{ Verità }

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15:33 Kouki:
  [Esterno casa] Si trova ancora a Konoha, dopo essere andata a trovare sua sorella Shade, averle parlato e passato la notte da lei, ha deciso di passare a trovare anche sua madre Kaori, ovviamente. Non vuole tornare a Kusa senza vederla, e deve anche informarla per quanto riguarda Oto ed Otsuki. Inoltre lo ha promesso nella lettera che le ha inviato, non intende perdersi questa occasione. La giovane Chunin indossa un semplice e caldo kimono scarlatto, un rosso però non troppo acceso, con delle rifiniture dorate, così anche come i ricami floreali. Un indumento corto ma dalle lunghe maniche morbide a coprirle le braccia fino alle mani, mentre al di sotto indossa un paio di pantaloni neri ed attillati, ma elasticizzati, lunghi fino a poco sotto il ginocchio. Una fascia dorata è stretta alla vita e tiene chiuso il kimono e su di essa vi è la placca in metallo del copri fronte di Kusa, con tanto di simbolo del proprio villaggio. Scarpe ninja ai piedi e i guanti alle mani, quelli a mezze dita con la placca in metallo sul dorso insomma. Sul kimono, ricamato, vi è anche il simbolo del suo clan Yakushi, sia a livello del cuore che al livello infra scapolare. Al collo invece la collana del clan Oboro che le ha regalato suo padre. Il porta kunai e shuriken è allacciato alla coscia destra, mentre il porta oggetti alla vita, dietro la schiena, e in esso ha fatto spazio anche per la macchina fotografica regalatole da Kaori. I lunghi capelli neri e setosi sono questa volta tenuti sciolti, lunghi fino ad oltre il sedere ormai, mentre due ciocche ai lati del visino le ricadono in avanti sulle spalle, incorniciandolo. Il pallore risalta nel nero di quei capelli, così come gli occhi magnetici ed ambrati. Sotto ai vestiti indossa sempre le sue bende bianche ad avvolgerla come una mummia dal collo in giù, e visibili solo nei punti lasciati scoperti dai vestiti. Il visino rilassato e sorridente, segno che la giornata e la notte passata con Shade è stata decisamente tranquilla e risanatrice per il suo animo, ed ora si avvia a passo sicuro verso la casa di sua madre. Per quanto cerchi di non mostrare fin troppo le proprie emozioni, non può fare a meno di sentirsi emozionata, felice, non avendo nessuna idea di quanto possa essere successo nel mentre in questi giorni. Raggiungerebbe quindi la porta di ingresso della residenza della Hyuga, una casa decisamente grande, su due piani, nella quale è già stata tempo fa. Bianca ed azzurra, due colore che apprezza alla fin fine. Una volta arrivata di fronte alla porta, quindi, andrebbe a sollevare con cura il braccio destro, con la medesima mano chiusa a pugno, e quindi busserebbe un paio di volte alla porta. Due colpi secchi e decisi, con l’intenzione di farsi sentire e l’impellenza emotiva di entrare e vedere la donna. Spera che sia in casa, nel suo profondo non può mancare quella paura sempre presente che possa non trovarla in casa, che possa sparire dalla sua vita da un momento all’altro. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

16:15 Kaori:
 La casa è così vuota di quei tempi... da quando Kaori è stata assente in quel periodo, sua madre ha ripreso in mano la sua vita. Stanca di tenere il lutto per un marito morto ormai da mesi ha deciso di rimettersi in forze e tornare all'azione. Con una figlia ormai grande ed un figlio ritrovato ma ugualmente perduto, non aveva nulla a trattenerla in casa e per tanto è tornata alle sue mansioni ninja a tempo pieno. Ormai quella struttura è sempre più vuota e silenziosa e la Hyuga ci si trova sempre più spesso da sola. Comprende il desiderio di sua madre di sentirsi nuovamente utile, nuovamente attiva, ma al tempo stesso soffre la sua assenza. Tuttavia non le ha detto nulla se non che, magari, avrebbero potuto affrontare qualche missione assieme qualche volta. Kaori al momento è in casa, da sola, a leggere un vecchio libro. E' tornata da una missione svolta in qualità di caposquadra ed ha finito i suoi allenamenti giornalieri. Non ha voglia di uscire né di vedere nessuno. Vuole rimanere sola, vuole rimanere tranquilla, cercando di imparare a convivere con la rabbia che ancora ribolle nel fondo del suo stomaco dopo l'incontro avvenuto con l'Oboro pochi giorni prima. Indossa una canotta bianca piuttosto lunga e comoda e dei pantaloni elasticizzati grigi che le fasciano le gambe mentre un cardigan del medesimo colore le pende aperto lungo i fianchi con le maniche strette e aderenti a coprire le ferite sulle braccia e sui palmi, lasciando visibili le sole dita. Il coprifronte di Konohagakure è sempre al collo mentre nessuna arma è addosso alla special jonin che, col chakra disimpastato, è comodamente seduta sul divano con i lunghi capelli viola pettinati in una morbida treccia pendente sulla spalla. D'un tratto un cozzare lieve alla porta induce la Hyuga a sollevar lo sguardo dalla propria lettura per volgere il capo in direzione del corridoio d'ingresso. Non si aspetta visite e perciò, con passo flemmatico ed espressione poco convinta, sospira dirigendosi verso la porta. L'apre con fare tranquillo e vagamente pigro portando lo sguardo smorto verso l'esterno. <Sì?> direbbe con voce ferma e bassa, educata ma distaccata, ritrovandosi solo dopo una manciata di secondi a notare la presenza di una bambina. No. Non *una* bambina. La *sua* bambina. <Kouki!> esclamerebbe dunque illuminandosi rapidamente in viso, lasciandosi scivolare in ginocchio per stringere la piccola a sé in un forte abbraccio se lei l'avesse voluto. <Tesoro mio, che bella sorpresa> direbbe con tono commosso, emozionato, profondamente felice, distaccandosi quindi poco dopo da lei per rimirarla nel suo kimono rosso. <E che bella ragazza> aggiunge poi sorridendole, dolcemente, rialzandosi. <Vieni, prego, entra pure in casa> l'accoglie, improvvisamente piena di energie, facendole spazio, scostandosi così da permetterle di varcare la soglia di casa e richiudere la porta alle sue spalle.

16:29 Kouki:
  [Casa] È consapevole che cosa sta comportando questo suo egoismo, eppure al momento non può farci nulla. Non ha più intenzione di avere crisi psicotiche, ha solo la volontà di stare meglio e basta. Questo porta a far star male due persone, quando magari potrebbe starne male solo una, ma non ha la forza di fare una scelta. Nonostante la sua scelta potrebbe non avere dubbi nella propria testa. Ci sarebbero così tante cose da dire, da snocciolare e vomitare in faccia a chi di dovere, ma si è appena ripristinata una certa tranquillità, una sorta di equilibrio, che lei non si sente di stravolgere ancora. Attende pazientemente che qualcuno risponda alla porta, o almeno spera che ci sia qualcuno in casa, sarebbe se no una grande delusione non poterla vedere prima di tornare a casa. Fortunatamente la porta viene aperta e una Kaori piuttosto pigra e distaccata si palesa alla porta, sembra annoiata, o semplicemente sta vivendo questo pomeriggio nella tranquillità più totale, non avendo altro da fare. Tuttavia non è difficile notare quel cambiamento di espressione e di umore non appena si rende conto che si tratta della piccola Yakushi. La osserva, ascolta la sua voce mentre il cuore le batte forte nel petto… la paura di non trovarla più viene scalzata dalla felicità di rivederla. <Ciao mamma.> tono leggermente più alto, ma comunque rimane nella sua tonalità sussurrante, si evince l’emozione, la felicità, il visino si illumina e il sorriso si accentua sulle sue labbra pallide. Sua madre è lì, davanti a lei, c’è ancora e non se ne andrà. <Ti ho scritto che sarei venuta, hai ricevuto la mia lettera?> un piccolo dubbio, non si sa mai che magari non sia mai arrivata, comunque sia si lascia abbracciare senza problemi, godendosi quel gesto affettuoso e stringendosi a lei con forza e con affetto, come se non volesse mai più lasciarla andare. Sorride appena al complimento, entrando in casa ed arrossendo lievemente sulle guance, un rossore però accentuato dal pallore del viso. Non sa mai come rispondere ai complimenti, quindi annuisce ed entra definitivamente in casa, togliendosi le scarpe per lasciarle all’ingresso e muoversi a piedi scalzi sul pavimento. <Grazie ancora per il regalo, ho appezzato davvero molto il pensiero e quello che hai scritto della missiva.> ammette con sincerità, nonostante glie lo abbia già scritto, ci tiene a farglielo sapere anche a voce. <Ho fatto una foto a Kuro.> al gatto nero, quella che ha mandato a sua madre appunto. <Ad un enorme cane nero che mi segue e sta a casa… spero.> spera che sia rimasto a casa, ma è alquanto convinta che la stia seguendo a distanza dato che non la molla un secondo, lui e il suo strano compito di proteggerla dalla Caccia. <Poi sono andata a trovare Shade e ho fatto una foto anche a lei.> non si direbbe, perché non è una ragazzina che mostra fin troppo le sue emozioni, ma dal tono e dalle micro espressioni, i gesti… si capisce quanto sia emozionata e quanto quel pensiero sia stato gradito. Ma ora si ferma, si volta verso la donna e la guarderebbe dritta in quei suoi occhi perlacei e magnifici, l’entusiasmo si spegne appena per lasciar spazio a una lieve serietà e preoccupazione. <Come stai?> una domanda carica di significato, perché sa quanto stia soffrendo in questo momento, e vuole sincerarsi di ogni sua emozione. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

16:50 Kaori:
 Non saprebbe descrivere, lei, l'emozione di poter stringere a sé la sua bambina. E' così felice, così sinceramente felice di averla con sé come le ha promesso. Non l'ha dimenticata, non trova troppo difficile riuscire ad amare abbastanza tutti quanti. Kaori la stringe quasi con disperazione, come se fosse pronta a mordere chiunque avesse tentato di scollarla dalla piccola ma poi rilassa la stretta e permette alla bambina di entrare in casa così da richiudere la porta dietro di lei. <Sì, l'ho ricevuta> annuisce Kaori con un ampio sorriso luminoso sulle labbra, i denti candidi a venir mostrati fra le rosee mentre ripensa a quante volte abbia letto e riletto quella missiva che custodisce gelosamente nella sua stanza come il più prezioso dei tesori assieme alla foto di Kuro. <Mi ha fatto tanto piacere. E anche la foto. Sbaglio o Kuro sta crescendo a vista d'occhio?> sorride lei alla volta della figlia cercando di calmare il batticuore, l'emozione che le sta gonfiando il petto facendola sentire improvvisamente iperattiva. Ascolta i ringraziamenti della piccola per poi muovere una mano in un cenno di non curanza guardandola con affetto e dolcezza, scacciando quel dire come se non fosse necessario. <Oh no tesoro non dirlo neanche. E' il minimo che possa fare per la mia bambina. Visto che non potremo vederci spesso devo trovare altri metodi per farti sapere che sono sempre al tuo fianco> le dice con tono naturale, disinvolto, placando ora in parte quell'eccesso d'entusiasmo in favore di un silenzioso moto doloroso nel petto. <La tua missiva ha fatto tanto felice anche me> aggiunge, poco dopo tentando di carezzare i di lei capelli con una mano, per poi ascoltare quanto Kouki abbia da dire circa il dono che lei le ha fatto e sorridere divertita al pensiero della sua piccola che si apprestava a scattare quelle foto. La immagina chinata a terra con quella macchina stretta fra le manine a scattare una foto ai suoi animali, attenta a catturare la posa migliore. Un moto di tenerezza la scalda dal profondo fin quando non viene poi nominato il nome di Shade. <Oh, sì. L'ho incontrata proprio ieri> rivela la Hyuga con fare gentile, facendo strada alla bimba verso la cucina dove andrebbe ad avvicinarsi ai fornelli per prendere dalla credenza sovrastante il bollitore. <Mi ha detto che vi siete incontrate. E sono stata felice di sapere che sia andato tutto bene fra voi. Aveva così paura che ce l'avessi con lei...> le sorride Kaori con gentilezza andando quindi a metter dell'acqua nel bollitore fra le sue mani. <Sai... Le ho promesso che se ci fosse stata qualsiasi novità sul tuo conto l'avrei informata perchè vorrebbe esserci per te, qualunque cosa accada. Per te va bene?> le domanda, ora più seriamente, voltandosi verso la Yakushi per poi udire quella domanda che la fa cadere nel panico più nero. Cosa dovrebbe rispondere? No? Che non va niente bene? Non vuole che la piccola ne soffra. Ma non vuole neppure mentirle fingendo di star bene, insultando così la sua intelligenza. Accende il fuoco sotto l'acqua e quindi si avvicina a Kouki -che si sia seduta o meno al tavolo della cucina- andando a porsi accanto a lei, sedendosi al suo fianco o inginocchiandosi alla sua altezza, portando le mani a cercare quelle di lei. <Adesso sto benissimo> le dice guardandola negli occhi con sincerità. Quando la sua bambina è con lei non può far altro che sentirsi felice. <E' un periodo... difficile. Ma lo affronteremo. Giusto?> cerca di mostrarsi positiva per nascondere il suo tumulto interiore senza mentire. Non vorrebbe dirle quanto le cose fra lei e Raido siano cambiate, ma sa che non potrà tenerle nascoste per sempre se lei avesse chiesto qualcosa o nominato il suo nome. <Ti va del té?> le chiede, poi, sorridendo, cercando di assicurarsi che la sua bambina possa avere tutto ciò che desidera in quel momento.

17:15 Kouki:
  [Casa] Vorrebbe davvero che le cose fossero rimaste immutate come mesi fa, che nulla fosse andato storto e che ogni cosa andasse per la giusta strada. Ma così non è stato, ci sono state delle scelte e dei cambiamenti che la ragazzina ha imparato pian piano ad accettare. Ma ora si sono aggiunti altri cambiamenti, ben più pericolosi ed importanti, molte cose sono cambiate e lei vorrebbe solo poterne parlare con qualcuno. Ma non può. Dovrebbe quindi ancora una volta chiudersi nella sua stanza ed indire una riunione con le sue personalità, solo per potersi sfogare con loro? Che situazione assurda. Sorride verso la donna quando lei conferma di aver ricevuto la sua missiva, una missiva che a conti fatti non era nulla di che, ma della quale la piccola sembra esserne abbastanza felice. <Oh, si sta crescendo un sacco. A dire la verità a vederlo ogni giorno non ce ne si accorge però. Ma mangia un sacco e pretende di avere cibo.> una piccola peste, ecco che cosa è quel gattino. <Quando ha fame e non gli si da importanza subito inizia a farti i dispetti fino a quando non lo guardi.> accenna un piccolo sorriso divertito, ma è anche innegabile che lei ha iniziato anche a viziarlo, dandogli magari un po’ troppo cibo e dolcetti vari creati apposta per gli animali, come i bastoncini. In silenzio ascolta le sue successive parole, un discorso breve ma che nasconde in esso una forte tristezza. Il non poter stare insieme dovendo vivere lontane e lei che deve lottare ogni giorno per scacciare la paura di poter essere sostituita da Fumiko in maniera definitiva. <Siamo distanti, ma ci ameremo per sempre comunque, vero?> è la stessa domanda che ha posto anche a Shade, come se quella paura fosse in realtà una paura generale di tutte e tre. Non solo delle due Hyuga. Lascia che la mano di sua madre le accarezzi i capelli e per qualche istante chiude gli occhi per godersi al massimo quel gesto. Gioia, tranquillità… già. Segue la donna in cucina e lì andrebbe a sedersi, mentre l’altra inizierebbe a prendere il bollitore da mettere sui fornelli. Parlano di Shade, di quanto in realtà ognuna delle due avesse quel medesimo terrore. <Eravamo entrambe preoccupate per lo stesso motivo, anche io temevo che ce l’avesse con me. Perché mi sono lasciata andare e non le sono stata accanto come avrei dovuto.> alla fine sono riuscite più o meno a venire ad un accordo e a passare il resto di quella giornata insieme, il più spensierate possibile. Il viso viene leggermente abbassato, gli occhi puntati sul tavolo della cucina mentre ascolta le parole della madre e si perde qualche istante per i suoi pensieri. <Si, be, per me non è un problema se l’avvisi.> è sincera, ovviamente, ma nasconde dentro di sé una lieve preoccupazione, una paura per la sorella che potrebbe incappare in qualche pericolo in questo modo. <A questo proposito… papà ha detto che quando tornerò a casa partiremo per Oto. Sai, per… andare al laboratorio dove sono stata creata, prendere le informazioni e ogni cosa che mi riguardano e catturare Otsuki. Vivo.> purtroppo serve vivo, ma quando esaurirà il suo scopo sarà ben felice di torturarlo lentamente a morte. Sospira tornando a guardare la donna. <Tu verrai con noi, si? Cioè…> è un gran casino, perché ci saranno proprio tutti. Suo padre, Kaori, Fumiko. Forse dovrebbe lasciare stare, quella situazione, per quanto stia tentando di nasconderla, si sta facendo veramente pesante per lei. Va quindi a tenersi la testolina. <Insomma a me mi piacerebbe avervi con me, mi darebbe molta sicurezza se dovessi affrontare Otsuki, mi dareste forza. Però so che magari sto chiedendo qualcosa che farà soffrire te, Fumiko, si creerebbe tensione, forse, e ancora più dolore.> ogni sera, ogni notte il suo cervello lotta contro le fitte di dolore date dall’infezione, ogni volta perché si chiede ‘se solo potessi…’. <Ma se vorrai venire a me farebbe piacere, e se vuoi avvertire Shade… non so, non le ho parlato molto di questa storia in effetti, e ho paura che possa essere pericoloso.> è combattuta, per ogni cosa non può fare a meno di sentirsi in quel modo scomodo, e il suo egoismo dove è finito? Quella sua sicurezza di stare bene e di avere quindi tutto quello che desidera. La osserva, la segue con lo sguardo poi quando si siede accanto a lei e le prende le mani, guardandola negli occhi. Ascolta quelle sue risposte, quel suo stare bene ora, ma che in generale… be, è difficile, ma lo supereranno. Annuisce, piano. <Certo, lo supereremo.> non sembra molto convinta dal tono di voce, eppure sorride verso la donna. Convinta in ciò che crede. <Dimmi quello che pensi veramente su ogni cosa. Vorrei che tu ti sfogassi con me, tutto quello che senti per davvero, senza freni e senza limiti. Senza preoccuparti per me. Dimmelo.> lo sguardo ambrato puntato negli occhi della madre, seri, preoccupati, ma in un qualche modo esigono quello che ha appena chiesto. Per il thè, insomma, non può che annuire, Heiko in un qualche modo l’ha influenzata almeno un poco con quei gusti, ma al momento non intende lasciare le mani della madre, che infatti terrebbe strette con le proprie, con dolcezza e risolutezza. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

17:57 Kaori:
 <E' sempre così. Quando si ha sempre sotto gli occhi qualcosa non ci si rende conto di quanto questa sta cambiando e crescendo. Ma appena la si vede dopo un po' di tempo...> la frase viene lasciata cadere così mentre le iridi perlacee di Kaori si posano sulla figura di Kouki. Una Kouki che è cambiata, che è cresciuta. Si è fatta un po' più alta, i capelli sono più lunghi e quelle rotondità infantili si stanno assottigliando lentamente sempre di più lasciando spazio ai lineamenti fini di una giovane ragazzina. Anche il suo abbigliamento sta cambiando. Canotte e pantaloni stanno lentamente venendo sostituiti da kimono e decorazioni che la rendono sempre più grazioso. Kouki sta pian piano sbocciando e Kaori può vedere tutti quei cambiamenti in maniera lampante. <Sei cresciuta tanto anche tu> ammette, dopo poco, con una punta di tristezza nello sguardo. Non ha potuto vederla crescere giorno per giorno, è stata via per molto tempo, per scelte personali e per scelte altrui, ma adesso è qui e non vuole perdersi più nessuna parte della vita della piccola. Quando poi la Yakushi le pone quella domanda, Kaori si ritrova a guardarla schiudendo le labbra, boccheggiando solo per un secondo prima di sentire il cuore tremare ed una fitta di affetto avvolgerle il petto. La guarda con tutto l'amore di cui è capace mostrandole il sorriso più gentile e buono che possiede. <Per sempre. Anche se un domani non mi sopporterai più> ridacchia piano Kaori con una sfumatura di serietà nella voce. <L'amore di una mamma non svanisce mai. Anche quando non lo vedi. C'è sempre.> le dice come per volerle ricordare che anche se dovessero essere lontane, lei non avrebbe smesso mai di volerle bene. E dunque arrivano in cucina dove la bambina va a sedersi mentre Kaori prepara del té da offrirle. Sa che non è abituata a mangiare tanto e perciò pensa che forse potrebbe preferire un bel tè caldo all'offerta di qualche dolciume. Ma, insomma, ovviamente avrebbe disposto in tavola anche quelli, così che Kouki fosse libera di prendere ciò che più desidera. Ascolta quanto ella dice in merito a Shade e si ritrova a guardarla con espressione ora un po' più seria, ma morbida. <Come ho già detto anche a lei, non avete nulla di cui sentirvi in colpa. Entrambe sapete che avreste voluto aiutarvi, ma non si può salvare il prossimo se prima non si salva se stessi, no?> le dice utilizzando quasi lo stesso esempio usato con Shade per tentare di alleggerire il peso sul suo cuoricino. <Non è egoismo. E' semplice sopravvivenza. Per aiutare il prossimo devi avere abbastanza forze per farlo, no? Stavate entrambe crollando nello stesso momento... non è una colpa se non siete riuscite ad aiutarvi. E' stata solamente sfortuna> tenta di rincuorarla con dolcezza, andando quindi a raggiungerla per poi sentire quando successivamente Kouki dice in merito a quanto Raido le aveva solo accennato qualche sera prima. Le viscere le si contraggono al sentir nominare il nome di Fumiko e dell'Oboro, ma la vista preoccupata e affranta di Kouki porta ogni cosa a scendere in secondo piano. Kaori le si avvicina, le prende le mani e osserva i suoi grandi occhioni dorati con dolcezza tentando di metter su l'espressione più sincera e seria possibile. <Hey, hey, hey> le dice tentando di fermare quel fiume di parole e paure che l'altra sta liberando, tesa. <Non devi preoccuparti per questo bambina mia, mi senti?> le dice avvicinando il viso al suo per fissarla dritto dritto negli occhi. <La mamma non mancherebbe mai in un momento simile. Quell'uomo ti ha privato di molte cose per troppo tempo e lo fermeremo tutti insieme per assicurarci che non torni mai più a infastidirti. Mi capisci?> chiosa lei seria, sicura, senza alcuna traccia di dolcezza né tristezza nella voce. Solo assoluta decisione. <Non importa con chi dovrò collaborare, chi sarà con me. L'unica cosa che conta è che sarò dove potrò proteggerti e aiutarti. Il resto sono sciocchezze.> le dice seria, senza mai distaccare da lei il proprio sguardo. <Avviserò Shade come promesso. Ma cercherò di farla rimanere al sicuro. Per quanto vorrei che potesse venire con noi, temo che sarebbe troppo pericoloso per una genin...> mormora la Hyuga con fare serio, tentando di far capire all'altra che si occuperà della sicurezza della Hyuga come si occupa di quella della Yakushi. <Cercherò di assicurarmi che Shade stia bene per te. Va bene? Dopotutto è anche lei parte della famiglia, no?> le sorride ora tentando di rassicurarla dopo quel triste discorso. Ma tutto sfuma rapidamente quando Kouki le pone quella richiesta dalla quale non può scappare. Kaori sgrana appena gli occhi, le labbra si schiudono e si ritrova stordita ad aprire e chiudere le labbra senza che una singola parola ne venga fuori. Come può risponderle, adesso, senza complicare le cose? Temporeggia per qualche attimo boccheggiando in difficoltà prima di richiudere le labbra e deglutire a vuoto, sospirando, alzandosi in piedi e tornando ai fornelli dove l'acqua è praticamente pronta nel bollitore. <Le cose si sono... complicate> inizia col dire la Hyuga cercando di guadagnar tempo per capire come spiegare il tutto sinceramente ma senza giocare con i sentimenti della piccola. Intanto sistema su un vassoio delle tazze ed un piatto con dei biscotti al cioccolato per poi occuparsi di versare l'acqua calda ad entrambe. Quindi immergerebbe le bustine di té per poi portare il vassoio sul tavolo, avvicinando le tazze verso entrambe. Con lo sguardo basso giocherella nervosamente con il cordoncino legato alla propria bustina di té. <Prima che cadessi nell'imboscata di Otsuki io e tuo padre avevamo trovato il modo di andare in qualche modo d'accordo. Avevo accettato che stesse con Fumiko e me ne ero fatta una ragione. Dopotutto era colpa mia.> spiega lei respirando a fondo, la voce più bassa di prima, i muscoli rigidi e tesi mentre la rabbia ritorna a bollire in fondo allo stomaco. Cerca però di non mostrarla, di nasconderla, non volendo spaventare la figlia. <Quando sono tornata però... le cose sono cambiate. Tuo padre si era riavvicinato a me, lui e Fumiko si erano lasciati ed io ero lì.> Non nomina mai il suo nome, è sempre 'tuo padre'. <Mi ha detto che aveva bisogno di tempo per capire cosa volesse davvero, mi ha chiesto di aspettarlo. E poi è sparito in missione.> Ma questo Kouki lo sa già avendo vissuto in casa senza di lui per tutto quel tempo. <Tuttavia mentre era via ho scoperto che aveva avuto una figlia di cui non mi aveva parlato. Una figlia che non avrebbe mai lasciato senza padre, proprio come non lo farebbe con te. Quando è tornato abbiamo... discusso> Le labbra si stringono per un istante, la mano smette di giocherellare con la bustina del tè mentre, respirando a fondo, cerca di reprimere l'ondata di rancore che le sale dall'interno. <Le cose non possono tornare come prima. E in questo momento non sono capace di rimanere in buoni rapporti con lui> dice queste ultime parole voltandosi verso di lei, abbozzando un sorriso triste, tentando di allungare una mano verso di lei per sistemare i capelli neri sulla sua fronte con dolcezza materna, ricercando in quel contatto una nuova calma. <E' meglio così per tutti. E' giusto così. Tua sorella avrà una famiglia unita, tu vivrai a casa con loro e Fumiko non dovrà sopportare la mia presenza vicino a tuo padre. E noi possiamo vederci quando verrai a Konoha oppure verrò a trovarti qualche volta. O correrò all'istante da te se avrai bisogno.> le dice sorridendole, cercando di non mostrarle tutto il suo dolore. <Non dico che non faccia male. O che non meriti di aver perso tutto quanto per non avervi avvisato, ma è meglio se le cose vanno così adesso. Non... penso di poter perdonare tuo padre per avermi illuso così. Non ce la faccio adesso.> si concede questo piccolo sfogo, questa piccola confidenza trattenendo però le lacrime rabbiose che le bruciano negli occhi.

18:38 Kouki:
  [Casa] Osserva sua madre a quella prima frase, quelle parole che non si rifanno solo e unicamente al piccolo Kuro, ma alludono a qualcosa di diverso, ovvero a lei e a come è cresciuta agli occhi della Hyuga che non l’ha vista per parecchio tempo. A quelle parole inclina leggermente di lato la testolina e i capelli ondeggiano lievemente, accompagnando il tutto con un’espressione un po’ dubbiosa. È cresciuta, è cambiata, ma non ha notato molti cambiamenti esterni. <Tu dici?> le domanda non proprio convinta. I lineamenti infantili e le forme stanno lasciando posto ad un’altra età, ma la sua corporatura in generale non le danno giustizia. <Sono alta quanto un tappo di bottiglia, questo mi fa sembrare ancora più piccola.> per la sua età in effetti, non brilla in altezza, e questo sembra portarle un poco di fastidio che si evince nelle guance, che si gonfiano appena. Non che voglia apparire graziosa, per niente. Il silenzio torna fra loro mentre la piccola pone quella domanda che sembra essere nata dal nulla, quella domanda, quella richiesta, come se avesse bisogno di certezze ma allo stesso tempo cerca di darne anche a lei. E’ un modo diverso per farle intendere che lei non smetterà mai di amarla come madre. Qualsiasi cosa accada. Così come Shade rimarrà per sempre sua sorella, qualsiasi cosa accada. È una sicurezza. Ascolta le parole di Kaori, osservandola negli occhi ed annuisce. <Non svanirà mai nemmeno quello che provo per te, mamma. Qualsiasi cosa accada.> le sorride in maniera dolce, grata a lei per esserci ancora, perché rimane. La segue con lo sguardo mentre prepara il thè e mette sul tavolo anche vari dolciumi che probabilmente spizzicherà solamente. In effetti ora mangia meglio, ma non si abbuffa mai, preferisce del buon thè caldo e basta, anche se rimane ancora sotto peso. Le parole riguardo a lei e a Shade risuonano tremendamente giuste e logiche alle orecchie della Yakushi, andando a dischiudere appena le labbra in un’espressione sorpresa, come se in effetti le fosse stato rivelato qualcosa di incredibile. <Giusto. Se io per prima non sto bene, come posso stare al fianco di qualcun altro? Se si appoggerebbe a me, crollerei insieme a lui.> un esempio che è riuscito nel suo intento insomma, hanno avuto molta sfortuna a crollare nel medesimo momento. Sorride decisamente più sollevata, ormai pensando alla sorella con nessuna paura, ma solo affetto. E poi… ecco, le fa quella proposta, la invita a seguirla a Oto insieme a suo padre e Fumiko, senza notare quella lieve rabbia, perché non la sta osservando. Si sorregge la testa snocciolando tutte le sue preoccupazioni, sentendosi impotente, ma la donna interviene per calmarla, ancora una volta. Voce ferma, sguardo sicuro, vi è solo decisione in quello che sente, la decisione di qualcuno che, nonostante tutto, vuole comunque aiutare la piccola. Quell’uomo le ha tolto tutto, forse le è stato tolto anche qualcosa di molto profondo che lei ancora non concepisce, un ricordo tanto oscuro e lontano che è stato seppellito e chiuso a chiave. Qualcosa al quale solo Mirako ha accesso. Cosa le sia stato fatto oltre a tutto ciò che già di terribile ha subito, lei lo schiva come se da quel suo stesso ricordo dipendesse la sua vita. Si sente leggermente sollevata dopo quel discorso, ascolta di Shade e con gran sollievo sente che anche Kaori è del suo stesso parere. <Si… al sicuro per me, per favore. Lei è mia sorella, non voglio che rischi come ha rischiato col padre di Fumiko.> non se lo potrebbe mai perdonare. <E comprendo quanto sarà difficile, ma spero che possiamo collaborare tutti insieme. Grazie… grazie per esserci.> il tono sussurrato, lieve, l’espressione ugualmente malinconica nonostante si sente meglio. Shade è sua sorella, per quanto non voglia farle un torto simile, ha paura per lei. Osserva sua madre, avverte i brividi del peso di quel pensiero, di quei ricordi che il discorso su Otsuki ha smosso in lei. Chiude gli occhi come se potesse soffocare ciò che già è nascosto alla luce, ancora di più, stringendo le manine in un gesto istintivo. Ora teme l’incontro con Otsuki, ma non può sottrarsene. E poi finalmente sua madre si sfoga, o almeno le racconta come sta, cosa succede nella sua vita. Non si preoccupa per se stessa, ma per lei. Ascolta le prime parole, come le cose si siano complicate nonostante all’inizio fossero riusciti a trovare una sorta di equilibrio e compromesso, per quanto Kaori potesse starci male, aveva accettato la relazione fra Raido e Fumiko… per colpa della Hyuga stessa? Ancora non riesce lei stessa ad accettare tale colpa. È vero, lei se ne andò per prima, ma… ci sono tanti ma di cui ha già parlato. Ma poi ecco cosa c’è di diverso, ecco cos’era cambiato. Un riavvicinamento tra suo padre e sua madre Kaori, conseguente alla separazione fra lui e sua madre Fumiko. Qualcosa del quale la piccola non ne era a conoscenza, un risvolto importante, molto. C’era una speranza, un’attesa per via della mancanza di Raido in missione… e poi? Miho. Quella bambina di cui la Yakushi stessa non ha mai parlato, quella bambina che si sta sforzando di accettare. Sbianca completamente. Il viso già pallido della ragazzina diviene ancor più bianco, e lei rimane immobile, come se stesse per avere un qualche tipo di mancamento. Lei non dovrebbe stare con Raido e Fumiko. Quei due stanno facendo qualcosa che la ragazzina stessa non approva e che potrebbe essere deleterio anche per Miho. È davvero giusto così? I pugni vengono stretti ancor di più, il viso rimane immobile così come il corpo, il pallore permane e il respiro invece aumenta a dismisura. Il cuore batte più veloce, i polmoni richiedono più aria e l’infezione scatta al cervello in un nano secondo. La vista si offusca, il dolore alla testa diviene forte, martellante, le offusca il pensiero logico e razionale, ma un minimo di auto controllo deve mantenerlo. Non può scappare da quel momento, non può lasciare che Mirako o Heiko prendano il controllo perché lei non sa gestire quel fiume di emozioni e quel dolore pungente. Deve cercare di mantenere la calma. Kaori è stata illusa, Fumiko e Raido sono tornati insieme, e poi c’è Miho. E c’è lei, c’è Wonderland, c’è l’organizzazione. Troppo. Quanto tempo mentirà ancora a se stessa fingendo che vada tutto bene, fingendo che può essere forte ed equilibrata da gestire tutto? <Di cosa avete discusso? Del fatto che ti ha illusa?> con un filo di voce va a sibilare quella domanda, cercando di mantenere un sano autocontrollo. <Perché ha… ha dato una seconda occasione a Fumiko, e invece a te no?> difficile capire che tipo di domanda sia, ma è legittima. Fumiko ha avuto molte seconde opportunità. <Avete discusso per Miho, la bambina?> non ce la fa, scatta in piedi lasciando il suo posto sulla sedia, il nervosismo è palese e lei deve iniziare a camminare avanti e indietro per la cucina per cercare di calmare i nervi. <Non so se sia giusto così, mamma.> si ferma, torna a prendersi la testa che pulsa e fa male, se la sorregge con entrambe le mani. <Non so se sia giusto così. Mi dispiace che soffri tanto, non so come ci si sente in questi casi, ma immagino che non sia facile. Se non vuoi o non riesci a perdonarlo… allora non farlo.> non ricerca un equilibrio questa volta, non cerca il forzato perdono da parte di tutti per tutti. Cosa c’è di giusto? Sua sorella Miho avrà una famiglia unita? Si… ma una famiglia criminale. Cerca di prendere ampi respiri per richiamare la calma a sé, il dolore è così intenso che non le permette nemmeno di sentire le Voci nella propria testa. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

19:40 Kaori:
 Le parole e la reazione di Kouki portano Kaori a liberare una piccola ma sincera risata. Quell'atteggiamento così genuino e disinvolto sono una ventata d'aria fresca che per una manciata di secondi soltanto allontanano rabbia e preoccupazioni dalla sua mente. <Oh piccola mia, non preoccuparti> le dice alla fine mentre la risata sfuma lievemente dalla sua voce, continuando a sorriderle con tenerezza. <Neppure io, ahimè, sono molto alta come puoi vedere e a volte la gente tende a sottovalutarmi o crede che sia troppo piccola per determinate cose. Ma nonostante tutto noi stiamo crescendo, ogni giorno.> la rassicura con convinzione. Anche Kaori stessa, dopotutto, è cambiata. I dolori sopportati, le esperienze vissute e il tempo hanno forgiato non solo lo spirito ma anche il suo aspetto ora decisamente più maturo e fine. <Anche se non riesci a vederlo, stai crescendo sempre di più> le dice, tranquilla, sentendosi fiera del modo in cui la Yakushi stia diventando ogni giorno più grande, ogni giorno più forte. Persino più forte. E poi, ovviamente, più matura; nonostante la tenera età Kouki ha sempre avuto una spiccata intelligenza ed empatia. La bimba comprende i sentimenti della donna e va rassicurandola col suo affetto e le sue parole andando a far battere forte il cuore della Hyuga che, guardando la sua bambina, va sorridendole con amore, annuendo piano. <Grazie per avermelo ricordato Kouki. Ogni tanto ho paura che standoti lontana potresti dimenticarti di me. Ma non vuol dire che non mi fido del tuo affetto. Ho solo paura di non poterti dimostrare abbastanza quello che provo, anche se vorrei. Scusami se a volte ho questi pensieri> le dice carezzandole il capo, il viso, con dolcezza, ed una sfumatura di tristezza nello sguardo. Ha riflettuto molto sulle orribili parole che Raido le ha sbattuto in faccia e su questa cosa ha avuto ragione. Ha sbagliato a dare per scontato che Kouki l'avrebbe dimenticata. Forse... forse sarà davvero in grado di amare tutti senza dimenticare nessuno, nonostante la situazione, nonostante la distanza. Ha voluto essere sincera con lei e scusarsi per non aver creduto in lei sebbene avrebbe potuto scappare da quella rivelazione e tenerla per sé. Ma le ha promesso di essere sincera e quindi cerca di esserlo sempre, nel bene e nel male. E la sua sincerità, per una volta, porta la bambina a sentirsi meglio. Non le confida qualcosa di triste ma l'aiuta a capire che a volte non si può aiutare tutti se non si è in grado di aiutare se stessi. Kaori l'ha imparato durante il viaggio che per primo la portò lontana dalla sua famiglia. Stava cadendo a pezzi e in quello stato non avrebbe potuto essere altro che un peso per la gente attorno a sé. Ha dovuto impegnarsi per ritornare in forma prima di poter tornare a stare accanto alla sua famiglia come meritavano. Lei ha perso tutto per questa scelta, ma non lascerà che accada lo stesso anche a sua figlia. <Esattamente> annuisce Kaori felice di esserle potuta essere d'aiuto, di averle potuto offrire reale conforto. E poi, pian piano, le cose cambiano, l'atmosfera si fa più delicata. L'argomento varia e Kouki le fa quella richiesta importante di cui però ha timore. Ma Kaori la rassicura: non l'avrebbe abbandonata e considerata la situazione di pericolo non avrebbe mai potuto concedersi di lasciarla andare senza di lei. <Forse non lo ricordi, ma tanto tempo fa ho parlato con Mirako prima di partire. Le dissi che avrei saltato nei cerchi di fuoco per te e per lei. Non mi faccio fermare da qualche piccola antipatia se c'è il rischio che possa farti del male piccola mia. Per te troveremo il modo di far andare tutto per il meglio. Abbi fede> le dice Kaori sicura, annuendo, guardandola dritta negli occhi sapendo quanto sarebbe stato difficile ma convinta che in qualche modo sarebbero riusciti a far funzionare le cose. Tutti quanti. Solo per quella volta. E poi tutto quanto precipita. Kouki le chiede di essere sincera, di sfogarsi con lei, di dirle cosa sia accaduto e la Hyuga non può sottrarsi in alcun modo al suo sguardo serio, al suo bisogno di sapere. Ne ha diritto, dopotutto. E Kaori le spiega. Cerca di dire la verità senza troppi particolari, cercando di non mettere nessuno sotto cattiva luce per quanto vorrebbe poter dipingere lo spadaccino in modo assai peggiore di quanto non stia facendo. Ma non vuole che la bambina pensi male di lui. Non vuole che si arrabbi con lui. Non vuole rovinare il rapporto fra loro. Nonostante tutto non se la sente. Ma Kouki sembra ugualmente capire la gravità della cosa e improvvisamente sbianca. Kaori si ferma, la osserva e avvicina verso lei le mani come se temesse che la piccola possa svenire da un momento all'altro. Non voleva farle del male. Non voleva farle questo. Ma sarebbe stato giusto mentirle così sfacciatamente? Sente le sue domande e rimane bloccata per un secondo, boccheggiando. <Sì, in gran parte> ammette sentendosi estremamente esposta in questo momento, sull'orlo di un baratro assai profondo. E poi quella successiva domanda giunge come un pugno allo stomaco, colpendola con la sua devastante semplicità. Kaori vorrebbe poterle dare una risposta, ma lei per prima non lo sa. Non sa cosa dirle. <Non... non lo so Kouki> le dice con un filo di voce, cercando di tenere il controllo. <Probabilmente perchè hanno una figlia adesso. Forse perchè la ama di più... io... non lo so> spiega Kaori cercando di tenere la voce ferma, di non farla tremare, sebbene dentro di sé si senta prossima al crollo. Raido non le ha risposto, ha evitato quella domanda che lei stessa gli ha posto l'ultima volta. E la vede alzarsi di colpo, la vede camminare nervosamente, fragile, nervosa, con le manine a tenerle la testa mentre la Hyuga la segue attentamente con lo sguardo. Sente le sue parole, la sua voce, e quasi vorrebbe piangere sulla sua spalla. Si sente quasi sollevata nel sentirsi "autorizzata" a provare quel che prova, a sapere che qualcuno capisce quello che prova e che non la incolpa per questo. Kaori la guarda e quella facciata dura e controllata si crepa lasciando trasparire il triste sollievo che la giovane le sta donando. <Non lo so se è giusto... so solo che al momento le cose vanno così e non posso fare niente per cambiarle. Non posso perdonare tuo padre per come sono andate le cose. Avrei potuto, forse, se le cose fossero andate diversamente> Se non l'avesse incolpata di ogni cosa, se non l'avesse praticamente insultata usando Kouki come strumento per ferirla. <...ma sono state dette cose che non posso dimenticare. Che non avrebbe dovuto dire. E che mi hanno allontanata da lui.> le spiega sincera, andando ora ad alzarsi per cercare di avvicinarsi alla piccola con passo leggero, silenzioso, tentando di prendere le sue manine fra le proprie. <Non volevo che tu ci stessi male. Non volevo farti stare così. Ma nonostante tutto la cosa importante è che per nessuno è cambiato quello che proviamo per te. Anche se i nostri rapporti sono cambiati, tu sei ancora la bambina di tutti noi e ti amiamo tutti più di ogni cosa. E nemmeno tuo padre potrà impedirmi di essere la tua mamma> Ancora non può credere che l'altro le aveva detto di non andare con loro da Otsuki. Il solo pensiero la fa ribollire di rabbia. <Andrà tutto bene Kouki... vedrai. Hai una famiglia fatta di persone forti. Ce la caveremo tutti, okay?> tenta di rassicurarla, quindi, sentendo gli occhi lucidi, le lacrime pizzicare mentre ancora cerca di impedir loro di versarsi lungo le sue guance.

20:14 Kouki:
  [Casa] Crescerà la ragazzina, magari avrà una rapida crescita tutta in un colpo solo, come succede appunto nell’età dell’adolescenza, anche se solitamente succede ai maschi, le femmine dovrebbero essere già a buon punto a quest’ora. Ma non se ne fa un dramma, non di certo, va a sorridere e sospirare, ascoltando il dire di sua madre ed osservandola con attenzione. A lei le sembra decisamente alta, ma sono solo percezioni soggettive probabilmente. <Uhm… sarà.> scrolla appena le spalle, non volendo dare poi chissà quanta importanza al discorso, ma sentendosi decisamente leggera e spensierata nel poter parlare di tali discorsi tutt’altro che seri, si può dire. Accenna una piccola risata e forse per la prima volta pensa al futuro, al suo futuro, come sarà fisicamente tra un tot di anni, cosa starà facendo, se in compagnia di qualcuno oppure no. Ci pensa per la prima volta e non riesce a vedersi. Forse deve ancora distaccarsi del tutto da Otsuki e dall’idea che lui le ha dato, come l’ha fatta sentire e cosa doveva essere. Ora, come essere umano, può avere un futuro che potrà decidere lei soltanto. Ascolta ancora le sue parole, quella carezza che le riempie il cuore e il sorriso che permane sulle sue labbra. <Non devi scusarti. L’importante è che entrambe sappiamo che ci saremo sempre l’una per l’altra, qualsiasi cosa accada. Che ci vorremo sempre bene.> questo è l’importante, questa è la certezza che anche lei dovrà avere. Il tono basso, dolce, richiama a sé quella logica e quei sentimenti che la compongono. Sta con lei, vicina a sua madre e ne ascolta le parole prendendo atto della sua ragione, e di come potrà aiutare Shade in futuro se solo lei stessa starà bene. Ma può dire di stare davvero bene? Continua ad osservare la donna, le sorride nonostante la delicatezza di discorsi che si stanno affrontando e ancora una volta ricorda quelle parole che già furono dette. Lei farebbe di tutto per la Yakushi, e per Mirako. Ora c’è anche Heiko, ma sa che la cosa non cambierebbe per la donna, soprattutto perché Heiko è decisamente più affabile. <Avrò fede. Parlerò anche con papà e Fumiko per assicurarmi che anche loro saranno concordi con questo pensiero.> dovranno agire tutti insieme, collaborare e confida nel fatto che questo accadrà. Ben presto i discorsi si fanno sempre più importanti, e lei ascolta con attenzione quello che le viene detto. Quel resoconto di quanto è successo e non sta male per colpa di Kaori, è lei dopo tutto che ha insistito per sapere, sono conseguenze che deve affrontare lei. Sta male per tutto quello che comporta, per quello che ha realizzato ed elaborato solo ora. In gran parte hanno discusso per quello, in gran parte è perché a Fumiko è stata data un’occasione, almeno così crede la ragazzina, anche se Kaori ha detto di non saperlo con certezza. <Hanno una figlia. Io per prima non volevo accettarla, mi ha disorientata parecchio, ho pensato mi avrebbero potuto mettere da parte.> la mano va al ciondolo che le ha dato suo padre, le dita accarezzano il simbolo del Clan Oboro. <Ma sono pensieri che ho superato e ho promesso di impegnarmi per accettare quella bambina.> e così sta facendo, man mano che il tempo passa non prova più odio e disprezzo per quella creatura, lei stessa non pensa più a liberarsi di lei. <Ma non sono ancora sicura che Mirako non le faccia del male.> questo decisamente la frena e la porta a non guardare nemmeno la sorellina, a non toccarla o sfiorarla se si trova da sola con lei. <Sono andata oltre e ho compreso che quella creatura non centra nulla.> non dice altro, non ha intenzione di chiedere a Kaori di non odiare quella bambina che è la persona più innocente per il momento. Non lo fa perché non ne ha diritto, non ha diritto di obbligare sua madre anche in quello. Non può essere lei a controllare i pensieri e le emozioni di quella donna. La voce è più tesa però, più fredda, controllata e sibilante, questo perché sta lottando contro il continuo dolore alla testa e la sua stessa rabbia che ribolle. Cammina avanti e indietro per la cucina, ascoltando attentamente le parole della Hyuga. <Cosa ti ha detto? Perché è evidente che si è trattato di qualcosa di grave ed importante se non te la senti nemmeno di perdonarlo.> si volta, la guarda negli occhi, vuole sapere ancora una volta tutto quello che è successo. Si lascia afferrare le manine, la guarda negli occhi assottigliandoli perché fa fatica a vedere chiaro, il viso dolorante. <Non è colpa tua se sto reagendo così, sono io che voglio sapere e sono io che devo gestire le mie emozioni e il dolore alla testa che mi sfianca.> una situazione delicata, una situazione che sta ribollendo dentro a Kaori stessa ed ha l’impressione che anche la donna, come la ragazzina, si costringa a trattenersi. Gli occhi lucidi sono un segno, l’espressione triste ed addolorata. Le farebbe segno si abbassarsi al suo livello, e se lo avesse fatto allora avrebbe liberato le mani da quelle di lei. Le manine verrebbero sollevate e si adagerebbero sulle guance della donna. Dolci, delicate, prenderebbe il suo nelle proprie manine e la guarderebbe negli occhi intensamente, come se davvero ora le stesse leggendo l’anima. <Non ti sei sfogata però. Ti ho chiesto di farlo. Piangi, arrabbiati, urla, non tenerti tutto dentro.> solo ora tornerebbe il tenue sorriso sulle labbra della piccola, senza distogliere lo sguardo da quello della madre. Sa già che sono forti, sa già che tutto potrebbe sistemarsi, sa già che tutti la amano e che probabilmente è un sentimento che non cambierà mai. <Io sono qui, se vuoi piangere non ti giudicherò.> ha capito che anche gli adulti sono esseri umani, ha capito che non sono infallibili e ha capito che le lacrime non sono debolezza. Alzerebbe appena il viso per cercare di dare un bacio sulla fronte della donna, chiudendo gli occhi. Come se volesse cancellare ogni brutta emozione da quel bacio, come se volesse assorbirle dalla mente della donna. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

20:45 Kaori:
 <Sempre> concorda Kaori annuendo col capo, sorridendo alla figlia con dolcezza. Glielo promette silenziosamente, sicura che avrebbe amato la sua bambina fino alla fine dei suoi giorni, anche se un domani Kouki avesse dovuto arrabbiarsi con lei per qualche motivo. Il momento di dolcezza però dura poco perchè ben presto le due vanno sfiorando argomenti più complessi e delicati che riguardano la strana e difficile relazione fra tutti i suoi genitori. Genitori che concordano solamente sul sentimento che ognuno prova per lei ma che non riescono ad andare d'accordo fra loro. Tuttavia proprio per amore della Yakushi, tutti avrebbero sicuramente trovato il modo di collaborare al meglio, in missione, per proteggerla e salvarla dall'uomo che l'ha torturata e ferita. Annuisce Kaori all'indirizzo della figlia così da farle sapere che concorda con lei senza però aggiungere altro. Se sarà lei a parlarne coi due probabilmente tutto sarebbe andato per il meglio. E poi... e poi arrivano quelle parole. Kouki parla di Miho, la figlia di Raido e Fumiko e quello che dice porta Kaori ad annuire piano. <E' vero, hai ragione. Miho non c'entra niente. Lei non può ancora capire cosa sta succedendo ed è stata solo sfortunata a nascere in un momento così... teso. Ma non ha colpe e sicuramente non verrai amata di meno perchè ora c'è lei, su questo puoi stare tranquilla ed anche Mirako. Credimi.> tenta di rassicurarla comprendendo quanto, per un bambino che ha conosciuto la solitudine, possa essere a volte difficile accettare la presenza di un altro bimbo attorno a sé. Ma poi Kouki continua con il suo discorso e chiede a Kaori di dirle cosa Raido le ha detto. Kaori impallidisce per un attimo non volendo ripercorrere quella discussione, non davanti a lei, ma Kouki vuole sapere, vuole capire e vuole imparare a gestire il tutto da sé senza che qualcun altro decida per lei. Una richiesta legittima che porta Kaori a sospirare chiudendo per un istante soltanto gli occhi. <Che è colpa mia. Ha detto che tutto quello ce sta accadendo è dipeso da me perchè vi ho abbandonati> ammette alla fine con tono smorto stringendo i pugni, deglutendo amaramente. <Ha detto che non avrebbe dovuto perdonarmi. Che non sarei dovuta tornare perchè ho solo rovinato ogni cosa> ripete le sue parole, quelle che più l'hanno ferita, sentendosi sempre più vuota e al contempo furiosa man mano che rievoca quel momento, la sua voce furiosa sputarle addosso tutto quanto. <E... quando gli ho detto che potrei perderti un giorno perchè non farò parte della tua vita come loro... Ha detto che non ho capito niente di te. Che non dovrei osare considerarmi tua madre perchè ho osato pensarlo. Che dopo tutto questo tempo non so niente di te mentre Fumiko...> le parole le si strozzano in gola mentre il capo si abbassa e i pugni si stringono forte e le lacrime si affacciano ai suoi occhi dolorosamente. Si sente di nuovo pervasa dalla furia al solo pensiero di quelle ultime parole. Il solo pensiero che quella donna potesse essere considerata più sua madre di lei le fa salire la nausea, il disgusto. Il pensiero di non essere meritevole di amare la bambina, di non essere meritevole di considerarsi sua madre è una coltellata al cuore che le toglie il respiro. Non voleva che Kouki sentisse, che Kouki sapesse, ma come poteva evitare la sua domanda. Era davvero giusto nasconderglielo? Adesso però si sente spezzata e d'improvviso avverte le mani della piccola sfiorarle il viso portandola a guardarla. La Hyuga rialza lo sguardo, cerca i suoi occhi e si ritrova a venir avvolta da quelle parole che la carezzano con dolcezza. Ma è quel bacio... quel piccolo bacio finale a farla scoppiare. Le lacrime scivolano via e le braccia della Hyuga vanno a cercare le spalle della figlia. L'abbraccia, la stringe e quasi s'aggrapperebbe a lei come se temesse di sprofondare se solo l'avesse lasciata andare. Piange sebbene si fosse ripromessa di non farlo, piange anche se non vorrebbe che sua figlia la veda così, piange perchè non può continuare a nascondere quel dolore ancora a lungo.

21:04 Kouki:
  [Casa] Si ameranno per sempre, e quello è ciò che basta alla piccola per farla stare più tranquilla. Sta crescendo e sta imparando a mettere da parte la gelosia in virtù di una comprensione più ampia delle persone. Non avrebbe perso nessuno dei suoi genitori, non avrebbe perso Shade. Nessuno avrebbe mai potuto prendere il suo posto, perché lei stessa, ora, sta amando due donne che ricoprono per lei lo stesso ruolo, riuscendo a farle comprendere molto più di quanto credesse prima. Una silenziosa promessa che viene accolta dalla ragazzina e che di rimando compie anche lei per la madre. <Si, sempre.> sorride, si lascia andare a quel momento, perché quello che segue è ben più delicato e grave. Parlando di molte cose, ma per lo più la Hyuga concorda con la piccola nel ritenere Miho una creatura estranea a questa faccenda. <Non verrò amata di meno, e l’ho capito e lo sto capendo tutt’ora.> annuisce seria e decisa a quelle parole, verso la madre, considerando quanto sia cambiata effettivamente da come era prima, almeno dal lato emotivo. Si sente rassicurata dalle parole della donna e ne ricerca lo sguardo con cura. Sono le parole successive che vuole sapere e conoscere, quello che si sono detti, quello che suo padre le ha detto per farla stare così male. Ancora una volta l’uomo ha rigirato il coltello della piaga dandole la colpa iniziale per tutto quello che è successo… chiude gli occhi ed annuisce lentamente, stringendo i pugni. Le ha detto che non avrebbe dovuto perdonarla e che non sarebbe dovuta tornare, che col suo ritorno ha rovinato tutto… calma e glaciale, annuisce ancor più piano, mentre le nocche sbiancano da quanto sta stringendo i pugni. E poi l’ultima goccia, che Kaori non è degna di essere sua madre, che non merita questo, che non conosce la ragazzina a differenza di Fumiko probabilmente. La Hyuga smette di parlare, la voce strozzata, mentre la ragazzina rimane ferma ed immobile. I pugni stretti, il viso contratto da un’espressione poco decifrabile. Gli occhi verrebbero riaperti, incapace di elaborare risposte al momento, perché deve pensare a mantenere la calma ora. <Non spetta certo a lui decidere se tu sei degna o meno di essere mia madre. Sono io che lo decido… e be, tu devi essere d’accordo.> insomma, la piccola non è una despota che obbliga qualcuno a farle da madre. Scuote appena la testa, la voce si abbassa e diventa un sussurro. <Ha sbagliato.> solo questo dice, ma è chiara abbastanza. Lui ha sbagliato a parlarle in quel modo, almeno secondo la piccola. Perché ci sarebbero mille altre cose che allora andrebbero rinfacciate all’uomo. Scuote ancora la testa, elimina quei pensieri e si concentra solo sulla donna… le prende il viso, le dice quelle cose e le da quel bacio sulla fronte. Vuole che si sfoghi, vuole che pianga, perché sa che si sta trattenendo, e sa quanto faccia male. Il dolore interiore squarcia e rovina se non lo si esterna. Di fatti la madre si lascia andare ad un pianto liberatore, abbraccia la ragazzina e lei non si scosta, anzi l’accoglie. Cercherebbe di stringerla a sé, mentre la mano destra, per quanto le sia possibile, andrebbe ad accarezzarle i capelli dolcemente, per poi scendere lungo la schiena e lì continuerebbe ad accarezzarla. La coccola, la invita silenziosamente a versare tutte le sue lacrime e tutto il suo dolore. Chiude gli occhi appoggiando il viso contro la propria madre, consolandola come meglio può. <Non stai facendo nulla di sbagliato ora, non ti preoccupare. Lascia andare tutto, lascia che tutto scorra insieme alle tue lacrime.> le sussurrerebbe appena, sempre continuando ad abbracciarla ed accarezzarle la schiena. Rimarrebbe così per tutto il tempo necessario, occupandosi di lei al meglio, provandoci almeno, facendo appello a quella che è Heiko per farsi consigliare nella maniera corretta. Non c’è più spazio per le parole ora, vi sono solo gesti. <Ti voglio bene, mamma.> [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro][END]

21:27 Kaori:
 E' felice. Felice di sapere che Kouki avrebbe continuato a starle accanto, felice di sentirle dire che l'avrebbe amata sempre. Felice di sentire che la sua bambina non prova rabbia per lei ma che, più di tutto, comprende quello che prova. E' incredibile come una ragazzina così giovane possa essere così matura ma, dopotutto, dopo tutto quello che ha passato forse è anche normale che la sua mente sia ben più sveglia e sviluppata di quella di una qualsiasi altra bambina della sua età. La Hyuga poi annuisce quando Kouki pronuncia quelle parole in merito la questione 'Miho'. Ammira il fatto che sia così comprensiva e saggia e a volte si preoccupa che forse stia crescendo troppo in fretta, ma in qualche modo sente che parte della sua gran maturità dipenda anche dalla semplice empatia tipica dei bambini innocenti. <Prenditi il tuo tempo per accettarlo davvero. Va bene se ci vorrà un po' prima di esserne sicura. E' normale dopo tutto quello che hai passato> la rassicura Kaori cercando di non metterle fretta nell'accettare Miho nella sua vita. <Con il tempo quella bambina sarà una parte importante di te. Vorrai proteggerla, vorrai prenderti cura di lei e far sì che non soffra come hai sofferto tu. Succede così> le dice con un sorriso piccolo, tenero, ripensando a come sia successo esattamente questo fra loro. All'inizio temeva la sua presenza nella sua relazione con Raido; non era pronta ad accettarla, a compiere quel passo. E poi l'ha conosciuta, le si è avvicinata ed ora non può immaginare la propria vita senza di lei. Senza la bambina che in silenzio ascolta i suoi sfoghi chiedendole di non tenersi tutto dentro e di liberarsi. Senza la figlia che stringendo le manine ascolta il dolore della sua mamma cercando di confortarla. Kaori è grata e riconoscente alla sua bambina per quell'occasione, per quel momento di unione fra loro, e si sente responsabile del suo malessere. Quelle parole che le ha rivelato avrebbero sicuramente messo un enorme peso nel suo cuoricino ma come poteva evitare di mentirle altrimenti? La Hyuga ascolta il responso di Kouki e si ritrova ad abbozzare un sorriso tremante quando la bambina va rassicurandola. <Essere la tua mamma è tutto quello che voglio> le dice con dolcezza prima di scoppiare in quel pianto che sa di rabbia e dolore, che sa di librazione e stanchezza. Si aggrappa alla bambina abbracciandola forte, si aggrappa al suo affetto, alla sua comprensione, permettendosi per una volta di mostrarsi debole davanti a lei. Ha sempre cercato di nascondere il suo tormento sotto gli occhi di Kouki, ha sempre cercato di essere forte e controllata, ma questa volta è troppo difficile. Questa volta ha quasi creduto davvero di perderla e non può far altro che crollare piangendo davanti a lei. Avverte le sue manine carezzarla, avverte la sua vicinanza, la sua voce, e si sente rassicurata e compresa. Si sente apprezzata e protetta e, più di tutto, non si sente più sola. A sua volta tenterebbe di carezzare i capelli di Kouki e andrebbe a respirare con fare spezzato, stanco, finendo col calmarsi dopo un tempo che pare infinito. Un tempo che potrebbero essere minuti oppure ore durante le quali lascia che la rabbia svanisca da lei lasciando solo un vago senso di stanchezza ed una profonda riconoscenza verso di lei. Una riconoscenza che andrebbe mostrando nei suoi occhi rossi, nel sorriso spezzato. <Grazie bambina mia. Grazie per essere qui e per volermi bene> le dice carezzandole il viso, carezzandole le gote. <E scusami per averti caricato di questo peso. Ma ti prometto che lo porteremo insieme.> le dice tirando su col naso, visibilmente più calma, sorridendo stanca. <Ora vieni qui. Vediamo se la mamma può fare qualcosa per il tuo mal di testa. Lascia che mi occupi di te> le direbbe andando quindi a tentare di portare il suo capo contro il proprio petto, tentando di massaggiare piano la sua testa con un massaggio delicato delle dita, un movimento lento e ritmico atto a rilassare le zone del capo ove la piccola dovrebbe sentire più dolore. [END]

Kouki va a trovare Kaori e le due si ritrovano a parlare della loro difficile situazione familiare. Qui Kouki viene a scoprire della lite fra Kaori e Raido e offre alla donna una spalla su cui piangere.