Lilium & ZAmasu - { ANBU }

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Scusate l'inconveniente, ma la connessione internet mi odia. In tutto ciò.. Attendere esito~

Kusa. Quartier Generale (Segreto) Anbu. Azumi e Kankri Goryo, nello stesso luogo, possono sentire soltanto pochi suoni e dei passi attutiti. Si trovano l'uno sulla spalla destra di un Anbu, senza sapere come né quando né il motivo per il quale siano finiti in quella situazione. Ciò che ricordano è che stavano reciprocamente facendosi gli affari loro, magari nelle loro rispettive dimore o dovunque essi fossero prima di venir sorpresi e, per quanto sia brutto affermarlo, rapiti. Non che si tratti di un rapimento vero e proprio, eh. Tuttavia, per accertarsi che nessuno scopra niente e che abbiano soltanto un incontro (che sia piacevole o meno, non spetterà a me dirlo) con il Generale in carica attualmente nel Villaggio dell'Erba, vengono adottate misure estreme. Il che, però, risulta abbastanza coerente con la vita da Anbu, segreta su ogni fronte, senza poter mischiare vita privata e vita secondaria da membro delle Forze Speciali che ogni Villaggio possiede. Entrambi i ragazzi hanno le mani legate e soltanto quelle. Sono abbastanza liberi nei movimenti, se non fosse che iniziano a riprendersi e a capirci qualcosa soltanto giunti davanti ad una porta metallica, grigio scuro. La testa duole, specificamente sulla nuca, da dove cominciano collo e vertebre. Punti importanti quelli colpiti che, oltretutto, minacciano soltanto uno svenimento e non per forza la morte, se trattenuti. E considerando che a Raflo servono vivi, beh.. L'equazione è semplice. I due Anbu raggiungono un'altezza di circa un metro ottanta colui che mantiene Azumi; un metro e ottantatré quello che, invece, ha con sé Kankri. Non possono notare niente di particolare, se non la maschera tipica della Corporazione con il simbolo d'un color verde smeraldo, e il capo coperto da cappucci scuri. Il resto del corpo è munito di pettorine e della classica, se non usuale, divisa degli Anbu per eccellenza, che tutti dovrebbero conoscere data la Fama di quest'ultimi. <Generale Raflo, abbiamo i cuccioli.> Un vociare attutito, oltre quella porta metallica, fa intendere che hanno il libero accesso all'Ufficio. Questo si presenta totalmente asettico, quasi fosse la stanza di un Ospedale. E' bianco, con una scrivania in acciaio sul cui bordo siede una figura minuta, decisamente tale in confronto ai due sottoposti. La divisa non è poi molto diversa, ma la maschera muta, non avendo soltanto la forma caratteristica della Volpe o di un animale che ci vada vicino, ma su cui son disegnate fauci, in prossimità della bocca, dipinte di verde. <Prego~> E già ne pregusta l'incontro, indicando agli Anbu due sedie o il pavimento. Praticamente, nessun favore speciale per i due Goryo. Vuoi per cortesia o perché si è davanti al Generale, i sottoposti li depositano ognuno su una sedia, ancora semi-intontiti, ma sicuramente capaci di dialogare, vedere, iniziare a chiedersi dove diavolo siano finiti e per quale motivo. [ Ambient - Turni Liberi ]

15:56 Haran:
 < Mhn. > La testa duole. C'è un ritmico martellare e pulsare che va spandendosi per il cerebro battendo contro le palpebre, le tempie, le orecchie, portando il sangue a scorrere rumoroso nelle vene, come un fruscio continuo e assordante nei timpani. Bianco. Tutto è bianco attorno a lei, asettico. Sfuocato, indistinto, le aggredisce gli occhi mentre cerca di stringere le palpebre per mettere a fuoco ogni cosa. Non ricorda cosa sia successo, né perché. Un attimo di totale vuoto mentre sente tutto muoversi attorno a sé. Poco a poco i suoi sensi tornano attenti ed ogni cosa torna al proprio posto. Non ha idea di dove si trovi ma sa di non essere libera nei movimenti; qualcuno la sta portando in spalla, le sue mani sono legate dietro la schiena. < Che diamine--? > osserva iniziando ad avvertire una vaga sensazione di panico salirle dal profondo dello stomaco mentre, cercando di divincolarsi dalla presa ferrea dell'uomo che la sta portando, muoverebbe il capo per guardarsi attorno. Accanto a lei v'è un'altra figura mascherata -un Anbu a giudicare dalle vesti e dal tipo di maschera- che reca sulla sua spalla... Kankri. < Kankri! Tutto okay? Sei ferito? > domanda cercando di liberarsi i polsi dalle corde, inutilmente. Se solo il suo chakra fosse attivo... Tiene lo sguardo fisso sul compagno intenzionata a voler semplicemente sapere come stia mentre, alla fine, i due giungono in una stanza. Vengono depositati su delle semplici sedie in una camera bianchissima e piuttosto vuota, quasi ospedaliera. Azumi ascolta quanto viene detto e capisce che è quella figura alla scrivania ad aver richiesto la loro presenza lì. A testa alta e con sguardo serio, mantiene le iridi azzurre sulla maschera a forma di 'volpe' dell'altra, cercando di mantenere intatta la propria dignità. Non chiosa, non dice alcun ché, è piuttosto sicura che le risposte arriveranno anche da sole senza alcun bisogno di fare domande stupide quali 'chi è lei?' 'cosa ci facciamo qui?' 'cosa vuole da noi?', le solite, stupide battute da copione in un pessimo sceneggiato di seconda categoria. Attende, semplicemente, che la figura parli e che Kankri, al suo fianco, le garantista di essere tutto intero.

16:00 Hanae:
 Come se avesse fatto una pessima dormita gli occhi vanno aprendosi lentamente e con una forte sensazione di disagio, il mal di testa tipico di chi non passa delle belle notate, ne è abbstanza conscio..e tutto andrebbe relativamente bene se non si trovasse in movimento. Qualcuno lo sta trasportando, il proprio corpo sta riprendendo soltanto adesso le sue capacità motorie, le braccia permangono però immobili, tenute vicine l'una all'altra da quello che appare un nodo. Non ci sarebbe alcun problema, se solo avesse almeno il chakra attivato nel proprio sistema circolatorio. Lo sguardo scivola repentinamente in avanti, gli occhi vengono alzati per osservare dove stia venendo portato, ma solo una porta è presente. Per questo motivo lo sguardo scivola sull'ambiente circostante, dovendo far tuttavia rapporto ad un dolore piuttosto intenso dietro il collo. Ma tra un'oscillazione e l'altra riesce a mettere a fuoco tutto con precisione soltanto quando si ritrova dal nulla ad essere poggiato su una sedia. Entrambe le braccia poggerebbero in mezzo alle gambe, queste appena allargate per far spazio. Dovrebbe finalmente riuscire a vedere meglio ciò che accade, chi c'è, ma specialmente..Azumi. Gli occhi vanno dilatandosi appena. Un debole cenno del capo, realizzando infine che sono stati a tutti gli effetti ..rapiti? Un cenno del capo verso la ragazza. < E' tutto ok.. > Più o meno. Ma in ogni caso le labbra vanno unendosi appena in un sorriso che vorrebbe essere parzialmente un'assicurazione verso l'altra. Seguirebbe dunque a osservare colui che si presenta come il responsabile della propria situazione, un..ANBU? Deglutisce appena. A giudicare dal simbolo smeraldo sono appartenenti all'unita di Kusa, per cui non si tratta di nessun conflitto tra villaggi. < Cos'abbiamo fatto? > L'unica frase che gli sembra essere sensata, tra tutte le possibili. Potrebbe esser accaduto di tutto, ed il suo timore principale è che riguardi vicende che neppure ricorda. [chakra off] [se non è stato tolto portaoggetti con un kunai]

C'è da ammettere che i metodi finora utilizzati son più da schiavisti e torturatori, che da veri e propri Anbu. In realtà, la branca dei Torturatori è sempre stata presente, ma resta solitamente nascosta, invisibile ad occhi esterni. D'altronde, per esternare le informazioni c'è bisogno di una mano pesante, sicuramente non di una carezza poiché si ha quasi sempre a che fare con criminali di alta lega quando si prende in considerazione l'idea di chiamare le Forze Speciali. Ma torniamo al presente, con Azumi e Kankri che finalmente aprono gli occhi, iniziando a comprendere qualcosa di più. <Il lavoro di squadra c'è.> Asserisce con una mezza risata la donna minuta seduta sul bordo della scrivania, centrale rispetto alla posizione delle due sedie, ma frontale ai due ragazzi. Le braccia sono incrociate sull'addome, al di sotto del seno comunque nascosto dalla pettorina che ne difende il fronte. Non son visibili neppure i capelli, poiché raccolti e sistemati opportunamente sotto un cappuccio. L'unico sprazzo di pelle visibile è il bicipite destro, con il tatuaggio recante il simbolo degli Anbu e nient'altro, se non le dita d'ambo le mani per comporre -ovviamente- i sigilli nel caso di lotta ed utilizzar le armi senza problematica alcuna. Osserva i loro modi di fare, preoccupandosi vicendevolmente delle loro sorti. Raflo salta giù dalla scrivania, vantando un metro e settanta circa d'altezza, e s'avvicina ai due, passandovi in mezzo, tra le due sedie che, sì e no, distano l'una dall'altra un mezzo metro. Si posiziona dietro le loro spalle, una mano per schienale. <Ragioniamo insieme. Volete?> Non che abbiano particolare scelta data la loro posizione. <Sono pochi i motivi per cui, di solito, faccio condurre qualcuno nel mio Ufficio.> Spiega loro, alternando lo sguardo tra le due testoline azzurre. <Voi sapreste dirmi quali sono? Per di più..> Il tono è prettamente neutrale mentre si rivolge loro. <..sapete di cosa si occupano le Forze Speciali Anbu?> E' un indovinello? C'è una trappola? Le domande potrebbero affollare la loro mente, ma al tempo stesso il Generale non sembra affatto essere incline a dare risposte, ma a porre soltanto quesiti. [ Ambient - Turni: Azumi - Kankri ]

16:40 Haran:
 Kankri sembra essere illeso esattamente come lo è lei. Non ha ferite evidenti addosso né avverte particolari dolori lungo il corpo se non quel pulsare alla testa indice di una bella botta: probabilmente il motivo del suo improvviso blackout. La donna dinnanzi a loro sembra esaminarli dal tipo di parole che riserva ai due sebbene sia difficile dirlo a causa della maschera che nasconde il suo volto. E' una strana sensazione, quella. Quel luogo sembra sospeso nel tempo senza alcun tipo di indizio su dove si trovino. Potrebbe essere una base segreta come una stanza d'ospedale, non c'è nulla che dia una minima traccia di vissuto. E' tutto molto impersonale, persino le stesse persone. Figure senza nome, senza volto. Maschere dalle voci lievemente ovattate, nient'altro che questo. Azumi alterna lo sguardo fra la figura del suo compagno a quella della donna posta dinnanzi a loro, ormai arresa all'idea di non poter liberare le proprie mani dalla loro prigione di corda. Lascia che questa si distacchi dalla scrivania ove era rimasta poggiata fino a quel momento e la vede infilarsi fra i due fermandosi alle loro spalle, le mani poggiate sugli schienali delle loro sedute. Azumi rimane immobile, schiena dritta e testa alta, limitandosi a voltarla per poter tenere sotto sguardo i lineamenti felini di quella maschera candida dalle decorazioni color smeraldo. Ode la sua domanda retorica e quindi il resto del suo dire ritrovandosi ad inspirare a fondo e schiudere le rosee con fare cauto ma deciso. < Immagino che chi entra in questo ufficio o ha da rispondere a qualche errore commesso o ha qualcosa che possa interessarvi. > risponde lei con voce bassa ma ben chiara, parlando con tono educato ma senza remissione. Non si lascia abbattere o spaventare dalla situazione, lei che in passato ha veduto assai di peggio che un semplice sequestro. < Sbaglio? > chiede, dunque, ruotando il capo verso di lei per poi lasciare che sia Kankri a rispondere a quell'ultima domanda. Non desidera mettersi in mostra più del dovuto, né dare l'idea di parlare a nome di entrambi visto che, di fatto, non è così che funziona fra loro. Ancora non lo sa nemmeno lei come funzionino le cose con quel ragazzo: si sono incontrati solo due volte prima, e durante il loro secondo incontro qualcosa è andato terribilmente storto visto che hanno perso i sensi e si sono ritrovati legati e rapiti in quella che, a quanto pare, è la base degli Anbu di Kusa. Sa però che la sua presenza non le dispiace, che in qualche modo vanno d'accordo e che c'è quella intesa silenziosa che l'ha portata ad accettare la di lui proposta di lavorare insieme come una squadra, in missione. Questo lo sa e per questo, forse, si sente un po' più sicura e tranquilla nel ritrovarsi in quella situazione non da sola, ma al suo fianco.

16:50 Hanae:
 La fronte va ad aggrottarsi alle prime parole della donna presente al bordo della scrivania, sembra che..abbiano valutato la presenza di un'intesa? Le sopracciglia, appena visibili sotto qualche ciuffo dei capelli, appaiono adesso incurvate e rialzate, portando la pelle al di sotto ad essere stirata e resa dunque più visibile. Le labbra si mantengono comunque serrate per il momento, senza lasciar trasparire niente più che quell'espressione vagamente sorpresa e dubbiosa. Se avessero davvero commesso qualcosa di troppo probabilmente non sarebbero in una stanza bianca, ma in qualche cella con manette antichakra addosso, considerando che sono ninja. Le braccia paion difatti legati da semplici nodi, scartando l'idea che siano stati incauti, sanno molto sulla loro situazione presente, sulle loro abilità. Seguono delle domande, tutto sembra essere velato da una certa malizia, tale dal rendere la situazione decisamente complessa. Alla domanda riguardo le possibili ragioni effettivamente si trova in una posizione complessa. In una situazione normale probabilmente i motivi sarebbero decisamente pochi, ma che gli anbu abbiano info a lui occultate? Ci pensa, e la cosa lo tormenta per qualche istante, ma in suo soccorso arriva repentinamente Azumi. Lo sguardo scivola su di lei, un profondo respiro viene preso e soltanto un cenno del capo vien fatto, segno che aderisce in pieno al ragionamento appena fatto. Segue dunque una seconda domanda, sicuramente più semplice ad un primo impatto, ma ben pochi sanno tutto ciò che potrebbe fare un'unita d'elitè come la loro. < Una forza militare segreta..> esordisce così, spostando lo sguardo in direzione delle figure che appaiono effettivamente come i vertici della stessa organizzazione. < atta all'assassinio. > Almeno in origine. < Ninja più forti del normale scelti per sporcarsi le mani nel nome del villaggio. > Un ruolo particolarmente pesante da un certo punto di vista, quelle stesse maschere possono diventare la condanna di un uomo, se ci si dimentica di avere un volto. Tuttavia segue un leggero chinarsi del capo a seguito delle parole dette, un pegno di rispetto verso un lavoro segreto ancor meno beneficiario del ninja. < Son davvero necessarie? > Una domanda, indicando con lo sguardo le corde che gli legano le mani. Non che sarebbero in grado di combattere, anche volendo. [tag precedenti]

Velatamente, il Generale stesso si diverte particolarmente a prendere parte all'ingresso delle possibili e future nuove leve. Il primo impatto della di lei mano avviene sullo schienale della sedia di Azumi, facendola vibrare lievemente. Il colpo non è sicuramente abbastanza forte, quasi un buffetto quasi volesse confermare l'entità esatta delle parole da ella esplicate. Non ha torto, difatti, la Genin. Anche in quella situazione, una delle due risposte date è soltanto quella giusta. Ma per scoprirlo.. Come agirà Raflo? Non conoscendola affatto, non possono prevederla. I suoi sottoposti, negli anni, hanno iniziato a comprendere le sue manie, quel caratteraccio che mette in gioco quando si fa sul serio; perché per essere Anbu è fondamentale, sì l'unione, il lavoro di squadra, ma anche pensare con la propria testa, arrivare a COMPRENDERE senza dover chiedere a chi è sopra di te; bisogna PREVEDERE, giocare d'anticipo. La seconda mano non impatta, invece, sullo schienale di Kankri. C'è qualcosa che non la soddisfa. Difatti, dietro la maschera storce le labbra, cosa che non è visibile all'esterno; a differenza del sollevarsi del mento, sollevando lo sguardo verso il soffitto, bianco come le pareti della stanza. <Segreta in certi versi.> Commenta dopo qualche secondo di silenzio. Che abbia pensato davvero prima di parlare, magari scegliendo le giuste parole da dire? O è solo un caso e vuol far sì che entrambi provino maggior timore di lei, preoccupazione? <Nel Villaggio, tutti ci conoscete, dunque non siamo segreti. Ci occupiamo di salvaguardare la pace del Villaggio, dunque..> Lasciando cadere la frase, compiendo una pausa voluta, precisa e premeditata. <..se c'è necessità di uccidere, noi uccidiamo. Se ci viene ordinato di farlo, non possiamo permetterci di rifiutare.> Una Missione si porta a compimento fino alla fine, qualunque sia la necessità, il dovere, l'ordine imposto loro. Ignora la penultima frase del ragazzo, volutamente. <Sono necessarie perché non so se posso fidarmi di voi, allo stesso modo di come voi non potete sapere se fidarvi di me. Come hai detto tu, siamo dediti all'assassinio.> Ripercorre la 'navata' tra le due sedie, ponendosi frontale di nuovo ad essi, ma senza sedersi sulla superficie della scrivania. E' una suspense che potrebbe divenire snervante. Non si va né avanti né dietro e Raflo gode nel giocare con i suoi 'cuccioli' o con le sue 'vittime'. <Un'ultima domanda..> Avvisa la gentile clientela. <..avete commesso qualche errore?> Dove diamine vuole andare a parare? Ma il dado è quasi tratto. [ Ambient - Turni: Azumi - Kankri ]

17:14 Haran:
 Il 'buffetto' che la mano del Generale dà sullo schienale della sedia di Azumi la porta, internamente, a sussultare. L'altra non si esprime limitandosi a rimanere in un ostinato silenzio che rende tutto ancora più snervante a causa del viso coperto dalla maschera che ha indosso. Kankri, dal canto suo, risponde alla successiva domanda andando poi a tentare di richiedere non troppo velatamente di essere liberati di quelle fastidiosissime corde. Iniziano a stringere fastidiosamente, i polsi soffrono di quella costrizione e la pelle -laddove Azumi ha tentato di liberarsi- brucia probabilmente a causa di qualche piccolo, fresco graffio. Quanto detto dal Goryo riassume più o meno in generale ciò che tutti sanno degli Anbu: guerrieri straordinariamente abili selezionati per via delle loro capacità per compiere missioni che non verrebbero ordinariamente affidate a ninja qualunque. Tuttavia la donna non sembra essere totalmente soddisfatta di tale risposta e prende a chiosare dopo un breve attimo di denso e teso silenzio. Quel che dice porta la giovane genin ad osservarla e a memorizzare ogni sua parola. Ci medita a fondo ritenendo che, in quel particolare momento della sua vita, sarebbe un ruolo perfetto per lei. Niente legami personali, nessun freno a tenerla a bada, una maschera che nasconda la sua identità, semplice obbedienza agli ordini di un capoVillaggio. Quasi invidia quel genere di situazione dove non sentirebbe di avere più alcuna reale responsabilità sulle spalle: un semplice strumento atto a rispondere a scelte non sue. Una vita semplice, fatta semplicemente di lavoro e anonimato. Qualcuno direbbe che vorrebbe dire perdere la propria libertà ma a lei non dispiace: lei, la sua libertà, l'ha perduta anni prima assieme alla sicurezza ed alla sua famiglia. Niente di nuovo sotto il sole, come si suol dire. Dunque la donna torna a poggiarsi contro la scrivania senza tuttavia sedercisi sopra e, osservandoli al di là della propria maschera, va mettendoli in una situazione di lieve tensione. Cerca di giocare con loro ma Azumi non vuole darle soddisfazione mostrando timore o paura. Che senso avrebbe avuto portarli fin lì per ucciderli? Sono semplici e banalissimi genin, se avessero avuto qualcosa di cui dover rispondere a degli anbu avrebbero potuto estorcere loro le informazioni sul posto senza nemmeno bisogno di un vero scontro. Tuttavia nonostante questo attento pensiero, Azumi non è realmente, totalmente tranquilla: la preoccupazione c'è sempre e così anche il timore di essere nei guai. Timore che, quando l'altra pone quella domanda, va a pungere fastidiosamente sotto il costato portandola a riflettere attentamente sulle sue azioni. Non risponde subito, si prende qualche attimo per osservare l'altra e ripercorrere gli eventi passati nel Villaggio dell'Erba. Ha condotto una vita tranquilla, anonima e ordinaria. Ha eseguito le sue missioni ed è tornata a casa da Torihi prima che se ne andasse. < Molti. Ogni giorno. > commenta quindi Azumi stringendosi leggermente nelle spalle. < Ma nessuno che vada contro le leggi del Villaggio, comunque. > Di errori nella sua vita ne ha senz'altro commessi molti, come tutti, ma è piuttosto sicura di non aver fatto nulla che possa in qualche modo aver destato dubbi o sospetti nell'Hasukage su di lei, né -tantomeno- nelle sue forze speciali.

17:26 Hanae:
 Se questo è effettivamente un modo per testar qualcosa riguardo i due genin, questa situazione può esser paragonata ad una partita a scacchi dove dal proprio lato son presenti soltanto due pedine. Una situazione che se venisse affrontata sarebbe semplicemente impossibile da risolvere, provare a ribellarsi è ovviamente un'idea che non passerebbe neppure per la mente del più stupido dei deshi. < Conosciamo le vostre maschere. > Un'affermazione piuttosto semplice, che non trascian con sè alcun tipo di tono superbo o d'affronto. Parole che vogliono semplicemente mettere in chiaro dove andava a vertere il proprio dire quanto li ha riconosciuti come segreti. Ma non interviene ulteriormente in quel discorso, limitandosi a battere appena le ciglia e dunque ad ascoltare ciò che viene detto. Gli stanno venendo date piccole informazioni passo dopo passo riguardo quelle che sono le intenzioni altrui, ma allo stesso tempo stanno venendo messi in guardia sul potersi fidare. In un certo senso è un colloquio di lavoro..con l'aggiunta di qualche corda e possibile pericolo. Il corpo permane per la maggior parte del tempo immobile nella discussione, sono per lo più le sole iridi a spostarsi di tanto in tanto in direzione di Azumi, fattispecie per ascoltarne il parlato. Il resto del tempo fissa per lo più un angolo impreciso della stanza, o al massimo quelle stesse corde. E più vanno avanti, e meno sembra che il proprio sconosciuto passato sia correlato a quanto stia accadendo, un peso viene per certi versi rimosso dal proprio petto. < Non che io ricordi. > Afferma in tutta onestà poco dopo le parole della propria compagna, provando così a cambiare postura per rivolgersi con il corpo dinnanzi allo schienale della sedia. Schiena dritta e gambe larghe, per far quadrare il tutto. Lo sguardo va assottigliandosi appena. < Per quel che invece ricordo, no. Ma penso che possiate utilizzare qualche genjutsu..in qualsiasi caso. > in mancanza di fiducia, ma lo lascia sottinteso, permanendo nuovamente in silenzio. Gli Anbu sono un'ottima occasione per fare ricerche con criteri molto più sensibili di quanto si possa da semplice ninja, ed effettivamente la propria parte più intima..il proprio lato goryo, dovrebbe avere forte affinità con il loro lavoro. [tag di prima]

La maschera ruota verso Azumi, muovendo il capo dall'alto al basso in un tacito annuire alle di lei parole. E' sincera. S'è ovviamente documentata su entrambi prima di dire o fare qualsiasi cosa. Ha supposto che possano diventare ottimi membri, con le dovute precauzioni, gli allenamenti e l'addestramento vero e proprio. <Non avete commesso errori. Non avete motivo di essere qui, è questo che state pensando. Allora.. Perché vi ho fatti condurre al mio cospetto?> Si presume sia la domanda che si stanno chiedendo più di ogni altra cosa, a voler essere particolarmente onesti. Deve soltanto smetterla di giocare, poiché non par sortire nessun effetto particolare nei due. <Come avete detto voi, siamo altresì dediti alla protezione del Villaggio. Ci sporchiamo le mani per difendere i civili e la nostra patria, ma con ONORE.> Lo mette ben in chiaro, tuonando quest'ultima parola affinché rimbombi nella stanza ed entri nelle orecchie altrui. <Inoltre, prendiamo tra le nostre fila gente capace, al di sopra del normale. L'unica domanda che mi sento in dovere di porvi..> Come se già non ne avesse fatte altre al loro cospetto. <..e per la quale voglio una risposta precisa..> Resta perfettamente immobile, in piedi, come un soldato, con gli arti superiori piegati e uniti dietro la schiena. <..è: siete pronti a sporcarvi anche VOI le mani per il vostro Villaggio? Le domande precedenti erano di contorno, volevo che ragionaste con la vostra testa.> Asserisce con tono sempre neutrale, ma altisonante, austero e severo. Un Generale, appunto. <Se accettate, verrete addestrati, sarete costretti a sottostare ai miei ordini e a quelli dell'Hasukage tramite me, il Generale Raflo.> Si presenta in tutto e per tutto agli astanti. <Sta a voi scegliere. Il modus operandi per parlar direttamente con voi non vi ha lasciato granché scelta, ma adesso ve la cedo. Non vi saranno ripercussioni se non vi sentite in grado e dimenticherete semplicemente che tutta questa discussione sia avvenuta.> Fissa sia Azumi che Kankri, alternando la direzione del volto coperto dalla maschera tra l'uno e l'altra. <Cosa scegliete? E come dovrei chiamarvi, in caso di positività?> Sogghigna dietro la maschera, ma silente permette loro di decidere delle proprie sorti. Rischiare o scappare? [ Ambient - Turni: Azumi - Kankri | End al prossimo esito ]

17:53 Haran:
 La risposta di Kankri porta la Goryo a guardarlo in viso con fare attento. Il ragazzo ha perduto i suoi vecchi ricordi e quella che gli è stata appena posta dev'essere una domanda piuttosto frustrante. La donna comunque annuisce e Azumi sente di poter tirare un interno sospiro di sollievo. Okay. Forse le cose sono meno preoccupanti di quanto temesse. Nonostante il rapimento non propriamente carino non sembra che qualcosa di pericoloso stia per accadere. La donna conferma che nessuno dei due ha commesso errori di cui pentirsi ma quindi come mai sono lì? E' presto detto. Dopo un piccolo discorso introduttivo -durante il quale Azumi si è ritrovata quasi a sussultare per via degli improvvisi aumenti di volume della donna nel rimarcare determinate parole- Raflo -così pare chiamarsi il Generale- offre ai due la possibilità di scegliere se unirsi alla sua squadra o tornare alla loro vita di sempre. La ragazza sgrana appena gli occhi andando solo ora a schiudere le labbra in una palese espressione di sorpresa. Fino ha quel momento si è dimostrata piuttosto rigida nel tentativo di non mostrarsi spaventata e di nascondere la tensione, ma ora è semplicemente presa alla sprovvista. Si rilassa visibilmente andando a portare d'istinto lo sguardo verso Kankri al suo fianco. Non ha idea di cosa egli possa decidere ma lei sente una grande possibilità dinnanzi a sé. Divenire un ANBU le avrebbe garantito ancora maggior segretezza e forse un addestramento ancora migliore che le avrebbe concesso di difendersi da eventuali attacchi indesiderati dalla gente che, in passato, ha minacciato la sua sicurezza. L'idea è allettante, preziosa, e sarebbe assolutamente perfetta per la situazione in cui attualmente versa la giovane Goryo. Senza obiettivi, senza scopo e sola. Adesso avrebbe potuto essere sola, sì, ma con un obiettivo ben preciso da perseguire. < Io accetto la vostra offerta. Sarebbe un onore unirmi alle forze speciali di Kusa. > chiosa alla fine, Azumi volgendo il capo -alto- in direzione di Raflo con voce forte e chiara. Più che un onore per lei è una comodità ed un gradito riconoscimento delle sue capacità, ma forse dire alla donna che per lei si tratta più di convenienza che di vero e proprio onore potrebbe non essere una mossa saggia. Riflette dunque per qualche attimo sull'identità che, da ANBU, avrebbe quindi ricoperto e, dopo qualche attimo di attenta riflessione, si ritrova a rialzare lo sguardo per osservare la maschera bianca e verde con rinnovata convinzione. < Lilium. E' questo il mio nuovo nome. > risponde, alla fine, per poi volgersi ad osservare il viso altrui. Cosa sceglierà, Kankri, dinnanzi a quella offerta?

18:01 Hanae:
 Tutto ciò che sta accadendo adesso si porta in maniera repentina a scalare verso il suo vertice, da una situazione caotica iniziale si torna rapidamente ad uno stato di ordine. Non c'è più nulla di cui dovrebbe preoccuparsi, nessuna correlazione che gli dia problemi. Tutte le domande erano quasi un gioco della figura che si presenta presto con il nome di Raflo, il generale del gruppo. Tutte le risposte che cercavano vengono quasi pienamente soddisfatte in questi ultimi secondi da parte del generale, ma segue immediatamente dopo qualche attimo di totale immobilità da parte di Kankri. Le domande che seguono, definibili anche proposte, sono fondamentalmente gran parte del percorso ninja che dovrà percorrere andando avanti per questa strada. Lo sguardo scivola in direzione dell'altra, qualche istante soltanto ascoltando il suo voler accettare la proposta, ma dandogli al contempo un maggior tempo per pensarci. Non è solo il presente il punto, ma anche il futuro. Proiettando sè stesso oltre l'arco di tempo nel quale sarà anbu, un giorno sarà marchiato da questa scelta, che ora farà gravare un nuovo peso sulle sue spalle. Attende in silenzio, il tempo necessario che Azumi termini il proprio dire, per poi schiudere le labbra e cercare lo sguardo altrui. < Accetto. > Il rischio è stato preso, la propria vita messa in gioco a qualcosa di più pericoloso del giusto, in fin dei conti le faccende degli anbu sono anche ciò che un normale ninja non dovrebbe poter risolvere. Segue persino la richiesta di avere un nome, evidentemente qualcosa che potrà essere usato per non permettere di riconoscere i loro veri sè stessi nelle più svariate situazione. Eppure c'è qualcosa di estremamente disturbante nel dover scegliere un nome, una sensazione di disagio e quasi di déjà-vu. Ah, ma un nome lo ha. < Nemasu. > Un sorriso che appare dei più innocenti e semplici, accompagnandovi l'abbassarsi delle palpebre superiori e l'alzarsi delle inferiori, per un solo istante. La "u" nel nome, appare sorda, prolungando appena la lettera che la precede. < Lilium? > China appena il capo di lato, pronunciando un nome al quale dovrà iniziare ad abituarsi nel tempo. Oh, è strano, ma tolta tutta la parte pesante, piacevole.

Ascolta, attenta. <Lilium.> Recepisce il primo soprannome, stampandoselo nella memoria e, al tempo stesso, sorridendo per aver portato a compimento una parte del proprio piano di arruolamento. Manca Kankri, il quale non si fa poi molto desiderare. <Nemasu.> Annuisce anche in sua direzione, comprendendo appieno la situazione, entusiasta sicuramente, ma evitando opportunamente di darlo a vedere. <Ben presto, verrà qualcuno a prelevarvi per consegnarvi tutto il necessario al fine del vostro reclutamento e addestramento. D'ora in avanti, finché indossate la Divisa e la Maschera, non esisteranno più né Azumi né Kankri.> Spiega loro, col solito tono serio e austero che più le confà. <Qualsiasi informazione qui ottenuta venga conseguentemente portata fuori dalle mura della Base, sarà punita. Dipende solitamente dalla gravità della situazione, ma la maggior parte delle volte la pena capitale è quella più scelta. Questo perché siamo una organizzazione che difende il Villaggio, l'Hasukage e i suoi cittadini. Di conseguenza, qualsiasi danno negativo nei confronti di questi ultimi non sarà affatto tollerato.> Prosegue nelle ordinarie spiegazioni, solo per far comprendere loro quanto tutto venga preso sul serio; che non si trovano ancora in Accademia, ma che è ora, decisamente, di crescere e mettersi in gioco. Riprende a camminare, per dirigersi verso le loro spalle, finalmente per un buon motivo. Prima verso la ragazza e poi all'altro, s'occupa di slegare le loro mani. <Avrete anche una Maschera tutta vostra. Ora pussate via. Fuori, vi aspettano i vostri superiori..> Quelli che, in teoria, precedentemente, li hanno condotti lì sotto la finta accusa di rapimento. Agita entrambe le mani, come a volerli nell'effettivo cacciare. Che si diano da fare per scalare la gerarchia e difendere il loro Villaggio! [ END ]

I due Goryo vengono scortati sin davanti Raflo per apprendere, con sommo gaudio, che entrambi son stati scelti per le Forze Speciali. Entrambi accettano sotto mentite spoglie di Lilium e Nemasu.

No Exp, poiché la Corporazione vale come Premio.

Spero sia stato un Ambient gradito, tralasciando qualche ripetizione di troppo nel fato riscontrata sol dopo averlo inviato e riletto ( devo riprenderci la mano ) e.. Bravi~