale e dirigendosi in fondo, presso l’ultima porta. Potrebbe arrivare bendata in questo punto, conosce a menadito quel tragitto. La mano sinistra le viene offerta come supporto da parte dell’uomo androgino, in modo tale che possa scendere dal costrutto ricreato e rimanere in piedi, senza che le gambe cedano verso il terreno. Una piccola spinta permette ai due di entrare in quella camera, arredata in modo semplice ma adatto a una ragazza della sua età: dritto davanti a loro si trova il letto singolo, sulla sinistra la scrivania con la sedia, sulla destra un armadio abbastanza grande e accanto a esso uno specchio, di quelli che si appoggiano sul pavimento. Le pareti sono colore di blu oceano, come i suoi occhi e le coperte sopra al letto presentano delle sfumature di viola. L’innata verrebbe mantenuta attiva, sebbene non abbia dispendio di energie e ascolterebbe in silenzio il passato del Ganma, nessun fiato dalle sue labbra. <Penso che i miei genitori avessero qualche altro Clan, ma non sono sicura. Non ricordo nulla di loro> nel villaggio della Caccia le hanno rimosso i ricordi dell’infanzia, quindi non sa della sua provenienza da Ame e della discendenza che doveva essere di tutt’altra fattura. <Mi siedo sul letto, se non è un problema> direbbe semplicemente, sempre a mo’ di sussurro, prima di prendere posto su quelle coperte dal colore scuro, così simile alla sua aura e a quelle lacrime che scendono dagli occhi verso il mento. <Quindi anche tu sei stato colpito, prima di trovarti a usare questo potere. La modalità non è variata poi di molto> sentenzia appena, seria, tranquilla, sebbene altri dolori sopraggiungano e la mano destra viene portata a ridosso delle tempie, come a voler bloccare quel mal di testa assurdo. [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva] [Chakra 27/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

16:02 Naoko:
  [Stanza] //Edit: [Chakra 26/30]

16:23 Rasetsu:
 L'arredamento ed i colori non lo colpiscono chissà quanto. E' una stanza comune per una Genin comune. <Sarebbe stato meglio vernice o tappezzeria viola sui muri..> Or si finge persino intenditore d'interni. <..e coperte nere con qualche altro tocco di violetto qui e là.> Fa, volgendo lo sguardo da un punto all'altro della via. <Sei una Kokketsu, abituati ai nostri modi di vivere.> Sghignazza verso di lei, accompagnandola sin al letto dove la lascia adagiare. <Se richiami l'Innata, il dolore aumenta o diminuisce?> Cerca di capirne le cause, le conseguenze. <Potrei analizzare il tuo Sangue, ma prima di farlo mi serve sapere quanto tempo è passato da quando il Sangue Nero è entrato in circolo e si è legato al tuo corpo.> Si avvicina al letto, recuperando la sedia da sotto la scrivania. Non vuol provocarla né sfidarla né cercare di toccarla in nessun modo possibile, magari fingendosi il medico e lei la paziente e 'giocando'. No, non è questo il giorno per farlo. Risveglia una discreta passione per l'anatomia umana, per di più se si tratta di una Kokketsu che s'è trasformata al di lei stesso modo. Questo sta a significare che non v'è motivo di temerla né di volerla fuori dalla propria vita. Posseggono le stesse doti, le hanno avute nella stessa maniera, perché dannarsi? Condotta la sedia in sua prossimità, a distanza di un metro e mezzo, quasi due, accavalla la gamba destra sulla mancina. Il costrutto viene richiamato, sparendo, tornando ad essere mero grumo di Sangue del proprio corpo e della propria aura. Quest'ultima non viene disattivata, bensì permane attiva e frequentemente attraversata da scariche elettriche violacee, senza nessun effetto particolare. Si sfila gli occhiali, recuperando un panno pulito all'interno della tasca del giaccone, così da pulirli. <Alla fine, io son venuto qui per cercare Kurona-chan e mi son trovato a far da balia ad una come te.> Scuote mestamente il capo, riacquistando la propria dignità da Rasetsu, nonché solito comportamento megalomane e di cattivo auspicio. <Quindi, non ricordi niente. Se riesci a creare un costrutto, provaci. Voglio vedere fin quanto il tuo corpo resiste ai dolori.> Vuol vedere che livello di sofferenza ella stia provando. <No, infatti. Ho avuto anche io i miei problemi, ma ero geneticamente adatto ad accogliere il Sangue Nero ed è pronto mentalmente ad usarlo. E' versatile, è immortale.> E quivi sogghigna, piegando il capo di lato e soffermandosi ad osservar il di lei volto, anch'esso con le gote divise a metà da lacrime di Sangue Kokketsu. [Chk: 72/80 | Hijutsu Kokketsu lvl2 ON]

16:40 Naoko:
  [Stanza] Si adagerebbe a ridosso del proprio letto, in modo tale da non rischiare di cadere per terra e urlare dal dolore ancora una volta. Quella sofferenza è presente, sebbene sia minore rispetto a qualche giorno prima, quando quella figura incappucciata è arrivata, l’ha ferita e se n’è andata nell’assoluta pace dei sensi. Scariche di dolore andrebbero a intaccare ancora una volta il cervello, con i denti che verrebbero digrignati e gli occhi che si chiuderebbero quasi completamente. Proverebbe a stendere le gambe e le braccia, come se si stesse stiracchiando, in modo tale da tentar di far cedere quella strana tensione nei muscoli, spasmi che non riuscirebbe a controllare con la propria volontà. Fa male, fa ancora tutto male, ma deve proseguire, deve resistere e andare avanti. Non direbbe nulla circa le prime parole introdotte dall’uomo, limitandosi a rispondere alla domanda <Il dolore permane più o meno uguale, non ho notato grandi differenze d’intensità> si produce del male, per sostenere quel genere di male. <E’ da circa quattro o cinque giorni che il Sangue Nero è entrato in circolo. Ho iniziato subito a capire che cosa fosse successo e guardavo l’alone violaceo che vorticava assieme a esso, uscendo dai tagli sulle mie mani> spiega brevemente, ancora, per permettergli poi di prelevare il suo sangue, se lo desidera. Non si tira di certo indietro, ha sopportato di peggio. Molto peggio. <Purtroppo mamma non c’è in casa, non so dove sia. Farmi da balia? Esagerato…> una piccola nota sarcastica, per sdrammatizzare il momento, per superare quelle fitte che le provocherebbero altre smorfie sul volto e rischia quasi di mordersi la lingua. Annuirebbe alle successive parole, senza aggiungere nulla, ma passando direttamente all’atto pratico. Le maniche del maglione verrebbero alzate appena fino al gomito, mostrando diversi tagli che si è procurata in questi giorni, in modo tale che una piccola quantità di Sangue Nero possa uscire liberamente da quei punti e darle modo di porre una forma, a suo piacimento. I denti vengono stretti, ma deve proseguire. Se ci fosse riuscita, cercherebbe di ricreare un bastone semplice, di cinquanta centimetri in altezza e due centimetri in circonferenza. Vorrebbe poi prenderlo tra le dita della mano destra, la principale per combattere e mostrare così quel costrutto in direzione del Ganma, per una sua valutazione, per una sua constatazione. Le dita avvolgerebbero quel bastone, se fosse andato tutto liscio e una piccola scarica di tensione viene aggiunta nel braccio destro, con un leggero mugolio che viene fatto fuoriuscire dalle labbra, violacee. <E’ davvero versatile, è magnifico. Non credevo potesse esistere qualcosa del genere> entusiasta di essere stata scelta, di essere considerata un’Eletta. Quel Sangue Nero la sta lentamente deviando verso un mondo d’oscurità, ma lo starebbe accogliendo con tutta sé stessa. [Creazione Bastone] [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 25/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

16:55 Rasetsu:
 Smuove la dritta e, con essa, il panno per pulire lentamente le lenti degli occhiali. Passa a quella successiva, prima di inforcarseli di nuovo, spingendolo su per il naso aquilino. Ripone il panno nella tasca del giaccone da cui l'ha recuperato in precedenza, riportando le iridi proprie -giallognole- verso il volto di lei. Ne riesce a notare ancora la sofferenza, ma dal canto proprio non può fare niente per allietargliela. <E' semplicemente colpa della trasformazione.> Il Dolore stesso. <Pur analizzando il tuo Sangue, passato così tanto tempo, non troverei più traccia del tuo vecchio sistema genetico.> Cerca di spiegarglielo a parole povere, affinché anch'essa possa comprendere quei termini. <Devo, quindi, dedurre che il Sangue Nero sta prendendo ancora affinità col tuo Corpo. Vedilo come un Veleno che ti sta rosicchiando, ma al tempo stesso depurando il corpo dal precedente liquido che conteneva. Fa male perché il tuo corpo sta subendo mutazioni a livello genetico, dovute proprio al Sangue Kokketsu. Penso proprio che tu debba sopportare tutto ciò.> Fa spallucce, altro non può fare per lei, se non consentirle una compagnia malsana, come è nell'effettivo quella del Demone Mangia Uomini. <Beh, hai ragione. E' esagerato. Potrei già andarmene via da qui, in tal caso.> Se far da balia è esagerato ed egli stava cercando soltanto Kurona, non ha altro motivo per cui restare ancora lì con la nipote, o presunta che sia. Osserva quello che lei compie successivamente, ossia creare un bastona dalla grandezza di mezzo metro e dalla circonferenza abbastanza sottile. <Non è male.> Asserisce cercando di trovare ed usare il giusto metodo di giudizio. <Non sai chi ti ha ferita, quindi? E' pur sempre un Kokketsu s'è riuscito ad immettere nel tuo sistema circolatorio il Sangue Nero.> Ultima in sua direzione. [Chk: 70/80 | Hijutsu Kokketsu lvl2 ON]

17:07 Naoko:
  [Stanza] Dovrebbe essere riuscita a ricreare quel bastone, a fare in modo che il Ganma potesse vedere il frutto dei suoi dolorosi allenamenti. Un bastone che viene trattenuto ancora per un attimo tra le dita della mano, per poi essere rilasciato completamente, permettendo così al Sangue Nero di tornare in circolo nel corpo. Una piccola quantità continuerebbe comunque a fluttuare attorno a lei, così come l’alone violaceo che lo caratterizza. <Un cambiamento genetico dunque. Una reimpostazione del mio corpo, da cima a fondo. Ecco perché mi fa male tutto, ecco perché sembra che tutti bruci dentro di me> affermazione che segue la spiegazione dell’altro, in modo da accettare ogni singola stilla di quel potere, di quella nuova essenza. <Kurona torna qui di tanto in tanto, potrebbe anche rientrare a momenti…> direbbe semplicemente, più per parere personale che per trattenere l’uomo qui, in sua compagnia. Non gli dispiace, lo vede sotto una luce diversa e lui, forse, la vede ora sotto una luce diversa, lontana dal loro primo incontro. Negherebbe con la testa alla sua ultima domanda <No, era una figura incappucciata e non sono riuscita a vedere nulla. Non so se fosse un uomo o una donna. Nulla> spiega ancora una volta. La testa girerebbe ancora, la febbre non scema dal suo corpo, la temperatura rimarrebbe elevata, così come quelle ossa che sembrano ardere e divenire cenere in un battibaleno. Un piccolo mugolio che viene provocato dalle labbra, ancora, prima di riprovare con quel potere. Cercherebbe di far uscire un’altra piccola quantità di Sangue Nero dal proprio corpo, per modellarla, per dargli la forma desiderata. Se ci fosse riuscita, nel centro esatto tra i due Kokketsu, dovrebbe apparire un piccolo tavolino, di un metro circa in altezza, in circonferenza e con quattro gambette che lo andrebbero a sostenere. Un oggetto comune, un oggetto come tanti altri, per dimostrare all’uomo di saperci fare, di essere sulla strada giusta, di essere in grado di usare quel Sangue nel suo eterno splendore, nel suo eterno terrore. [Creazione Tavolino] [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 24/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

17:40 Rasetsu:
 Ancor con l'attenzione rivolta ad ella, il Rosso ne ascolta le parole, senza perdersene neanche una. Naoko fa il punto della situazione, comprendendo come il di lei corpo stia venendo, partendo dal sangue, reimpostato per adeguarsi al Sangue Nero. <Posso solo dirti che è normale. Non so quando passerà. Non posso neanche garantirti che, una volta perfezionato l'utilizzo e il mantenimento dell'Hijutsu, tu possa smettere di provare dolore.> Assottiglia le palpebre, parlando in modo alquanto serio, pragmatico e al tempo stesso attento. Non è bravo con queste cose, perché non ha mai curato qualcuno da cima a fondo come dovrebbe fare un vero Medico, né ha mai dovuto dichiarare una diagnosi a qualcuno come quella che sta facendo adesso. <Penso che soltanto il tempo possa dirti e dirci se il Sangue Nero sia veramente compatibile col tuo essere o se verrà rigettato. Ma ti sta permettendo di plasmarlo, quindi hai già un mezzo verdetto positivo dalla tua.> Asserisce, guardandosi subito dopo attorno. <Non avete una servitù? Cazzo..> Sboccato, come sempre. E' stato anche fin troppo serio. <..è la Magione dell'Hasukage.> Non è poi molto sbagliato come pensiero ed intervento. <Visto?> Osserva la di lei creazione del Costrutto, sbattendo le palpebre. <Il Sangue Nero è legato a te, ma deve ancora intraprendere il giusto percorso per essere completo. Potresti non rigettare nessun polmone, dai.> Sogghigna sommessamente, alzandosi dalla sedia, senza rimetterla al proprio posto. Serio sì, fesso no. <Io vado via, ho del lavoro da fare. Se torna Kurona-chan, dille che suo fratello la sta cercando.> Aggiunge, prima di lasciare la camera di Naoko, senza aggiunger altro, senza voler altro in cambio. [END]

17:53 Naoko:
  [Stanza] Il dolore è ancora parte di sé, il dolore è ancora parte del suo corpo, ma quel tavolino prenderebbe forma, quel tavolino sarebbe davanti ai loro occhi, per pochissimi secondi. Lo rilascerebbe, completamente, prima di rispondere alle parole del Ganma <Vuol dire che vivrò nel dolore per il resto della mia vita, allora. La prospettiva si farebbe interessante> nervosa, nevrotica, il dolore la farebbe straparlare in questo momento. Non direbbe nulla alle successive parole, in quanto la servitù è spesso intervenuta per aiutarla in questi giorni, per farla tornare in piedi, per renderla presentabile agli occhi di Kurona. <Bene, mi rincuora sapere che non perderò nessun organo. Forse> una risposta come un’altra, con il dolore che farebbe ancora parte di lei, che la farebbe piegare appena in avanti, con le mani a ridosso dello stomaco e un altro mugolio che uscirebbe dalle labbra. L’innata verrebbe rilasciata lentamente, prima di replicare <Non preoccuparti, lo dico io a Kurona. A presto, zio Rasetsu> ultime parole prima di vederlo svanire, prima di rimanere ancora completamente da sola nello strazio più totale, nella sofferenza, in un’agonia che trovi una fine, un epilogo nel più breve tempo possibile. [End] [Innata Kokketsu no Hijutsu I Disattivata] [Chakra 24/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

Rasetsu va alla magione di Yukio per trovare Kurona.
Qui trova Naoko, sofferente e l'aiuta un poco a comprendere la natura dell'innata che ora condividono come Clan.
Dopo un paio di prove tecniche, Ryumma va via e lascia Naoko da sola, nella sua camera.

Chiedo l'up d'innata <3