Resta con me
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Giocata del 27/11/2017 dalle 09:22 alle 14:08 nella chat "Luogo Sconosciuto"
I suoi uomini stanno ancora pattugliando Kusa così come i Senjuu pattugliano tutta quanta Konoha, ognuno di loro rappresenta occhi e orecchie del Jonin, seguono Fumiko ovunque e dappertutto, in ogni parte. La ragazza non sa e dopo la loro ultima litigata i rapporti sono peggiorati considerevolmente, quello che ha guadagnato con lei è andato letteralmente in fumo e non può permetterlo, non può permettere una cosa del genere. Probabilmente è tornata da Noboru, le intenzioni sembrano quelle, letteralmente e ciò vuol dire che ora sono nemici ma nemici per il suo bene. Questa mattina si è alzato presto ed è andato a fare un giro di pattuglia. Indosso, come suo solito, porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare dei pezzi di metallo e una vestaglia un po' più pesante del normale, qualcosa di aderente al corpo ovvero un'armatura pesante per proteggerlo da possibili guai in arrivo. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Sulla schiena ha posto la samehada, sua fedele arma in ogni situazione ed è anche la più potente di tutto l'armamentario mentre alla vita ha legato la sua katana, compagna di mille avventure che non lascia indietro. Non ha l'equipaggiamento completo, non ne ha bisogno. Ha corso per tutte le colline per un paio d'ore circa, si è dato da fare ed è da poco ritornato alla magione. Solitamente sarebbe passato a fare una carezza a Kouki, magari a svegliarla ma ora no, non dopo che anche il loro rapporto si è incrinato. La sta lasciando dormire nel suo letto, non le vuole dare fastidio. Probabilmente sta sbagliando con il suo comportamento, forse dovrebbe andare da lei, abbracciarla, stare con lei ma non ha la forza di farlo preferendo restare lontano, darle i suoi tempi. Si trova in cucina, sta armeggiando con i fornelli intento a preparare un tè e non solo, sta letteralmente preparando la colazione con uova, bacon, pancakes, salsicce. Il tavolo presenta sopra di se del latte, del succo di frutta, cioccolata, biscotti e pane. Il profumino raggiunge tutte le stanze ed è un ottimo risveglio e, in più, vi è anche il caffè a preparare. Sta cucinando una colazione degna di un re. [Chk on][Armatura pesante equip][Katana equip][Samehada equip] [Camera -> Cucina] E’ ancora difficile riuscire a dormire e mangiare come si deve, anche se al momento è il sonno che le manca più di tutto, dato che per mangiare più o meno ci pensa Mirako. È tornata a casa, alla magione, da suo padre, ma ancora non si sente del tutto tranquilla, la fiducia non è ancora tornata al cento per cento, anche se è consapevole che suo padre non le farebbe mai del male. Ma i dubbi arrivano come un fiume in piena, e se le stesse nascondendo altro? E se in realtà stesse recitando proprio come fa Mirako delle volte? Dubbi che però si riversano anche sull’Altra… cos’altro le nasconde? Perché quei vuoti di memoria non inerenti alla malattia che si porta dietro? Si sente ancora come se fosse immersa in un sogno, intenta a navigare in un mare di marmellata e nebbia. Se ne sta nel suo letto, sveglia da ore, forse da tutta la notte, coricata su un fianco e rivolta verso la porta della propria stanza chiusa. Non le piace dare le spalle ad entrate ed uscite, le piace avere le spalle coperte, al sicuro. Gli occhi gialli fissi sulla porta, il corpo minuto e gracile raggomitolato in posizione fetale, mentre i lunghi capelli neri sono sparsi sul cuscino. Indosso porta un pigiama abbastanza caldo e morbido di un colore azzurro e con sopra disegnati un sacco di fiorellini dai svariati colori, la taglia è leggermente grande per lei, tanto da coprirle mani e piedi nudi, ma lo preferisce così. Il silenzio l’avvolge e l’espressione risulta vuota e distante, immersa come al solito nel suo personale mondo che nessuno a parte lei può vedere. Rimarrebbe lì anche per tutto il giorno se potesse, alzandosi solo per andare in bagno, ma un leggero grattare alla porta sta diventando sempre più insopportabile da essere ignorato. Sbuffa lievemente si si alza dal letto scostando le coperte, i piedi nudi e bruciati sotto le piante vengono posati sul pavimento e lentamente, meccanicamente, va verso la porta aprendola. Kuro è seduto davanti ad essa e non appena vede la giovane Yakushi aprire la porta, emette un lieve miagolio, più simile ad uno squittio, e se ne va, come se nulla fosse. Gatti. La piccola scuote appena la testa, e dato che ormai è in piedi ed assetata, decide di dirigersi verso la cucina e man mano che si avvicina le è impossibile ignorare il profumo di quella abbondate colazione. Lo stomaco le si chiude di colpo, prova un leggero conato e il viso si storce in una smorfia, ma comunque farebbe il suo ingresso nella cucina. Si ferma sulla soglia, osserverebbe in silenzio il padre intento a cucinare per poi spostare lo sguardo sulla tavola imbandita. Immobile, in silenzio, come un fantasma... con i neri capelli in disordine che le cadono in avanti sulle spalle e sul viso, poi lungo la schiena fino ad oltre il sedere, del tutto poco ordinati. [Chakra On] E Kouki fa il suo ingresso nella cucina con il disordine mattutino tipico di chi si alza da poco dal letto. Continua a cucinare sentendone i passi, passi che si susseguono uno dopo l'altro senza sosta fino a giungere nella stanza. Si sente osservato dalla ragazzina, sente i suoi occhi su di se <Buongiorno> la saluta voltando il capo in sua direzione, un piccolo cenno con esso. La situazione è ancora critica, molto critica, parlare con lei è difficile, talmente difficile che anche solo parlare risulta complicato e impiega un quantitativo enorme di energie. Finisce di cucinare andando a prendere i piatti dall'armadietto sopra di se. Ne prende due portandoli sul tavolo, uno per lui e uno per lei più un terzo più grande del solito; sul terzo va a metterci le uova, le salsicce e il bacon e ripone tutto quanto sul tavolo. Poi prende il caffè e lo versa in due tazzine nel caso volesse bere latte e caffè e poggia ancora sul tavolo più altri due bicchieri di vetro. Insomma, la colazione è servita <Ecco> si volge verso Kouki <Fame?> spera di si, vuole che tutti torni come prima bene o male e per farlo deve almeno cercare di comportarsi normalmente senza fare niente di stupido o insensato. Gli occhi ancora fissi sulla giovane, attende le sue parole, vuole sentire qualcosa <Sei riuscita a dormire un po'?> la guarda negli occhi per capire se mente o meno, se ne accorge senza problemi oramai, è sua figlia e non può farne a meno dopotutto. Vi è tensione tra loro, molta tensione ma sa che deve attaccare un discorso, anzi, più di uno, devono parlare di tante cose e forse è meglio partire da quella che più interessa alla Yakushi. Va a sedersi sulla sedia dietro al tavolo, si versa del succo di frutta all'arancia nel bicchiere fino a metà per poi portarlo alla bocca bevendo. Piccoli sorsi vengono fatti dal Jonin <Dobbiamo parlare> la mattina comincia bene, nemmeno svegli e già si ritrovano a dover discutere di qualcosa di importante <Sai che ho mandato i miei uomini a cercare Otsuki? Bene, quando li ho richiamati non avevano trovato niente e così ho chiesto ad Hebi di occuparsene. In quanto serpente ha avuto molto a che fare con gli Yakushi e...lo ha trovato> finalmente ci sono riusciti <So dove si trova Otsuki> una buona notizia per la ragazza dopotutto, una splendida notizia ma ora la paura che alberga nell'Oni si fa più presente. Se questa notizia la portasse lontano da lui? Se lei scegliesse di stare con lo scienziato? Sono paure difficili da scacciare e probabilmente ci avrebbe dovuto convivere per tutta la vita <E...mi serve il tuo aiuto per una cosa> questa è una delle parti più difficili. [Chk on][Armatura pesante equip][Katana equip][Samehada equip] [Cucina] Continua a fissare l’uomo come se si fosse incantata, ma in effetti è così. Si è persa nel suo mondo e ora si ritrova a fissare vacua la schiena del padre come se stesse dormendo in piedi. Un blackout quello della sua mente che si riscuote solo quando sente quel buongiorno a lei rivolto. L’uomo si volta appena verso di lei, e la ragazzina rimane a lungo in silenzio ad osservarlo, come se avesse perso il dono della parola. Non vi è niente su quel viso pallido e dopo un lungo silenzio finalmente le labbra si dischiudono. <Buongiorno.> sembra che anche per lei costi fatica parlare, il tono basso e appena sussurrato come un sibilo, e lentamente si avvicina a una delle sedie che va a scostare dal tavolo. Il padre finisce di apparecchia e lei si siede, infine le pone la domanda forse più sbagliata di tutte. Scuote la testa, lentamente. <Non ho fame.> digiuna, come al solito, ma questa volta avrebbe davvero bisogno di mangiare per recuperare le forze, eppure tutto quello che fa sarebbe quello di prendersi un bicchiere di spremuta di arancia, se fosse presente della spremuta, per versarsela nel bicchiere e bere piccoli sorsi. <Non ho dormito.> ecco le sue risposte, semplici e lapidarie, vuote e prive di significato per lei. Il bicchiere viene riposto sul tavolo e lei torna a perdersi fissandolo. Nel silenzio che segue la piccola va ad accogliere una ciocca di neri capelli fra le mani e con essa va a giocare, attorcigliandosela tra le dita, non avendo nulla da dire in particolare. Invece è l’Oboro che inizia il discorso, un discorso per lei molto interessante che la sveglia da quella sua apatia per portarla a fissare il padre in viso. Ha mandato Hebi a cercarlo, non ha motivo di arrabbiarsi come aveva fatto per gli uomini del padre, perché quel serpente le piace e inoltre… è un serpente. Se non si avvicina lui agli Yakushi, chi lo potrebbe fare? Lo accetta, annuisce, e una reazione finalmente si vede sul suo viso. Si fa interessata, mentre il cuore balza nel petto. <E dove si trova?> domanda con più emozione nella voce. Vuole sapere, vuole trovarlo, per quale motivo ancora non lo sa bene nemmeno lei, ma vuole conoscere l’ubicazione dello scienziato. Attenderebbe una risposta da parte del padre, il quale abbandona quel discorso per iniziarne un altro. Gli serve il suo aiuto, e per un attimo lei corruga la fronte, perplessa ed indecisa. <Per cosa?> ci va con cautela, perché se riguarda la sua organizzazione e i suoi ideali non vuole nemmeno sentirne una sola parola. Non vi è molto altro da dire al momento da parte sua, persa ancora un po’ troppo in quel suo mondo personale e nebbioso. [Chakra On] I toni di voce sono bassi, difficili e le parole si sprecano. Non vi è più quella complicità di un tempo, adesso c'è solo freddezza da una parte e voglia di farsi perdonare dall'altra ma la difficoltà sta proprio in questo, in che modo può farsi perdonare dalla Yakushi? Non ne ha idea, forse lasciare che il tempo sistemi tutto ma come può? Vorrebbe che lei tornasse a sorridere nel guardarlo, vorrebbe vedere nuovamente il suo sorrisino. Il buongiorno è freddo, non c'è emozione, non c'è niente ma la mazzata arriva subito dopo nel sentire le sue parole. Non ha fame e la capisce, capisce quanto lei non voglia stare con lui, forse è troppo per adesso <Oh..va bene> china leggermente il capo mentre la osserva sedersi e prendere la spremuta. C'è, su quel tavolo c'è tutto ma un'altra mazzata arriva. Non ha dormito per niente e li si sente male. E' riuscito a farla mangiare, è riuscito a farla dormire e a darle una vita come si deve e ora ha rovinato tutto quanto. Annuisce semplicemente senza parlare, non può dire altro purtroppo e non può fare molto, non può nemmeno rimproverarla. Resta seduto davanti a lei, il bicchiere pieno, lo sguardo chinato in avanti mentre si appresta a fare quel discorso su Otsuki e questo scatena in lei una reazione, emozionata, forse felice di quella notizia e vede del vivo interesse nei suoi occhi. Almeno una cosa buona l'ha fatta dopotutto <A Oto> questo gli ha detto Hebi ma non il luogo preciso <Si nasconde li, da qualche parte> e probabilmente nel vecchio Dojo Yakushi del villaggio, il luogo più ovvio in cui può recarsi ma forse nemmeno tanto alla fine. Sta facendo dei ragionamenti e non ha idea se sono sbagliati o giusti. Ora arrivano alla porta difficile, deve chiedere un favore alla giovane e quel favore gli costa realmente molto <Ho bisogno del tuo aiuto per far tornare la memoria a Fumiko e...mettere fine a questa storia con Noboru una volta per tutte. Da solo non posso farlo> ha già i suoi uomini e Mekura ma di Fumiko deve occuparsene lei, è l'unica con la forza necessaria per metterla al tappeto senza ucciderla e senza farle troppo male ma non crede che la Yakushi riesca a trattenersi <La sto facendo seguire, sto aspettando che Noboru vada a farle visita o che lei vada da lui e in quel momento noi li attaccheremo e vorrei che tu ti occupassi di lei> è molto vago su quell'occuparsi ma è difficile sostenere un discorso con la ragazzina, sta cercando di parlare ma le stesse parole gli muoiono in gola, letteralmente, ogni cosa che dice può allontanarla da se. [Chk on][Armatura pesante equip][Katana equip][Samehada equip] [Cucina] Non c’è nessun tipo di reazione da parte del padre e quelle semplici parole della Yakushi. Non ha fame, non ha dormito, ma tutto sembra andare bene se non per quella tristezza che prende luogo sul viso dell’uomo. Ed è allora che la ragazzina andrebbe a guardarsi intorno, come alla ricerca di qualcosa o qualcuno, forse di Hebi o del gattino, chi lo sa. Sta di fatto che a quella prima risposta dell’uomo, dentro di lei avverte la voce di Mirako. È uno sbuffo forte e più che percettibile, è un movimento di rabbia e frustrazione. Vorrebbe prendere il sopravvento, ma non lo fa, decide lei di non farlo perché alla peggio sarà lei a parlare come si deve alla propria contro parte. Sarà Mirako a prendersi tutti i meriti e questo la fa gongolare dentro alla mente della piccola. La Yakushi si limita a bere a piccoli sorsi, ma è molto probabile che prima o poi Mirako farà violenza e metterà del cibo in quel loro stomaco condiviso. <A oto.> ripete fra se e se, con un filo di voce, per poi alzare le spalle. <Be, ci dovevo già andare, quindi meglio così. Devo andare al laboratorio del Dojo del Clan, per avere le informazioni che cerco.> non ci vuole andare da sola, ma non sa se suo padre abbia intenzione di venire. <Se vuoi venire con me, se no ci andrò da sola senza problemi.> la butta lì, continuando a fissare tutta quella roba presente sulla tavola, ma non si azzarda a toccare nulla. In silenzio e con un certo timore, attende di sapere le successive parole del padre, quel suo chiederle aiuto per Fumiko. Non sa come reagire esattamente, ma come prima cosa sente rabbia. <Perché dovrei?> domanda infine, dopo aver ascoltato tutto quello che il padre ha avuto da dirle, dopo aver compreso che dovrà occuparsi della donna in chissà quale modo. <Io non c’entro nulla con questa storia. Fumiko ha deciso da sola quello che voleva fare, è una donna adulta e libera di scegliere e così ha fatto.> si stringono i pugni, difficile dire verso chi e in che modo sia rivolta quella rabbia. <Tutti decidono senza rendere conto a nessuno, e ognuno deve fare i conti con le conseguenze.> questa è forse un’altra frecciatina. Sia lui che lei hanno deciso senza pensare di parlarne prima con qualcuno, semplicemente volevano fare una cosa e l’hanno fatta. Mentre la piccola quando ha deciso di testa sua una volta sola si è presa una ramanzina che l’ha fatta sentire in colpa fin nel midollo. Il visino muta, si vede la rabbia ora nei suoi lineamenti infantili. <E poi in che modo dovrei occuparmene? Pensi davvero che potrei mettermi lì a parlarle con calma cercando di farle ricordare quello che lei stessa ha voluto dimenticare?> oh, si, la sta accostando a Kaori. Due donne, una importantissima per la sua vita, l’altra che lo stava diventando, entrambe che hanno preso scelte che le hanno portate ad allontanarsi dalla famiglia. <In questa storia non sono mai c’entrata nulla. Servo solo quando fa comodo a voi? Non so niente di tutto questo, non conosco Noboru se non per sentito dire da Fumiko, sono estranea a questa faccenda e non so cosa sia successo nei particolari.> non si sente coinvolta, non abbastanza, per quanto quello che abbia fatto quell’uomo la disgusti, ma non riesce a provare nulla di più, perché alla fine sono scelte che Fumiko ha preso da sé, non è stata rapita. [Chakra On] Non ha reazioni particolari a quelle risposte, come potrebbe, non può azzardarsi a fare e dire niente, deve rimanere pacato, rimanere tranquillo. Si merita quella tensione che c'è nell'aria, si merita quella tristezza che prova in questo momento, vorrebbe solo che Kouki non la provasse, vorrebbe questo da lei più di ogni altra cosa ma non può. Se potesse tornare indietro cancellerebbe tutto quello che ha fatto e le parlerebbe fin da subito, fin dal principio ma è troppo tardi per farlo. Respira a fatica, respira con difficoltà sentendo il proprio petto pesante più che mai, i polmoni sbattono contro la cassa toracica e il fiato esce a tratti e in modo non regolare. Le ha detto di Otsuki, dove si trova, in quale posto e ne ode il dire, le parole. Deve andare al Dojo del clan, un posto per niente sicuro per lei, un luogo in cui si trova Otsuki probabilmente e poi sente quella frase buttata li come se niente fosse. Alza lo sguardo, lo punta su di lei andando a guardarla negli occhi <Certo che voglio venire, pensavo fossi tu a non volermi> dopo quello che è successo avrebbe pensato tutto meno che a questo, volerlo con lei in questo suo viaggio, un viaggio che l'avrebbe condotta verso un qualcosa di diverso. Seguendola avrebbe potuto proteggerla meglio, guardarle le spalle e un minimo di felicità si palesa nel suo cuore, felicità che viene annientata senza riguardi dalle successive parole di Kouki. Ancora la guarda puntando gli occhi nei suoi e la domanda è giusta: perchè dovrebbe? Le ha fatto male e ora non può chiederle aiuto, non può andare da lei sperando che acconsenta. Nota la rabbia sul suo visino, una rabbia che si sta portando dentro da giorni e giorni e ora finalmente sta per uscire fuori ma quella frecciatina neanche troppo velata la scorge e inizia a sentirsi uno schifo. Tutto gira intorno a quello, nessuno ha detto niente, nessuno ha parlato <Lo so e mi sento uno schifo per questo> diretto senza indugiare oltre, senza dire niente di più <Mi sento uno schifo per averti fatta soffrire, per aver permesso che tutto questo accadesse e per non essere stato in grado di impedire a Fumiko e te di andarvene. Sto facendo i conti con le conseguenze e così farà anche lei una volta riavuta la memoria> e sa già che i conti che deve fare lei sono ben peggiori. Ha fatto cose vergognose, si è lasciata andare e sa che la mente della Senjuu è molto fragile, gli ci vuole poco per sbarellare totalmente. Ascolta ancora quello che dice la ragazza, percepisce il paragone con Kaori e il cuore gli si stringe, l'odio verso la Hyuga aumenta ancora di più <No, non voglio che ci parli, voglio che tu la metta al tappeto> vuole che ci combatta, vuole che le faccia male, molto male <Non deve più essere in grado di reagire però non devi ne ucciderla, ne mutilarla> non vuole che muoia ne che perda una parte del corpo, vuole solo che la riduca in modo che non possa più opporre resistenza. Le parole di Kouki fanno male, fanno dannatamente male e ribattere non serve a niente perchè sa che ha ragione su tutto quanto <Non ti ho mai coinvolta perchè avevi già troppe cose a cui pensare e darti un altro pensiero del genere..non potevo permetterlo, ho preferito addossarmi tutto da solo> e prova a risolvere tutto quanto da solo <Ma ora so che non posso fare sempre tutto da solo> si alza dalla sedia, si volta verso la cucina andando a poggiare le mani su di essa, guarda il muro, lo fissa intensamente <Lo so che ora mi odi, che odi Fumiko ma...ho bisogno di te> e non può impedire nemmeno questo, ha bisogno di sua figlia ora più che mai, ha bisogno della sua forza e solo lei può dargliela. [Chk on][Armatura pesante equip][Katana equip][Samehada equip] [Cucina] C’è parecchia tensione, solo che la ragazzina non se ne accorge perché è lontana nel suo mondo, mentre suo padre l’avverte in tutto quell’oscuro splendore. Tensione, freddezza, c’è di tutto. Eppure nonostante questo lei si trova lì, in quella casa, insieme a suo padre e continua a portare il ciondolo che le ha regalato. Nonostante tutto non è scappata, non è corsa via. Nonostante tutto ci sta provando ad elaborare le cose. <Da sola cosa mai potrei fare? Se non voglio finire nelle mani di Otsuki non devo andarci da sola.> Fredda logica, tutto qui. Se avesse potuto avrebbe fatto come Fumiko e ci si sarebbe tuffata a braccia aperte da Otsuki. Già, avrebbe preferito anche lei dimenticare tutto quanto, stare meglio, tornare alle origini… e lo avrebbe fatto se non fosse stato per Mirako. Ma ovviamente dovrà aspettare, ovviamente ci sono prima altre cose da sistemare, problemi su problemi e tutto si mischia nella sua testa e le fa del male fisico. <Ci sentiamo tutti uno schifo.> conviene insieme al padre che quella è la situazione generale di tutti. Chi più, chi meno, ma tutti si sentono uno schifo. <Esatto, tutti fanno i conti con le proprie conseguenze. Tu, io, lei. L’intero mondo.> non c’è una sola persona che si esenta da questa legge universale. La rabbia sale, la sente dentro di sé, nel petto, la testa gira è dolorante, la vista si offusca… è stufa e stanca anche per questa infezione. Vorrebbe urlare ancora una volta, vorrebbe spaccare ogni cosa, ma non può farlo, conserva ancora un minimo di lucidità per affrontare quel discorso. Le parole successive dell’uomo fanno emerge sulle sue labbra un piccolo sorriso… un sorriso che si avvicina più ad uno di quelli di Mirako, solo che non è Lei ad avere preso il sopravvento. Un sorriso che sta a metà tra il divertito e l’ironico. Perché? Perché le sta dando una scusa per sfogare la propria rabbia e da lì a Mirako il passo è breve. <Io non lo farei, ma Mirako non si fermerebbe certo a metterla al tappeto. Vorrà infierire, mutilare, divertirsi.> il sorriso si spegne di colpo, così come era nato, ora svanisce lasciando nuovamente posto alla rabbia. <Soprattutto se Fumiko farà sul serio, avendo perso la memoria, mi considererà una nemica e lei di certo non si tratterrà nel ferirmi, mutilarmi o uccidermi. E ti ricordo che io faccio di tutto per la mia sopravvivenza, Mirako fa di tutto. Lei non guarda ai punti vitali, non le interessa di non uccidere se ci troviamo in pericolo.> seria, fredda, tagliente. Lo sguardo si assottiglia nell’osservare il padre. <E poi a che ti serve avere Fumiko al tappeto, impossibilitata a reagire?> sbatte le mani sul tavolo, di colpo, senza nessun preavviso, senza nessun senso logico dietro le sue azioni. <Non mi hai coinvolta, anche se riguarda la nostra famiglia. Ancora una volta. Sia tu che lei avete uno strano modo di proteggere le persone.> davvero strano, ma probabilmente è solo lei che non lo comprende. Si alza di scatto dalla sedia anche lei, come pervasa da scariche elettriche incontrollabili, ma è l’infezione che agisce sul suo cervello, niente altro. Unita alla sua dose di psicopatia, ed ecco un ottimo frullato. <Io per proteggerti da Otsuki sono venuta a parlarti, non ho provato nemmeno per un momento di fare tutto da sola. Ma comprendo, io non valgo nemmeno una tua unghia, ovvio che non mi consideri per niente. E Fumiko? Ha preso e se n’è andata, come Kaori! Ogni persona che io consideri come madre fa questo! E meno male che non ho chiamato Fumiko mamma anche se ci mancava davvero poco per farlo!> urla, sbotta, non può trattenersi e il dolore alla testa non glie lo permette. Le mani si portano alla testa, ancora una volta si stringono le dita sui suoi capelli, tirando con forza. <Mi sembra di essere l’unica ad avere una minima idea di che cosa significhi essere una famiglia, ma se a voi non interessa perché dovrei sbattermi io?! Dici che dovrei comportarmi come la bambina che sono, ma voi non me lo permettete! Fate scelte assurde, impulsive, che non si addicono a delle figure che dovrebbero essere un pilastro fermo per le vostre figlie!> non riesce a trattenersi, non riesce a rimanere ferma, il bicchiere viene preso e cercherebbe di sbatterlo con forza sul tavolo e lo romperebbe. Si è tagliata? Non le importa, anzi, la visione di quei vetri la porterebbe a stringere la mano sulle parti taglienti per ferirsi ancora di più. <Ha ragione Otsuki! Non merito niente di tutto questo!> non ragiona, addio all’ultimo sprizzo di lucidità che poteva avere, i cocci di vetro del bicchiere sono lì, e lei continuerebbe a ferirsi come pervasa da una furia autolesionista. La mano, il braccio, la pelle si aprirebbe sotto i suoi colpo. Dopo tutto non è la prima volta che si ferisce da sola, anche se solitamente era Mirako a farlo, ma ora la ragazzina sembra senza alcun controllo. Tanto sconvolta, tanto quanto lo è Mirako in questo momento. <Dimmi perché dovrei aiutare Fumiko! Dimmelo!> silenzio. Il suo stesso sangue scorre dal braccio e la mano feriti, mentre lentamente la furia autolesionista sembra placarsi… certo, sempre che non sia stata fermata prima. Si è rotta, ancora una volta, e Mirako potrebbe non essere più sufficiente se continua a questo modo. [Chakra On] La fredda logica di Kouki lo distrugge ma lo lascia, allo stesso tempo, affascinato da come ragioni. Vorrebbe riavere anche lui quella freddezza di un tempo, quel modo di agire che lo ha sempre caratterizzato in quel di Kiri. Rivuole il vecchio Raido e buttare via questa carcassa che ora cammina. Odia Kaori anche per questo, per averlo cambiato, per averlo fatto diventare debole <Hai ragione> nient'altro viene detto, ha una logica che non ammette rimproveri, non ammette replica alcuna. Non ci sono momenti tranquilli, non c'è niente di tranquillo in tutto questo e si arriva presto alla litigata, al momento in cui tutto quanto salta, compresi i loro nervi. Di due cose è sempre stato sicuro, non avrebbe mai alzato la voce con lei e non avrebbe mai alzato le mani su di lei, non l'avrebbe mai toccata per evitare che la storia si ripeta. Otsuki l'ha torturata, l'ha ridotta a uno straccio e non vuole che lei lo veda come lei, non adesso che il paragone è vicino, molto vicino <Tu non hai fatto niente, è solo colpa mia> non deve fare i conti con nessuna conseguenza, tutto ciò che sta accadendo è solo e soltanto colpa sua e di nessun altro. Ogni giorno si maledice, ogni giorno vorrebbe farsi del male per tutte le persone che ha fatto soffrire. Le parla di Fumiko, di ciò che vuole fare e di cui ha bisogno, ha scelto di coinvolgerla e sa che quella conversazione è tutto meno che facile. Si ritrova a darle le spalle, le mani poggiate sulla cucina a guardare il muro che dinanzi a se mentre sente le parole di Kouki <Per questo spero che Mirako mi abbia sentito, non voglio che accada> ma Kouki lo mette davanti a una prospettiva a cui ha pensato ma che non sa come risolvere. Fumiko avrebbe attaccato con tutta se stessa, avrebbe cercato di ucciderla in ogni modo e Mirako avrebbe fatto lo stesso per sopravvivere <Lo so, per questo i miei uomini vi sorveglieranno. Quando io avrò spezzato la tecnica che le ha tolto la memoria, loro interverranno per bloccarvi oppure ti porteranno via in caso di pericolo ma non succederà se le resterai vicino, non se l'attacchi a distanza ravvicinate e le impedisci di allontanarsi> un piccolo consiglio per farla combattere al meglio delle sue possibili ma quella domanda gli sembra stupida, molto stupida <Per impedirle di mettersi in mezzo> deve combattere contro Noboru da solo, non vuole che nessuno intervenga in quello scontro in quanto probabilmente sarà la sua disfatta. Le mani si abbattono sul tavolo, si volta a guardarla e quella rabbia aumenta sempre di più <Lo so che abbiamo uno strano modo, lo so ma lo faccio perchè commetto errori dopo errori e non voglio farti vivere tutto questo> ha una concezione strana e nonostante la ragazza sia una ninja, una chunin, non vuole farle correre rischi. La osserva alzarsi di scatto, è elettrica, agitata completamente. La guarda negli occhi, la fissa <TU SEI LA MIA FORZA, SENZA DI TE NON SONO NIENTE, LO VUOI CAPIRE?> gli occhi divengono lucidi ma non accenna a cadere. Lei vale di più di quanto pensa. Per quanto ami Fumiko, al primo posto c'è sempre Kouki <Io odio Kaori, la odio dal profondo del cuore per essersene andata e averti fatta soffrire in questo modo, per questo sto facendo tutto questo, so che eri sul punto di chiamarla mamma e non voglio che la storia si ripeta. Non voglio che ci sia altra sofferenza> stanno sbottando entrambi, stanno dando il peggio e il meglio di se in quella discussione ai limiti dell'impossibile. La ragione di Kouki arriva nuovamente, è lucida, ragione anche in preda alla rabbia <Lo so, lo so che ho sbagliato con te, lo so di sbagliare tutti i giorni con te ma le poche cose giuste che faccio, le faccio grazie a te. Tu sei la mia insegnante, tu mi fai capire come comportarmi ed è grazie a te se miglioro> si avvicina al tavolo nuovamente mentre la vede rompere quel bicchiere e il sangue esce dalla sua mano, il sangue cola e quella frase, quella frase che lo fa scattare. Il tavolo viene preso e sbalzato di lato con forza rompendolo totalmente. La rabbia sta pervadendo anche lui, una rabbia mischiata alla furia che prova dentro di se per quella frase mentre afferra le braccia di Kouki per impedirle di ferirsi e sanguinare ancora <Tu meriti una vita felice, Otsuki non ti conosce e non sa chi sei ma io si> si inginocchia davanti a lei, gli occhi ancora più lucidi <Non pensare che lui abbia ragione per un mio stupido errore> ma poi ecco la nuova domanda, la furia della ragazza si fa sentire ancora. Perchè deve farlo? Perchè aiutarla? <Perché abbiamo sbagliato, entrambi abbiamo sbagliato e tu sei l'unica che ci può aiutare> lei è l'unica che ragiona effettivamente <L'unica che ha la forza ed è in grado di ricostruire questa famiglia perchè senza di te non esiste niente. Sei tu la mia famiglia, sei tu la nostra famiglia> non lascia andare le lacrime, trattiene tutto quanto ma continua a guardarla negli occhi, la fissa con intensità. In quel momento l'impulso di stringerla è forte ma non sa se può, non se può farlo anche se è molto vicino. [Chk on][Armatura pesante equip][Katana equip][Samehada equip] [Cucina] Le viene data ragione, non può affrontare Otsuki da sola, non può andare a Oto da sola rischiando di rimanerci per sempre assieme allo scienziato, per questo non ha mai messo in dubbio di volere suo padre con sé, perché ha ancora bene in mente il loro piano anche se la voglia di tornare dallo scienziato si è fatta sentire e si fa sentire ancora adesso. Ma sa che è sbagliato, ecco cosa la fa continuare per la strada giusta, sa che è sbagliato e sa che ci sono altri modi. <Per ogni scelta che facciamo ci sono delle conseguenze che dobbiamo affrontare. Certo in questa situazione non ho fatto niente, ma in generale è così.> scuote la testa, osserva il tavolo e in silenzio ascolta quello che il padre ha da aggiungere su quel loro combattere una contro l’altra. <Mirako può anche aver sentito, ma in una situazione di pericolo lei non terrà conto di niente. Ci farà sopravvivere.> non cambia come stanno le cose, non cambia il fatto che Fumiko non si tratterrà, ma la soluzione, la sicurezza, arriva subito dopo. Ci saranno i suoi uomini e alla fine lei deve solamente trattenere la donna affinchè non vada in aiuto del padre. <Posso romperle le mani e le gambe?> una domanda alquanto strana se non inquietante, ma dietro c’è tutta una logica. <Almeno non la faccio allontanare e le impedirei di compiere delle tecniche che prevedano sigilli, o di afferrare armi o rotoli per sostituirsi.> fa sfoggio di tutta la sua freddezza, e per lo meno non rischia di darle fuoco riducendola ad un arrosto, anche se al momento vorrebbe tutt’altro che trattenersi. Man mano quella freddezza muta in rabbia, il dolore alla testa la spinge a perdere la ragione ed ad urlare. Ma come alza la voce lei, lo fa anche lui. Sbottano insieme, ognuno si urla contro in quella litigata fin sopra le righe. Lui cerca di farle capire quanto importante lei sia, lo urla, le sconquassa la testa, le orecchie, arriva dritto al cervello e al cuore e gli occhi della piccola iniziano a riempirsi di lacrime, lucidi. Non dice nulla, semplicemente ascolta tutto quello che lui le dice. <Tu sei il mio papà! Tu devi insegnare a me!> urla, non ha senso nel discorso, ma lo urla comunque. Occhi che vengono chiusi e il bicchiere viene rotto, con la conseguente frasi, il suo farsi male e l’azione di suo padre. Il tavolo viene letteralmente buttato di lato, distrutto. Questo basta e avanza a zittirla di colpo, ferma immobile, come quegli animali che si fingono morti per non essere mangiati. Prova rabbia, paura, non si aspettava quel gesto e quello basta nel fermarla dal farsi del male, scuoterla, ma l’uomo le afferra le braccia impedendole comunque di fare altro e lei… si sente come spenta, svuotata di colpo. Seguono le parole dell’Oboro, mentre la testolina della ragazzina viene fatta ricadere in avanti, a peso morto verso il basso. Rimane in piedi, rigida, tesa, con la mano sanguinante, in silenzio ma con la testa abbandonata come se si fosse spenta di colpo. Le lacrime scorrono non viste, un pianto arido e silenzioso. <Io non so come si fa ad aiutarvi.> sussurra quasi senza voce, priva di ogni energia e sentimento, mentre pian piano il vuoto si propaga nella sua testa. Lentamente iniziano ad aprirsi buchi nella sua memoria, coprono quello scatto d’ira, il bicchiere infranto, il suo ferirsi. Gesti dettati dal poco controllo dell’infezione. <Avreste dovuto sentirvi più uniti grazie a Miho.> avere un figlio non dovrebbe unire due genitori, ma che ne sa lei, non l’ha nemmeno mai vista quella dannata bambina. <Io non so come si fa.> ripete ancora una volta, scivola via e presto rimarrà solo un guscio vuoto. [Chakra On] Lo sa, sa tutto quanto perfettamente, ognuno deve rispondere delle proprie e affrontare le giuste conseguenze <In generale..si> non sa cosa dire, è un discorso che fila liscio come l'olio, troppo liscio e la ragazza si dimostra ancora una volta ben più che intelligente, dimostra di essere un vero genio, un piccolo quanto letale genio. La di lei sofferenza si fa sentire come non mai, la percepisce e, automaticamente, diviene più grande che mai la propria. Sta male, dannatamente male. Lo scontro con Fumiko deve avvenire e deve essere Kouki ad affrontarla, lui si sarebbe dovuto occupare di Noboru e l'avrebbe sconfitto, poco ma sicuro, su questo non ci piove ma c'è anche la possibilità che sarebbe morto nello scontro. Capisce il pensiero di Mirako, sopravvivere, restare in vita è la cosa fondamentale e in caso di pericolo avrebbe fatto di tutto per uccidere e salvarsi la pelle. Non risponde perchè le ha già dato una sicurezza, un qualcosa per non perdersi d'animo, ovvero i suoi uomini, le persone che lo seguono sempre e comunque. La vede calmarsi leggermente e poi quelle proposte. Romperle le mani e le gambe ma il ragionamento fila liscio come l'olio anche qui e non può che darle la dovuta ragione <Puoi> le avrebbe permesso di fare tutto quello, le avrebbe permesso di distruggere gli arti della ragazza per impedirle di scappare e muoversi e attaccare nuovamente <Ma stai attenta al legno, sa utilizzare l'acqua e la terra anche perciò anche camminare diventa pericoloso> deve metterla in guardia verso le di lei abilità e fare in modo ce Kouki vinca a tutti i costi. Le ha dato tutte le informazioni possibili, adesso sta a lei vincere, sta a lei lottare e combattere al massimo delle proprie possibilità. Sa che può vincere, può farcela se riesce a coprire le proprie debolezze. Alla fine sbottano entrambi lasciandosi andare alle grida, gridano come i pazzi tutti e due ma sono le grida del Jonin che fanno cessare tutto quanto e le lacrime scendono sul viso della ragazzina. Quelle lacrime che non si sarebbero più dovute palesare in lei, lacrime che ha promesso di scacciare e invece sono ancora li <LO SO> grida un'ultima volta <Lo so> sa che deve essere lui a insegnare alla bambina come vivere e ad andare avanti ma sono gli errori commessi che lo hanno aiutato a capire perchè Kouki, inconsciamente, lo sta aiutando a fare il padre. Sbotta nel sentire quelle parole su Otsuki, rovescia il tavolo, lo rompe e tutto il cibo finisce per terra, ogni cosa che ha preparato viene meno sporcando il pavimento e il muro stesso ma non gli importa, non gli importa perchè deve mettere la parola fine a tutto e lo deve fare adesso. Si china davanti a lei, le prende le braccia e la osserva piangere, il viso si abbassa e quelle parole escono stanche, piene di tristezza. Non ce la fa più, porta le mani sulla di lei schiena e la spinge contro di se, l'abbraccia, la stringe ancora di più contro il proprio corpo. Come si fa? <Resta con me> eccome come deve fare, la vuole con se, ora e per sempre <Senza di te mi sento vuoto e non sarei mai felice> non basta Miho, vuole anche lei, la vuole con se e vicino a se in ogni momento della sua vita. Stringe più forte le braccia intorno al suo corpicino <Ti amo Kouki, ti amo> un'amore diverso, questo è ovvio ma l'ama come non mai. [Chk on][Armatura pesante equip][Katana equip][Samehada equip] [Cucina] Trovare un modo per fermare Fumiko senza ucciderla o menomarla è difficile per la ragazzina, che è abituata a combattere per salvarsi la pelle e quindi uccidere non appena ne ha l’occasione. Se si trova nel mezzo di una missione o di un combattimento è così che si sente, non è come nel torneo, perché lì era vietato uccidere e quindi non temeva eccessivamente per la propria vita. Spezzare le gambe di Fumiko le avrebbe impedito di muoversi, correre, scappare. Spezzare le mani fino a sbriciolarle le ossa serve per impedirle di usare i sigilli, le armi e l’equipaggiamento. Una logica tanto semplice quanto complessa, perché spezzare le gambe potrebbe anche essere facile con dei calci ben messi, ma le mani? Basterebbero forse i polsi, e allora potrebbe provarci, perché frantumare ogni singolo osso presente nelle mani le sembra difficile. Ragionamenti che fa a mente lucida, quando ancora la rabbia è lontana anche se sta per arrivare. <Il legno dovrebbe prendere fuoco abbastanza velocemente. Purtroppo è l’acqua che mi da’ da pensare, il mio Katon ne è debole. Dovrei proprio arrivarle vicino e colpirla col Taijutsu senza lasciarle spazio e respiro.> camminare su un terreno difficile invece ci avrebbe pensato con la dovuta tecnica. Le sue debolezze? Difficili da colmare in così poco tempo. <Non sono molto resistente e sono decisamente di corporatura piccola. Anche se piccola però non ho molta velocità nello schivare.> non si ritrova ad essere molto agile, nonostante le sue arti marziali non siano malaccio alla fin fine. Se colpisce potrebbe fare male, ma lei i colpi potrebbe prenderseli tutti. Ma quel discorso viene scalzato via con violenza, le parole vengono dette e la rabbia aumenta, arriva, scoppia. Entrambi gridano, l’uomo risponde col suo ultimo grido prima di calmarsi anch’esso, prima di ribaltare tavolo e cibarie per terra e sulla parete, prima di lasciare la ragazzina totalmente in balia degli eventi. La rabbia è stata risucchiata via, e lei si ritrova in uno stato catatonico che se perdura potrebbe lasciare posto a Mirako. Ma ciò non avviene, perché avverte la mano dell’uomo contro la schiena, la tira a sé, per stringerla, e la piccola non si oppone, si lascia accogliere da quell’abbraccio, percepisce l’amore, l’affetto… e si, quanto le è mancato. Il padre la tiene ancorata a sé, con quel gesto le impedisce di scivolare via e per fare in modo che non accada, la ragazzina solleva lentamente le braccia e si stringe alle vesti dell’uomo. Si aggrappa per non annegare, non tiene nemmeno conto di stare sporcando i suoi vestiti col suo sangue che ancora cola. Affonda il proprio viso contro il petto dell’altro, stringendosi a lui sempre di più. <Mi dispiace.> mormora appena, un sibilo impercettibile, si sente stravolta nel corpo e nell’anima. Le lacrime continuano a scendere silenziose, non fa nulla per fermarle e rimane in assoluto silenzio. [Chakra On] Ci ha pensato e il suo katon potrebbe anche bruciare il legno ma Fumiko è potente, è diventata anch'ella molto forte con il tempo e certamente quel giorno si sarebbe svolto uno scontro di tutto rispetto. Una parte di se non vede l'ora di vederla in azione, vedere come le due donne siano considerevolmente migliorate nelle rispettive arti <Puntavo su quello> sul suo fuoco ma ora arrivano i problemi, l'acqua potrebbe spegnere le sue fiamme, potrebbe farle male, molto male e renderla inerme alla fine <Si, non devi farla respirare, devi pressarla fin quando non la vedi cadere a terra inerme, solo allora potrai allontanarti> è difficile, specialmente quando Kouki fa presente le sue debolezze e sono debolezze non di poco conto. E' piccola, è minuta, questo vuol dire che non ha molta resistenza e non è nemmeno molto veloce, purtroppo <Usa i sigilli per rendere più potente il tuo attacco o la tua velocità e un'armatura potrebbe fare comodo> per rendere il suo fisico più resistente. Sono gli ultimi consigli che le da prima che tutto vada in rovina. La furia di entrambi emerge come non mai, una furia che non ha eguali ma in tutto quello hanno parlato, hanno detto ciò che pensano e hanno discusso. La discussione si è rivelata accesa, molto più di quello che avrebbe mai potuto credere ma, alla fine, quell'abbraccio arriva. Si abbracciano come non fanno da tempo, il primo vero passo per risanare quel rapporto, un rapporto che è andato a incrinarsi. Le sta dimostrando quell'affetto mancato per troppo tempo. La stringe e lascia che le di lei lacrime lo bagnino e il di lei sangue lo sporchi, non gli interessa più niente di niente <Dispiace a me> lei non ha niente di cui dispiacersi, è tutta colpa sua e non della ragazzina e questo deve capirlo. Si stacca leggermente per guardarla in viso, avvicina il viso al suo per darle un bacio sulla guancia, un piccolo e tenero bacio. Non lo ha mai fatto prima, non si è mai permesso di baciarla ma ora si perchè tutto deve andare meglio, deve andare per il verso giusto <Andiamo in bagno, ti medico quella ferita> se perde troppo sangue può sentirsi debole <E dopo richiamerò Hebi, so che andate d'accordo, starai con lui mentre pulisco qua> indicando il macello che lui stesso ha fatto in un atto di violenza estrema. Si mette in piedi cercando di prendere l'altra manina della Yakushi per poi dirigersi al bagno a prendere garze e tutto il necessario. [END] [Cucina] Puntare sul fuoco è una buona idea, ma il fuoco è incontrollabile, esplosivo, non può certo contenersi se le lancia addosso una palla di fuoco o un cannone. Sospira, annuendo. <Di sigilli ne ho, ma non posso mettermi un’armatura, rischio di rallentarmi troppo. Al massimo ho gli schinieri e le protezioni agli avambracci.> è tutto quello che ha, potrebbe difendere con quello o con la sua difesa di innata o comunque sia può sempre sostituirsi con i rotoli e i tronchi, così non risulterebbe nemmeno troppo affaticata per contrattaccare. Fanno piani, lui le da consigli, ma alla fin fine la ragazzina non è ancora sicura di quello che vorrebbe fare. Aiutare, non aiutare, immischiarsi oppure no. Dovrebbe farlo perché così potrebbe sfogarsi? Dovrebbe farlo per fare un favore a suo padre? O dovrebbe farlo per far rinsavire Fumiko per poi pestarla di nuovo? Scuote la testa appena, non ha altro da aggiungere e il tutto prende il via. Le urla, il bicchiere, il sangue, il tavolo rovesciato, il cibo sprecato, la rabbia ed infine il silenzio. Tutto si placa ed arriva quell’abbraccio tanto dimenticato. Si stringerebbe a lui con più forza facendosi sciogliere da quel gesto di affetto, risanare. Deve fare ordine una volta per tutte nella propria testa, ma non sa come fare, forse dovrebbe semplicemente riflettere e metabolizzare. Tutto è accaduto insieme, troppo in fretta, deve crescere in fretta, ancora più in fretta di come non abbia già fatto. Il padre si distacca e lei non si scosta nemmeno a quel bacio, ogni gesto di affetto la rincuora, sembra portarle un po’ di calore, anche se lentamente va ad annuire. <Va bene.> si sente svuotata, ma non fredda, solo come se fosse molto stanca e alla fine seguirebbe il padre verso il bagno per farsi curare quelle piccole ferite fatte col vetro. Un piccolo sorriso appena accennato all’ultimo dire dell’uomo che ancora una volta la porta ad annuire. <Hebi mi piace. Dice molte cose giuste.> adora i serpenti e si sente affine a loro, come potrebbe non piacerle? Niente altro viene detto, anzi, nel silenzio più assoluto si farebbe medicare la mano per poi rimanere insieme al serpente, magari confidandosi con lui ed aspettandosi qualche saggia parola. [Chakra On][END]