La cacciatrice e la bambina

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16:54 Kouki:
  [Colline] La bambina questo pomeriggio indossa un kimono corto dalle lunghe e larghe, morbide maniche. Il tessuto è caldo, per proteggerla dal freddo, e di un colore ocra tendente al dorato, ma niente di vistoso. Esso è ornato da dei motivi floreali bianchi e rossi, mentre alla vita è chiuso e stretto da una fascia di un colore rosso, sulla quale vi è la placca in metallo del copri fronte di Kusa, con relativo simbolo del villaggio ovviamente, che la identifica come kunoichi dell’Erba. Al di sotto, le piccole ed esili gambe sono avvolte da un paio di pantaloni neri che le arrivano fino a poco sotto le ginocchia, attillati ma elasticizzati, così da non impedirle i movimenti. Gli stinchi sono invece fasciati dalle sue solite bende bianche, presenti ad avvolgere l’intero suo corpo come una mummia, ma visibili solo dove i vestiti non coprono… quindi stinchi, collo e parte del petto visibile per via della scollatura del kimono. Tali bende nascondono le cicatrici e le bruciature che deturpano ogni centimetro della sua pelle, risparmiando solo il viso. Scarpe ninja nere ai piedi ed indossa tutto il suo equipaggiamento e le sue armi, il porta kunai e shuriken, quindi, alla coscia destra, e il porta oggetti in vita, dietro alla schiena. Viso pallido ed infantile, occhi gialli e magnetici, mentre i capelli neri e lisci sono tenuti sciolti, lunghi fino ad oltre il sedere e alcune ciocche le ricadono in avanti sulle spalle. È una bella giornata per fortuna, non piove e non vi è nessun temporale come il giorno precedente, quindi la giovane Chunin se ne può andare in giro senza l’ingombro dell’ombrello. Sta iniziando a vivere come entità separata da Kouki e Mirako, si è data un nome e ha vissuto una serata come se fosse lei e non facendo finta di essere la Yakushi. Si sta conoscendo, auto determinando, e sta cercando di scovare cosa le piace e cosa no. Ovviamente non dimentica la piccola addormentata dentro di sé, ma si ritaglia qualche momento solo suo, e questo sembrerebbe essere uno di quei momenti. Cammina per le colline dopo essere uscita di casa per prendersi una boccata d’aria, sotto il braccio destro porta un libro e sembra intenzionata a cercare un posto, forse sotto ad un albero, dove poter mettersi a sedere e leggere. Viso sereno, delicato, un sorriso sempre presente su quelle labbra pallide. <Dunque, dunque… un posto.> mormora tra sé e sé, muovendo lo sguardo giallo verso gli alberi, come se stesse ricercando chissà quale posto pregiato, ma alla fine un albero vale l’altro, no? A quanto pare non sembra o si sarebbe fermata al primo visto. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

17:11 Sayuri:
  [Colline/albero] Di cose ne sono successe tante in questo ultimo periodo. Ha conosciuto poca gente da quando si è trasferita a Kusa ma, piuttosto che continuare a vivere in mezzo alla moltitudine di capre ignoranti che affollano il villaggio, ha pensato bene di accettare la proposta di Raido Oboro e andare a vivere da lui. Per ora dovrebbe organizzare per bene le sue cose, quelle poche cose che ha, compresi i libri dell’accademia ninja, quelli per bambini, che sta usando per studiare in questo ultimo periodo. Non sa né leggere né scrivere e, anche se apprende facilmente certe nozioni, ha delle evidenti difficoltà a capire quello che dice il libro di oggi. Il volto, facile da leggere come un libro aperto in momenti come questi, viene tenuto saldamente fra le mani, peccato che sia al contrario, mentre sulle gambe è appoggiato il quaderno su cui le piacerebbe prendere appunti, se solo le fosse possibile riuscire a leggere quello che c’è scritto sopra. Imparare una lingua non è semplice, se poi si prova a studiare con il libro sotto sopra, beh, siamo messi decisamente molto male. Il cielo è limpido, il sole è alto nel cielo e all’ombra di un gran bell’albero quasi le viene sonno, sicuramente non le torna la voglia di studiare. Gambe incrociate, coperte dai libri, uno zainetto accanto all’albero e espressione crucciata, sono questi gli elementi che caratterizzano la Goryo, insieme al vestiario da barbona. Un paio di jeans, in buono stato, anche se scoloriti in alcuni punti, un poncho molto vecchio, rovinato ma elegante, in lana di colore grigio e una maglia, del medesimo materiale, bianca. Scarpe da ginnastica e nulla di più. Non ha ancora abbastanza soldi per potersi permettere un equipaggiamento, quindi per ora gira con quello che ha, l’arma più potente del mondo: la cultura…che le manca. Lascia cadere il libro, con estremo disprezzo. Occhi grigi che esprimono il proprio odio verso l’oggetto in questione, prima di iniziare a guizzare a destra e a sinistra, cercando la fonte di quel rumore inaspettato che sembra attrarre la sua attenzione. La voce di una bambina, in un luogo simile? Non sa nulla della situazione familiare dell’Oboro, motivo per cui di certo non si aspettava la voce di una bambina nei dintorni, ma la cosa non sembra dispiacerle minimamente. La cerca, con lo sguardo, e, qualora dovesse vederla, cercherebbe di alzare una mano in sua direzione, invitandola a raggiungerla. [ch off]

17:25 Kouki:
  [Colline] Difficile capire che genere di libro tenga sotto al braccio destro, dato che la copertina è coperta dal proprio corpo, tuttavia non vede l’ora di sedersi ed immergersi in quella lettura. Cammina, senza sosta, il passo tranquillo ma che tradisce una certa impazienza, il viso solare e felice. Si sente bene al momento, nonostante tutto quello che le ronza intorno, ha saputo trovare un equilibrio adatto a lei. Potrebbe vivere per sempre in quel corpo, essere libera, normale, ma non è come Mirako, lei non farebbe questo a Kouki, la legittima proprietaria di quel minuscolo e gracile corpo. I capelli ondeggiando ad ogni suo passo, ordinati e morbidi, decisamente baldanzosa al momento, ben decisa a godersi quel pomeriggio. Tuttavia qualcosa, o meglio qualcuno, attira la sua attenzione, ovvero una ragazza. Il passo viene fermato non appena i propri occhi incrociano quella figura seduta sotto ad un albero. I capelli albini, vestiti semplici, uno zainetto, quaderno e un libro gettato al suo fianco. Immobile, rivolta verso la sconosciuta, ma lei non risulta essere paranoica e non percepisce pericolo da quella ragazza che la invita ad avvicinarsi. Almeno per il momento. Inoltre lei è una personalità decisamente più socievole, che è in grado di andare bere un thè insieme ad un ragazzo appena conosciuto, quindi perché mai non dovrebbe accettare un invito simile? Infatti tempo due secondi, ed ecco che la piccola si avvierebbe a piccoli e svelti passi verso la ragazza, verso quell’albero. Volto sereno, quasi spensierato, eppure con lo sguardo analizza con cura quella figura, ricercando innanzitutto il copri fronte, anche se è consapevole che potrebbe semplicemente non portarlo alla vista. Ma non nota armi, né equipaggiamento, ma non per questo abbassa la guarda o sottovaluta la situazione. Sorride e si fermerebbe poco distante da lei, rimanendo in piedi. <Buongiorno.> saluta con un tono di voce infantile e dolce, ben udibile alla ragazza nonostante sia più un sussurro, un sibilo. Nulla di ostile, sembra invece quasi felice di aver incontrato qualcuno… magari è solo l’euforia di poter vivere una propria vita. Cercherebbe di adocchiare il libro buttato a terra, per scorgerne il titolo e capire cosa ella stia facendo. <Stavo cercando anche io un posto adatto per leggere.> afferma infine, accennando con un movimento al libro che porta sotto braccio, prendendolo fra le mani, ma senza rivolgere la copertina verso la sconosciuta. <Anche se fa freschino, ma si sta bene all’aria aperta.> inizia così una conversazione, senza problemi, senza paura, qualcosa che Kouki non avrebbe mai fatto probabilmente. <Come ti chiami? Come mai sei venuta fino a qui per leggere?> conclude quella sfilza di domande curiose, mantenendo sempre un tono educato e cortese, senza mai sembrare pressante o insistente, ma piuttosto calma e placida. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

17:44 Sayuri:
  [Colline/albero] Ed eccola, una ragazzina la cui visione diviene sempre più chiara per la nostra Goryo. Una figura minuta, con gli occhi gialli, la vocina infantile e dolce, che arriva alle sue orecchie come un vero e proprio sibilo. Rimane ammaliata dalla visione di una ragazzina così bella e dall’aspetto dolce, al punto da rimanere a bocca aperta per qualche secondo. Si, le piace molto quel posto, le piace molto quella ragazzina e, finalmente, avere di nuovo a che fare con i bambini sembrerebbe alleviare il suo animo che si rilassa instintivamente. Sayuri non è solita sorride, non molto, e quando lo fa o è falsa oppure vuole qualcosa da una persona in particolare, ma adesso non può non sorridere di fronte a quella piccola e soave visione. Aspetta di averla abbastanza vicina, ne ascolta le parole e risponde quando, eventualmente, ritiene che sia il momento giusto per pronunciare anche la più piccola delle parole. <Buongiorno fiorellino> si prende una bella confidenza a chiamarla in quel modo, ma le sembra davvero di avere davanti a se un piccolo e candido fiore di loro pronto ad esser colto con dolcezza. Oh il suo amore per i bambini, l’amore della caccia per le piccole e future generazioni non morirà mai. <Sei una delle signorine più belle che io abbia mai visto, sai? Come ti chiami?> la elogia, ma non per farsela amica o altro, ma semplicemente perché lo pensa. Nota il suo cercare di capire cosa stesse cercando di leggere e, alla sua affermazione sulla lettura, andrebbe ad alzare il proprio libro di testo con espressione evidentemente abbattuta. <Beh…> è proprio un libro di quelli per bambini, per imparare a leggere, con tanto di alfabeto completo all’inizio del libro. <…non prendermi troppo in giro…io credo che abbandonerò la lettura> il bello è che tiene ancora il libro al contrario. Se solo guardasse la copertina potrebbe anche rendersene conto, ma lei apre la stessa pagina ormai piegata a metà da giorni e cerca, inutilmente, di capire dove sbaglia. <Io sono Sayuri Goryo, piacere di fare la tua conoscenza> farebbe un piccolo inchino verso la ragazzina, andando a mostrarsi incredibilmente rispettosa per la più piccola, mantenendosi allegra seppur sicura nei toni usati. <Ah…volevo vedere questo posto…> ammette con un sorriso e, non conoscendola, non conoscendo i suoi legami, non sa se dire o meno del suo nuovo e momentaneo alloggio a casa dell’Oboro. <E mi serviva un po’ di tranquillità, lontana da coloro che mi conoscono e mi controllano come se fossi appena uscita dall’uovo> cosa che effettivamente ha fatto [Ch off]

18:03 Kouki:
  [Colline] È una bella ragazza, decisamente, capelli bianchi e occhi azzurri, circa. Albina come lo è suo padre, ma trova che su quella giovane il colore le doni di più. Così in contrasto con i neri capelli della piccola, ma entrambe sembrano vantare una lunghezza non invidiabile. Non smette di sorridere, non risulta invadente e nemmeno sciocca a vedersi, non è quindi un sorriso ebete, ma semplicemente dolce. A quelle sue prime parole rimane un attimo di sasso, questo perché nessuno si era mai presa tanta confidenza con lei, ma non le dispiace dopo tutto, le guance si colorano leggermente di rosso e appare decisamente imbarazzata per l’epiteto che le è stato dato. <Fiorellino?> domanda, incerta e perplessa, ma subito dopo pensa che sia un soprannome venuto alla luce per via dei disegni floreali presenti sul suo kimono. Si ritrova un attimo in difficoltà, non sapendo esattamente come rispondere, andando a fare suo un poco di quel tratto caratteriale di Kouki. Ma l’imbarazzo sembra continuare man mano che ascolta quei successivi complimenti, forse troppi… eppure le pare sincera. Si guarda un attimo intorno, visibilmente incapace di elaborare delle risposte o dei comportamenti adatti come risposta. <Uhm… grazie. Scusa, non sono abituata a così tanti complimenti dal nulla.> sincero il suo tono, il sorriso si amplia mostrando un leggero segno di nervosismo, ma forse dovrebbe dire anche lei quello che pensa. <E già che ci siamo allora ne approfitto anche io per dirti che sei una bella ragazza.> mormora appena, per poi concentrarsi su una domanda a lei rivolta ben più facile alla quale rispondere. <Mi chiamo Heiko Oboro, del clan Yakushi.> afferma convinta, ormai decisa a vivere quel momento solo per se stessa. Il suo nome, il suo carattere, dopo tutto lo fa senza cattive intenzioni verso Kouki, e i suoi sentimenti e pensieri lo dimostrano, quindi non ha nulla da temere. Osserva i suoi movimenti, il libro che viene ripreso al contrario, un libro per bambini per imparare a leggere e scrivere. Inclina leggermente la testolina di lato, andando a inginocchiarsi davanti a lei. Il proprio libro verrebbe appoggiato delicatamente a terra, accanto a lei, e la giovane si appoggerebbe con le ginocchia sul terreno. A quel punto, senza dire una parola, andrebbe ad afferrare delicatamente il libro dalle mani della ragazza e, se le fosse permesso, lo girerebbe nel lato giusto, rimettendoglielo fra le mani in modo diritto. <Come mai quel libro? Non ti prendo in giro. Ma se ti serve una mano posso aiutarti. Non giudico, del resto anche io ho avuto qualche difficoltà avendo iniziato a vivere solo qualche mese fa.> avendo perso la memoria mesi orsono e avendola ritrovata da poco, più volte si è ritrovata a fare tutto da capo. <Una cosa è certa, non lasciarti andare davanti alle prime difficoltà. Persisti e poi sarà soddisfacente avere dei risultati.> un piccolo consiglio che viene dato senza insistenza, ma con la più sincera premura. <Almeno è quello che penso io.> alza un poco le spalle senza dare effettivamente troppo peso alle sue stesse idee, ma mostrandosi parecchio calma. <Controllano? Tipo i tuoi genitori?> non ha idea di chi stia parlando, ma potrebbe iniziare a farsi un’idea, anche se sinceramente non saprebbe proprio come inquadrare quella ragazza. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

18:31 Sayuri:
  [Colline/albero] Osserva con attenzione il volto della piccola Yakushi, iniziando ad arrossire di rimando quando le guance le si colorano leggermente. Il suo sorriso si amplia, si illumina e non riesce a trattenere un piccolo versetto di felicità. Una bambina educata le si pone davanti, e le fa davvero molto piacere. Sembra davvero felice di aver avuto la fortuna di incontrare qualcuno poco ignorante in questo paese di capre che risponde al nome di Kusa. Il cielo è ancora limpido oggi per fortuna, cosa che la porta ad alzare lo sguardo verso di esso, come a voler controllare la possibile presenza di nuvole e quindi il ritorno della pioggia che la sera prima l’ha presa in fallo. Ma la bambina le fa una domanda strana, una domanda che la coglie di sorpresa e che le fa crucciare la fronte. <Oh…> non sa come risponde, non sa come spiegarle perché l’ha chiamata fiorellino. Forse dovrebbe solo essere sincera, ma a volte dimentica che non si trova in quel paradiso terreno che risponde al nome di caccia, soprattutto se in mezzo c’è qualche bambino. E poi segue una affermazione, che arriva alle sue orecchie come una specie di blasfemia. Nessuno riempie di complimenti una bambina come lei? Come mai? Se sei un ninja e sei un bambino danno per scontato che tu non provi sentimenti come tutti gli altri? Scrolla il capo, un paio di volte, prima di tornare a sorridere amareggiata. <Mi dispiace…> ma non le sta chiedendo scusa, sia chiaro, lascia qualche secondo di pausa per organizzare le parole prima di riprendere. <…che tu sia riuscita ad incontrare solo persone cieche fino ad ora.> perché tutti i complimenti che le ha fatto sono pienamente meritati. E poi ne arriva uno per lei, che accoglie con un sorriso abbastanza pronunciato e un inchino, seguito da un amichevole e dolce <Grazie!>. Il suo nome invece la lascia confusa, molto confusa. Inclina il capo e….la guarda, ma non capisce. Non capisce come mai questa bambina ha un cognome diverso da quello del clan a cui appartiene. <Come mai hai due cognomi?> la domanda è abbastanza legittima per una persona che ha vissuto fuori dalla società per tanto, decisamente tanto tempo, ed è seguita da una specie di presa di coscienza che le fa sorgere un secondo dubbio, anch’esso evidentemente inaspettato. <Hai per caso un legame con Raido Oboro?> oh beh, sai, stesso cognome. Anche lei ha preso quello della madre quando si è dovuta allontanare dalla caccia. Bah, il mondo esterno è così difficile, come sono difficili i libri. Come quello che ha in mano che ecco, guarda, è illeggibile. Ma la nostra super Heiko interviene a salvarci la vita, prendendo il libro fra le mani della Goryo, che la osserva impietrita, e rigirandolo, per porgerglielo poi nel lato corretto. Prova ad osservare una pagina, trovandolo decisamente più semplice da capire, seppur molto difficile, rispetto a prima. <Ohhhhh> esclamazione di pura sorpresa, che sembra essere seguito da un repentino abbandono del libro sul pavimento erboso, seguito da un velocissimo movimento che la porta a congiungere le mani posizione di preghiera udendo le parole della bellissima bambina. <Si ti prego, aiutami! Volevo chiedere un aiuto a Raido…ma sta già facendo molto per me…non posso chiedergli altro…> e qui si rende conto di aver detto troppo. Eppure forse si può ancora salvare e arriva a cogliere la palla al balzo alle successive parole della bambina che ha di fronte. <No…i miei genitori mi hanno abbandonata qualche anno fa. Sono stati traditi da un loro alleato e…non ce l’hanno fatta> sua madre è morta da poco, si, ma lei la considera morta dal momento della sua scomparsa, ormai risalente a due anni prima, se non quasi tre <Io…sono seguita dai membri della caccia selvaggia…> non sorride più, anzi, si mostra pensierosa, quasi preoccupata dalla cosa, ma in realtà è tutta scena, non la preoccupano quelli della caccia, come non la preoccupa Kusa, ma dovrà pur giustificare la sua presenza in casa dell’Oboro, no? [Ch off]

18:46 Kouki:
  [Colline] Purtroppo non le viene spiegato il perché di quel soprannome, ma non vuole insistere, non vuole risultare invadente o irritante, quindi lascia cadere l’argomento, limitandosi a prendere per vero il suo pensiero che collega quel nomignolo ai disegni del suo kimono. Non perde il sorriso e l’espressione dolce, grata nel rivedere anche nell’altra espressioni simili. Socializzare, che gran bella cosa! Decisamente pensieri del tutto diversi dal solito, chi, tra Kouki e Mirako, ha mai desiderato socializzare? Comunque sia infatti la ragazzina potrà sentire un verso nauseato da parte di Mirako, chiaro e preciso nella propria testa, che porta la piccola ad assumere un’aria lievemente divertita, mentre mentalmente cerca di calmare la personalità più violenta. Ascolta le sue prime parole e quindi scuote appena la testa, non sentendosi triste o in pensiero per quello che le ha detto. <Di complimenti ne ricevo da mio padre, mia sorella, la mia famiglia, insomma. Ne ricevo, si. Solo che non sono abituata a riceverli da persone che non mi conoscono, ecco.> non che le dispiaccia, ed è evidente dal sorriso e dal viso che pare illuminarsi di luce propria. Solare, gentile, continua a rimanere davanti all’altra in ascolto, facendo solo un cenno della testa al suo ringraziamento, per poi prodigarsi a rispondere alla legittima domanda dell’albina e ne approfitterà per rispondere anche riguardo al suo legame con Raido. <Il mio cognome sarebbe Yakushi, appartengo a questo clan e ne ho l’abilità innata. Ma… essendo praticamente sola, dato che vivevo per strada, Raido Oboro mi ha accolta nella sua vita e mi ha adottata. Ecco quindi il perché porto anche il suo cognome.> risponde con semplicità e tranquillità, rispondendo così ad entrambe le sue domande. <Raido è quindi mio padre. Perché? Lo conosci?> domanda più che logica dopo aver sentito le parole dell’altra, domanda puramente curiose e non vi è traccia della solita gelosia che altrimenti accompagnerebbe Kouki. Comunque sia aiuta la ragazza a leggere il libro dalla parte giusta e la sua reazione la fa sorridere, ricolma di tenerezza. <Nh?> quella preghiera, quella richiesta di aiuto, le arriva poco dopo e non ha difficoltà ad accontentarla, solo che è rimasta confusa dalle parole successive. <Non ho problemi ad aiutarti, te l’ho detto. Ma… cosa vuol dire che mio padre sta già facendo molto?> pare che i due si conoscono non solo di vista, e non sembrano solo conoscenti almeno da quello che intuisce da quelle parole, ma non vi è traccia di gelosia, solo parecchia confusione e curiosità. Il visino in seguito si intristisce, facendosi preoccupato alla scoperta della sorte dei genitori della ragazza, andando ad abbassare un poco lo sguardo. <Mi dispiace per i tuoi cari.> è un dispiacere sincero, che viene dal cuore e non è difficile capirlo, ma sono le sue ultime parole a metterle un campanello di allarme. <La caccia? Quella caccia?> quella che ha distrutto il villaggio, ma che l’ha tenuta al sicuro? Quella caccia che le ha lasciato un dolce cagnolone nero di guardia? <In che senso sei seguita? Sei in pericolo?> domande più che lecite e che vengono mosse con molta più serietà ora, facendo sparire quel sorriso per lasciare spazio a una preoccupazione maggiore. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

19:14 Sayuri:
  [Colline/albero] Il motivo del soprannome glielo può spiegare anche un altro giorno, visto che probabilmente finiranno per vedersi molto spesso quelle due donnine e lei continuerà a chiamarla fiorellino per molto tempo, sempre che questa non mostri un certo dispiacere nell’esser chiamata in quel modo. Sembra rasserenarsi nel momento in cui scopre che qualcuno effettivamente riempie di complimenti la piccola ragazzina, scoprendo qualcosa di interessante sulla sua famiglia. Ha un padre e una sorella, si vede che la casa della piccola è sempre piena di allegria. Rimane abbastanza stranita dal fatto che non pronuncia anche l’appellativo “madre”. Forse non ne ha una o non è molto considerata dalla stessa. Non chiede, perché non è il momento per farlo, non riuscirebbe a porre la domanda nel modo giusto senza sembrare effettivamente impicciona o irritante, quindi si limita a sorriderle commentando il tutto con un dolce <Beh, allora mi considererò una delle prime> si mantiene tranquilla e dolce nei toni, anche entusiasta dalla serenità e dalla felicità della bambina al suono di quelle parole. Sembra molto ben disposta, più di quando non si sarebbe aspettata da una signorina della sua età. Di solito sono i bamini più piccoli, quelli che vanno dai sei ai nove anni, a volte dieci, che si dimostrano più pronti a parlare di loro e ad accettare i complimenti di uno sconosciuto in quel modo. Lei sembra leggermente più grande, anche se molto gracile a confronto alle altre bambine che ha visto, in parte si aspettava di vederla sulle sue, riservata e molto attenta alle parole usate, al punto da criticare qualunque tipo di approccio infantile usato nei suoi confronti. Ma, visto che funziona, non ha motivo per cambiare il proprio modo di esprimersi con lei. <Oh> la storia della piccola la colpisce, positivamente. L’Oboro è appena passato da capra ignorante a capra, solo per aver salvato una bambina dal randagismo, azione che la caccia sembra mettere in atto molto spesso. <Capisco.> si mostra pensierosa, ma riprende a sorride, tranquilla, poco dopo, udendo la risposta seguente e quindi il legame fra lei e lo spadaccino. <Diciamo di si…> non sembra molto sicura e, per qualche secondo, la fronte viene crucciata. Hanno già appurato che per conosce veramente una persona ci vuole un legame, uno stretto, per riuscire a comprenderla abbastanza bene da poter dire di conoscerla. Quella che ha lei nei confronti di Raido, dopo due incontri, è poco più di un misero contatto esterno di due gusci che proteggono, con forza e vigore, i propri ideali e le proprie idee. <Ci siamo conosciuti qualche giorno fa fuori dall’ospedale…sapeva del mio legame con la caccia e si è proposto di aiutarmi…> considerando che è una deshi dell’accademia, l’aiuto è molto più vasto di quanto non ci si possa immaginare. Non sembra riscontrare eventuali cambi di comportamento relativi alla domanda, per questo si prende la libertà di risponderle in maniera sincera. Si parla dell’uomo con una curiosa domanda riguardo cosa il padre sta facendo per lei, in parte spiegato all’inizio ma non nel dettaglio. La realtà è che il discorso è molto lungo e sembrerebbe difficile per lei organizzarlo, al punto da sembrare disposta a lasciare vuoto quel quesito, finchè non la sente parlare della caccia selvaggia. Per fortuna che il cagnolone nero non è in giro o le sarebbe saltato addosso per farle le feste, in fin dei conti Goro, colui che ha affidato il canide a Kouki, è suo fratello…conosce praticamente tutti i suoi animali. <Non sono propriamente in pericolo…l’unica cosa in pericolo per davvero è la mia sanità mentale. So che la caccia ha fatto cose molto pericolose, ma non tutti i suoi membri sono dei mostri…ne hai la prova davanti a te> ammette con un sorriso, quasi dispiaciuto, mostrandosi sincera e dolce in quelle parole, senza nascondere nulla per ora. <Mio fratello, Goro….lui è preoccupato per me da quando il generale mi ha allontanata dalla caccia, spedendomi a Kusa da sola….non mi vuole più fra le sue fila a quanto pare…> bugia, ma nulla lascia intendere che lo sia davvero, quindi la spacciamo per una verità. <Sono seguita da coloro che ancora ci tengono a me…ma questo li mette in pericolo e mette in pericolo anche me. Rischiano di far insospettire Zetsubo che potrebbe volermi morta se mi ritiene un peso per le sue truppe…tuo padre mi ha offerto un posto in cui stare per un po’ di tempo…finchè non avrò imparato a leggere e non mi sarò diplomata in accademia…poi giuro che me andrò via…> seh, come no! [ch off]

19:33 Kouki:
  [Colline] Una delle prime sconosciute a farle così tanti complimenti che paiono sinceri alla fine. Non ha nulla da ridire, non le dispiace quell’appellativo, non a lei almeno, e non aggiunge altro a quel discorso. I rapporti iniziali fra le due sembrano buoni e ciò non può che portare una certa tranquillità nel fare della piccola Chunin, riuscendo forse ad aspirare a fare amicizia, la sua prima amicizia da quando è nata… si parla di Heiko ovviamente, la personalità. Non le dispiace avere amicizie tutte sue, che magari di discostano da quelle delle altre due, la fa sentire ancora più viva, distinta. Silenzio nel mentre che attende una reazione da parte dell’altra, non sono molto reazioni ricche di parole, ma dal punto di vista delle espressioni non le sfugge nulla. Sorride e questo basta, sembra colpita in qualche modo e il rapporto fra lei e suo padre non viene poi approfondito così tanto. Dice di conoscere l’Oboro, ma non ne sembra convinta, e se ne osserva la fronte che si corruga e quella specie di perplessità? <Il tuo legame con la caccia?> non aveva inteso che ci fosse un legame, aveva più che altro pensato che la caccia volesse farle del male, ma non che ne fosse collegata. <In che senso legame? E come ha fatto mio padre a scoprirlo?> non si può negare che abbia una profonda sete di sapere, conoscere, comprendere. Solo così può crearsi nella sua mente un quadro più che perfetto della situazione. <La caccia ha distrutto degli edifici, e a quanto ho capito ha ferito delle persone e liberato dei criminali dalle prigioni.> questo è quello che sa ed è quello che al momento le permette di catalogarla come un qualcosa di sbagliato e criminale, ma non può ignorare il fatto che ci siano persone diverse, che non hanno fatto altro che confonderla. <Ma hanno protetto me e mia madre. Un ragazzino ci ha protette e mi ha lasciato un cane a farmi da guardia. Questo mi ha confusa, perché allora non riesco a capire se sono persone buone o meno. Hanno fatto danni, ma si sono comportati più che bene con me… e non capisco.> si confida con lei solo e solamente perché ha capito che ha un legame con la caccia e in un qualche modo spera che ella possa spiegarle in effetti. <Tu… una di loro?> una di loro che è stata cacciata dal Generale, un tale Zetsubo. <Goro… è il nome del ragazzino che mi ha protetta.> crede di ricordare bene perché all’epoca Heiko non era ancora nata. <Io sento di essere ancora confusa al riguardo.> ammette senza problemi, corrugando la fronte e mordendosi appena il labbro inferiore. <Sono venuti qui per della carta e sono spariti dei documenti. Ma nella mia testa ci sono solo congetture e idee senza fondamenta che non penso verranno mai confermate o smentite.> non pensa di avere più l’occasione di capirci qualcosa in effetti. <Perché non ti vuole più tra le sue fila? Perché… uhm… hanno fatto questo? Per cosa?> per la carta, okay, ma perché? Sospira scuotendo la testa e muovendo la manina come a cacciare i pensieri e le parole appena pronunciate. <Lascia stare, scusa. Non voglio essere invadente o insistente. Non è certo un interrogatorio… è solo che se non riesco a comprendere una cosa, allora non riesco a capire chi ho di fronte e… mi destabilizza.> è un suo limite, quello di dover sempre sapere e conoscere tutto. Una sete che non sempre viene accontentata. <Puoi stare quanto vuoi, non ti preoccupare… ah, non sei ancora diplomata? Ti serve aiuto anche per quello? Per lo studio?> si propone, come prima, senza una sola goccia di pregiudizio verso chi le ha appena detto di provenire da un’organizzazione che ha attaccato il villaggio. Forse troppo ingenua, ma non avverte il pericolo, cosa che forse avrebbero avvertito le altre due, molto più paranoiche rispetto a lei. Prenderebbe il proprio libro nuovamente ora, poggiandoselo sulle gambe. <E’… un libro sui minerali.> rivela infine quella passione che ha scoperta ed è solo sua. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

20:03 Sayuri:
  [Colline/albero] Quella che sarà veramente destabilizzata è la nostra Sayuri a doversi confrontare, in futuro, con le altre due personalità della bambina che ora ha di fronte. Per fortuna, per ora, sembra non ci siano pericoli evidenti, cosa che le permette di vivere la giornata che, lentamente, volge al termine con estrema tranquillità. Smette di sorridere per un po’, ritrovandosi a ricevere una serie di domande sulla caccia. Sa che è pericoloso affermare di esser parte di quel “gruppo di criminali” che hanno attaccato i villaggi e capisce anche la perplessità della bambina. Ma non ha intenzione di nasconderle questo dettaglio, principalmente perché con i bambini non ha senso mentire, non quando non è veramente necessario. Qualcuno, sfortunatamente, pensa che non è mai necessario mentire ai bambini, e a volte quel qualcuno non è capace nemmeno di dire le cose addolcendo la pillola. Per fortuna quel genere di persone sono lontane ora, lontane dalla sua vista ma non dai suoi pensieri a quanto pare. La prima domanda trova risposta praticamente subito, con una rivelazione di cui la bambina potrà vantarsi di essere la prima a ricevere. <Io sono la nipote del generale della caccia. Sono la figlia del fratello di Zetsubo, cresciuta dal precedente generale con rispetto e amore verso il prossimo. La caccia era buona, incredibilmente tranquilla, prima che Zetsubo ne prendesse il comando con la forza> qualcuno dovrà pur difendere quel gruppo di matti che ancora hanno del sale in zucca e se non lo fa lei…nessuno lo farà veramente. Spiegare come suo padre è entrato in contatto con la verità del suo legame con la caccia, beh, potrebbe non essere semplice. <Lui…è stato chiamato dalla caccia con una scusa credo…ad affrontare uno dei loro mostri…l’ho incontrato lì mentre lo supplicavo di risparmiare quel mostro> un essere pacifico, forse spaventoso alla vista, ma in realtà molto buono. Si ritrova ad alzare lo sguardo sorpresa e rasserenata alla notizia che la bambina ha in realtà una madre. Trova la notizia decisamente molto interessante, soprattutto perché ora ha molte cose da chiedere a Raido stesso, cose che le renderanno le giornate decisamente più divertenti. Molte delle domande della piccola Oboro trovano risposta quasi subito, alcune lo trovano nel discorso precedente, altre invece sono come un sorso di acqua fresca nel deserto che la fanno sentire fiera del suo fratellone. <Goro è un po’ apprensivo, ma è molto buono> ammette con un sorriso, incredibilmente acceso, quando parla di suo fratello. <Ah no, la carta era una cosa necessaria da eliminare o portare via. Non sono venuti per la carta, sono venuti per gli invisibili> ammette con dolcezza, dando finalmente una risposta a tutti i suoi dubbi, come per cercare di alleviare la sete di conoscenza della bambina. Ma non vuole dire altro, lasciando la frase a metà per essere sicura che la ragazzina sia ancora abbastanza curiosa di tutto quello che la caccia comporta e, magari, potrebbe ritrovarsi a diventare una cacciatrice come lei, fiera e orgogliosa di esserlo. Peccato che Kouki non lo diventerà mai. <E per liberarsi di tutti coloro hanno tradito la caccia in passato.> ammette con rammarico, quasi tristezza, nei confronti dei morti di quella giornata. Un argomento che la tocca nel personale, un argomento difficile da portare avanti senza effettivamente ferirla. <Mi ritiene debole, perché non ho risveglio le abilità di mia madre, o quelle di mio padre. Perché…ero cieca fino all’anno scorso e, in un anno, non ho imparato quanto lui avrebbe voluto…> praticamente è inutile a quell’uomo. <E perché io non lo seguo, anzi, gli do contro per il suo modo di gestire la caccia> una lunga serie di morivi che la porta a pensare che potrebbe anche volerla morta effettivamente, ma per ora hanno troppi modi di fare in comune per avvalorare quella tesi con assoluta certezza. <Tranquilla, va bene esser curiosi…solo che non tutte le tue domande troveranno risposta da me…io non sono più una di loro…> sembra dispiaciuta, per davvero. E poi si passa alla sua situazione in accademia. <Eh…anche…> le dispiace dover chiedere così tanto a quella bambina, ma si ritrova a fare la stessa richiesta di prima. <Vuoi per caso essere il mio sensei?> diretta proprio, come ci si potrebbe aspettare da Sayuri. Il libro dei minerali sembra sinceramente interessarla molto e si sposta, aggraziata, per poter avere una migliore visione delle gemme in esse rappresentate. <vedere vedere> questa volta, quella curiosa, è lei. [ch off]

20:25 Kouki:
  [Colline] Le domande sulla caccia la premono, vuole sapere ma allo stesso tempo non vuole sembrare che stia mettendo sotto torchio quella ragazza… ma insomma non capita tutti i giorni di avere la possibilità di comprendere ed indagare su qualcosa che è accaduto in maniera tanto tranquilla. In silenzio, la giovane albina ha tutta l’attenzione della piccola, la quale non nasconde la propria sorpresa nel sentire quanto le viene rivelato. Lei è la nipote del Generale, colui che guida la caccia, ma, a detta della ragazza, non la sta guidando nel modo giusto. Prima la caccia era tranquilla, pacifica, ora sembrerebbe essere cambiata, essersi fatta nemica, per via della guida di Zetsubo. <Con la forza… è un tiranno? Un despota.> cerca di capire, tutto fa intendere che ci sia stato una sorta di colpo di stato che ha portato questo Generale a prendere il controllo per poter fare i suoi comodi. <Quindi voi comunque volete la pace, non vi piace uccidere e distruggere?> vuole esserne sicura, vuole essere convinta fin nel midollo che ci sia una sorta di costrizione che porta i cacciatori a seguire gli ordini del Generale. <Se si fermasse Zetsubo, allora tutto tornerebbe alla tranquillità?> altra domanda, sta iniziando a farsi un’idea, tutto prende forma, tutto torna al proprio posto per creare un quadro d’insieme più comprensibile. <Un mostro? Perché volevi che fosse risparmiato?> un mostro le porta alla mente quegli orrori nelle fogne. Essersi senza coscienza che vogliono solo uccidere e dilaniare… quindi perché risparmiarli? Ma vuole solo comprendere, niente di più. Ma ecco che qualcosa viene detto, qualcos’altro di importante. <Carta da eliminare, prendere gli invisibili.> corruga la fronte, pensa e ripensa, le rotelle del suo cervellino lavora incessantemente per poter collegare tutto con logica. <Gli invisibili. Intendi quelle persone che non vengono minimamente calcolati, tipo gli emarginati? I… barboni?> fa molta fatica a capire, ma ce la mette tutta per poter essere sulla strada giusta. Ma allora perché i documenti dall’ospedale, accademia, magione del Kage? Perché distruggere della carta? La manina destra viene alzata e portata a massaggiarsi le tempie. Chiude gli occhi cercando di venire a capo della situazione. <Perchè prendere gli invisibili?> altra domanda, santo cielo non la smette più. Ma nota la tristezza, la sua tristezza al fatto di eliminare i traditori. <I traditori. Cioè coloro che non la pensano come Zetsubo?> se c’è lui a capo e guida male la caccia, vuol dire che i traditori non sono d’accordo con lui. I nemici del nemico sono i tuoi amici. <Mi dispiace.> sincera, il viso si intristisce, è una pessima situazione da vivere. Lei era cieca, e ora si spiega la sua difficoltà a comprendere la scrittura, non dice nulla in merito accenna solo un sorriso, per poi annuire alla sua domanda. <La tua sensei. Cercherò di aiutarti ad ambientarti e andare avanti, se solo tu vorrai ovviamente.> vuole davvero aiutarla, vuole essere utile così come vorrebbe Kouki, anche se forse lei avrebbe reagito in maniera differente fin dal principio. In seguito le farebbe vedere il libro, pieno di figure decisamente stupende di minerali e pietre preziose, leggendo per lei qualche descrizione delle stesse e, nel frattempo, provando ad aiutarla in quelle letture, nelle parole più semplici da comprendere. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro][END]

20:47 Sayuri:
 Un tiranno. No, lui non è un tiranno, lui è un adulatore, bravo con le parole, capace di portare anche il più buono dalla sua parte con le parole e, quando non ci riesce, usa le minacce. Zetsubo sa come farsi seguire e sa come mettere in cattiva luce il resto del mondo. Proprio per questo, con un sorriso molto amareggiato, andrebbe a rispondere con una mezza verità. <Qualcosa di simile…> più o meno ci è andata vicina, no? Non è proprio come ha detto la ragazza ma bene o male siamo lì. Poi la sente interessata ai veri ideali della caccia e si riprende. <Non uccidiamo senza motivo, anzi, noi non prendiamo nemmeno parte alle guerre, ci difendiamo solamente e, per difesa, possiamo uccidere. Vogliamo vivere in pace, non ci troviamo sempre d’accordo con i villaggi ninja e, di conseguenza, abbiamo optato per la nostra pace, non quella globale.> a loro basta vivere in pace, sperare che il mondo non si metta contro di loro e continuare su una strada invisibile e tranquilla. Ma quello che le chiede è qualcosa che non può sapere per certo. <La caccia si è agitata con Zetsubo, è diventata selvaggia. Quell’uomo va sostituito con qualcuno che riesce a tenerli sotto controllo riportandoli al vecchio regime…non sarà facile ma si, si calmeranno molto> molto davvero molto. Crede che sotto di lei o di Goro, la caccia, potrebbe tornare a vivere nell’anonimato e a portare via solo coloro che, per davvero, sono invisibile alla società e ai villaggi, permettendogli di vivere in un posto migliore…e si parla sempre di bambini. <Perché…era una persona importante per me…prima di diventare un mostro> avrebbe potuto prendersi cura di lei, sarebbe potuta tornare normale e la cosa la rende triste. Le domande della piccola sono tante, continue e non sembrano infastidirla troppo. <Perché lasciarli da soli abbandonato a se stessi, soprattutto se sono ragazzini?> i vecchi li lasciano anche lì, ma i bambini…lasciarli a morire sarebbe un atto di ingiustificata crudeltà. Sospira ancora una volta e fa un mezzo sorriso alla bambina per indicare la sua situazione, calmandosi quando accetta di diventare la sua sensei….ne vedremo delle belle signori. <Grazie Heiko> lei la conosce con quel nome sfortunatamente. Detto ciò passerà la serata ad osservare le rocce di quel libro, con molto interesse. Almeno qualcuno non le insegna le cose sbagliate. [END]

Sayuri incontra Heiko, la terza personalità di Kouki, nei pressi della magione in cui ormai si ritrova a vivere. Le cose procedono bene e la bambina accetta di diventare la sensei della cacciatrice