Cugine

Free

0
0

15:45 Kaori:
 Da quanto tempo Kaori non viene lì? Saranno ormai mesi che la Hyuga non si concede un attimo di tempo per rimirare il Villaggio dall'alto. E' mancata per molto tempo da Konoha ma ora conta di non separarsi più dal suo Villaggio. Ora è lì e avrebbe fatto il possibile per non abbandonarlo mai più, sebbene quella sua ultima assenza non sia esattamente dipesa da lei o dalla sua volontà. Kaori si trova in cima al monte dei volti, in piedi sulla sporgenza al di sopra del viso di Hitomu. Osserva dall'alto le strade sottostanti della Foglia reggendo un ampio ombrello nero sopra il capo per ripararsi dalla pioggia battente. Il cielo è scuro, le nuvole cariche di elettricità, e ben poca luce filtra da esse. Par quasi una visione serale eppure non è che primo pomeriggio. La giovane respira quell'aria uggiosa a pieni polmoni: le è sempre piaciuto l'odore della pioggia, della terra bagnata, dell'erba durante i temporali. Rimira da lassù il territorio che ha giurato di proteggere, la gente che ha giurato di salvare, cercando in quella visione un nuovo motivo per andare avanti. Ancora ha difficoltà ad accettare la notizia della morte di Hiashi. Non riesce ancora a capacitarsi di averlo perso per sempre... Stringe le labbra mentre un alito di vento freddo le sferza il viso, scostando i ciuffi di capelli violetti dal suo volto. I capelli sono legati in una unica lunga treccia che pende morbida dalla nuca fino a tutta la schiena, leggermente bagnati dalla pioggia che il vento ha portato fin sotto l'ombrello. Indossa un corto kimono nero dalle ampie maniche lunghe fino ai polsi ed un obi bianco a circondarle i fianchi. La gonnella sotto il kimono è a balze nere con una fantasia di farfalle bianche in volo che risalgono verso l'alto. Le gambe sono in parte scoperte verso la zona delle cosce poco sopra le ginocchia, mentre dalle rotule in giù è coperta da calde calze nere e stivali ninja al ginocchio. Non ha armi o strumenti con sé, solamente il coprifronte della Foglia ricevuto da Azrael Nara legato attorno alla gola. Permane in piedi, in silenzio, godendosi lo spettacolo della pioggia che cade scrosciante su Konoha mentre un tuono, in lontananza, va a roboare assordante. [chakra: on]

15:56 Asami:
  [Cima] E’ già da qualche tempo che si è avviata da casa per intraprendere una passeggiata nel villaggio, per potersi un attimo godere dell’aria fresca nonostante la pioggia che cade. Una ragazzina giovane, intraprendente, di circa tredici anni, da capelli lilla, legati in una treccia che si appoggia sulla spalla sinistra, e dagli occhi del medesimo colore incastonati sul viso. Indossa un vestitino verde pastello, copre il corpicino dalle spalle fino a poco sopra le ginocchia, poche forme presenti su di esso data, un paio di leggins neri a fasciare le gambe snelle e un paio di scarpette ai piedi, simili a delle ballerine, dal colore nero. Allacciato alla coscia destra troviamo un portaoggetti contenente un fumogeno e alcuni spiedi, per non rimanere totalmente scoperta in caso di assalto improvviso da parte di malintenzionati. Il sorriso permane sempre sul volto della ragazzina, figlia di due Hyuga, con una madre ormai deceduta e un padre premuroso, che si occupa di lei in tutto e per tutto. Ha scoperto le sue origini, ha scoperto il suo sangue, ma ancora non è entrata di diritto a far parte di una grande famiglia, di coloro che possono vantare di muovere un’abilità oculare. Ha salito le scalette, bagnandosi un poco e, ora, brandirebbe un ombrellino rosso tra le dita della mano destra. Si vuole coprire da quelle gocce d’acqua che scendono dal cielo, per evitare malanni inutili, per evitare che il padre si preoccupi per una situazione normale. La figura di Kaori verrebbe notata poco dopo, al di sopra del volto di uno degli Hokage incastonati sulla montagna, ed è verso di lei che porterebbe i passi, lentamente, una timidezza che l’altra può vedere a ridosso delle guance. Rosse, rossissime, con alcune lentiggini che ne disegnano la linea delle stesse. [Chakra Off] [Portaoggetti x1 – Fumogeno x1 – Spiedi x3]

16:07 Kaori:
 C'è una pace profonda quassù. Nessun rumore, nessun suono se non lo scrosciare della pioggia e il lieve chiacchiericcio distante che sale dalle strade sotto di lei. Konoha è viva, viva più che mai in quel momento e la Hyuga si sente felice di sapere il suo villaggio così vivace dopo che ne era stata lontana per tutti quei mesi. Un lampo illumina ogni cosa straziando l'oscurità di quel pomeriggio uggioso, svanendo nel giro di poco e lasciando tornare tutto all'oscurità di poco prima. Nel silenzio di questo pomeriggio Kaori ode d'un tratto un suono che va a spezzare la monotonia di quell'attimo. Un ritmico ripetersi di tonfi contro il metallo, passi che salgono le scale laterali del monte. Ruota il viso in direzione dei gradini vedendo che una figura è giunta in cima al monte assieme a lei. Una giovane vestita forse un po' troppo leggera considerando il clima di quel giorno, con un ombrello rosso a proteggerla dalla pioggia. La vede avvicinarsi pian piano proprio in sua direzione e si ritroverebbe a ruotare il corpo verso di lei tenendo l'ombrello poggiato contro la spalla destra, l'espressione mite e tranquilla a vagare lungo la figura della giovane. E' sorprendente notare quanto le due si somiglino sebbene la nuova venuta paia essere più giovane della special. Anche lei ha una treccia e i capelli di una sfumatura leggermente più chiara di quella di Kaori. Gli occhi però, quelli, sono identici. E' la seconda nuova Hyuga che incontra nel giro di una settimana: la prima è stata Shade. <Non pensavo ci fosse qualcun altro in giro con questo tempo> osserva Kaori con le labbra lievemente delineate in un sorriso gentile e cortese, lo sguardo a posarsi sul volto dell'altra. <Quel vestito sembra essere un po' leggero. Non hai freddo?> domanderebbe, poco dopo, inclinando leggermente il capo verso la spalla sinistra, quella vena da medico che fa sempre capolino in qualunque cosa faccia. [chakra: on]

16:20 Asami:
  [Cima] Quel vestitino che indossa è decisamente leggero anche per i gusti di Asami, ma le piace particolarmente e metterebbe quell’abitino in qualunque situazione. E’ uno degli abiti che la madre aveva pensato per lei, diversi disegni presenti all’interno della propria casa, realizzati nel tempo dal padre. In un certo senso è come averla accanto, è come sentire quelle amorevoli cure materne contro il proprio viso, contro il proprio cuore, contro la propria anima. Una ragazzina semplice nell’aspetto, semplice nel carattere, senza grilli per la testa o manie di grandezza. Una ragazzina cresciuta nell’assoluta pace, con un padre amorevole e, a volte, un poco ossessivo. E’ l’unica persona che le è rimasta al mondo e non vorrebbe vederla in una situazione tragica. O meglio: non vuole rivedere una situazione tragica negli occhi di sua figlia. Lo sguardo lilla si poserebbe a ridosso del corpo di Kaori, a ridosso di quei colori che la contraddistinguono, così simili ai propri, così delicati e unici. Il sorriso rimane a ridosso delle labbra piccole, il rossore non svanisce dalle guance e parole vorrebbero uscire dalle corde vocali, sebbene siano un po’ esternate a intermittenza <Sì…sì. Io…io adoro la…pioggia> balbetterebbe quasi, esce poco di casa e, quindi, i rapporti con gli altri sono un po’ frenati ancora. <Io, sì… Cioè no. Cioè…sì> si ferma un attimo, abbassando lo sguardo verso il vestitino verde pastello. Riporterebbe poi le iridi lilla verso la Special <Un pochino…sì. Ma quando posso voglio andare in giro…con questo. Mi fa sentire…vicina alla mia…> e una piccola lacrima andrebbe a scendere sulla guancia sinistra, segno di quell’insicurezza e di quella mancanza materna fin troppo effettiva. <Mamma> termina quella frase, sebbene sia un sussurro quasi strozzato. [Chakra Off] [Portaoggetti x1 – Fumogeno x1 – Spiedi x3]

16:28 Kaori:
 La giovane sembra essere quasi intimorita dall'idea di parlare con la Special. Non pare essere vittima dell'imbarazzo tipico di chi ha davanti un personaggio famoso, par quasi spaventata dall'idea stessa di non essere da sola. Kaori la osserva in silenzio, studiando i lineamenti candidi e delicati dell'altra e ascoltando la sua voce incerta e bassa, quasi a disperdersi nel rombo dei tuoni o nello sciabordio dell'acqua che piove dal cielo. <Piace anche a me> ammette la Hyuga abbozzando un sorriso gentile come se volesse in qualche modo rassicurare l'altra offrendole una piccola somiglianza fra loro. La sente balbettare, inciampare nelle sue stesse parole, e quindi iniziare ad osservare il proprio abito con uno sguardo triste e fragile. Quello che dice porta la special a sgranare appena gli occhi e schiudere le labbra. La vede versare una lacrima e la sua voce quasi spezzarsi su quell'ultima parola. Deve aver perduto la donna da poco a giudicare dal modo in cui ha reagito al solo nominare la donna. Kaori ricorda quanto era stato difficile per lei riuscire a pensare a suo padre dopo averlo perduto per mano di Cappuccio Rosso. Così, respirando piano, andrebbe a muovere un paio di passi per avvicinarsi ancor più all'altra e quindi si chinerebbe piegando le cosce e le ginocchia, ritrovandosi in equilibrio sui soli talloni. <E' davvero un bel vestito. Ed un bel gesto> le sorride con voce cauta e cordiale tenendo le labbra costantemente tese in un sorriso amichevole. <Ma sai una cosa? Anche io sono una mamma, e sono sicura che alla tua dispiacerebbe sapere che rischi di ammalarti per indossare il suo bel vestito> le direbbe con tono morbido, rassicurante, tentando di andare a rialzarsi in piedi. <Come ti chiami?> le domanderebbe quindi, cercando di spezzare il ghiaccio per affrontare una conversazione un po' meno dura. <Dai tuoi occhi direi che sei una Hyuga, vero? Come me> sorriderebbe allora portando la mancina ad alzarsi per indicare le proprie iridi con fare semplice. [chakra: on]

16:42 Asami:
  [Cima] Non ha mai conosciuto sua madre, non ha avuto la possibilità, non ha potuto fare in tempo. Venuta a mancare quando è nata lei, per una malattia che ne intaccava il cuore, un cuore che ha ceduto non appena lei è venuta alla luce. Ha dimostrato al mondo che nemmeno la morte poteva vincere contro sua figlia, contro la venuta di questa dolce bambina dai capelli e dagli occhi color pastello. Quella lacrima andrebbe a solcare la guancia corrispondente, fino a scendere al mento e fermarsi lì, asciugandosi poco dopo. Una ragazzina fragile, sicuramente, che ancora fatica a parlare di un argomento toccante e straziante. Le mani sarebbero portate entrambe a ridosso del manico dell’ombrello, come a cercare una presa salda, per evitare che altre gocce finiscano contro la sua testa o il suo corpicino. Le parole portate da Kaori la rincuorano particolarmente, la farebbero sorridere in modo più ampio e la renderebbero meno triste di quanto non lo sia davvero. E’ una ragazzina dinamica e determinata quando vuole, quando i pensieri non virano verso la madre. <Ti ringrazio> direbbe a fiori di labbra, apprezzando in modo deciso il commento della Special Jonin. Ha già visto il volto dell’altra, è conosciuto nel villaggio, sebbene non si sia mai soffermata particolarmente sul nome abbinato. <Dici? Allora lo metterò indosso solo quando c’è il sole, quando fa più caldo. Non voglio che la mia mamma mi veda ammalata, da lassù> indicando il cielo sopra di loro, sebbene le nuvole grigie continuino a rimanere vive e presenti. Si sente decisamente meglio, inizia a sbloccare un poco quel balbettio che la prende quando si trova a parlare con qualcuno di nuovo, qualcuno che non ha mai fatto parte della sua esistenza. Lascerebbe parlare ancora una volta la sua interlocutrice, con due domande che vengono esposte, una dietro l’altra, in un intervallo piuttosto lento e cadenzato. Nessuna fretta e questo fa solo piacere alla tredicenne. <Sì. Mi chiamo Asami Hyuga, figlia di Takiji Hyuga> cristallino il tono, scandisce il tutto con estrema cura. <Ho già visto il tuo volto, sei importante qui. Come ti chiami?> è molto famosa, la Special, ma Asami vive in un mondo tutto suo ancora e non ha memorizzato le generalità dell’altra ragazza. [Chakra Off] [Portaoggetti x1 – Fumogeno x1 – Spiedi x3]

16:57 Kaori:
 Sembra che la ragazzina inizi a rilassarsi. Nel giro di poco il balbettio si placa e nessun'altra lacrima va a solcare le sue gote candide. Kaori è contenta che l'altra non senta di voler piangere ancora, le sarebbe dispiaciuto vedere quella giovane così triste. Il suo viso sembra esprimere una certa dolcezza e qualcosa dentro di lei le dice che il suo cuore sia buono e gentile, tanto da non meritare di soffrire alcun dolore. Ascolta le sue parole e quando la giovane si fa forza parlando del suo abito Kaori si apre in un sorriso un po' più ampio annuendo lievemente col capo. <Ecco. Questo sì che farà contenta la tua mamma> le dice con sincera dolcezza sistemandosi una ciocca di capelli viola dietro l'orecchio. <Sicuramente in questo momento sia lei che il mio papà ci staranno guardando e non vogliono vederci né tristi né malati. Dobbiamo essere forti per loro che non possono più esserlo, va bene?> le propone stringendo la mancina in un pugno, come a voler indicare la forza di cui sta parlando. E quindi l'altra si presenta e quando va pronunciando il nome di suo padre la Hyuga si ritrova ad inarcare appena le sopracciglia con fare sorpreso, le labbra schiuse. <Takiji... Hyuga?> ripete con voce assorta, sorpresa, sbattendo le ciglia un paio di volte. <Per caso il nome di tua madre è Makoto?> domanderebbe lei inclinando lievemente il capo verso la spalla, guardandola dritta negli occhi con fare attento. Conosce un Takiji Hyuga: è il fratello di suo padre che aveva visto solo una volta quand'era più piccolina e che poi non ha più frequentato nel corso del tempo. Lui e suo padre non si erano sentiti molto e in casa loro non c'era mai stata quella che poteva essere definita una riunione familiare per cui ha perso di vista i suoi zii ricordandone solo i nomi. Se li avesse incrociati per strada probabilmente non li avrebbe neppure mai riconosciuti. Che lei sapesse non aveva cugini ma, insomma, fino a poco tempo prima non aveva neppure idea di avere un gemello. Un gemello che aveva perduto di nuovo a seguito delle sue assenze dal Villaggio e che probabilmente non avrebbe più ritrovato. Magari aveva deciso di andarsene sentendosi tradito da lei che per ben due volte aveva promesso di rimanergli accanto. Scaccia quei pensieri dalla mente e dunque va a dedicare la sua attenzione alla ragazza. <Io sono Kaori. Kaori Hyuga> si presenta con fare gentile arrossendo appena quando l'altra le dice che è una personalità importante lì a Konoha. <Importante... non direi. Ma in qualche modo il mio nome si è sparso di bocca in bocca. Probabilmente tutto per via del Torneo dei Villaggi> si stringe nelle spalle, come se vincere quella competizione non fosse abbastanza perchè lei si sentisse importante. Famosa, sì, lo comprende. Ma sente di non aver concretamente fatto nulla per meritare di essere riconosciuta ed acclamata dai suoi concittadini. <E dimmi Asami, sei una kunoichi anche tu?> le chiede non avendo notato, con lo sguardo, la presenza di alcun coprifronte sulla di lei figura. [chakra: on]

17:18 Asami:
  [Cima] Suo padre è forse il centro del suo mondo attualmente, l’unica persona di cui si fida cecamente. Non ha mai riposto questo genere di sensazione nei confronti di qualcun altro, intenta a vivere una vita abbastanza normale, in un contesto piuttosto asettico, lontano dagli scontri, lontano da tutto ciò che potesse ricordare dolore e sofferenza. E’ cresciuta con una dolcezza e una delicatezza indescrivibile, una leggerezza degna della sua età ma una spontaneità che ancora fatica a uscire totalmente dal corpicino. Un sorriso leggero continuerebbe a macchiarle le labbra, sottili <Sì, dobbiamo essere forti, devono essere orgogliosi di noi anche se sono lassù. Hai…ragione> ogni tanto il balbettio verrebbe ancora fuori, deve convincersi totalmente prima di perdere quell’elemento nel suo incedere nella vita. Lascerebbe che l’altra prosegua nel discorso e noterebbe quel velo di sorpresa aprirsi sul volto della Special, improvviso. Il nome del padre verrebbe ripetuto e il nome della madre viene nominato poco dopo, con la gola che andrebbe a strozzarsi nuovamente e lacrime che raggiungerebbero gli occhi, senza tuttavia esternarle. <S…Sì. La mia…mamma si…chiama…chiamava Makoto> ha il magone, è chiaro, cerca di trattenere quell’emozione nel suo cuore ed evitare di mostrare ancora una volta quella debolezza davanti a Kaori. <Scu…scusa> direbbe in aggiunta, in quanto ha appena promesso di essere forte, ha promesso di essere degna agli occhi di Makoto. <Kaori. E’ davvero un…bel nome> sorride ancora una volta, sebbene il magone permanga nel corpo ma, tuttavia, inizierebbe a calmarsi ancora una volta. E’ ancora instabile sull’argomento “mamma”, giustamente. Una domanda giungerebbe ancora una volta, prima di esternare <Ho fatto solamente le lezioni teoriche. Sono in attesa dell’esame> ha ripreso contatto con la sua voce, senza balbettare, senza stroncare le sillabe ogni due per tre. <Hai una bambina anche tu? Hai detto di essere una mamma> la leggerezza dei tredici anni, di un cuore ancora puro e colmo di bontà. [Chakra Off] [Portaoggetti x1 – Fumogeno x1 – Spiedi x3]

17:41 Kaori:
 Annuisce la Hyuga quando Asami va a pronunciare quelle parole, contenta di averle potuto dare un po' di forza, un po' di incoraggiamento. Le sorride alternando il peso del corpo da una gamba all'altra mentre la pioggia continua a scendere incessante e il vento a soffiare freddo. Si sistema un'altra ciocca di capelli dietro l'orecchio per poi ritrovarsi ad udire la voce leggermente rotta dell'altra, un pianto trattenuto e malcelato bloccato nella gola. Può avvertirlo nella sua voce, può avvertirlo nel tremito leggero delle labbra. Cerca di rimanere forte, cerca di non piangere, ma i suoi occhi si fanno lucidi e Kaori si pente quasi di aver nuovamente nominato la donna. Tuttavia quando Asami va confermando che quello è il nome di sua madre, Kaori si ritrova a schiudere le labbra sbattendo rapidamente le ciglia con fare sorpreso. <Oh> mormora quasi alienata, sbattendo le palpebre, fissando ora l'altra con maggior attenzione. <Il fratello di mio padre si chiama Takiji. E sua moglie... Makoto> rivela Kaori piano, quasi come se volesse lasciare alla piccola il compito di dedurre ciò che sta sottintendendo con quelle parole. <A meno che non si tratti di una incredibile coincidenza, è possibile che noi siamo cugine> rivela ad ogni modo, poco dopo, snudando i denti in un sorriso colpito e divertito da quella incredibile situazione. <Magari questo spiegherebbe come mai ci somigliamo così tanto> osserva sollevando gli zigomi in un sorriso morbido e gentile, prima di intenerirsi all'udire le scuse balbettate della deshi. Scuote leggermente il capo azzardandosi ad allungare una mano verso di lei per depositare una semplice carezza sul suo viso, sulla sua guancia candida. <Non preoccuparti. Va tutto bene Asami> le direbbe con dolcezza per poi chinare il capo in segno di ringraziamento al di lei complimento. Pian piano si rilassa nuovamente, il pianto sembra essere di nuovo distante e Kaori si sente contenta all'idea di averla calmata ancora una volta. <Ooooh. Capisco> sorride Kaori con dolcezza, uno sguardo complice a venir rivolto verso l'altra. <Sono sicura che andrà tutto bene. Dopotutto sei una Hyuga> le dice con lo stesso tono ricolmo di ammirazione che suo padre le aveva sempre rivolto quand'era più piccola e cercava di adempiere ai più semplici esercizi. Quell'ultima domanda poi porta la giovane a schiudere le labbra e adombrarsi appena in volto, umettandosi le labbra con fare nervoso. <Mh> annuisce senza dir nulla ruotando il corpo per fronteggiare l'orizzonte, il Villaggio sottostante. Guarda un punto imprecisato dinnanzi a sé prima di proseguire. <Non è propriamente mia figlia. Non ha il mio sangue e non l'ho ufficialmente adottata... ma nel mio cuore è la mia bambina> rivela Kaori osservando l'orizzonte in direzione del punto ove, a miglia di distanza, si erge la Magione che Raido aveva fatto progettare per loro. <Sono stata vicina a sposarmi, mesi fa. E con quest'uomo avevamo deciso di adottare questa bambina. Ma poi sono successe delle cose e... ora lui l'ha adottata e io cerco di esserci per lei il più possibile> [chakra: on]

17:59 Asami:
  [Cima] E’ instabile, ormai l’altra dovrebbe averlo capito, dato che quando si calca su certi argomenti le lacrime irrompono su quel viso candido e giovane, delicato e fragile. Una ragazzina che vorrebbe essere forte ma che, in realtà, ha tanto ancora da imparare sulle emozioni umane, su ciò che esse comportano nel mondo reale, al di fuori della campana di vetro a cui è abituata. E’ una deshi, deve iniziare a svegliarsi dal torpore. Le prime parole che vengono pronunciate da Kaori lascerebbero Asami alquanto perplessa, alquanto sorpresa, con le iridi lilla che si spalancherebbero e la bocca che rimarrebbe schiusa, mostrando appena la dentatura perlacea presente all’interno. Ha una cugina e non lo sapeva. Ha degli zii e non lo sapeva. Suo padre l’ha tenuta sempre lontana da tutti loro, l’ha sempre protetta da ciò che si trova all’esterno, l’ha tenuta sempre sotto costante controllo per paura di perderla, come Makoto. Osserverebbe la Special senza pronunciare nulla, ancora, rimanendo in un limbo mentale, come se la sua testa fosse stata resettata da un genjutsu potente. Sospesa, incredula, diverse emozioni che si susseguono nel corpo e che la farebbero tremare appena. Il freddo viene avvertito in misura minore, ha bisogno di connettere nuovamente il cervello alla bocca, a quelle parole che vorrebbero uscire dalle corde vocali. <Ho una…cugina. Ho una cugina e…io…no…non lo…sape…sapevo> balbetta, ma non è triste, non è dolorante. E’ felice. Una felicità immensa, una felicità che prenderebbe spazio nel suo cuore e che porterebbe la ragazzina a slanciarsi contro la figura di Kaori. Se questa la lascerebbe fare, vorrebbe porre le braccia attorno al corpo dell’altra e sentire il calore del suo corpo nonostante la pioggia battente contro i loro corpi. L’ombrello viene abbandonato alle spalle, non le importa di bagnarsi, non le importa nulla. Poco dopo andrebbe a scostarsi e la mano di Kaori dovrebbe toccarle la guancia e calmarla totalmente, riportandola così alla realtà, al discorso che stavano intraprendendo. <Sì. Farò in modo che la mia mamma e il mio papà siano orgogliosi di me. Se lo meritano> non odia il padre per averle nascosto i dettagli della sua famiglia, comprende quello che ha voluto fare nei suoi confronti. Sentirebbe, poi, il discorso riguardante quell’adozione, quella figlia che Kaori non potrebbe vedere liberamente e le si stringerebbe il cuore a sentire tutto questo. <Sono sicura che la tua bambina ti vuole bene comunque, indipendentemente da quello che succede o che succederà. Se le vuoi bene, lei vedrà questa bontà e, di riflesso, lei vedrà una vera mamma in te>. Sembra quasi che si siano invertite le parti, che sia lei a dover rincuorare la Special e non il contrario. <Puoi occuparti di me quando vuoi, Kaori. Sei mia cugina, ma sei molto più grande di me. Sarà come avere una seconda mamma> sì, lo vorrebbe molto. Cercherebbe di recuperare l’ombrello rosso poco dopo, per poterlo porre sulla propria testa ancora una volta e tentare così di evitare le gocce della pioggia. [Chakra Off] [Portaoggetti x1 – Fumogeno x1 – Spiedi x3]

18:20 Kaori:
 La reazione di Asami lascia intendere quanto anche lei sia decisamente stupita e sorpresa dall'idea di aver trovato così casualmente non solo una compagna di clan ma, persino, una parente. Neppure lei doveva avere idea del legame che le unisce e sembra quasi attonita quando Kaori va pronunciando quelle parole. <Beh... puoi sempre chiedere al tuo papà per avere una conferma. Se ti dirà di aver avuto un fratello di nome Naru Hyuga allora sarà certo che siamo cugine> sorride Kaori stringendosi nelle spalle con quell'espressione leggera e gentile sul volto, continuando ad osservare la sorpresa che si impadronisce del viso di Asami. Ed è un attimo prima che la ragazzina vada a far cadere il suo ombrello per slanciarsi contro Kaori abbandonandosi contro di lei in un abbraccio stretto, improvviso ed inaspettato. La Hyuga non si scosta, non la respinge, si limita a tenere l'ombrello alto per coprire entrambe e ad avvolgere la sua schiena con l'altra mano prima di carezzarle piano il viso, contenta di vederla così più sciolta e rilassata adesso rispetto a poco prima. Le sorride con affetto, con calore, chiedendosi da quanto tempo non si sentisse così benvoluta. Kouki l'ha abbracciata stretta, sì, poche settimane prima, ma c'erano lacrime fra loro e dolore e parole non dette che rendevano l'atmosfera pesante. Raido l'ha baciata. L'aveva carezzata, stretta, quasi fatta nuovamente sua, ma c'era il peso della loro situazione fra loro a frenare quella felicità che credeva avrebbe sentito se solo lui l'avesse sfiorata una volta ancora. Questa volta, invece, si tratta di un gesto totalmente innocente e privo di dolore. C'è solo la gioia della scoperta, di un'appartenenza comune che le rende vicine e che dà alla ragazzina quasi un nuovo appiglio. <Ehi> ridacchia appena Kaori toccata da quel gesto. <Così ti ammalerai sul serio> le sorride senza alcun rimprovero nella voce, ma sola gentilezza. Rimangono così per un poco prima che Asami vada a commentare quanto la Hyuga le dice circa la sua situazione con Kouki. L'ascolta cercando di credere alle sue parole con tutta se stessa, annuendo con un sorriso amaro e distante sulle labbra. <Sì... credo che lei mi veda ancora come una mamma. E' solo che... non è come avevo immaginato che sarebbe stato fra noi> sospira facendo spallucce, cercando di scacciare via il dolore dalla sua mente. E quindi rimarrebbe poi sorpresa nel sentire quanto Asami le dice mentre si scosta per andare a recuperare il proprio ombrello. La osserva con gli occhi grandi di stupore e le labbra schiuse per poi sorriderle con tenerezza e sentire una ondata di tepore avvolgerla dall'interno. <Mi farebbe piacere aiutarti se dovessi averne bisogno. In famiglia ci si aiuta, no?> le dice scoccandole un occhiolino complice prima di portare la mancina sul fianco e quindi flettere appena il busto verso di lei. <E come primo consiglio direi di andare a trovare un posto al coperto dove ripararci dalla pioggia. Sono sempre più convinta che hai bisogno di riscaldarti un po'> le sorride gentile avvicinandosi a lei e mettendosi al suo fianco. <Vieni, andiamo a mangiare qualcosa, ti va?> le propone, quindi, lasciando ad Asami la scelta su come proseguire la serata. Avrebbero potuto cenare assieme oppure Kaori l'avrebbe semplicemente accompagnata a casa, felice di quell'incontro e decisa a voler approfondire ancor di più la loro conoscenza. [END]

18:36 Asami:
  [Cima] E’ felice di aver trovato una parente e, a dirla tutta, non se lo sarebbe aspettata. Incredula ancora, il volto rimane paonazzo data la sorpresa della scoperta, di una nuova presenza nella sua vita. Una cugina, una persona su cui contare, da cui poter apprendere qualcosa. E’ molto più grande di lei, lo nota, ma questo non le importa attualmente. <Sì. Chiederò a papà qualcosa in più sulla mia famiglia. Sempre che abbia voglia di dirmi qualcosa di voi> dato che ha nascosto tutto questo per tredici anni. <Cercherò di convincerlo a raccontarmi ogni cosa, a farmi capire qualcosa in più sulle mie origini, su ciò che siamo, su quello che possiamo o non possiamo fare. Non può nascondermi ancora tutto. Non può, inizio a essere grande e posso capire certi discorsi> caparbia nel dire, si merita di avere chiarezza nella sua vita, sebbene questo possa far male al cuore di Takiji. Kaori accoglie il suo abbraccio, sente il calore del corpo altrui contro il proprio, si sente confortata e totalmente rincuorata. Non è sola, nonostante non lo sia mai stata davvero. Ma voleva qualcuno oltre al padre, voleva qualcuno a cui appoggiarsi che non fosse il suo unico genitore. <Mi dispiace per la situazione che stai vivendo, davvero. Non posso capire cosa si prova, non posso capire cosa passi. Non lo posso capire. Ma posso provare a starti vicina, posso provare a volerti bene. Sono sicura che, insieme, riusciremo a fare qualcosa nella nostra vita> sincera e delicata, una naturalezza immensa. Il consiglio dell’altra giungerebbe alle proprie orecchie e troverebbe accoglimento da parte di Asami. Bisogna decisamente andare al coperto, ad asciugarsi e a rifocillarsi. <Sì, vengo con te. Mangiamo qualcosa. Non voglio rischiare di ammalarmi, altrimenti papà non mi lascia uscire più di casa> direbbe, scherzando appena, prima di seguire la Special verso il cuore di Konoha e godersi ancora del tempo assieme a un affetto ritrovato. [End] [Chakra Off] [Portaoggetti x1 – Fumogeno x1 – Spiedi x3]

Le due Hyuga si trovano in cima al Monte.
Si parlano e scoprono di essere cugine, da parte di padre.
Insieme, poi, tornano verso il cuore di Konoha.