Allenamento

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13:57 Haran:
 L'acqua piovana scende violenta dal cielo. Nubi scure coprono un sole che, timidamente, filtra maldestro attraverso minimi spiragli di spazio. Sottili coni di luce pallida si ripetono qua e là, insufficientemente forti da schiarire quell'oscurità quasi notturna. L'odore pungente e penetrante della pioggia e della terra bagnata è ovunque attorno alla ragazza, mentre le sue vesti sono zuppe e pesanti sul suo corpo. Si trova seduta su di una collinetta circostante il bosco dei ciliegi di Kusa ad osservare il modo in cui l'acqua vada a colpire i rami sottili e spogli degli arbusti. Nel tempo ha imparato ad amare quel luogo, soprattutto durante la stagione primaverile quando i ciliegi sono in fiore e tutto sembra essere avvolto da morbide nubi rosate laggiù. Petali che cadono danzando, il profumo inebriante dei ciliegi, l'atmosfera dolce e rassicurante che riempie quel bosco. Lei l'osserva da lontano, però, come se non si sentisse davvero parte di quel luogo. Dopotutto, lei non ne fa parte. Lei che è originaria di Oto, lei che è una intrusa lì a Kusa nonostante tutti quegli anni vissuti lì. Lei che si è ritrovata ad affrontare il passato da pochi giorni per via dell'incontro con Nimura. Si morde il labbro inferiore chiudendo gli occhi, lasciando che la pioggia cada sul suo viso, i suoi capelli azzurri e lucidi a pesare sulla sua schiena, pesando su di essa. Indossa una pesante felpa nera dal cappuccio piegato oltre le spalle ed una gonnella a pieghe celeste e nera praticamente incollata alle cosce. Dalle ginocchia in giù le gambe son coperte da strette calze scure mentre i piedi son protetti da un paio di stivali ninja. Il coprifronte è legato attorno alla coscia sinistra mentre nessuna arma è stata portata con sé. Sola, seduta su quella collina, osserva il Bosco sottostante con sguardo distante, crogiolandosi nella sensazione di turbamento e disagio che le rivelazioni di Nimura le hanno portato ormai da qualche giorno.

14:06 Taimusu:
  [[Albero di Ciliegio]] Ignora al momento la pioggia che cade sopra la sua capa, bagnando in parte il crine lungo nero. I rami spogli di un albero di ciliegio lo proteggono parzialmente da quella precipitazione improvvisa, ma non del tutto inaspettata per un paese come Kusa. Lo sguardo delle rubine è fisso alle mani che si levano tranquillo, mentre permane seduto, con la schiena contro il legno duro e freddo dell'albero, una volta ricco e pieno di petali e fiori: Veste completamente di nero, abiti da allenamento, e il sopra non è altri che una canotta e una felpa nera, lasciata aperta nel mezzo, da una cerniera. Ambo le mani nude, si portano l'una contro l'altra, lasciando a terra la Shirasaya, ancora nascosta nelle sue sembianza di semplice bastone decorato da motivi lineari e gialli. Le mani una volta incontratesi, cercherebbero di intrecciarsi, lasciando fuori indice e medio, che ritti come stecche si premerebbero l'una contro l'altra. La mente si sgombra da pensieri e un lieve respiro regolare viene preso a denotare quel suo tentativo di concentrazione. Inspira ed espira lentamente, mentre divide il proprio fisico tra mente e stomaco: all'altezza del capo vi è una sfera verde, mentre all'altezza dello stomaco una sfera rossa, entrambi a rappresentare, in ordine, forza mentale e forza fisica. Il sigillo della capra precedentemente formato viene fatto alzare fino al plesso solare e lì inizierebbe ad inviare mentalmente quelle sue rappresentazioni figurative delle proprie forze facendole mescolare in un vortice che gira in senso Antiorario che dovrebbe prendere un colorito sul blu chiaro. Se tutto fosse andato per il meglio, si ritroverebbe con una specie di piccola sfera roteante all'altezza del plesso solare a rappresentare il chakra, e solo allora lo invierebbe in tutto il capo, verso i propri Tsubo, i punti di fuga per l'esattezza. Una volta effettuato il tutto, dovrebbe già sentirsi molto meglio fisicamente e con il chakra finalmente attivo, potrebbe sciogliere il sigillo della capra. [ Ecco. Iniziamo ] Sospira tra se e se, mentre con la manca prenderebbe la lunga coda e la porterebbe sulle proprie gambe, ora distese, mentre la destrosa va ad afferrare il bastone da passeggio. [ Shirasaya ] [Tentativo: Richiamo del Chakra][Chakra 20/20]

14:18 Haran:
 La mancina andrebbe a levarsi e portarsi sotto lo sguardo della ragazza. La osserva come se fosse un arto estraneo, come se non lo riconoscesse o non le appartenesse. Ripensa alla strana sensazione provata quando la Goryo le ha detto di attivare quella che pare sia la sua nuova innata. E' stato strano. E' stato tutto incredibilmente strano, quasi distorto. Ricorda di essersi sentita diversa, come se improvvisamente il suo corpo non le appartenesse più e lei fosse solo una spettatrice esterna della sua stessa vita. Era stato come se improvvisamente ci fosse stato un altro pilota a guidare e comandare il suo corpo, un'altra personalità a dar voce a pensieri che non erano suoi. Un brivido le risale lungo la schiena al pensiero di quella sensazione così alienante e non sa se dipenda dal freddo causato da quella pioggia battente o dal ricordo ancora vivido di quell'esperienza non totalmente chiara nella sua mente. Deglutisce stringendo il pugno, riabbassandolo, osservando dinnanzi a sé il bosco sottostante. Non è una sensazione che vuole provare una seconda volta. Si è sempre sentita come estranea alla sua vita, come se ci fosse qualcosa di mancante sotto i suoi occhi, qualcosa di immenso che non è mai riuscita davvero a comprendere o vedere e ha sempre cercato di combattere questa sensazione e di godere a piene mani della sua vita. Adesso ha provato concretamente la sensazione di essere stata allontanata da ciò che v'è attorno a lei, relegata in un angolo distante del suo stesso corpo e non vuole che questo accada una seconda volta. Vuole essere parte integrante della sua vita, vuole abbattere quella barriera che ha sempre sentito ergersi fra sé e il mondo. Si alza da terra stringendo i pugni lungo i fianchi e prendendo coraggiosamente a scendere da quella collina dirigendosi verso il bosco, quasi come un gesto simbolico della sua determinazione. Non sarebbe rimasta a guardare da lontano. Mai più. E nonostante tutto, dentro di sé, si chiede invece chi possa aver preso comando del suo corpo se non si trattava di lei. La curiosità esiste ed è forte e così anche il bisogno di sapere cosa ha risvegliato quel giorno. Vorrebbe poter capire di più ma al tempo stesso è intimorita dall'idea di quello che ha provato. E' in conflitto, sovrappensiero, e quasi non si rende conto di aver ormai raggiunto il bosco così immersa nei suoi pensieri. Una figura vestita sommariamente di nero con una lunga chioma celeste incollata al suo corpo e la pelle d'avorio lucida per via dell'acqua che scivola su di essa. In lontananza avrebbe anche potuto esser scambiata per un fantasma...

14:26 Taimusu:
  [Albero di Ciliegio] Lo sguardo rubino non si alza. Non ha motivo ancora di farlo. La pioggia copre il rumore dei passi di Azumi e questa non pare nemmeno essere interessata a coprirsi e il pensiero del giovane Genin va ad altro. Come ha preso la Shirasaya e il Chakra scorre finalmente sotto la sua pelle, rinvigorendo il suo fisico, rapida la manca andrebbe ad estrarre la lama, lasciando il manico nella destrosa, che verrebbe poggiato al proprio fianco. Una volta quindi finito il tutto, la manca porta la lama di fronte a se e la destrosa ora libera va a poggiarsi sopra di essa. Con calma quindi andrebbe di nuovo a chiudere gli occhi e a concentrarsi. Il rumore della pioggia crea una perfetta armonia per quel momento e difatti non vi è molto ne da fare ne da dire se non semplicemente provare. Ecco che quindi invierebbe lentamente il chakra alla mano sinistra, per poi di nuovo tentare di portarlo all'esterno e farlo passare sulla lama, avvolgendola. Una cosa abbastanza semplice se non fosse che il giovane Oboro non riesce a controllarla. < Zan no Ichi > Proferisce anche ad alta voce, mentre continuerebbe ad inviare il proprio flusso di chakra Oboro alla lama. Se tutto fosse andato per il meglio ora si dovrebbe ritrovare con una lama avvolta da un colorito d'orato e con la sagoma di una lama leggermente più lunga rispetto alla Shirasaya. Un tentativo grossolano, essendo il suo primo allenamento, ma non si può dire certo che sia alle prime armi il genin. Oh, giusto: ecco dove stava il coprifronte. Nel proferir il nome della tecnica finalmente si mostra anche la placchetta di ferro con il simbolo del villaggio dell'erba, stante al collo, tramite una fascia nera che protegge la carne chiara e biancastra del pallido collo del giovane. Chissà se andrà a buon fine la propria innata? < Shirasaya > <Chakra ON // 20/20>

14:37 Haran:
 Avanza distrattamente, quasi senza davvero vedere cos'ha attorno, chiedendosi come dovrebbe comportarsi d'ora in poi. Avrebbe dovuto ignorare Nimura e continuare a vivere come ha sempre fatto senza badare all'esistenza degli altri Goryo esistenti? O avrebbe dovuto magari approfittare della loro esistenza per cercare di ampliare la sua famiglia? In qualche modo non può negare di essere parte di loro, non può negare che nelle loro vene -a quanto dice quella strana tipa- scorra parte dello stesso sangue. Magari avrebbe potuto davvero imparare qualcosa da loro, essere più forte, più capace di proteggere la sua amata Torihi... L'idea l'alletta non poco ma al tempo stesso la spiacevole sensazione di dover nuovamente attivare quel potere la atterrisce. Un potere che, tra l'altro, non riesce neppure a comprendere e che le pare senza senso. Non si è sentita affatto più forte, solamente diversa. In trappola. Sospira stancamente fino a quando non si ritrova a notare -solo adesso- il ragazzo armato davanti a sé, la lama splendente di un alone dorato che fende l'oscurità di quel pomeriggio uggioso. I suoi passi s'arrestano mentre, a labbra schiuse, contempla il lucore brillante di quell'arma. Non dice nulla, non conosce la persona dinnanzi a sé, ma rimane come affascinata da quella luce, da quella specie di alone color dell'oro che si diffonde e riflette sulle gocce d'acqua che cadono scroscianti attorno a loro in un bellissimo spettacolo di luci ed ombre. <Wow...> mormora, semplicemente, quasi senza rendersene conto. [//OFF: in qualità di ex master mi sento in dovere di ricordarti che quando tenti di utilizzare una tecnica, ch'essa vada o meno a buon fine, nei tag a fine azione va sempre segnata la tecnica utilizzata e il costo in chakra ♥ Quindi in questo caso: Tentativo Zan no Ichi; chakra: 19/20 :3 *Fine lezioncina non richiesta*]

14:44 Taimusu:
 Un sospiro? Qualcosa ha mosso l'aria? < Uh?! > Alza di scatto la testa andando a perdere la concentrazione. Le rubine si posano su Azumi e rapida com'è apparita, la lama ritorna di un grigio triste. Posa il capo di nuovo sull'arma e schiocca la lingua con forza. < Maledizione > China il capo di lato mentre sbuffa con forza riportando su Azumi. Stava anche solo provando ad immaginarsi come effettuare l'innata e senza volerlo l'aveva attivata ma così non va bene. Deve comandarla a bacchetta. < ... > Silenzioso guarda severo con le rubine Azumi e infine ritorna a guardare la Shirasaya. < Grazie... > Asserisce in tono severo mentre ritorna a guardare la lama sbuffando con forza. Scrolla il capo più volte, leggermente confuso su quello appena avvenuto ma difatti non ha fatto granché. L'ha solo attivata e subito persa. Non può certo rimanere in uno stato di trance per tagliare una tecnica. Schiocca nuovamente la lingua scocciato mentre ritorna a guardare Azumi. Nota solo ora l'assenza di un ombrello. Permane a guardarla in difficoltà con le rubine. China il capo di lato per proferire. < Cerca un luogo protetto dalla pioggia Baka! > [Shirasaya ] [Tentativo Zan No Ichi; Chakra 19/20]

14:53 Haran:
 Non ci vuole poi molto prima che la lama torni ad essere una lama qualsiasi. Il bagliore svanisce, la luce si spegne e l'oscurità ripiomba ordinaria attorno a loro. Il ragazzo impreca a mezza voce, chinando il capo, prima di ringraziare la genin con un tono decisamente poco cordiale o amichevole. La giovane non sa se sia stizzito di suo o se abbia qualcosa in contrario con lei in particolare, ma preferisce non indagare. Attorno a loro c'è un silenzio denso e quasi concreto rotto soltanto dallo scrosciare della pioggia che cala senza fine dall'alto. Per il resto non s'avverte alcun altro suono indice che, probabilmente, loro due sono gli unici folli che hanno deciso di uscire di casa con quel tempaccio. Il vento soffia smuovendo l'aria in sferzate gelide mentre da qualche parte, in lontananza, un tuono rimbomba grave come uno scoppio od un basso ringhio. La voce del moro ritorna a rivolgersi verso di lei che, portando le iridi azzurre su di lui, inclina leggermente il capo nell'udire le sue parole. <A me la pioggia piace. Schiarisce i pensieri> si limita a rispondere lei stringendosi nelle spalle, portando poco dopo la mancina sul relativo fianco mentre la destrorsa andrebbe a ravviare la folta chioma celeste dietro il capo, scostando i ciuffi fradici dal suo viso. <Altrimenti non sarei qui fuori, ti pare?> aggiunge fissandolo dritto negli occhi per poi portare lo sguardo verso la spada dell'altro. Una spada come tante, che non pare avere nulla di particolare o 'magico' di per sé. <Cos'era quella luce di prima?> domanderebbe, dunque, facendosi ora più seria, coinvolta, la curiosità vorace a trasparire chiaramente dal suo tono pacato di voce.

15:11 Taimusu:
 Lo sguardo rubino rimane fisso sulla ragazza mentre la mancina riprende salta la stretta sulla lama. Di nuovo allora proverebbe ad eseguire nuovamente la tecnica di Clan, la sua innata. Il chakra, lentamente verrebbe inviato alla mano da tutto il suo corpo. < Forse ne ho usato poco > Asserisce, provando ad ingrandire la quantità di chakra inviato alla mano stavolta. Di nuovo quindi tenterebbe di inviare il chakra, dapprima rappresso nella mano alla lama, con calma stavolta, concentrato si ma comunque calcolando Azumi. Schiocca la lingua udendo le sue parole nuovamente, mentre si concentrerebbe per cercare di far passare il chakra sul filo della lama, così finalmente da doverla attivare si spera. Nel frattempo Azumi continuerebbe a parlare. Inarcherebbe appena un sopracciglio mentre lentamente alzerebbe il capo, evidentemente in difficoltà dato che starebbe anche cercando di concentrarsi sulla lama. < Come preferisci > Asserisce ritornando sulla lama ma l'ultima frase lo riporta di nuovo ad alzare il capo e a questa semplicemente proferisce con calma < Zan no Ichi... E' una tecnica > Asserisce per poi ritornare ad osservare la lama, concentrandosi sempre sul chakra e il suo indirizzamento < Dai dai dai... > <Shirasaya > <Tentativo Zan no Ichi; Chakra 18/20>

15:25 Haran:
 C'è qualcosa di bizzarro in quel ragazzo, nel suo atteggiamento sbrigativo e quasi rude. Una sorta di acidità trattenuta che lei non trova offensiva ma solo leggermente pungente. Le ricorda quelle persone che per evitare di aprirsi troppo agli altri tendono a tenerle distanti ricorrendo ad un atteggiamento tagliente e poco cordiale. Non sa se semplicemente questo ragazzo sia abituato ad essere così scostante o se magari ha qualcosa contro di lei in particolare, ma non può fare a meno di riflettere su quel suo strano atteggiamento. Non replica a quel suo semplice dire e poi lo sente rivelarle il nome della tecnica che ha utilizzato, mentre par cercare di concentrarsi sulla sua arma. Azumi lo osserva a sua volta, quasi come se volesse vedere il momento esatto in cui la luce si sprigiona dalla lama. Sembra che l'altro abbia qualche problema però nel ricorrere a tale jutsu visto che non riesce a tenerlo attivo a lungo e che si ritrova a sperare a mezza bocca di riuscire ad utilizzarlo, così Azumi si ritrova a muovere qualche passo verso di lui fino a mettersi dinnanzi al ragazzo, a debita distanza dalla lama onde evitare di rischiare di farsi del male per un gesto improvviso o avventato. <Non sono molto capace con le armi, ma i ninjutsu sono la mia specialità> dice lei inspirando a fondo e sistemandosi una ciocca di capelli fradici dietro l'orecchio. <Immagino che quella tecnica di cui tu parli richieda l'uso del tuo chakra, giusto?> chiede lei non essendo sicura della sua dedizione non conoscendo la tecnica in questione. <Non so bene come questo jutsu vada eseguito, ma se posso darti un consiglio, prendila con quanta più calma possibile. Maneggiare il chakra non è sempre facile come sembra, a volte bisogna concentrarsi a lungo prima di riuscire a richiamare la giusta quantità di forza o incanalarla dove vogliamo. Prova a procedere più lentamente se non riesci a stabilizzare il flusso di chakra.> consigli gratuiti e non richiesti che si ritrova a sciorinare forse inopportunamente solo per il gusto di rivedere attiva quella tecnica mai vista prima. <Quando devo utilizzare un jutsu solitamente mi concentro sui miei respiri. Inspiro fino a sentirmi i polmoni pieni e poi espiro lentamente fino a svuotarli. Non so come mai ma in qualche modo mi aiuta a rimanere concentrata. Prova a vedere se aiuta anche te>

15:53 Taimusu:
 Di nuovo la tecnica si spezza sebbene stavolta sia durata leggermente di più ma il chakra era troppo e instabile, difatti, sebbene la lama sembrasse ingrossata aveva perso l'eleganza che gli era stata mostrata dai maestri. Sbuffa con forza, notando nuovamente il chakra disperso e rialzando il capo si ritrova ad osservare con le rubine Azumi. Permane qualche secondo ad osservala finché non apre bocca. Ascolta le sue parole permanendo in silenzio e continuando ad osservarla. L'ascolta in silenzio e al fine del suo dire semplicemente prende un grosso respiro. Permane qualche secondo sfarfallando le rubine e sorridendo giulivo proferisce. < Sei una giovane madre? >

16:07 Haran:
 L'altro non dice nulla limitandosi a continuare nel suo esercizio. La lama brilla nuovamente ma la luce non va ad avvolgere la lama semplicemente, par quasi andare ad ingrossarla fino a renderla spessa e diversa da com'era in precedenza. Azumi non si azzarda a dare altri consigli: non conosce quel ragazzo e par piuttosto evidente che, a sua volta, l'altro non abbia desiderio di approfondire la conversazione considerando i suoi silenzi ed il fatto che sia palesemente lì solo per allenarsi. Si sente fuori luogo, come se non avesse uno scopo in quell'esatto posto. Aveva pensato che magari parlare con lui avrebbe potuto distrarla per un attimo dai pensieri che si stavano affollando nella sua testa, ma è evidente che non sia esattamente stata una buona idea. Così si prepara per andarsene infilando le mani nelle tasche della felpa quand'ode la voce di lui rivolgerle una domanda che la blocca sul posto, decisamente inaspettata. A labbra schiuse lo fissa in silenzio per un attimo mentre un lampo illumina tutto a giorno per una frazione di secondo prima di far ripiombare l'oscurità su di loro, un tuono a seguire distante il fulmine. Un alito di vento le scuote la chioma portandola quindi a metter su un sorrisetto amaro. <Possiamo dire così> mormora in risposta abbassando lo sguardo. Non è una madre, non nel senso più concreto del termine. Ma a volte si sente una mamma. Il legame che la lega a Torihi la fa sentire in quel modo e le impedisce di rispondere diversamente a quella domanda inattesa. <Buona fortuna con la tua tecnica> gli dice quindi rialzando lo sguardo ed inspirando, andando quindi, a questo punto, ad incamminarsi così da superarlo e andare oltre, diretta verso il Villaggio, verso casa, dove avrebbe continuato a rimuginare e dove forse un bel bagno caldo l'avrebbe aiutata a trovare una risposta ai suoi dubbi. [END]

16:21 Taimusu:
 Silenzioso osserva la lama come per l'ennesima volta sia fredda e priva di vita. Non si sente in grado di fare molto quel dì evidentemente, mentre un sospiro va a colpirlo direttamente sulle spalle, portandolo sbuffare. Si rialza con calma, usando la lama come appoggio. Imperdonabile per un Oboro ma evidentemente non vi è voglia quel dì. < Non l'accetto come tecnica > Asserisce serio al saluto di ella. Si volta quindi dandole le spalle e poggiando la testa contro il legno dell'albero. La manca detiene ancora la Shirasaya tra le mani, mentre la destrosa ha afferrato il fodero. Ripone l'arma, infilando la lama nel fodero, nello spazio esiguo tra stomaco e albero. Silenzioso quindi posa le rubine sul tronco studiandolo attentamente. < Io un Oboro... > Sboffonchia appena, mentre una smorfia gli nasce in viso. Con calma poggia la shirasaya a terra, lasciando il manico nella destrosa e quindi voltandosi con un giro con perno la gamba manca, decide di riprendere il proprio camminare sotto la pioggia. < Oboro... > Ripete ancora quella parole, stavolta con lo sguardo pieno di ribrezzo. Solo la pioggia vede e non lava via un bel niente. Proprio un bel niente. // END

Nesumo cerca di allenare l'innata Oboro.