Qualsiasi cosa accada.
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Giocata del 11/01/2018 dalle 15:42 alle 19:50 nella chat "Monte dei Volti di Pietra in Rovina"
[Monte] Ha preso il treno a Kusa, ha cercato di far rimanere a casa il cagnolone, ma non è tanto sicura di esserci riuscita in effetti, che la stia seguendo dalla distanza non può saperlo quindi. Comunque sia nel primo pomeriggio la piccola Yakushi è giunta a Konoha con il chiaro intento di andare a trovare sua sorella Shade e con la chiara sensazione che ella possa essere più che arrabbiata con lei. La giovane indossa un semplice e caldo kimono scarlatto, un rosso però non troppo acceso, con delle rifiniture dorate, così anche come i ricami floreali. Un kimono corto ma dalle lunghe maniche morbide a coprirle le braccia fino alle mani, mentre al di sotto indossa un paio di pantaloni neri ed attillati, ma elasticizzati, lunghi fino a poco sotto il ginocchio. Una fascia dorata è stretta alla vita e tiene chiuso il kimono e su di essa vi è la placca in metallo del copri fronte di Kusa, con tanto di simbolo del proprio villaggio. Scarpe ninja ai piedi e i guanti alle mani, quelli a mezze dita con la placca in metallo sul dorso insomma. Sul kimono, ricamato, vi è anche il simbolo del suo clan Yakushi, sia a livello del cuore che al livello infra scapolare. Al collo invece la collana del clan Oboro che le ha regalato suo padre. Il porta kunai e shuriken è allacciato alla coscia destra, mentre il porta oggetti alla vita, dietro la schiena, e in esso ha fatto spazio anche per la macchina fotografica regalatole da sua madre Kaori. I lunghi capelli neri e setosi sono raccolti in un elegante chignon che lascia libere solo due ciocche ai lati del visino per incorniciarlo. Il pallore risalta nel nero di quei capelli, così come gli occhi magnetici ed ambrati. Sotto ai vestiti indossa sempre le sue bende bianche ad avvolgerla come una mummia dal collo in giù, e visibili solo nei punti lasciati scoperti dai vestiti… per quanto fastidiose almeno tengono caldo. Una volta arrivata a Konoha, però, non si è diretta subito da Shade, ma ha preferito fare una tappa al Monte dei Volti per riordinare le idee, quel luogo dove ha incontrato per la prima volta la sorella. Sta cercando il coraggio di andare da lei ed affrontare le proprie colpe. Sulla sommità di quel luogo osserva il villaggio, quell’agglomerato di case e persone che vanno avanti nel tempo a fare la loro vita, sia essa semplice o complicata. Tutto sembra essere tranquillo al momento, lei stessa sembra aver ritrovato una sorta di equilibrio non indifferente fra Mirako e la nuova arrivata Heiko. Se ne sta in piedi con lo sguardo perso nei propri pensieri davanti a sé, sotto un cielo plumbeo e nuvoloso. Ma dura poco quell’immobilità, perché finalmente si decide a muoversi e così fa. Andrebbe a compiere i primi passi verso le scale per discendere i Monti ed avviarsi da sua sorella Shade. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] Sta lentamente riscoprendo il suo villaggio. Dopo tutto quello che è successo ha pensato bene di nascondersi fra le quattro mura di casa. La sua scusa era prendersi cura degli animali, non poter mai lasciare il panda da solo, ma la realtà è che era solo spaventata da tutto quello che c’era fuori. Come se non fosse abbastanza, ogni volta che provava a mettere il muso fuori dalla piccola abitazione, si ritrovava a fare i conti con qualcosa di nuovo o di pericoloso, come Noboru in ospedale o come le missioni che è stata costretta a fare. No, non è stato facile, non è nemmeno stato un bel periodo per lei ma lo sta superando, con il dovuto tempo e le dovute difficoltà. Il peso non è variato molto. Da quando ha visto Uta morire sotto il ghiaccio, illusione o non illusione, ha visibilmente perso l’appetito. Ha perso anche qualche chiletto e ora per riacquistarlo il ragazzo la sta facendo ingozzare di cioccolata o altre schifezze varie. Il tempo, per fortuna, non è del peggiori, cosa che le permette di girare per il villaggio senza necessariamente obbligarla ad usare un ombrello, anche se forse, considerando il cielo ricco di nubi, avrebbe fatto bene a portarsene almeno uno dietro. Si sente tranquilla, anche se non sorride ai passanti, anche se non si ferma a salutare tutti come suo solito, riesce a camminare fra le strade del villaggio senza mantenere lo sguardo fisso al pavimento e, per una volta, non è uscita per comprare gli stessi due fiori che, puntualmente, porta alla tomba dello Hyuga. La sua giornata è diventata monotona, rinchiusa in un circolo vizioso di pensieri che la portano a desiderare la compagnia della sorella, ma si ritrova bloccata dall’idea di essere odiata dalla stessa per non aver avuto il coraggio di andare a trovarla più spesso. Le aveva chiesto aiuto e lei non ha saputo come intervenire, non ha saputo cosa fare e come farlo, non ha fatto nulla e ora non fa altro che pensarci su. Indossa maglia e pantalone di una tuta da ginnastica grigia, foderata di un materiale caldo e comodo, coperta da un giubbotto caldo e non ingombrante. Armi, non sa cosa sono, non ne porta mai con se, forse solo quando è in missione si prepara al meglio. Vorrebbe chiedere consiglio ai volti che sovrastano la città, sperando in una risposta sincera, per questo ha ben pensato di dirigersi sui volti di pietra, camminando lentamente su quelle scale che permettono alle persone di raggiungere la cima del monte e le teste dei vari Hokage. Non si sofferma a guardare molto coloro che la circondano durante la sua salita ma, presto o tardi arriverà in cima. Il volto è nascosto a metà da una sciarpa bianca, così come i capelli, quelli che non sono racchiusi in una voluminosa treccia, sono bloccati sotto un cappellino in lana del medesimo colore. Al set mancano i guanti, motivo per cui le mani vengono tenute in tasca. [Ch off] [Monte] Cammina la ragazzina, mostrando la sua figura piccola e gracile, non pare dimostrare l’età che ha ma sembra più piccola, ciò non le impedisce comunque di cambiare, soprattutto emotivamente. Il passo è lento, calcolato, come se non avesse alcuna fretta, frenata da quella paura che si porta dietro. Ha rotto due promesse a due persone importanti, la prima a sua madre Kaori e la seconda a sua sorella Shade. Ha ceduto, si è lasciata andare e si è nascosta all’interno della propria mente, la quale si è spezzata ancora di più per una serie di eventi che ancora le procurano dolore. Per non soffrire, sentire e andare avanti, lei si è rinchiusa in un mondo oscuro, isolandosi dalla realtà, e lasciando che la sua nuova personalità guidasse il corpo. Con fatica e con molta lentezza si è ripresa, e ha rischiato ancora di crollare dopo il ritorno di Kaori, ma ora si è ripresa. Ha trovato equilibrio e stabilità grazie alle sue personalità, a quella riunione tra lei, Mirako ed Heiko. Alla fine ha risolto tutto da sola si può dire, con qualche aiuto da parte di chi le è stata accanto nonostante fosse assente. Ha potuto recepite l’affetto, ma il più del lavoro lo ha fatto da sola. È così che si fa, no? Ci si aiuta da soli e si diventa più forti. In realtà lei ha Mirako ed Heiko, ma essendo parti della stessa mente, è difficile comprendere se si tratti davvero di proprie forze o meno. In tutto quello però non è stata abbastanza per Shade, e la ragazza è rimasta con i propri dolori e i propri traumi, senza che lei potesse aiutarla per davvero e questa colpa le fa battere forte il cuore, le procura dolore. Una volta arrivata nei pressi della scalinata, però, dovrebbe giusto riuscire a notare proprio la figura di Shade. La Yakushi si ferma, si blocca, improvvisamente non ha idea di che cosa dire o fare, si sente a disagio ed impacciata, convinta di ricevere rabbia dalla Hyuga. Ma non può scappare ne fare finta di nulla. <Shade? Ciao.> la sua vocina, non troppo alta, sussurrata ma udibile, che viene portata dal leggero vento fino a sperare di essere sentita dalla ragazza con sciarpa e cappello. Attende una sua reazione come se stesse aspettando una sentenza, le braccia lungo i fianchi e gli occhi fissi sulla sua figura. L’espressione è tesa, ma vi è un piccolo sorriso… non si azzarda ad avvicinarsi, non si azzarda ad abbracciarla come vorrebbe, perché non ha idea di come l’altra potrebbe reagire. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] Oltre al problema con Kouki ne ha un altro, altrettanto importante, che deve assolutamente affrontare. Ha lasciato che la corrente la trasportasse per molto tempo, ha lasciato al flusso del tempo la possibilità di scorrere tutto intorno a lei, ma ora, ora come non mai, si ritrova a dover prendere delle decisioni per se stessa. Non sa cosa vuole fare veramente. Non sa se vuole ancora essere un ninja, non sa se vuole combattere i suoi problemi, ma sente il desiderio di scappare, fuggire da quella stressante situazione mentale che la porta a prendere delle decisioni per se stessa. Non può continuare a nascondersi al mondo, ma legarsi a qualcuno, farlo di nuovo, per soffrire nuovamente della loro perdita, le sembra una gran perdita di tempo. Ha avuto Fumiko al suo fianco, per diverso tempo, e alla fine si sono perse, entrambe, chi per un motivo e chi per un altro. Ha avuto Raido, uomo che ha anche sfidato più di una volta, e sente di essersi lasciato scappare dalle mani anche lui. Hiashi, il suo sensei, è morto quando più aveva bisogno di lui e, se continua a rimanere “al sicuro” fra le mura di casa, perderà sicuramente anche Kouki. Non è facile. Se si nascondesse dal mondo una volta per tutte, se tornasse ad isolarsi, non rischierebbe di soffrire la morte o l’allontanamento dei suoi cari, ma allo stesso tempo perderebbe anche gli ultimi due legami che le sono rimasti. Non capisce, come comportarsi, cosa fare, sono cose che evidentemente non capisce e che la portano a sospirare rumorosamente mentre compie i primi passi su quella scalinata, o gli ultimi, dipende da come la si guarda. Eppure qualcosa arriva al suo orecchio, trasportato dal vento che gioca a suo favore, un flebile sussurro di una persona che la chiama per nome. Quella voce le procura un tuffo al cuore, sente chiaramente diversi battiti che saltano il classico ritmo in una dolorosa fitta che la porta a voltarsi verso la provenienza di quel suono. La vede poi lì, minuta, gracile, bellissima come sempre, anche fin troppo emaciata per i suoi gusti, la sua piccola sorellina. Come dovrebbe comportarsi? Cosa dovrebbe fare? La testa le dice di rimanere in disparte, di osservarla, di capire se è lì per insultarla, per farle pesare che è stata una pessima sorella. Che, come Kaori, l’ha abbandonata a se stessa quando veramente ne aveva bisogno. Eppure non riesce a frenare l’istinto e tenterebbe di correrle incontro, aprendo le braccia all’ultimo, per stringerla a se, nel totale silenzio, sempre se glielo avesse concesso. Un abbraccio che la porta a stringerla anche troppo forte, ma nulla che le dovrebbe davvero fare del male. Ha davvero bisogno di parlare in questo momento? [Ch off] [Monte] I suoi occhi sono fissi su Shade, le sue paure si fanno sempre più pressanti arrivando come a soffocarla. Il respiro le manca, il cuore pompa sangue, quello stesso sangue che viene quindi sparato per il proprio corpo. Quello stesso sangue infetto che reagisce alle sue emozioni e, finendo nel cervello, le procura dolorose fitte alla testa. Ancora quel malore, ancora la vista che si offusca, ancora il controllo che sente tanto labile. La sorella non si smuove, sembra voglia ignorarla, e se quella sarà la sua definitiva risposta, allora alla ragazzina non rimarrà che rispettarla ed andarsene. sta per lasciar perdere, demordere, ma Shade fa qualcosa di tanto inaspettato quanto bellissimo. Le corre incontro e alla fine l’abbraccia, la stringe a sé con forza, le fa sentire quei sentimenti tanto forti e mai mutati. Di colpo i brutti pensieri se ne vanno, scorrono via dal suo corpo come se non fossero mai esistiti. Il sollievo e tale che il dolore alla testa aumenta, complice l’infezione. Ma non è triste, non è abbattuta, il sorriso si allarga e risponderebbe a quell’abbraccio. Le manine si stringerebbero agli indumenti della Hyuga, sentendo un calore risanatore dentro di sé. Si stringe alla sorella, grata fin nel midollo di non vederla arrabbiata con lei. Gli occhi si chiudono e si lascia andare a quel momento solo loro. <Shade.> ancora una volta la chiama per nome, ma senza staccarsi da lei, nascondendo il viso fra quei vestiti, come se si vergognasse di qualcosa. <Mi dispiace per essere stata tanto egoista. Per essermi isolata e non esserti stata vicina.> sussurra quelle parole cariche di sincerità e dolore, le dispiace, dispiace di aver fatto del male a tutti in quel periodo. Nonostante tutti le ripetono che non è colpa sua, nonostante tutti continuino a volerle bene. <Sono qui per vedere te, per chiederti scusa, per sapere e vedere come stavi. Se sei arrabbiata con me hai ragione ad esserlo.> continua a mormorare contro i vestiti dell’altra, facendosi sentire, lasciandosi andare ancora a quell’abbraccio, senza scioglierlo, ma continuando a stringersi ancor di più contro di lei se le venisse permesso dalla sorella, ovviamente. È stata un pessimo periodo, ma ora può andare meglio, può andare avanti, deve farlo. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] Non se la sarebbe mai lasciata scappare, a costo di inseguirla fino alla magione usando Hidalgo, uno dei due cavalli che lo Hyuga maledetto le ha lasciato dopo la sua morte. Poi le ha lasciato…diciamo che si è presa lei l’iniziativa di prendersi cura di loro. La osserva piccola e indifesa, di fronte a quella strana situazione, perdendola quasi di vista nel momento in cui le corre incontro, quasi come se lo stesse facendo ad occhi chiusi, quasi come se avesse paura di esser respinta ed allontanata. Per fortuna nulla di male avviene. Per fortuna la sua piccola sorella non scappa, non la allontana, ma si stringe a lei, procurandole un incredibile scarica di dolore e sollievo. Dolore perché ha atteso troppo, si sarebbe dovuta presentare prima alle porte della magione, ma non potrebbe esser più sollevata di così nel vederla ancora legata alla loro promessa di esser sorelle. Le sente pronunciare il suo nome e quel gesto le procura un evidente tremore in tutto il corpo. Un sobbalzo, un evidente spavento che la porta a preoccuparsi di quello che potrebbe seguire. E se la cacciasse solo ora? Se la insultasse? Avrebbe tanti buoni motivi per farlo, tantissimi, e nell’indecisione di stringerebbe di più a lei, chiudendo gli occhi con forza, e preparandosi a sentire il possibile resto degli insulti che si merita. Ma ciò non avviene, per sua enorme sorpresa. La ragazzina si scusa, in quei sussurri che rappresentano il suo modo di fare, con quella voce che è poco più di un dolce sussurro, questa volta circo di dolore e dispiacere. <No…> il tono è quasi rauco, per il tempo in cui è rimasta in silenzio, come se l’emozione non le permettesse di parlare in modo corretto. <Non hai nulla di cui chiedere scusa. Mi sei stata vicina, anche se non eri con me fisicamente. Sei sempre stata nei miei pensieri. Se non ti avessi promesso che avrei continuato a combattere…molte cose sarebbero diverse> lei, probabilmente sole lei potrebbe esser considerata diversa. La lascia fare, la lascia stringersi ancor di più contro di se, comportandosi in modo eguale, senza lasciarla andare, ma lasciandole la possibilità di scogliere quell’abbraccio quando più le fa comodo. <Io sarei dovuta venire prima da te. Mi hai chiesto aiuto e non l’ho fatto…non so nemmeno cosa ti è successo> le accarezza il capo, con dolcezza, facendo attenzione a non rovinare lo shignon in cui sono raccolti. <Ho sbagliato. Dovresti essere arrabbiata con me> oh bene adesso per ripicca si arrabbiano entrambe e parte lo scontro a suon di pokemon battle theme, no? [ch off] [Monte] Un caldo e forte abbraccio che viene corrisposto, ecco cosa sta accadendo. Nessuno viene respinto, nessuno viene insultato, tutto è… tranquillo, per così dire. Si sono promesse di essere sorelle e ancora lo sono, si sono promesse di lottare e, tra alti e bassi, entrambe lottano. Ha aspettato troppo per venire a Konoha e trovarla, troppo per passare del tempo con lei, convinta di averla quasi ormai persa, ma invece non è così. Entrambe si sono pensate, entrambi pensavano le stesse cose l’una dell’altra, ma alla fine si sbagliavano tutte e due. Ora sono qui, sui Monti, ad abbracciarsi e la piccola Yakushi chiede perdono. Ma dopo tutto quello che ha sussurrato alla ragazza, ella risponde in modo totalmente diverso ed inaspettato. Un ‘no’, rauco e doloroso, mentre ancora si stringono… una voce che sembra sia stata segregata in gola per molto tempo. Ha modo di scoprire che anche la Hyuga si sente in colpa per le medesime cose, medesimi problemi. Eppure la piccola non glie ne fa una colpa, sa cosa ha passato e cosa sta passando, è sua sorella dopo tutto. Un ruolo decisamente diverso rispetto a dei genitori. Si distacca ora dalla ragazza, scioglie quell’abbraccio senza però distanziarsi troppo da lei e la osserva in viso, negli occhi. <Sono stata male.> ha diritto di sapere quello che è successo dopo tutto. <La mia mente si è spezzata ancora una volta e mi sono rifugiata all’interno di essa. Non volevo più sentire dolore, niente, era come essere morta. Ho lasciato che… qualcun altro guidasse il mio corpo.> una piccola spiegazione della sua codardia e nel mentre andrebbe a scuotere appena la testa. <Ma ora è tutto risolto, mi sono fatta forza, ho trovato un nuovo equilibrio insieme alle altre.> le altre sue personalità, ovviamente, ma non entra nello specifico per il momento, tenendo un tono di voce basso, soave ed accennando un piccolo sorriso. <Non hai niente da farti perdonare. Entrambe abbiamo e stiamo combattendo le nostre battaglie. L’importante è essere qui insieme, ora.> il loro momento insomma. Ogni volta che la guarda, però, non può che sentire una dolorosa fitta al cuore, per Wonderland. Sapere e non poter parlare la sta logorando dentro, lei è totalmente divisa, al suo interno è un coccio in frantumi ma lei cerca di ignorarlo. E in quell’ignoranza va avanti portando una maschera di equilibrio e stabilità che l’aiuta a tenersi in piedi. Tranquillità, serenità… ma nel suo profondo, cosa si è realmente aggiustato? <Dunque… come stai? Come sta andando? Sinceramente.> vuole sapere se è cambiato qualcosa, se sta ancora male, quanto sta male, o se è in via di guarigione. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] La confessione della ragazzina arriva come un fulmine a ciel sereno. Dio, sereno proprio no, ma non si aspettava che la piccola soffrisse tanto. La sua mente si è spezzata. Ricorda l’ultima volta che l’ha vista, ricorda quella sua richiesta di aiuto, così strana e improvvisa, per Kouki che si era persa. Non capiva al tempo e ha difficoltà a capire anche ora. La mente umana è una cosa molto delicata, quella della sorella lo è più di altre e sapere che si è spezzata ancora una volta, di certo non la rende allegra. La osserva, con ansia, preoccupazione, scrutandone il volto con avarizia, quasi come se cercasse l’ombra di uno scherzo in quelle parole, nascosta nelle sue espressioni, eppure le sembra seria. <Kouki…cosa è successo. Perché ti sei nascosta?> la capisce, in parte, non riesce ad attaccarla. Anche lei ha cercato di nascondersi, anche lei ha provato a morire, ma non ha lasciato dietro di se nessuno a prendersi cura del suo corpo, non avrebbe lasciato nulla di più di un cadavere. Ora le cose sono migliorate, molto migliorate. Gli incubi sono un lontano ricordo, il dolore è decisamente più sopportabile e non ha più paura di veder scomparire Uta. Ha capito che il ragazzo non è frutto della sua immaginazione, ma lui in carne ed ossa. Quello di Wonderland era solo ed esclusivamente un illusione, era quella l’immagine creata nella sua mente. <Kouki…mi dispiace, ci sarei dovuta essere per te...ho sbagliato…> glielo dovrebbe chiedere? Chi era la persona con cui ha parlato quel giorno, chi era quella che le ha chiesto aiuto? Ma come potrebbe chiederle una cosa del genere senza offenderla o senza farla preoccupare. Conosce la sorella, sa che odia quando le vengono nascoste le cose…lo immagina per lo meno da alcune delle loro conversazioni. Sa anche quanto è capace di arrabbiarsi in determinate situazioni e quanto quelle situazioni la destabilizzino. Ed è proprio per paura che, almeno al momento, preferisce non indagare sulla questione. Andrebbe ad accarezzarle dolcemente il viso, scostando una delle due ciocche di capelli rimaste fuori dallo chignon in un movimento lento e dolce, cercando di trasmetterle la felicità e l’emozione che prova anche solo per averla rivista. Ma poi arrivano le domande, quelle classiche, che si aspettava o si sarebbe dovuta aspettare. <Possiamo dire che va> ammette, lasciandosi cadere per terra, lì nei pressi delle scale, quasi come se volesse bloccare il passaggio ad eventuali visitatori, anche se considerando quanto sono piccole quelle due, nessuno si dovrebbe sentire intralciato dal suo essere in mezzo. <Ci sono cose che ancora mi fanno male. Ricordi, luoghi, desideri. Non mi sono nemmeno resa conto che sono passati mesi da quando è morto Hiashi, che sono passati mesi dal giorno in cui sono uscita da quell’ospedale. Il tempo è volato e io…non me ne sono accorta. Però cerco di reagire, cerco di capire cosa dovrei fare della mia vita.> Sincera, come le è stato chiesto, Non potrebbe esserlo più di così, quindi spera che alla bambina vada bene quella come spiegazione. Al massimo le farà qualche altra domanda. <Kouki, sicura che è tutto risolto? Sinceramente.> glielo deve chiedere, imitandola. [Ch off] [Monte] Di certo non sono notizie che dovrebbero trasmettere gioia ed allegria, eppure sono la verità e lei non vuole nasconderle nulla dato che è sua sorella, oltre che un’amica. La osserva col sorriso sulle labbra ma senza ombra di alcuno scherzo, ascoltando quella prima ed ovvia domanda che le viene data. E come spiegarlo ora? Come spiegare tutto quanto dalla sua origine senza parlare di Wonderland? Prende un piccolo sospiro prima di rispondere al meglio delle sue capacità. <Una persona alla quale tengo ha fatto qualcosa che mi ha fatta soffrire.> non dice oltre, non vuole ma soprattutto non può. Per quanto abbia covato rancore per suo padre, gli vuole comunque bene e non potrebbe mai tradirlo a quel modo. <In seguito c’è stato Noboru, il padre di Fumiko. Lei è andata da lui per risolvere le cose a modo suo, ovviamente da sola. Sono successi casini e io e papà siamo dovuti andare a recuperarla perché nel frattempo le era stato fatto il lavaggio del cervello e non ricordava più nulla.> non sa nemmeno come spiegarlo, nemmeno si ricorda chiaramente tutto di quel periodo. <Io ero ancora arrabbiata e mi è stato chiesto di aiutarla, recuperarla, dovevo combattere contro di lei mentre papà si occupava di Noboru.> solleva le spalle ora, non riuscendo effettivamente a spiegarsi. <Mi stavo già rompendo al momento, dentro non ero ancora aggiustata come si deve… durante lo contro Mirako ha preso il sopravvento e avrebbe ucciso Fumiko. Senza se e senza ma.> si blocca, si morde il labbro inferiore a quel ricordo. <Per fermarla io e l’altra… Heiko… abbiamo dovuto rompere la nostra mente. Farla in mille pezzi affinchè Mirako stessa crollasse.> era stato semplice, era già incrinata nel profondo, e una volta fatta crollare Mirako, lei era rimasta come un involucro vuoto, senza niente e nessuno a muoverla. <Poi non ricordo bene, so solo che ero stanca, provavo tanto dolore… e ho dormito a lungo. Lasciando che Heiko facesse tutto.> non ha problemi a raccontare, non ha problemi a dirle quello che è successo, del resto deve sapere, le vuole bene e vuole essere sincera con lei. Scuote appena la testa, cercando di prenderle piano una mano. <Non ti dispiacere. Tu avevi già i tuoi problemi e le tue sofferenze, non avrei mai voluto aggiungermi come un peso al tuo animo.> nonostante Heiko le abbia chiesto aiuto, è in un certo senso sollevata di essere stata un peso per la Hyuga. Sincera come non mai, le sorride. <Siamo sempre sorelle, vero?> le domanda con espressione un po’ più allegra, più solare, come se volesse sollevarla di morale. In silenzio poi ascolta tutto quello che le viene detto, tutto quello che la sorella le dice a proposito di se stessa. Cerca di comprendere, anche se è difficile per lei, ma alla fine annuisce. <Ti stai riprendendo anche tu, allora? Sono stati momenti molto difficili per te, e sebbene io non possa comprendere appieno, mi dispiace davvero tanto. Allo stesso tempo sono sollevata di vederti un po’ più… avanti.> sospira. <Non avere fretta, prenditi tutto il tempo che ti serve per capire. Torna a riscoprire il mondo e te stessa, guardati intorno.> così è quello che ha fatto lei del resto, riscoprire se stessa… in un dialogo malato con due personalità, ma il risultato è quello. E poi quella domanda, l’ultima a lei rivolta che la lascia un attimo in difficoltà. Oh, quanto vorrebbe dirle tutto, come vorrebbe parlarle e poi correre da sua madre Kaori e dirle tutto. <Io…> non sa cosa dire, non sa proprio come comportarsi. <E’ tornata mia madre, Kaori, sai.> mugugna quelle poche parole, il sorriso torna sulle sue labbra, un sorriso un po’ triste. <Credo di averle fatto molto male, ma sono felice che sia tornata.> abbassa lo sguardo, sente quella morsa stringersi attorno al cuore. <Le sto facendo molto male. Sto facendo del male ad entrambe… sia a Kaori che a Fumiko.> e se solo potesse scegliere, senza remore, senza preoccuparsi di ferire l’una o l’altra donna, se solo potesse essere libera effettivamente di poter scegliere. Sceglierebbe chi, ne è sicura, non avrebbe mai permesso a suo padre di prendere una strada tanto sbagliata. Così soffrono entrambe, se scegliesse l’una o l’altra invece sarebbe solo una a soffrire. Chiude gli occhi, le manca il respiro, e si allontana di qualche passo da Shade per poter voltarsi verso il villaggio ed osservarlo. <E’ tutto così dannatamente complicato, Shade. Ogni cosa sembra esistere per ferire me o chi mi sta intorno.> [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro] Comprende anche la possibilità che la bambina possa non volerle dire tutto a sua volta. Alla fine è normale, sono entrambi abbastanza a pezzi ancora, sono entrambe come nascoste nel loro diverso modo di affrontare le difficoltà, ma ne ascolta con attenzione ogni parola, analizzando più il viso della bambina di quanto non faccia con le parole che la stessa pronuncia. Ma una serie di affermazioni la disturbano, la feriscono, come delle gelide pugnalate. Si, lo sapeva, lei ormai non è più parte di quella famiglia eppure sapere che Noboru ha messo le mani su Fumiko le fa male, così come immaginare la sofferenza di Raido ad una cosa come…il lavaggio del cervello. Non capisce cosa intende con quel termine, ma ricorda le suppliche di Fumiko a Noboru quel giorno di ospedale, le ricorda bene, e sa che forse avrebbe dovuto fare di più per lei…a prescindere dal loro passato. Poi sente di Raido e Noboru, sente di Mirako e Fumiko e non può non agitarsi. Osserva la piccola con attenzione, ne scruta il corpo, alla ricerca di qualcosa che le permetta di capire il suo stato fisico. Si agita al punto da non poter più rimanere seduta e la sua preoccupazione per il resto della famiglia di lei…semplicemente scompare. Lei la giustifica, come se ci fosse un modo per giustificare la sua mancanza nella vita della piccola, come se fosse giusto ricevere una giustificazione simile. Stava male e questa era una scusa sufficiente per restare lontana da lei? No. E poi la domanda che interrompe quella serie di inconcludenti pensieri. “Siamo sempre sorelle, vero?” quella domanda la blocca per qualche secondo e le fa osservare il volto di Kouki. Sorride. <Saremo sorelle per sempre. Qualunque cosa accada, saremo sempre sorelle> si limita a rispondere a quella domanda, continuando a pensare a quel che ha sentito, senza riprendere a parlare ma lasciandole completare il suo discorso, lasciarle formulare le domande che seguono a cui andrebbe a rispondere pensierosa. <Mi sente come se mi stessi svegliando ora da un lungo sonno. Mi sento…intorpidita. Sai come quando ti svegli nel pieno della notte per bere e non hai una perfetta cognizione di quello che ti circonda…> una sorta di dormiveglia che non le fa capire bene come il tempo sta passando, ma le fa ricordare benissimo quello che ha visto mentre dormiva, nei sogni. Sente il nome di Kaori e alza la testa. Allora ricordava bene, è lei la madre di Kouki. La lascia parlare, le lascia il tempo di sfogarsi e finalmente riprende la parola. <Io non so cosa è successo con Noboru, con Raido e Fumiko. Sto scoprendo tutto ora e sono incredibilmente dispiaciuta di non esser rimasta al tuo fianco in quel momento.> il suo, gli importa molto anche degl’altri due protagonisti della vicenda, ma meno, molto meno, se messi a paragone con la piccola. <Hai parlato della mia sofferenza e dei miei problemi, ma sono nulla se messi a paragone con quello che stai affrontando tu. La realtà, Kouki, è che sono una codarda. Ho preferisco scappare piuttosto che affrontare il cambiamento di Fumiko. Sono scappata da Noboru in ospedale quando mi iniziato a strangolarmi e sono tornata al mio villaggio, per nascondermi dall’ira di Raido e di Fumiko. Io vi ho abbandonati, nascondendomi nelle mie paure. Io…sono sempre una pessima sorella. Voglio essere sempre al tuo fianco, ma poi non ci sono mai quando hai bisogno di me. Kouki, mi dispiace> lo ammette, le fa male ammetterlo ma è il primo passo per migliorarsi. <Io…ho incontrato tua madre. Sono stata io a dirle che Hiashi è morto…ma non sono riuscita ad odiarla. Credevo che vedendola ci avrei visto il mostro che ti ha fatto soffrire e invece…ci ho visto una donna buona…> forse fin troppo buona. Le ricorda molto lo Hyuga suo sensei che ha perso. <Si, è tutto complicato…> lo conferma con un sospiro. [ch off] [Monte] Non è realmente guarita, ha solo preso l’equilibrio di Heiko e la forza di Mirako per poter rimanere in piedi, crearsi un’ennesima maschera che più la faceva sentire meglio. Ma non può affrontare ancora una volta suo padre e sua madre Fumiko, non può affrontare ancora una volta le due donne che sente entrambe come madri. Non può ancora affrontare l’argomento Wonderland e organizzazione, non può ancora farlo. Si limita quindi a pensare a se stessa, ai suoi obiettivi, al suo clan. Egoisticamente pensa a se stessa e alla sua felicità. Eppure si rincuora nel sentire quell’affermazione di Shade, si saranno sempre sorelle e ciò la spinge ad inginocchiarsi accanto alla ragazza, ginocchia sul terreno, sedere sui talloni. Tenterebbe di darlo un tenero e dolce bacio sulla guancia, un ringraziamento ed un segno di affetto profondo. <Qualsiasi cosa accada.> suona come una promessa, l’ennesima che la Yakushi spera di mantenere, ma non sente nessuna difficoltà nel sentire la Hyuga come sorella. Alle sue successive parole, invece, a quella spiegazione di come si sente, andrebbe invece ad abbracciarla una seconda volta. Piano, delicatamente e dolcemente. <Capisco come ti senti, davvero.> svegliarsi da un lungo sonno, lo concepisce, solo che lei non ricordo di quanto successo mentre dormiva. <Non immagini come mi senta felice nel sapere che ti sei svegliata.> le riempie il cuore di gioia e sollievo, la stringerebbe ancora un attimo a sé per poi sciogliere l’abbraccio e tornare ad osservarla. Ancora una volta scuote la testa, tranquilla. <No, ognuno di noi vive dei problemi. Grandi o piccoli che siano, per la persona che ne è vittima sono ugualmente dolorosi. Non serve fare un paragone, non stiamo compilando una top delle vicende più brutte.> non vuole che pensi quello, non vuole che pensi che i suoi problemi sono minori. <Io sono solo felice di essere qui con te adesso, che siamo ancora sorelle e che possiamo passare dei momenti insieme e renderli unici.> non vuole pensare ai problemi, ora vuole solo pensare ad essere una semplice bambina che andata a trovare la sorella per passare del tempo in sua compagnia. Per stare meglio entrambe. <Quello che dici che hai fatto tu, è la stessa cosa che ho fatto anche io… e che forse sto ancora facendo.> codarda, egoista, cosa cambia? Se lo devono essere allora lo sono entrambe. <Non ero solo io a meritare la tua vicinanza, anche tu meritavi la mia.> non vuole sentir ragioni su questa, ma in qualsiasi modo voglia metterla, ora si trovano insieme. Alla fine sorride a quella notizia, pare illuminarsi. <L’hai conosciuta? Si, è buona… ho creduto qualcosa di male sul suo conto e ho sbagliato. Pensavo mi avesse abbandonata e invece non era così. Ero nel torto.> giusto, sbagliato, male o bene, alla fine si è tutto ribaltato e lei non ci sta capendo più nulla. <Io voglio bene sia a lei che a Fumiko. Mi è stato detto che posso non scegliere e che posso considerarle entrambe come madri. Ma sarà vero?> ha voluto crederci per stare meglio lei, per il suo infantile egoismo, ma sarà vero che è giusto? <Non voglio scegliere Shade, le amo entrambe, come amo te e mio padre. Ma chiamandole entrambe mamma, ho paura che entrambe soffrano.> per il momento, però, andrà avanti così, fino a quando lei riuscirà a sostenerlo… o fino a quando le due donne non si scanneranno per essere l’unica. <Ah, mia madre Kaori mi ha regalato una macchina fotografica.> andrebbe quindi a prenderla dal porta oggetti, per tenerla fra le mani. <Mi ha regalato anche un album per metterci i bei ricordi. Ma fino ad adesso ho fotografato il micino Kuro e il cagnolone che mi segue ovunque…> tentenna, vuole provare a fare qualcosa che va al di la del suo stesso essere. <P-posso farti una foto da mettere nel mio album?> sussurra, timida, balbettando appena ed arrossendo come un peperone. Una flebile voce che mostra tutto il suo essere solo una bambina nonostante tutto, nonostante il mondo e il grado ninja che ricopre. <Poi se ti fa piacere potrei rimanere a dormire da te, passiamo un po’ di tempo insieme!> vuole farlo, anche se sa che suo padre è da solo a casa in questo momento, ma si deve prendere anche lei i suoi momenti… del resto l’hanno lasciata da sola senza farsi troppi problemi, ora tocca a lei passare un po’ di tempo lontana da casa. Se fosse d’accordo allora, non solo le scatterebbe una foto, tremolante e non perfetta, ma pur sempre una foto dei ricordi felici, e poi andrebbe a casa con lei. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro][END] Una promessa, le piace quella cosa. Se ne sono fatte tante e quelle promesse l’hanno aiutata ad andare avanti alcune volte. Quella promessa non le ha fatto prendere in mano un Kunai per porre fine al suo dolore, quelle promesse l’hanno portata a preoccuparsi di qualcosa al di fuori della sua stessa esistenza e della casa di cui si sta prendendo cura. L’hanno fatta uscire da quelle mura, ma non per andare al cimitero come ogni giorno, ma per andare ad informarsi delle condizioni di Mekura. Lei vuole uscire da questo torpore, ma svegliarsi è doloroso, è freddo, è fastidioso. A volte bisogna combattere contro la pigrizia per alzarsi dal letto di notte, per poter andare a bere. Si passa dal dolce tepore delle coperte, al freddo di una stanza vuota. Il tutto con un controllo del corpo abbastanza sconnesso e una mente ancora persa nel mondo dei sogni. Svegliarsi è faticoso, soprattutto se a letto stai comodo, ma non si può dormire per sempre. <Qualsiasi cosa accada> lo ripete, per esser sicura che quella non arrivi solo a suonare come una promessa, ma che lo diventi in maniera definitiva. E quel bacio e quell’abbraccio, non possono non strapparle un sorriso. <Io sono felice di essere qui con te ora> lo ammette con dolcezza e sa che l’altra la capisce meglio di quanto lei stessa non immagini. Sono proprio sorelle eh. Si somigliano, anche se ormai non hanno più legami al di fuori del loro, nel modo in cui stanno reagendo in maniera codarda o egoista agli stimoli. Si, ma Kouki è decisamente più forte di lei, su di questo non ha alcun dubbio. <Si, forse hai ragione> eppure, nonostante le stia dando ragione sul fatto che lei meritava la vicinanza di Kouki, tanto quanto Kouki meritasse la sua, non riesce a non pensare che la bambina sia più importante ai suoi occhi, che vada curata con maggiore attenzione di quanta non ne sia necessaria per far stare bene se stessa. Sente la sua preoccupazione per la scelta che quasi si sente in obbligo di compiere ma che non vorrebbe mai esser costretta a prendere. Ancora una volta le accarezzerebbe il volto, per osservarla con attenzione, mentre si decide a dare anche il suo parere sulla questione. <Nessuno ti giudicherà se amerai due persone allo stesso modo Kouki. Hanno entrambe fatto breccia nel tuo cuore, ed è bellissimo che tu le voglia considerare entrambe importanti allo stesso modo. Se non vuoi scegliere, non devi farlo> anche se preferirebbe vederla al fianco di Kaori, a Konoha, per averla a qualche passo da casa e non a diverse ore di treno. <Credo sia una cosa bellissima amare tanta gente> lei non vuole più farlo. Lei non vuole più legarsi a nessun’altro, non vuole dispensare affetto a degli sconosciuti che moriranno o andranno via. Ha troppa paura per farlo. <A…a me?> titubante. Non se lo aspettava. Vuole metterla nell’album dei bei ricordi, come potrebbe non essere felice. <Certo!> esclama tutta contenta, rendendosi conto che lei una foto della piccola non la ha. <Però voglio anche una tua foto> magari una di loro due insieme non sarebbe male. <Non devi nemmeno chiedermelo. Ho sempre una stanza già pronta per noi due…> come sempre, sempre pronta. Anche se ogni tanto occupata abusivamente dal panda. Si lascerebbe scattare la foto per poi tornare a casa con lei [END]