Cure per Kirito

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20:28 Kouki:
  [Sala d'attesa] Un’altra serata uguale a tutte quelle che l’hanno preceduta, e la piccola Yakushi si trova ancora in ospedale, non come paziente, ma come ninja medico. Il suo turno di pomeriggio è quasi giunto a termine, poi potrà tornare a casa ad allenarsi. Pensieri ed emozioni hanno trovato un certo equilibrio, riuscendo a gestire un po’ meglio quelle situazioni altrimenti squilibrate per lei. Kaori è tornata, Raido e Fumiko non sono più una coppia, e non ha idea se suo padre si voglia riavvicinare a una o all’altra. Certo non ha avuto una bella reazione alla ricomparsa di Kaori, nemmeno la ragazzina l’ha avuta, ma ora si trova in una fase particolare della propria psiche. Si è fatta forza, ha deciso di pensare a se stessa e di agire come è meglio per lei, senza più farsi problemi per gli altri… e questo l’ha portata a richiamare a sé un po’ di quell’egoismo e di quella freddezza che la caratterizzava agli inizi del suo percorso da shinobi. Se avrà voglia di chiamare entrambe le donne mamma, allora lo farà, se no si esonererà dal farlo, insomma, come le verrà più naturale. Deve pensare anche a se stessa, soprattutto a se stessa e al suo clan, almeno per ora. La giovane praticamente indossa il proprio piccolo camice bianco, le maniche strette ai polsi da degli elastici e rigorosamente allacciato tramite i pratici bottoni. Alla taschina che si trova al livello del cuore vi è appeso il proprio tesserino, dove vi è scritto il suo nome, mentre all’interno delle due tasche in basso sul camice vi è un blocchetto e una pezza. I vestiti al di sotto del camice non sono visibili ovviamente, ma comunque non indossa nulla di particolare se non una maglietta azzurra a maniche lunghe stretta alla vita da una cintura elasticizzata di colore nero, una maglietta che le cade morbida sui fianchi, lunga, e va a coprire appena i pantaloni neri. I pantaloni le fasciano le gambe esili, stretti ma elasticizzati, e si infilano all’interno delle calzature ninja che porta ai piedi. Le cicatrici e le bruciature che deturpano ogni centimetro della sua pelle pallida sono quindi nascoste dai vestiti, ad eccezion fatta del collo, zona scoperta e dove quindi sono visibili i segni. I lunghi capelli neri che le arrivano fino ad oltre il sedere sono raccolti in una pratica ed elegante coda alta, mentre la frangia le incornicia il visino infantile, dove i suoi gialli occhi sono intenti in un’espressione seria e professionale. Al collo porta il ciondolo del clan Oboro che le ha regalato suo padre, non porta invece le armi con sé e nemmeno l’equipaggiamento, dato che è vietato averne all’interno dell’ospedale, così come è vietato avere il chakra impastato. Ovviamente per lei, essendo membro del corpo sanitario, quest’ultima regola non vale, ed il suo chakra dovrebbe essere attivo, forte e potente, fin dall’inizio del suo turno in ospedale. Piccola e minuta, la bambina si avvierebbe verso la sala di attesa, dove dovrebbero essere presenti tutte quelle persone che attendono il proprio turno per essere visitate ed eventualmente curate. <A chi tocca?> la sua voce melodiosa e pacata, sibilante come quella di una serpe, dovrebbe essere ben udibile nel silenzio della sala d’attesa, quindi anche lei ora attende che il prossimo paziente si faccia avanti, posando i propri ambrati occhi sui presenti. [Chakra On]

20:41 Kirito:
 Svolgere una missione di livello C senza la possibilità di vedere non è la cosa più furba da fare. Kirito l'ha testato sulla propria pelle o meglio sul proprio naso. Quest'ultimo è il lascito più evidente della rovinosa missione, ovviamente fallita, in cui Kirito si è avventurato pochi giorni addietro. Ebbene sì. Sono già passati alcuni giorni da essa e solo oggi si è deciso a recarsi in ospedale. Fortunatamente la vista gli è ritornata nei giorni addietro e così almeno un problema è stato risolto. Ora può tornare a vedere il mondo e tutto quello che lo circonda. Ma il naso sembra non essersi ripreso altrettanto bene. Dopo la missione Kirito è tornato a casa provando a fare una medicazione di quelle artigianali. Passati alcuni giorni visto che miglioramenti non ne ha avuti ha deciso di recarsi in ospedale. E' ora nel reparto di traumatologia, più in particolare nella sala d'attesa. Una normalissima sala con due file di sedie adiacenti al muro con una finestra da cui si può vedere il cortile dell'ospedale. A quanto pare il suo turno dovrebbe essere arrivato dato che una minuta ragazzina uscirebbe dalla sala dedicata ai medici chiamando la prossima persona. Come da regolamento Kirito non ha il chakra impastato e non ha portato equipaggiamento ninja di alcun genere all'interno dell'ospedale. Dovrebbe essere il suo turno essendo rimasto, in quella sala d'attesa, soltanto con altre due persone che ricorda essere arrivate dopo di lui. Si alzerebbe quindi dalla sedia per dirigersi verso la porta aperta da cui fa capolino la Yakushi accennando <dovrebbe toccare a me> dando infine un ulteriore sguardo alla sala d'attesa ormai alle sue spalle.[chk off]

20:57 Kouki:
  [Sala d'attesa -> Stanza] Attende che qualcuno dei tre presenti si decida a rispondere alla sua domanda e lo osserva tutti con i propri occhi. Non vi sono più molte persone ormai, e il reparto sembra tranquillo. Il sole è ormai calato, e la ragazzina permane davanti alla porta della saletta dove accoglierà il prossimo paziente. Finalmente qualcuno si alza, si tratta di un ragazzo decisamente alto, se paragonato a lei, ovviamente, capelli neri e occhi neri, ma c’è qualcosa che attira la sua attenzione come una calamita… ovvero l’incredibile livido che parte dal naso e si estende fino a sotto gli occhi, inevitabile conseguenza di un naso rotto. Non dice nulla, non si lascia sfuggire nessuna espressione facciale, comportandosi in maniera tranquilla e professionale. Inviterebbe con un cenno del capo il ragazzo ad avvicinarsi, quindi si farebbe da parte per farlo entrare nella stanza. Se l’altro avesse acconsentito allora si limiterebbe a seguirlo con lo sguardo, entrando dopo di lui e chiudendosi la porta alle spalle solo se egli avesse deciso di entrare. La stanza è una di quelle classiche, non è propriamente il suo studio medico, dato che è ancora praticamente, ma è senz’altro uno studio che le è stato dato per questo turno in reparto. Vi è una scrivania, due sedie e un lettino in metallo con sopra della carta bianca a ricoprirne la superfice. Un armadietto con medicinali e bendaggi vari e più nulla di rilevante. <Accomodati pure.> lo inviterebbe a sedersi ad una delle due sedie, mentre lei prenderebbe posto dietro la scrivania, munendosi di fogli e penna. Di certo potrebbe fare un certo effetto vedere una bambina in questo ruolo, ma non sembra preoccuparsi di eventuali giudizi. Una volta seduta in maniera composta ed educata, andrebbe a fissare in viso il ragazzo, tenendo la penna nella mano destra, mentre la sinistra terrebbe fermo il foglio sulla scrivania, pronta a scrivere. <Innanzitutto buona sera, io sono la praticante Kouki Yakushi.> si presenta in maniera senz’altro gentile, accennando anche un lieve sorriso, forse di circostanza, forse sincero, chi lo sa. Difficile leggere quel viso che ora appare tanto a modo ed affabile, di certo ci potrebbe essere qualcosa che stona, una piccola nota impercettibile ai più. <Lei invece come si chiama?> ecco la prima domanda che fa in direzione del ragazzo, pronta a recepire nome e cognome, pronta a scrivere ed annotare tutto nella cartella medica che sarà a nome di quel ragazzo. <E mi dica un po’ cosa è successo, come mai è qui, insomma.> lei potrà anche fare tutte le sue congetture, ma è sempre meglio sapere come sono andate le cose dal diretto interessato. Tace ora, lasciando la parola al ragazzo, senza imporgli nessuna fretta, anche se il suo turno è oramai agli sgoccioli. [Chakra On]

21:18 Kirito:
 Il rumore sordo della porta alle sue spalle segna l'ingresso di Kirito all'interno della sala medica. Più che uno studio vero e proprio sembra una sorta di ambulatorio atto a cure non troppo gravi e a casi di cui la medicina generale si occupa. In realtà queste sono soltanto supposizioni di un ragazzo le cui conoscenze mediche basilari se non assenti. A questo punto seguirebbe il consiglio della ragazza e si accomoderebbe ad una delle due sedie poste dall'altro lato della scrivania. Il tono formale ed il modo garbato in cui la Yakushi si rivolge a Kirito in un primo momento lo straniscono, non essendo abituato a tanta formalità. <Senta se per lei va bene> inizierebbe dopo aver poggiato il sedere sulla sedia <ci possiamo dare del tu> aspetterebbe conferma prima di poter continuare a parlare. Quella che ha difronte ai suoi occhi è una ragazzina. E' piccola sia di età che di altezza. Vestita come quel luogo richiede è seduta davanti a lui mentre si sta presentando. Ma Kirito non può far a meno di osservarla da cima a fondo. Da quando ha riacquistato la vista cerca di cogliere ogni minimo particolare di una persona in modo da ricordarlo e fissarlo bene nella mente. Quelle settimane di buio sono state un incubo. "Deve trattarsi di una ragazza prodigio" pensa tra se e se mentre squadra la ragazzina. "Speriamo che sappia il fatto suo" ancora un pensiero che vola libero nella mente dell'uchiha. <Allora fino a qualche giorno fa io ero cieco. Non è stata una malattia o una condizione fisica a rendermi così ma qualcos'altro.> decide di specificare subito questo aspetto prima di proseguire. <Nella mia testardaggine ho deciso di intraprendere una missione di livello C senza l'uso della vista. E non è andata tanto bene> A questo punto metterebbe una mano in tasca afferrando con la mano destra il coprifronte di kusa per poi appoggiarlo sulla scrivania davanti a se. Come una sorta di distintivo il coprifronte è ora lì quasi a voler sottolineare la veridicità delle parole dell'uchiha. <Detto questo la missione è ovviamente fallita ed io mi sono fatto pestare da uno di quei teppistelli a cui avrei dovuto dare una lezione. Quello che vede qui...> alza la mano destra indicando col palmo aperto e con la punta delle dita il naso <è frutto di un semplice pugno in faccia. Ho provato a curarlo da solo ma come vede non ho avuto buoni risultati. > fa una breve pausa < dall'alto della mia ignoranza in campo medico se non sono riuscito a curarlo da me non può che trattarsi di una frattura o sbaglio?> proverebbe ad ipotizzare quali siano le condizioni del suo naso per poi lasciare la parola alla Yakushi <Che ne pensi?>.[chk off]

21:39 Kouki:
  [Stanza] Lui la osserva, e lei fa altrettanto di rimando. Lo analizza come fa sempre, facendo scorrere i propri occhi sulla figura del ragazzo cercando di memorizzare ogni singolo particolare ed ogni espressioni che potrebbe palesarsi sul viso altrui. I gesti, la lettura del corpo, insomma cerca di farsi un’idea chiara di chi ha davanti, almeno inizialmente con la sola analisi visiva. Non nota altre ferite o bendaggi, oltre al naso probabilmente rotto. <Come vuoi.> passa al ‘tu’, non si fa problemi di alcun tipo, anzi lo preferisce. Va bene essere professionali, ma non sempre ha voglia di palesare gentilezza, soprattutto in questo periodo della sua vita. Il ragazzo non le dice il suo nome, ne tanto meno il cognome, ma inizia subito a raccontare quello che gli è successo. In assoluto silenzio la giovane Chunin ascolta, attenta ad ogni particolare e prendendo nota delle notizie per lei più importanti e che va quindi a segnare sul foglio. Innanzitutto era cieco e ora ci vede, se non è stata una malattia o una condizione fisica, potrebbe essere stata una tecnica, ma ancora non ha elementi a sufficienza per saltare a conclusioni affrettate, inoltre sapere il suo nome le sarebbe utile per capire se è già stato registrato come paziente o meno, se ha già una cartella clinica o deve aprirne una lei. <Questa cecità temporanea a cosa è stata dovuta? E come è guarita?> domanda per fare più chiarezza, ne ha bisogno. <Inoltre mi devi dire il tuo nome, così che io possa segnare tutto per bene.> il tono è sempre gentile, forse un po’ troppo distaccato, ma difficile dire se sia dovuto alla sua professionalità o proprio al suo carattere. Lo osserva appoggiare il copri fronte sulla scrivania e al quale da una veloce occhiata, senza degnarlo di nessuna particolare importanza. Continua invece ad ascoltare il racconto senza esprimere nessuna particolare espressione, solo attenta, in attesa che lui finisca, e quando le viene passata la parola rimane un po’ perplessa. <Cosa ne penso?> non riesce a capire riguardo a cosa, alla missione, alla cecità o al naso rotto? Comunque sia scuote appena la testa, segnando altro sul foglio. <Non giudico le tue scelte in quanto hai libero arbitrio, e se hai voluto fare una missione C con un deficit come quello, allora non ho nulla da dire a riguardo.> avrebbe potuto mettere in pericolo dei compagni di squadra, avrebbe potuto lui stesso riportare ferite ben peggiori, ma non dice nulla a riguardo. Lei è lì per curare e basta, non per giudicare o fare il giudice, non le compete. <Il naso mi pare rotto, a giudicare da quel brutto livido che si è venuto a creare, e per il setto del naso che mi pare alquanto deviato. Immagino che starai facendo fatica a respirare, giusto?> domanda verso di lui, andandosi a segnare qualcos’altro su quel foglio. <Hai dolore? Se si quanto da 1 a 10? E oltre al dolore hai qualche altro fastidio? Come la difficoltà a respirare, mal di testa, vertigini.> passa nuovamente la parola all’altro per poter finire di scrivere e avere un quadro generale della situazione, certo avrà la conferma che sia rotto solo quando ci metterà le mani sopra, ovviamente. Potrebbe essere anche solo semplicemente deviato… ma spera di no, perché se no per raddrizzarlo ci vorrà un’operazione chirurgica che lei non può fare al momento delle sue capacità. [Chakra On]

21:58 Kirito:
 Nella fretta di comunicare come è avvenuto tutto Kirito si è dimenticato di rivelare un dettaglio importante: il suo nome. <Hai ragione scusami. Kirito Nobusake> aggiunge facendo un cenno con la testa come a chiedere scusa della sua sbadataggine. La ragazza sembrerebbe essere intenta a scrivere tutte o quasi le parole del ragazzo e ad annotare ogni singola parola che potrebbe essere d'aiuto alla situazione. Per Kirito è segno di professionalità ed in un certo qual modo si rilassa sperando di essere capitato nelle mani di una ragazza capace. L'argomento cecità ripiomba nella conversazione. Kirito avrebbe voluto lasciarselo alle spalle ma è "costretto" a rispondere a quella domanda. <Come ti ho detto tutto l'apparato funzionava bene. Era solo un problema autoindotto dalla mia mente. Ora però sto bene, ci vedo ed è questo quello che conta. La guarigione è stata spontanea.> infine aggiungerebbe come a voler mettere una pietra sopra sull'argomento <non era un problema che un medico potesse affrontare. Non c'era nulla da curare.> concluderebbe così a riguardo sperando che non vengano fatte altre domande. Come ha ipotizzato Kirito anche la praticante dinnanzi a lui ad una prima occhiata il naso sembrerebbe rotto. Una bella scocciatura. <Dolore 3 se lo tocco 6 barra 7 > prova ad essere quanto più sincero possibile sulle sue sensazioni a riguardo senza voler sembrare più "duro" di quanto non sia. La verità è che le torture che ha subito in passato hanno fatto alzare l'asticella della sopportazione del dolore. <Si faccio leggermente fatica. Se provo a respirare a pieni polmoni con il naso fa abbastanza male. Ma tutto sommato lievi respirazioni riesco a farle. Mal di testa poco, forse qualche difficoltà a dormire. Mentre vertigini non saprei come rispondere. > cerca di riflettere sugli ultimi giorni < camminando mi sembra tutto normale anche il senso dell'equilibrio dovrebbe essere nella norma> conclude sperando che sia sufficiente alla praticante ad avere un quadro completo. [chk off]

22:11 Kouki:
  [Stanza] Segna il nome del ragazzo, ripetendoselo in un sussurro, un sibilo, tra se e se come a poterselo ricordare meglio. <Kirito Nobusake, va bene.> scrive velocemente su quel foglio e alla fine prima di completare il tutto andrà a cercare se esiste già una cartella a sua nome. Comunque sia ora sembra avere tutto quello di cui ha bisogno, un nome, il trauma, la causa, sintomi e dolori vari. Si concentra giusto un attimo sulla questione della vista per capirci meglio, corruga la fronte e cerca di immaginare la situazione. Alla fine sembra che sia stato preda ad un qualche tipo di trauma psicologico che lo ha indotto a provarsi della vista… qualcosa di estremo ed importante, sa di gente che perde la voce, ma non la vista, per questo rimane comunque convinta dell’idea che comunque centri una qualche tecnica. Ma non approfondisce, non va oltre, non è quello di cui deve trattare questa sera. Si segna comunque tutto, poi deciderà cosa sarà davvero degno di essere annotato in maniera definitiva sulla cartella. Annota i numeri di quella scala sul dolore, i sintomi, la respirazione, tutto quanto in maniera più laboriosa possibile. <Molto bene.> lascia la penna sulla scrivania e quindi va ad alzarsi dalla sedia. Non lo invita a sedersi sul lettino per il semplice fatto che sarebbe difficile per lei arrivare al viso del ragazzo, e non pensa che farlo sdraiare sia necessario per un naso rotto. <Rimani pure seduto sulla sedia, ora ci penserò io ad alleviare il dolore e cercare di mettere a posto la frattura.> lo avvisa cercando di avvicinarsi a lui. Con il ragazzo seduto su una semplice sedia e lei in piedi, non dovrebbe avere problemi ad arrivare con le mani al suo naso ora. <Sentirai un formicolio, ma anche un leggero dolore, forse ti verrà un po’ di mal di testa, ma sono tutte conseguenze alle cure mediche, quindi non preoccuparti, okay?> cerca di essere il più gentile possibile, cercando di tranquillizzarlo andando semplicemente a descrivere tutto quello che potrebbe accadere, così da non lasciargli spiacevoli sorprese. Più trasparente possibile. Se avesse ricevuto il permesso, allora inizierebbe la cura. Si concentrerebbe sul proprio chakra, cercando di individuarlo nel suo corpo e si concentrerebbe affinchè possa distinguere le due energie che lo compongono, ovvero quella fisica e quella psichica. Per poter richiamare il chakra medico, la ragazzina avrebbe bisogno di individuare solo l’energia fisica e di separarla da quella psichica. Così tenterebbe di farlo, cercando di richiamare lungo le proprie braccia la sola energia fisica, la quale dovrebbe scorrere lungo gli arti, fino a dover raggiungere entrambe le manine della Yakushi. Se ci fosse riuscita esse si dovrebbero ricopre di un alone verde e rassicurante, ovvero il chakra medico. Andrebbe ad unire le mani a coppa, ma con i palmi rivolti verso il viso del ragazzo stando a qualche centimetro di distanza dal naso, così da cercare di smuovere il chakra medico attraverso i propri punti di fuga presenti sulle mani. L’alone verde dovrebbe quindi estendersi verso la zona centrale del viso del ragazzo, andando ad accoglierla in un abbraccio risanatore. Dovrebbe quindi esserle più chiara la frattura del setto nasale che andrebbe in seguito a tentare di rinsaldare. Cercherebbe dunque di stimolare le cellule in modo da spingerle all’auto guarigione. Cercherebbe di andare a ricreare tutti quei tessuti che sono stati spezzati, la cartilagine e l’osso, stimolare un processo che se no sarebbe incredibilmente lento. Seria in viso, decisamente concentrata e professionale in quello che fa, nel tentativo di apportare il maggior benessere al ragazzo. [Tentativo mani terapeutiche C – consumo 7 pc + 0.5 pc ad ogni turno successivo][Chakra: 68/75][Bonus ps: 5 a turno][Ps totali Kirito: 90 + 5 = 95/100]

22:26 Kirito:
 La situazione dell'uchiha sembrerebbe essere chiara agli occhi della praticante che nonostante la tenera età sembra che sappia il fatto suo. Con fare dolce e professionale di chi vuole evitare brutte sorprese ai pazienti spiega bene la procedura e le eventuali conseguenze che essa comporta. Chiederebbe quindi, come è giusto che sia, l'autorizzazione ad effettuare la pratica medica. Ovviamente Kirito annuirebbe in segno di assenso e di conseguenza la ragazza si avvicinerebbe. Kirito non deve neanche scomodarsi può restare tranquillamente seduto sulla sedia al resto ci pensa Kuoki. Porgerebbe le mani sul viso del ragazzo irrorandole di chakra. Kirito sentirebbe in un primo momento una sensazione piacevole, risanatoria. Riuscirebbe a sentire per un attimo gli odori della stanza in cui si trova adesso più chiaramente di quanto non facesse prima. Tuttavia, come annunciato dalla praticante, un leggero dolore inizierebbe ad apparire. Come un odore pungente che arriva fino alla punta del naso sentirebbe una serie di piccoli pizzichi interni. Come se degli aghi si stessero muovendo all'interno della cavità nasale. Un dolore sopportabile ma che fa storcere leggermente gli angoli della bocca del ragazzo creando una piccola smorfia di dolore. Questa sensazione inoltre si alternerebbe a quella di piacere sentita in partenza. [chk off]

22:38 Kouki:
  [Stanza] La ragazzina continuerebbe il proprio operato, cercando col chakra medico di stimolare le varie cellule a muoversi, unirsi nuovamente a come erano un tempo, cercando di invogliarle a rinsaldarsi in maniera corretta, quindi cercherebbe di smuoverle dal profondo, con cura, per evitare che esso si rinsaldi in modo inadeguato, magari storto. L’alone verde cercherebbe di insinuarsi in profondità, cercando di inondare l’intero setto nasale del ragazzo, il quale potrà infatti avvertire quella serie di formicolii, come tanti aghetti che lo pungolano al naso, ma dovrebbe essere solo il processo rigenerativo in atto, tanti piccoli assestamenti da parte dei tessuti affinchè essi possano tornare ad essere una cosa sola. Il visino della ragazzina è fisso davanti a sé, osserva gli occhi del ragazzo. Neri e profondi. <Quanti anni hai, Kirito? Quando sei nato?> si è dimenticata di fare quella domanda prima, ma la data di nascita le serve per compilare i moduli e nel caso si prodigherà nel memorizzarla nel caso lui glie la dica. Le sue domande sono mirate, ma sono poste con educazione, senza sembrare assillante o senza che esse sembrino degli ordini soprattutto. <E che grado sei come ninja?> questa invece è sua semplice curiosità, sapere se sia Genin, Chunin, o magari anche di più. Insomma il lavoro di guarigione non è molto e nemmeno lungo a dirla tutta, però vuole riempire quei buchi di silenzio con la propria curiosità e voglia di conoscere. E seguendo questa sua stessa onda, ecco che altre domande seguono, o almeno una in particolare, forse un po’ troppo invadente o intima. <Come ti sei sentito quando hai perso la vista? Come è stato il tuo… mondo?> spontanea, di certo non lo fa con intenzioni cattive, più che altro si lascia andare ad una curiosità che potrebbe essere associata al mondo infantile, nonostante abbia una mentalità molto più adulta, non può rinnegare la sua età. Non totalmente. Fortuna che se ne accorge almeno, e va a scuotere la testa lentamente. <Scusami, non sei obbligato a rispondere. Questa era solo una mia curiosità.> ammette e si affretta anche ad aggiungere, in modo da non creare un’atmosfera tesa, o arrecare fastidio nel giovane davanti a lei. [Mani terapeutiche C – consumo 7 pc + 0.5 pc ad ogni turno successivo][Chakra: 67.5/75][Bonus ps: 5 a turno][Ps totali Kirito: 95 + 5 = 100/100]

22:56 Kirito:
 Quell'alone verde di chakra curativo penetra in provondità fino a raggiungere ogni cavità e ogni osso, rotto o meno che sia. Sentirebbe quel fragore attraversagli le narici e quel dolore che sentiva prima lentamente si trasformerebbe un un formicolio facilmente trascurabile. Il silenzio che si è creato nella stanza viene interrotto dalla ragazza che pone alcune domande a cui Kirito decide di rispondere volentieri. Schiuderebbe le labbra facendo muovere solo quelle ed evitando movimenti bruschi con la testa che potrebbero destabilizzare la medicazione che sta ricevendo. Non serve urlare infatti Kirito con un tono di voce basso ma dolce inizierebbe con ordine a rispondere alle domande della Yakushi in piedi dinnanzi a lui. <Sono nato il 15 novembre di 22 anni fa.> la prima domanda è andata. <Sono un genin> una nota di imbarazzo è facilmente individuabile dalla sua voce. Vista la sua età ci si aspetterebbe un grado militare maggiore ma per varie ragioni Kirito è ancora un genin. Ragioni che decide di spiegare brevemente alla ragazza <Ho iniziato la mia carriera ninja poco tempo fa. E' stato quasi un caso, o meglio, un evento a farmi intraprendere questa strada. Ma sono deciso a recuperare velocemente gli anni persi> accenna un sorriso muovendo leggermente i muscoli intorno alle labbra. <Non ti preoccupare. > fa una breve pausa per pensare alle sue prossime parole <Anche se non mi piace parlarne proverò a dirti ciò che ho provato. Sarò molto breve anche se potrei parlarne per ore > ancora una pausa per scegliere le parole. Parole che non tardano ad arrivare mischiate alle emozioni che quelle settimane di inferno hanno significato per lui <E' difficile da spiegare. Quando tutto intorno a te è buio è come se anche la tua mente, lentamente, diventasse buia. Come se anche i tuoi pensieri ed i tuoi ricordi venissero lentamente inglobati in questa oscurità. Una sensazione brutta, spiacevole per vari motivi. Uno dei tanti è il fatto di dover molto spesso dipendere da qualcuno. Oppure il dover subire> dice marcando la parola "subire" più delle altre <la compassione altrui. Come se diventassi un debole un buono a nulla agli occhi degli altri. Ed in qualche modo riesci a sentire gli occhi degli altri su di te quando cammini per la strada anche senza vedere effettivamente. > umetta le labbra <Più di questo non posso dirti. O meglio potrei ma ti annoierei a morte. Se vuoi prova a metterti una benda sugli occhi e a restare anche un solo giorno con essa senza toglierla mai. > [chk off]

23:08 Kouki:
  [Stanza] Fortunatamente il ragazzo risponde in maniera educata e dolce alle sue domande, non serve appunto che alzi troppo la voce, basta il sussurro e il minimo movimento dei muscoli facciali. Si memorizza per bene la data di nascita e l’età, senza far caso a quel suo leggero imbarazzo, per lei non è un problema, ma lui si sente comunque in dovere di giustificarsi, in un certo senso. <Ho capito.> afferma solamente, dandogli almeno la conferma di aver sentito, annuendo lentamente. <L’importante è che tu abbia trovato la tua strada, non importa a che età.> si sente di dargli quel parere personale, mentre l’altro acconsente a rispondere anche a quella sua ultima curiosità. Un mondo diverso, completamente al buio… in un certo senso sa cosa si prova, lo ha provato anche lei ma in maniera totalmente diversa. Ha presente cosa si prova a vedere tutto nero, ad essere immerso nel buio più totale, ma la sua esperienza è puramente psichica, mentre quella del ragazzo è stata reale, vera, fisica. La mente scivola, così come è successo a lei, si dipende da qualcuno, così come ha potuto constatare anche lei sulla sua stessa pelle, ma di certo non può immaginare come ci si sente a perdere ogni riferimento ed esserne cosciente. Come ci si senta a sentire quegli sguardi. Accenna un sorriso, dolce. <Posso solo immaginare, ho vissuto esperienze simili anche se su livelli totalmente diversi.> accenna verso di lui, aprendosi a quel dialogo. <A volte vengo anche sottovalutata per la mia età. Mi credono debole. Ma cerca di trovare in questa tua esperienza solo le cose positive che possono averti fortificato.> Ha concluso la guarigione. La tecnica verrebbe quindi cessata e l’alone verde svanirebbe, ritirato attraverso i propri punti fuga sui palmi, così da permettere all’energia fisica di riunirsi a quella psichica e ricomporre quindi il chakra così come era fin dall’inizio. Le mani verrebbero tolte dal viso del ragazzo e le braccia riportate lungo i fianchi. <Non importa come ti possono vedere gli altri, non importa di come ti guardano. Sta a te dimostrare il contrario con determinazione e forza.> sussurri appena percettibili ma comprensibili… andrebbe dunque a sedersi nuovamente al di la della scrivania per segnarsi la data di nascita del ragazzo e poi tornare a guardarlo. <Abbiamo finito, grazie per la pazienza e se non ci sono domande, puoi andare. Ciao.> un altro tenue e sincero sorriso verrebbe dato in direzione del ragazzo mentre lo congeda, gli da il via libera per andarsene mentre lei sbrigherà le sue ultime faccende per poi tornare a casa. La fine del suo turno è finalmente arrivato. [END]

23:19 Kirito:
 La guarigione sembra essere finita ed il naso di kirito non sembrerebbe essere più dolorante. Proverebbe a tirar su con esso e non sentirebbe alcun dolore. Toccherebbe ed il livido è ancora lì. E' diminuito di volume e probabilmente sparirà nell'arco di due giorni. <Grazie di tutto. Sono sicuro che te lo abbiano già detto ma sei molto matura per la tua età. Meriti di stare qui. > la ringrazia sia per i consigli e sia per le cure ricevuto. Una volta ricevuto il consenso per lasciare la stanza si alzerebbe delicatamente riponendo la sedia al suo posto. Un piccolo cenno con la testa e chiuderebbe la porta e con essa quella pagina della sua vita. Note per il futuro: non fare missioni senza l'uso della vista.[chk off]

Semplice cura per il naso rotto di Kirito, tra una chiacchiera e l'altra.