Innata Kokketsu - Parte II

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Giocata di Clan

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con Naoko

11:11 Naoko:
  [Camera] Non è ancora uscita dalla magione, non se la sente, non vuole farsi vedere vulnerabile all’esterno di quelle mura che sente sicure, che sente proprie, nonostante il singolare incontro del giorno precedente. I capelli bianchi sono lasciati liberi questa volta, un bianco che parte dalla radice e che sfuma verso le punte, tornando in quel rosso vivo che tanto amava, che tanto apprezzava. Le iridi blu sono incastonate sul volto candido e niveo, quasi fosse una bambolina di porcellana, una bambolina forte e fragile allo stesso tempo. Indossa un maglioncino blu scuro a coprire il busto, un paio di pantaloni della tuta del medesimo colore e un paio di scarpette ai piedi, nere, per evitare di provocare troppo rumore. Con sé ha il solito coltello all’interno del fodero, rilegato alla cintola, mentre un tonico coagulante è tenuto nella tasca dei pantaloni, per i casi di estrema necessità. Ma deve riprovare ancora tutto. Cercherebbe di alzare le braccia e di portare le mani a congiungersi tra loro, affinché le dita possano incrociarsi e tentare di dare vita al sigillo della Capra. Una volta ricreato, cercherebbe di richiamare l’energia fisica, quella forza che muove i muscoli, quella forza insita in ogni fibra del suo corpo, in ogni cellula, dal capello alla punta dei piedi. La forza che le permette di camminare, di stare in piedi, di poter muovere le dita e il resto del corpo. Assieme a essa, proverebbe a ritrovare la forza psichica, quella che smuove i pensieri, quella che smuove le immagini all’interno della propria testa, ciò che smuove le sensazioni, le emozioni, le prospettive. Proverebbe a mescolarle tra loro, a fonderle insieme, a renderle un’unica realtà, a renderle un’unica entità, a rendere un unico colore, come se quel viola venisse effettivamente ricreato nel suo corpo. Proverebbe a mandare il tutto al centro del suo corpo, alla bocca dello stomaco e lì mescolarlo, in senso antiorario, affinché possa essere smosso nelle diverse parti del corpo, nei diversi angoli. Tenterebbe, quindi, di spostarlo appena verso le gambe, spingendolo verso il basso e verso le braccia, spingendolo in laterale e verso la testa, spingendolo in alto, in modo tale che possa riempire ogni anfratto e cercare così di avere un quantitativo equo dappertutto. Si trova nella propria camera questa volta, ha combinato un disastro nel salotto e ha sistemato lei tutto perché fosse giusto così, dopo che le serve l’avevano aiutata a riprendersi, a riposarsi. [Tentativo Impasto Chakra 30/30] [Coltello x1 - Tonico Coagulante x1]

11:26 Naoko:
  [Camera] Dovrebbe essere riuscita a richiamare il Chakra, a sentirlo scorrere dentro il proprio corpo. E’ sdraiata sul letto, a pancia in su, si è distesa per comodità, per poter evitare di essere soccorsa ancora una volta, di essere trasportata di peso qui dentro, nella sua personalissima zona. Una stanza semplice: un comodino con la sedia, uno specchio a terra, un armadio e un lettino singolo. Alcuni quadri adornano il muro scuro, del gusto della mamma, della Beta. Ma ha bisogno di sentire ancora tutto, ha bisogno di capire con cosa ha a che fare. Cercherebbe di sentire il Suiton dentro di sé, di sentire quell’acqua scorrere viva nel suo corpo, una forza imponente che può corrodere la roccia, che alimenta le piante, che mantiene in vita le persone, che permette al raccolto di crescere forte e rigoglioso. Proverebbe, così, a unire quell’elemento al proprio sangue, di mescolare le due entità, di rendere quel Chakra umido, sinuoso, delicato, forte, unico. Se ci fosse riuscita, dai piccoli tagli presenti sui dorsi delle mani dovrebbe uscire il sangue nero, quella nuova essenza presente dentro di sè, per vederla ancora una volta, per avere maggior consapevolezza di quello che è successo, di quello che le è successo. Un alone violaceo dovrebbe volteggiare attorno a quel sangue, tetro, scuro, subdolo, particolare. Attorno agli occhi della ragazza dovrebbero formarsi delle occhiaie, spesse, come se non avesse dormito, dalle sfumature violacee, come se quel sangue si fosse concentrato lì per sua volontà, per sua decisione. Ed ecco che due lacrime dovrebbero scendere da quelle iridi blu scuro e andare così a disegnare una linea fino al mento, fino alla punta dello stesso, con una forma semicircolare e dal colore violaceo, come se vi fossero due vene che scendono verso il basso. Ed è qui che ricomincerebbe il dolore, che ricomincerebbe la sofferenza del giorno prima: la febbre riprende il suo posto originario, così come le ossa che sembrano iniziare a rompersi, i muscoli che si tendono forti, come se dovessero strapparsi da un momento all’altro. Ricomincerebbe la tortura, ricomincerebbe il supplizio. [Chakra 29/30] [Tentativo Richiamo Innata Kokketsu no Hijutsu I -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Coltello x1 - Tonico Coagulante x1]

11:51 Naoko:
  [Camera] Fa male, malissimo, è come implodere su sé stessi, è come vedere la luce alla fine del tunnel, è come vedere la falce della morte contro la propria testa, pronta a cadere inesorabile. Si chiuderebbe a feto, le braccia contro lo stomaco, le gambe piegate e la testa portata in avanti, con il collo che si porta in avanti. Rannicchiata, completamente su sé stessa, il dolore che le farebbe digrignare i denti, il dolore che le farebbe uscire un urlo strozzato, un urlo rotto da tutto quello che sentirebbe in questo momento. Le ossa scricchiolano, sembrano spezzarsi in più punti, come se la prendessero a pugni ancora e ancora, come se la stessero pestando, come se stessero seviziando per una colpa che non merita. I muscoli dell’intero corpo si tendono, come le corde di un violino, sembrano prendere fuoco, sembrano avere vita loro, come se non avesse controllo di nessun impulso, di nessuna nervatura. La febbre è alta, la fronte scotta e sembra quasi avere delle allucinazioni con quella temperatura che non vuole calare. E’ un fascio di nervosismo, le mani andrebbero a infilare le unghie nelle braccia, nella stoffa del maglione, quasi volesse strapparlo, quasi volesse togliersi la pelle, quasi volesse torturarsi per mettere fine a questo strazio. E’ tutto così strano, è tutto così maledettamente strano. Ma deve tentare, deve fare qualcosa, deve capire come funziona tutto questo. Il sangue nero continuerebbe a fluttuare attorno al suo corpo, così come l’alone violaceo, una compagna inseparabile, una cattiveria che viene a galla, che deve venire a galla. Proverebbe a scostare la mano destra dal braccio sinistro, a mollare quella presa ferrea, a sentirla libera e provare così a creare qualcosa, per suo diletto. Il dolore è forte, ma deve provarci, deve superare quello strazio. <Av…avanti> una sola parola, strozzata, prima di provare a smuovere una piccola quantità di sangue nero e modellarlo a suo piacimento. Tenterebbe di creare un piccolo kunai, semplice, con il manico che termina in un piccolo cerchio. La mano destra tenterebbe di impugnarlo, tra la base della punta e il piccolo cerchio, in modo da sentirne la consistenza, in modo da sentirne la composizione. Tenta un piccolo movimento, cercherebbe di rimettersi a pancia in su, a fatica, ma non lo lancerebbe quel kunai, no. Proverebbe a portarselo verso la gamba, la punta affilata, per cercare di provocarsi un piccolo taglietto all’altezza della coscia destra, di un centimetro, e sentire altro dolore che si aggiunge a quello già provato. Fa male, molto male, ma è molto meno di quello che starebbe provando ora. [Chakra 28/30] [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Coltello x1 - Tonico Coagulante x1]

12:05 Naoko:
  [Camera] Ancora non basta, ancora non sarebbe sufficiente, ancora non si sentirebbe soddisfatta di tutto questo. Potrebbe fare di meglio, deve fare di meglio, ma quei dolori lancinanti non le darebbero tregua, non la abbandonerebbero per nessun motivo. Sono meno forti rispetto al giorno precedente, sono meno imponenti ma sono comunque presenti, troppo, molto. E’ strano, tutto strano, eppure deve provarci, deve essere forte, deve superare quella voglia immensa di mettere fine alla sua esistenza. Le ossa si sgretolano e si ricompongono a piacimento, come se si stessero rimodellando, come se si stessero assestando, come se stessero dando vita a un nuovo corpo, a una nuova esistenza, a una nuova essenza. Il kunai è svanito dalle proprie dita, è tornata al suo stadio originario ma il dolore non cessa, il dolore è sempre presente, il dolore è sempre parte di lei. Non molla, non cede, non la lascia andare. I muscoli fanno male, le gambe tremerebbero, la testa comincerebbe a girare un poco per via della febbre e questo non è per nulla positivo. Tuttavia, non si deve abbattere, deve superare anche questo, è convinta che prima o poi questo supplizio lasci il suo corpo e le permetta di vivere tranquilla, spensierata, senza pensieri, senza torture. Un passato che non ricorda più, ma un presente che sembra essere molto simile. Cercherebbe di smuovere ancora una volta quel sangue nero, di prenderne una piccola quantità, di ricreare la forma di uno spillo, piccolo, appuntito, grande un paio di centimetri, dalla punta affilata e luminosa. Un sangue che sembra quasi riluccicare, che sembra quasi avere vita propria, nonostante provenga dal proprio corpo, da quell’unione di Chakra e Suiton. Quello spillo verrebbe prelevato ancora una volta dalla propria mano, da quella destra, quella che non tenta di infilare le unghie nella pelle, al di sotto del maglione blu scuro. Una stretta portata dalla mano sinistra per provare a concentrare lo strazio in un punto, per poter riuscire a concentrarsi su quello spillo che verrebbe preso tra l’indice e il pollice. Il braccio destro verrebbe sollevato verso l’alto, la punta dello spillo rivolta verso il basso e tenterebbe di infilare quella stessa punta all’interno della spalla sinistra, con un movimento obliquo, dall’alto verso il basso, da destra verso sinistra, in una sorta di angolo retto. Vorrebbe colpire proprio quella spalla, provocare un piccolissimo foro in quel punto e tentare di trapassare la stoffa del maglione. Vuole sentire altro dolore, vuole sentire altri impulsi, vuole spostare l’attenzione delle nervature verso quella zona. Ne ha bisogno, deve tentare ogni cosa. [Chakra 27/30] [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Coltello x1 - Tonico Coagulante x1]

12:22 Naoko:
  [Camera] Quello spillo non compirebbe l’effetto desiderato, non farebbe spostare l’attenzione degli impulsi nervosi ma, anzi, andrebbero ad acutizzare quello che già prova, quello che già sente, quello che le sta facendo passare le pene dell’inferno. Lo spillo svanirebbe alla sua testa, andrebbe a mollare la presa sulla spalla e si rimetterebbe in posizione fetale subito dopo, ancora, a stringersi tutta, a comprimere ogni cosa, con le ossa che sembrano prendere fuoco in ogni zona, dalla scatola cranica fino al più piccolo osso presente all’interno del piede. Sembra rompersi tutto, come se la bambolina di porcellana venisse gettata a terra, ancora e ancora, in un gioco macabro e senza fine. La testa verrebbe portata a muoversi appena, a sollevarsi appena dal cuscino e a essere slanciata verso di esso poco dopo, in un movimento corto ma che vorrebbe provocare qualcosa, far cessare tutto questo, spegnere quelle fiamme, permettere alle ossa di bloccarsi e di non frantumarsi, permettere ai muscoli di rilassarsi e di riprendere il pieno controllo. Fa male, fa tutto male ma deve andare avanti, deve proseguire, non deve perdersi d’animo nonostante non veda alcun barlume di luce ora. Tenterebbe di sciogliere quella posizione, di distendere perlomeno le braccia, per circondare un attimo il cuscino e porselo contro lo stomaco, per evitare che le ginocchia vadano a ledere organi vitali. Altro sangue nero andrebbe a fuoriuscire dal dorso delle mani, un’altra piccola quantità e proverebbe a creare una forbice, di dimensioni normali, circa cinque centimetri, con le lame affilate e così anche la punta. Proverebbe a impugnare la forbice con le dita della mano destra, dentro i forellini appositi e tenterebbe di alzarsi appena da quella posizione, di porsi mezza seduta, sebbene sia alquanto doloroso, sebbene sia alquanto forte. I denti verrebbero digrignati, un altro urlo verrebbe portato nell’aria e, spera, che le serve di Kurona non irrompano nella sua stanza. Non così, non in questo stato. I capelli verrebbero presi con la mano sinistra e portati leggermente in avanti. La mano destra, allargando le lame della forbice, proverebbe a muoversi verso di essi e con un movimento di apertura e chiusura tenterebbe di tagliarsi le punte di quei capelli, di eliminare quel rosso che ormai stonerebbe con il resto della capigliatura, con l’essenza che starebbe maturando. Due tagli netti, semi dritti ed ecco che quelle piccole ciocche rosse andrebbero a cadere inesorabili sul letto, su quella stoffa scura. La presa della mano destra, poi, andrebbe a rilasciare quella forbice di sangue e le lacrime comincerebbero a prendere posto sul viso, lacrime d’acqua, per la sofferenza che sta provando nel corpo e nella mente. [Chakra 26/30] [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Coltello x1 - Tonico Coagulante x1]

12:35 Naoko:
  [Camera] E’ tutto così particolare, è tutto così indescrivibile, è tutto così ingiusto. Sì, ingiusto. E’ la parola corretta per tutto questo, è la parola adatta, una parola che descrive le sensazioni che sta provando, in mezzo a quelle ossa che si sgretolano e a quei muscoli che non smettono di tendersi. Il suo corpo sembra avere vita propria, la febbre inizia a provocarle un’emicrania immensa, la testa le andrebbe a girare, la testa le andrebbe a mostrare allucinazioni. La vista si annebbierebbe un attimo, la mano destra andrebbe a portarsi all’altezza della fronte, la mano sinistra cercherebbe di stringere lo stomaco, sebbene ci sia il cuscino di mezzo ed è una fortuna. Con quell’emicrania di mezzo, il cuscino verrebbe per un attimo scambiato per la sua pancia, sebbene sia più corposo, più grosso. Stringerebbe con le unghie al di sopra di esso, una forza tale che le dovrebbe permettere di bucare quella stoffa e far così uscire le piume da esso, come se stesse spennando un’oca proprio qui, proprio in queste mura. Proverebbe a spostare le gambe verso il lato, per metterle a penzoloni rispetto al pavimento e portare così indietro la schiena, in modo ch’essa si inarchi e vada a impattare contro il muro. Ansima, il respiro si farebbe più accelerato, le iridi blu verrebbero chiuse per un attimo e un altro urlo verrebbe portato nell’aria, un urlo che potrebbe essere sentito per l’intera magione. Le costole sembrano comprimerle i polmoni, le mancherebbe il respiro, ansimerebbe più forte, non sa cosa fare, non sa come comportarsi, vorrebbe lasciarsi abbandonare lì aspettando la fine, aspettando l’inesorabile. Ma deve provare, ancora, ancora, ancora. Deve tentare, deve osare, deve andare oltre quei dolori, deve andare oltre tutto questo. Altro sangue nero verrebbe smosso dalle ferite dei dorsi delle mani, un’altra piccolissima quantità e questa volta proverebbe a ricreare uno spiedo, una delle sue armi preferite, una delle sue armi predilette. La vedrebbe davanti a sé, tenterebbe di prenderlo tra le dita della mano destra, ancora una volta e tenterebbe di insinuare quella minuscola punta all’interno del braccio sinistro, all’interno dell’avambraccio, tra il gomito e il polso. Un movimento orizzontale, da destra verso sinistra, con il gomito che si distenderebbe per un attimo verso destra e che verrebbe piegato velocemente verso sinistra. Se ci fosse riuscita, quello spiedo andrebbe a bucare ancora una volta la stoffa del maglione e conficcarsi così all’interno dell’arto, nel punto stabilito. Adrenalina che pompa, la rabbia provocata da quel dolore la farebbe sorridere, sì. Un sorriso sarcastico, un sorriso subdolo, un sorriso macchiato di nero, un sorriso che sa di cattiveria pura verso sé stessi, verso ogni cosa, verso il mondo stesso. Il dolore c’è ancora, è presente e, non appena lo spiedo si conficca, un altro urlo verrebbe portato nell’aria, un altro urlo che farebbe aumentare la forza dell’emicrania, di quella conseguenza provocata dalla febbre e da quelle ossa che sembrano rompersi da un momento all’altro. [Chakra 25/30] [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Coltello x1 - Tonico Coagulante x1]

12:54 Naoko:
  [Camera] Un respiro affannato, un respiro che viene compresso nei polmoni, un respiro che sembra quasi mancare per un breve istante ma che, dopo, tornerebbe senza problemi. Un respiro che la farebbe ansimare, che la farebbe piangere, che la farebbe urlare, ancora e ancora, senza sosta. Denti che verrebbero digrignati ancora una volta, denti che andrebbero a consumarsi con quella morsa, con quel gesto nervoso. Fa male, fa tutto male, non c’è un singolo nervo che non sia in tensione, che non provochi scariche improvvise all’interno della propria testa, all’interno del proprio cervello. Non riesce a pensare, non riesce a ragionare, non riesce a dare forma a nessuna immagine buona, a nessun barlume di luce, a nessuna speranza presente in questo mondo marcio. Lo spiedo dovrebbe svanire dal braccio, lasciare quella piccola presa e permetterle così di tentare altro, di fare altro, di provare una nuova esperienza. E’ tutta esperienza, è tutto un bagaglio della vita che se la prenderebbe con lei, in questo preciso momento. Le fa male la testa, le pulsa il cervello, il battito del cuore andrebbe ad accelerare, il respiro si farebbe più affannato, la testa e la schiena verrebbero rovesciate un attimo in avanti, le verrebbe quasi da vomitare, nonostante mandi nello stomaco lo stretto necessario per sopravvivere, per poter rimanere in forze. Non è mai stata una mangiona, mai. La schiena verrebbe riportata indietro, ad appoggiarsi contro il muro, con lo sguardo blu che si alzerebbe verso il soffitto e la bocca provocherebbe altri respiri veloci, ansima vistosamente. Sentirebbe dei passi muoversi al piano inferiore, qualcosa non quadra ma deve proseguire, deve tentare ancora una volta. Ce la deve fare, ci deve provare. Proverebbe a smuovere ancora una volta quel sangue nero, a prenderne una piccola quantità, a ricreare ancora una volta una piccola palla, di circa dieci centimetri di circonferenza e tenterebbe di tenerla tra le proprie mani, in entrambe, per sentirne la forma, per sentirne la consistenza, per sentirne ogni singola stilla. Proverebbe così a lanciarla in avanti, un movimento che vorrebbe portare quella sfera prima sopra la propria testa, i gomiti leggermente piegati e le mani aderenti alla palla. Subito dopo, proverebbe a lanciarla in avanti, a rilasciare la presa sulla sfera, con le mani che si distanzierebbero da essa e dovrebbe andare a impattare contro il pavimento, ai piedi dello specchio, a pochissimi centimetri da quell’ammasso di vetro e legno. Un gesto rabbioso, un gesto portato con tutta la forza del corpo, con quell’adrenalina che verrebbe portata in circolo nonostante il dolore, nonostante la sofferenza. [Chakra 24/30] [Innata Kokketsu no Hijutsu I Attiva: -1 Chakra; -1 Punti Vita] [Coltello x1 - Tonico Coagulante x1]

13:04 Naoko:
  [Camera] E’ tutto così doloroso, è una sofferenza unica, è un unico cerchio che non si ferma mai, che non troverebbe mai fine, che non troverebbe mai termine. Fa male, fa tremendamente male, è tutto così ingiusto, è tutto così straziante. Un altro urlo verrebbe portato nell’aria, ancora, la febbre non la vuole abbandonare, così come quelle ossa che sembrano rompersi, quei muscoli che sembrano sfilacciarsi, quei nervi che pulsano. Andrebbe così a rilasciare quel sangue nero, a far tornare il tutto della consistenza iniziale, per tornare alla normalità, per tornare alla realtà, per tornare alla cruda e vera realtà. Proverebbe a rilasciare tutto questo, proverebbe a far spegnere quelle gocce a ridosso del viso, quelle occhiaie attorno agli occhi, quel sangue nero fluttuante, attorno al proprio corpo. Ma, nonostante questo, il dolore non cessa, lo strazio non cessa, quelle ossa continuerebbero a far male, quei muscoli continuerebbero a rimanere in tensione, la testa continuerebbe a far male, la febbre non cala, così come la sua temperatura. Urla, ancora una volta ed ecco che una delle serve di Kurona dovrebbe far capolino all’interno della propria camera, sincerarsi delle sue condizioni, sincerarsi del suo stato. La vedrebbe in un mare di lacrime, sangue e terrore negli occhi. Si stringerebbe su sé stessa, quei dolori non la fanno concentrare, quei dolori non la fanno ragionare, quei dolori le provocano un’instabilità mentale maggiore rispetto a prima. E’ stanca, è distrutta e verrebbe raccolta da quella donna per poter essere ripulita, soccorsa e, magari, rifocillata. Vuole urlare, ancora, ma non uscirebbe nulla dalle corde vocali, nessun suono, solo qualcosa di strozzato, qualcosa di assolutamente intenso. Le viene da vomitare e non sa ancora per quanto potrebbe andare avanti tutto questo. Stanca e debole. [End] [Chakra 24/30] [Innata Kokketsu no Hijutsu I Disattiva] [Coltello x1 - Tonico Coagulante x1]

Tra atroci dolori, Naoko ritenta l'approccio con il sangue nero e prova a creare nuove forme.
Distrutta, viene prelevata per essere soccorsa ancora una volta.