Parole e ricordi

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con Naoko

21:10 Naoko:
  [Radura] E’ uscita nuovamente dalla magione, subito dopo aver cenato, per poter intraprendere una passeggiata sotto la pioggia, sotto quello scroscìo battente, ciò che le fa ricordare di essere un’abitante di Ame e non una ragazza adottiva di Kusagakure. Lei è cresciuta sotto la pioggia, è nata in una giornata di pioggia e le iridi blu che spaziano sul viso rendono il tutto più comprensibile, così simili alla tonalità dell’oceano. Capelli rossi rilegati in una treccia ordinata ed elegante, un fiocco rosa a chiudere la parte inferiore e il coprifronte che tiene rialzata la frangia appena accennata. Indossa un maglione pesante a ridosso del busto, dal colore verde scuro, con un piccolo pizzo nero nella parte inferiore; leggins neri fasciano le gambe snelle e agili, allenate, mentre anfibi neri si chiudono a ridosso dei piedi, con doppio nodo all’altezza delle stringhe, per una maggiore tenuta. Porta kunai e shuriken allacciato alla gamba destra, con all’interno cinque armi; un portaoggetti è tenuto rilegato al braccio sinistro, contenente il necessario per sopravvivere: coltello, spiedi, bomba luce, fumogeno e un tonico coagulante, per ferite improvvise e impreviste. Ma non si sente completamente a suo agio. No. Cercherebbe di alzare le braccia e di portare le mani a congiungersi tra loro, affinché le dita possano incrociarsi e tentare di dare vita al sigillo della Capra. Una volta ricreato, cercherebbe di richiamare l’energia fisica, quella forza che muove i muscoli, quella forza insita in ogni fibra del suo corpo, in ogni cellula, dal capello alla punta dei piedi. La forza che le permette di camminare, di stare in piedi, di poter muovere le dita e il resto del corpo. Assieme a essa, proverebbe a ritrovare la forza psichica, quella che smuove i pensieri, quella che smuove le immagini all’interno della propria testa, inerenti al suo passato, al suo presente e al suo futuro, alle sue prospettive, alle sue aspettative. Energie mentali, energie dettate dall’esperienza, da quella poca esperienza ancora insita in lei. Proverebbe a mescolarle tra loro, a fonderle insieme, a renderle un’unica realtà, a renderle un’unica entità. Proverebbe a mandare il tutto al centro del suo corpo, alla bocca dello stomaco e lì mescolarlo, in senso antiorario, affinché possa essere smosso nelle diverse parti del corpo, nei diversi angoli. Tenterebbe, quindi, di spostarlo appena verso le gambe, spingendolo verso il basso e verso le braccia, spingendolo in laterale e verso la testa, spingendolo in alto, in modo tale che possa riempire ogni anfratto e cercare così di avere un quantitativo equo dappertutto. Ora si sente bene, ora si sente adeguata, ora si sente sicura di sé. E’ tornata nella radura dove ha incontrato sua madre, dove ha potuto rivederla, il luogo dove tutto è iniziato a cambiare. Di nuovo. E’ da sola, non c’è nessuno attorno a sé e l’ombrello rosso viene trattenuto nelle dita della mano destra affinché non si prenda un malanno. Silenzio assoluto attorno a sé, pensieri che iniziano a tornare, ricordi che si fanno spazio nella mente. [Tentativo Impasto Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x2 – Bomba Luce x1 – Fumogeno x1 - Tonico Coagulante x1]

21:19 Naoko:
  [Radura] E’ un luogo alquanto affascinante quello che si apre agli occhi della ragazza, che si aprirebbe agli occhi di chiunque, offrendo una delicatezza e una bellezza fuori dal comune, di una natura incontaminata, ben lontana dal passaggio dell’uomo e delle sue tecnologie. Gli alberi di ciliegio inizia a perdere del tutto i loro colori, quel rosa che adorna ogni singolo ramo, l’edera che lenta si arrampica sul tronco o i nidi degli uccelli che si posano per trovare ristoro. Il gelo inizierebbe ad arrivare anche in queste terre, quella pioggia battente è la prova, il maglione che indossa segna il suo attaccamento alla salute, mentale e fisica. Silenzio che regna attorno a lei, senza che nessuno fiati, senza che alcun componente della fauna interrompa quel momento, come se davvero dovesse esserci solo lei qui, in questo momento. Una ragazza semplice, una ragazza comune, una ragazza che ha scoperto l’origine del suo sangue, che ha scoperto la sua identità, che ancora deve scoprire tante, troppe cose di sé, di quel passato, di quell’abbandono. Le iridi blu fisserebbero un albero dritto davanti a sé, con pochi colori ancora attaccati, con qualche fiore che leggero e fragile si regge a uno dei rami più bassi. I passi si muoverebbero leggeri, senza alcuna fretta, con l’ombrello che verrebbe scostato appena all’indietro e accogliere piccole gocce sul proprio viso, quasi volesse assaporare il candore dell’acqua, quella pioggia che scroscia dentro di sé e che ancora non troverebbe pace. I graffi sulle sue mani sono un chiaro segno di ciò che prova, di ciò che sente, di quello che vorrebbe buttare fuori ma che, invece, viene trattenuto. La pianta dovrebbe distare circa mezzo metro dal suo viso, da quell’ombrello rosso che viene retto con la mano destra e inizierebbe a parlare con esso, come se avesse una volontà propria <Io ho scoperto chi sono, ho scoperto a che famiglia appartengo, ho scoperto di non essere sola ad affrontare questo mondo. Allora perché continuo a sentirmi così inadeguata? Perché continuo a sentirmi inutile rispetto a tanti altri ragazzi come me?> domande che lacerano l’animo, domande che si susseguono ogni notte, domande che renderebbero gli occhi lucidi. Un blu che diverrebbe più acceso, come se quegli abissi volessero ritrovare una luce più calda, più accogliente, più sfarzosa. [Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x2 – Bomba Luce x1 – Fumogeno x1 - Tonico Coagulante x1]

21:30 Naoko:
  [Radura] Occhi che vorrebbero dire molto, occhi che vorrebbero rivelare molto, occhi che vorrebbero essere vivi, unici ma che, in realtà, non significano nulla. Lenti fisse impiantante anni prima, per nascondere il rosa originale, per scostarsi completamente da un passato scomodo, da un passato che l’ha resa una traditrice per colpa di un padre assente. Il tatuaggio sulla schiena è la prova di tutto questo, un segno indelebile inciso con aghi e inchiostro da chi era amico fedele ma che, al primo scoglio, ha preferito voltare le spalle. Un uroboro che circonda quel tatuaggio, un kanji segnato sul capo dello stesso a significare una vicinanza, una proprietà, l’essere parte di una nuova famiglia, di un nucleo che ha scelto di prenderla con sé, per farla diventare più forte. Pensa a tutto questo la piccola Kakuzu, con il viso che si stringe appena in una smorfia di malinconia, di sofferenza, la mano destra che stringe più forte il manico dell’ombrello e le nocche che dovrebbero diventare bianche per la pressione effettuata. Sguardo che dovrebbe rimanere a ridosso della pianta, la mano sinistra che si alzerebbe dal rispettivo fianco e palmo che andrebbe ad appoggiarsi sulla superficie ruvida, legnosa e umida. Cercherebbe di sentirsi il battito di quella pianta, come a cercare una connessione con essa, come a voler trovare un sollievo che ancora non giunge, che ancora sembra lontano anni luce. Le iridi andrebbero a chiudersi appena, come se stesse meditando, per riaprire così la bocca e riprendere parola <Sono nata ad Ame, sedici anni fa, in una giornata fredda, umida, tempestosa. La mia casa era calda, accogliente, viva, sicura. Non ho fratelli o sorelle, sono l’unica figlia di una coppia di ninja professionisti, di rango medio all’interno dei rispettivi Clan. Ma mio padre è fuggito dai Ryoshu, li ha abbandonati nel momento del bisogno, si è allontanato perché era in disaccordo con loro, con ciò che bramavano, con ciò che ritenevano giusto fare. Su di me, per me, per continuare la dinastia, per evitare che la linea dell’Acido trovasse una brusca interruzione> stralci di vita, di pensieri, di ricordi che vengono elargiti verso un soggetto inanimato, verso un elemento che non potrebbe replicare, verso una pianta che dovrebbe cedere sotto il peso del freddo, del gelo, dell’inverno. Ricordi che affiorano, una sola lacrima che solcherebbe la guancia destra, arrivando al mento e fermandosi lì, come se fosse stato fissato un capolinea invisibile. Parla con sé stessa, parla per sé stessa, sta tirando fuori tutto quello che riesce, tutto quello che vorrebbe ma che tiene custodito segretamente. [Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x2 – Bomba Luce x1 – Fumogeno x1 - Tonico Coagulante x1]

21:44 Naoko:
  [Radura] Un segno provvisorio toccherebbe la guancia della ragazza, la nostalgia che intacca il cuore e l’animo rendendola fragile agli occhi di nessuno, rendendola fragile in un mondo dove le azioni contano più delle parole, dove le parole spesso si sprecano e non vengono accolte, dove bisogna tacere per evitare guerre, scontri, cataclismi. La pioggia continuerebbe a scorrere sul bosco, in quella radura completamente aperta, dove gli alberi offrono una cornice leggera, una delimitazione immaginaria. Nessuna staccionata o impedimento, la sola natura regna incontrastata. La mano sinistra rimarrebbe a ridosso del tronco senza perdere contatto, vuole sentire qualcosa sulla pelle, vuole sentire un calore che le manca, vorrebbe sentire quel tipo di calore che stringe il cuore e che lo tiene al sicuro, lontana dalle insicurezze, lontana da ogni sorta di dubbio, di cedimento, di fragilità. Le emozioni andrebbero a susseguirsi nel suo animo, un’altra lacrima andrebbe a scendere a ridosso delle guance, della sinistra questa volta, come se dovesse pareggiare il segno lasciato sull’altro lato. Due parabole delicate su di una pelle bianca, candida, di una lucentezza fanciullesca, di chi ha il cuore spontaneo ma un animo segnato da un abbandono forzato, un abbandono dettato dal destino avverso. Le iridi blu andrebbero a riaprirsi solo ora, a mostrare la bellezza di un oceano infinito, la forza della pioggia che continua a battere sull’ombrello rosso e che spingerebbe l’animo della Kakuzu avanti, per renderla migliore, per renderla più forte. Altre parole giungerebbero, altre parole verrebbero a galla, altri pensieri spazierebbero all’interno della mente <Volevano fare un esperimento su di me, volevano modificare il mio codice genetico, volevano farmi una trasfusione di sangue. Mia madre aveva scoperto che ero come lei, che potevo avere le fibre nere nel mio corpo, ma io non lo sapevo, non me lo aveva mai detto prima del nostro ultimo incontro. Ma tutti loro erano a conoscenza di questo dettaglio, tutti loro volevano che fossi una figlia dell’Acido, una figlia del rigetto del veleno. Mio padre non voleva permettere questa tortura, non voleva infliggere dolore inutile per un esperimento. Poteva riuscire, ma poteva anche fallire e portare alla mia morte prematura. Mio padre lo sapeva e ha convinto mia madre a lasciarmi andare, ad abbandonarmi qui, ad Ame> ricordi che passano costanti, che vengono elargiti ancora. Lei sapeva tutto, ma non sapeva di essere una Kakuzu fino a poco tempo prima. Ecco il motivo che spingeva il Clan Ryoshu a renderla un esperimento, a renderla una creatura degna di loro, un’erede perfetta ai loro occhi. [Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x2 – Bomba Luce x1 – Fumogeno x1 - Tonico Coagulante x1]

22:22 Naoko:
  [Radura] Le lacrime continuerebbero a scendere senza sosta adesso, uno sfogo che verrebbe fuori e che non lascerebbe andare il corpo della giovane, che la terrebbe in una morsa senza fine, in gocce d’acqua che si mescolerebbero assieme alla pioggia, a quella frescura che il tempo offre al villaggio. La mano sinistra rimarrebbe a ridosso del tronco, a ridosso di quella superficie lignea umida e che lascerebbe sulle dita e sul palmo un segno marrone profondo, quel colore che viene lavato via e che viene lasciato indelebile sulla pelle, come un ricordo nuovo da conservare nell’animo. Le parole uscirebbero dalle labbra, ancora una volta, a raccontare ancora di sé a quella pianta, a sfogare tutto quello che vorrebbe tirare fuori <Mi hanno abbandonata per non rendermi il frutto di un esperimento, per non rendermi il frutto di una vita colma di sofferenza e di dolore. Ma, facendo così, mi hanno donato le stesse sensazioni, un vuoto incolmabile, un vuoto che cerco di ritrovare grazie a Kurona, grazie a Yukio, grazie a Hime e a Joji. Loro sono la mia famiglia adesso, mi fanno sentire viva, mi fanno sentire unica, mi rendono partecipe di una vita basata sulla forza di volontà, sulla ricerca di sé stessi, su quello che posso e che devo diventare> spontanea e decisa. Lei dovrebbe raccontare tutto questo a qualcuno, lei dovrebbe dire questo a qualcuno ma non si fida ancora di nessuno ma quelle lacrime sono il segno della sua fragilità, il segno di un animo che lentamente si sta frantumando in mille pezzi. [Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x2 – Bomba Luce x1 – Fumogeno x1 - Tonico Coagulante x1]

22:48 Naoko:
  [Radura] Quella giornata volgerebbe al termine, la pioggia cade incessante su tutto il villaggio e non donerebbe tregua, a nessuno. Il terreno sotto i piedi si impregna d’acqua a vista d’occhio, il fango comincerebbe a essere presente a ridosso degli anfibi, così come alcune gocce comincerebbero a scendere dalle fronde del ciliegio. Le lacrime continuerebbero a scendere ancora, le iridi blu sembrano riluccicare di un’intensità diversa, una luce completamente estranea dal normale, una consapevolezza che vorrebbe uscire ma che rimane sopita nel suo animo a pezzi. Cristalli che si frantumano ancora una volta, frammenti che lacerano il cuore, che lacerano la mente e che tagliano ogni cosa, che fanno sentire una sorta di dolore fisico all’interno del corpo, come se stesse implodendo, come se stesse morendo senza saperlo. Ha bisogno di qualcuno, ha bisogno di sentirsi considerata, ha bisogno di sentirsi bene una volta per tutte. Ha bisogno di distruggere tutto ciò che la relega ancora al passato, che la lega ancora a quel sangue che scorre nelle sue vene. La mano sinistra scenderebbe dal tronco per tornare al fianco corrispondente, il viso si alzerebbe verso il cielo e l’ombrello verrebbe abbassato per un istante, velocissimo, a sentire le gocce d’acqua scorrere sulla propria pelle, per mescolarsi alle lacrime e dare un ultimo sfogo a quella solitudine. L’ombrello rosso tornerebbe sulla propria testa, per coprirla, con il ciuffo che andrebbe ad appiccicarsi al coprifronte. <Devo tornare a casa mia, deve rompere ogni legame, devo rompere ogni ricordo, non devo permettergli di tornare nella mia esistenza. Devo farcela, ce la posso fare e ce la devo fare. Io sono Naoko Kakuzu e solo io decido per me, per il mio destino> una convinzione che esterna al vento, alla natura attorno a sé. Deve rimettere insieme quei frammenti, dare una compattezza al proprio animo, essere veramente quella persona forte e imperscrutabile. Volterebbe le spalle alle pianta solo ora e i passi si susseguirebbero, uno dietro l’altro, per poter finalmente rientrare alla magione e andare a letto: la speranza di avere sogni più tranquilli, d’ora in poi. [End] [Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x2 – Bomba Luce x1 – Fumogeno x1 - Tonico Coagulante x1]

Naoko si reca da sola nella radura dove aveva incontrato alla madre e sfoga i suoi pensieri a ridosso di un ciliegio.
I pezzi cominciano a ricomporsi, nella speranza di sentirsi più forte e meno fragile.