Alla fine

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10:41 Kouki:
  [Stanza] Si è svegliata è si è ritrovata ancora in ospedale, in una stanza. Si è svegliata venendo colta da un senso profondo di panico nel ritrovarsi completamente paralizzata. Nessun movimento, il cuore che batte velocissimo in quel petto gracile, la paura di aver perso l’uso dell’intero suo corpo, la mente che cade nell’orrore di non poter mai più perseguire i suoi obiettivi, l’ansia che sale, gli occhi spalancati verso il soffitto e poi… non è paralizzata, ha solo un’ingessatura su tutto il corpo. Un’ingessatura che la tiene bloccata nel letto e le permette solo di respirare e al massimo potrebbe solo muovere la testolina, ma magari nemmeno troppo se si pensa a una qualche lesione alla schiena, se no perché un’ingessatura simile. Fatto sta che l’ansia cala pian piano anche se non troppo. L’essere completamente immobile senza potersi difendere è una paranoia che la squarcia da dentro. Non può nemmeno alzarsi per andare in bagno, così per dire, o bere se ha sete, mangiare se… no, mangiare non è un problema. In tutto questo il viso è rimasto imperturbabile, mentre moriva dentro, l’espressione era apatica, fissa sul soffitto. Occhi gialli e distanti che ben presto ricadono nel suo mondo distorto della realtà, un mondo a parte, parallelo, dove le sue Gemelle sono presenti con lei. A giocare al tiro alla fune la mente si è rotta nuovamente, colpa degli ultimi avvenimenti e di Mirako stessa, colpa della sua mente già troppo fragile e divisa. I lunghi capelli neri sono sparsi sul cuscino senza ordine alcuno, il copri fronte di Kusa sta sul comodino e forse qualcuno lo laverà, dato che è zuppo di sangue secco e rappreso. Lo ha usato per tamponare sangue e visceri quando è stata ferita, ma in realtà al momento non sembra realmente importarle che sia sporco o meno. Silenzio, si trova in sospensione in una specie di limbo, e ben presto le labbra pallide della piccola iniziando a muoversi appena sussurrando parole che però non sono udibili dato che non ci mette la voce. Nulla che cambi in quel suo inizio di giornata, nulla che la faccia sentire in qualsiasi modo, solo assenza e certa dose di frattura interiore che si è verificata molto lentamente. Non si rende conto nemmeno della pioggia, del temporale che insiste fuori dalla finestra, riversando tutta la sua potenza su Kusa. [Chakra Off]

10:53 Raido:
 Tutto è finito finalmente, tutto può tacere. Noboru non è più un problema, non può più fare del male a nessuno. Non lo ha ucciso ma lo ha catturato e portato in un posto sicuro da cui non può scappare minimamente. Ha sudato come non mai quel giorno, ha letteralmente usato ogni briciola del suo potere per vincere questa battaglia anche se gran parte del lavoro lo ha fatto Mekura, deve ringraziarla per questo. Non si è fatto particolarmente male ma ha la schiena ustionata ma grazie ai vari tonici presi la ferita sta passando anche se toccare quella particolare zona gli porta una grande dose di dolore. Fuori piove, il tempo piange di gioia questo momento con l'acqua che sbatte contro gli edifici con una certa forza e potenza, il cielo è completamente oscurato dalla presenza delle nuvole. Non è una bella giornata ma è una bella giornata e oggi sarebbe andato prima da sua figlia, ha bisogno di sapere che sta bene. Indosso, come suo solito, porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare dei pezzi di metallo e una vestaglia un po' più pesante del normale, qualcosa di aderente al corpo ovvero un'armatura pesante per proteggerlo da possibili guai in arrivo. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Sulla schiena ha posto la samehada, sua fedele arma in ogni situazione ed è anche la più potente di tutto l'armamentario mentre alla vita ha legato la sua katana, compagna di mille avventure che non lascia indietro. Non ha l'equipaggiamento completo, non ne ha bisogno. Ha lasciato le sue armi all'ingresso dell'ospedale mentre avanza a piccoli passi, non osa muoversi più velocemente per evitare di farsi troppo male e di ridursi ad un'ameba. Lentamente si dirige verso la stanza in cui sosta sua figlia, fin troppo lentamente giunge in quel luogo. La mano si porta sulla maniglia della porta, va a girarla per aprirla e così è, la porta si apre mostrandogli l'interno della stanza per poi richiuderla alle sue spalle una volta dentro <Kouki> si rivolge verso la bambina, la guarda e una fitta al cuore arriva nel vederla in quelle condizioni, una fitta che fa male, molto male <Ciao> far uscire quelle parole è difficile ma si avvicina, cerca di avvicinarsi. [Chk on][Armatura pesante equip]

11:07 Kouki:
  [Stanza] Lo scrosciare violento della pioggia è un dolce suono, un suono che quindi si ripete anche nella mente della piccola, nonostante ella non sia particolarmente in grado di associarlo ad una pioggia effettivamente presente. Vive in un sogno, nel suo mondo che spesso visita e del quale non ha mai raccontato a nessuno, ma questa volta ci si è persa. In un certo senso si sente bene in quel luogo, al sicuro da ogni cosa che possa farle male, al sicuro da ogni sentimento ed emozione. L’assenza e l’apatia rendono vana l’infezione che scorre nel suo sangue che non intacca un cervello morto di emozioni. Calma e tranquillità, si lascia sempre più scivolare in quel nulla trovando finalmente la sua pace e non le importa se lascia un guscio vuoto nel mondo reale, Mirako può prenderlo se vuole, eppure non lo fa. C’è una discussione in atto, una riunione in quel suo mondo, le sue Gemelle discutono e lei ascolta, ogni tanto interviene, e da questa riunione ne scaturiscono quelle labbra che si muovono appena della Yakushi. Senza voce, senza essenza, sussurri spenti che si susseguono. Non sente suo padre arriva, non entra ancora nel suo mondo ma sta sul piano della realtà al quale lei non si sta affacciando. Passi non uditi che si avvicinano al suo letto fino a quando le parole non escono dalla bocca dell’uomo. Prima un nome, il suo nome, e poi un saluto. Lei non risponde, non da nemmeno segni di aver sentito, continua a fissare il soffitto immobile, come una bambola di porcellana che aspetta solamente di esser mossa e spostata. Quelle parole sono lontane ed ovattate alle sue orecchie, provenienti da un altro mondo. Eppure dopo un lungo silenzio carico di nulla, la testolina della piccola si volterebbe lentamente verso la figura dell’Oboro. Gli occhi fissi e distanti si puntano su di lui anche se ci sono dubbi che lo stia osservando per davvero. Le labbra continuano a muoversi in quel suo parlare senza voce, piano, movimenti appena percettibili, e il respiro è lento, tranquillo. Lo fissa in silenzio con quella sua espressione senza reazioni, fino a quando le labbra vengono serrate e i sussurri cessano. Di colpo. Un altro lungo silenzio, come se cercasse di riconoscere la figura di suo padre, dargli una definizione, un tempo e uno spazio. Comprendere che appartiene al mondo reale così da affacciarcisi e pronunciare finalmente quelle prime parole. <Ciao.> risponde al saluto con un ritardo considerevole in effetti, il tono di voce basso, un sibilo che comunque dovrebbe giungere alle orecchie del padre. Infine lo sguardo si sposta leggermente alla destra dell’uomo, come se stesse osservando qualcosa che non è effettivamente presente, sospesa tra il reale e il suo mondo. [Chakra Off]

11:24 Raido:
 Ha spinto Kouki a combattere contro Fumiko, l'ha portata a quello scontro. Non avrebbe voluto arrivare a tanto ma Kouki è l'unica che avrebbe potuto combatterla senza ucciderla e senza, effettivamente, morire perchè il suo senso di sopravvivenza sarebbe passato oltre. Lui stesso sarebbe morto contro Fumiko, non avrebbe mai avuto il coraggio di attaccarla e farle del male, non ci sarebbe mai riuscito. Avanza in quella stanza salutandola, dicendo solo quella piccola parolina senza voler eccedere eppure la Yakushi non è li con lui, non sembra averlo minimamente notato. La osserva mentre muove le labbra, la osserva parlare senza che nessun suono venga fatto uscire fuori. Strizza leggermente gli occhi, cerca di capire cosa stia dicendo e poi la vede voltarsi, portare lo sguardo su di se e quel ricambio improvviso e inaspettato. Il tono non porta sentimento alcuno, non percepisce niente in lei. Probabilmente quel combattimento l'ha distrutta, non solo fisicamente. Si avvicina alla ragazzina lentamente, piccoli per poi fermarsi al capezzale del suo letto, piega il busto verso di lei cercando di avvicinare il viso alla sua fronte per lasciarle un bacio, un piccolo e dolce bacio sulla fronte <Sei stata bravissima> si è comportata bene, si è comportata veramente molto bene in quel combattimento <Mi hanno raccontato cosa hai fatto, come le hai tenuto testa> continua con il suo dire guardandola negli occhi, la scruta completamente. Il cuore batte forte, fa male vederla in quelle condizioni ma è viva ed è questo ciò che conta, l'importante è che sia ancora viva <Sono fiero di te> è una cosa che le ha detto in passato ma ora lo è ancora di più, adesso che ha visto di cosa è capace Kouki, di quanto sia diventata forte, lo è di più e vuole che lei lo sappia. Si guarda intorno cercando una sedia e, se la trovasse, andrebbe a prenderla per portarla al fianco del letto della ragazza e su di essa andrebbe a sedersi appoggiandovi il suo venerabilissimo deretano. Non poggia la schiena contro lo schienale o avrebbe gridato come non mai e non si piega nemmeno, rimane rigido, diritto e fermo a guardarla <Come ti senti?> cerca un modo per farla parlare, per capire come stia e per poter riallacciare i rapporti anche in una situazione come questa ma forse c'è qualcuno che potrebbe fare il lavoro sporco al posto suo anche se richiamarlo in un'ospedale non è proprio il massimo e sicuramente lo avrebbero cacciato prima di subito. [Chk on][Armatura pesante equip]

11:35 Kouki:
  [Stanza] Nonostante tutto lei è lì, sente anche se con fatica, vede anche se le risulta difficile concentrarsi su qualcosa che non rientri nel suo caldo ed invitante mondo. Ma la cosa più importante è una leggera consapevolezza che tutto è dovuto accadere per una ragione. Ha dovuto farlo, o meglio, ha dovuto lasciare che accadesse. Riconosce la figura del padre, ma non comprende il motivo della sua presenza. Si affaccia solamente alla realtà, come se non ci volesse ritornare, rimanendo per metà nel suo luogo sicuro. Non ha ricordi precisi di quello che è accaduto dopo lo scontro, ricorda con precisione solo l’intento omicida di Mirako, ricorda le sue urla che ne invocavano la morte, sentiva la verità in quelle parole. La schiena di Fumiko davanti a lei, barcollante mentre si allontana, e quel desiderio di Mirako di colpirla una volta per tutte in modo che non scappasse. Poi nulla. Ricorda il rumore di qualcosa che si rompe, un rumore così sordo e potente da assordarla. E ora si ritrova qui, in ospedale, immobile, nemmeno interessata alle sue condizioni fisiche una volta appurato che comunque sta bene. Altre parole vengono dette dall’uomo, quelle prime e semplici parole che però non creano nessuna reazione in lei, anche se la risposta questa volta non tarda così tanto ad arrivare. <Bravissima?> non c’è rabbia, non c’è ironia, non c’è nulla. <Guardaci. Non siamo state bravissime.> non è una polemica, non è niente quella frase, ma solo la realtà delle cose. Se avesse potuto agire liberamente invece di trattenersi, avrebbe agito in altro modo, ma non è riuscita a fare niente. L’ha trattenuta, solo quello che doveva fare, trattenerla. Ha usato il veleno, unico modo che ha avuto per farle realmente del male. <Qualcuna è stata ferita.> mormora ancora una volta, spostando lo sguardo verso un punto indefinito della stanza, là, dove non vista dagli occhi dell’uomo, vi è Mirako carica di rabbia e odio. <E’ stato necessario.> difficile capire a cosa si riferisca in realtà, ma la voce si fa sempre più distante, scivola via, tornando a sussurrare parole che non sono destinate alla realtà, ma al suo personale mondo. Lui è fiero di lei, di come abbia tenuto testa a Fumiko, ma non è la stessa sensazione che prova per se stessa. Fiera di cosa? <Lei voleva ucciderla. Voleva farlo davvero.> un altro sussurro e la testa si porta nuovamente in posizione dritta, con gli occhi puntati e fissi verso il soffitto. <Mi sento bene qui.> parole lente che scivolano attraverso le sue labbra, si sente davvero bene ora, solo che il ‘qui’ non è la realtà e forse tanto bene non sta allora. [Chakra Off]

11:50 Raido:
 Può immaginare come si sente in questo momento, essere costretta a un letto di ospedale, non potersi muovere, non poter fare niente. Kouki non reagisce a quel bacio sulla fronte, non dice niente a quel piccolo contatto che le riserva ma si muove soltanto a quelle parole che ha appena detto solo per replicare quanto non è accaduto secondo lei. L'ascolta guardandola negli occhi, ode il suo dire ma non nota emozione alcuna nel suo tono di voce, non sente niente di niente e questo lo spaventa, lo porta a provare paura per la condizione in cui riserva la ragazzina <Si che lo sei stata, sia tu che Mirako>. Continua a ripeterglielo, continua a dirlo perchè è vero ed è quello che lui pensa di lei, è quello che prova verso la bambina, fierezza. Si siede sulla sedia per mettersi "comodo" anche se di comodo non vi è niente al momento, solo una schiena bruciata e dolorante <Siamo tutti stati feriti, compreso me. Molti sono morti combattendo> le da quella notizia, probabilmente non le interessa niente ma gliela vuole dare comunque, vuole informarla, dopotutto non devono più avere segreti di alcun tipo <Cosa è stato necessario?> però lo nota, capisce che non è realmente li con lui bensì da tutt'altra parte. La fissa intensamente, la scruta come a voler penetrare la di lei mente e capire cosa stai succedendo al suo interno ma arriva quella confessione. Lei voleva ucciderla, queste sono le parole utilizzate ma lei chi? Mirako sicuramente, è l'unica che si lascia andare alla rabbia più totale <Lo so> lo ha sempre saputo che Mirako avrebbe tentato di ucciderla <Ma non gliene faccio una colpa, ti ho chiesto di fare qualcosa di pericoloso> ma ancora si perde nel suo mondo, sta bene li? In ospedale? Non è possibile che quel posto le aggrada così tanto, nessuno sta bene in ospedale. Si alza dalla sedia cercando di avvicinarsi nuovamente a lei, di portarsi vicino al limitare del letto per poi provare a poggiare entrambe le mani sul di lei visino, di portare gli occhi a incrociare i suoi <Kouki..cosa sta succedendo?> la guarda ancora senza staccarsi, senza voltarsi <Cos'hai amore mio?> si preoccupa per lei, il tono preoccupato è facilmente udibile dalla chunin. Spera che non sia successo altro alla sua fragile mente, spera che non abbia subito altri colpi, non può sopportare di vederla a terra nuovamente, di vederla triste e combattuta ancora, un combattimento interno. Mirako se ne approfitta solitamente ma perchè deve farlo? Perchè non può lasciarla in pace questa volta? [Chk on][Armatura pesante equip]

12:12 Kouki:
  [Stanza] Non reagisce a nulla, come se non sentisse su di sé nemmeno il più semplice dei tocchi, il più affettuoso dei gesti. Continua a fissarlo, senza dare nessuna impressione particolare se non quella di una bambola buttala lì in attesa che qualcun altro le faccia qualcosa. <Mirako avrebbe fatto meglio.> l’Altra avrebbe agito in maniera differente, avrebbe agito per uccidere il prima possibile ed allontanare da sé il pericolo. Ma ciò non toglie che quel combattimento ha messo solo in risalto i punti deboli della ragazzina e niente altro. Non è abbastanza veloce, ne abbastanza resistente. Fumiko è di gran lunga più forte di lei. <Abbiamo dovuto usare il veleno per stordirla e debilitarla. Non l’avremmo mai colpita se no col kunai. Lei è più forte.> parla e il tono sembra una cantilena senza emozione, gli occhi fissi che si alternano dal padre, per poi spostarsi alla sua destra, ma anche alla sua sinistra, come se vedesse qualcun altro oltre a Mirako. <Solo trattenerla. Solo quello, solo trattenerla.> silenzio a seguire, mormora qualcos’altro di non udibile, rivolto a qualcun altro in un altro mondo. <Hai scelto noi perché sapevi che non avremmo mai potuto ucciderla. Solo trattenerla, dovevamo solo resistere fino all’ultimo.> non sta dando colpe, ancora una volta il tono è assente, senza niente, narra quello che è stato semplicemente, con una concezione distorta. Lei parla, dice cose non chieste che sembrano non avere attinenza con quello che invece le dire suo padre. Sono stati feriti altri, altri sono morti, sono parole che nemmeno raggiungono la sua mente, come se non fossero mai state dette. <Lei voleva ucciderla, è stato necessario per fermarla. Non poteva uccidere la mamma, non potevamo permetterlo.> sussurra lievi parole che nonostante siano prive di emozioni, hanno un loro peso importante. Lei voleva uccidere la mamma, Mirako voleva uccidere Fumiko. Noi abbiamo dovuto fermarla. Ci sono tante informazioni in quelle poche e sussurrate parole, perché lascia ad intendere che non sono più in due soltanto. <Questo è stato necessario. Il rumore secco dentro la testa.> la rottura, ha dovuto fare in modo che la corda si spezzasse del tutto, che la sua mente crollasse per fare in modo che anche a Mirako potesse crollare il terreno sotto ai piedi. Suo padre si avvicina, le prende il viso fra le mani e tenta di incrociare il suo sguardo con il suo. Si perde in quei suoi occhi, hanno lo stesso colore, quel bellissimo giallo, un ocra davvero simile. <Dentro lo specchio c’è Mirako.> sussurra verso di lui come se fosse un segreto da conservare. Ma quale specchio? Sono parole quasi deliranti che non rispondono alla domanda dell’uomo, ma allo stesso tempo gli danno risposte. <Ma io ho visto anche qualcun altro.> un ultimo sussurro verso di lui, ancor più basso come se non volesse farsi sentire davvero da qualcuno, e quel qualcuno è Mirako. [Chakra Off]

12:35 Raido:
 Ancora nessuna reazione da parte della bambina, non mostra niente ed è la cosa che lo colpisce di più, la cosa che lo fa stare male come un cane <Non è vero> non avrebbe fatto di meglio, si è comportata bene ed è quello che ha sempre voluto, fare in modo che lei potesse trattenerla ma mai si sarebbe aspettato una simile reazione da parte sua. E' crollata completamente, si ritrova distorta e nel suo mondo, le parole sono completamente sconnesse anche se qualcosa di sensato riesce a carpirlo in tutta quella serie di parole <Avete fatto bene, anche io avrei utilizzato il veleno per stordirla> ma non è d'accordo che lei sia più forte, ha una sola specializzazione, questo è vero ma non è più forte <Fumiko utilizza soltanto il ninjutsu, è questo che la rende forte ma tu non sei da meno, sei riuscita a tenerle testa, l'hai ferita e mandata in ospedale in modo abbastanza grave. Sei forte anche tu, sei molto forte> lo sa e lo ha visto, ha visto molte quanto la forza della Yakushi. Continua con il suo dire ma non parla con lui, sta parlando da sola, sta parlando con qualcuno nella sua testa o li presente <Si, ho scelto te perchè sapevi che avresti resistito, che non vi sareste uccise. Io ho confidato in te fino all'ultimo e quando ho ricevuto il messaggio della vostra salvezza ho sorriso perchè ero fiero di te> si ricorda di quell'avvenimento e la informa di tale espediente, di questo piccolo aneddoto durante la sua travagliata crociata contro il Kokketsu ma ancora parole sconnesse. Continua quel dire, con le sue parole e pronuncia qualcosa che lo fa rimanere a bocca aperta. La mamma? Cosa c'entra Kaori in tutto questo? Non ha coinvolto Kaori in tutto questo, perchè l'ha messa in mezzo? Uccidere la mamma, non avrebbero potuto permetterlo <Cosa stai dicendo? Cosa c'entra la mamma? Nessuno avrebbe toccato Kaori, non era li con noi> non capisce a cosa si riferisca, non lo capisce in quanto i rapporti con Fumiko sono andati letteralmente a farsi benedire ed è difficile che la chiami mamma <Il rumore secco? Kouki dimmi che succede, per favore> lo chiede tenendole il viso tra le mani, gli occhi fissi nei suoi, occhi praticamente uguali in tutto e per tutto e qualcosa, alla fine, viene fuori. Mirako è nello specchio ma quale specchio? Non c'è niente li e poi l'ultima rivelazione, un qualcosa che lo lascia a bocca aperta <Qualcun altro? Chi? Per favore, torna da me, ti prego> gli occhi divengono lucidi, molto lucidi mentre la osserva cercando di capirla, di capire le sue parole. [Chk on][Armatura pesante equip]

12:58 Kouki:
  [Stanza] Le parole dell’uomo arrivano chiare nella sua testa, ne segue il discorso, percepisce quella negazione riguardo a Mirako. Non avrebbe fatto di meglio, in quanto quello che è successo era il meglio che potesse accadere. Nessuno è morto e Fumiko è stata trattenuta. Arrivano le rassicurazioni, quel sapere che ha fatto bene ad usare il veleno per stordirla, che ha fatto bene a ridurla come è stata ridotta, perché alla fin fine non ha idea di come stia. Non risponde a quelle parole, ma lascia che la spiegazione del padre le entri nella testa, scivolando senza incontrare ostacoli. <E’ andata come doveva andare.> afferma infine, non ci sono dubbi che abbia fatto il proprio lavoro e alla fine è quello che conta, no? Ascolta ogni sua parola, le comprende ma non risponde in alcun modo, nessuna reazione fisica ancora, ne emotiva. <Avremmo dovuto agire in altro modo.> ma in quale modo? Come? Difficile capire cosa frulli nella testa della piccola in questo momento. Un lungo silenzio mentre suo padre risulta sempre più confuso. La mamma, la mamma. Gli occhi rimangono fissi davanti a sé, guardano i suoi senza comprendere cosa c’entri Kaori in tutto questo. <Kaori non esiste più.> l’ha cancellata, in quella rottura è stata cancellata, perché rientra in quelle cose che la fanno soffrire troppo. Ha ceduto alla fine, con un rumore sordo e secco. <Mirako voleva uccidere Fumiko. Fumiko è la nostra mamma.> nonostante non ci sia nessuna reazione sul volto della piccola, gli occhi si riempiono di lacrime. Lucidi, nel giro di pochi secondi mentre il viso rimane neutro. <Non volevamo farle così male.> si ricollega alla frase precedente, sconnessa a suo modo ma comprensibile. Compreso che l’uomo che la abbia detto che ha ferito Fumiko in maniera grave, ecco la sua risposta. In ritardo, sconnessa, ma arriva, e le lacrime si raccolgono agli angoli degli occhi di quella piccola bambolina di porcellana. <La testa si è spezzata ancora. Ho lasciato che avvenisse per impedire a Mirako di ucciderla. Siamo cadute tutte.> un procedimento che era iniziato molto tempo prima, e che lì ha trovato il suo culmine. Ma a quelle ultime parole la testolina si muove leggermente in maniera negativa. No, non vuole, non vuole tornare. <Non torno. Sto bene qui. Non sento niente, non sento dolore.> il ‘qui’ viene ancora nominato. Ma poi qualcosa accade, mentre la Yakushi si allontana ancora una volta, perdendosi nel suo mondo idilliaco e oscuro, l’espressione cambia. Gli occhi si fanno vivi, presenti, attenti alla realtà, il viso viene illuminato da un dolce e pacato sorriso. Un sorriso diverso, un sorriso amorevole, quasi materno e protettivo, un sorriso che non appartiene di certo a Mirako, ed impossibile capire se appartenga a Kouki. [Chakra Off]

13:20 Raido:
 Si, tutto è andato come doveva andare, come ha calcolato e previsto. Non ha previsto il rapimento di Miho, mai avrebbe potuto prevederlo ma è riuscito a salvarla e a portarla a cassa. Tutto è andato per il verso giusto, tutto è andato come doveva andare, anche il combattimento con tra Kouki e Fumiko <Si> risponde semplicemente a quelle parole, dice solo quello ma la ragazza continua a insistere. Si sarebbe dovuta comportare in altro modo? Probabilmente si me ha chiesto lui di trattenersi, di non ucciderla, le ha chiesto questo favore conscio dei rischi <Hai agito bene Kouki, sei stata eccezionale> continua a ripeterglielo, a dirlo, a farlo presente perchè si, ha fatto un ottimo lavoro, più di quanto ha fatto lui in realtà e questo vuol dire tanto, davvero tantissimo. Per la prima volta si zittisce, rimane in silenzio nell'udire quella frase. Non capisce, Kaori non esiste più? Cosa vuole dire? Perchè? Troppe, tante domande affollano la mente dell'albino in tal proposito e poi la risposta. Fumiko è la loro mamma, ha accettato Fumiko come mamma alla fine. E' commosso da quella scena, talmente commosso da non essere più in grado di parlare o di fare altro, rimane immobile sul suo viso a guardarla, la scruta. Ne osserva le lacrime che scendono bagnandole il viso e quella frase che comprende fin da subito, nell'immediato <Tu l'ha salvata Kouki, l'hai salvata, l'hai riportata da noi, dalla sua famiglia. Tu avevi il potere di salvarci, di ricostruire la nostra famiglia e lo hai fatto Kouki, lo hai fatto, noi esistiamo grazie a te. Quando l'hai salvata mi hai dato la forza di continuare a combattere> le sta dicendo tutto quanto, dice ogni singola cosa senza trattenersi minimamente e così deve essere, è giusto così oramai ma ancora fa fatica a capire, perchè si è dovuta spezzare? Fatica a comprendere a pieno quelle parole, fatica tantissimo ma ci sta provando, sta provando a pensare come pensa la bambina, a vivere il mondo come lo vive lei <Adesso ci sono io qui a sorreggerti, non cadrai più> non sa cosa dire, non sa come rincuorarla e quella negazione è come una pugnalata al cuore, come un colpo secco che arriva e lo butto a terra <No> nega anche lui, non vuole questo, non vuole che lei se ne vada. L'espressione cambia, non è Kouki, non è Mirako ma un'altra, qualcuna che non ha visto mai <Ti prego Kouki, torna da me, non soffrirai più, è tutto finito> le tiene il viso tra le mani, la guarda ancora negli occhi <Ho bisogno di te, ho bisogno della mia bambina, non lasciarmi...ti prego> una lacrima gli scappa, lacrima che cade sul suo viso andando a bagnarglielo. [Chk on][Armatura pesante equip]

13:41 Kouki:
  [Stanza] Le cose sono andate bene, ed è quello che basta alla ragazzina per smettere di snocciolare i suoi dubbi e ripensamenti. Ascolta quelle parole che arrivano come acqua fresca sulla sua mente ferita, ha fatto bene, ha fatto come doveva fare. Lentamente va ad annuire a quelle parole, non lasciando più spazio ai dubbi. Non avrebbe potuto provare a parlare, perché ricorda bene come Fumiko si sia scagliata contro di lei senza problemi. Quel colpo diritto all’addome senza ‘se’ e senza ‘ma’. <Ho usato il copri fronte per contenere le viscere nell’addome.> pronuncia ricordandosi quel passaggio fatto per poter continuare a combattere e resistere. Una manovra sulla quale non ha dovuto pensarci troppo perché in realtà è stata Mirako a farla. Sopravvivenza il più a lungo possibile. <Eccezionale.> è stata eccezionale, insomma percepisce le parole del padre un po’ frammentate, ma per lo meno le sente. Niente è di facile comprensione, eppure tutto è così chiaro nella sua mente distorta. Talmente chiaro da parlarne così come le viene senza preoccuparsi del fatto che forse l’uomo non può comprenderla. Silenzio ed ascolta, la realtà non le piace, meglio quel suo mondo oscuro e apatico, ma percepisce ancora quella frase. Lei ha salvato Fumiko, la famiglia, lei è quella che li tiene uniti. <Sono felice di essere riuscita a fare qualcosa.> risponde in tal modo, seppur senza dimostrare una vera e propria felicità, come se lo fosse solo a parole, eppure sono parole sincere. Il viso neutro ma bagnato dalle lacrime. Eppure scivola, ha paura del dolore che potrebbe provare tornando alla realtà. Teme quel dolore più di ogni altra cosa al mondo. Il dolore per Kaori, suo padre, tutto quello che è successo, Otsuki, l’infezione, Mirako. Teme tutto questo e preferisce rimanere in quel limbo che si è creata. Le labbra si muovono ancora senza emettere suono, prima che vengano distese da un sorriso diverso. Tanto amorevole quanto sincero, uno sguardo colmo di dolcezza mentre suo padre piange le sue lacrime richiamando la ragazzina a sé. <Io sono sempre qui, papà. Non devi preoccuparti, tutto si sistemerà per il meglio.> lo accarezza con quelle parole, non potendo muovere le proprie mani, cerca di dimostrare quell’affetto tramite le parole. <Ha solo bisogno di tempo, ma sono sempre qua. Aiutami, dammi la tua forza.> nient’altro viene detto e quindi infine tace, costretta ad una immobilità che farebbe impazzire chiunque. [Chakra Off]

13:57 Raido:
 Una cosa dice e gli fa raggelare il sangue, una singola cosa e tutto si ferma. Ha usato il copri fronte per contenere le viscere nell'addome e continuare a combattere. In un'occasione normale si sarebbe infuriato con Fumiko, l'avrebbe lasciata per quello che ha fatto ma non è stata lei, è tutta opera di Noboru ed è su di lui che riversa la propria totale rabbia. E' verso di lui che si scaglia con corpo e mente. Vorrebbe uscire da li, andare a prenderlo e ucciderlo con le sue mani, tagliargli la testa per dimostrare a tutti che ha vinto, che tutto è finito <Vuol dire che sei...sei un'ottimo medico> un mezzo sorriso stanco si forma sul volto del Jonin, un sorriso che non vorrebbe fare ma non sa cosa dire. Carezza il viso della Yakushi avvicinando nuovamente le labbra alla sua fronte, la bacia nuovamente sentendosi uno schifo per averla ridotta in quello stato, per averle fatto così tanto male. Se potesse l'abbraccerebbe, si fionderebbe su di lei per tenerla stretta contro di se ma non può per colpa di quel gesso che le impedisce i movimenti e rischierebbe di farle male, molto male <Fare qualcosa? Tu hai fatto tutto, sei tu la nostra eroina> non lui, non Mekura ma lei, lei ha salvato tutti quanti, nessuno escluso. Le di lei lacrime scendono, la vede piangere e il cuore gli si stringe come non mai, sente una morsa prenderlo e stritolarglielo come non mai e, anche lui, lascia andare una minuscola goccia dai suoi occhi, goccia che tocca il viso della ragazzina la quale sembra riprendersi. Parla ed esprime quel pensiero <Si, si amore mio, tutto si sistemerà per il meglio> commenta guardandola disperato come non mai ma ora inizia a parlare in modo diverso, come se non fosse lei. La guarda non sapendo cosa fare ma le mani continuano ad avvolgerle il visino <Per te darei ogni singola goccia di sangue> e con queste parole comincia a smuovere il chakra, lo porta verso le mani cercando di convogliarlo nella ragazza, di darle le sue energie in modo completo per permetterle di riprendersi, si lascia andare completamente. Il chakra l'avvolge e non è quello del sigillo ma quello proprio dell'albino, un chakra più puro <Rimarrò al tuo fianco fin quando non uscirai da questo posto, non andrò a casa finchè tu non verrai via con me> avrebbe passato li ogni singolo giorno della di lei permanenza, anche la notte, non l'avrebbe lasciata sola mai più e non le avrebbe permesso di affrontare tutto questo in solitaria. [END]

14:11 Kouki:
  [Stanza] Soffia quelle parole dalle sue labbra, quel copri fronte usato a quel modo… pare tenerci, sembra ricordare quel momento con una certa soddisfazione, un certo orgoglio. Perché non si è lasciata andare al panico, perché ha saputo reagire ed agire nella maniera giusta. Non comprende e non è conscia di quel fare del padre, che si raggela nel sentire quelle parole, ma quello che le dice la fanno sentire bene. E’ un ottimo medico, è riuscita a fare qualcosa anche se non può curarsi da sola. Ma è una misera soddisfazione rispetto al resto, eppure si focalizza su quel particolare. Un lungo silenzio mentre si ritrova sospesa tra la realtà e il suo mondo, parole vengono dette da parte dell’Oboro, parole che hanno solo lo scopo di farla sentire meglio. Ha fatto tutto quello che poteva, e le immagini di quelle due Gemelle presenti nella stanza le procurano diverse sensazioni. Sono lì, ma su un altro piano, il suo mondo. Mirako ai piedi del letto che grida, urla tutta la sua rabbia, parole piene di veleno contro Fumiko, contro Kouki, contro se stessa, ma anche contro quell’altra figura. Un’altra Gemella, la seconda, che stanzia invece accanto al letto di Kouki. È lì, resta vicina a lei e le accarezza il viso dolcemente, la guarda amorevole e protettiva, così diversa da Mirako, così diversa da Kouki stessa, eppure è una Gemella appena nata. Ella si avvicina al corpo della Yakushi, e svanisce al suo interno prendendo il suo posto verso la realtà, comprendendo il bisogno della ragazzina si sentirsi al sicuro da ogni dolore ora. Una Gemella che ora ascolta le successive parole di Raido, sorride verso di lui, usando per il momento il corpo della ragazzina. È lo stesso corpo, la stessa mente che si è solo sgretolata un altro po’. Chiude gli occhi e lascia che la vicinanza e l’energia del padre la facciano sentire meglio, ma fa in modo che tale gesto riesca a raggiungere anche Kouki. <Ti voglio bene papà.> pronuncia calda e sincera verso di lui, ritrovando una propria serena, un equilibrio molto più stabile, un equilibrio che è però caratteristica della nuova arrivata. Qualcuno di protettivo ed amore, che sappia gestire molto meglio emozioni e situazioni troppo forti per Kouki. Quelle parole del padre non rimangono inascoltate, fa in modo che la Yakushi, sospesa nel suo mondo, possa sentirle e recepirle e possa trarne del bene e del sollievo, così da spingerla a tornare nel breve tempo possibile. <Starò con te, non andrò mai più da nessuna parte.> un’ultima rassicurazione, prima di permettere alla propria mente di poter riposare, lasciarsi andare ad un sonno ristoratore, quando il dolore psicologico è più forte di quello fisico. [Chakra Off][END]

Alla fine di tutto Raido va in ospedale a trovare Kouki, costretta a letto dopo essere stata curata. L'uomo cerca quindi di comprendere il distorto mondo nel quale la giovane si è rifugiata, facendo la conoscenza, forse, di una terza personalità nascente.