Farò qualunque cosa

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20:50 Kouki:
  [Stanza] È appena tornata dall’ospedale e finalmente ha tolto quel fastidioso gesso che le rendeva impossibile muoversi. La piccola Yakushi aveva intenzione di godersi un po’ di meritato riposo a casa propria, nel suo letto, anche se questo dovrebbe toccare alla vera Kouki e non alla nuova personalità che ora ha preso il controllo di tutto. Pacata, tranquilla, equilibrata, migliore nel gestire sentimenti e situazioni, mentre Kouki ha deciso di rifugiarsi nel suo mondo privo di dolore e di qualsiasi tipo di sentimento, fagocitata dal buio e dal nulla più assoluto, in quel luogo dove risiede anche Mirako, solo che quest’ultima non dorme, attende di poter tornare alla luce. Piccola e minuta, pallida e gracile, sembra una bambola di porcellana in procinto di rompersi, ma la mente è stabile ora. Indosso porta dei semplici pantaloni lunghi, neri, di un tessuto morbido e caldo, abbastanza attillati. Ai piedini solitamente lasciati nudi, invece, porta delle ciabatte pelose di colore azzurro, qualcosa che Kouki e Mirako non avrebbero mai messo. Sopra ai pantaloni una maglietta azzurra a maniche corte, ma sopra di essa porta una felpa nera, il cui interno è invece colorato di blu. La felpa è tenuta aperta ed ha un cappuccio che ora risiede sulle spalle della ragazzina, lasciando libera la nuca. È seduta sul bordo del proprio letto, nella sua stanza, in mano ha delle lettere rovinate dalla pioggia che ha trovato sul davanzale della propria finestra e i suoi occhi gialli e profondi sono intenti nella loro lettura. Espressione rilassata, nonostante una certa preoccupazione verso Shade e lo stato d’animo della Hyuga, che ha fatto preoccupare anche fin troppo. Il copri fronte e le proprie armi non sono indossate, ma tutto è stato lasciato sul comodino affianco al proprio letto, mentre il chakra invece dovrebbe scorrere potente e placida all’interno del proprio corpo. <Devo andare da Shade, non posso lasciare che si preoccupi ulteriormente.> sussurra verso se stessa, anche se il viso si volta verso lo specchio che tiene in camera sua, là dove una volta si era presentata Mirako, quella notte, quella notte in cui è nata lei, la nuova personalità. Un leggero sorriso, triste, dolce e malinconico, non dovrebbe esistere eppure eccola qui, uno scudo più equilibrio di Mirako, capace di tenerla buona. Il labbro inferiore viene morso lievemente, mentre i lunghi capelli neri e lisci iniziano ad essere raccolti in una elegante treccia, la quale andrebbe ad adagiarsi sulla spalla sinistra… decisamente un’acconciatura diversa, che le da’ anche un aspetto diverso a dir la verità, ma proprio perché lei stessa si sente diversa dalla Yakushi e da Mirako. Sospiro, quindi si alzerebbe dal letto poggiando su di esse le missive, ben intenzionata a raggiungere Shade. [Chakra On]

21:10 Shade:
  [Esterno magione] Ha atteso fin troppo. Sarebbe dovuta partire molto prima, si sarebbe dovuta muovere alla prima lettera non risposta, si sarebbe dovuta comportare da sorella maggiore e raggiungere la piccola Yakushi fin da subito, non aspettare nell’incertezza, nel dubbio o nella speranza di ricevere una risposta dalla piccola alle sue lettere. Ma lei aveva paura, paura di Raido. Talmente tanta paura da riuscire a convincersi a non partire subito, talmente tanta paura da tremare alla sola idea di rincontrarlo anche questa sera, ma Kouki ha bisogno di lei, le potrebbe esser successa qualsiasi cosa e sua sorella non è lì con lei. Muoversi a piedi, dal treno fino alla magione Oboro le avrebbe portato via fin troppo tempo, per questo, e anche per inesperienza, ha pensato bene di arrivare fino alla magione utilizzando il cavallo da sella del deceduto Hyuga. Un cavallo bianco, alto e leggiadro nella forma, ma veloce e resistente che le dovrebbe aver permesso di raggiungere la magione senza stancarsi troppo e mantenendo un andatura spedita per esser solo un animale. Si ritroverebbe lì ormai, nei pressi della porta d’ingresso, incurante di eventuali guardie messe in giro per i terreni dell’Oboro, diretta con sicurezza verso il suo unico obbiettivo, il ritrovamento della sorella. Qualora fosse riuscita a superare l’eventuale sorveglianza, cercherebbe in tutti i modi di raggiungere la porta d'ingresso della magione, lasciando le redini del cavallo per iniziare a battere a pugni chiusi contro la porta. <KOUKI! Ti prego….dimmi che sei viva…ti prego…sei mia sorella…> la chiama per nome, con forza, ma il resto delle parole vengono pronunciate in un filo di voce, preoccupata ora come non mai. I vestiti che indossa sono caldi ma poco ingombranti, considerando che ha fatto una lunga passeggiata a cavallo si è ritrovata a raffreddarsi non poco, anche se il movimento fisico riscalda e non poco. Indossa una maglia in pile che ne copre una sintetica molto calda a maniche lunghe, entrambe bianche, e un paio di pantaloni di una tuta, di quelli che hanno il pelo dentro e sono caldi come non mai, accompagnati da un paio di stivaletti visto che è corsa via a cavallo. Sopra tutto questo, un poncho nero, provvisto di maniche, lungo e caldo e un cappellino in lana del medesimo colore. Il cavallo bianco è esausto, infatti si rilassa iniziando a rotolarsi sul lato, con tutta la sella sulla schiena. <No…aspetta tu. Rischi di rompere tutto così…fai il bravo e aspetta, forse dobbiamo correre a cercare Raido se non sono a casa…mi dispiace, ma mia sorella viene prima di tutto> ora e per sempre. [Ch off]

21:23 Kouki:
  [Stanza] La palla di pelo che è il suo gatto nero, se ne sta appallottolato sul suo letto, tranquillo, in pieno sonno e con la pancia piena dopo aver mangiato. Lo osserva con dolcezza accennando un sorriso, mentre gli darebbe una carezza prima di allontanarsi definitivamente dal letto. Andrebbe al suo armadio per cercare dei vestiti più adatti con i quali coprirsi ed uscire, e affrontare il viaggio verso Konoha, ma dei forti rumori la fanno sussultare di colpo sul posto. Nel silenzio di quella casa i colpi che risuonano con forza alla porta, si espandono velocemente, fino ad arrivare anche alle orecchie pelose del piccolo micino, il quale solleva la testolina ci colpo. Orecchie che si muovono frenetiche e gli occhioni a palla, mentre il corpo inizia ad andare in tensione per quei rumori forti. La piccola cercherebbe innanzitutto di tranquillizzare il gattino con una carezza. <Tranquillo, hanno solo bussato alla porta.> anche se sarebbe più corretto dire che sembra che stiano cercando di buttarla giù la porta. Un sorriso lieve, per poi lasciare l’animale nella stanza ed iniziare ad avviare a passi veloci verso l’ingresso. Le ciabatte le sono un po’ di impiccio effettivamente, ma non demorde il suo avanzare verso la porta. Non ha idea di chi possa essere, dato che Raido o Fumiko di certo non busserebbero, avendo le chiavi, giusto? Quindi qualche domanda sorge spontanea. Una volta raggiunta la porta, andrebbe ad afferrare la maniglia per poi aprire un piccolo spiraglio, giusto per vedere di chi si tratta. <Chi è?> domanda lieve, sussurrata e trasportata dal vento, un tono così dolce che difficilmente si affiancherebbe alla figura della Yakushi. Ma occhi comprendono prima delle orecchie di chi ci sia alla sua porta, ovvero Shade, sua sorella, proprio la ragazza che voleva raggiungere. <Shade.> il tono si alza leggermente, un sorriso dolce ed amorevole si delinea sulle sue labbra pallide, così come lo sguardo decisamente più premuroso, quasi materno. <Vieni dentro, fa freddo fuori.> si farebbe di lato per lasciarla entrare, educata e pacata, ma è conscia dell’ansia che si è creata nella ragazza per colpa sua, per non ave risposto alle sue lettere. <Mi dispiace se ti ho fatta preoccupare, ho visto e letto ora le tue lettere e volevo venire da te.> si premura di spiegarle con assoluta calma e sincerità, un occhio attento potrebbe notare quanto sia diversa dal solito, diversa da Kouki. <Vuoi qualcosa di caldo? Faccio del thè.> commenta attendendo che la ragazza entri in casa prima di chiudere la porta alle sue spalle per evitare in invitare dentro casa anche il freddo dell’inverno ormai in arrivo. [Chakra On]

21:45 Shade:
  [Porta] Un occhio attento potrebbe notare la differenza fra questa nuova personalità e quella che solitamente incontra, una terza personalità nella piccola Yakushi. Ma quell’occhio attento dovrebbe appartenere ad una persona calma, cosa che, al momento, non è la nostra povera Shade. La ragazzina infatti, sconvolta, non riesce ad attendere l’apertura della porta con calma, fa avanti e indietro, si mangia le unghie e aspetta, arrivando a bussare ancora, con maggiore forza, mentre la paura di averla persa inizia a stringerle il cuore e poi…quella voce. La voce della piccola ragazzina che tanto l’ha fatta preoccupare, la voce della sorellina. Le lacrime iniziano a scorrere sul volto, un pianto che le porta via tutto il malumore che l’ansia stava portando con se e, una volta aperta la porta, riuscirà solo a correrle incontro, tentando di tirarla a se con forza, o cercando di farlo comunque, con il minimo rispetto possibile dello spazio personale della nostra povera Yakushi o della personalità al momento dominante della piccola. Cercherebbe dunque di stringerla dolcemente, in un abbraccio che la pietrifica, la tende come una corda di violino, mentre fa pressione sui suoi stessi muscoli piuttosto che stringere troppo la bambina, nascondendo la testa sulla spalla della sorellina. Dovrebbe esser felice, eppure sembra disperata. Piange, singhiozza e non si staccherebbe da lei, qualora fosse riuscita ad abbracciarla. Il freddo, non lo sente, dentro o fuori casa, porta aperta o chiusa, non gliene importa nulla, la vuole solo con se. <Mi dispiace. Sarei dovuta venire prima, sarei dovuta venire a cercarti. Mi dispiace…> si scusa, singhiozzando. Perché per lei non c’è null’altro da fare se non chiedere perdono in ginocchio a Kouki. <Non vergognarti di chiedermi di venire a vivere qui con te per un po’, ok? Se stai male fregatene di Uta, lui sta bene anche da solo per qualche giorno> povero ragazzo, e in tutto questo la sta bellamente ignorando, ne ignora completamente le parole. [Ch off]

21:57 Kouki:
  [Ingresso] Non si aspettava così tanta preoccupazione ed ansia a dir la verità, ma è un sentimento che riesce a comprendere. Il cuore le si stringe nel vederla in quello stato, mentre cammina avanti e indietro, spirito inconsolabile. Eppure quando la chiama, quando apre del tutto la porta per invitarla ad entrare, la ragazza le si fionda contro stringendola forte tra le braccia. Un abbraccio che la piccola accoglie senza problema, le manine si alzano e cercano di andare a stringersi alle vesti della Hyuga. Non si vedono da tanto, e in quello stesso momento cercherebbe di far sentire anche alla persa Kouki il calore di quell’abbraccio, cercando di trasmetterle le emozioni, cercando di scuoterla da quel tepore nel quale si è rifugiata. Non si stacca da quell’abbraccio, ci si avvinghia come se avesse paura di vederla scomparire da un momento all’altro, eppure… non prova gli stessi sentimenti che proverebbe Kouki, ovviamente. Le fa piacere vedere Shade, la rendono triste la preoccupazione e le lacrime della ragazza, prova simpatia ed affetto, ma non è un affetto profondo che prova la versa Kouki. Dopo tutto questa personalità è nata da poco ed è diversa. Continuerebbe a stringerla ascoltando le sue parole e scuotendo leggermente la testa, mentre una mano andrebbe ad accarezzare la schiena della Hyuga. Cerca di consolarla amorevolmente, di placare quel suo stato d’animo spaventato e confuso. <Non ti preoccupare, Shade. Non è colpa tua e ne sono successe di cose.> accenna quella frase, ma probabilmente non andrà oltre con le spiegazioni, perché un argomento è altamente segreto, mentre l’altro riguarda per lo più Fumiko, e non sa se la donna voglia che sia raccontato. <Ma ora va tutto bene, ero in ospedale per delle ferite, ma ora sono guarita, vedi? Ti avrei scritto, ti avrei raggiunto per passare qualche giorno con te.> ammette con assoluta sincerità nella voce e nelle intenzioni e nei pensieri. Dolce il tono di voce, materno e rassicurante. Tenterebbe ora di portarla dentro casa, perché all’altra potrà anche non importare del gelo, ma la piccola Yakushi sta diventando un ghiacciolo al gusto serpe. Non perde il sorriso e porterebbe se stessa e la Hyuga al caldo della Magione. [Chakra On]

22:26 Shade:
  [Ingresso] Non si farebbe problemi a seguirla dentro casa, andando a scogliere quell’abbraccio che le provoca decisamente molti brividi lungo il corpo. Aveva bisogno di quella sensazione di piacevole tepore che la piccola Yakushi riesce a trasmetterle quando sono insieme. Un calore che raggiunge il suo cuore, che lo scalda e lo calma dal dolore che il mondo cerca in tutti i modi di provocarle. Avrebbe dovuto passare più tempo con la sorella, avrebbe dovuto correre subito da lei quanto ne ha avuto la possibilità. Avrebbe potuto farlo, ma non l’ha fatto, per colpa della paura. SI rende conto solo ora di quanto sia una fifona davanti all’idea di perdere coloro che ama, e di come questo la potrebbe portare sempre più lontana da loro. Ma, nonostante questo, si sente sollevata, andando ad asciugarsi le lacrime, confortata dalle parole dell’altra. <No, forse potrebbe non essere colpa mia ma…cosa significa ospedale? Come ti sei ferita? Kouki ti prego dimmi che Mirako non ha combinato alcun guaio…> ancora convinta che la serpe ghiacciata sia in realtà la sorellina che tanto ama, anche de inizia ad avere qualche sospetto e, il primo della lunga serie, sono proprio quella specie di strane pantofole che la piccola indossa ai piedi. <E queste? Cosa sono?> lo chiederebbe trattenendo una risata, osservando quei piedini avvolti nel pelo blu, con un espressione divertita, insicura se porre o meno la domanda fatidica e, soprattutto, quale dovrebbe essere la domanda giusta da porre. <Se non vuoi dirmi cosa è successo a me va bene, lo sai che sono qui per te…> ha combattuto il freddo, la distanza e la paura, solo per la sorella, come minimo vorrebbe sapere cosa ha che non va, per poterla aiutare, per poterla confortare. Per fortuna non si è resa conto della terza personalità, altrimenti le chiederebbe di riavere indietro la sorellina e lo farebbe piangendo in ginocchio. Va bene nascondersi dal mondo, ma nascondersi anche da Shade, è un duro colpo che la Hyuga potrebbe non apprezzare più di tanto. <Fumiko? Non è in casa vero, nemmeno Raido, giusto?> meglio non vederli, per ora.[ch off]

22:43 Kouki:
  [Ingresso] Una volta dentro casa la piccola andrebbe ad accogliere con piacere il tepore di quelle mura domestiche, al caldo, al riparo dal freddo. Prende un profondo respiro, mantenendo il sorriso. Avrebbe dovuto pensare a Shade, ad avvisarla, ma lei non poteva scrivere perché completamente ingessata… forse avrebbe potuto far scrivere un’infermiera? No, ci sarebbe state cose personali probabilmente, e non avrebbe gradito più di tanto la piccola. Si scalda a quell’abbraccio, il cuore subisce battiti accelerati, la consapevolezza di quella mancanza tanto forte che c’è stata, tutte emozione che cercherebbe di far arrivare a Kouki. Ma è dura, e anche se ce la sta mettendo tutta per riportare a galla la legittima proprietaria di quel corpicino, sta incontrando non poche difficoltà. Ha subito fin troppi colpi. Ma segue un lungo silenzio alla prima frase della ragazza, e le farebbe cenno di seguirla in cucina, dato che è ben intenzionata a preparare del thè. Lenti passi mentre cerca di elaborare una risposta. <Diciamo che si è trattata di una missione.> direbbe infine, mentre cercherebbe di preparare il thè partendo dalla teiera e riempiendola d’acqua calda, che poi andrebbe a sistemare sul fuoco. Delle tazze infine verrebbero prese e posate su un vassoio, con tanto di cucchiaini, infusi e zucchero. <Fumiko a quanto pare aveva perso la memoria per colpa di suo padre Noboru.> no, non può nascondere questo alla sorella, e dato che ha riguardato anche la piccola, allora può decidere se raccontarlo o meno. <Ho combattuto quindi contro Fumiko, e non si è certo risparmiata. Entrambe ci siamo ridotte parecchio male a vicenda.> si volta ad osservare Shade, perché non vuole che vada in panico, o si arrabbi con la donna, quindi le mostra un dolce sorriso sincero. <Non sapeva cosa stava facendo, non mi riconosceva nemmeno. Ma mio padre mi ha chiesto aiuto e io ho fatto del mio meglio per tenerla occupata mentre lui pensava a Noboru. Ora non so come sia la situazione, ma come vedi io sto bene. Mi dispiace solo di averla ridotta tanto male.> si è ripresa totalmente, anche se deve ammetterlo, rabbrividisce al ricordo delle proprie viscere che fuori uscivano dall’addome. Allarga le braccia verso la Hyuga, per accentuare il fatto che ora il proprio corpo è guarito. <E’ rimasta solo una cicatrice, ma in mezzo a tutte quelle che ho, non si nota nemmeno. Cioè, in realtà si nota dato che è fresca.> sembra scherzarci su, o non darci troppa importanza, ma quel che conta è che è assolutamente sincera e tranquilla a quel racconto. <Mirako ha cercato di ucciderla, ma…> si blocca, non può parlare di Kouki come se fosse un’altra persona, e nemmeno parlare al plurale, quindi cerca di ritrovare un minimo di autocontrollo prima di andare avanti, per cercare di parlare come se lei fosse Kouki. <… ma io glie l’ho impedito.> conclude il suo dire, ben conscia che la ragazzina ha dovuto cedere alla fragilità della propria mente per impedirlo. Scuote la testa, tornando alla teiera per controllarla. <Non sono in casa o non ne parlerei con tanta tranquillità, non so se a loro farebbe piacere che io ne parli. Ma è ritengo più che giusto che tu sappia, sei mia sorella.> e su quello non ci piove. Accennerebbe una risata infine, osservando le proprie pantofole e muovendo i piedini facendo oscillare quei pelucchi. <Ti piacciono? Mi tengono caldi i piedi.> espressione tranquilla, serena, come se fosse in pace con il mondo, equilibrio puro. [Chakra On]

23:11 Shade:
  [Ingresso] La seguirebbe in cucina. Le lacrime ancora scendono lungo il volto, ma decisamente più controllate rispetto a prima. Ogni tanto gli occhi diventano lucidi davanti alla figura della piccola, ripensando alla idea stupida di aver perso anche la sorella, ma per fortuna lei è lì…o almeno lo è il suo corpo, ma questa è una cosa che lei non sa, non comprende, non capisce e che difficilmente potrebbe capire di punto in bianco. Nota qualche differenza, ma mai a pensare che Kouki si sia splittata ancora una volta e che, quella che lei ama di più, al momento è nascosta. Poi segue il racconto. Lei la accompagna in cucina, ascoltando tutto, arrivando a pietrificarsi davanti all’idea che il corpo della sua amata sorellina, il corpo di una bambina, sia stato adornato con una nuova cicatrice dalla donna che, un tempo, considerava come una madre. Rabbrividisce, forse anche sbianca per qualche secondo, divenendo rossa di rabbia dopo poco. Il cambio è evidente, il volto di Shade è come un libro aperto, pronto per esser letto da chiunque abbia la voglia di osservarla e le parole che seguono forse non sono quelle che Kouki si aspetterebbe di sentire, ma vengono pronunciate con tranquillità e un evidente dose di odio. <Avresti dovuto lasciarla fare….> e sanno entrambe a chi si sta rifedendo. <…alla fine è il suo compito quello di proteggerti, di esserci per te sempre e comunque. Mirako aveva tutto il diritto di farle del male veramente…> tenerla ferma, impedirle di ucciderla. Non vuole sconvolgere Kouki più di tanto, non vuole distoglierla dalla sua isola di pace interiore, motivo per cui andrebbe ad aggiustare il tiro, riprendendo a sorridere, un po’ più rigida rispetto a prima. Nasconde l’odio e la rabbia che la cosa le sta trasmettendo. <Vedo che stai bene…sembri molto più calma, più tranquilla. Se picchiare qualcuno ti fa così bene, la prossima volta mi offro come vittima sacrificale> come se non lo facesse abbastanza spesso, considerando che, per salvare Fumiko, si stava facendo strangolare da Noboru…quanto è stata stupida quel giorno. Salvare Fumiko e la sua stirpe da qualcosa a cui lei somiglia incredibilmente…avrebbe dovuto spingere Noboru a prender con se la bambina…ma questo avrebbe ferito anche Raido e non se lo sarebbe mai potuto permettere, mai e poi mai. <Mi dispiace…so che odi quelle cicatrici…ma per me sarai comunque bellissima e lo sai….> non capisce se la sorella ha trovato la sua pace senza di lei o se le è successo qualcosa di grave…non lo capisce, e la cosa la fa stare male un po’ in entrambi i casi. <Si…diciamo che sono fuori dal comune> ammetterebbe sorridendo per qualche secondo, tornando velocemente seria. [ch off]

23:24 Kouki:
  [Ingresso] Pacata, tranquilla, osserva la reazione di Shade a quelle parole. Le osserva con cura, perché è lì che vuole leggerla. Sbianca, si pietrifica, e poi diventa rossa di rabbia fumante. Non è quello che voleva ottenere raccontandole tutto quello, e ancor meno le piacciono le parole successive, ma sono ben lontane da disturbare la sua pace interiore e quell’equilibrio che tanto vanta. Il viso non si spegne, il sorriso rimane ad accarezzar le sue labbra, l’espressione amorevole, premurosa nei confronti della sorella, comprensiva. Le è vicina in quel momento, la comprende in quel suo sfornare parole tanto gravi. Ma non si turba. <Perché avrei dovuto? Fumiko non c’entrava nulla, è stata costretta e plagiata da suo padre. Come un tempo lo ero io con Otsuki. Non meritava la morte e Mirako voleva ucciderla solo per divertirsi e sfogarsi, non per proteggermi.> mette in chiaro le cose, con calma pronuncia quelle parole nella maniera più chiara e lieve possibile, in modo da andare ad affievolire la rabbia della sorella, continuando a sorriderle. <So cosa si prova crescere senza genitori. Non volevo che accadesse di nuovo, non volevo che accadesse a Miho. Quella bambina è innocente e merita tutto l’amore che le si possa dare, soprattutto quello di una madre.> serena anche nei movimenti mentre va a togliere la teiera dai fornelli, per poi versare il contenuto nelle tazze e mettere in ammollo gli infusi. Un dolce profumo ristoratore e caldo dovrebbe ora levarsi per la cucina, ed inviterebbe la Hyuga a sedersi, con garbo. Se lo avesse fatto allora farebbe altrettanto e le porgerebbe la tazza di thè caldo. Non sa cosa rispondere alle parole successive, non sta bene perché ha picchiato qualcuno, non è Kouki a stare bene. Accenna un sorriso, una piccola risata cristallina. <Preferirei non picchiare qualcuno solo per sfogarmi.> sceglie infine quelle parole. <E non picchierai mai te per questa misera motivazione.> per nulla al mondo in realtà l’attaccherebbe. <Grazie sorellina.> un ringraziamento sincero, sentito, e che cercherebbe di far arrivare anche alla Yakushi. Soffia sulla tazza e quindi inizierebbe a bere piccoli sorsi. <A te come vanno le cose invece? Con gli animali, il tuo ragazzo… insomma. Stai bene, si?> cerca di assicurarsene osservandola con cura. [Chakra On]

23:47 Shade:
  [cucina] Non le interessa, non le importa se Mirako voleva fare del male a Fumiko per semplice vendetta, per divertimento o per sfogarsi, in questo momento è più che sicura che la piccola avrebbe fatto sicuramente una cosa positiva. Kouki…no, non devono toccare ancora quella bambina. Ha sofferto tanto, troppo, per poter sopportare tutto questo ed uscirne indenne. Raido…lui ha chiesto a Kouki aiuto per affrontare Fumiko. Eccone un altro che effettivamente ha fatto una grande cappellata, una persona che avrebbe potuto chiedere il supporto di chiunque, conosciuto da tutti, possibile che non abbia un alleato più consistente a cui chiedere aiuto? Farlo alla figlia, per provocarle altro dolore. Perdonare quella coppia potrebbe essere più difficile di quel che sembri. <Kouki…Fumiko non è un angelo…> ammette con tono basso, prendendo posto in cucina lasciandole la possibilità di completare il discorso, prendendo fra le mani la tazza di thè caldo e iniziando a riscaldare le stesse, per ora evitando di togliersi il caldo poncio, come se fosse pronta a partire per tornare a casa, eppure non ha alcuna intenzione di farlo. Andarsene, senza Kouki, è una cosa che non farà per nulla al mondo. <Ma ammetto che lasciare quella bambina da sola sarebbe stato crudele…> anche lei ha avuto il suo buco di infanzia rovinata dall’assenza di una famiglia. Ora ha una famiglia vera e propria, ma non è composta da una madre e un padre, ma da un ragazzo e una sorella, tutto il resto non è per nulla importante. <…forse hai fatto bene> lascia al dubbio, come se si ritrovasse solo per metà d’accordo con la piccola, ma tanto si sa, che Shade quella bambina non l’ha mai veramente voluta vedere, non l’ha mai veramente presa in considerazione perché la riteneva un problema per Kouki. Travisa però il resto del discorso, come se si aspettasse di sentire una frase diversa quando si parla di picchiarsi a vicenda. <Lo so, lo so. Dovrei combatterti anche io qualora avessimo una buona motivazione per farlo…so che ci siamo promesse che non avremmo mai smesso di lottare…ma io…non potrei mai colpirti, così come non potrei mai colpire Mirako….mi dispiace> quel corpo è per due personalità, in realtà tre al momento, ma siamo duri a capire questo dettaglio decisamente nuovo della mente della Yakushi. <Ah…a casa ne stanno succedendo un po’ di tutti i colori per colpa del panda lanciafiamme…ma tutto sommato ce la caviamo senza troppi problemi….mi manchi e ti vorrei con me…ma so che non posso portarti via da Raido…> una verità che la rende tanto felice quanto triste. <Io sto bene….credo…> almeno lei lascia il beneficio del dubbio. <Kouki…c’è qualcosa che non va? Non starai mentendo per farmi preoccupare meno, vero? Sai che con me puoi esser sincera…lo sei sempre stata> e non sta parlando delle parole pronunciate dalla piccola, ma della calma e del sorriso sempre presente stampato sul suo volto[ch off]

00:07 Kouki:
  [Cucina] È vero forse non è stata la cosa migliore del mondo chiedere a Kouki una cosa simile, una bambina della quale nessuno ha mai capito la vera fragilità mentale. Ed ora siamo a questo punto, che lo abbia voluto o meno, se poteva essere evitato o no. Ma alla fine è Kouki stessa che ha accettato una simile richiesta, anzi… lo ha fatto perché proprio questa nuova personalità le ha ricordato dell’affetto che la piccola prova verso la donna, quell’affetto sempre più forte. Ascolta le parole di Shade, quelle prima parole. Fumiko non è un angelo. <E chi lo è a questo mondo? Forse solo i bambini piccoli e ancora puri lo sono. Ma Fumiko non sarà un angelo, lo so, ma non lo sono nemmeno io. E non lo è nemmeno papà.> quel sorriso materno, amorevole, permane in direzione della ragazza, come se volesse farle comprendere quella verità. <Mi dispiace che non abbiate mai avuto modo di chiarirvi e riavvicinarvi, davvero. Perché alla fin fine eravate solo spinte da emozioni che non riuscivate a comprendere, almeno per quanto riguarda Fumiko. La sua gelosia è stata troppa, distruttiva e non aveva… ne capo ne coda. Ammetto che dovrò ancora conoscerla meglio, però.> ammette infine, dato quello che è successo con l’organizzazione di suo padre, sapendo che Fumiko ha accettato di entrarci… insomma lei si trova ancora in bilico, ma non vuole lasciare ancora Mirako libera di agire. Alla fine forse è meglio che non si siano riavvicinate, o anche Shade avrebbe rischiato di ritrovarsi in mezzo a tutta la faccenda di suo padre. Il sorriso si affievolisce, l’espressione si fa più seria mentre sorseggia il thè. La loro promessa, se solo Kouki riuscisse a svegliarsi. Sorride appena alla descrizione di quel panda. <Qualche giorno verrò a stare da voi, se ti va. Così possiamo passare più tempo assieme.> ammette sincera verso di lei, grata di saperla felice anche se riconosce che forse non è totale. Ma torna seria, torna pensierosa, ascolta Shade e non sa più se deve tenere quel segreto… Kouki ha bisogno di risvegliarsi, con calma, dolcezza e amore, e avrà bisogno di aiuto da parte di sua padre, di sua sorella, di chiunque voglia. <Shade…> sussurra il suo nome, le manine si stringono attorno alla tazza. <Mi dispiace.> si scusa perché non glie lo ha detto subito e si nota la sofferenza nello sguardo, sul viso, per quella decisione. <Posso chiederti di aiutarmi?> una semplice domanda, una richiesta, sembra pregarla. <Mi devi aiutare ad aiutare Kouki… si è persa.> non direbbe altro, una rivelazione che potrebbe essere colta o meno. Non è Kouki, quindi, ma è chiaro come il sole che non sia nemmeno Mirako. Nient’altro, solo silenzio poi, perché dovrebbe autodeterminarsi, e sarà davvero pronta a rivelare di essere qualcun altro? [Chakra On][END]

00:23 Shade:
  [cucina] Anche riuscendo a capire la fragilità mentale della piccola Yakushi non è sempre facile riuscire ad interagirvi rimanendo sinceri e sicuri cercando, allo stesso tempo, di evitarle inutili sofferenze. Non tutti sarebbero stati capaci di farlo e, Shade, è una di quelle persone che avrebbe avuto delle grandi, grandissime difficoltà. Le parole della ragazzina sono vere. Chi è un angelo a questo mondo se non un bambino innocente? Abbassa il capo, conscia di tutto ciò, ma comunque abbattuta dall’argomento Fumiko. <Lei…e io…credo che non siamo poi tanto compatibili e ammetto di aver avuto paura, più di una volta, che il rapporto fra lei e te ti allontanasse da me. So che non succederà mai, e ne sono felice> si salva in angolo probabilmente, cercando di mostrarle ancora quella normale reazione umana, quella innata gelosia nei confronti di ciò che vorrebbe per se, solo per se, ma che sa di non possedere fino a quel punto. <Ha fatto le sue scelte, io ho fatto le mie…> e la sua scelta è stata Uta. Poi l’argomento più bello della serata, le si illuminano gli occhi all’idea di avere Kouki con se. <Ne sarei più che onorata di averti con noi…> almeno potranno prendere in giro Uta e il panda insieme, ma poi sente una richiesta particolare, una richiesta di aiuto. <Certo…qualunque cosa per te> e si, farebbe davvero qualunque cosa per lei. <Kouki…si è persa?> non capisce, non subito, la osserva sconcertata come se si aspettasse di parlare con Mirako, ma no, quella non è Mirako, ma se parla di Kouki in quel modo…è confusa ma…sua sorella…<Qualunque cosa per Kouki…farò qualunque cosa.> quella è una promessa. [END]

Le due sorelle si ritrovano dopo un lungo periodo di separazione e parlano di molti argomenti, più o meno delicati.