Papà

Quest

Giocata di Clan

0
0

Anche in Kusagakure splende il sole, un sole che riesce a rendere queste giornate invernali meno orride e brutte ma ciò non toglie che il freddo persiste sempre e comunque. Non ci si riesce a muovere per il troppo freddo e se non ci si copre bene, si rischia addirittura di diventare una piccola statuina di ghiaccio e andare completamente a morire. La nostra Tirihi, da oggi chiamata Torino perchè il master è pigro, avrà un'avventura strana, bella, dolorosa ma comunque rivelatrice. Tutto ciò che potrebbe turbare la ragazza accadrà proprio quest'oggi e come lo so? Io vedo passato, presente e futuro e il futuro della nostra giovane Uchiha, è già scritto. Odia gli Uchiha e quale miglior modo per convocarla se non usare questa scusa? Una lettera è pervenuta a casa sua, una piccolissima lettera con inciso il simbolo di Kusa e del primo Hasukage che reca le seguenti parole "Ciao Torihi, sono Yukio Kokketsu, primo Hasukage di Kusagakure. Ho conosciuto la tua storia e so bene cosa si prova a vivere distaccati dalla propria famiglia, a provare un odio talmente cieco verso qualcuno da arrivare a desiderare la sua stessa morte. Non mi dilungherò molto ma sappi soltanto che ho trovato la persona che ti ha strappata alla felicità privandoti di ogni cosa. Quella persona si trova alla porta est delle mura del villaggio, la lo troverai in mia compagnia" un messaggio piuttosto chiaro ma c'è qualcosa che non va ma cosa? Lo scopriremo più avanti perchè adesso è la ragazza che deve decidere cosa fare, come muoversi. Tutto è nelle sue mani. [CLAN]

17:26 Torihi:
  [->Mura] Una pergamena giunta in quella che ormai è la sua casa da quasi metà della sua vita l'ha spinta a rivestirsi e uscire di casa. Si era già calata nella parte della perfetta eremita infilandosi un pigiamone tutto peloso e a forma di draghetto quando le parole vergate su quella carta l'hanno convinta. In un istante si è rimessa gli abiti più tipici per lei. Una lunghissima felpa rossa decisamente strappata a qualcuno di ben più grosso di lei va a coprirle tutto il busto e la canotta nera aderente che le fa ormai da seconda pelle. Passa la testolina attraverso il verco apposito finendo per scompigliarsi definitivamente quella che qualche ora fa era una coda alta di cavallo. Sulle gambe un paio di elastici pantaloni neri della tuta, abbastanza aderenti le fasciano quel fisico su cui si sta impegnando tanto, quei due muscoletti messi in croce di una ragazzina ancora inv ia di sviluppo, di quella che per l'età dovrebbe essere poco più che una bambina ma a cui la vita ha smesso di sorridere troppo anni fa portandola a crescere velocemente. Si toglie l'elastico liberando i lunghissimi capelli versi, scuote appena il capo lasciando che le onde si infrangano su loro stesse e finiscano per scompigliarsi maggiormente, si passa la destra proprio sopra alla fronte, quasi a voler districare i ciuffi più vicini agli occhi. Ma sì concentriamoci proprio sulla sua stranezza più grossa, un'iride è semplicemente verde come i lunghissimi capelli mentre l'altra è di un bel rosso cremisi, il sangue che ha visto versarsi da piccola il sangue che la perseguita ancora nei suoi non troppo sporadici incubi, il sangue di Oto. Nel cuore porta ancora quel villaggio massacrato dalla guerra civile, quelle mura che ricorda distrutte a causa di un grosso cane a tre teste, ricorda le mantelle dell'Akatsuki ma sopratutto ricorda lo sharingan, quegli occhi dello stesso colore del suo che tanto detesta. Si sofferma un solo istante sullo specchio alla porta della stanza, lo fissa pensierosa e scrolla il capo, le parole di Yukio l'hanno fatta imbestialire in pochissimo tempo, sul suo volto il muso di una bambina capricciosa, una rabbia che pare essere quasi divertente, ridicola perchè innocua ma che nel suo caso è pura furia assassina. Un giorno sarà abbastanza forte per vendicarsi di quel clan, per tornare a casa, una casa vere, la casa in cui è nata e da sua madre. Un giorno potrà farlo e forse sarà proprio oggi. Con questa nuova speranza la mano destra corre verso la katana poggiata accanto alla porta per poi legarla sotto alla felpa al sui fianco. Raccoglie anche una sciarpona lunga in lana nera che si attorciglia intorno al caldo così da coprirsi persino labbra e mento. Corre quindi fuori diretta all'appuramento. Non è tanto istante dal punto che le è stato indicato di raggiungere, abita lì vicino infondo, lontano dalla vera vita e dalla Kusa migliore, in un luogo poco adatto ad una ragazzina ed ancor meno ad una bambina ma che in qualche modo l'ha sempre tenuta al sicuro e a quale si è adattata. Cammina veloce mentre gli occhi di due colori differenti si muovono alla ricerca della figura del Kokketsu, l'ha visto negli eventi pubblici più importati, quando pubblicamente si schierò contro il consiglio ad esempio, dovrebbe poterlo riconoscere [equip: Kanaboshi Kuro]

Il pesce ha abboccato all'amo, niente di strano però ha abboccato a quella lettera e così la ragazza si veste e si dirige al portone est delle mura del villaggio dove spera di incontrare la figura del Kage e non solo, anche quella di colui che l'ha portata via da sua madre ma niente andrà come lei sperava. Il posto è vuoto, letteralmente sgombro da tutto quanto, non c'è nessuno, non c'è un'anima in vista e il silenzio regna sovrano insieme al freddo dell'inverno. La desolazione vige in quel preciso punto del villaggio e non è strano Torihi? Non è strano che non ci sia davvero nessuno? Eppure lei sente una presenza, sente qualcuno che nelle vicinanze che la osserva, che veglia su di lei come un avvoltoio pronto a saltarle addosso. Sente una presenza triste e allo stesso tempo inerme, non ci sono istinti negativi ma solo tanta e tanta tristezza e dall'oscurità di un vicolo tra due palazzi, una figura avanza. Capelli neri e leggermente lungi, un paio di ciocche scendono lungo il viso fermandosi alla fine del collo. Una camicia senza maniche con sopra un gilet di pelle anch'esso senza maniche, il braccio sinistro presenta due X, una sulla spalla e una sotto. Il braccio destro porta un guanto nero, lungo che arriva fino a metà del bicipite. A coprire le gambe vi sono un paio di jeans neri con una doppia cintura e, ai piedi, un paio di scarpe nere. Infine abbiamo gli occhi, rossi come il sangue, pupille nere e tre tomoe intorno ad esse, lo sharingan, il simbolo di ogni Uchiha <Mi dispiace averti attirata con una falsa lettera ma dovevo incontrarti figlia mia> diretto, senza mezzi termini, lo dice, tanto cosa ha da perdere? [CLAN][PV: https://orig00.deviantart.net/0f97/f/2015/327/1/5/uragiri___luka_crosszeria_by_0evee0-d9hr280.jpg]

17:54 Torihi:
  [->Mura] Cammina senza prestare troppa attenzione ai dettagli, un errore da cui imparerà probabilmente, è solo una genin inesperta non è ancora così brava ed esperta da comprendere quanto sia importante l'ambiente circostante, per quanto si diverta nell'arte dei genjustu e in quei casi presti molta attenzione, insomma è una combattente immatura e per questo forse cade in trappola ma non perde troppo tempo a riflettere quando si trova davanti quella figura. Impossibile per lei non riconoscerla, quell'uomo l'ha perseguitata per anni nei suoi incubi,mille domande quelle che vorrebbe , mille gli insulti che nel tempo gli ha urlato a squarciagola fino a svegliarsi urlante nella sua stanza. Il chakra, sa di doverlo richiamare eppure sa che rischierebbe di frasi sfuggire quell'occasione, no non riesce a riflettere con freddezza e così la mano destra si porta sull'impugnatura della katana che velocemente andrebbe ad estrarre. Non sta ad ascoltare le sue parole, non sta ad insultarlo, non si esprime solo apre le labbra liberando quello che suona come un rantolo di dolore, un urlo pieno di sofferenza e odio. Anni di tristezza repressa, gli anni un cui una bambina ha bisogno della madre accanto, anni in cui ha dovuto imparare da sola o affidandosi a sconosciuto, strappata troppo presto dalle braccia affettuose della sua nutrice. No lei ringhia, urla piena d'odio e rabbia mentre tenterebbe di portare quello che dovrebbe apparire come un tanto deciso quando tremolante affondo verso il suo petto. La spada inclinata verso l'altro, il busco flesso in avanti in quel, patetico, tentativo di colpirlo e di correre, troppo lenta forse senza l'ausilio del suo chakra eppure mossa solo da paura e rabbia, perchè non ha idea del motivo che l'abbia spinto a riapparire, la prima e unica volta che l'ha visto nn è finita proprio bene. Gli occhi sono sbarrati, chiaro segno della sua paura e la destra talmente stretta intorno all'elsa a fiori da diventare quasi cadaverica, arrossarsi sulel nocche e spegnersi nel reto delle dita, la testa è bassa sia per mantenere un basso baricentro sia perchè carica mossa solo dai sentimenti senza una volntà o un piano, senza logica o lucidità semplicemente preda di sé stessa e del suo passato. Lei ci prova e si avventerebbe quindi su di lui [agilità:10][forza:12]

Il toro da corrida perde le staffe ancora prima che qualcosa possa essere detto e attacca la figura dell'Uchiha sguainando la sua katana, corre incontro ad esso con una velocità veramente infima e poco consona a una con il suo grado. L'uomo la vede muoversi verso di se, gli occhi tristi, pregni di un dolore mai visto prima, il classico dolore che ogni Uchiha prova eppure non si muove di un millimetro, non muove un singolo passo e quella katana finisce per colpirlo in pieno petto. Fortuna vuole che la forza della ragazza non si abbastanza da poter fare concretamente qualcosa e la resistenza dell'uomo è troppo alta. Infatti, la punta si conficca nel petto dell'uomo entrando di poco, il sangue esce dal suo corpo, l'uomo tossisce per il dolore, strizza gli occhi ma ancora non si muove andando a guardarla negli occhi <Senza il tuo chakra non avrai mai la forza necessaria per uccidermi o per farmi qualunque cosa> un piccolo sorriso si forma sul suo volto eppure lascia quella katana incastrata nel suo petto, non osa toglierla, anche perchè il dissanguamento non rientra tra le sue priorità assolute <Richiamalo e forse avrai una possibilità, me lo merito dopo tutto> sta giocando al suo gioco, sta giocando a quel gioco che la ragazza si è creata da sola ma perchè lo sta facendo? Non si sa ma il sangue comincia a colare anche fuori dalla sua bocca, una piccola linea di sangue cola lungo il lato sinistro delle labbra, segno che, comunque, quel colpo lo ha sentito e non è passato inosservato. [CLAN]

18:23 Torihi:
  [->Mura] Lui sta fermo a ricevere quel colpo e le sembra quasi di venir derisa, presa in giro anche dallo stesso destino, non era ancora il momento per lei di incontrarlo, non era ancora pronta non è abbastanza forte abbastanza veloce, abbastanza preparata. Eccola quindi portare l'elsa della Katana sotto al sua ascella mentre o fissa, le mani sono così libere di effettuare il sigillo della capra davanti al suo petto. Tiene gli occhi aperti e non come suo solito, davanti a lei l'obiettivo di una vita che le parla, osa persino esprimerle dolore, davanti a lei mostra un simile coraggio! Lui che è l'ha strappata da casa. Si impunta mentre sfrutta anche la sua rabbia per concentrarsi, per trovare la forza così da andare a concentrare le energie fisiche nel basso ventre, una sfera che immagina di colore rosso quella che vedrebbe roteare nella proiezione di sé stessa che ha nella mente. Al contempo andrebbe ad immaginare e radunare leforse psichiche proprio nella sua mente, dietro alla fronte. Andrebbe a nutrire entrambe quelle sfere fi energia roteanti nel suo corpo, potenziandole ed accrescendole finché le è possibile, solo quel punto senza mai sciogliere il sigillo andrebbe a muovere i due vortici. Se fosse quindi riuscita cercherebbe di farli convergere all'altezza dalla bocca dello stomaco <sì> mormora in quello che pare più che altro un ringhio rabbioso, un animale ferito che ancora tenta il tutto per tutto pur di difendersi. Reggendo la Katana per l'impugnatura sotto all'ascella destra oltre ad aver prestato attenzione nella composizione del sigillo e a causa della loro distanza c'è da notare che se solo facesse un altro passo la punta si conficcherebbe nuovamente nell'Uchiha. Ad ogni modo con gli occhi di due differenti colori che fissano il suo nemico con insistenza lei andrebbe a controllare la velocità di reazione delle due energie così da poterle fondere e formarne una sola. Se fosse riuscita quindi andrebbe a sciogliere il sigillo <te lo meriti perchè fai schifo> eh la schiettezza pare averla presa dal padre, certo se solo l'avesse ascoltato prima di attaccarlo [tentativo richiamo del chakra]

Il chakra viene richiamato correttamente dalla ragazza ma poi arriva quell'insulto, un'offesa arrecata per via della non conoscenza della ragazza <Faccio schifo> ripete abbassando il capo, portandolo verso il basso e un sorriso va a crearsi sul volto dell'uomo ma poi lo rialza puntando gli occhi verso quelli della ragazza, li fissa intensamente <Allora, lascia che ti racconti una storia> e improvvisamente il mondo intorno alla ragazza cambia improvvisamente. Ella non si trova più a Kusa, no, non è più nel paese dell'erba ma si ritrova nel paese del suono, a Otogakure quando ancora non c'erano guerra, non c'erano combattimenti. Il villaggio è in pace ed ella si trova nel centro del villaggio dove la gente cammina tranquilla, spensierata e tra tutti spiccano due figure piuttosto inconsuete. La figura dell'uomo in compagnia di una donna dai capelli lunghi e verdi, occhi dorati, fisico snello ma non magrissimo, seno ben messo ma non troppo esagerato, una donna bellissima sotto tutti gli aspetti e i due si tengono per mano, camminano insieme sorridendo e Torihi può riconoscere la donna come sua madre e la vede felice, molto felice. Nessuno parla ma soltanto immagini vengono mostrate alla ragazze, immagini di vita. Il tutto si sposta in un ristorante dove i due stanno cenando al lume di candela, si guardano negli occhi e solo due frasi vengono dette, due frasi uguali da entrambe le parti <Ti amo> il loro amore che viene scambiato, un'amore che viene ammesso da entrambi. Si sposta ancora e tutto si porta in una chiesa, lei in abito da sposa e lui in smoking mentre pronunciano quel fatidico si e poi ancora, il rientro a casa con lui che porta in braccio lei. La scena successiva in ospedale, la donna che partorisce una bellissima bambina con un ciuffo verde e sul viso dell'uomo vi è tanta felicità ma anche molta preoccupazione ed è proprio su questa che ci si sofferma e la voce originale comincia a parlare <Gli Uchiha hanno un sistema di clonaggio avanzato e molto ferreo, non avrebbero accettato qualcuno nato da un parto naturale perchè non potevano controllarlo>. La scena si sposta con i due genitori che parlano con Kankri, parlano in modo animato <Aiutaci, il clan non mi da retta, aiutaci a fare in modo che l'accettino, ti prego> la scena svanisce e si arriva finalmente alla guerra civile di Oto. Una guerra che ha devastato qualunque cosa, ha distrutto tutto quanto e la coppia viene mostrata nuovamente <Torihi non è al sicuro qui, devo portarla via, lei è deve vivere. Tornerò per riprenderti, te lo prometto amore mio> un bacio viene dato dai due e poi la scena del rapimento, Torihi viene portata via da Oto fino a Kusa, un posto tranquillo, neutrale, dove nessun l'avrebbe toccata e li viene data in adozione a due vecchietti, due persone che non potevano avere un figlio, ha chiesto loro di badare alla bambina <Un giorno tornerò da te, figlia mia> una carezza viene data e l'illusione finisce. La genin torna nel mondo reale, torna a Kusa e come reagirà adesso? Come avrebbe reagito a una cosa del genere?. [CLAN]

Donna https://wallpaperscraft.com/image/anime_girl_green_forest_shirt_11495_1680x1050.jpg

19:08 Torihi:
  [->Mura] Viene catapultata in un altro luogo, un osto che tocca le sue corde più profonde, un luogo in cui ha riso ed è cresciuta in parte, un posto dov'è caduta e si è rialzata con qualche ferita, dove è andata a piangere da sua madre che l'ha curata con un semplice bacio, per farle la bua. Un luogo che pian piano sta abbandonando i suoi ricordi per quanto riguarda la sua bellezza, quando ancora regnava la pace, era troppo piccola per poter conservare ancora a lungo le immagini di Oto, di casa sua. Non prova ad uscire dal genjustu, seppur dovrebbe comunque riconoscerlo come tale, dentro è alla ricerca di risposte e sopratutto viene attratta dalla figura di sua madre verso la quale andrebbe a protendere una mano, una lacrima che scende dal suo occhio verde. S morde le labbra <MAMMA> urla, le gambe che vogliono muoversi per raggiungerla, si tende verso di lei, vorrebbe urlarle di scappare, allontanarsi da quell'uomo ma è già scomparsa lasciando lei con un pugno di mosce in mano. E poi ecco che la scena continua, le viene mostrato un passato troppo remoto perchè potesse conoscerlo. Vacilla alla vista della donna, piange inizia a versare le sue lacrime rivelando tutta la sua parte ancora da bambina, il suo essere ancora infantile sotto molti punti di vista, semplicemente le manca la mamma. Le è dannatamente mancata tutti i giorni della sua vita e ora non riesce a fingersi indifferente. Piange lei senza nascondere le lacrime, singhiozza e tira su con il naso continuando a mormorare il nome della donna. Osserva tutto e poi la guerra, un piede che la porta ad arretrare quasi spaventata, ricordi fin troppo confusi e vividi di quel momento nella sua mente, un pezzo di vita che la perseguita ogni giorno, flash brevi ma spaventosi e che la rendono inerme. Smette di singhiozzare solo perché spaventata eppure continua ad ascoltare, una piccola parte del suo essere combatte per mantenere la lucidità con quelle lacrime infantili che le scorrono lungo il viso, sconvolta dal semplice rivedere la sua famiglia, la persona a cui tiene di più in assoluto e che non ha mai smesso di sperare di rivedere. Insomma i sentimenti che la innondano minacciandola di farla affogare e lei lotta, con le unghie e con i denti per restare a galla e capire. L'illusione quindi termina dopo averle mostrato quella che pare essere un pezzo di storia <NO> urla con tutte le sue forze. Un urlo rotto dal pianto che riprende <NO> aggiunge ancora successivamente, mentre la mano destra torna a stringersi sull'elsa della Katana, seppur la punta sinora diretta verso il terreno, addirittura poggiata, senza forze, incapace di puntarla contro il suo rapitore <mamma> mormora con un filo di voce, come se fosse stanca ormai, prima di ritrovare forza, continuando però a singhiozzare e rendendo quindi difficile scandire le parole <non è vero, mi stai mentendo so come funzionano le illusioni! IO NON TI CREDO UCHIHA!> il disprezzo con cui nomina quel clan spiega forse da solo perchè si opponga a quella visione con tanta forza <IO VI ODIO> urla sbattendo i piedi a terra con forza, sempre più infantile quasi non fosse mai riuscita a superare quel trauma rimanendo così ancorata ai suoi 10 anni <mio papà non può essere uno di voi> prende le distanze anche fisicamente arretrando lentamente, spaventata, arrabbiata e triste. [chk:on]

Una reazione comprensibile quella della ragazza, molto comprensibile. Odia gli Uchiha, odia quel clan con tutta se stessa e sapere che è una di loro la fa arrabbiare, la intristisce, la rende una ragazza fragile e con poca voglia di vivere ma allo stesso tempo riesce a portare alla luce la bambina che è al suo interno, una bambina che è rimasta sepolta per tanto tempo, forse troppo e ora ha bisogno di rivedere la luce. Negazioni su negazioni ma l'uomo sa e vede come il suo chakra comincia a muoversi e ad entrare in fermento, lo vede agitarsi per tutto quello che è stato rivelato. Questo può significare una sola cosa, lei è pronta, pronta per scoprire veramente la verità su di lei e sul suo passato <Se ti sto mentendo allora come mai i tuoi occhi bruciano? Ora provi dolore, tanto, tantissimo dolore e i tuoi occhi cominciano a reagire in modo strano, non è vero? Senti un bruciore mai provato prima, li senti scoppiare da un momento all'altro e non sono lacrime> lo sa che sta provando tutto questo in quel momento, lo sa perchè lo ha provato lui stesso a sua volta da giovane, un grande dolore è riuscito a scatenare il suo sharingan <Concentra quel dolore nei tuoi occhi, mischialo al tuo chakra. Se non credi a me, credi a loro, solo loro possono dirti la verità> solo i suoi occhi possono rivelare il vero e allontanare il falso. Cosa vuole? Vuole che sfrutti tutte quelle emozioni, tutta quella rabbia, quella tristezza, quel dolore per richiamare lo sharingan, usare ogni singola parte delle emozioni per risvegliare il potere sopito al suo interno. Questo è l'unico modo per scoprire la verità e per arrivare alla verità ma ci riuscirà? Nel frattempo il sangue dal petto dell'uomo continua a uscire, esce anche dalla sua bocca e la tosse arriva inevitabilmente, tossisce sputando sangue. Forse il colpo di katana si è rivelato più efficace del previsto. [CLAN]

19:31 Torihi:
  [->Mura] Mentre piange sente come se le lacrime brucassero per uscire, la incendiassero, le parole dell'uomo sono veritiere, lei sta soffrendo e vorrebbe solo strapparsi gli occhi. Rinfodera al sua Katana tornando a coprirne l'impugnatura con la felpa. A questo punto si porta i palmi delle mani davanti alle palpebre che vanno a calare, si preme il volto quasi per sopprimere così il dolore <no> esclama convinta <non è vero> vuole solo negare ciò che lui dice, vuole solo dimostrare di non aver nulla a che fare con lui, non è disposta a giustificare quell'allontanamento dalla casa materna. E così spinta dalla conseguente frase obbedisce, se riuscisse a dimostrare che l'uomo a torto allora potrebbe tornare ad odiarli senza troppi problemi, insomma basta provarci con tutte le proprie forze e poi fallire no^ Così mentre le dita si stringono appena sulle palpebre premendo con un po' di forza per evitare che scoppino, per evitare che ogni lacrima le bruci la pelle si limita a spostare il flusso di chakra verso i suoi occhi. Rabbia ma sopratutto la paura di aver torto, la paura di dimostrare che fin ora ha odiato un uomo senza un vero motivo sono forti in lei, da una parte c'è il fortissimo desiderio di fallire ma dall'altra si impegna con tutta sé stessa. Vuole conoscere la verità per quanto male potrebbe farla perchè tanto più di così di certo non potrebbe andarle peggio, o almeno ne è innocentemente convinta. Cerca quindi di spostare il flusso del chakra, farlo confluire dietro agli occhi andando poi a ricoprirle le iridi e penetrare nella pupilla, andrebbe così a circondare e ricoprire ogni cellula del suo apparato visibile, tenterebbe di segyire il flusso delle sue lacrime per poter aggirare meglio gli occhi e non limitarsi alla parte all'interno della sua testa, segue le sue lacrime, il condotto usandolo come canale di scolo, come strada preferenziale, se vogliamo un'autostrada per il suo chakra che andrebbe in questo modo a concentrarsi negli occhi riempendoli in ogni loro minima cellula, in ogni particella che li compone <tu menti> continua con un filo di voce mentre dentro di lei un potente urlo si scatena, rabbia voglia di dimostrare a sé stessa e a lui di non essere un'Uchiha, voglia di stare finalmente meglio. Non si arrende e continua a combattere sospinta da quei sentimento, convinta proprio da loro a lottare, seguendone la fortissima spinta. Ha bisogno di dimostrare qualcosa al mondo, al piccolo mondo che comprende solo lei e il suo dolore[chk:on][tentativo richiamo sharingan]

Tira un D50

Torihi tira un D50 e fa 12

Nonostante tutte le sue negazioni, non riesce a impedire al destino di mostrarsi. I suoi occhi bruciano come non mai e in pochissimo tempo divengono rossi, le pupille permangono nere e su ogni occhio vi si forma una piccola tomoe, una goccia nera, simbolo che è riuscita ad attivare il potere nascosto degli Uchiha, lo sharingan si manifesta in lei e adesso tutto quanto cambia, ogni cosa diviene diversa. Riesce a vedere il chakra scorrere nel corpo dell'uomo, un chakra debole che va pian piano ad affievolirsi per la debolezza dell'Uchiha. Il mondo assume tonalità che vanno dal rosso al nero e lo vede con fare rallentato. Questa è la prova definitiva, lei è un Uchiha, fa parte di quel clan che tanto odia e l'uomo che ha davanti, l'uomo che l'ha rapita in gioventù non è altro che suo padre, membro del clan Uchiha a sua volta <Mi dispiace averti lasciata> un mezzo sorriso si forma sul suo volto. Diventa pallido, tossisce sputando ancora sangue fino a cader in avanti sbattendo il busto contro il suolo, il capo girato verso destra, la striscia di sangue che cola dalle labbra, le palpebre abbassate. Il colpo di Katana si è mostrato veramente potente, veramente efficace eppure, se la ragazza si avvicinasse, noterebbe come respira ancora, dal naso esce ancora dell'aria e questo vuol dire che non è ancora morto. Un grande dilemma adesso sorge, credere alle sue parole, accettare tutto questo e salvargli la vita provando a portarlo in ospedale oppure rifiutare tutto quanto e lasciarlo li a morire per averla portata via da sua madre? Non è una decisione facile ma in entrambi i casi lei ha risvegliato un'abilità sopita ma magari è di nuovo un'illusione? Magari anche questa è una menzogna eppure, anche provando a uscirne, non vi riuscirà, non otterrà alcun risultato in quanto non sentirà nessuna forza che le opprime la mente. [END][Fare end]

20:03 Torihi:
  [->Ospedale] Aveva torto e tutto il mondo le crolla addosso nell'esatto momento in cui la tomoe spunta nei suoi occhi, in cui quel potere sopito si risveglia in lei. Come se non bastasse quello che a quanto pare adesso potrebbe anche essere suo padre si scusa o meglio si mostra dispiaciuto, tira su con il naso lei fissandolo con l'innata attiva, odia con tutta sé stessa il potere, il clan ma forse non l'uomo davanti a lei, non riesce a capirne i gesti ma non crede sia giusto odiare un proprio familiare. Lo fissa perplessa mentre cade. Il colpo di katana ha funzionato, seppur senza chakra ma ora si ritrova con un quasi cadavere, flette le ginocchia per toccarlo, per cercare di capire le sue condizioni di salute. Non le resta che portarlo in ospedale, non è un'assassina, ancora, e di certo non inizierà ora, lei si distaccherà da tutto ciò che il suo sangue sembra suggerirle, non vuole essere una di loro e non smetterà mai di opporsi ma non è il momento, non più almeno. Cerca quindi di caricarsi sulle spalle l'uomo, si infila sotto al suo busto, porta le braccia dell'uomo intorno al suo collo per poi camminare verso l'ospedale trascinandosi letteralmente l'uomo sule spalle <resisti> ormora appena <o non potrò mai perdonarti per niente> esista, fa silenzio e si morde le labbra mentre flesse le ginocchia, caricandole ad ogni passo, dando del suo meglio per riuscire a salvargli la vita <padre> aggiunge poco dopo. Ha tante cose da chiedere, tanto da scoprire e non può permettersi di perderlo ora, specie per mano sua. Proverebbe quindi a raggiungere l'ospedale, non le importa il dopo, il fatto che sia stata proprio lei a trafiggerlo, ora non conta pensa solo al momento, le lacrime ancora segnano il suo viso insieme al sudore ora mentre il sangue sporca la sua felpa chiara, la impregna lasciandole una macchia sulla schiena, una sensazione di umido che la raggiunge ma che viene ignorata per ora. Sarà anche una ninja alle prime armi ma il sangue sul suo corpo non è la prima volta, la guerra è guerra anche se hai appena dieci anni [end]

Torihi scopre di appartenere al clan Uchiha ma come? Scopritelo

Note: Niente da dire
Tiro dado 12/50
Voto master 50/50
Totale 62/100