Aiutala, si è persa

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con Kouki

00:24 Kouki:
  [Magione - Stanza] È sera, ed è anche decisamente tardi ormai, ma la piccola Yakushi, come al solito, fatica a dormire. Indosso ha il suo pigiama, caldo e morbido, di almeno una taglia più grande di lei tanto da coprirle le mani e i piedi nudi. Vesti di un colore azzurro, con dei fiori variopinti disegnati su di esso. Al collo porta il ciondolo del clan Oboro che suo padre le ha regalato e dal quale, nonostante tutto, non si è mai separata. I lunghi capelli neri e lisci sono sciolti e le ricadono sulle spalle e lungo la schiena come una coperta, arrivando fin oltre il sedere. Viso pallido, smunto e occhi gialli contornate da delle occhiaie. La bambina non sembra essere propriamente in forma, soprattutto anche mentalmente. La testa infatti le fa male, pulsa e la sua espressione è vuota, distante, sembra nascondersi in quel suo mondo lasciando che tutto quello che è successo distrugga completamente la propria psiche. L’infezione, Otsuki, le menzogne, il tradimento, il fatto che suo padre si sia trasformato in un criminale per portare avanti ideali troppo drastici e ipocriti per lei. Fumiko che ha deciso di andarsene e fare di testa sua, quindi c’è anche suo padre, poi la bambina, Kaori sempre più lontana, insomma… cose. Senza energie, senza volontà, vorrebbe solo dimenticare tutto e tornare come era un tempo, senza emozioni e sentimenti, fuggire via lontano nonostante l’affetto verso suo padre e la mancanza dei suoi abbracci. Rannicchiata col sedere a terra e la schiena appoggiata contro il letto della sua stanza, le ginocchia strette al petto e la fronte appoggiata su di esse… chiude gli occhi e si lascia scivolare sempre più giù, lentamente, verso l’oblio. <*Non sarebbe ora di parlarne?*> una Voce irrompe in quel silenzio. Una Voce bassa, sibilante, e perfettamente conosciuta, quella Voce presente nella propria da quando ha ricordo. Per questo non sussulta, per questo non c’è sorpresa, ma lentamente va a sollevare il capo e gli occhi indagano nella stanza per trovare la fonte di quelle parole e alla fine la trova. Davanti a lei, nello specchio. È il suo riflesso, su questo non c’è dubbio, ma ha un’espressione scocciata, al limite tra la stanchezza e la frustrazione, e quel sorrisino tanto arrogante che è solo di Mirako. È proprio Mirako, le sta parlando dal riflesso nello specchio… e non si fa domande, tanto sa già di avere qualche problema mentale, quindi semplicemente andrebbe a scuotere la testa lentamente. <Parlare di cosa?> voce lontana, stanca, il viso che non mostra nessuna emozione a differenza di Mirako nello specchio. <Di come anche tu non abbia fatto altro che mentirmi?> il riflesso di Mirako nello specchio sbuffa, alza gli occhi al cielo ed incrocia le gambe per poggiarci il gomito destro, così da usare il palmo della mano destra per sorreggere la propria testolina. <*Raido me lo ha chiesto per favore di mantenere il segreto, voleva dirtelo lui.*> ennesima risposta da parte di quella Voce distorta da parte della Gemella oltre lo specchio. [Chakra On]

00:24 Kouki:
  [Magione - Stanza] Sta avvenendo una strana conversazione tra la piccola Yakushi e Mirako riflessa nello specchio. Una conversazione che mette a nudo quanto di distorto ci sia nella sua fragile mente. Le parole di Mirako vengono ascoltate e la piccola prende nota del fatto che abbia solo eseguito le volontà del padre. <Doveva comunque parlarmene prima, è sempre stato lui a parlare della sincerità fra noi. E poi i vuoti di memoria? Mi nascondi molto altro.> attacca Mirako anche se non ci mette rabbia o slancio, ma solo freddezza nel tono di voce e nello sguardo. Mirako dal canto suo va a sollevare le spalle, per poi scuotere appena la testa mantenendo quel suo sorrisino quasi compiaciuto. <*Kouki, abbiamo una malattia che ci intacca il cervello. Molto spesso non so nemmeno io cos’è che facciamo. Cerca di non lasciarti abbindolare da Otsuki, sai che tipo è.*> mente l’Altra, ma lo fa con stile. Ha ancora delle piccole cose che nasconde alla giovane Yakushi, ma non è intenzionata a dirgliele, quel che conta è che ora la piccola sempre rimuginare su quanto ha sentito, magari prendendolo per vero. <Perché… di punto in bianco preferisci stare con Raido?> un lieve sussurro verso lo specchio, mentre la figura di Mirako si distorce e sembra ondeggiare davanti a lei, nel riflesso, sembra che l’espressione si faccia decisamente più arrabbiata. <*Perché? Lui vuole eliminarmi. Credevo che Otsuki ed io fossimo sulla stessa lunghezza d’onda, ma non è così. E Raido… mi ha promesso che raggiungeremo i nostri obiettivi, mi accetta e non vuole eliminarmi. Per questo ho accettato di far parte del suo progetto.*> continua a parlare, dopo un piccolo movimento della mano sinistra, come se stesse mostrando la situazione all’altra. <*Io aiuto lui e lui aiuta noi.*> ultime frasi, prima che questa volta sia la ragazzina a risentirne, Kouki, la quale si raddrizza con la schiena, guardando negli occhi il riflesso di Mirako. <Infatti, tu aiuterai lui. Io non voglio averci nulla a che fare.> sussurra a bassa voce, ma ancora una volta è Mirako a prendere subito la parola, sembra avvicinarsi al bordo dello specchio, come se volesse spiaccicarsi su quella lastra riflettente ed uscire. <*Chiunque stia con lui potrà arrivare ad ambire alla posizione di un Dio. Capisci? Diventeremo come Orochimaru e lo supereremo, sorella mia. Noi decideremo chi vive e chi muore.*> si allarga il sorriso sul viso di Mirako, un vero e proprio ghigno pregno di desiderio ed ambizione. Parole che fanno scuotere appena la testolina di Kouki, la quale viene presa anche fra le sue mani. <E’ assurdo, è qualcosa che mi aspetterei da te, da Otsuki, non da papà.> sentenzia infine, le dita scivolano tra i capelli e le mani ricadono a terra, le braccia mollemente rilasciate lungo i fianchi. È vero, una cosa simile non se la sarebbe mai aspettata da suo padre… qualcosa di distorto e malato, qualcosa di sbagliato anche se vi sono idee condivisibili. [Chakra On]

00:46 Kouki:
  [Magione - Stanza] Mirako fa un sorriso, un sorriso per niente rassicurante ma che per lo meno non è un ghigno. Piuttosto si atteggia come qualcuno che sa di aver ragione o che la pretende, la ragione. <*Ma se persino tu avevi iniziato a credere a quell’idea di giustizia. Adesso non venirmi a dire che hai cambiato ide. I Kage e l’alleanza sono degli incompetenti. Lasciano entrare ed uscire chiunque dai villaggi, lasciano criminali liberi ed impuniti se servono a loro a qualcosa, non ci permetterebbero di raggiungere i nostri obiettivi, sorella.*> una piccola pausa, Kouki permane nel silenzio più assoluto, immobile, con le ginocchia ancora raccolte al petto, e nel mentre Mirako continua. <*Lo hai potuto sentire e vedere da te. Che mi dici di quella Hyuga, Mekura? Hai visto come l’Hokage lascia che trattino lei e i suoi figli. Ti pare giustizia?*> sa che ha ragione, sa che la piccola Yakushi non la ritiene una vera e propria giustizia, sa che ha ragione e che ha ragione suo padre su questi punti. <Ma ha attaccato due villaggi. Si è reso un criminale, lui che elogia la giustizia. Ha fatto soffrire Shade.> il riflesso nello specchio solleva una mano, autoritaria, atta a zittirla sul nascere e prendere lei la parola. <*Non è stato lui, te lo ha spiegato. I suoi uomini hanno deciso di andare oltre, ma non rientrava nei suoi piani. E si, ha attaccato due villaggi, ma ha anche compreso questo errore. Insomma… non sei tu che vorresti dare una seconda opportunità ai criminali?*> e sorride. Sorride perché ha colto nel punto, rigirando le sue stesse parole contro di lei. La bambina si stringe ancor di più le ginocchia al petto, il mento appoggiato su di esse e lo sguardo vuoto avanti a sé. Pensa e ripensa a quanto le ha appena detto Mirako, con una nota di tristezza e consapevolezza in viso. <E’ vero, hai ragione. Ma a questo punto non sono sicura che farebbe distinzione fra criminali… che vorrebbe fare? Uccidere anche un bambino se si rivelasse come noi? Se quel bambino facesse le cose che abbiamo fatto noi, torturare qualcuno per divertimento. Lo ucciderebbe?> a quelle parole Mirako scuote la testa chiudendo gli occhi, e il silenzio rimarrebbe ad aleggiare a lungo in quella stanza, come se la risposta non fosse in realtà così scontata. <*In combattimento, in missione, non stai a chiederti chi sia quel criminale, lo uccidi e basta prima che lui possa farti del male. O sbaglio?*> parole giuste, alle quali la ragazzina corvina annuisce, ma trovando subito pronta una risposta. <Ma qui sarebbe diverso. Qui si tratta di trovare un criminale, quindi di conoscere e sapere la sua storia, non si tratterebbe di essere nel bel mezzo di un combattimento. Avrei tempo di conoscere e comprendere… ma è ovvio che non posso fare altro se non seguire papà.> un sospiro, una piccola pausa mentre si arrende all’evidenza. <Non posso andargli contro, gli voglio troppo bene. E non posso andare da nessun’altra parte, voglio stare con lui. Ha fatto e fa così tanto per me… merita molto più di questo, merita una seconda e terza occasione, si.> ammette infine, scatenando un cenno di assenso da parte di Mirako, la quale sorride vittoriosa. <*Lascia che sia io ad occuparmi delle cose che potrebbero ferirti. Non ti devi preoccupare, avrò cura io di te e mi occuperò di queste faccende.*> arrivano a quell’accordo che pare soddisfare entrambe alla fine, una divisione netta che per il momento lascia Kouki al di fuori delle questioni troppo dolorose di questo progetto. [Chakra On]

00:59 Kouki:
  [Magione - Stanza] Un accordo è stato preso, un accordo che mette delle regole e permette una convivenza pacifica tra tutti, oltre ad essersi riavvicinata un po’ di più al padre, sentire ancora l’amore che come figlia prova per lui, il desiderio di stare con l’Oboro… sono sentimenti importanti che non erano mai andati via del tutto. Erano solo nascosti dalla rabbia e il dolore. <*Dovresti mangiare di più.*> un consiglio del tutto slegato dagli argomenti esposti, e Mirako permane in quella sua espressione superiore e soddisfatta, di chi è riuscita a raggiungere il proprio risultato sperato, ma ora c’è anche questo. <Se non ho fame non posso sforzarmi.> piatto il tono, ancora distante, ancora incapace di riprendersi del tutto nonostante abbia compreso ed accettato. Ma Mirako non lascia correre, no, lei insiste. <*Si che puoi. Anzi devi. Senza cibo, senza forze, come pretendi di stare in piedi ed affrontare un combattimento?*> la di fronte alla dura realtà, alla praticità. Sa che può far leva sul suo buon senso e darle quella motivazione potrebbe spronarla a mangiare di più e come si deve. La piccola Yakushi non risposte, guarda il pavimento e muove i piedini uno sopra l’altro, tergiversando la domanda. Rimane nel suo più totale silenzio, mentre persino le ciocche dei suoi capelli vengono prese tra le dita, per giocherellarci. <Cercherò… di mangiare di più.> un sussurro appena percettibile, ma anche se lo avesse solo pensato Mirako lo avrebbe sentito, ovviamente. Sembra rimpicciolirsi sempre di più, persino il tono sembra affievolirsi, farsi più infantile, come se avesse proprio capito non aver ragione a non mangiare. Quante volte glie lo ha ripetuto suo padre? Molte, ma in questi ultimi giorni non hanno parlato molto riguardo al nutrirsi. <*Raido ci ha accettate nonostante tutto. Lui si sarà pure comportato in questo modo, ma come hai detto tu, noi abbiamo fatto di peggio. Eppure lui ci ha accolte comunque, cerca di non dimenticarlo.*> ancora una volta riprende quel discorso solo per aggiungere determinanti parole. Arrivano alle orecchie della giovane e ancora un volta osserva il riflesso nello specchio ancor più consapevole. Non può fare altro che annuire, mollemente, mentre l’Altra sorride soddisfatta. <*A proposito di combattimento, dovrei davvero trattenermi dal non uccidere Fumiko?*> ancora una volta Mirako sembra tirare in ballo un altro argomento, ostico, ancora caldo, che scaturisce nella Yakushi non poca rabbia. Le manine si stringono a pugni, l’Altra sorride. <*Lei non ci andrà leggera, ci vedrà come nemiche.*> la testa della ragazzina viene appoggiata nuovamente sulle ginocchia, la fronte più precisamente, mentre il viso viene nascosto. Le braccia inerme lungo i fianchi e nessuna parola da pronunciare per un lungo momento di silenzio. <Papà ha detto che ci saranno degli uomini ad intervenire in caso. Non devi ucciderla, ne menomarla, so che… se siamo in pericolo di vita tu agiresti di conseguenza, per questo dobbiamo metterla fuori gioco il prima possibile. Gambe, polsi… possiamo farcela.> ancora una volta la ragazzina espone quel piano con lucida rabbia, si sente un fuoco dentro, non riesce a non provare rabbia verso quella donna. [Chakra On]

01:18 Kouki:
  [Magione - Stanza] Ha forse un piano in mente, o meglio, una soluzione per ogni eventualità che le si potrebbe parare dinnanzi. Non sottovaluta niente e nessuno, ma ragionare in questo modo le permette di avere una maggiore sicurezza di sé. Dispone di diverse capacità che potrebbero tornarle utili, non deve lasciarsi perdere queste occasioni semplicemente. Ma i suoi pensieri vengono interrotti, un suono entra prepotente nel suo mondo costringendola a voltare il viso verso la finestra. Sembra avvolta nella nebbia, ma vede chiaramente un falco. Lentamente si alzerebbe dal pavimento, lasciando in attesa Mirako nello specchio come se nulla fosse. Piccoli passi, i piedini si muovono e la finestra, una volta raggiunta, verrebbe aperta lasciando entrare l’aria gelida, ma anche il falco se solo volesse. Prenderebbe tra le mani la missiva allegata, nessuna emozione sul suo viso nel farlo. Eppure man mano che legge quelle righe, finalmente delle emozioni sembrano palesarsi sul suo viso, anche se timide, appena accennate, stanche. Sorride, appena nel leggere quelle scritte da parte di Shade, che le scaldano il cuore ma la rendono anche triste. Vorrebbe parlarle, dirle tutto, ma non può. Si prenderebbe qualche attimo per rispondere, sperando che al falco non scocci, e poi affiderebbe a lui la risposta, con anche una piccola carezza se le fosse permesso. Quindi attenderebbe che l’animale spicchi il volo e chiuderebbe la finestra. <*Cosa ne pensi in realtà di questa faccenda?*> è lì Mirako, che scruta maligna ogni cosa della sua controparte, richiama la sua attenzione, vigile ed attenta. Ogni minima sfaccettatura la coglie, la conosce, anche più di Raido ed Otsuki, più di chiunque altro… ma è anche ovvio, sono la stessa persona alla fin fine. La piccola torna quindi a sedersi nello stesso punto di prima e lentamente l’espressione torna a perdersi, piano, piano, sempre più distante. Si raggomitola ancora di più, gli occhi vengono chiusi con forza rimanendo in quella posizione, a viso nascosto e fronte sulle ginocchia raccolte al petto. <Lei ha deciso scioccamente di andarsene. Non ha pensato alle conseguenze, non ha pensato che Noboru potesse mentirle e mettere comunque in pericolo la sua famiglia. Lei ha deciso di dimenticare, non mi importa per quale motivo lo ha fatto, era disposta a lasciare tutto.> mormora appena percettibile, soffiando aria calda, sibilando come una serpe ferita da quel comportamento… proprio ora che si stava affezionando a lei. <Lei, Kaori… non so più cosa pensare. Sono stanca, tanto stanca.> scivola lentamente la sua mente, si vuol far cullare dal nulla, mentre lì, sempre all’erta nello specchio, Mirako osserva con sommo interesse. Espressione vispa, indagatrice, occhi gialli appena socchiusi come se volesse scandagliare la Yakushi. <*Brutta cosa non riuscire a fidarsi di una figura materna, nh?*> forse l’istigazione non è il modo migliore per parlare alla bambina in questo momento, ma Mirako ha deciso così… vuole avere il campo libero per inferire su quella donna, magari ucciderla. Lo vuole per il semplice fatto che desidera solo divertirsi, tutto qui. <*Non te ne fai nulla di una donna che non ti vuole. Così lei come Kaori. Sono figure sulle quali non dovresti fare affidamento, ne sperare in futuro. Non ci hanno messo nulla a prendere le loro decisioni ed andarsene, no?*> continua con un tono di voce lento, mieloso ed insinuoso, che percorre l’aria fino a diffondersi nelle orecchie della piccola, fino al cervello. Non dice nulla la ragazzina, rimane in silenzio, stessa posizione, sempre più a fondo. Le mani vengono portate alla testa, premono sulle orecchie, ma non può ignorare la Voce di Mirako, che attraversa anche il silenzio rimbombando nella sua mente. [Chakra On]

01:34 Kouki:
  [Magione - Stanza] Si stringono le dita tra i suoi capelli, vengono tirate le ciocche, mentre gli occhi rimangono chiusi, si strizzano, i muscoli si irrigidiscono e le labbra vengono serrate. Prova dolore, un dolore troppo forte nella propria testa, che pulsa e martella. <*Lascia che muoia, che non torni mai più. Lei non è indispensabile per te, è stata solo la tua rovina, con lei è andato in malora ogni cosa. Con lei è stato tutto un cadere in una profonda voragine.*> e ci si mette anche di impegno Mirako, sibilando parole cariche di veleno, atte a manipolare la mente troppo fragile della piccola Kouki. Il cuore batte forte nel petto, così forte da sembrare infuocato, da spaccarle il torace in due e farle provare brividi di freddo. Mirako sorride nell’osservare l’effetto voluto delle sue parole, vuole avere il via libera, vuole sfogarsi, vuole divertirsi. <*Raido ha detto che sei tu la sua ragione di vita. Non lei, quindi non gli è indispensabile nemmeno a lui.*> continua e continua, rincara la dose, sempre più melliflua, sempre più provocatrice come una serpe, le sue spire si stringono attorno alla mente della piccola, già debole, già incrinata… ma stringe troppo. Si sente un crack, qualcosa si spezza e cala il silenzio nella stanza. Un silenzio che fa stare persino Mirako sulle spine, un silenzio che questa volta fa venire a Lei i brividi lungo la schiena. Nessun movimento da parte della piccola Yakushi, nessuna parola. Alla fine non ha retto, alla fine è crollata e si è spezzata per la seconda volta, era andata troppo oltre. Nel silenzio e nel nulla più totale, però, la piccola si sente toccare un braccio, un tocco leggero, delicato… un tocco che pare emanare del colore, della luce. Lentamente il viso si solleva e lo sguardo cercherebbe di posarsi sulla figura accanto a lei che tiene ancora la propria manina sul suo braccio. Un altro riflesso, si ritrova ad osservare un’altra se stessa, uguale a lei in tutto e per tutto, tranne che per quell’espressione dolce ed avvolgente. Vi è Mirako nello specchio, e una seconda gemella accanto a lei, vicina, che la rincuora col semplice tocco di una mano. Si sente leggera la piccola Yakushi, si sente riscaldata, mentre osserva quel sorriso candido e speciale rivolto solo a lei. Ma quelle labbra sorridenti si dischiudono, una voce, del tutto simile alla sua e a quella di Mirako, viene fatta udire. <”Tu ami tuo padre e ami anche Fumiko. Lei non è scappata, tieni conto che ha fatto tutto questo anche per proteggere te, per proteggere la sua famiglia della quale fai parte. È vero, è stato un gesto forse incomprensibile, ma è quello che ha voluto fare… ed è compito tuo farle sentire nuovamente il tuo amore. Aiutala, si è solo perduta.”> Parole calme, pacate, estremamente dolci ed avvolgenti, che sembrano curare il malessere che prova in questo momento nella propria mente. Gli occhi gialli della ragazzina rimangono fissi su quel secondo riflesso, rapita, incredula, ma riesce ad accennare un piccolo sorriso in sua risposta. E in seguito? La nuova arrivata sembrerebbe rivolgersi anche verso Mirako, un sorriso anche per lei, parole delicate. <“Se tu uccidessi Fumiko, perderesti ogni possibilità di farti aiutare da Raido ad arrivare agli obiettivi.”> Niente altro, il silenzio da parte di Mirako, che con uno sbuffo prende atto della verità di quelle parole alle quali non aveva minimamente pensato. Carezze ai lati del viso della ragazzina, e un bacio le viene donato sulla fronte, e tutto sembra farsi più leggero, caldo, meno doloroso. Il viso di Kouki si rilassa, gli occhi vengono chiusi e lentamente il corpo si lascia cadere a terra, di lato, non è certo svenuta, ma lentamente si lascia trasportare da un sonno meritato finalmente. E più si addormenta, più dentro di sé aumenta la consapevolezza dell’affetto che prova per Fumiko, che tutta la rabbia provata l’ha avvertita perché tiene a lei. Quella seconda Gemella ha ragione. Vuole vederla, vuole essere di aiuto affinchè tutto torni come prima, vuole potersi stringere a lei e vuole chiamarla mamma. [Chakra On][END]

Kouki si ritrova immersa nel proprio mondo e finisce col parlare con il riflesso di Mirako nello specchio. Molte cose vengono dette ed affrontare e alla fine appare una seconda figura che sembra rasserenare la mente della giovane dopo aver superato per una seconda volta un punto critico.