Tempo insieme

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15:01 Kaori:
 Dopo aver parlato con la sua bambina ed averla messa a letto, Kaori richiude la porta della sua camera andando in corridoio. Aveva proprio bisogno di rivedere la Yakushi, di stringerla un po', di passare del tempo da sola con lei. I Kami solo sanno quanto le sia mancata Kouki in quel periodo di assenza ed ora si sente il cuore più leggero dopo aver passato la serata con la piccola. Vorrebbe fermarsi lì, rimanere con lei e prepararle una bella colazione al mattino, ma non sa se Raido è in casa e non vorrebbe risultare di troppo in casa loro. L'uomo non le ha mai impedito di vedere la figlia ma rimanere in casa sua senza permesso è tutta un'altra storia. Si ferma nel corridoio davanti la porta di Kouki voltandosi verso le altre porte presenti chiedendosi se forse non dovrebbe controllare se l'Oboro è in casa e, quanto meno, salutarlo. Si sofferma a carezzare l'idea per un istante soltanto prima di scuotere il capo e scacciare quella possibilità. Magari sta riposando, magari non è neppure in casa. Magari sarebbe solo un fastidio. Il loro ultimo incontro ha lasciato un sacco di dubbi in lei circa la loro situazione, un sacco di parole in sospeso soffocate da quei baci che non avrebbe dovuto concedere e che ora facevano più male che mai. Scende le scale tornando al piano di sotto mordendosi il labbro inferiore, la treccia ad ondeggiare ad ogni passo dietro la schiena, battendo contro il tessuto morbido e caldo del corto kimono nero che ha indosso. Esso ricopre il busto e le braccia aprendosi in ampie maniche lunghe fino ai palmi mentre un obi bianco le stringe i fianchi tenendo ferma la parte superiore della veste. Una gonna a balze nera le copre le cosce con una fantasia di farfalle bianche in volo a risalire verso l'alto lungo il fianco destro. Dalle ginocchia in giù partono delle strette calze scure a loro volta coperte da dei pratici stivali ninja. Ha un aspetto simile a quello d'una bambola, ma chi la conosce sa quanto pericolosa possa essere nonostante le apparenze. Attorno al collo reca con sé il coprifronte di Azrael Nara mentre nè armi nè strumenti sono assieme a lei: solo il chakra brucia vivo nel suo corpo in una fiamma azzurra che le dona nuova forza e nuovi riflessi. Raggiunge il piano inferiore e si sofferma dinnanzi la poltrona ove aveva riposto il proprio giaccone, afferrandolo dallo schienale ed infilando le braccia nelle maniche dello stesso. [chakra: on]

15:11 Raido:
 La doccia è il miglior amico dell'uomo quando si sta male, il suo potere di scacciare via ogni cosa è incommensurabile. Riesce a rigenerarsi a contatto con essa e vi ha passato tutta quanta la sera all'interno senza sentire niente di quanto accade all'esterno. Tanto è ricco, pagare una bolletta più cara non gli fa molta differenza. Chiude l'acqua uscendo dalla doccia, ovviamente completamente nudo e chissà per quale ragione, stavolta ha usato il bagno di sotto, quello vicino al salotto. Prende l'asciugamano iniziando ad asciugarsi i capelli, li asciuga per ben, circa, anche se rimangono ancora bagnati e crespi mentre il fisico viene messo in risalto dall'acqua, dalle gocce di essa che cadono lungo tutto esso e, per la prima volta, è possibile vedere un accenno di tartaruga sul ventre del Jonin. Un nuovo asciugamano viene preso per coprire la vita e tutto ciò che essa comporta, ovvero glutei e genitali. Si guarda intorno alla ricerca delle proprie vesti, le ricerca con abbastanza attenzione <Non di nuovo..> chiude gli occhi portando il viso a guardare verso il basso, sbuffa sonoramente per poi avviarsi verso la porta del bagno la quale viene aperta facendo uscire del fumo. L'acqua calda gli ha fatto davvero bene, molto bene. Avanza verso il salotto a piedi nudi, completamente nudo con solo quel piccolo asciugamano a coprire le sue grazie e proprio per evitare che Kouki lo veda se lo tiene ben stretto con la sinistra <Kouki, quante volte ti ho detto di avvisarmi quando mi togli la roba dal bagno> si aggira per la casa giungendo nel salotto e li si trova la sorpresa, una bella sorpresa, su questo non vi è dubbio, anche se inaspettata <Kou-> si ferma rimanendo impalato ad osservare la Hyuga vicino alla poltrona intenta a rimettersi il cappotto <Ah> solo questa misera espressione viene fuori dal volto della bocca dell'Oboro, sorpreso come non mai di ritrovarsela li <Qu...quando sei arrivata?> non ha sentito niente di quello che è successo, in quella doccia si è completamente isolato dal mondo esterno, da tutto quanto il mondo e ora si ritrova i regalini sotto l'albero <E do..dov'è Kouki?> balbetta leggermente, è stupito e non lo nasconde, così come non nasconde il proprio fisico. [Chk on]

15:23 Kaori:
 Si infila il giaccone attenta a non rovinare le maniche del kimono liberando poi da dietro la schiena la morbida e lenta treccia che era rimasta incastrata fra schiena e soprabito. La tira fuori facendola pendere dietro la nuca, oltre il dorso della giacca e quindi si sistema i lembi anteriori del cappotto andando ad abbottonarlo. Proprio mentre sta per tirare su la cerniera, sente il suono di una porta che si apre poco lontano e dei passi in avvicinamento. Avverte il cuore accelerare ben conscia che non possa trattarsi di Kouki attualmente chiusa nella sua stanza al piano superiore. Si volta con l'espressione mite e calma di sempre sul viso, solo un lieve accenno di imbarazzo sul volto per via della situazione in cui si è appena cacciata. Raido compare nel soggiorno praticamente nudo se solo non fosse per un misero asciugamano avvolto attorno alla vita a coprire le sue grazie. I lunghi capelli d'argento pendono umidi attorno alla sua figura mentre l'acqua ancora scivola lungo il suo corpo rendendo la pelle lucida e chiarissima sotto la luce del lampadario. I loro occhi s'incontrano per un solo istante, giusto il tempo di realizzare che si trovano nuovamente da soli in quella stanza, prima che Kaori distolga per prima lo sguardo per puntarlo sulla cerniera del suo giaccone che andrebbe immediatamente a tirar su. Non può guardarlo, non è più a lei che spetta questo diritto ormai. <Non molto tempo fa. Avevo bisogno di vedere un po' Kouki, mi mancava> spiega lei annuendo appena col capo, chiudendo per bene la giacca e sistemandosi le pieghe della gonna del kimono sotto di essa. <L'ho messa a letto. Forse avrei dovuto accertarmi che fossi in casa e chiederti il permesso prima> aggiunge poco dopo per rispondere alla sua domanda, alzando solo ora lo sguardo e puntandolo verso di lui, cercando di fissarsi sul suo viso e di non lasciar vagare lo sguardo sulla pelle sottostante. <Spero non sia un problema.> [chakra: on]

15:37 Raido:
 Ancora in quel salotto, ancora in quella stanza. I dubbi nella testa del Jonin non sono scomparsi, sono sempre li, pronti a venir fuori al primo segno di cedimento, cedimento che giunge anche ora. Il cuore riprende a battere forte, molto forte, come se stesse per sfondargli il petto come non mai alla vista della Hyuga. Ne incrocia lo sguardo, ne fissa gli occhi perlacei, quegli occhi che lo hanno completamente stravolto la prima volta che ha messo piede a Kusa, occhi che non può dimenticare tanto facilmente. La situazione è imbarazzante, ridicola, forse fin troppo ridicola ma non ci può fare niente. Si lasciare guardare, lascia che la ragazza guarda il suo copro beandosi del suo sguardo e di quegli occhi su tutto quanto se eppure non dura molto, la vede distogliersi per pensare al proprio cappotto. Sospira in modo pesante, sospira come mai prima d'ora mentre l'ascolta e ne ode le parole, ogni singola parola <Oh..capisco> può immaginare quanto le possa mancare Kouki, quanto senta la mancanza della Yakushi e non può dirle niente, ha tutto il diritto di vederla <Non ce n'era bisogno, puoi venire quando vuoi> chiedere addirittura il permesso, non è una cosa che gli piace fare. Alla fine li ci vive la chunin anche e non può impedire alla bambina di vedere una persona se lui non vuole, sarebbe da egoisti, anche troppo egoisti ma il loro sguardo si incrocia nuovamente. Gli occhi vanno a toccarsi ancora una volta e ancora una volta si lascia trasportare dal battito del proprio cuore perdendosi in quello sguardo <No, la porta è sempre aperta...questa è anche casa tua dopotutto> si tira su l'asciugamano con la mano sinistra, lo tiene sollevato per evitare che cada. Non ha voglia di farsi vedere completamente nudo, non in questo particolare momento almeno ma chissà, più avanti magari <Vedo che te ne stai andando..non ti va di restare un altro po'> vuole stare un po' con lei? Si, effettivamente lo vuole. Non sa cosa gli stia prendendo al momento ma quella visita inaspettata lo ha colto impreparato e adesso è in balia di tanti pensieri che non lo fanno ragionare lucidamente <Mi vado a mettere qualcosa addosso, almeno non rimango nudo, va bene?> chiede anche il suo permesso? Si, lo fa perchè rimanere nudi non è male alla fine, anzi, si sta anche più comodi. [Chk on]

15:57 Kaori:
 La situazione è più imbarazzante di quanto avrebbe immaginato. Il loro ultimo incontro è stato piuttosto movimentato e difficile. Senza sapere come i due si erano ritrovati a baciarsi, mezzi distesi sul pavimento del salotto a riscoprire l'uno il corpo dell'altro, baciando lembi di pelle, mordendo, carezzando i loro volti. Si erano ritrovati a distaccarsi, consci che quella notte non avrebbe portato a niente se non dolore. Raido l'ha perdonata ma non può fidarsi di lei. Raido ha donato il suo cuore ad un'altra e vuole rispettare l'impegno preso con lei. E Kaori l'ha accettato. Ma ora che sono di nuovo lì, soli, in quella stanza, nello stomaco di lei si agita qualcosa; il sangue corre nelle vene, il cuore batte impazzito, e le gote s'arrossano mentre cerca di distogliere da lui lo sguardo. I ricordi di quella sera rifioriscono come pugnalate al petto e Kaori può avvertire nella di lui voce il medesimo disagio. E' la prima volta che si trovano così in difficoltà l'uno accanto all'altra. Non c'è rabbia né rancore. Neppure reale sofferenza. C'è solo un profondo senso di imbarazzo e scomodità. Il ragazzo la rassicura dicendole che può venire ogni volta che desidera in casa e Kaori si ritrova ad alzare lo sguardo per sorridergli con tenerezza e profonda gratitudine. <Grazie> dice semplicemente, intendendolo davvero. Grazie per sopportare la sua presenza anche nonostante sia difficile. Grazie per aver capito che non avrebbe mai fatto intenzionalmente del male alla piccola. Grazie per non impedirle di vederla quando lo desidera di più. Ma sono le successive parole che la portano a schiudere le labbra e guardarsi attorno con fare sorpreso. Non avrebbe mai creduto che lui avrebbe detto una cosa simile. Non di nuovo. Quella casa... sua? La giovane si guarda attorno come se vedesse quelle pareti per la prima volta. La sua mano sfiorerebbe lo schienale della poltrona e lo sguardo ne osserverebbe i ricami e le decorazioni. <Non pensavo lo fosse> ammette a bassa voce con un sorriso laconico sulle labbra, lo sguardo ad ammorbidirsi e ingentilirsi nell'osservare ora nuovamente il viso dell'Oboro. <Non so se dovrei considerarla tale a dire il vero.> Di fatto Kaori ancora non sa quale rapporto vi sia fra Raido e Fumiko. La donna è l'altra mamma di Kouki e sebbene si siano lasciati per motivi a lei ignoti, potrebbe ancora vivere lì con loro per quanto ne sa, sebbene non l'abbia mai vista lì dentro le volte in cui è venuta a trovarli. <Quando è diventato tutto così strano?> osserva con una mezza risatina scuotendo ora il capo e ascoltando dunque le parole di Raido. Si guarda il giaccone ormai abbottonato e quindi schiude le labbra boccheggiando per un secondo. <Oh. Uh-sì, certo. Perchè no?> dice lei allora annuendo e abbozzando un piccolo sorriso. <Mi farebbe piacere> direbbe quindi andando a sbottonarsi una volta ancora la giacca per sfilarla e rimanere nuovamente col solo kimono indosso, le fasciature e le bende sottostanti coperte dal tessuto morbido dell'abito. <Sì. Ti aspetto qui. Posso prepararti qualcosa nel mentre? Del tè?> chiede sebbene le paia piuttosto strana l'idea di offrire qualcosa al padrone di casa. Ma insomma... è anche casa sua... no? [chakra: on]

16:35 Raido:
 Viene ringraziato per un qualcosa a cui non va detto niente, è solo qualcosa di comune, qualcosa di giusto da fare. Negare a Kouki di vedere quella che considera sua madre è un affronto che non può fare a sua figlia, non adesso che il loro rapporto sta crescendo sempre di più. E' la stessa cosa sarebbe con Fumiko, sta andando tutti i giorni dalla donna per vedere lei e la piccola Miho, non salta un giorno da quando sono usciti fuori a cena i due e di conseguenza non potrebbe mai impedire a Fumiko di vedere la Yakushi. Kaori può andare in quella casa quando vuole, senza chiedere il permesso a nessuno, senza assicurarsi che ci sia lui o meno <Non devi ringraziarmi> un mezzo sorriso viene fatto dall'Oboro, non accetta quel grazie semplicemente e mai lo avrebbe accettato. Vede la sorpresa nel viso della donna, una sorpresa che mai avrebbe creduto di poter rivedere con così tanta facilità ma non può negarle nemmeno quello alla fin dei conti. Si trova in quella magione fatta costruire per lui e per la Hyuga al tempo, una casa per loro due che Fumiko non ha mai accettato e proprio per questo non si è mai sentita a casa sua. Quella casa è anche di Kaori, le appartiene di diritto e probabilmente l'avrebbe lasciata a lei, avrebbe fatto in modo che tutto quanto l'immobile venisse dato interamente alla Hyuga. E' la cosa migliore, non ha buttato denaro, non deve distruggerla e non ha sprecato mesi e mesi per la costruzione, il lavoro e tutto il necessario per tirarla su dal nulla <Ricordi per chi è nata questa magione? Non di certo per me> lo rimembra anche a lei così da farla stare più tranquilla, da farla tornare veramente tranquilla e poco emozionata <Considerala tale> capisce cosa sta provando in questo momento, la capisce benissimo e deve farla sentire a suo agio, tranquilla e deve far scemare quell'imbarazzo improvviso. Il rapporto con Fumiko è ancora complicato, anche se le cose stanno migliorando non può dire di essere tornato con lei, non può affermarlo ancora e la cosa gli brucia, gli fa male, dire che la donna che ama è sua ancora una volta. Spera che, un giorno, possa andare via da li e tornare con lei, magari in quella casa nel bosco dei ciliegi <Non lo so proprio> lo sa ma non vuole dirlo, non vuole tirare fuori nuovamente quella storia, non ne hanno bisogno adesso. Il sorriso torna sul viso della Hyuga a quella proposta, una proposta che si è sentito di fare. Sorride verso la donna mentre si dirige verso uno stanzino in cui, di solito, tiene le sue cose <Si, due tazze, una per te e una per me e dovrebbe esserci anche un mini tavolino su una mensola in cucina, uno di quelli che si poggia a terra, stiamo davanti al camino> e con queste ultime parole va proprio nello stanzino ed è li che si metterebbe l'intimo, un paio di pantaloni e una canotta bianca sul busto per poi tornare indietro. [Chk on]

13:29 Raido:
 Viene ringraziato per un qualcosa a cui non va detto niente, è solo qualcosa di comune, qualcosa di giusto da fare. Negare a Kouki di vedere quella che considera sua madre è un affronto che non può fare a sua figlia, non adesso che il loro rapporto sta crescendo sempre di più. E' la stessa cosa sarebbe con Fumiko, non potrebbe mai impedire a Fumiko di vedere la Yakushi. Kaori può andare in quella casa quando vuole, senza chiedere il permesso a nessuno, senza assicurarsi che ci sia lui o meno <Non devi ringraziarmi> un mezzo sorriso viene fatto dall'Oboro, non accetta quel grazie semplicemente e mai lo avrebbe accettato. Vede la sorpresa nel viso della donna, una sorpresa che mai avrebbe creduto di poter rivedere con così tanta facilità ma non può negarle nemmeno quello alla fin dei conti. Si trova in quella magione fatta costruire per lui e per la Hyuga al tempo, una casa per loro due che Fumiko non ha mai accettato e proprio per questo non si è mai sentita a casa sua. Quella casa è anche di Kaori, le appartiene di diritto e probabilmente l'avrebbe lasciata a lei, avrebbe fatto in modo che tutto quanto l'immobile venisse dato interamente alla Hyuga. E' la cosa migliore, non ha buttato denaro, non deve distruggerla e non ha sprecato mesi e mesi per la costruzione, il lavoro e tutto il necessario per tirarla su dal nulla <Ricordi per chi è nata questa magione? Non di certo per me> lo rimembra anche a lei così da farla stare più tranquilla, da farla tornare veramente tranquilla e poco emozionata <Considerala tale> capisce cosa sta provando in questo momento, la capisce benissimo e deve farla sentire a suo agio, tranquilla e deve far scemare quell'imbarazzo improvviso. Il rapporto con Fumiko è ancora complicato, anche se le cose stanno migliorando non può dire di essere tornato con lei, non può affermarlo ancora e la cosa gli brucia, gli fa male, dire che la donna che ama è sua ancora una volta. Spera che, un giorno, possa andare via da li e tornare con lei, magari in quella casa nel bosco dei ciliegi <Non lo so proprio> lo sa ma non vuole dirlo, non vuole tirare fuori nuovamente quella storia, non ne hanno bisogno adesso. Il sorriso torna sul viso della Hyuga a quella proposta, una proposta che si è sentito di fare. Sorride verso la donna mentre si dirige verso uno stanzino in cui, di solito, tiene le sue cose <Si, due tazze, una per te e una per me e dovrebbe esserci anche un mini tavolino su una mensola in cucina, uno di quelli che si poggia a terra, stiamo davanti al camino> e con queste ultime parole va proprio nello stanzino ed è li che si metterebbe l'intimo, un paio di pantaloni e una canotta bianca sul busto per poi tornare indietro. [Chk on]

13:30 Kaori:
 Poco a poco quel denso imbarazzo sembra scemare sostituito da una sorta di pace apparente. Sono due persone adulte e mature che hanno condiviso una storia importante e che si conoscono meglio di quanto chiunque altro potrebbe dire di conoscerli, non ci vuole poi molto perchè il senso di disagio si affievolisca in favore di una più quieta tranquillità. Certo, rimane un leggero distacco di base dovuto a quei sentimenti contrastanti che appesantiscono l'aria, ma non è una sensazione forte abbastanza da rendere strana la convivenza fra loro in quella stanza. Il mezzo sorriso che Raido poi le offre la rassicura ancor di più portandola a ricambiare quel gesto con una lieve distensione delle rosee verso l'esterno. Le era mancata quella sensazione di calma fra loro. L'accettazione che tutto era finito, che in qualche modo lui tiene ancora a lei ha reso più facile in un certo senso lo stargli vicino. Soprattutto, però, è stato quel suo perdonarla a sistemare ogni cosa e a far superare quella rabbia che li stava consumando. Quando successivamente l'Oboro le pone quella domanda, Kaori si ritrova a sorridere ed inclinare leggermente il capo, passando le dita affusolate lungo lo schienale della poltrona ove ha nuovamente poggiato il proprio giaccone, muovendo un paio di passi verso l'interno della stanza per avvicinarsi di poco a Raido, ancora distante mezza camera da lei. <Non *solo* per te> lo corregge Kaori con un sorriso gentile, la voce calma e bassa. <Doveva essere per noi. Appartiene a tutti> dice lei lasciando scivolare via la mano dallo schienale della poltrona e lasciando dondolare l'arto lungo il fianco. <Ma pensavo di averne perso il diritto, sai... Avrebbe potuto complicare le cose> si stringe leggermente nelle spalle prima di sistemarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. <Sono felice che non sia così però> Il sorriso s'allarga sul volto nel dire queste parole e va quindi ad osservare l'altro quando questo le dà qualche indicazione su come servire il té mentre va a indossare qualcosa. <Ci penso io> annuisce la Hyuga andando quindi a passo cadenzato verso la cucina dove inizierebbe ad estrarre il bollitore da uno degli sportelli per poi riempirlo d'acqua e quindi metterlo sul fuoco a scaldare. Prenderebbe un paio di bustine di té e le depositerebbe accanto al bollitore e quindi le tazzine dal relativo alloggio, sistemandole su dei piattini con dei cucchiaini poggiati su di essi. Sistemerebbe ogni cosa su di un vassoio decorato trovato in cucina e, nel mentre che l'acqua si riscalda, va alla ricerca della mensola di cui ha parlato Raido. Lascia vagare lo sguardo per alcuni istanti prima di individuarla e trovare il tavolino pieghevole di cui le ha accennato. Lo afferra con una sola mano e, sistemato sotto braccio, lo porta nel soggiorno dove va ad aprirlo e fermarlo dinnanzi al camino. A questo punto torna in cucina dove attende un paio di minuti prima di spegnere il fuoco e inserire le bustine di té nel bollitore, adagiandolo nel vassoio assieme alle tazzine vuote. Porta il vassoio nell'altra stanza mentre il tè è in infusione e poggia il tutto sul tavolino, notando quindi la presenza di Raido adesso adeguatamente coperto. Sorride lanciandogli una occhiata e scuotendo leggermente il capo. <Hai ancora il brutto vizio di tenere i capelli bagnati anche quando fa freddo. Prima o poi ti prenderai un raffreddore> sorride lei notando come i capelli dell'altro siano ancora ovviamente umidi dalla recente doccia. <Vediamo di fare qualcosa> direbbe con un sorriso per poi andare a concentrarsi su se stessa, sul chakra che vortica e scorre nel suo corpo, nelle sue vene. Cercherebbe di concentrarsi in particolar modo sul chakra di tipo katon presente in lei per raccoglierne una parte ed inviarla attorno alla sua figura fino a creare una sorta di patina interna che poi verrebbe spinta contro gli tsubo posti lungo il corpo. Il chakra verrebbe fatto fluire da ognuno di essi e fatto fluire all'esterno, disperso verso l'intera stanza così da aumentare di circa 10° la temperatura della stessa. <Meglio?> sorriderebbe andando quindi a prender posto al tavolo dove il té dovrebbe essere pronto. Verserebbe quindi prima la tazza di Raido e dopo andrebbe a riempir la propria, ben attenta a non versare neppure una goccia sul tavolo, con la consueta calma ed eleganza che sua madre le ha insegnato a mostrare nell'arte di versare il té, nel caso in cui un domani fosse stata presa in moglie da qualcuno. Ripone quindi il bollitore sul vassoio e inizia a girare il tè nella tazzina con aria tranquilla, godendosi il tepore della stanza e la compagnia dell'altro. <Come stai?> gli domanderebbe, quindi, alzando lo sguardo su di lui, fissando le iridi perlacee sul suo volto, ricercando la verità nei suoi occhi. [Manipolazione Ambientale del Fuoco: + 10°] [Chakra: 98/100]

13:48 Raido:
 Tutta la rabbia che prova per lei sta piano piano scemando, sta andando via lasciando soltanto momenti di pura tranquillità, momenti che devono godersi senza troppi problemi ma i sentimenti contrastanti di entrambi sono qualcosa che li sta logorando. Sa che la ragazza prova ancora un forte amore e, anche lui, alla fine, prova amore per la Hyuga che non è riuscito a dimenticare. Ci sta provando ma ogni volta che la vede i sentimenti che prova verso di lei tornano a dargli fastidio, gli provocano mal di testa, un gran mal di testa anche se, stando con Fumiko, riesce a non pensarci, riesce ad amare la Senjuu senza vedere nessun'altra, quindi, tutto questo avviene quando rimane solo con Kaori. Un giorno sarebbe riuscito a riprendersi, avrebbe fatto in modo che tutto quanto scompaia senza troppi problemi. E' difficile, tremendamente difficile ma non può nemmeno negare tutto, farebbe ancora più male, l'unica cosa è accettarlo e conviverci cercando di andare avanti con tutte le sue forze. E' mezzo nudo, letteralmente, se si togliesse l'asciugamano la ragazza potrebbe vedere ciò che vi è nascosto. In questo momento sta bene, certo, rimane ancora la sorpresa di vederla in quella casa ma non ci da molto peso, oramai deve abituarsi per il suo bene e per quello di Kouki. Quella casa è importante per tante persone, l'ha fatta costruire per la loro famiglia, per conviverci con Kaori e con Kouki, vivere una vita felice e tranquilla ma tutto è cambiato nel momento stesso in cui la donna è andata via, tutto è divenuto più difficile e strano. Ascolta le parole della ragazza, non fiata ma pensa, rimane li a pensare a tutto quello che lei sta dicendo e il cuore comincia a galoppare, comincia a farsi sentire nuovamente. Pensa alla vita che avrebbero avuto insieme, lei come sua sposa, Kouki come bambina e, forse, un figlio tutto loro o una figlia <Non hai perso alcun diritto, forse prima era così quando ero accecato dall'odio e dalla rabbia ma adesso...> sospira in modo pesante, sospira buttando fuori tutta quanta l'aria che ha in corpo non sapendo bene cosa dire, la situazione è strana. E' felice che lei sia li, non può negarlo ne negarlo a nessuno. Se ne va, va a cambiarsi per essere una persona presentabile e impedire di rimanere nudo, si dirige verso lo stanzino e li indossa delle semplici vesti, si copre. Torna indietro, ritorna nel salotto e li la vede, la perfezione. Il tè pronto, il tavolino a terra e il fuoco acceso, tutto quanto è perfetto come non mai e un sorriso si forma sul di lui viso, un sorriso felice, sereno e tranquillo ma sono le parole di Kaori che gli fanno aprire gli occhi. Un piccolo dettaglio che lei riconosce, davvero misero ma che gli fa battere il cuore. Si ricorda di questa sua caratteristica, ricorda tutto benissimo lasciandolo a bocca <S-si> altro sorriso a formarsi mentre accorcia le distanza andando vicino la ragazza che, improvvisamente, muove il fuoco aumentando la temperatura della stanza <Molto> e con questa va a sedersi a terra dietro al tavolino. Guarda la ragazza, le fissa gli occhi, lo sguardo, non distoglie il proprio dal suo, non ne ha motivo <Adesso sto bene> si sente bene, si sente sereno e non riesce a spiegarselo <Sai, mi sento un bugiardo> comincia a parlare, comincia a pensare ad alta voce <Ho pensato molto a questa situazione, la nostra situazione, mia e tua, mia e di Fumiko e non...non riesco a...> si ferma qualche secondo, pochissimi <...lasciarti andare> le ha detto che non deve aspettarlo ma questa è la prova che è una menzogna <Io..> si ferma, si zittisce preferendo non dire altro. [Chk on]

14:25 Kaori:
 Le parole di Raido sono come una sorta di balsamo per il suo animo. Le cose sono cambiate drasticamente nel giro di quell'ultimo anno. Il loro amore ha subito colpi durissimi, lei stessa ha vissuto esperienze che cambiano la vita ed è cambiata in un modo così profondo che a volte è persino difficile riuscire a riconoscersi persino da sola. Non è un cambiamento evidente, è qualcosa di più intrinseco che solamente chi la conosce bene può notare. Una sorta di calma e pace di fondo, un modo più pacato e pragmatico di approcciarsi alle cose senza farsi trascinare dai sentimenti o dalla rabbia. Ha vissuto così tante esperienze dolorose e frustranti che ormai c'è bisogno di una batosta davvero forte per farle perdere il controllo. Adesso però anche Raido è riuscito ad andare oltre. L'odio che provava e la rabbia si sono affievoliti lasciando spazio ad un vago senso di comprensione e rassegnazione a quella che è ora la loro verità. Tutto sta trovando in qualche modo il proprio posto, il proprio spazio e le cose fra loro sono divenute più semplici. Anche più strane. Raido sospira non sapendo bene neppure lui come spiegare la situazione e Kaori si ritrova ad abbozzare un piccolo sorriso decisa a non far tornare la tensione fra loro. <Adesso siamo tutti abbastanza calmi da poter decidere insieme come far andare le cose. Sta andando tutto per il meglio, dovremmo essere contenti, mh?> dice lei cercando di mostrargli come, in qualche modo, le cose stiano sistemandosi lentamente senza tutta quella rabbia ad offuscare i pensieri delle persone coinvolte. Cerca di tranquillizzarlo prima di lasciarlo andare a mettersi più comodo e sistemare da sé quel loro piccolo tè improvvisato di mezzanotte. Apre il tavolino dinnanzi al fuoco, mette a bollire l'acqua e poi quando è abbastanza calda mette il tè in infusione portando tutto nell'altra stanza per poterlo servire. Con grazia sistema i piattini con le relative tazze dinnanzi ai loro posti e dunque va a versare il bollente liquido ambrato nelle chicchere. Tutto sembra essere così normale, così ordinario, come se lo avesse già fatto milioni di volte, come se avesse vissuto lì da sempre. Ma dentro di sé si muove con discrezione, è attenta a non toccare più del necessario quella casa, sentendosi ancora in parte estranea a quelle pareti. E' la prima volta che si trova lì dentro con la consapevolezza di essere benvenuta fra quelle mura, la prima volta che sosta in quella camera sapendo che quella casa appartiene anche a lei. E' strano, deve ancora farci l'abitudine, ma è contenta che Raido le abbia dato modo di sentirsi un po' più accolta, un po' più al proprio posto lì. Procede dunque a riscaldare la temperatura della stanza grazie all'utilizzo di una minima quantità di chakra katon e vede come Raido sembri quasi sorpreso del suo gesto. <Che c'è?> gli domanda con un sorriso interrogativo dopo averlo sentito balbettare sorpreso quella breve affermazione. A quanto pare il gesto è risultato utile e gradito e Raido si rilassa poco dopo andando a porre lo sguardo in quello di lei. Kaori ricambia la cosa tenendo le iridi fisse in quelle dell'albino, felice di sentire che l'altro si senta bene.<Sono contenta> replica sinceramente annuendo appena col capo, le mani a tenere la tazza calda dai lati beandosi della sensazione di tepore che emana la ceramica piena di tè fumante. Tuttavia il sorriso si restringe appena quando ode le successive parole dell'Oboro. Sente il cuore contrarsi, il battito iniziare a divenire irregolare mentre la voce di lui va ad insinuarsi fra i suoi pensieri, le sue convinzioni. I suoi sentimenti. Schiude di poco le labbra con fare sorpreso, confuso, non sapendo esattamente cosa potrebbe dire in risposta a quelle sue rivelazioni. Dovrebbe essere felice. E' felice. Eppure... l'indecisione di lui la logora. Sapere che provi qualcosa per lei la fa sentire al sicuro, ma sapere che al tempo stesso ama un'altra la irretisce. Kaori deglutisce, richiude le labbra, andando ad inspirare a fondo ed abbassare lo sguardo. Osserva il liquido caldo nella propria tazza notando il riflesso leggermente distorto del proprio viso. <E' per questo che non volevo venire qui> mormora lei con voce bassa, cauta. <Avevi trovato la tua strada. Ti eri rifatto una vita. Avrei dovuto rimanerne fuori e non rovinare niente> spiega la Hyuga con una sfumatura di malinconia negli occhi perlacei, la voce a farsi sottile, distante, al ricordo di tutti quei pensieri che si erano accavallati nella sua mente nel tempo. <Ma il pensiero di lasciare Kouki... non ce l'ho fatta. A stento ho gestito l'idea di averti perso, non potevo arrendermi anche con lei. Sapevo che rimanere nella sua vita avrebbe significato rientrare nella tua. Non c'è modo di stare con uno senza accettare anche l'altro. Ma non ho saputo fermarmi> ammette quasi come fosse una dichiarazione di colpevolezza. Rialza allora lo sguardo portandolo in quello di lui, le labbra distese in un sorriso amaro che sa di decisioni difficili. <La verità è che egoisticamente volevo ritornare indietro. Ritornare ad essere la mamma che le rimbocca le coperte o che le pettina i capelli. Tornare vicina a te, anche se solo come...> Come cosa? Una risatina ironica sale alle labbra spezzando il silenzio. <Non lo so. Un'amica? Qualcosa del genere...> Eppure quella parola stona così tanto nel loro rapporto. Sente che non può essere adatta a definirla, a descrivere ciò che c'è fra loro. Non sono amici. Non sarebbero mai stati amici. Ma cos'erano, allora? Esiste una parola che possa descrivere ciò che sono l'un per l'altra? Probabilmente no. <Mi dispiace di aver complicato tutto> sospira, alla fine, guardando Raido negli occhi, incapace di perdere di vista il suo volto, il suo sguardo, quelle iridi dorate che si sono ormai marchiate a fuoco nella sua mente e nel suo cuore. [chakra: 98/100]

15:00 Raido:
 Accettare Kaori di nuovo nella sua vita non è facile ma allo stesso tempo non può impedirlo, non può impedire a ciò che prova di avanzare verso di lei. I dubbi tornano, arrivano nuovamente a sconvolgergli la mente, a dargli fastidio. E' dubbioso sui suoi stessi sentimenti e pensare non lo aiuta. Si è messo con Fumiko, ha dato a lei anima e corpo divenendone succube, quasi possessivo non riuscendo a vedere più niente, disposto a fare di tutto pur di non perderla come è successo con Kaori eppure...eppure ha fallito, l'ha persa lo stesso nonostante le sue azioni, nonostante abbia comandato un vero e proprio esercito per riportarla a casa. Kaori, invece, è andata via ed è tornata, niente è cambiato in lei, solo la situazione, una situazione difficile. Hotsuma gli ha impartito una lezione 14 anni prima ovvero che non si torna mai indietro, si deve sempre guardare avanti in ogni momento, il passato deve rimanere tale e così ha fatto. Ha guardato avanti, ha lasciato che Kaori divenisse il suo passato e Fumiko il futuro e tutto quanto è andato in malora, letteralmente. Ha passato una nuova notte con la Senjuu eppure non stanno insieme, le cose non cambiano e i dubbi, anche ora, vengono alimentati da questo pensiero. Una piccola occhiata viene data al suo braccio destro, tagliato, le cicatrici dei tagli sono ancora visibili mentre i buchetti sono scomparsi e sta male al solo pensiero, sta davvero malissimo <Si..tutto per il meglio> i pensieri gli impediscono addirittura di parlare e di esprimersi come si deve, gli impediscono di dire cose più sensate e concrete. Tutto è perfetto ed è una perfezione che non trova da tempo, un qualcosa che non vede da molti mesi e questo non ha fatto altro che debilitarlo. Ha bisogno di sicurezza, di una sicurezza maggiore che non riesce ad avere purtroppo. Torna nel salottino dopo essersi cambiato, rimane a fissare Kaori rimanendo stupito dalle sue parole, felicemente stupito <Ti ricordi di queste piccolezze..> è questo che gli fa piacere, che lo ha reso incredibilmente felice e ancora più dubbioso che mai. Per lui sono piccolezze, sono abitudini che ha e non se ne rende nemmeno conto ma la ragazza si, si ricorda anche di questo <Tu come stai?> domande stupide, dialoghi stupidi ma quando tutto è perfetto, di cosa si può parlare? I problemi li hanno già affrontati, tutto hanno già affrontato e ora serve solo un po' di pace per entrambi ma i dubbi ci sono e i sentimenti emergono. Ancora non beve, rimane soltanto seduto a terra vicino alla Hyuga, a guardarla ed a parlare di quello che sta sentendo in questo momento e non solo. Esprime i propri sentimenti, esprime il proprio essere e la osserva e ne sente il dire. Non la interrompe, non vuole che quelle parole vadano a interrompersi, ha bisogno di capire e di ascoltare e ogni rivelazione è una pugnalata al cuore, un pugnale rovente che gli brucia il corpo e l'animo interamente <Non hai rovinato niente> lei non ha rovinato davvero niente, il suo ritorno non ha cambiato le cose e questo vale molto, davvero molto <Kouki è parte della tua vita, non potevi impedirti di vederla così come non potevo io> è conscio di queste cose, impedirlo avrebbe fatto soffrire Kouki per l'ennesima volta e vedere le lacrime sul volto di sua figlia è l'ultima cosa che vuole. Entrambi sono egoisti, entrambi si rivelano tali, lei non è da meno nonostante la sua purezza. Disposta a soffrire pur di stare vicino a lui, disposta ad essere anche solo un'amica pur di far parte della sua vita. Gli occhi divengono rossi, lucidi, commosso, triste, tutti i sentimenti vengono a galla con quel gesto. Si avvicina ancora di più alla Hyuga, la mano destra si alza cercando di posarsi sul di lei viso, lo carezza con il pollice delicatamente <Kaori> deglutisce, respira in modo pesante, respira cercando le parole più adatte <Non hai complicato niente, anzi, grazie a te ho cominciato a pensare> ed è arrivato il momento di dire tutto quanto, di rivelare ciò che sente <Te ne sei andata ma sei tornata dimostrando che ancora ci tenevi a me, hai voluto una pausa eppure non hai mai smesso di amarmi e ancora adesso, so che mi ami> glielo ha detto, per forza <Io sono ancora arrabbiato perchè quella volta non mi hai detto niente, sei sparita senza dirmi niente e mi fa male, se ci ripenso io sto male perchè a quest'ora potevamo essere sposati> china lo sguardo per pochi attimi senza distaccare la mano dal suo viso, pochi attimi prima di rialzare lo sguardo <Ti ho detto di non aspettarmi..non è vero, non è quello che voglio. Io non posso essere tuo amico e non posso vederti come tale, tu sei di più di una semplice amica e lo sto capendo giorno dopo giorno> sta facendo i conti con i propri sentimenti, con ciò che prova <E' vero, amo Fumiko ma non ti ho dimenticato, non ci sono riuscito e questo vuol dire che ciò che sento per te è qualcosa che va ben oltre il semplice amore> stacca la mano dal di lei viso per andare a sdraiarsi completamente a terra, le mani poste dietro il capo e gli occhi fissi sul soffitto mentre il fuoco lo riscalda. Il respiro è pesante, veramente pesante <Ti ho detto di aver scelto Fumiko ma non è vero> non ha scelto Kaori ma nemmeno Fumiko <Sono pieno di dubbi, dubbi su quello che dovrei fare, su cosa è giusto. Ho bisogno di fare chiarezza, di schiarirmi le idee e...qualche giorno..> volta il capo a guardarla nuovamente negli occhi <Puoi concedermi qualche giorno soltanto?> per capire cosa veramente deve fare e non cosa effettivamente prova. [Chk on]

15:34 Kaori:
 Okay, forse dire 'tutto per il meglio' è stato un po' eccessivo ma in qualche modo le cose stanno davvero sistemandosi, no? Se prima ogni loro incontro finiva fra lacrime o liti, adesso riescono quanto meno a rimanere tranquilli, a contenere quel tumulto interiore che ogni volta li investe rievocando giorni, ricordi, sentimenti. Tutto è divenuto se non meno doloroso, quanto meno più semplice. Kaori non risponde a quella risposta un po' vuota che l'altro le dà alle sue parole cercando semplicemente di spostarsi verso argomentazioni più felici e si ritrova ad udire quella osservazione che la porta ad arrossire un secondo soltanto, a sollevare la mancina per sistemarsi timidamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio. <Oh. B-beh, sì. Non è niente di che> Non sa bene come rispondere a quelle parole, ritrovandosi semplicemente a borbottare qualcosa con fare goffo ed impacciato. Per Raido è sorprendente che lei si ricordi delle sue piccole abitudini, per lei è qualcosa di naturale come respirare. Ricorda il modo in cui gli piaceva farsi carezzare i capelli prima di dormire, il modo in cui era solito sgranchirsi la schiena al risveglio, il modo in cui si lavava i denti o faceva la barba. Ricorda i piccoli gesti nervosi che è solito fare quando è teso o sta pensando, o il modo in cui trovi pace nell'affilare e pulire le sue armi con cura. Lo ha osservato e studiato per molto tempo e ogni sua piccola abitudine è entrata a far parte del quotidiano della Hyuga. L'imbarazzo cessa in fretta lasciando spazio però ad una conversazione fatta di convenevoli di circostanza. Come stai, come va, stai abbastanza al caldo, domande atte a rasserenare l'atmosfera ad assicurarsi di star bene, ma che lasciano un silenzio denso tutt'attorno ricolmo di sottintesi pesanti. Ed alla fine Raido chiosa, parla e quello che dice porta la ragazza a sentire il respiro fermarsi. Ascolta quel che dice con attenzione, dimentica del tè nella tazza, lo sguardo fisso nel suo e la mandibola contratta. Avverte il calore della sua mano sul palmo, i suoi occhi luccicare alla semplice luce del fuoco che brilla accanto a loro nel camino. Sente il suo pollice sfiorare la propria guancia, carezzarla, scivolare con dolcezza sulla sua pelle rievocando ricordi deliziosamente dolorosi. Kaori non osa muoversi, non sa dire una parola, fissando Raido a labbra schiuse e ascoltando la sua voce insinuarsi in lei. Il suo dire la sorprende, la stupisce e la ferisce. Osa ridarle speranza, una piccola, baluginante speranza che brilla nel suo animo in una fiamma dolorosa. Non dovrebbe, non dovrebbe sperare, farebbe solo male sentirsi dire una volta ancora che non sarebbe tornato da lei... eppure non riesce ad impedirsi di affidarsi alla sua voce, a quella mano che carezza il suo viso, a quegli occhi lucidi che praticamente le mostrano l'innocenza del suo cuore in quel momento. Vulnerabile, totalmente sincero coi suoi sentimenti e con lei. Kaori ascolta e quando l'altro le dice che a quell'ora avrebbero potuto essere sposati se solo le cose fossero andate diversamente, la ragazza sente il cuore mandarle una fitta mozzafiato. Contrae la mascella, chiude gli occhi, incapace di sostenere oltre il suo sguardo. Vorrebbe dire che lo sa, che si maledice ogni giorno per aver scelto d'agire in quel modo, ma non osa dir nulla. Non ce la fa. Si ritrova -senza quasi accorgersene, a sfilare da sotto il tessuto del kimono ciò che è appeso ad una sottile catenina d'argento attorno al suo collo. L'anello che Raido le aveva donato quando le ha chiesto di sposarlo. Quell'anello che porta sempre con sé e che non osa più tenere al dito perchè ne ha perso il diritto. Quell'anello che le ricorda ogni giorno cosa ha avuto e cosa ha perso, cosa non sarebbe tornato mai più. O forse... E poi il ragazzo continua, procede col suo dire e lei riapre gli occhi ora egualmente lucidi. Lo guarda, l'osserva, e sbatte le ciglia con fare tremante quando lui le dice che non riesce a dimenticarla. Lo sente lasciar andare il proprio viso, distendersi sul pavimento e quindi continuare con quelle sue ammissioni. La ragazza s'irrigidisce quando quelle ultime parole arrivano. Non ha scelto, non davvero. E' confuso, è incerto e un piccolo spiraglio di speranza esiste davvero per lei. Per loro. Kaori lo guarda a labbra schiuse, incredula, il cuore in gola mentre Raido le chiede qualche giorno per pensare. E d'improvviso Kaori capisce che tutti i suoi tentativi di dimenticare e andare avanti erano vani in partenza, che ogni cosa era priva di senso. Persino l'idea di uscire con Reykas a quella sciocca cena, niente aveva senso. Non avrebbe mai potuto dimenticare, mai potuto amare un altro che non fosse lui. Anche se avesse dovuto attenderlo per il resto dei suoi giorni. La ragazza si ritrova quindi ad avvicinarsi appena a lui, gattoni, per poi fermarsi al suo fianco, seduta a terra con le ginocchia puntate al suolo e le gambe usate come sostegno per il resto del corpo, seduta su di esse. Andrebbe a raccogliere la sua mano per poi tentare di sollevarla fra le sue e avvicinarla al proprio viso, baciandone piano il palmo con fare casto, dolce, con l'innocenza quasi di una mamma premurosa. <Per te posso aspettare anche tutta la vita> mormora con un sorriso commosso disteso sulle labbra, l'espressione ricolma di dolcezza e paura sul viso. <Ho provato. Ho provato a dimenticare> questa volta è il turno delle sue confessioni. <Ho provato ad andare oltre quando ho capito che non saresti tornato indietro. Ho provato a dirmi che un giorno, magari, sarei riuscita ad amare qualcun altro, ma più mi guardavo intorno e più mi sembrava impossibile> Ogni volto ai suoi occhi appare identico, ogni ragazzo, uomo che vede quasi insignificante quando il suo cuore reclama un volto soltanto. <E' tutto inutile. Non può esserci qualcun altro. E se anche spezzerai il mio cuore altre dieci volte, altre undici tornerò da te> Abbandona il viso contro la sua mano, contro il suo palmo, chiudendo gli occhi per nascondere alla sua vista quelle lacrime che scintillano brucianti sotto le palpebre. Le trattiene, cerca di ricacciarle indietro, le nasconde dietro le ciglia scure che solleticano piano gli zigomi alti. Sente il cuore martellarle in petto all'idea di aver aperto ancora, così, il suo cuore, cerca di ricordarsi che potrebbe ancora scegliere Fumiko, che i suoi dubbi potrebbero comunque portarlo lontano da lei, ma una piccola parte del suo cuore osa. Osa sperare ancora e si abbandona alla dolcezza di quel momento cercando nella sua vicinanza conforto. [chakra: 98/100]

09:46 Kaori:
 Okay, forse dire 'tutto per il meglio' è stato un po' eccessivo ma in qualche modo le cose stanno davvero sistemandosi, no? Se prima ogni loro incontro finiva fra lacrime o liti, adesso riescono quanto meno a rimanere tranquilli, a contenere quel tumulto interiore che ogni volta li investe rievocando giorni, ricordi, sentimenti. Tutto è divenuto se non meno doloroso, quanto meno più semplice. Kaori non risponde a quella risposta un po' vuota che l'altro le dà alle sue parole cercando semplicemente di spostarsi verso argomentazioni più felici e si ritrova ad udire quella osservazione che la porta ad arrossire un secondo soltanto, a sollevare la mancina per sistemarsi timidamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio. <Oh. B-beh, sì. Non è niente di che> Non sa bene come rispondere a quelle parole, ritrovandosi semplicemente a borbottare qualcosa con fare goffo ed impacciato. Per Raido è sorprendente che lei si ricordi delle sue piccole abitudini, per lei è qualcosa di naturale come respirare. Ricorda il modo in cui gli piaceva farsi carezzare i capelli prima di dormire, il modo in cui era solito sgranchirsi la schiena al risveglio, il modo in cui si lavava i denti o faceva la barba. Ricorda i piccoli gesti nervosi che è solito fare quando è teso o sta pensando, o il modo in cui trovi pace nell'affilare e pulire le sue armi con cura. Lo ha osservato e studiato per molto tempo e ogni sua piccola abitudine è entrata a far parte del quotidiano della Hyuga. L'imbarazzo cessa in fretta lasciando spazio però ad una conversazione fatta di convenevoli di circostanza. Come stai, come va, stai abbastanza al caldo, domande atte a rasserenare l'atmosfera ad assicurarsi di star bene, ma che lasciano un silenzio denso tutt'attorno ricolmo di sottintesi pesanti. Ed alla fine Raido chiosa, parla e quello che dice porta la ragazza a sentire il respiro fermarsi. Ascolta quel che dice con attenzione, dimentica del tè nella tazza, lo sguardo fisso nel suo e la mandibola contratta. Avverte il calore della sua mano sul palmo, i suoi occhi luccicare alla semplice luce del fuoco che brilla accanto a loro nel camino. Sente il suo pollice sfiorare la propria guancia, carezzarla, scivolare con dolcezza sulla sua pelle rievocando ricordi deliziosamente dolorosi. Kaori non osa muoversi, non sa dire una parola, fissando Raido a labbra schiuse e ascoltando la sua voce insinuarsi in lei. Il suo dire la sorprende, la stupisce e la ferisce. Osa ridarle speranza, una piccola, baluginante speranza che brilla nel suo animo in una fiamma dolorosa. Non dovrebbe, non dovrebbe sperare, farebbe solo male sentirsi dire una volta ancora che non sarebbe tornato da lei... eppure non riesce ad impedirsi di affidarsi alla sua voce, a quella mano che carezza il suo viso, a quegli occhi lucidi che praticamente le mostrano l'innocenza del suo cuore in quel momento. Vulnerabile, totalmente sincero coi suoi sentimenti e con lei. Kaori ascolta e quando l'altro le dice che a quell'ora avrebbero potuto essere sposati se solo le cose fossero andate diversamente, la ragazza sente il cuore mandarle una fitta mozzafiato. Contrae la mascella, chiude gli occhi, incapace di sostenere oltre il suo sguardo. Vorrebbe dire che lo sa, che si maledice ogni giorno per aver scelto d'agire in quel modo, ma non osa dir nulla. Non ce la fa. Si ritrova -senza quasi accorgersene, a sfilare da sotto il tessuto del kimono ciò che è appeso ad una sottile catenina d'argento attorno al suo collo. L'anello che Raido le aveva donato quando le ha chiesto di sposarlo. Quell'anello che porta sempre con sé e che non osa più tenere al dito perchè ne ha perso il diritto. Quell'anello che le ricorda ogni giorno cosa ha avuto e cosa ha perso, cosa non sarebbe tornato mai più. O forse... E poi il ragazzo continua, procede col suo dire e lei riapre gli occhi ora egualmente lucidi. Lo guarda, l'osserva, e sbatte le ciglia con fare tremante quando lui le dice che non riesce a dimenticarla. Lo sente lasciar andare il proprio viso, distendersi sul pavimento e quindi continuare con quelle sue ammissioni. La ragazza s'irrigidisce quando quelle ultime parole arrivano. Non ha scelto, non davvero. E' confuso, è incerto e un piccolo spiraglio di speranza esiste davvero per lei. Per loro. Kaori lo guarda a labbra schiuse, incredula, il cuore in gola mentre Raido le chiede qualche giorno per pensare. E d'improvviso Kaori capisce che tutti i suoi tentativi di dimenticare e andare avanti erano vani in partenza, che ogni cosa era priva di senso. Persino l'idea di uscire con Reykas a quella sciocca cena, niente aveva senso. Non avrebbe mai potuto dimenticare, mai potuto amare un altro che non fosse lui. Anche se avesse dovuto attenderlo per il resto dei suoi giorni. La ragazza si ritrova quindi ad avvicinarsi appena a lui, gattoni, per poi fermarsi al suo fianco, seduta a terra con le ginocchia puntate al suolo e le gambe usate come sostegno per il resto del corpo, seduta su di esse. Andrebbe a raccogliere la sua mano per poi tentare di sollevarla fra le sue e avvicinarla al proprio viso, baciandone piano il palmo con fare casto, dolce, con l'innocenza quasi di una mamma premurosa. <Per te posso aspettare anche tutta la vita> mormora con un sorriso commosso disteso sulle labbra, l'espressione ricolma di dolcezza e paura sul viso. <Ho provato. Ho provato a dimenticare> questa volta è il turno delle sue confessioni. <Ho provato ad andare oltre quando ho capito che non saresti tornato indietro. Ho provato a dirmi che un giorno, magari, sarei riuscita ad amare qualcun altro, ma più mi guardavo intorno e più mi sembrava impossibile> Ogni volto ai suoi occhi appare identico, ogni ragazzo, uomo che vede quasi insignificante quando il suo cuore reclama un volto soltanto. <E' tutto inutile. Non può esserci qualcun altro. E se anche spezzerai il mio cuore altre dieci volte, altre undici tornerò da te> Abbandona il viso contro la sua mano, contro il suo palmo, chiudendo gli occhi per nascondere alla sua vista quelle lacrime che scintillano brucianti sotto le palpebre. Le trattiene, cerca di ricacciarle indietro, le nasconde dietro le ciglia scure che solleticano piano gli zigomi alti. Sente il cuore martellarle in petto all'idea di aver aperto ancora, così, il suo cuore, cerca di ricordarsi che potrebbe ancora scegliere Fumiko, che i suoi dubbi potrebbero comunque portarlo lontano da lei, ma una piccola parte del suo cuore osa. Osa sperare ancora e si abbandona alla dolcezza di quel momento cercando nella sua vicinanza conforto. [chakra: 98/100]

10:18 Raido:
 Niente va per il meglio, niente va come deve andare e la sua vita va in fumo ogni giorno. Tutto ciò che ha sempre cercato è la stabilità, essere sereno, avere una famiglia tranquilla, avere qualcuno con cui passare la vita, amare ed essere amato ma più va avanti e più si accorge che questo non può essere possibile. Ha fallito con Kaori e ha fallito con Fumiko, sta fallendo con tutti quanti e forse davvero merita di rimanere da solo. Ciò che prova per le due donne è grande, riesce ad amare due donne contemporaneamente, riesce a sentire due forti sentimenti per entrambe. Essi sono molto diversi, la natura di quell'amore è diversa. Verso Kaori è un'amore che prende principalmente l'anima, due anime unite che si cercano mentre verso Fumiko è un'amore che trascende la carne, nato tutto quanto da un movimento del corpo e ama il corpo della Senjuu, ama tutto di lei ma non sa ancora come comportarsi o come agire. Probabilmente dovrebbe sul serio lasciare andare entrambe, non esistere più per nessuna e tornarsene a casa, tornare al proprio posto e rimanerci. Ha vissuto da solo per anni, nessuno è mai riuscito a prendere il suo cuore e adesso si ritrova lo stesso cuore diviso a metà per due donne e sa bene che, di questo passo, ciò che prova può essere solo e soltanto sostituito dall'odio. In tutti i modi cerca di evitare questo, non vuole arrivare ad odiare una delle due, non di nuovo <Niente di che? E' tanto invece> nessuno si ricorda di lui come lei, nessuno lo conosce bene come lei. Piccole cose, sono queste piccole cose che gli danno conferme, gli danno certezze su cosa fare, su come agire, certezze che riceve dalla Hyuga ma non dalla Senjuu. Ricorda il loro primo incontro nonché prima notte insieme, ricorda quella ragazza dolce, pura, una ragazza che è sbocciata con lui, innocente sotto ogni aspetto e adesso, adesso cosa è divenuta? E' cambiata e per molto tempo ha cercato di non vedere, ha cercato di dirsi che, in fondo, è sempre la stessa ma non è così e con il tempo è cambiato anche lui, anche lui è caduto in quella rete. I suoi principi sono andati in fumo, il suo pensiero distorto in quanto ha cominciato ad odiare il mondo intero, schiavo dei sentimenti. Il cuore batte, il potere del sigillo inizia a scorrere dentro di lui ma senza attivarsi, solo un'infusione di energia che ne va a cambiare gli occhi, divengono rossi come il sangue, occhi iniettati di morti mentre fissa e scruta il soffitto. Ha parlato, ha detto tutto quanto, ha liberato il suo cuore completamente, rendendosi anche ridicolo ma non importa. Deve sistemare molte cose, deve risolvere i suoi problemi personali e deve rendere nuovamente la sua vita solida, riacquistare quella sicurezza perduta. Deve tornare la persona forte e fiera di un tempo. Si, è così che deve muoversi, deve agire in questo modo se vuole trionfare su tutti quanti, se vuole vincere su tutti quanti senza nessuna esclusione e questo vuol dire che avrebbe vinto anche contro la Senjuu. Se non fosse riuscito ad averla, se non fosse riuscito a riaverla con se, avrebbe fatto di tutto per fermarla, le avrebbe reso la vita impossibile proprio come lei ha fatto con lui. Ha sofferto per colpa sua, ha sofferto come un cane ed è arrivato il momento di ripagarla con la stessa moneta. Le avrebbe lasciato la Masayoshi, avrebbe lasciato tutto nelle sue mani e si sarebbe divertito a distruggerla, a vederla cadere pezzo dopo pezzo. E' cambiato e questi pensieri ne sono la prova, il più grande nemico dell'organizzazione non è Lucifer ma lui e ora lo sa e sa che nessuno al suo interno può gareggiare con lui. Il rosso dagli occhi scompare, tornano ocra e dorati come un tempo mentre lo strusciare di Kaori, la sente avvicinarsi a se e la propria mano viene presa. Lo sguardo viene rivolto in direzione della ragazza, la guarda negli occhi, la fissa con il cuore che batte e accelera a non finire. Sente nuovamente il di lei viso a contatto con il palmo, sente nuovamente quella donna vicina a se e ciò che dice gli danno maggiore sicurezza. La guarda con una strana intensità mentre ode le sue confessioni. Lei ha cercato di andare avanti, di guardare al futuro e innamorarsi nuovamente ma non vi è riuscita, è tutto vano e tutto ciò sono solo delle stilettate al cuore, colpi preciso che lo distruggono e lo fanno sentire uno straccio ma è felice di sentirsi così, felice perchè lei gli sta dimostrando che tiene veramente a lui, bastano poche semplici parole <Kaori..io non ti merito> commenta carezzando il visetto della Hyuga, piccole carezze gentili atte a farla stare bene. Non la merita, non merita questa vita, non merita niente. Il cuore galoppa, non lo controlla più <Ti voglio> il desiderio che prova verso di lei si risveglia improvvisamente e lo dice chiaramente e senza mezzi termini <Ti voglio e non posso impedirlo> così come vuole ardentemente anche la Senjuu ma adesso è la Hyuga che lo ha conquistato, è lei che ha fatto breccia nel suo cuore come una freccia, lo ha colpito come un fulmine. [Chk on]

10:48 Kaori:
 La stanza è piacevolmente calda. Il tepore del fuoco che arde nel camino si mescola a quello generato dal chakra della Hyuga rendendo la stanza accogliente, sicura e calorosa. Non v'è alcun suono a spezzare la quiete di quella serata se non le loro voci che si alternano in uno scambio di parole semplici ma di grande impatto. E' una discussione serena, calma ma che agita un forte tumulto dentro di loro. Kaori può sentire il suo cuore battere con forza, il sangue correre nelle vene con irruenza mentre sentimenti ed emozioni contrastanti si mescolano e confondono in un mix travolgente. Paura e speranza danzano a braccetto sotto la pericolosa musica guidata dalla voce dell'Oboro. La paura di essere rifiutata ancora, la speranza di essere scelta e perdonata davvero. Raido pare felice di essere ancora ricordato nei minimi dettagli da parte della Hyuga e lei è contenta di poter ancora sorprenderlo anche in quei piccoli modi dopo tutto quel tempo. Lascia che la conversazione evolva andando a sfiorare punti profondi e delicati delle loro anime. Nonostante le difficoltà, nonostante gli alti e bassi del loro rapporto, i due si trovano una volta ancora a confrontare i loro sentimenti. Si trovano a mettere a nudo il loro cuore senza nascondere nulla. Vicini, così vicini da potersi toccare, così vicini da lasciare che la Hyuga si impossessi della di lui mano per portarsela al viso, ricercare quella semplice carezza che possa tenere vivo il contatto fra loro. Un gesto semplice, innocente, ma che per lei ha grande significato. Si abbandona a quel gesto, la guancia contro il suo palmo, le dita di lui a sfiorare i suoi capelli viola ai lati del volto. Le iridi perlacee della Hyuga son fisse in quelle dello spadaccino e quando egli pronuncia quelle prime parole si ritrova a sorridergli amaramente scuotendo il viso con dolcezza. <Non dirlo. Non è vero> mormora lei lasciando che le sue mani abbandonino la mano di Raido poggiata contro il suo volto, libero di far decadere quel contatto ora o di rimanere con le dita contro la sua pelle; abbassa la destrorsa andando a poggiarla contro il viso di lui, carezzando lentamente lo zigomo, la tempia, con la tenera dolcezza di chi sta sfiorando qualcosa di prezioso che non vuol vedere andare in frantumi. <Dopo quello che ho fatto sono io che non dovrei meritare di essere qui. Anche se non ho mai avuto intenzione di ferirvi in primo luogo, l'ho fatto. Sono stata sconsiderata, non ho agito per il meglio anche se in buona fede.> Ha capito di aver sbagliato col tempo. Sa di non aver agito con cattive intenzioni, di aver avuto a cuore il benessere di tutti, ma ha ugualmente agito nel modo sbagliato e nel farlo ha ferito tutte le persone che ama di più al mondo. <E' colpa mia se ora ti senti così. Non so se potrò mai ripagare tutto il dolore che ho portato con i miei sbagli... ma voglio provarci. Ci proverò. E cercherò di meritare di nuovo il vostro affetto perchè in questo momento...> si morde il labbro inferiore nervosamente liberando un sospiro rotto. <...in questo momento sento di non meritarlo> ammette stancamente, un sorriso amaro sulle labbra mentre la sua mano continua quella leggera carezza lungo il di lui viso. E poi Raido chiosa ancora e le sue parole sono come una dolce pugnalata al cuore. Sono di nuovo bloccati in quella situazione, di nuovo incatenati l'un l'altra da lingue di fuoco e desiderio. Entrambi vittime della stessa magia, dello stesso incendio che divampa e brucia dentro di loro, entrambi alla ricerca di qualcosa che possa fermarli dal fare qualcosa che in quel momento non sarebbe giusto. Kaori schiude le labbra sorridendo con dolcezza, abbassando appena il viso. E' felice. Felice di sapere che Raido la desideri ancora nonostante tutto. Ma le ha chiesto di dargli del tempo, le ha chiesto di aspettare ancora un po'. Sente che assecondare quel suo desiderio potrebbe essere scorretto, potrebbe solo rendere le sue idee più confuse invece di schiarirle. <Anche io.> ammette lei rialzando lo sguardo, osservandolo da sotto le lunghe ciglia scure, andando quindi a distendersi al suolo accanto a lui, sul fianco, così da poterlo guardare negli occhi da vicino, la sua mano ancora sul di lui viso se lui l'avesse concesso. <Più di quanto credi> sorride ancora, timidamente, stringendo le labbra. <Forse dovrei andare...> mormora lei con un sospiro. Non vuole farlo, vuole rimanere lì. Al suo fianco, accanto a lui. Vorrebbe rimanere distesa su quel duro pavimento freddo per sempre se questo avesse significato farlo al fianco di Raido. <Dimmi di andare Raido> aggiunge, poco dopo, carezzando la pelle del suo zigomo con le dita della sua mano, il pollice a scivolare lentamente più giù, verso le sue labbra, in un movimento lento e quasi involontario, mentre il suo cuore perde un battito al solo contatto con la sua carne. [chakra: 98/10]

11:16 Raido:
 Sono tante le cose che non dovrebbe dire o fare, tante le cose con cui deve fare i conti ma la gentilezza di Kaori, la sua purezza, non merita niente di tutto quello, non merita quella donna che è ancora al suo fianco dopo che l'ha trattata tanto male. Gli viene da ridere, nel suo animo ride per quell'assurda situazione perchè, se dovesse seguire il momento, avrebbe già scelto, si sarebbe fatto avanti e avrebbe fatto tornare tutto quanto come prima, tutto come all'inizio e se lei se ne fosse andata di nuovo, probabilmente, l'avrebbe seguita anche in capo al mondo pur di rimanere con lei per tutta la vita. Purtroppo non può farlo, ha una figlia con Fumiko e deve pensare anche al benessere di Miho, deve pensare al suo bene ed è anche uno dei motivi per cui non vuole lasciare Fumiko, non vuole abbandonarla facendola crescere la loro bambina da sola ma se avesse scelto la Hyuga, come avrebbe reagito a una tale notizia? Non lo sa ma non bene, questo è poco ma sicuro. Glielo avrebbe detto, il giorno che avrebbe preso la sua decisione avrebbe rivelato anche quel dettaglio e, insieme a lei, avrebbe trovato una soluzione. In molti lo hanno accusato di essere troppo impulsivo ed è vero e sta cercando di cambiare ma da una parte è Fumiko stesso che gli ha dimostrato che è la sua impulsività ad aver sempre aggiustato le cose, il suo modo di agire ha impedito a molti di morire e ha impedito a delle situazioni di complicarsi ma dall'altra parte, ora si trova in una situazione scomoda e non può fare tutto da solo, non ne ha ne la forza ne le capacità. Sarebbe andato dalla Senjuu un'ultima volta e li avrebbe preso la decisione, li avrebbe deciso ma mai scelta lo ha logorato così tanto, mai si è ritrovato con qualcosa di simile sulle spalle. Un mezzo sorriso si forma sul viso del Jonin nel sentirla parlare, un sorriso molto stanco ma sereno, un sorriso che lei gli sta facendo uscire solo con quelle piccole parole, paroline sincere e tranquille <Si che lo è. Dovevo ascoltare Kouki, dovevo darle retta e aspettarti> gli occhi divengono lucidi ma non lascia uscire le lacrime <A quest'ora nessuno si sarebbe trovato in questa situazione, tu non avresti sofferto, Fumiko non avrebbe sofferto, Kouki non avrebbe sofferto> si preoccupa per tutte loro, per ognuna di loro. In parte, la sofferenza della Senjuu è anche colpa sua e se potesse tornerebbe indietro, impedirebbe al se stesso di un anno fa di andare da lei, di parlarle, di aiutarla e di passarci la notte insieme <Non merito nemmeno Kouki, Dio solo sa quanto l'ami> il pugno viene stretto a quel pensiero <Per lei sarei disposto a uccidere, farei qualsiasi cosa per la mia bambina> e vorrebbe che Kouki fosse li per sentire quelle parole, vorrebbe che fosse sveglia, la vorrebbe li, vicina a se per coccolarla, renderla felice. Ancora si concentra sulle parole di Kaori, sul di lei dire in merito e nuovamente si tocca quel discorso, sulle sue azioni, su ciò che ha fatto <Ti avrei lasciata affrontare quel viaggio Kaori, non ti avrei fermata se solo tu me ne avessi parlato. Avrei capito e mi sarei fatto da parte e anche Kouki lo avrebbe fatto se fosse servito a rendere la nostra famiglia più unita e serena> le ricorda, ancora una volta, questo particolare, deve farlo per evitare che lei faccia lo stesso errore. La mano sul viso di Kaori permane mentre sente quella di lei carezzargli il viso, una piccola carezza gentile mentre altre parole vengono dette <Il solo fatto di essere tornata, di essere qui con me, di non aver mai smesso di amarmi...sono motivi sufficienti per perdonarti> quell'affetto che le sta dando lei lo merita e lo merita tutto quanto, senza togliere niente e poi, alla fine lo dice chiaramente. Non distoglie gli occhi da lei, non distoglie lo sguardo desiderando guardarla, scrutarla nel di lei profondo, carpire ogni singola emozione che la sta scuotendo e le vede, vede le stesse emozioni che prova lui. Lo vuole anche lei, lo vuole e tanto gli basta. La osserva distendersi al suo fianco, non glielo impedisce, la lascia fare ma il cuore si ferma, si ferma nuovamente a quelle parole. Andare? No, non vuole che se ne vada, non vuole farla andare e perchè deve essere lui a decidere, perchè deve lasciarla andare? Il dito sulle proprie labbra, quel passare, quel calore e lentamente cerca di baciarla, di lasciare un piccolo bacio su quel dito e vorrebbe andare più avanti, vorrebbe andare oltre ma si limita ad voltarsi di lato, ad avvicinarsi a lei. Il viso si avvicina a quello di lei, lentamente, passa oltre le labbra, arriva sopra le guancia fino all'orecchio e li andrebbe a sussurrare qualcosa, sussurra delle parole prima di staccarsi <Non posso...Kaori> non può dirle di andare, non ha la forza di farlo, non ha la forza di lasciarla andare. Probabilmente sarebbero rimasti li tutta la notte a guardarsi, ad accarezzarsi senza fare niente ma gli va bene così, non può chiedere di più, non adesso, non in questo momento. [END]

Di nuovo parlano, di nuovo si confrontano