Identità

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19:10 Naoko:
  [Stanza] Sì, è tornata in ospedale ma non per un controllo questa volta. Ha parlato con i medici già durante la mattinata, quindi è tranquilla sullo stato delle proprie lenti. Capelli rossi legati nella solita treccia, appoggiata sulla spalla sinistra e iridi blu che osservano ogni luogo, ogni persona, ogni singolo dettaglio presente nel villaggio e fuori. E’ uscita dalla magione già da diversi minuti, per recarsi nell’edificio adibito alle cure, adibito alla salute della popolazione, dove i medici svolgono in modo impeccabile il loro delicato lavoro. Indossa una maglietta lunga e larga, dal colore verde scuro, con la maschera nascosta nella zona lombare, il suo segno distintivo, ciò che la rende diversa dagli altri, dalla moltitudine. Un paio di leggins neri fasciano le gambe snelle e agili e un paio di anfibi del medesimo colore sono portati ai piedi, con doppio nodo a ridosso delle stringhe. Coprifronte che viene indossato sul capo, segno del suo essere Genin dell’Erba, portaoggetti rilegato al braccio sinistro e contenente un coltello, una bomba luce, un tonico per il chakra e uno per il corpo. Giunta a destinazione, lascerebbe le due armi in mano alle guardie, come regolamento impone. Lei segue quello che è giusto, lei segue quello che serve per una pacifica convivenza con gli altri. La camera da raggiungere è poco distante, sa dove si trova Kouki ed è lì che dirigerebbe i passi, per poterla rivedere, per poter sentire nuovamente quell’identità contorta che compone l’essenza della Yakushi. Curiosa, pericolosamente curiosa. Due tocchi sulla porta chiusa per poter essere accolta dall’interno, un galateo che le è stato imposto fin dalla tenera età. [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico per Chakra x1 – Tonico Coagulante x1]

19:14 Kouki:
  [Stanza] La giornata è passata anche piuttosto tranquillamente ad essere sinceri. Una volta che la mente di Kouki ha deciso di rimanere nel proprio mondo lasciando posto alla nuova Gemella arrivata, tutto sembra essersi calmato. Pace e tranquillità, se non fosse per delle fitte di dolore che ogni tanto avverte per tutto il corpo e la normale frustrazione di essere ingessata completamente ed immobile a letto. I lunghi capelli neri sono sparsi sul cuscino, la pelle candida decisamente bianca che la contraddistingue e i gialli occhi che sono sempre fissi sul soffitto dato che ha poca mobilità, tuttavia l’espressione appare pacata e tranquilla. Suo padre è sempre stato lì accanto a lei per tutta la giornata, tranne ora che probabilmente si è allontanato per sbrigare qualche faccenda. Sia Kouki che Mirako non presenti, intente a galleggiare mollemente nel mondo oscuro ed accogliente che la Yakushi si è creata. Per salvare la situazione o per lo meno mantenerla stabile ed equilibrata, la nuova Gemella della piccola serpe ha preso il controllo. Non è maligna, non è infida, chissà quale parte della ragazzina sia, ma l’importante è che la confusione mentale sia finita, almeno per oggi. Ha mangiato moderatamente la dieta che le è stata prescritta, ovviamente con l’aiuto dell’Oboro, dati i movimenti limitati, e lì sul comodino accanto a lei c’è una bottiglietta d’acqua con una cannuccia, per favorirle un dissetarsi migliore, non vi è più il copri fronte insanguinato, qualcuno è stato così gentile da prenderlo e lavarlo, quindi le sarà ridato si presuppone. Ha smesso di piovere, ora vi è un bel panorama dalla finestra, ed ogni tanto volge il suo sguardo verso quella direzione per poter svagare un po’ la mente. Ma qualcosa attira la sua attenzione, ovvero due tocchi, due semplici tocchi sulla porta, che lentamente le fanno voltare la testa verso di essa. <Avanti.> il tono non è alto, ma perfettamente udibile dovrebbe essere per chi vi è al di fuori. Invita ad entrare, con tranquillità e dolcezza nella voce, attendendo curiosa di vedere chi farà il suo ingresso. [Chakra Off]

19:27 Naoko:
  [Stanza] La curiosità ha ucciso il gatto, si dice nei modi di dire comuni. Un detto conosciuto e riconosciuto, un detto che potrebbe essere verità o semplice menzogna, chi potrebbe dirlo. Ha bussato all’interno, per essere accolta, per essere sentita, per evitare di disturbare un sonno ristoratore a chi deve riprendere le forze. Una piccola voce giungerebbe dall’interno, una piccola voce che impone un ordine leggero, senza risultare imperativo. La mano destra andrebbe ad appoggiarsi a ridosso della maniglia, per poterla smuovere e aprire così l’uscio, in modo da palesare prima il volto all’interno e poi il restante corpo. Passi leggeri che verrebbero portati all’interno, la porta viene chiusa alle proprie spalle, per poter rimanere da sole, per evitare che dottori, infermiere o altri che possano disturbarle. La piccola si troverebbe relegata a letto, con un’evidente ingessatura al braccio sinistro e un aspetto più pulito. Nessun sorriso appare sul volto, nessuna emozione in particolare, nulla che possa constatare lo stato d’animo della ragazza. Non sa nemmeno lei il motivo della presenza in questa stanza, non sa nemmeno lei perché vuole rivedere la fragile ma forte Yakushi. Si avvicinerebbe in modo cauto, lento, passo dopo passo, mossa dopo mossa e andare a prelevare nuovamente la sedia poco distante e porla accanto al letto, accanto all’altra. La osserverebbe da quella posizione, senza sedersi, gesti automatici che si susseguono senza sosta, come se fosse una specie di automa senza volontà propria. Osserva con quelle iridi blu, la mano destra che si alzerebbe verso la treccia per scostarla dietro le spalle e l’animo che smuove diverse sensazioni: nonostante questo, non le vuole comprendere, non vuole capire ma vuole solo sapere, vuole solo imparare, vuole solo conoscere l’identità di chi le starebbe di fronte. <Come ti senti? I medici hanno svolto bene il loro compito> un modo come un altro per poter principiare la conversazione, per poter donare un input al silenzio che regnava. [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico per Chakra x1 – Tonico Coagulante x1]

19:36 Kouki:
  [Stanza] Ai suoi occhi appare la figura di Naoko e si ricorda perfettamente di lei, essendo comunque che era già presente nella psiche della Yakushi quando si sono conosciute. La osserverebbe con attenzione… i rossi capelli raccolti in una treccia, gli occhi blu che in origine era rosa, la maglia verde e larga che dovrebbe nascondere la maschera che le fu cucita dalla madre, i pantaloni e gli anfibi, più il copri fronte di Kusa. Rivedere quella conoscente le fa piacere, soprattutto perché non ha avuto modo di parlarci come si deve, dopo tutto comunque sia i ricordi sono confusi anche se riesce a ghermirli. Non si smuove per via dell’ingessatura completa, ma andrebbe a regalare un piccolo e dolce sorriso verso la ragazza. Un sorriso che voglia invitare la giovane a compiere quei passi all’interno della stanza, dopo che ha richiuso la porta alle spalle, per potersi avvicinare al letto della bambina. Prende una sedia, la pone di fianco al letto, ma non si siede, preferisce rimanere in piedi ad osservare ed analizzare la giovane Chunin. Lei dal canto suo non si sente innervosita da questo comportamento, non si sente a disagio nemmeno per l’espressione neutra che l’altra ha in volto, ma cercherebbe di compiere un cenno con la testa andando ad osservare la sedia, come ad invitarla a sedersi. <Siediti pure se lo desideri.> poco più che un sussurro vellutato, per poi annuire alle sue parole. I medici hanno fatto un buon lavoro, non può negarlo, certo preferirebbe muoversi invece che stare bloccata a letto, ma dovrà solo sopportare qualche giorno. <Hanno fatto un buon lavoro, si.> ricorda anche quei momenti, piccole aperture nella sua memoria. <Mi sento decisamente meglio.> sicuramente meno psicolabile della prima volta che si sono viste, ora esprime emozioni, il tono ha diversi colori e sembra compiere frasi di senso compiuto. <Come mai sei tornata?> domanda curiosa e più che legittima, senza annullare quel lieve sorriso che piega le sue labbra, ed osservandola con attenzione, ma senza sembrare invadente. Che sia entrata nel cuore di quella ragazza? Probabilmente ne dubita, non hanno passato molto tempo insieme, e l’altra non le sembrava granchè coinvolta emotivamente, quindi tace ed attende che sia Naoko a spiegarle il motivo. [Chakra Off]

19:48 Naoko:
  [Stanza] La osserverebbe senza cedere minimamente, la osserverebbe senza battere ciglio, senza mostrare segni di cedimento nello sguardo o nell’emozione impassibile che mostra alla ragazzina davanti a sé. Uno sguardo verso ogni parte del corpo altrui, sebbene la maggior parte del corpo dovrebbe trovarsi al di sotto delle lenzuola bianche, probabilmente cambiate dopo le minuziose cure offerte dai medici. E’ sparito il coprifronte dal comodino, le iridi blu ne cercherebbero la presenza ma, probabilmente, lo hanno lavato e lo porteranno a breve. Nuove parole le verrebbero rivolte, nuove parole le verrebbero concesse, un’apatia che sembra svanire nel tono altrui e lasciare posto all’arcobaleno, a colori più presenti e sfumature più limpide. Guarderebbe per un attimo la sedia dietro di sé, prima di tornare con lo sguardo alla Yakushi <Adesso no, non mi sento stanca> direbbe semplicemente, facendole strappare un leggero sorriso a ridosso delle labbra. Un gesto quasi di premura che accetta, ma che non trova comunque riscontro. Annuirebbe sullo stato fisico ristabilito, sebbene in parte <Bene. Questo è l’importante> sincera, sebbene la voce non abbia ancora alcun tono a cui potersi aggrappare. Il silenzio tornerebbe a farsi presente tra le due, gli istanti e i secondi si susseguono senza interruzione e quella domanda rompe il tutto, mettendo in difficoltà la Kakuzu, per la prima volta negli ultimi giorni. Guarda e medita, guarda e studia, guarda e pensa. Ancora e ancora. <Sono qui perché ho bisogno di conoscerti, ho bisogno di comprenderti, ho bisogno di capire chi sei. E’ una motivazione stupida, curiosa, invadente. Non ho il diritto di chiederti nulla. Tu sei solo una conoscente per me e io sono solo una conoscente per te. Perché dovresti raccontarmi qualcosa che ti riguarda?> retorica, relativa, annasperebbe un poco. Lei è sicura di sé stessa ma non si espone verso gli altri, è gelosa di quello che rappresenta. [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico per Chakra x1 – Tonico Coagulante x1]

20:00 Kouki:
  [Stanza] Vi è stato un cambiamento che chiunque potrebbe notare. Un drastico cambiamento di personalità e umore, se prima era torbida ora è limpida. Niente sembra scalfirla, niente sembra arrecarle dolore e lei rimane placida in quel letto, in quei sentimenti. Una pace che forse quel corpicino non provava da molto. I problemi ci sono ancora, non è che sono scomparsi, ma non da’ loro la soddisfazione di farsene logorare. Osserva la ragazza rimane in piedi, eretta, nessuna emozione dal suo viso e dalla sua voce, eppure la trova educata, composta, affine a una educazione che forse le hanno imposto, ma che non ha intaccato la sua mente. <Come preferisci.> non insiste, non ne avrebbe motivo, rimarrebbe solo incuriosita dalla sedia che si è tirata appresso… per quale motivo se non vuole sedersi? Ma forse l’ha solo presa per una eventualità futura. Non indaga oltre, mantiene il sorriso e cerca di non mettere a disagio l’altra ragazza. <E’ importante, vero. Se il corpo guarisce allora si può andare avanti. Per un ninja avere qualche arto mal guarito potrebbe essere un problema.> riconosce la funzionalità del corpo per un combattente. Un braccio o una gamba che non funzionino a dovere segnerebbero un grande limite per uno Shinobi, ma anche semplicemente un dito dalle mobilità limitate. Finchè il corpo funziona, tutto può essere fatto. Il tono della bambina è cordiale e pacato, così come il viso, non si discosta da quella sua impronta. Infine attende che Naoko risponda alla sua domanda e la vede per un attimo in difficoltà. Non pensava di aver fatto una domanda tanto difficile, ma evidentemente è una buona domanda. Ne ascolta le parole quando esse vengono elargite, una risposta complicata, anzi strana. Ma la ragazzina non smette di osservarla con cura, andando ad accentuare quel suo dolce sorriso. <Perché ne hai bisogno? Perché senti questa necessità di conoscermi? Cosa succederà, o cosa otterrai, nel sapere ogni cosa di me?> pone quelle domande con la dovuta calma, senza rancore, senza fastidio, senza ironia o presa in giro, semplicemente vuole sapere cosa spinge questa ragazza ad interessarsi tanto a lei… e tutto sommato sono anche domande più che logiche da fare. Torna nuovamente in silenzio dunque, attende che l’altra risponda. [Chakra Off]

20:33 Naoko:
  [Stanza] Lo noterebbe quel cambiamento nel corpicino della ragazzina, rispetto alla giornata precedente. Ma il dolore logorava la mente, il dolore logora la mente e si cercano delle maschere per evitare di essere compatiti, per evitare la pietà nello sguardo delle persone. Ieri era spenta, oggi è accesa come una lampadina sostituita. E’ un cambiamento che accetta e che l’altra potrebbe notare in quel fugace sorriso che ne intacca le labbra, ancora una volta, in modo quasi insistente. Non dovrebbe provare molte emozioni, non vuole provare emozioni, vorrebbe essere privata di certe sensazioni corporee e mentali. Per essere più lucida, per essere più fredda, per essere più calcolatrice e meno empatica. Una traditrice, segnata con un kanji, ed è questo che dovrebbe essere, che dovrebbe apparire agli occhi di tutti. La sedia rimane dietro di lei, per ogni necessità, nel caso il bisogno sia impellente nel suo corpo. Accoglie le prime parole che le vengono elargite, accoglie le prime parole che le vengono indicate e sono una verità su cui si trova perfettamente in accordo. <Esattamente. Un corpo menomato difficilmente riesce a sostenere la forza e la difficoltà di una missione, di uno scontro, di una guerra. Più siamo stabili, più riusciamo a essere efficaci e silenziosi> parla come se fosse esperta di quel mondo, come se fosse qualcosa di più di una semplice Genin. Tonalità convinta, di chi ha bisogno di sentirsi forte, di chi ha bisogno di sentirsi parte di quel mondo fino in fondo. E le domande giungerebbero ancora una volta, domande lecite, domande giuste, domande a cui deve dare una risposta. Domande che sbattono contro la sua mente, che penetrano in ogni singola cellula, in ogni singolo input nervoso. Domande che fanno pensare, domande che sono la realtà, la verità del momento. <Ho bisogno di conoscerti perché sei una Chunin, perché sai molte più cose di me, perché hai affrontato già molte sfide in questo mondo. Ho bisogno di conoscerti perché ho bisogno di fidarmi di qualcuno, ho bisogno di avere qualcuno che mi possa comprendere, ho bisogno di qualcuno che riesce a darmi le giuste indicazioni nel momento di maggiore difficoltà. Devo imparare, devo conoscere, devo espandere la mia realtà, devo espandere la mia mente, devo espandere tutto quello che posso. Ma da sola non riesco, da sola non posso vincere, da sola non posso ottenere quello che voglio. Tu sei tanto distante da me, sei diversa da me, sei l’opposto di ciò che sono io. Forse ho sbagliato persona a cui appellarmi, forse ho solo paura di non essere all’altezza di coloro che mi accolto come famiglia> non vuole deludere Yukio, non vuole deludere Kurona. Soprattutto Kurona, quella madre amorevole che vorrebbe vederla emergere, che vorrebbe vederla come un’arma letale. [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico per Chakra x1 – Tonico Coagulante x1]

20:59 Kouki:
  [Stanza] Nonostante quell’espressività ritrovata, non può che risentire della stanchezza, ma non può certo cacciare via in quel modo una persona che è venuta a farle visita. Mantiene quel suo caloroso sorriso verso la ragazza, accogliendola in quella stanza, ed accogliendo le sue parole. Entrambe si trovano d’accordo su quell’importante particolare, l’importanza di mantenere un corpo sano e forte, allenato. Lei non è il massimo esempio ora come ora, visto com’è ridotta. La ragazza sorride, un accenno di sorriso come se in realtà non volesse esprimere quella sua espressione. <Però il corpo non è tutto, anche la mente deve essere sana ed attenta. Una mente elastica e pronta ad ogni evenienza, proprio come il corpo. Se il guscio è sano, ma l’interno inadatto, allora tutto sarebbe vano. In questo modo un ninja anche zoppo, ma dalla mente solida, potrebbe facilmente battere un corpo sano con una mente… inadatta.> non ha altri termini per definire il concetto, ma lo espone con cura e calma, affinchè possa donarsi a quello scambio di idee con tutta tranquillità. Si ritrova ad essere interessata, e magari tutto sarebbe migliore davanti a una tazza di thè caldo. <Forza fisica è importante tanto quanto la mente e il suo ingegno. Bisognerebbe trovare il giusto equilibrio, senza eccedere nelle emozioni, ma senza nemmeno eccedere nell’apatia.> non muta il sorriso, gli occhi si chiudono appena per assaporare un poco di ristoro. <Come l’equilibrio che governano le energie che compongono il chakra. Sia fisiche che mentali. Un equilibrio perfetto.> continua a parlare anche se forse alla ragazza potrebbe interessa poco e nulla, ma non si fa problemi, al massimo se le darà fastidio, cambierà argomento. Tace ora, ascoltando la risposta alle sue domande. Paziente attende che ella abbia finito per poter nel mentre elaborare tutte quelle informazioni al meglio. <Mi stai dicendo che hai bisogno di un sensei.> praticamente è quello che sta affermando la ragazza dai rossi capelli, ha descritto un sensei, qualcuno che guidi ed insegni ogni cosa che sa. <E’ bene che tu sappia che non posso darti garanze. Il fatto che io sia Chunin mi porta ad aver affrontato molte più sfide di te, e situazioni diverse e particolari magari, ma non vuol dire che io abbia tutte le risposte per te.> una piccola pausa, la osserva, la guarda con calma. <Hai mai combattuto contro un altro ninja? Che sia tuo parigrado o di grado superiore?> una domanda per iniziare a capire con chi ha a che fare. <In uno scontro impari molte cose su te stessa. Impari a comprendere i tuoi punti deboli e i tuoi punti di forza. Tramite uno scontro puoi migliorare e lavorare sulle tue mancanze. Questo è un buon modo per capire se ti senti all’altezza. Il modo in cui reagirai alle sconfitte ti dirà di che pasta sei fatta.> pronuncia verso di lei con una sicurezza che non le appartiene, parole che non sono di Kouki, appunto, ma di questa altra e nuova personalità. <Analizza le situazioni e gli avversari, mettiti in gioco con intelligenza. Analizza te stessa e le tue abilità, i tuoi punti migliori e peggiori.> alla fine sorride, si lascerebbe andare ad una piccola risata. <Ma sono cose che potrebbe dirti qualsiasi sensei o Chunin, e di sicuro esiste al mondo qualcuno di più esperto di me che potrebbe guidarti.> pronuncia infine, giusto per mettere in chiaro le cose. <Anche io come te ho bisogno di conoscere più cose, migliorarmi a mia volta, espandere le mie visioni.> non dice più nulla, tace, le ha detto quello che doveva dirle, a lei decidere se rimanere su quel suo pensiero o decidere di rivolgersi a qualcuno che potrebbe essere migliore della Yakushi. In ogni caso accetterà qualsiasi sua decisione, senza alcun problema. [Chakra Off]

21:15 Naoko:
  [Stanza] Uno scambio di idee che sta fruttando effetti interessanti, effetti che accoglie con buona lena la giovane Kakuzu. Lei che trattiene in sé un potere diverso da tanti altri, che trattiene in sé troppe emozioni che vorrebbero esplodere. Anche ora, in quell’apatia che mostra, le emozioni si susseguono senza sosta e lo si potrebbe notare dai gesti involontari: la mano destra che andrebbe a grattare appena il dorso della sinistra, il sopracciglio destro che si solleva appena verso l’alto, una leggera smorfia a ridosso delle labbra rosee. Tutto il corpo parla per lei, tutto il corpo offre i dettagli all’altra, tutto il corpo vorrebbe urlare, sbraitare, dire la propria ma viene represso in un cantuccio lontano, un cantuccio che stanzia dietro al cuore, dietro a quell’organo pulsante e vivo nella cassa toracica. <La mente deve essere salda quanto il corpo, è giusto. La mente deve saper sostenere il peso della difficoltà, elaborare velocemente una soluzione e spingere i giusti input al sistema nervoso, a quello che ci permette di muoverci al meglio delle nostre possibilità. Senza la mente, a supporto del corpo, non siamo nulla. Siamo inutili> e calcherebbe sull’ultima parola, una definizione piuttosto diretta e sentita. Tale si sentirebbe dentro l’animo, tale l’avrebbero fatta sentire i suoi reali genitori, tale non la farebbero sentire i suoi genitori attuali. Quell’uroboro sulla schiena è l’appartenenza a qualcosa di più, a qualcosa che la protegge dal suo sentirsi inetta, dal suo sentirsi inadeguata. Le parole che seguono, che proseguono, sono un particolare che colpisce in pieno petto, trovandosi un attimo confusa, trovandosi un attimo in una situazione di disagio. La mano destra si scosterebbe dalla sinistra e dovrebbe rivelare segni di graffi rossi, sul dorso, di una tortura leggera che ancora porta con sé, che ancora non la lascia andare. Un chiaro segno di disagio, verso di sé, verso quella sicurezza che vorrebbe avere ma che ancora non è ferrea. <Hai ragione. Hai perfettamente ragione. Sono io che devo fare esperienza, sulla mia pelle, sulla mia essenza, su quello che sento. Sono io che devo decidere per me, la strada da percorrere, quello che può servirmi e quello che potrebbe abbattermi. Ora capisco cosa intendeva Haha> un kanji elementare, ciò con cui definisce Kurona. “Mamma”. <Come ti chiami?> una domanda semplice che viene spinta fuori con delicatezza, in quanto vorrebbe avere un nome con cui appellare la piccola bambola di porcellana. Delicata, fragile, forte, sicura. [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico per Chakra x1 – Tonico Coagulante x1]

21:32 Kouki:
  [Stanza] In silenzio la osserva, la scruta, ma senza far pesare il suo sguardo su di lei, mai e poi mai vorrebbe metterla a disagio. Parecchi tic verrebbero portati alla luce dalla ragazza rossa… la mano destra che si porta sulla sinistra a grattarne il dorso, un sopracciglio che si solleva, leggere smorfie impercettibili. Come qualcuno che si sta trattenendo, facendosi violenza pur di non mostrare nulla. Annuisce a quelle sue prime parole, si trovano entrambe d’accordo, eppure c’è qualcosa che stona nel modo di dire o fare della ragazza, qualcosa che forse riesce a percepire solo di striscio, ma se riuscisse a stringere quelle sensazioni potrebbe comprendere molto di più. <Esatto. Hai detto bene.> non dire altro, troppo impegnata a cercare di elaborare qualcosa nella propria testa, ma senza smettere di sorridere alla ragazza, mantenendo un’espressione e un’atmosfera tranquilla. Nota i segni rossi quando la ragazza smette di grattarsi, riconosce quel gesto che appartiene anche a Kouki e Mirako, un gesto nevrotico però, fatto magari per ragioni diverse. Ma l’autolesionismo di Mirako si spinge molto spesso oltre. <Mi dispiace se ti ho messa a disagio con le mie parole.> afferma infine, alludendo a quei segni rossi che non le sfuggirebbero, attenta ai particolari. Tuttavia pare che abbia compreso almeno in parte quello che la piccola volesse dire con quei suoi consigli. Annuisce, lentamente. <Noi facciamo tanto per noi stessi. Siamo noi gli artefici del nostro destino, è una frase scontata, ma è la verità. Solo tu decidi per stessa, solo tu decidi chi essere. Nessuno può permettersi di dirti chi sei. Ma attenta che con questo non vuol dire che devi stare sola, perché la guida di qualcuno è importante, o semplicemente avere qualcuno accanto a te che ti dia della forza in più per andare avanti. Fare tutto da soli porta allo sfacelo e alla sconfitta.> allarga il dolce sorriso. <Equilibrio.> una sola e semplice parole che riassume tutto. Il suo nome le viene chiesto e lì adesso è lei a trovarsi in difficoltà. Che nome dare? Non è Kouki e non è nemmeno Mirako, ma non ha ancora sviluppato una completa identità tutta sua, un nome. Pensa, osserva il soffitto cercando di andare oltre alle cose. <Mi spiace, non posso ancora dirti il mio nome. Non posso fare questo torto a Kouki. Un giorno, quando potrò dirtelo, lo farò.> ha trovato la sua risposta, pacata e tranquilla, tornando a fissare la giovane con occhi stanchi, ma sereni. [Chakra Off]

21:56 Naoko:
  [Stanza] I suoi gesti, i suoi tic, sono un dettaglio che pochi sono riusciti a guardare, che pochi sono riusciti a visionare. Alcuni tic che di tanto in tanto vengono fuori, nei momenti di maggiore esigenza emozionale, nei momenti in cui vorrebbe buttare fuori tutto ma che, invece, trattiene dentro senza dare possibilità di sfogo. La mano destra si alzerebbe ancora una volta, per raggiungere la schiena e recuperare la treccia, riportandola sulla spalla, su quella destra questa volta. Un altro gesto involontario, un altro gesto automatico, qualcosa che compie senza una vera volontà spontanea. Frutto della quotidianità, frutto di quello che ha sentito sulla pelle nei suoi quindici anni. Sorride in modo leggermente più ampio quando conferma quel loro scambio di idee, quella conversazione orientata sull’essere ninja, sulle componenti fisiche e mentali alla base di tutto, alla base della loro sopravvivenza. Le parole che seguono, tuttavia, non migliorerebbero la sua situazione, riportandola a grattarsi il dorso della mano sinistra, come a voler nascondere quei segni rossi, quei graffi che segnano e che raccontano di lei, più del dovuto forse. <No, no. Tu non mi metti a disagio. Sono io che sono sbagliata> ecco l’incrinatura della sua mente, ecco quel pezzo rotto di quel disco che vortica nella sua testa. Annuirebbe leggera a ciò che segue, senza aggiungere nulla, semplicemente dando il consenso a tutto quello che sente. E’ la verità, è la realtà del mondo, è la realtà in cui vivono. Ma l’ultima parte, l’ultimissima, metterebbe un campanello d’allarme nel suo animo, qualcosa che non si sarebbe aspettata. <Kouki, ti chiamerò così allora. Non voglio metterti in difficoltà, non voglio rivelare niente di te. Kouki sia> accetta quel nome che le viene fornito, nonostante rimanga perplessa e confusa. E con questa sensazione, con questa emozione, porterebbe congedo verso la fanciullina, per farla riposare, per farla riprendere dal torpore del dolore e dell’immobilità. <Verrò a trovarti ancora o ci troveremo in giro. Riposati> e con un ultimo e fugace sorriso si allontanerebbe, per uscire dalla stanza e tornare sulla strada di casa. Alla magione. [End] [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico per Chakra x1 – Tonico Coagulante x1]

22:06 Kouki:
  [Stanza] Una buona conversazione dopo tutto, anche se quei segni di nervosismo non riesce proprio a spiegarsi da dove vengano. C’è stato un momento in cui le parole della piccola l’hanno messa a disagio, ma non riesce a capire quali ne tanto meno il perché. Sono tic evidenti, soprattutto quello del grattarsi il dorso, che lascia segni che non passano inosservati. Posa il suo sguardo calmo su di lei, attendendo una qualche risposta che alla fine arriva. Una semplice frase che mette in allarme la giovane, perché sono parole che Kouki stessa dice. Scuote la testa, appena, ma non vuole farle nessun tipo di predica. <Non sei sbagliata, nessuno lo è. Ognuno è giusto a modo suo.> solo questo andrebbe a dirle, per poi regalarle un sorriso dolce e sincero, come se volesse accarezzarla solo con l’uso delle parole e degli sguardi. <Esprimiti liberamente… parole, emozioni, non tenere per forza un atteggiamento serio e rigido.> un piccolo consiglio che l’altra è libera di non accettare, del resto non le sta imponendo nulla. Nient’altro viene detto fino a quando non sente quelle conclusioni riguardo al nome, e ancora diniega la testa con calma. <Kouki non è il mio nome. Il mio nome te lo dirò quando potrò.> ci tiene a precisarlo, non vuole assumere una identità che non è sua. Ma con questo annuisce, ben felice di poter rivedere l’altra in qualche altra circostanza. <Troveremo il modo di rivederci. Grazie della visita.> un sorriso e poi la lascerebbe andare, la osserva mentre si allontana ed esce dalla stanza, senza trattenerla, ma cercando di imprimere dentro di sé il ricordo di quella ragazza. Rimasta sola potrebbe ora dedicarsi a cercare di calmare le urla di Mirako che ancora continua ad esprimere la sua rabbia e la sua frustrazione, mentre un dolce sguardo preoccupato ma materno andrebbe portato alla figura di Kouki, immobile e addormentata. Attenderebbe così il ritorno di suo padre in stanza, chiudendo gli occhi e riposando. [Chakra Off][END]

Naoko va a trovare Kouki in ospedale, dopo le cure.
Qui parlano, si confrontano e cercano di comprendersi.
Prime rivelazioni reciproche.