Innata Kokketsu - Parte IV

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Giocata di Clan

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con Naoko

15:16 Naoko:
  [Camera] Immersa ancora nella sua stanza, immersa in quel mondo che è solo suo, immersa in quella realtà che la distaccherebbe per un attimo dal mondo, da ciò che si trova all’esterno. I capelli bianchi sono legati in una treccia che si appoggia sulla spalla destra, iridi blu visionano ogni singolo angolo del proprio rifugio e una pelle bianca, candida, ne intacca il corpo. Un maglione nero è indossato a ridosso del busto, per scaldarla, un paio di leggins ne circondano le gambe snelle e allenate; i piedi sono scalzi, completamente, non vuole costrizioni negli arti inferiori qui. Con sé ha sempre il suo fedelissimo coltello, all’interno del fodero, e due tonici, uno per tipo, per evitare spiacevoli inconvenienti. E’ seduta sulla sedia, accanto alla scrivania, dando le spalle alla stessa. Le mani sono appoggiate contro le gambe piegate, i dolori continuano a essere presenti dentro il suo corpo, dentro la sua testa, sebbene siano leggermente diminuiti d’intensità. L’emicrania è divenuto un mal di testa più gestibile, il dolore alle ossa è una fiamma che ancora arde, ma che viene già controllata meglio. La febbre dovrebbe aver calato la sua temperatura, sebbene la fronte scotti ancora parecchio, donandole leggere allucinazioni e incubi durante la notte. I muscoli permangono ancora in tensione, tirano forte, come se stessero facendo un tiro alla fune con il suo corpo, come se dovessero smembrarla da un momento all’altro. Fa male, fa tutto maledettamente male e fa fatica a dormire la notte ancora. Sì, ancora. Ma non si deve arrendere, deve superare quel dolore, lo deve far suo quel dolore, deve essere quell’input che la porta a migliorare, che la porta a emergere. Non deve desiderare la morte, anche se questo pensiero balena spesso dentro la sua mente. Proverebbe ad alzare le braccia, lentamente, e di portare le mani a congiungersi tra loro, per poter incrociare le dita e dare vita al sigillo della Capra. Nel momento in cui lo andrebbe a formare, tenterebbe di richiamare l’energia fisica, quella forza che muove i muscoli, quella forza insita in ogni fibra del suo corpo, in ogni cellula, dal più piccolo elemento fino al più grande. La forza che le permette di camminare, di stare in piedi, di combattere, di essere una ninja pronta all’azione. Assieme a essa, proverebbe a ritrovare la forza psichica, quella che smuove i pensieri, quella che smuove le immagini all’interno della propria testa, inerenti al suo attuale presente, alla sua attuale famiglia, a tutto ciò che compone ora la sua esistenza. Proverebbe a mescolarle tra loro, a fonderle insieme, a renderle un’unica realtà, a renderle un’unica entità, a renderle un’unica essenza. Proverebbe a mandare il tutto al centro del suo corpo, alla bocca dello stomaco e lì lo mescolerebbe, in senso antiorario, affinché possa essere inviato nelle diverse parti del corpo, nei diversi angoli. Tenterebbe, quindi, di spostarlo appena verso le gambe, spingendolo verso il basso e verso le braccia, spingendolo in laterale e verso la testa, spingendolo in alto, in modo tale che possa riempire ogni anfratto e cercare così di avere un quantitativo equo dappertutto. Ce la deve fare, ce la può fare, è una guerriera, è una kunoichi e deve andare oltre il dolore. [Tentativo Impasto Chakra 30/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

15:16 Naoko:
  [Camera] Il Chakra dovrebbe esser stato richiamato a dovere, per poter così sentire quell’energia scorrere viva dentro di lei, in modo continuo, costante. La testa pulsa ripetutamente, come se stessero schiacciando diversi bottoni ed elettrodi stessero inviando scariche contro di lei, per farla soffrire, per farla cambiare, per resettarle il cervello. Le ossa sembrano ancora implodere tra loro, sembrano sgretolarsi in mille frammenti, in minuscoli pezzi, per evitare che possano essere rimessi insieme, per evitare che appaiano come pezzi di un puzzle improvvisato. Gira tutto, fatica a mettersi in piedi e, difatti, è seduta a ridosso di quella sedia, di un sostegno solido contro la schiena. Tuttavia, deve allenarsi, deve capire fin dove può spingersi, cosa possa creare effettivamente. Tenterebbe di sentire il Suiton dentro di sé, di sentire quell’acqua che scorre placido nel letto del fiume, come una cascata che irrompe sugli scogli, come la pioggia che scende e allieta il mondo, animale e vegetale. Cercherebbe, poi, di unire quell’elemento al proprio sangue, di mescolare le due entità, di rendere quel Chakra umido, un’unica forma, un’unica essenza. Se ci fosse riuscita, dalle ferite presenti sulle braccia, con i tagli che si è procurata durante la notte, dovrebbe uscire il sangue nero, fluttuare davanti a sé, per vederlo, per averlo vicino, di una lucentezza oscura, un nero che sa di morte e desolazione. Un alone violaceo, sfumato, dovrebbe comparire attorno a quel sangue, tetro, scuro, unico, magnifico. Attorno agli occhi della ragazza dovrebbero crearsi occhiaie blu-violacee, intense, marcate, come se l’insonnia forse parte viva di lei, dello stesso colore dell’aura. Ed ecco che due lacrime, poi, dovrebbero formarsi da quelle stesse iridi e disegnare una linea fino al mento, fino alla punta, con una forma semicircolare e dal colore violaceo. Due linee perfette, quasi fossero un trucco creato dalla propria fantasia. Il dolore non calerebbe d’intensità, il dolore continuerebbe ad attanagliare le membra, gli organi, che sembrano bruciare sotto il peso di quegli impulsi, di quei sentori che partono dal cervello e si spargono per il corpo. Ma deve resistere, deve andare oltre tutto questo, deve superare questa tortura a ogni costo. [Attivazione Innata Kokketsu no Hijutsu I: - 1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 29/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 - Tonico per Chakra x1]

15:17 Naoko:
  [Camera] Le ossa sembrano divenire cenere ormai, come se qualcuno avesse acceso una fiamma sotto quella sedia, sotto quell’oggetto che le permette di non cadere rovinosamente per terra. Quelle ossa le sente fragili, di pastafrolla, come se dovessero rompersi in un nanosecondo, in un millisecondo, come si stesse divertendo a pestarla, a farle pesare il peso di ogni pugno, di ogni gesto. I muscoli sono tirati, fanno male, non le danno tregua, in costante lavoro, come se stesse facendo una corsa senza meta, come se dovesse raggiungere un traguardo inesistente, per semplice diletto di qualche squilibrato. La testa continuerebbe a pulsare, è rovente, un bollitore fisso sul fuoco, come se lei fosse quello stesso bollitore e la stessero cucinando con l’utilizzo di una tecnica Katon. Le fa male tutto, ogni singolo angolo, ogni singolo anfratto, vorrebbe strapparsi via la pelle a morsi, con le unghie, con i denti, con un coltello, con un kunai, con qualsiasi oggetto che abbia la punta affilata e un modo esemplare di eseguire azioni precise, dettagliate. E’ stanca, sfiancata, fatica a ragionare in questo stato, a usare correttamente le funzione cerebrali. Non le piace ritrovarsi in questo stato: vulnerabile, debole, inetta, inutile, un peso. Un peso per tutti. Ma proverebbe comunque a fare qualcosa, a creare qualcosa e cercherebbe di smuovere una piccola quantità di sangue nero dai tagli presenti sulle braccia, tagli poco profondi, di minimo rilievo, non vitali, tagli che iniziano a divenire il suo passatempo preferito. Tenterebbe di modellare quello stesso sangue, di creare qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, qualcosa di utile o di semplice piacere. Cercherebbe di creare davanti a sé, da quella sedia, una gemella, un’altra sedia, dallo schienale semi circolare, le gambe leggermente divaricate verso l’esterno e due piccoli braccioli sui lati. Proverebbe a farla scaturire dal pavimento attraverso il sangue nero, a darle la forma desiderata, sebbene non posso darle un colore differente, un colore che si scosti da quella nera essenza. Una mente che viene piegata dal dolore, lentamente, da quel nero che si spande dentro il suo animo, dentro il suo cuore, dentro ogni piccolo barlume di luce ancora esistente. [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: - 1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 28/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 - Tonico per Chakra x1]

15:17 Naoko:
  [Camera] Dovrebbe essere riuscita a ricreare quella sedia, davanti a sé, all’esatto opposto, un oggetto comune, un oggetto che tutti potrebbero ammirare, un oggetto dalla lucentezza immensa e dall’aspetto fiero, quasi. Ed ecco che un nuovo sorriso andrebbe a disegnarsi a ridosso delle labbra, sarcastico, subdolo, intriso di nero, una mente che comincerebbe a virare verso l’oblio, verso il punto di non ritorno, lontana dalla luce, lontana da tutto ciò che possa essere considerata luce. Un sorriso che sa di dolore, che sa di sofferenza, che sa di tortura, che sa di strazio, che sa di stanchezza, che sa di declino, di assoluta desolazione. Poco sana, pochissimo, una persona normale non sorriderebbe per nulla in questo momento. Quei dolori continuano ad assillarla, continuano a smuovere impulsi nervosi, impulsi assassini, impulsi contorti, impulsi omicidi, impulsi suicidi. Le mani si alzerebbero dai rispettivi fianchi e verrebbero orientate verso la testa, verso le tempie, verso l’attaccatura dei capelli ed è lì che andrebbe a premere, forte, con le unghie, a voler lacerare un minimo quei lembi di pelle, a sentire altro dolore, ad acutizzare tutto quanto, a far uscire altro sangue dalle sue vene, dalle sue arterie. E’ malata, completamente, non ragiona più e spingerebbe con i polpastrelli ancora più forte, per provocare più danno, per sentire altre scosse elettriche contro il cervello, dietro i nervi ottici. Il respiro è affannato, uno scambio d’aria intenso nei polmoni, il battito del cuore che continuerebbe a permanere accelerato, l’adrenalina che pompa forte in ogni punto, nello stomaco sembrano accendersi altre fiamme vive, nelle vene e nelle arterie sembrano formarsi altri piccoli aghi, che fendono, che tagliano, che pungono e che fanno formicolare tutto, quasi stesse anestetizzando gli input nervosi. Fa tutto maledettamente male e deve convivere con tutto questo. Ma non si deve fermare, non si deve arrendere e prova ancora con quel potere riscoperto, con quel potere ritrovato, con ciò che le deve permettere di vivere e sopravvivere. Cercherebbe di smuovere un’altra piccola quantità di sangue nero, dai tagli sulle braccia, sulle mani, sulle tempie, provando a rilasciare la presa degli arti superiori a ridosso della testa, dell’attaccatura dei capelli, da quella base. Nessun pensiero balena nella sua testa, sembra esser stata svuotata completamente, da cima a fondo. Grazie a quel sangue nero vorrebbe provare a ricreare una matita, un oggetto comune, un oggetto di poco utilizzo, qualcosa che molti non comprano più, surclassata dalla penna, da un oggetto che potrebbe lasciare un marchio maggiore. Un oggetto con la punta affilata, con la punta sempre pronta all’uso. Prenderebbe tra le dita della mano sinistra quell’oggetto, essendo mancina nella scrittura, in modo preciso, delicato, e tenterebbe di conficcarla dentro la spalla destra, tra il collo e l’osso tondeggiante. Un movimento rapido, in orizzontale, da sinistra verso destra, il gomito leggermente piegato e una forza sufficiente per poter infilare quella lama improvvisata nella carne, sotto la stoffa del maglione. Non pensa, non ragiona. E non è finita qui. [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: - 1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 27/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 - Tonico per Chakra x1]

15:17 Naoko:
  [Camera] Si fa male, si è fatta male e questo porterebbe la mente della Genin a sentire un dolore aggiuntivo, un dolore che va a sommarsi agli altri, un dolore che la farebbe sorridere ancora volta, come se fosse in uno mondo parallelo, come se fosse sotto l’influsso di un Genjutsu. Ride, ride di gusto e questo potrebbe allarmare chiunque la guardi dentro queste mura. Nessuno l’aiuta, nessuno la sostiene e dovrebbe sostenersi da sola. Appunto, dovrebbe. Quella matita dovrebbe svanire in una nuvola nera dalla spalla della ragazza, dovrebbe essere entrata solo la piccola punta, lasciando un piccolo forellino sotto il maglione, con una puntina di sangue che ne intaccherebbe la stoffa. La mente gira, ancora, la mano destra si alzerebbe per toccare la fronte, socchiudendo gli occhi, come a volerla fermare, come a voler evitare di provocare vomito e vertigini. Uno strattone verrebbe avvertito a ridosso della schiena, come se la stessero tirando da dietro, con la colonna vertebrale che si inarcherebbe verso dietro e che andrebbe a impattare forte contro lo schienale, con altro dolore che si aggiunge, con altro dolore che va a mescolarsi a tutto quanto. Un colpo secco, improvviso e il respiro dovrebbe strozzarsi per lievissimi secondi, così come il battito del cuore che sembra perdere un colpo e il cervello che sembra perdere un impulso. Fa male, fa tutto male, fa tremendamente male e in quello stato non potrebbe fare nulla di sano, nulla di veramente concreto per risolvere il problema alla radice. Le ossa scricchiolano ripetutamente, le caviglie sembrano dislocarsi, così come le giunture delle spalle, dei polsi, ogni singolo legamento all’interno delle articolazioni più svariate. Dolore, bruciore, una tortura con i fiocchi e controfiocchi. Ma non deve lasciarsi portare via, nonostante la ragione sia lontana e deve andare avanti, deve testare ancora una volta la capacità creativa. Una piccola quantità di sangue nero verrebbe prelevato ancora una volta dalle braccia, smosso appena verso l’esterno e verrebbe proiettato a circa un metro da lei, all’opposto, per farlo appoggiare contro il pavimento e dare così vita a un piccolo vaso, dalla circonferenza di cinque centimetri. Da esso, dovrebbe salire un cactus in miniatura, una pianta grassa, dal corpo tozzo e dalle spine fitte, bianche e grigie, nonostante quei colori siano solo frutto della sua immaginazione. Una pianta, un elemento come tanti altri. [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: - 1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 26/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 - Tonico per Chakra x1]

15:18 Naoko:
  [Camera] Una pianta dall’aspetto tetro, una pianta dall’aspetto alquanto oscuro, una pianta che sa di deserto, che sa di siccità, che sa di terra, che sa di desolazione, come se in quella stanza dovesse apparire da un momento all’altro una tempesta di sabbia. Rilascerebbe ancora una volta quel sangue nero, la pianta grassa dovrebbe svanire sotto i suoi occhi, sotto quelle iridi che sembrano macchiate di vuoto, come se l’abisso avesse inghiottito quella piccola luce che le teneva in vita. E’ spenta, completamente svuotata, completamente priva di qualsiasi speranza nello stato attuale delle cose. Le ossa fanno ancora male, polvere che torna a essere solida, cenere che torna a essere solida, come se qualche magia le stesse rimettendo insieme, come se qualche diavoleria le stesse rimettendo insieme. Il dolore della rottura e il dolore della ricostituzione subito dopo. Un gioco perverso. I muscoli farebbero ancora male, tirano forte e non lasciano andare, una corsa che sembrano essere mantenuta nonostante la posizione seduta, acido lattico che prenderebbe posto nelle giunture delle ginocchia, nei muscoli delle cosce, delle gambe, fin dentro il fegato e la milza. Sembra davvero che stia percorrendo una maratona, come se non potesse farne a meno, come se quei muscoli dovessero spendere ancora energie, altre energie, energie che ormai stanno arrivando allo stremo. Un tic nervoso partirebbe poi a ridosso delle labbra, con il bordo destro che andrebbe ad alzarsi ripetutamente verso l’alto, in piccoli cenni, impulsi nervosi che si smuovono senza che lei possa averne reale controllo. Lo stomaco brucia, come se i succhi gastrici fossero impazziti, i polmoni sembrano essere presi da una morsa improvvisa, con il respiro che si taglia in diversi momenti, come se la scatola toracica si stia comprimendo su sé stessa; il battito del cuore sembra affannato, rallentato per poi riprendere la sua corsa subito dopo, con l’adrenalina che pompa il sangue nella tensione che i muscoli stanno intraprendendo. Una tortura, non ci sono altre spiegazioni. Ma non demorde, non si scoraggia, dato che la coscienza non è parte di lei per adesso. Proverebbe ad aprire i palmi delle mani verso di sé, con le braccia che si appoggerebbero sulle gambe e il sangue nero che verrebbe prelevato ancora una volta dalle braccia, affinchè possa ricreare sopra le proprie mani un giocattolo, un elemento comune a ogni bambina. Una piccola bambola di pezza dovrebbe apparire sopra i palmi, composta da quello stesso sangue, con piccoli fili a indicare i capelli, una testolina tondeggiante, un corpicino altrettanto tondo, due gambette tozze e due braccine tozze sui lati. Una figura comune, una figura semplice. Un oggetto che lei non ha mai avuto, sebbene non possa più ricordare questo particolare. [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: - 1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 25/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 - Tonico per Chakra x1]

15:18 Naoko:
  [Camera] Tuttavia non basta, vuole ancora provare, vuole ancora fare qualcosa, vuole dare sfogo all’ultimo sfogo di quell’immaginazione macabra e contorta. La bambolina dovrebbe svanire dalle sue mani, dalle sue braccia ed ecco che un urlo verrebbe portato nell’aria, un urlo che sa di dolore e disperazione, un urlo che sa di sofferenza e di tortura. E’ come sentire un ferro caldo, dei fabbri, che impatta contro la propria pelle in diversi punti, per marchiarla, per darle segni distintivi, per bucare quella stessa pelle ed entrare fin dentro le ossa, per marchiarla fin dentro le ossa. Brucia tutto quanto, dalla testa, ai polmoni, al cuore, a ogni organo presente nel corpo, fin dentro i muscoli, i tendini, i legamenti, il midollo. Tutto sembra ardere in una fiamma viva, le urla verrebbero portate ancora e ancora, la voce che, per lo sforzo eccessivo, andrebbe poi a mancare, con la gola che arde violentemente e suoni strozzati che non potrebbero essere più avvertiti all’interno della magione e proveniente dalla stanza, dalla sua camera. I palmi verrebbero rivolti verso il basso, verso le gambe, con le unghie che andrebbero a conficcarsi appena all’interno delle cosce, al di sotto dei leggins, con una forza incontrollata, una forza che non credeva d’avere ancora, una forza che è frutto di rabbia, di nervosismo, di frustrazione. Vuole dare un taglio a ogni cosa, ma ancora quei dolori non demordono, non la lascerebbero andare, le farebbero passare le peggiori pene dell’inferno. Un inferno sceso sulla terra e rivolto completamente verso di lei. Le ossa si rompono, sembrano rompersi, i muscoli non si rilassano e la fronte scotta, molto, sebbene la temperatura debba essere minore rispetto ai giorni precedenti. Una sofferenza immane, una sofferenza che vorresti far provare al tuo peggior nemico. Ed è già un’idea che passa per la mente contorta e deviata della Genin. Altro sangue nero verrebbe fatto defluire dalle braccia, per poterlo guardare, per poterlo maneggiare, per poterlo manipolare, per poterlo modellare a suo piacimento, a suo diletto. La mano destra tenterebbe di staccarsi dalla coscia destra, per poter essere sollevata appena verso l’alto e tra quelle stesse dita, in quei polpastrelli, dovrebbe apparire un coltello di sangue nero, un coltello affilato, dalla lunghezza di cinque centimetri, manico compreso. Un manico che verrebbe circondato con quelle dita, lo sguardo blu si poserebbe a ridosso del muro davanti a sé, a ridosso di quella superficie verticale. La distanza non è eccessiva e, quindi, proverebbe a lanciarlo, proverebbe a conficcarlo nella parete. Gomito che verrebbe piegato all’indietro, con l’intero braccio che ne seguirebbe lo stesso movimento e uno slancio in avanti, nel senso opposto, dovrebbe far prendere velocità a quell’arma che verrebbe rilasciata dalle dita e proiettata in avanti. Se dovesse riuscirci, quella lama raggiungere il punto desiderato, per centrare l’obiettivo appena sopra le coperte del suo letto. E’ sfinita, stanca, il respiro si farebbe più veloce e il corpo si piegherebbe in avanti, con un altro urlo strozzato che uscirebbe dalla bocca, da quelle labbra semi violacee. [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: - 1 Chakra; -1 Punti Vita] [Chakra 24/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 - Tonico per Chakra x1]

15:19 Naoko:
  [Camera] Affaticata, stanca, debilitata, sofferente. Sono molteplici le sensazioni che intaccano il corpo della Genin, ancora e ancora, dopo un allenamento sfiancante, un allenamento per poter comprendere a fondo le proprie capacità, ciò che ha acquisito con quella scelta, ciò che ha acquisito seguendo quella figura incappucciata, per poter vivere, per poter sopravvivere, per poter avere un futuro che possa essere considerato tale. Il coltello dovrebbe svanire dal muro, dissolto nell’aria, le braccia ancorate allo stomaco e la schiena che lentamente vorrebbe essere portata contro lo schienale. L’innata, poi, verrebbe fatta svanire dal proprio corpo: le lacrime e le occhiaie lascerebbero spazio al candore della pelle bianca e a delle occhiaie nere attorno alle iridi blu. Il sangue nero non dovrebbe più fluttuare attorno al proprio corpo, così come quell’alone violaceo che l’accompagna. Tutto dovrebbe trovare termine, sebbene il respiro sia ancora affannato, il battito sia ancora accelerato, le ossa facciano ancora male, sebbene quel dolore sia minore rispetto ai giorni precedenti. Ha tenuto duro, lo farebbe ancora, nonostante abbia solo voglia di dormire, riposarsi, ritrovare le forze. Deve resistere, per sé stessa, deve dimostrare di essere più forte del dolore. [End] [Innata Kokketsu no Hijutsu I Disattiva] [Chakra 24/30] [Coltello x1 – Tonico Coagulante x1 - Tonico per Chakra x1]

Naoko è tornata nella sua camera, alla magione.
Tra dolori e sofferenze, cerca di allenare ancora una volta la sua innata, creando altri oggetti, secondo il suo diletto.

Chiedo l'up d'innata <3