Di una Tranquillità ritrovata

Free

0
0

21:30 Raido:
  [Camera da letto] Adesso che tutto sta tornando alla normalità, che ogni cosa torna alla sua posizione originale, si sente rinato, si sente nuovamente vivo ma anche molto sfinito, non tanto fisicamente quanto mentalmente. Riposare è la cosa che brama di più in questo preciso istante, non pensare al domani, non pensare a niente, vuole solo rimanere a casa, con la sua Fumiko e la sua bambina, tra coccole, carezze e momenti di relax assoluto. Si trova nella propria camera da letto, disteso nel letto, sotto le coperte con la testa poggiata sul cuscino e le braccia sotto di essa. Lo sguardo è rivolto verso il soffitto. Indosso non porta niente se non il classico pantalone notturno ma questa volta l'intero corpo è interamente rivestito di bende, ogni singolo centimetro del suo corpo escluso il viso, sulla testa vi è solo una fascia a girare intorno alla fronte. Deve riprendersi da un buon numero di mazzate ancora ma finalmente può dire di stare bene, di essere tranquillo. Gli occhi posseggono nuovamente quello sguardo glaciale e distaccato di un tempo, uno sguardo oramai fisso sul viso del Jonin e non avrebbe permesso a nessuno di oltrepassare quella linea, se non a poche persone come la sua bambina. Non ha ancora mangiato, non ha fatto niente da quando è tornato a casa quel giorno. E' andato alla fucina, al palazzo del governo ma in fin dei conti non ha fatto molto e ora vuol soltanto rilassarsi, chiudere gli occhi e bearsi del caldo della sua casa. Deve parlare con Kouki, deve informarla di quello che è successo durante la missione, la sua lunga assenza, deve informarla di come si sono riprese le cose, hanno tanto di cui parlare e finalmente si sente pronto per accompagnarla ad Oto, si sente pronto e sicuro per affrontare quel viaggio in compagni di Kouki, per portarla al cospetto di Otsuki e fare in modo che si compia la di lei vendetta. E' sicuro di andarsene, non deve temere niente anche se, ora come ora, non crede di essere solo con la Yakushi, un presentimento lo porta a pensare che qualcosa di imprevisto sarebbe accaduto a breve. Il chakra scorre nel di lui corpo, forte e potente come non mai, sente l'energia affluire da ogni poro, gli dona forza immensa, lo rinvigorisce tanto, tantissimo. Si lascia andare con il capo, un piccolo sorriso si crea sul di lui volto mentre si rilassa, le palpebre si abbassano. Avrebbe passato la vita con quella sensazione addosso, tutta la sua esistenza. [Chk on]

21:39 Kouki:
  [Sala -> Camera] Ha appena finito di piovere ed è un vero peccato dato che si stava rilassando e non poco con la pioggia e i tuoni. Al momento la ragazzina si trova in sala comodamente seduta sul pavimento, o meglio, se ne sta in ginocchio col sedere ben adeso ai propri talloni. Per terra accanto a sé c’è un album di fotografie ancora vuoto, mentre tra le mani tiene una macchina fotografica. Sorride mentre la osserva, ripensando al bigliettino che accompagnava tale regalo… si, si è commossa nel leggerlo. Davanti a lei, placidamente seduto, vi è l’enorme cane nero che le è stato affidato dalla Caccia, almeno da quello che ha capito, per proteggerla. C’è da dire che solo ultimamente ha deciso di considerare quel cagnolone, iniziando con qualche carezza, qualche parola e alla fine ci si è avvicinata sempre di più. Gli dona qualche carezza prendendosi di buon grado qualche leccatina affettuosa da parte del canide che inizia a scodinzolare. Il piccolo Kuro, povero felino, se ne sta nascosto a rognare sotto qualche mobile. I lunghi capelli neri le cadono addosso come una cascata di sera, lungo la schiena fino al sedere e in avanti sulle spalle, qualche ciocca le ricade anche davanti al visino infantile e pallido come la neve. Lo scricciolo questa sera indossa già il pigiama perché a quanto pare non ha alcuna voglia di uscire se non strettamente necessario, quindi indossa un pesante pigiama color azzurro, grande almeno una taglia in più di lei, tanto da farla sembrare ancora più minuta di quanto già non sia. Piedini scalzi, come suo solito, che mettono in mostra le bruciature sulle piante, mentre le cicatrici sono visibili solo sul collo. A quest’ultimo vi è ovviamente appeso il ciondolo del Clan Oboro regalatole dal padre. Espressione tranquilla, rilassata, sorride verso il cane e verso la macchina fotografica, intenzionata a fare la sua seconda foto… proprio a quel cane. Una foto di prova ovviamente. La prima l’ha già fatta a Kuro e l’ha mandata a sua madre Kaori. Scatta quella foto, dona un’altra carezza al cane, e poi si alza vagando per la casa con la macchina fotografica tra le mani. Sta cercando suo padre, forse intenzionata a fare una foto anche a lui, questa volta la prima che potrebbe mettere nel suo album, quindi cammina, passo dopo passo, lungo i vari corridoi, dirigendosi prima di tutto verso la stanza dell’uomo. È tornato da poco a casa, regalandole un enorme sollievo e mai potrà dimenticare la felicità di esserselo ritrovato accanto durante la notte. Continua ad avanzare fino alla stanza dell’uomo nella quale entrerebbe lentamente, facendo capolino prima con la testolina, smuovendo quella cascata di capelli neri. <Papà?> lo dovrebbe vedere sdraiato nel letto, ricoperto di bende così come solitamente ne è ricoperta anche lei, ma a quella visione le passa all’istante la voglia di fargli una foto… la rimanda a tempi migliori. Entra comunque nella stanza, poggiando cautamente la macchina fotografica sul comodino e sedendosi sul bordo del letto, volgendo il viso verso l’uomo. <Stai dormendo?> lo vede lì, con gli occhi chiusi, rilassato, forse dovrebbe lasciarlo riposare. Non sa cosa si cela sotto quelle bende, ma probabilmente delle ferite, e non può che sentire un moto di preoccupazione crescerle dentro. [Chakra On]

22:00 Raido:
  [Camera da letto] Il silenzio della stanza lo rincuora, lo rende allegro, lo rende felice, sereno e con il cuore in pace. Per mesi la sua mente è rimasta affollata da pensieri, pensieri su pensieri che hanno occupato ogni cosa non facendolo dormire, non facendolo rilassare, non facendolo riposare come si deve. Dubbi, preoccupazioni, insicurezze di ogni genere, tutto ciò che non è mai appartenuto a lui praticamente e che per tempo si è ritrovato ad avere. Ora, però, vi è il nulla, solo silenzio ed è una cosa che gli è profondamente mancata, poter sentire il suono della sua voce, poter udire ciò che accade con una certa tranquillità e il buio della stanza non fa altro che aumentare questo senso di benessere che prova dentro di se. Il cuore è infinitamente più leggero, il peso sul proprio petto è andato via, scomparso nel nulla più totale. Dormire, come lo vorrebbe, come vorrebbe lasciarsi andare a quel sonno, riposare fino al mattino, dormire tutta la notte senza mai svegliarsi ma gli manca una cosa, anzi, due cose. Non vi è la copia di Fumiko li e non vi è nemmeno Kouki. Probabilmente la copia è andata a sistemare qualcosa ma Kouki? Dev'essere in camera sua o giù ma sente quell'aria tranquilla che attraversa le pareti della casa. Per la prima volta sono tutti felice e spensierati, nessuno tende ad avere pensieri tristi, nessuno tende a volersi fare del male, solo serenità come se qualcuno avesse ascoltato il suo più profondo e nascosto desiderio, avere una vita semplice e felice. Gli occhi sono chiusi, sta scivolando lentamente tra le braccia di Morfeo, lentamente il sonno prende il sopravvento su di lui ma prima che questo possa realmente arrivare ode la porta della stanza aprirsi e la voce della Yakushi liberarsi al suo interno. Il cuore si scioglie nel sentirla, letteralmente e capisce quanto le sia mancata durante quella sua assenza, capisce quanto realmente abbia sentito la mancanza della parte più importante della sua vita, l'unica che realmente potrebbe ucciderlo o donargli forza con poche e semplici parole. Ha dovuto toccare il fondo per capirlo, ha dovuto cadere per capire che è Kouki la donna della sua vita, lei e anche Miho, per loro farebbe realmente di tutto. Rimane fermo lasciando che si segga sul bordo del letto fino a quando non pone quella domanda. Riapre gli occhi andando a puntarli su di lei, un piccolo sorriso viene esibito <Sdraiati vicino a me> muove il braccio destro andando a toccar la parte vuota del materasso invitandolo a sdraiarsi li con lui. Attende e spera che la ragazzina lo faccia e acconsenta e se veramente lo avesse fatto si volterebbe verso di lei andando a circondarla con le braccia per stringerla contro il proprio petto. Il viso viene poggiato sul di lei capo, gli occhi chiusi nuovamente <Mi sei mancata> si accoccola vicino a lei più che può, vuole averla il più vicino possibile <Adesso è tutto perfetto> sta parlando in modo disconnesso ma nella sua mente è tutto così chiaro, tutto così preciso e crede che lo sia anche per gli altri <Tutto è tornato come prima> sorride nel pronunciare quelle frasi, sorride felice. [Chk on]

22:14 Kouki:
  [Camera] C’è solo silenzio in casa al momento, e ora che anche la Yakushi ha ritrovato una sorta di equilibrio, non può che sentirsi decisamente più leggera e tranquilla. Tutto sta andando bene, almeno per lei, nel suo infantile egoismo lei ha tutto quello che potrebbe desiderare per quanto riguarda l’aspetto della famiglia. Non vuole fermarsi a pensare, non vuole scegliere, perché se dovesse farlo la scelta sarebbe in un qualche modo scontata. Fa capolino nella stanza ed è forte la tentazione di fare una foto al padre di nascosto, ma alla fine appunto demorde mettendo da parte la macchina fotografica e sedendosi sul bordo del letto. Osserva suo padre, sollevata del vederlo così rilassato e felice… qualsiasi cosa sia successo, qualsiasi cosa abbia affrontato, sembra che sia stato di enorme aiuto. Finalmente dopo tanto può tornare a respirare aria pulita, aria pura, e cerca di soffocare quell’unico aspetto della loro vita che invece è andato a rotoli. Quell’aspetto che lei, Kouki, non potrà mai tollerare del tutto. Ma non vuole pensarci, la sua carriera sta andando avanti, anche se un po’ a rilento, in ospedale va tutto sommato bene e insomma… manca da risolvere quella fastidiosa questione dell’infezione che l’attanaglia, Otsuki e tutto quello che ha in mente per i suoi progetti futuri. Per se stessa, il Clan, Oto. Suo padre riapre gli occhi, le sorride e lei fa lo stesso rispondendo a quel sorriso e muovendosi sopra al letto per distendersi accanto a lui. Una volta non lo avrebbe fatto, ma anche ora non lo farebbe mai con nessun uomo se non suo padre. Stendersi accanto a una figura maschile è un’idea che le fa paura e ribrezzo, qualcosa che non sa spiegarsi ma che non sente per niente con suo padre e ciò è un bene. La fa stare bene, sollevata, al sicuro. <Mi sei mancato tanto anche tu. Dove sei stato? E queste bende? Sei stato ferito?> le basta poco, un piccolo via ed ecco la cascata di domande, mentre si accoccola contro il petto del padre stringendosi a lui e lasciando che le sue forti braccia la facciano sentire protetta. <Si, ora andrà sempre meglio.> almeno è quello che spera, certo non è tutto proprio come all’inizio, non lo è per niente… per lei l’inizio sarebbe se stessa, Raido e Kaori. Quello è l’inizio, quando niente di doloroso era ancora successo. Ma di certo non si mette a ribattere ora, si vuole godere quella tranquillità e quella felicità. <Anche io sono andata in missione da poco, sai? Con Fumiko.> quei briganti, ormai sono quasi degli amici praticamente, dei conoscenti che lei sta seguendo da tempo ormai. Ma non dice altro, vuole sapere tutto quello che è successo a suo padre, e quindi attende le sue risposte alle sue domande. [Chakra On]

22:31 Raido:
  [Camera da letto] La stringe forte, più forte che può ma senza farle del male, senza rischiare di lasciare segni sul suo corpicino o provocarle dolore, ha solo bisogno di sentirla vicina, di sentirla con se dopo tutto questo tempo. Fa ancora male sapere di averla ferita in modo tanto profondo, un modo che non sarebbe mai stato capace di rimarginare. Spera solo che, con il tempo, tutto possa andare meglio anche con lei, tutto possa passare in secondo piano e lasciare che la loro vita spensierata continui senza problemi e senza sosta. Gli occhi rimangono chiusi e si sarebbe addormentato li abbracciando la sua bambina e dormendo al suo fianco anche fino a tardi. Non gli interessa nient'altro adesso, solo godersi quei piccoli momenti, piccolissimi e teneri momenti che caratterizzano la vita di tutti quanti ma si è quasi dimenticato di quel piccolo particolare che caratterizza Kouki, la sua grande curiosità. La sfilza di domande arriva alle orecchie del Jonin portandolo a sorridere dolcemente, felice di sentire la preoccupazione del suo tono di voce <Sono stato...a dire la verità non me lo ricordo, sono andato in missione per combattere una specie di setta o squadra, uomini forti e potenti che architettavano qualcosa contro Kusa> non si ricorda molto, alla fine le ferite non sono solo fisiche, i colpi li ha sentiti anche a livello mentale e i ricordi sono proprio la parte del suo cervello che è andata perduta, non del tutto ma qualcosina fa fatica a ricordarsela <Già, ho passato un intero mese ad agire in silenzio senza farmi vedere ma alla fine ho dovuto affrontare il capo e la sua scorta personale. E' stata una grande battaglia, colpi su colpi sono stati sferrati, io ferivo loro, loro ferivano me ma nessuno si fermava, nessuno voleva arrendersi. Abbiamo combattuto fino allo stremo delle forze e, alla fine, sono riuscito a uscirne vincitore ma ad un caro prezzo> il proprio corpo è martoriato da tutte quelle ferite adesso, sono fresche, sanguina ancora se fa movimenti troppo bruschi o sforza troppo il proprio corpo <Ma non preoccuparti, guarirò, con il tempo, ora ho solo bisogno di riposo e di averti a fianco, di stringerti, abbracciarti e sentirti vicina> la dice chiaramente, perchè negarlo? E' sua figlia e deve dimostrarle tutto l'affetto che prova per lei, un affetto incondizionato. Anche quel momento è perfetto, pura pace, una pace veramente ricercata con dedizione e alla fine è stata trovata. Il sonno torna nuovamente a fargli visita, sbadiglia aprendo la bocca e facendo uscire aria da essa ma cercando di ascoltare comunque il dire della Yakushi, udirne le parole <Con lei? Davvero? E come è andata? Cosa è successo?> è curioso di sapere ogni singolo avvenimento della vita della bambina e sapere che è andata in missione e che si trova in casa sana e salva non fa altro che aumentare la sua curiosità <Prima che me ne dimentichi, con Fumiko le cose sono migliorate. Ha recuperato completamente la memoria, ricorda tutto quanto e beh, noi...siamo nuovamente insieme> non sa se alla ragazza possa farle piacere questo, non ne ha idea ma è giusto che sappia. [Chk on]

22:48 Kouki:
  [Camera] Si stringono, ma è la piccola a contenersi per paura di far male al corpo già martoriato del padre. Quindi si limita ad accoccolarsi vicino a lui, poggiando delicatamente la testolina sul proprio petto e in silenzio ascolta il battito del cuore dell’uomo. Un battito regolare, tranquillo, una perfetta ninna nanna, qualcosa che la riporta ad uno stato che lei non ha potuto attraversare nella sua vita. Le domande che pone verso l’uomo esigono delle risposte, con quel suo fare curioso ed insistente, sperando di venir soddisfatta e così avviene. Ascolta con attenzione ogni parola dell’uomo mentre lei non si smuove dalla sua posizione. Si è trovato a dover affrontare una setta di criminali tutto da solo, una setta che minacciava Kusa. <Cosa volevano fare? Attaccare Kusa? E perché sei andato da solo se erano tanto pericolosi?> probabilmente per non dare nell’occhio, così come spiega infatti in seguito, con quel suo mese senza farsi vedere per poi affrontare il capo e i suoi seguaci. <Com’era il capo? Che capacità aveva?> solo mera curiosità, molto più rilassata ora nel saperlo a casa, vincitore. <Li hai uccisi tutti?> domanda infine, con un tono di voce normale, tranquillo, dopo tutto sono ninja e quella è la loro realtà. <Hai vinto.> si limita a dire verso di lui, cercando di sollevare la testa quanto basta per cercare di dare un dolce bacio sulla guancia del padre. <Andrà tutto bene e con il riposo le ferite guariranno.> più che altro è quel suo non ricordarsi che le mette un piccolo campanello di allarme. <Più che altro perché non ricordi?> non ricordarsi di una missione tanto importante è strano, quindi o c’è di mezzo qualche tecnica oppure qualche brutto colpo alla testa, ma non può ipotizzare e basta, ha bisogno di sentire cosa ne pensa suo padre. <Io sono qui, non me ne vado di certo. Solo domani, andrò a Konoha a trovare Shade.> lo avvisa di quella sua piccola vacanza per andare a trovare la sorella dopo un sacco di tempo… le manca e ha paura che la ragazza sia arrabbiata con la piccola per la sua assenza. Annuisce invece alle domande che le vengono fatte dal padre riguardo la missione. <Quei briganti, ricordi? Abbiamo fatto anche io e te una missione per rintracciarli. Ormai li sto seguendo da un sacco di tempo e in questa missione io e Fumiko abbiamo recuperato dei documenti del capo. C’erano scritti i loro piani, così potremmo sgominarli una volta per tutte.> ci tiene particolarmente, ma ha paura che la situazione si stia facendo troppo grave per lei, teme che il Kage possa affidare a qualcuno di grado più alto il continuo delle indagini dato tutto quello che sta venendo alla luce. Ciò la rende decisamente triste e leggermente arrabbiata. <Temo che però non possa portare a termine questa operazione, le cose che stanno venendo a galla sono importanti e gravi… forse non sono abbastanza abile per continuare.> lo ammette senza problemi, vuole rendere partecipe il padre di come si sente. Gonfia le guance e sbuffa appena. <Sapessi dove stava il loro covo! Proprio davanti al Carcere, sotto agli occhi delle guardie. Come si fa ad essere così ciechi?> ma poi si ricorda che genere di covo fosse, si ricorda anche quello che aveva pensato a riguardo. <Che schifo. Era pieno di pervertiti e luridi che allungavano le mani su delle donne nude. Ci credo che le guardie non hanno mai detto niente, magari ci vanno per divertirsi.> impossibile non notare tutto il disprezzo e il veleno che sputa su quella situazione. Scuote la testa, per dimenticare tutto, quindi torna a calmarsi e rilassarsi, annuendo alle sue ultime parole. <Me lo ha detto Fumiko. Ma se siete tornati insieme, perché non è qui? E Miho?> domande più che legittime e logiche. [Chakra On]

23:14 Raido:
  [Camera da letto] La curiosità della piccola lo lascia sempre senza parole, vuole sapere ogni cosa di tutto quanto, la tipica curiosità di una bambina della sua età anche se non può più considerarla tale alla fine, è una signorina. Kouki cresce a vista d'occhio, cresce sempre di più e con grande insistenza, sta diventando grande e presto o tardi l'avrebbe vista adulta, donna, l'avrebbe vista lasciare casa, magari con un uomo che intende sposare e avere dei figli. Il solo pensiero gli fa raggelare il sangue, il pensiero di dare la sua bambina a qualcuno. Avrebbe combattuto con le unghia e con i denti per tenerla vicino a se, per impedirle di lasciarlo da solo, sarebbero dovuti rimanere insieme per tutta la vita, questo è ciò che desidera <Attaccare Kusa, si> e giustamente lo chiede, perchè è andato da solo? <Perchè questi erano i miei ordini, il Kage ha affidato questa missione soltanto a me ed a nessun altro, non potevo avere compagni, non potevo dirlo a nessuno> delle regole rigide, molto rigide, ordini letteralmente impensabili ma ha dovuto eseguirli senza ribattere anche se ha rischiato non poco la vita <Era un tessai, puoi immaginare da te il livello delle sue capacità> di certo non ha affrontato un ninja alle prime armi ma qualcuno di veramente esperto, formidabile, qualcuno che gli ha dato del filo da torcere per tutto il combattimento. Non può negare di essersi divertito, combattere lo diverte sempre, specialmente quando il combattimento risulta avvincente e impegnativo, specialmente quando deve dare tutto se stesso per sopravvivere <Si, non è rimasto nessuno> ha dovuto fare una carneficina ma in un mese ha fatto le cose come si deve, li ha presi uno ad uno, con calma, senza rischiare troppo, almeno all'inizio, dopo le cose sono andate un po' in malora ma è giusto così. La viso assume un'espressione di sorpresa nel ricevere quel bacio da parte della ragazzina, è il primo che da di sua spontanea volontà e di sua iniziativa. Il sorriso si addolcisce ulteriormente, sempre di più, il corpo si riempie di calore <Si amore mio> sdraia ancora la testa vicino alla sua per guardarle il visetto, per starle ancora più vicino <Probabilmente devo aver ricevuto troppe botte in testa e qualcosa è andato perduto, non che m'importi granché alla fine. Ho vinto, questo è l'importante ed è l'unica cosa che occorre ricordare> è vivo, è riuscito a tornare a casa, tanto gli basta per essere soddisfatto e non porsi troppe domande sulle sue mancanze in fatto di memoria. Non ricorda quel mese con estrema precisione, ricorda si e no qualche giorno sparso, nemmeno l'ultimo combattimento è chiaro nella sua mente ma nuovamente rimane sorpreso. Va a trovare Shade, la Hyuga, la ragazzina che non vede da molto, moltissimo tempo <Oh, non vedo Shade da mesi, spero stia bene> dopo quell'inconveniente sa che si è rifugiata in quella casa e che sta cercando di riprendersi ma deve andare a trovarla un giorno, fare capolino a Konoha. Si parla della missione della ragazzina insieme alla Senjuu e lo sguardo si fa interessato. Annuisce alla di lei domanda, ricorda dei briganti e di quella missione C fatta insieme a lei <Uh, ottimo> sono riuscite a risolvere questo dilemma, non può che essere soddisfatto e fiero di loro <Non dire così, riuscirai a portare a termine tutto quanto> muove la mano andando a toccarle il mento per poi carezzarle il nasino sorridendo ma le notizie continuano, aumentano e la scoperta del covo lo lascia un po' allibito <Nei pressi del carcere?> espressione stranita da una tale informazione ma ancora di più nel sapere cosa hanno trovato al suo interno. Gli occhi si allarmano subito, si agita nel sentire tutto quello <Cosa? Ma in che posto sei finita?> è completamente allarmato, il cuore batte forte <Sei una bambina, non puoi vedere certe cose. Ti hanno fatto qualcosa? Ti hanno toccata? Qualcuno ti ha guardato in modo strano? Dimmelo che vado in quel posto stasera stessa> eh si, è intenzionato ad andarci ora per sistemare tutto quanto e far fuori tutti coloro che hanno osato farle qualcosa. Cerca di calmarsi, cerca di ritrovare una certa calma per rispondere alla nuova domanda <Sta seguendo un'indagine e ha portato Miho con se, ha lasciato una sua copia qui per tenermi informato ma non ho idea di dove sia la copia ora> e questo un po' lo preoccupa. [Chk on]

23:35 Kouki:
  [Camera] Okay, ci sono un paio di cose che la lasciano perplessa e decisamente polemica verso il Kage. Perché mandare un uomo solo contro un Tessai? Certo, suo padre è forte, molto forte, ma un Tessai è un Tessai… è un Dio praticamente. Lo sguardo si fa scuro davanti a quegli ordini che gli sono stati dati, prova del leggero disprezzo davanti a quelle scelte a quella disorganizzazione. <Comprendo che magari più persone avrebbero attirato l’attenzione, e so che tu sei molto forte… ma si trattava di un Tessai. Il Kage non è stato molto logico a mio parere.> fredda e decisa nelle parole, ancora una volta si dimostra poco tollerante verso il villaggio e questo non fa certo crescere in lei una qualche sorta di lealtà nei confronti di un luogo che non sente suo, non sente casa sua. Le scimmie nel cervello. Sospira, scuote la testa senza nascondere quel suo malcontento, quelle sue espressione ed emozioni, ma è felice che suo padre sia tornato, felice che abbia vinto e che abbia superato un Tessai. Quel bacio se lo merita tutto. <Comunque sono felice che sei tornato vivo, hai dimostrato molta forza ed abilità.> a chi non si sa, dato che era tutto un gran segreto, ma lei lo sa e questo basta. Ancora non riesce a togliersi quel fastidio… mandare un uomo solo è decisamente più pericoloso anche per la missione stessa. I ninja sono fatti per agire in squadra, in team. Almeno due persone poteva mandarle in modo che si spalleggiassero e la missione avrebbe avuto più probabilità di successo. Un altro sospiro, chiude gli occhi. Basta polemizzare contro il Kage. <Almeno il Kage non lo ha fatto apposta a mandarti da solo.> lungi da lei dal pensare che il capo villaggio lo abbia mandato da solo col chiaro intento di farlo fuori… le sta tornando la paranoia e non va bene. Meglio cambiare discorso e concentrarsi su Shade. <Spero anche io che stia meglio. Potrebbe essere arrabbiata con me perché non mi sono fatta più sentire, ma spero che voglia vedermi comunque. Dopo quello che è… che è successo spero davvero che stia meglio.> la morte di Hiashi, certo… lo sente, quel piccolo astio verso il Wonderland, ma non intende tirare in ballo quel discorso ora, vuole solo che tutti stiano bene. In silenzio ascolta le parole successive del padre, si lascia accarezzare ma lei scuote la testa. <Se le indagini si fanno più complesse, le mie abilità e il mio grado non saranno abbastanza.> piuttosto logica in quell’affermazione che è solo vera… e lei ha quella sensazione che le cose scoperte riguardo a quella banda siano parecchie pericolose. Almeno per quanto può esserlo una banda di banditi. <Il loro capo, credo di aver capito bene, ha lo Sharingan. Io odio quell’affare, non sopporto gli Uchiha e non sopporto le illusioni.> non ha dei bei ricordi, per niente belli. Accenna un sorriso verso il padre, un sorriso triste, oscuro, lontano e perso in chissà quale memoria sepolta nella sua mente. <Non posso vederle dici? Le ho già vissute. Non è stato niente di nuovo. Solo qualcosa di schifoso.> pronuncia quelle parole gravi lasciando la propria testa adagiata sul petto del padre, in cerca di protezione e conforto ora più che mai. <Nessuno mi ha toccata, se fosse successo li avrei sistemati io.> sibila gelida per poi scuotere la testa. <Non fare nulla, penso che bisognerà prima arrivare al capo. Tolto lui il resto sarà facile.> silenzio ora, un lungo silenzio mentre rabbrividisce a ricordi recenti e lontani che si mischiano, molto radicati in profondi che non emergono affatto. Ma ecco che sente una seconda cosa che non le piace per niente. <Ha portato Miho con sé in una indagine? E se fosse pericoloso?> si solleva ora, solleva il capo, il corpo, per osservare dritto negli occhi il padre. Incredula, perplessa. <Ma siete impazziti? Dove è andata? Che indagine? Non doveva portare Miho.> per lei è qualcosa di assurdo, ma forse è solo esagerata, forse non sta comprendendo bene la situazione, insomma, una neonata non è cosa pratica in missione. [Chakra On]

20:18 Raido:
  [Camera da letto] Capisce le preoccupazioni della ragazza, chiunque sarebbe stato in pensiero in una situazione come quella, chiunque avrebbe temuto. Non da segni di tristezza, gli occhi rimangono chiusi ma la mente non può fare a meno di viaggiare a quella notte in cui si è risvegliato, la notte in cui ha visto Fumiko a terra, ai suoi piedi e con le lacrime agli occhi. Non si è preoccupata, non si è nemmeno domandata dove fosse dando per scontato che, la sua forza, sarebbe bastata a farlo sopravvivere. E' un piccolo pensiero che lo porta a provare un moto di rabbia. Non soffre più, si è stufato di provare sofferenza ma un sentimento tanto potente può essere sostituito solo da un altro altrettanto forte come la rabbia. Ne prova tanta, ne prova talmente tanta da volersi sfogare tutto il giorno. Cerca di non pensarci, cerca di scacciare i cattivi pensieri con poco successo. Alla fine si tratta solo e soltanto di un suo piccolo desiderio, essere al centro della preoccupazione, essere oggetto di gelosia, piccole cose che forse per molti non contano ma per lui sono una grande dimostrazione, un modo per dimostrare quanto si tiene a lui. Nessuno gli ha mai mostrato entrambe le cose, piccoli desideri che, probabilmente, non avrebbe mai visto realizzarsi. Il respiro rallenta un po', cerca di ritrovare la calma e la pace interiore <Un tessai non è un così grande problema. Alla fine che cosa è un tessai? Un semplice uomo che è riuscito a divenire forte, niente di più e come tutti gli uomini, ha un punto debole> la sua è fredda logica mista all'esperienza di anni e anni di battaglie sostenute, battaglie che ha affrontato giorno dopo giorno <Non è stato lui il problema, il problema era l'insieme, lui, le sue guardie personali, il resto degli uomini, tutto insieme ha reso la missione tanto difficile, non la singola persona> perchè di tessai ne ha già affrontati in passato ed è sempre uscito vincitore da ogni scontro. Ricorda lo Shoton affrontato insieme a Furaya, ricorda il divertimento provato nel ritrovarsi a terra completamente disarmato, ricorda di aver sorriso nel vedere una tale forza distruttiva davanti a se. Tanti sono i ricordi e più l'avversario è potente e più si impegna, più da tutto se stesso per vincere e anche se non dovesse vincere, ne rimarrebbe comunque soddisfatto perchè sa che ha dato tutto quanto senza alcun rimpianto. Trovare un avversario tanto potente da batterlo, questo vuole, vuole essere battuto nonostante dia prova di tutte le sue forze. Si prende quel bacio e lo ricambia andando a dargliene uno sulla fronte e poi quel complimento e lo sorride <Nessuno può permettersi di sfidare tuo padre> la mano si muove svolte andando a farle del solletico sulle costole, muove le dita della mano sinistra velocemente, vuole farla ridere, ci prova almeno anche se non sa quanto questo possa fare effetto <E poi, ora che ci penso, è il primo bacio che mi dai di tua iniziativa, sono emozionato> ci scherza su ma lo è veramente, significa che la bambina si sta avvicinando sempre di più a lui, stanno diventando sempre di più una cosa soltanto, sempre più padre e figlia e se ci fosse un modo per rendere anche quel legame di sangue, lo avrebbe fatto quasi certamente. <Il Kage ha specificato di andare da solo. Nella lettera che mi ha mandato spiegava tutti i dettagli della missione e quando sono partito sapevo che mi sarei ritrovato contro un intero esercito così come lo sapeva anche lui. Entrambi sapevamo a cosa andavamo contro> avrebbe potuto mentire ma perchè farlo? Ha promesso di non tenere più segreti con lei e mai ne avrebbe tenuti, sincero perchè è giusto così. Kouki ha più volta dimostrato una maturità senza eguali per la sua età e può benissimo capire ogni cosa, ogni sfaccettatura <Già> la voce si abbassa leggermente nel sentirla parlare di Shade. Se potesse avrebbe rivelato tutto alla Hyuga, l'avrebbe portata dalla sua parte ma non può, ora non può più farlo <Shade è una brava ragazza, non sarà arrabbiata con te, come si fa ad essere arrabbiati con te con questo bel visino, mh?> le solleva il musetto andando a darle un nuovo bacio sulla fronte. Lo solleva ponendo le dita sotto il di lei mento mentre con il pollice lo va lentamente a carezzare. L'argomento cambia di getto e si parla della sua missione, si parla di questi briganti e l'operazione diviene di volta in volta più difficile da svolgere. Comprende i suoi dubbi, capisce ciò che prova e sente <Se le cose stanno così, allora, ti allenerò di nuovo. Se vuoi portare a termine questo incarico, ti allenerò come se fossi una mia allieva, senza riserve> e l'avrebbe fatta divenire più potente, più forte di qualsiasi altro Yakushi in circolazione ma ora sanno anche chi è il capo e la sorpresa coglie l'Oboro che va ad alzare il capo leggermente per guardare la ragazzina. Un nuovo Uchiha, probabilmente quando il clan è arrivato a Kusa molti di essi hanno disertato, ecco perchè vi sono tanti mukenin <Bisogna stare attenti, gli Uchiha sanno essere pericolosi se vogliono> le carezza il capo, i capelli, lo fa con dolcezza mentre la rabbia pervade il proprio corpo, rabbia nel sapere che Kouki ha visto determinate cose ed è andata in un posto che dovrebbe essere off limits per una dodicenne <Mi dispiace amore mio> la stringe ancora di più contro il proprio petto per proteggerla, farla sentire al sicuro <Se potessi tornerei indietro nel tempo e ti porterei via da quel laboratorio appena nata> e lo avrebbe fatto, l'avrebbe portata via, adottata fin da subito, si sarebbe preso cura di lei fin dalla nascita per crescerla e renderla felice in ogni momento della sua infanzia. Nessuno l'ha toccata ma questo non gli da grande sollievo, la rabbia permane e vorrebbe eliminarli tutti quanti <Amore...se qualcuno, in futuro dovesse toccarti o guardarti in modo..strano, vieni subito da me> non avrebbe permesso a lei di sporcarsi le mani, come padre deve proteggerla, deve tenerla al sicuro e deve mettere in riga tutti quanti <Allora bisogna sistemarlo> e sistemato l'Uchiha tutto sarebbe risultato in discesa. Nuovamente cambia l'argomento e si va a parlare di Fumiko e di come abbia portato via Miho per quell'indagine e capisce le perplessità della bambina, la capisce e deve risponderle alla svelta <Calma, calma, non sono in pericolo, nessuna delle due, puoi stare tranquilla. La caccia, è nel loro villaggio sotto invito della stessa, non corrono alcun rischio, donne e bambini li sono al sicuro ma sta indagando per saperne di più, tutto qui> cerca di tranquillizzarla, ci prova <Tornerà a giorni, non temere e se così non sarà, puoi stare certa che andrò io stesso a prenderla> anche a costo di appendere Sayuri per i piedi per farsi dire dove si trova questo villaggio ma ora devono parlare di un ultimo e importante argomento, qualcosa che hanno rimandato per davvero troppo tempo. Fa un profondo respiro, cerca l'aria necessaria per far uscire le giuste parole <Domani, quando tornerai dalla visita da Shade, partiremo per Oto. Dobbiamo mettere fine a questa storia e trovare Otsuki> deve dire tutto quanto di getto o potrebbe dimenticarsi di particolari importanti <E, al contrario di quanto si possa credere, non dobbiamo fargli del male. Ho promesso che ti avrei aiutata, l'ho giurato sulla mia stessa vita e lui è l'unico che può creare una cura, l'unico che conosciamo almeno e non voglio correre altri rischi> le carezza il visino, carezza il bel visetto di sua figlia andando a sorriderle <Mettiamo fine a questa storia> ed è anche ora. [Chk on]

21:00 Kouki:
  [Camera] Se ne sta accanto a suo padre, i pensieri che volano e le parole che vanno ad essere ascoltate. Sta bene, si sente bene, non ha motivo di sentire dolore o qualsiasi altro sentimento negativo. Parlano della missione affrontata dall’Oboro, di come sia nata e di come in realtà un Tessai non sia altro che un uomo, nulla di irraggiungibile. Non ci aveva pensato realmente in quei termini, aveva solo pensato alla mera forza, alle abilità, ma non pensava che fosse solo un uomo. Alla fin fine suo padre ha ragione e lei non può che apprendere ed annuire. <Hai ragione, è l’insieme ad essere difficile in effetti.> concorda e la mente vola a quelle fogne, a quei mostri. <Sai in effetti da quando sono uscita da quelle fogne e sono scampata a quei mostri, il numero di nemici mi blocca.> ammette quel suo limite, si confida dicendo per la prima volta a qualcuno come si è sentita e come si sente ora. <Erano così tanti mostri, ed ero circondata. Non sapevo cosa fare… da allora mi ricapita quando mi trovo di fronte a troppi nemici per me, mi blocco.> era successo quando ha dovuto tentare di proteggere un signore insieme a Koichi. Erano troppi banditi, si è bloccata, circondata e hanno fallito. <Come dovrei agire se dovessi trovarmi da sola con tanti nemici?> a quella domanda fissa il padre, gli chiede un sincero consiglio per un problema che la blocca. Speranzosa di ricevere risposta, speranzosa di imparare qualcosa di nuovo. E poi ride, le tocca ridere perché suo padre le fa il solletico, ed è una sensazione quasi nuova per lei, si lascia andare cristallina, infantile, ride di gusto a quel solletico dimenandosi un poco. Una piccola parentesi per poi sentirsi dire quello a proposito del bacio, e lei pare cadere dalle nuvole. <Davvero?> la prima volta che gli da un bacio di sua iniziativa? Sorride, si allarga quel sorriso e un lieve rossore le riempie le guance. <E’ un bene, no?> se si sente così non può che essere un bene, ne è certa. Ricorda quanto fu difficile accettare il primo abbraccio, lo ricorda perfettamente, ricorda la paura che egli potesse farle del male. Una paura profonda che ora è svanita, ma che aveva ed ha radici profonde nel suo animo, molto più profonde. Un segreto che solamente Mirako, forse, potrebbe sapere. <Ho capito, si.> annuisce ancora una volta a quella missione, non fa niente, infondo è tornato vivo e vegeto, vittorioso. Mette da parte quell’argomento per dedicarsi a Shade, e lo ascolta, accetta di buon grado quel bacio e quelle carezze ovviamente, sentendosi amata e ben accetta. <Lo spero davvero tanto. Ma solo andando da lei potrò avere conferma.> inutile farsi eventuali film mentali, solo la realtà potrà darle una risposta. Sospira, sorride rilassata e lascia che la testolina ricada ancora mollemente sul petto di suo padre, continuando quella chiacchierata. <Se tu mi volessi allenare senza riserve, ne sarei solo felice. Ho solo da imparare al momento da te.> si solleva ancora, lo guarda dritto negli occhi. <Devo allenare la mente, odio lasciarsi sopraffare dalle illusioni. Devo anche essere veloce e resistente, un po’ di risultati li ho visti dai miei allenamenti, ma non penso possano bastare ancora.> deve migliorare e solo migliorare. Niente altro. Ma arriva la nota più dolorosa, quel segreto, quei ricordi ancora ben sigillati nella sua mente. Si lascia abbracciare mentre si sente turbata da tutto quello che prova, quello schifo e quel disgusto, vanno ben oltre. Ascolta quel dispiacere e lei rimane posata sul petto dell’uomo, gli occhi chiusi. <Forse è già successo.> si ritrova a sussurrare quelle poche parole. In risposta al male che potrebbero farle, toccarla, guardarla. E se fosse accaduto? Chiude gli occhi e scuote appena la testa, non intendendo scavare nel profondo di quelle radici di cui solo Mirako è la custode. Ma bisogna sistemare il capo, è vero, annuisce quindi, per poi scattare per quell’informazione riguardante Fumiko. Le impone la calma e lei ascolta, in silenzio, per poi alzare un poco gli occhi al cielo e tornare lunga distesa al fianco di suo padre. <Ah, certo, la Caccia.> non la vede di buon occhio, nonostante le abbiano lasciare un custode. <A me hanno lasciato un enorme cane nero come guardia, per proteggermi proprio dalla Caccia, mentre Fumiko e Miho possono andarci insieme tranquillamente?> domanda scuotendo appena il capo… è troppo incoerente per lei quella storia. <L’hanno invitata e lei ci è andata con Miho da sola? Indaga per conto di chi?> del villaggio? Allora è un vizio a lasciare i ninja a sbrigarsela da soli. <Hanno attaccato due villaggi, non c’è niente di sicuro con quei tizi.> non si fida e mai lo farà del tutto, perché non riesce a comprenderli ne inquadrarli. Non dice altro, il tono serio e freddo dovrebbe fare il resto, non le piace e non se lo farà mai piacere. Fortunatamente il discorso cambia ancora e volente o nolente di parla di Otsuki e di Oto. <Oh!> si illumina, prova gioia per quella futura partenza. <Lo so benissimo che non bisogna fargli del male.> dall’emozione si mette anche seduta al fianco dell’uomo, per guardarlo meglio, facendo sobbalzare un po’ il letto. <Lui deve trovare una cura per il mio male, lo farà con le buone o con le cattive e solo dopo allora potrò torturarlo fino alla morte, e non sarà veloce.> ne parla quasi allegramente, facendosi trasportare dal sadismo di Mirako che un po’ però le appartiene anche. <E lì ci sono anche tutte le informazioni che riguardano me. So dove si trovano, lui me lo ha detto. Ci sono anche i nomi di chi ha collaborato al progetto e notizie sulla donna che ha contribuito coi suoi geni a crearmi.> lo guarda dritto negli occhi, sorride, eppure è seria. <Li devo trovare tutti, papà. E ucciderli uno ad uno.> sarebbe arrivata da tutti, prima o poi. [Chakra On]

21:41 Raido:
  [Camera da letto] Almeno in questo caso sa di aver ragione, l'insieme di tanti guerrieri costituisce il vero problema e non uno solo. Ricorda quando, Kaori, sono andati a combattere cappuccio rosso e li ha affrontato un taijutser con le porte del chakra aperte, un guerriero veramente potente sotto ogni punto di vista e mai avrebbe messo in dubbio questo dato di fatto ma è pur sempre un uomo ed è riuscito a batterlo. Ha combattuto solamente con lui ed è proprio questo che l'ha portato alla vittoria, essere uno contro uno in uno scontro che avrebbe potuto essere facilmente mortale per lui. Diverso è quando è andato a prendere il padre di Fumiko, li si è ritrovato in una stanza con lui, una sua copia e un guerriero Uchiha; se non ci fosse stata Mekura, al 100% sarebbe morto in quella stanza e con lui anche la piccola Miho. Non ha mai raccontato questo particolare alla donna, forse ora è venuto il momento di farlo, se deve vendicarsi sul Kokketsu è il momento migliore per scatenarne la rabbia e farla liberare completamente. Ascolta in silenzio il dire di Kouki, gli occhi su di lei mentre si gode quella pace che entrambi stanno ritrovando, una pace perduta tempo fa ma adesso è tornata tra loro nonostante tutto quello che è successo. Quelle confessioni, quel suo dire, si sta aprendo finalmente, capisce le sue paure, capisce la sua fobia. Quell'esperienza l'ha segnata così tanto, così nel profondo da averne scombussolato e sconquassato l'animo intero. Le carezza delicatamente il visino, un piccolo sorriso si crea sul volto dell'Oni, un minuscolo e sincero sorriso amorevole verso la propria bambina <Usa la testa> questo è il suo consiglio e il suo insegnamento <Combattere tanti nemici tutti insieme non è mai una buona idea, in nessun caso, perciò usa la testa e pensa a qualcosa per batterli uno ad uno in modo separato. Anche quando sarai circondata e ti sembrerà tutto perduto, ricorda che non è così. Le nostre capacità ci permettono di compiere imprese impossibili per i comuni esseri umani e dobbiamo saperle sfruttare> si avvicina di più a lei, si mette più addosso per tenerla ferma e al sicuro <Gli oggetti ninja sono molto utili in questi casi. Prendi un fumogeno o una bomba luce, non fanno male ma offrono un diversivo notevole. Per esempio, sei circondata da avversari, non hai vie di scampo all'apparenza ma basta lasciar cadere un piccolo fumogeno e la vista si oscura a tutti e tu hai il tempo di saltare via, nasconderti o portare avanti un semplice attacco per diminuirne il numero. Insomma, da uno svantaggio potresti crearti un vantaggio> un modo semplice per avere successo. Le sue solo ipotesi, il tutto può sempre cambiare, ogni caso è differente e non si sa mai, tutto può succedere, tutto può accadere in una battaglia. Fa il solletico alla Yakushi e sentirla ridere gli riempie il cuore di una gioia immensa, lo rende felice, estremamente felice. La risata della sua bambina è bella, forse il suono più bello che ha mai sentito in 28 anni di vita <Oh si> il primissimo bacio e poi a quella nuova domanda va a baciarla, un bacio sulla guancia, piccolo, casto, ingenuo, tenero <Mi ha reso felice> gli basta poco per essere felice con lei, le cose semplici e spontanee di Kouki lo rendono tale. Se pensa che ha quasi rovinato ogni singola cosa sta male e vorrebbe frustarsi, farsi del male ma si trattiene per il bene della piccolina e della pace <Si e presto ci andrò anche io> non sa ancora bene quando ma sarebbe andato a trovare Shade a sua volta un giorno, presto, tardi, non ne ha idea. Cerca di infondere sicurezza alla ragazza con una promessa di allenamento, allenamento che le avrebbe fatto seguire in modo diligente e senza trattenere la propria severità, sarebbe stato un insegnante perfetto sotto ogni punto di vista <Allora ci concentreremo su questo. Alleneremo la tua mente, il tuo corpo e la tua velocità. Alla fine di tutto sarai diventata fortissima> non che già non lo sia ma lo sarebbe stata ancora di più. La stringe ancora contro il proprio petto, la mano passa per i capelli a carezzarne il capo amorevolmente, piccole carezze mentre la rabbia monta al solo pensiero, rabbia per ciò che le hanno fatto e sono questi particolari che lo spingono a voler Otsuki morto e sepolto. Cambiano subito argomento e si portano sulla caccia e su Fumiko. E' ancora perplessa e lo capisce bene, molto bene, lui stesso non lo avrebbe permesso per niente ma, purtroppo, la risposta è già pronta ed è del rancore verso la Senjuu, rancore che si sarebbe portato dentro per tutta la vita <Nemmeno io mi fido di loro ma mi fido di lei, non permetterebbe mai che Miho si faccia del male> si fida di lei, una fiducia che lei non ha dimostrato quando lui è partito per quella missione <E' stata una sua iniziativa si può dire> gli ordini di lui sono pervenuti dopo ma l'idea iniziale è della donna. Alla fine parlano di Otsuki e della loro missione ad Oto. Kouki si eccita, diviene felice nuovamente, ancor di più di prima alla sola idea di andarvici. Sta diventando sadica ma la capisce, Mirako ha una grande influenza sulla di lei mente. Si lascia andare ancora contro il cuscino, la guarda dal basso verso l'alto <Allora domani partirai con una mia copia. Io devo avvisare Kaori e Fumiko, vorranno essere anche loro al tuo fianco quel giorno ma ti faccio una domanda, se quella donna è nel giusto, la ucciderai lo stesso?> le chiede improvvisamente per poi chiudere gli occhi facendole cenno di abbassarsi, di sdraiarsi nuovamente nel letto con lui <Adesso, però, dormi con me> sorride dolcemente a quell'idea, dormire così, abbracciato alla sua bambina, cosa può chiedere di più? [END]

22:07 Kouki:
  [Camera] Attende una risposta ai suoi dubbi e alle sue incertezze. Logicamente e a mente fredda potrebbe anche arrivarci, ma purtroppo per quanto riguarda quell’argomento non riesce ad essere oggettiva e lo riconosce. Viene pervasa dal panico, il cuore batte veloce e automaticamente la mente va a quei mostri. Si vede lì, nel mezzo delle fogne, circondata. Inerme, senza possibilità di fare nulla ed assalita da artigli che le feriscono la pelle e morsi che la infettano. Chiude gli occhi, sospira… maledetto il giorno in cui si è infilata in quelle fogne. Sorride verso suo padre, ricambia ed ascolta quando le dice di usare la testa, la stessa che lei ora inclina leggermente di lato, ascoltandolo. Certo che ha ragione, fa suoi tutti quei consigli ed annuisce. Usare gli oggetti, le armi, l’equipaggiamento, per sfuggire ad una situazione di svantaggio… ma la vera domanda è se nel momento reale di pericolo lei possa avere la lucidità per farlo. Si avvicina a lui come se avesse il bisogno di sentirsi protetta in un qualche modo, solo che nessuno può proteggerla dai ricordi. <Ho paura di bloccarmi, ma so che Mirako agirebbe prontamente.> è una fortuna ad essere in tre alla fine, se una si blocca l’altra può intervenire dopo tutto. <Ma ho anche paura di cosa fa questa infezione. Mi fa male, mi porta a perdere il controllo, nei peggiori dei casi a svenire e perdere pezzi di memoria.> sente che la sta corrodendo, il cervello già provato di suo, sta subendo anche le conseguenze di quell’infezione. Ma sorride, si lascia andare al momento e si accoccola accanto a suo padre, godendosi ogni singola carezza, ogni singolo gesto di affetto. È felice che tutto stia andando per il meglio. <Sto iniziando ad essere più spontanea, a fare quello che mi sento di fare.> per il momento è così, che si tratti di baci, decisioni o altro. Affrontare ora quello che la turba non è consigliabile e poi non ci sarebbe molto da dire, cosa potrebbe fare? Chiedergli di tornare sui suoi passi con l’organizzazione? Per quel che ne sa con Wonderland è tutto finito, ed è già un passo avanti, ma il resto… non riuscirà mai ad affrontarlo. <Ci alleneremo, si. Mi serve sempre un po’ di allenamento supervisionato.> le servono consigli, serve qualcuno e qualcosa che la sproni a dare del suo meglio. Solo così potrà migliorare e diventare sempre più forte. <Abbiamo delle idee per il clan, per noi. Spero davvero di riuscire a raggiungere i nostri obiettivi.> parla di sé e di Mirako ed Heiko. È emerso tanto dalla loro riunione e non ha intenzione di lasciar perdere tanto facilmente. Annuisce senza dire altro riguardo Fumiko e la sua decisione, non l’approva ma non ha senso rimuginarci ancora ormai che potrebbe fare? Con Kaori sarebbe stato tutto diverso, probabilmente non ci sarebbe stato Wonderland, o forse si, ma è convinta che l’avrebbe fatto ragionare. Troppi pensieri, stanno tornando e non deve, deve stare tranquilla, rilassarsi. Così andrebbe a stiracchiarsi, e dopo essersi messa seduta sul letto e aver parlato per ben di Oto e Otsuki, tornerebbe a sdraiarsi nuovamente accanto all’uomo, quasi a peso morto. <Andremo tutti insieme? Mi farebbe davvero piacere, si.> averli tutti lì, accanto a lei, sarebbe stato un gran punto di forza, alla faccia di Otsuki. <Se quella donna ha partecipato attivamente ed era d’accordo permettendo tutto quello che mi è stato fatto, allora la ucciderò. Se invece è stata obbligata o ingannata, non avrò motivo per ucciderla.> semplice e razionale per lei, non ha problemi a prendere in considerazione quelle ipotesi, questo vuol dire però che ci avrebbe dovuto parlare, e sicuramente ci avrebbe parlato. Resta pur sempre la persona che col suo materiale genetico ha permesso la sua creazione, unito a quello di Orochimaru. Qualcuno con cui avrebbe un legame di sangue reale… ma non si farebbe problemi nell’ucciderla, anzi. Conta meno di zero per lei. <Si, dormiamo.> sorride chiudendo gli occhi e rannicchiandosi accanto a lui, finalmente potrà dormire sonni tranquilli. [END]

Raido e Kouki passano la serata a parlare di cose più o meno serie. Programmano il loro viaggio ad Oto alla ricerca di Otsuki e di tutto ciò che riguarda la ragazzina. Nel frattempo entrambi sfoggiano la loro tranquillità ritrovata, riuscendo a vivere momenti sereni.